domenica 27 marzo 2022

Perché i sovrani dinastici cinesi non sono rappresentati seduti sul pavimento come i daimyo?

Perché i cinesi non facevano uso di tatami, i tappetini di paglia che i giapponesi usano ancora al posto del pavimento nelle stanze di tipo tradizionale. Il Giappone non conosceva l’uso della sedia, normale invece in Cina

Ecco L’imperatore cinese Kang Xi



ed ecco il suo corrispettivo giapponese, l’imperatore Momozono.



Uno seduto visibilmente su una sedia, l’altro per terra.

si tratta quindi di vedere perché sono stati adottati i tatami.



Ecco che aspetto hanno. Questa è una stanza di casa mia. Vuota quando non è in uso, com’è tradizionale.

E questo è il punto. Una casa tradizionale giapponese è modulare. Tutte le stanze sono come questa. Vuote quando non in uso, possono venire trasformate in salotti, stanze da letto, studi, ecc. attraverso l’uso di mobili piccolissimi e pieghevoli che possono venire riposti In armadio a scomparsa quando non necessari.

Eccone uno.



Notate le dimensioni.

Il Giappone è sempre stato sovraffollato in certe aree, ma deserto in altre. Questione di geografia. Questo significa che ha sempre avuto problemi di spazio. La frequenza dei terremoti ha poi scoraggiato un’architettura basata su edifici permanenti. La struttura modulare della casa è stata una risposta intelligente a tale situazione, ma ha precluso l’uso di sedie. Le sedie rovinano i tatami, sono ingombranti e difficili da fare, particolarmente se pieghevoli. Ergo …


sabato 26 marzo 2022

Quale attore ha sofferto di più per imparare il mestiere?

Nel 1960, quando aveva solo sei anni, Jackie Chan fu iscritto alla China Drama Academy dai suoi genitori per imparare l'Opera di Pechino, un'arte tradizionale cinese che combina spettacolo, commedia e arti marziali.



L'allenamento lì è terribilmente duro, soprattutto per un bambino di sei anni.

Ecco come lo ha descritto Jackie Chan in un'intervista del 2010 al Jonathan Ross Talk Show:

Ci svegliavamo alle 5 del mattino tutti i giorni. La prima cosa per cui siamo stati costretti a fare è stata una gara di resistenza. Ma era vietato saltare mentre si correva, le spalle dovevano rimanere fisse, solo le gambe dovevano muoversi. E dovevamo portare in ciascuna mano una tazza piena d'acqua senza versare una goccia. Chi faceva cadere l'acqua riceveva un colpa di bacchetta dal maestro. Un colpo molto forte.


Successivamente, dovevi esercitarti in equilibrio sulle mani. Lo facevamo per un'ora intera.

Poi, allenamento di arti marziali. Imparare a colpire con i piedi e le mani. Poi, le routine dell'hapkido (arte marziale), sequenze di gesti difficili. E mentre stavamo facendo questi allenamenti, ogni volta che stavamo facendo un movimento difficile, ad esempio stando su un piede con una gamba alzata, il maestro ci diceva: “Stop! e dovevi mantenere quella posizione senza muoverti. Poteva durare 20 minuti. 20 minuti senza muoversi in una posizione molto dolorosa. Poi si riprendevano gli esercizi e all'improvviso, bing!, il maestro ci diceva di fermarci di nuovo e dovevamo rimanere immobili in un'altra posizione….

È stato orribile. E quando ci siamo abituati a questi esercizi, il maestro ha aumentato la difficoltà. Ci ha messo una tazza sul ginocchio quando avevamo la gamba per aria, o un posacenere sul nostro piede. E non farlo cadere! altrimenti sferrava un calcio...

Sono rimasto dieci anni in questa scuola e ho sempre voluto scappare via…”



venerdì 25 marzo 2022

La lotta greco-romana è efficace sulla strada?


Assolutamente SI

La Lotta greco romana è un insieme di tecniche a corpo libero che sono incredibilmente efficaci proprio nella lotta a mani nude con prese e blocchi, con catapulte e ribaltamenti, con prese articolari e schiacciate di schiena.

Negli scontri di strada, nel 90% dei casi, riesce vincitore, a parità di condizioni, il più pesante: se il peso di uno dei due è maggiore di 10/15 kg è estremamente difficile che il più leggero riesca a vincere, a parità di condizioni.

Ma la Lotta greco romana ti permette, attraverso allenamento mirato, ottima preparazione fisica, conoscenze fisiche e meccaniche, di leve e prese articolari, di avere facilmente la meglio su avversari anche parecchio più pesanti di te.

Queste semplici tecniche ti danno un vantaggio indiscutibile contro qualunque avversario, anche più pesante di te, che non sia ovviamente un atleta professionista o agonista. In ogni caso ti permette di fare molto male e di essere estremamente pericoloso, non facilmente intimidibile, conscio delle proprie possibilità e sempre in grado di reagire senza subire troppo….

