Il mondo del pugilato è da sempre animato da confronti e ipotesi su come i campioni di epoche diverse si sarebbero misurati sul ring. Tra i tanti interrogativi, uno dei più dibattuti riguarda Deontay Wilder e come si sarebbe comportato contro i pesi massimi dell’era di Mike Tyson.
Wilder è senza dubbio un pugile dotato di una potenza straordinaria, capace di chiudere molti incontri con un solo colpo. Tuttavia, la sua boxe appare piuttosto monodimensionale: la sua forza risiede principalmente nella capacità di mettere a segno il knockout, mentre sul piano tecnico e tattico mostra limiti evidenti. Non si può dire che non sappia boxare, ma ciò che offre è sostanzialmente quello che si vede, senza grandi variazioni o sofisticazioni strategiche.
Nel confronto con i grandi nomi della generazione di Tyson, Wilder avrebbe incontrato molte difficoltà. I campioni di quegli anni erano spesso più completi, con un bagaglio tecnico, una mobilità e una capacità di gestione del match più avanzate. Wilder, infatti, spesso si è trovato in svantaggio nei punteggi prima di colpire con la sua potenza, una situazione che probabilmente si sarebbe ripetuta anche negli anni ‘80 e ‘90.
Tra i pugili che avrebbero rappresentato un ostacolo duro per Wilder spiccano nomi come Evander Holyfield, Larry Holmes e, naturalmente, lo stesso Tyson. Quest’ultimo, con il suo stile aggressivo e la velocità sorprendente, avrebbe potuto sopraffare Wilder senza troppi problemi, sfruttando la sua versatilità e capacità di adattamento.
Ciò non toglie che Wilder avrebbe potuto comunque dire la sua anche in quell’epoca, grazie a un pugno capace di cambiare le sorti di un incontro in un istante. Ma in un’era in cui la tecnica, la strategia e la resistenza mentale erano elementi chiave, la sua boxe, pur devastante, avrebbe trovato notevoli limiti.
Mentre Wilder resta uno dei più temuti per la potenza nel pugilato moderno, i pesi massimi dell’era Tyson avrebbero probabilmente imposto un ritmo e uno stile che avrebbero messo in crisi il pugile americano, confermando ancora una volta come il confronto tra epoche rimanga un affascinante e aperto dibattito.
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