sabato 26 luglio 2025

I film d’azione non sono addestramento: perché le tecniche di “The Raid” non funzionano nella vita reale senza esperienza


L'idea di usare mosse da film come The Raid in una rissa reale è affascinante, ma profondamente ingannevole. La verità è che la stragrande maggioranza di ciò che vedi nei combattimenti cinematografici è progettata per sembrare efficace, non per esserlo davvero. L’azione coreografata ha come obiettivo primario l’impatto visivo, non la sopravvivenza in uno scontro vero. E questa differenza, nel mondo reale, può costarti caro.

Almeno l’80% delle tecniche viste in film come The Raid — per quanto spettacolari, rapide e “crude” possano sembrare — non sono né applicabili né sicure senza un addestramento serio. Le scene sono il frutto di ore (spesso mesi) di prove, coreografie complesse, movimenti studiati per la cinepresa e partner cooperativi che sanno già cosa accadrà. In un vero combattimento, nessuno collabora. Nessuno si muove al rallentatore. Nessuno aspetta il tuo colpo girato.

E anche ammesso che qualche mossa possa avere un fondamento tecnico (il silat indonesiano alla base di The Raid è un’arte marziale reale), replicarla senza allenamento specifico è una ricetta per il disastro. Un corpo non allenato non ha:

  • la mobilità articolare per eseguire tecniche complesse,

  • la resistenza cardiovascolare per sostenere un conflitto fisico di più di 20 secondi,

  • né i riflessi condizionati per reagire in tempo utile contro un avversario aggressivo.

Considera questo: un pugno medio viaggia a circa 30 km/h (quasi 20 miglia orarie). Da una distanza ravvicinata, ti lascia meno di un secondo per percepirlo, riconoscerlo e reagire. La mente umana non elabora in tempo reale questi stimoli se non ha ricevuto un addestramento specifico per farlo. E l’addestramento non serve solo a imparare movimenti. Serve a installare risposte neurologiche condizionate, che diventino automatiche sotto stress. Questo è ciò che chi non si è mai allenato sottovaluta: la differenza tra sapere cosa fare e riuscire a farlo quando serve davvero.

Inoltre, le scene di lotta dei film sono costruite per la sicurezza degli attori. I colpi sono finti, i movimenti esasperati per la cinepresa, e ogni reazione è pre-scritta. Se provi a imitare questi gesti nella realtà senza sapere cosa stai facendo, rischi non solo di fallire miseramente, ma anche di farti male seriamente o peggiorare la situazione. In uno scontro reale, la gente non cade perché “glielo suggerisce il copione”. Cade solo se viene realmente sbilanciata, colpita con precisione e forza, e sopraffatta da un avversario determinato.

Infine, il concetto stesso che “possiamo improvvisare con l’intelligenza” è fuorviante. La capacità di reagire in modo strategico sotto stress estremo non dipende da QI o logica, ma da esperienza diretta e condizionamento fisico. È come tentare di suonare il piano durante un terremoto senza aver mai studiato musica: buona fortuna.

Il punto è semplice: senza allenamento, non sei un combattente. Sei solo uno che ha visto molti film. E i film non salvano la pelle. L’allenamento sì. Due ore al giorno sono sufficienti per sviluppare riflessi, condizionamento fisico, controllo del respiro, stabilità, forza funzionale, e soprattutto consapevolezza — quella che ti impedisce di fare scelte stupide sotto adrenalina.

In breve:
The Raid è grande cinema, ma non è un manuale di sopravvivenza.
Senza allenamento, provare a replicarne le tecniche è ridicolo e pericoloso.
Vuoi davvero prepararti a combattere? Allenati. Non guardare film: vai in palestra.





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