È uno sport veramente completo, migliore assolutamente della tanto pubblicizzata MMA, che sembra piuttosto il parente povero della lotta greco romana, che ha una storia millenaria e tradizione marziale di ampio spessore….

La consoglio a tutti, benché io abbia praticato altri sport… se tornassi indietro, la prenderei sicuramente in considerazione, come sport o attività fisica per i ragazzi ti tutte le età…





 


giovedì 24 marzo 2022

Cosa insegna lo Zen?

Lo zen insegna a tenere la mente sgombra dai pensieri in modo da poter vivere al 100% nel presente.

"La vacuità è l'essenza della compassione."

La parola "zen" significa appunto meditazione intesa come “stato di perfetta equanimità e consapevolezza” e non va confusa con la passività, ma al contrario consente una rapida ed adeguata reazione ai problemi di tutti i giorni in quanto vengono eliminati tutti i pensieri negativi che ci rallentano e ci limitano nel prendere decisioni.

La pratica dello zen consente anche di godersi appieno le cose belle che la vita ci offre tutti i giorni, stimolandoci ad uscire dalla nostra zona di comfort in quanto non più influenzati dalle precedenti esperienze o timori per il futuro.


Ensō (円相), simbolo che rappresenta sia l'universo che la vacuità (realtà assoluta)


Vediamo ora un tipico racconto zen, che fa del suo fulcro l'agire senza pensare:

Il Falco che non poteva volare.

Un re ricevette in regalo due piccoli falchi, i quali consegnò ad un maestro falconiere per la loro formazione.
Dopo alcuni mesi l’istruttore avvisò il re che uno dei falchi era stato educato in maniera perfetta, ma non sapeva cosa stesse accadendo all’altro; da quando era arrivato alla dimora reale non si era ancora mosso dal ramo.
Furono convocati dal re guaritori, maghi, sacerdoti ma nessuno di loro riuscì a far prendere il volo a quel piccolo falco. Una situazione apparentemente inusuale, che magicamente migliorò quando la mattina seguente il piccolo falco venne avvistato librarsi nel cielo blu di quella giornata.

Portatemi il responsabile di questo miracolo! – ordinò il sovrano.
Davanti al re comparve un semplice contadino, una persone dalle fattezze innocenti che tuttavia sembrava mostrare molta saggezza.

Incuriosito il re gli chiese:
– Come sei riuscito a far volare il falco? Sei per caso un mago?

Non è stato difficile mio signore- spiegò il contadino – Ho semplicemente tagliato il ramo su cui era poggiato il piccolo falco. Solo allora l’uccello si è reso conto che aveva le ali.

Morale: a volte è necessario riposare sul ramo e ricaricare le proprie energie, ma se restiamo per troppo tempo bloccati e paralizzati nella nostra zona di comfort non sapremo mai dove saremmo potuti arrivare e tantomeno cosa saremmo riusciti a fare. Così a volte abbiamo bisogno di qualcuno che tagli il nostro ramo su cui siamo abituati a stare o, viceversa, avere il coraggio di tagliare il ramo a qualcuno che ne ha bisogno.

L’importante è assicurarsi di non essere voi quelli che impediscono il volo ad un’altra persona o che sia qualcun altro ad impedire il vostro di volo.


mercoledì 23 marzo 2022

Il coltello più affascinante della storia

Il kujang:



Uno dei pugnali più affascinanti di Giava è il kujang, un pugnale a forma di falce che si ritiene sostenga l'equilibrio del mondo.

Un tempo popolare tra i re giavanesi, si credeva che la lama dalla forma distinta del kujang fosse stata ispirata da un messaggio divino che proclamava la loro sovranità. A differenza di molte lame, la forma del kujang non derivava da alcun progresso nella tecnologia delle armi.

Il coltello unico è stato creato dopo una visione di un re giavanese.

Il kujang originale era uno strumento agricolo, ma un re di nome Kudo Lalean affermò di aver visto un'arma che simboleggiava l'isola di Giava unita in una visione profetica. Dopo il sogno, fece realizzare la mistica lama dal suo miglior fabbro. Il risultato fu un'arma a forma di isola, che aveva tre fori per simboleggiare le tre divinità principali della religione indù.

L'arma in seguito subì alcune modifiche, dopo che l'Islam divenne la religione dominante della regione. È stato ridisegnato per assomigliare alla lettera "Syin", la prima di un versetto importante del Corano. Anche i tre fori sono stati cambiati in cinque per rappresentare i cinque pilastri dell'Islam.


martedì 22 marzo 2022

 

Quanto più è affilata di un coltello una spada samurai?



Non so se una spada da samurai oggi uscirebbe vincitrice in un confronto con certi coltelli moderni con affilatura a rasoio.

In altre parole una katana tagliando qualcosa puo' dare l'impressione di essere piu' tagliente di un coltello, ma questo e' dovuto alla lunghezza della lama della katana ben superiore a quella di qualsiasi coltello.

Se per esempio volessino tagliare in due un grosso salame con un coltello anche se affilato dovremmo fare scorrere la lama avanti e indietro almeno 2/3 volte, la lama della katana scorrerebbe solo una volta.

La katana e' piu' che altro un mito.

La realtà è ben diversa e il mito della katana è, per l'appunto, un mito.
In primo luogo, bisogna considerare come le armi esistano in quanto utili in determinate situazioni; per fare un esempio: per secoli le spade sono state tra le armi più usate dai guerrieri europei, ma nel momento in cui le armature sono diventate troppo resistenti per essere danneggiate da una spada, le armi bianche hanno ceduto il passo a strumenti più specializzati (e antichi va detto) come i martelli da guerra e le mazze, relegando le prime a un ruolo puramente "civile", per poi ritornare parzialmente in auge con la fine dei guerrieri corazzati.

Le katane erano funzionali al campo di battaglia giapponese; un luogo dove le armature pesanti erano meno efficaci di quelle occidentali.

Molti citano la grande abilità dei fabbri giapponesi nel piegare il metallo come se fosse il non plus ultra dell'arte armaiola. In parte è vero: molti fabbri giapponesi erano abilissimi armaioli, ma ci sono comunque alcune cose da dire a riguardo; in primo luogo si trattava di una soluzione utilitaria dovuta alla scarsa qualità del ferro disponibile in Giappone, quando potevano infatti usavano il raro tamahagane (acciaio prezioso), ma per lo più facevano uso di quello che noi occidentali chiamiamo "pig iron" , (Vi prego di scusarmi ma non conosco il termine equivalente in italiano) usato per produrre la ghisa, ma che può essere raffinato con il processo della piegatura.
Piegare il metallo serve a togliere via quanto più carbonio possibile dalla lega: troppo carbonio si traduce in lame fragili, poco carbonio produce lame morbide. La leggenda vuole addirittura che i fabbri piegassero il metallo migliaia di volte per ottenere la lega perfetta; in realtà esiste un limite fisico a quante volte si può piegare una striscia di metallo (una ventina circa) e in genere i fabbri si fermavano a una decina.
In secondo luogo la tecnica della piegatura era obsoleta da almeno un migliaio di anni; per fare un esempio già i celti della cultura di La Tene (450 BCE) usavano una tecnica di torsione del metallo capace di produrre lame più resistenti e in un tempo inferiore.

La katana è una lama curva e ciò ha i suoi pro e i suoi contro. Questo tipo di armi sono efficacissime per tagliare un corpo, in quanto offrono una superficie minore di contatto e esercitano una forza maggiore sull'area colpita (un banale concetto di fisica); ma la loro capacità di affondo è piuttosto limitata.
In sostanza erano armi adattissime per il combattimento contro guerrieri poco corazzati come se ne trovavano spesso nel Sol Levante. Un fendente di katana può provocare danni più devastanti di quelli provocati da una spada lunga, ma allo stesso tempo una spada lunga si produce in affondi molto più precisi e letali di una katana.
Si trattava inoltre di armi molto "ciccione" per via della scarsa qualità dei metalli, il che ne riduceva al lumicino le capacità di penetrazione delle armature e d'altronde se ci si pensa, non era quella la funzione primaria, dato che di armature complete in metallo da quelle parti erano inesistenti. I giapponesi infatti combattevano con corazze laccate in cuoio, oppure corazze lamellari più pesanti, considerate con molta probabilità il pinnacolo mondiale delle armature lamellari. Ciononostante come tutte le corazze lamellari, avevano le loro vulnerabilità e una katana era adatta a sfruttarle; un colpo bene assestato poteva passare tra una lamella e l'altra, tagliare i lacci e così via. Erano comunque armature funzionali allo scopo.

Per quanto i Samurai avessero un rispetto mistico del proprio daisho, in maniera non molto dissimile da quello dei cavalieri per la propria spada, l'arma preferita del guerriero in battaglia era la lancia (yari) in tutte le sue forme, o l'arco (yumi), e i samurai erano eccellenti arcieri. Si ricorreva alla Katana solo se strettamente necessario, ovvero nel caso si fosse rotta la lancia o lo scontro fosse diventato molto ravvicinato. Era sempre meglio che rimanere disarmati, ma i samurai ne avrebbero fatto volentieri a meno.
Le katana, come le spade occidentali dal basso medioevo in poi, furono relegate rapidamente ad un ruolo secondario nel campo di battaglia e divennero per lo più armi da duello e un simbolo di rango. Un processo molto simile a quello avvenuto in Europa e nel resto del mondo.
Proprio per le loro vulnerabilità di fabbricazione elencate prima, le katana devono essere usate in un modo particolare. Una delle cose che in genere vi dicono in un corso di kenjutsu è di evitare le parate con una spada giapponese, e di farlo in un modo particolare solo se indispensabile.
Perché? In parte per via del metallo, dato che un colpo molto forte potrebbe spaccare la lama, ma anche perché la forma ricurva non aiuta nella difesa. Di conseguenza lo stile di combattimento si adattò alle particolari condizioni dell'arma: in soldoni schiva di più e para di meno.

Ed eccoci al punto finale. Le katana come tutte le armi prodotte dall'uomo, erano strumenti di compromesso, fabbricate a partire dai materiali disponibili in loco, cercando di renderle il più funzionali possibile con le tecniche conosciute. Alcune armi eccellono in un ruolo perdendo funzionalità in altri; poiché non esiste lo strumento perfetto in assoluto, ma solo lo strumento adatto a svolgere una funzione in un determinato periodo storico.
Cambiando le condizioni, cambiano gli strumenti.
Le condizioni sociali e tecnologiche in Giappone rimasero immutate per secoli, in larga parte a causa dell'isolazionismo. Di conseguenza, quando intorno al quattordicesimo secolo i giapponesi arrivarono a progettare la forma definitiva della katana, questa continuò a essere funzionale per più di 400 anni; non tanto in virtù di una comprovata superiorità assoluta, ma più perché le condizioni del campo di battaglia cambiarono poco in questo lasso di tempo. Altrove, dall'Europa alla Cina, le condizioni erano in costante mutamento e questo si tradusse in una "corsa agli armamenti" che in Giappone, semplicemente, non era necessaria.
A questo va aggiunto il tipico tradizionalismo nipponico che male si sposa con le innovazioni, specialmente quelle legate al loro personale misticismo e senso individuale.


lunedì 21 marzo 2022

Un pugile che ebbe per anni una fidanzata di copertura

Era pugile, era nero, era gay. Troppo, per una persona soltanto e troppo negli anni Sessanta.




La vocazione di Emile Griffith (1938–2013) non sono i pugni ma i cappellini per signora, che disegna come il più elegante e raffinato tra i creatori di moda. È gentilissimo, veste come un lord, ma la vita lo porta a fare il boxeur.

La sua carriera dura vent’anni e 112 match, per cinque corone mondiali conquistate. Il suo cuore dolente lo porta a celare i suoi sentimenti e a ricorrere a lungo ad una fidanzata di copertura, Esther, che serve sia a lui sia al pugilato per nascondere l’indicibile verità.

Tutti sanno delle notti nei locali gay di Times Square, delle drag queen con cui si accompagna, del suo ragazzo Calvin; i giornalisti un giorno lo sorprenderanno mentre bacia un uomo nello spogliatoio, dopo un match.



In galera ci finirà, da innocente, per quattro anni, e in seguito verrà dimenticato dal mondo dello sport che aveva contribuito a nobilitare.

Sembrano cose di un altro mondo, invece è tutto accaduto appena una sessantina di anni fa. Una vita rovinata solo perchè quest’uomo non rispettava un dictat tanto bugiardo quanto ipocrita: Un pugile non poteva essere soltanto un vero uomo, ma doveva esserlo secondo i canoni che la società imponeva.


domenica 20 marzo 2022

Chi è stato il lottatore di MMA più forte della storia?

Georges " Rush "Saint Pierre perchè oltre gli elbows, takedows e double legs che già costituiscono ottime competenze nel wrestling e jiu jitsu ha skills creative e proprietà indiscusse, se avesse aggiunto la lotta greco-romana sarebbe stato ancora piu devastante . Sambo e muaythai forse no ,ma certamente la lotta greco romana, gli avrebbe offerto maggiori probabilità di amplificare le skill di wrestler.



sabato 19 marzo 2022

Perché le spade non sono seghettate?

Perché le seghettature non sono utili nella lotta con la spada. Le seghettature servono per lacerare. I bordi lisci affettano. E sicuro al 100% che non si può tagliare con le seghettature.

Detto questo, è abbastanza comune trovare seghettature sulle spade dei Pionieri.


Spada pionieristica russa M1827


Spada pionieristica britannica del 1856

Modello svizzero 1842 spada pionieri


Lo scopo delle seghettature in questi casi era semplicemente quello di avere anche una piccola sega. I pionieri militari, che oggi sarebbero chiamati ingegneri, segavano con la spada usando le seghettature per tagliare i tronchi degli alberi e cose simili.


venerdì 18 marzo 2022

In che modo le persone con diabete sopravvivevano o curavano la loro malattia prima dell'invenzione dell'insulina?

L'uso delle medicine naturali nell'antica India, 400 d.C.


L'antica India ha guidato il mondo nel riconoscere e differenziare tra il diabete di tipo I e di tipo II. Gli antichi indiani usavano le formiche per riconoscere la presenza del diabete, poiché livelli elevati di glucosio portavano al rilascio di urina che aveva un alto contenuto di zucchero. Le formiche sarebbero attratte da questa urina ricca di glucosio e quindi gli antichi indiani chiamavano il diabete "Madhumeha", o urina di miele. È stato notato che gli individui ricchi e pesanti presentavano una forma diversa di diabete rispetto ai diabetici più giovani e magri. L'aumento dell'attività ha aiutato i pazienti più anziani più pesanti, ma ciò non ha avuto alcun effetto sul trattamento dei pazienti più giovani. È stato notato che entrambe le forme di diabete erano piuttosto rare, sebbene l'antica India avesse più diabetici di tipo II. Insieme alla medicina ayurvedica sono stati utilizzati maggiore attività, esercizio fisico e cambiamenti nella dieta. Si utilizzava la zucca amara, il fieno greco, la curcuma e varie altre erbe aromatiche. Ancora oggi, questi trattamenti sono usati in India insieme ai farmaci allopatici. L'antica India ha avuto successo nel trattamento del diabete di tipo II, ma ha potuto fare ben poco per i diabetici di tipo I oltre a ridurre il loro dolore poiché l'assenza di produzione di insulina rendeva la condizione quasi impossibile da trattare.


giovedì 17 marzo 2022

Come si fa a mettere al tappeto un avversario con un solo pugno?

Spesso, i pugni che risultano in knockdown o KO sono quelli che non sono stati visti arrivare. Questo spiega l'efficacia del famoso 'sucker punch' nelle lotte di strada.



Il sucker punch funziona anche contro avversari che sono molto più forti di voi.

Poi, in un contesto sportivo, o almeno in un confronto in cui entrambi gli avversari sono disposti ad affrontarsi (il che può essere sottinteso dal termine "avversario" nella tua domanda), è più complicato. Ci sono molte mosse che possono mandarti a terra.

Un buon gancio ben piazzato al lato del mento, sotto l'orecchio, ecc.

Per il resto, è un po' più difficile da attuare, ma un buon colpo al fegato può piegare chiunque, anche i combattenti più rudi e duri.



(È un dolore che ti travolge, molto difficile da resistere...)





mercoledì 16 marzo 2022

Chi merita il titolo di miglior lottatore pound for pound , Jon Jones o Khabib Nurmagomedov?

Non sono un esperto totale ma penso che le skills di Jon Jones , non hanno pari specie nello sfruttare skills di lotta greco romana e spinnin elbows, non saprei, spero di sbagliarmi, nel mio combattimento mi ispiro molto sia a S.Pierre e Jones li promuovo, sebbene tenda mediocremente a sfruttare piu i rimbalzi e diverse varianti di head lock che finalizzano subito, tendo a fare leva molto sull'esplosività delle gambe sono molto importanti ti permettono di finalizzare presto, secondo me anche perchè a differenza degli elbows, sperimentare la ghigliottina tramite le gambe è ancora piu resistente e forte spingendo e saltando sulle spalle dell'avversario.



martedì 15 marzo 2022

Qual è il significato reale in giapponese che ha la parola "cintura nera"?

Potremmo pensare alle persone con la cintura nera come a esperti di arti marziali che hanno sopportato anni di allenamento rigoroso.



Ma la parola usata per indicare il grado della cintura in giapponese, "shodan", può essere scomposta e tradotta con "primo passo".


lunedì 14 marzo 2022

È possibile combattere con la spada come fanno nei film?

No, non è vero.

Questi combattimenti sono coreografati.

Se si combattesse contro un avversario reale, entrambi armati di spada, il combattimento finirebbe in pochi secondi dopo che uno o entrambi i combattenti ricevono un colpo invalidante o mortale.

Facile indovinare come è morto questo povero ragazzo

Lo scopo di un combattimento con la spada non è quello di far scontrare le lame per dieci minuti come Errol Flynn, ma di disabilitare o uccidere il tuo avversario il più velocemente possibile senza essere disabilitato o ucciso tu stesso.

Naturalmente, se indensi imparare a fingere di combattere con la spada come nei film, allora sì, è assolutamente fattibile.

Solo non farlo con spade vere.

domenica 13 marzo 2022

Quali sono alcuni fatti curiosi o strani della cultura giapponese?

1-Benché faccia indubbiamente parte dell’Asia, il Giappone è un pianeta a sé, tanto che un mio amico canadese, interrogato da pubblici ufficiali thailandesi che volevano determinare la sua idoneità ad adottare una orfana, ebbe questa conversazione.

-Lei sa qualcosa delle culture asiatiche?

-Abito in Giappone da dodici anni.

-(Risatina) Il Giappone non è Asia.

2-La lingua giapponese è praticamente un isolato linguistico, vale a dire non assomiglia ad alcuna altra lingua conosciuta, salvo il ryukyuano parlato ad Okinawa, una isola a sud del Giappone, e forse il coreano.

3-Nonostante la sua cultura estremamente originale ed eccentrica, il popolo giapponese proviene da ogni angolo dell’Asia. I giapponesi di oggi sono i vincitori di una lunga guerra per la supremazia fra gruppi etnici che si è conclusa del tutto solo 150 anni fa circa con la sconfitta degli Ainu di Hokkaido, l’isola più a nord.

4-Il titolo shogun, che significa generalissimo vincitore sui barbari, fa riferimento non agli europei ma i gruppi etnici come gli Emishi, i Kuzu e gli Ainu sconfitti ed assimilati dai giapponesi.

5-Il Giappone pare estendersi da nord a sud, ma si allunga invece da est a ovest. Invece di Italia meridionale e settentrionale abbiamo il Giappone ovest antico e sofisticato e il Giappone est, ancora per certi versi selvaggio.

6-Si sono avute due unificazioni del Giappone, una avvenuta da 250 al 538 ed una nel 1603. Fra queste due date il paese è sempre stato o in preda a guerra civile o in una pausa fra guerre.

7-Il guerriero giapponese mozzava quindi solo teste giapponesi.

8-I clan giapponesi, detti Uji, sono stati la causa diretta dei continui scontri, la causa principale e involontaria è il buddismo.

9-Il periodo di scontri più lungo e feroce fu la cosiddetta era Sengoku, che iniziò verso la metà del 15mo secolo e finì all’inizio del 17mo (sic).

10-I giapponesi non usano il termine samurai, che in giapponese indica una classe sociale. Usano invece il termine bushi.

11-I giapponesi credevano (e credono) che una vita dopo la morte normale richieda un corpo intatto. Se perdi un occhio, il tuo spirito dopo la tua morte sarà monocolo.
12-Il rito di tagliare la testa ai nemici sconfitti aveva anche lo scopo di prevenirne la normale reincarnazione.

13-Il filo delle spade veniva a volte provato sul corpo di uno o anche due criminali, tagliandoli in due. Più netto e profondo il taglio, migliore la spada.


14-Le teste degli sconfitti venivano presentate al vincitore, e la testa di suo fratello Yoshitsune venne presentata allo shogun Yoritomo, conservata sotto sakè. Di solito venivano incipriate e curate per renderle il più normali di aspetto possibile.

15-Ci furono guerriere di sesso femminile.

16-Ci sono forti indicazioni che la posizione sociale bassissima della donna nella società giapponese fosse dovuta al buddismo. In un tempio buddista le donne non potevano entrare, in un santuario Shinto la loro presenza è normale. Il primo capo giapponese di cui si ha notizia è Himiko, una donna. Questo accadde prima dell’arrivo del buddismo.

Ancora oggi lo sciamanesimo è prevalentemente femminile.

17- La lingua giapponese viene scritta in quello che è probabilmente il modo più complesso conosciuto. Usa due sillabari da circa 50 caratteri ciascuno, il nostro alfabeto, ormai parte integrante del sistema, e migliaia di caratteri cinesi.

18- Gli omofoni, vale a dire i caratteri che si leggono allo stesso modo, sono numerosissimi. Se non mi sbaglio, esistono dozzine di caratteri che si leggono tõ.

Il carattere si legge in dozzine di modi diversi con significato completamente diverso. Occupa da solo molte pagine di qualsiasi dizionario. Riporto qui una frazione piccolissima della voce ad esso dedicata da un dizionario che possiedo.

Ecco il carattere più semplice ed il più complesso in uso in Giappone.

19-Tutti sanno che i giapponesi sono incapaci di pronunciare correttamente la erre e la elle. Pochi sannno che il giapponese distingue le vocali lunghe da quelle corte, e che noi europei siamo altrettanto incapaci di sentire la differenza, particolarmente durante la conversazione a velocità normale.

20-Il giapponese ha dozzine di pronomi personali per io e tu, ma rifugge dal farne uso nel caso della terza persona singolare. Le parole kare e kanojo, che in teoria vogliono dire lui e lei, in pratica vogliono dire il mio o tuo ragazzo o la mia o tua ragazza. C’era qualche anno fa uno spot televisivo per la promozione dell’uso dei preservativi per ragioni profilattiche che diceva:

Kanojo no moto no kare no moto no kanojo no moto no kare wo shitemasuka.

彼女の元の彼の元の彼女の元の彼をしていますか

Ma tu l’ex della ex dell’ex della ex dell’ex della tua ragazza, lo conosci?

21-Nonostante la difficoltà della scrittura, l’analfabetismo è sconosciuto.

22-I giapponesi fanno molte delle cose che facciamo noi in ordine invertito e spesso hanno ragione loro. Tre esempi:

Gli indirizzi

Un indirizzo italiano alla giapponese sarebbe cosî.

Giovanni Verga

Italia, Sicilia, Catania, Via Malavoglia 21.

Molto più logico.

Tassì

I tassį liberi hanno una luce rossa, quelli occupati verde. La ragione sta nella maggiore visibilità in condizioni di bassa illuminazione del rosso. In soldoni, una luce rossa è più visibile.

Seghe

Le leggendarie seghe giapponesi, che tagliano molto meglio delle nostre, tagliano quando si tira, non quando si spinge.
Questo semplice fatto ha conseguenze importanti. La sega occidentale deve essere spessa perché non si fletta. Deve essere quindi pesante e spessa.
La sega giapponese invece è leggera e permette tagli sottilissimi di grande precisione.

Pialle

Le pialle giapponesi si tirano anch’esse e sono di conseguenza maggiormente controllabili. Provare per credere

Arco e frecce

L’arco giapponese è unico. La sua impugnatura non è al centro. Questo riduce le vibrazioni al momento dello scocco e permette di scaricare il rinculo verso il basso.

23- La modularità è una caratteristica pervasiva della cultura giapponese.

Nella foto che segue vedete quello che è l’arredamento normale di una stanza.

Una stanza normalmente è vuota. Questa in particolare è la stanza dove dorme mia suocera. Non è una stanza da letto, ma lo diventa tutte le sere. Il “letto” è questo, ripiegato, nascosto e pronto ad essere messo in uso in non più di cinque minuti.



Ecco il letto in posa.


Intanto la stanza può essere trasformata in uno studio.

Questa è una scrivania. Il mio telefonino vi permette di valutarne le dimensioni.



Quando non serve può venire ripiegata, trasportata con la maniglia e riposta fino al prossimo uso. In modo analogo la stanza può essere adibita ad altri usi.



La cucina funziona allo stesso modo. Un bentō, o pranzo trasportabile.


La cucina giapponese usa molte conserve, paste, e altri ingredienti che durano a lungo. Basta poi un poco di riso, un pezzo di pesce ed il pasto è pronto.

Architettura

Anch’essa modulare. Tutta. La foto qui sopra mostra come il pavimento sia fatto di stuoie spesse chiamate tatami. Una stanza può avere solo certe dimensioni e non altre, in multipli di un tatami. Quindi sei tatami o nove come in quella qui sopra, ma non sette.
Questo permette la completa standardizzazione dell’architettura, che si serve di parti già pronte.

24- L’arte giapponese rifiuta la regolarità e la simmetria, considerandole meno belle. In questo si sbaglia e la cristallografia scientifica lo ha mostrato. Esistono moltissimi tipi di simmetria e l’architettura moresca lo prova. Anzi, lo dimostrano anche gli emblemi araldici giapponesi che descrivo più oltre.

L’arte giapponese (ma anche asiatica in generale) privilegia l’asimmetria ed il vuoto coi seguenti risultati.



Ciononostante, i giapponesi si servono mirabilmente della varie varianti della simmetria (radiale, speculare, ecc.) nel comporre i magnifici emblemi di famiglia giapponesi detti kamon. Tracciati facendo uso solo di righello e compasso, sono un trionfo della creatività umana.



26- Il Giappone preferisce l’imperfezione ed il non finito.


L’idea che evidenziare una riparazione possa valorizzare un oggetto …

27- Io però non darei tanto peso a storie come il wabi sabi ed i tentativi di spiritualizzare e dare profondità COME LA CONCEPIAMO NOI ai giapponesi. Sono gente pratica, non spirituale.

28- Quelle che in inglese si chiamano performing arts, teatro e musica, sono sicuramente le più ostiche per un europeo. Il kabuki vada, ma il noh, con i suoi silenzi ed assoluta immobilità di tutti i presenti che si protraggono per anche cinque minuti, è inguardabile.

Sono musicalmente onnivoro e ascolto su base regolare musica tuareg, mongola, turca, ecc. ma la musica tradizionale giapponese mi è indigeribile. Non capisco.

Fanno eccezione le percussioni, da fare invidia agli africani. Molto meglio dei più famosi Kodo sono gli Ondekoza.

29- I giapponesi hanno quasi del tutto abbandonato la loro musica tradizionale. IN compenso hanno Oshio Kotaro.

30- Fra le ragioni dell’esplosione dell’industria giapponese nel dopoguerra va menzionato il fatto che la produzione in serie era già in uso. Gli ukiyoe erano prodotti usando timbri modulari ed in serie di grande tiratura. Il loro valore era quindi così basso che venivano usati per incartare ceramiche vendute in Europa.

Lì le scoprirono io francesi.

31- Il metodo di produzione just-in-time, concepito in occidente ma realizzato in Giappone, è considerato importante quanto la catena di assemblaggio di Henry Ford.

32- I giapponesi hanno sempre avuto il talento e la tendenza di prendere idee degli altri e migliorarle. Questo accadde già secoli fa con la lanterna di carta cinese. I giapponesi la resero pieghevole, con grande risparmio di peso e ingombro.

33- La sola zona metropolitana di Tokyo ha un fatturato annuale lordo superiore a quella del Regno Unito.

34- Spesso i giapponesi famosi in Giappone lo sono diventati perché famosi all’estero. Questo è il caso di Kurosawa e Murakami Haruki.

35- Alcuni imperatori erano cosi poveri da guadagnarsi da vivere vendendo poesie sotto uno pseudonimo.

36- In Giappone l’adozione di bambini è rara, quella invece di adulti è tradizionale.

37- Il sistema di onorifici, anche ora estremamente complesso, lo era molto di più prima della seconda guerra mondiale.

38- Tutti gli elettrodomestici giapponesi hanno un cavo di alimentazione retrattile che sparisce completamente all’interno dell’elettrodomestico stesso.

Una delle tante cose ammirevoli di questo paese.



sabato 12 marzo 2022

Che cosa vedi solo in Giappone?

Io ho un risposta fissa a questa domanda. Quando vado in Cina ho sempre la sensazione di essere in Italia. Perché? Perché in Cina le strade hanno nomi, Le case hanno numeri civici progressivi, ci sono piazze, le case hanno ingressi come i nostri e non la complessa genkan. Le case hanno pavimenti in mattonelle, Tavoli e letti.

la maggior parte degli ingredienti in cucina sono riconoscibili. In Giappone ti domandi spesso cosa diavolo ti stia venendo proposto.

La comunicazione non verbale in Cina è molto simile alla nostra e normalmente non si hanno problemi di comunicazione. In Giappone la comunicazione è spesso difficile e a volte è impossibile, a prescindere da quanta esperienza hai. I giapponesi infatti hanno una caratteristica sventurata che rende la vita difficilissima agli stranieri. Questo paese, perché è dal Giappone che ti parlo, Educa i suoi cittadini a non esprimere mai opinioni. Ai bambini viene detto di non pensare mai di avere qualcosa da dire, di tacere e ascoltare. Per uno straniero che ha bisogno di imparare dai suoi errori, una simile attitudine è rovinosa. Puoi ripetere lo stesso errore migliaia di volte a cavallo di decenni, nessuno ti correggerà.

Dal lato positivo c’è un senso della bellezza probabilmente unico al mondo. La consapevolezza del fatto che è più bello togliere che mettere.


la bellezza della asimmetria, che non finisce mai di stupire.

Uno stile grafico inconfondibile. Confronta questo simbolo araldico ai nostri. Il suo design, vecchio di secoli, e fresco come se fosse stato concepito oggi. Invece quests simboli sono stati disegnati con un solo utensile, il compasso di bambù.


venerdì 11 marzo 2022

Qual è il segreto meno scontato per una vita longeva?

I giapponesi sono convinti che ognuno di noi abbia un Ikigai, ovvero una raison d'être, uno scopo nella vita.

L'ikigai va ricercato con pazienza, ma con costante determinazione se si vuole vivere una vita appagante.

Secondo gli abitanti di Okinawa l'ikigai è "il motivo per cui ci alziamo la mattina" (vedi ultima immagine sotto).

Ma perchè tutta questa introduzione, anche lunga e forse noiosa?

Tra i segreti della longevità, si possono osservare negli abitanti di Okinawa e delle altre cosiddette "zone blu" ( zone dove gli abitanti sono molto più longevi rispetto al resto del globo), abitudini come una dieta salutare, mangiare carne raramente e alcol con moderazione.

Loro non vanno mai realmente in pensione, continuano a dedicarsi a ciò che si ama finché le condizioni di salute lo permettono.

L'abitudine però che risulta più sorprendente o meno scontata per quanto concerne il mondo occidentale è il cosiddetto "Moai".



Il "Moai" è un gruppo informale di persone che hanno degli interessi condivisi e si aiutano tra loro.

I partecipanti versano una quota e partecipano ad assemblee, cene, giochi di società e godono insieme della loro passione condivisa, qualsiasi essa sia.

Il denaro raccolto viene usato per le attività del gruppo e, quando avanza, un membro a rotazione riceve una somma prestabilita.

Se un membro del gruppo si trova in difficoltà economiche, è possibile anticipargli il "versamento" dei risparmi collettivi.

Il senso di appartenenza e di aiuto reciproco danno maggiore sicurezza all'individuo e contribuiscano ad aumentarne la speranza di vita.

Alla fine, quando si sta bene, si vuole vivere e il corpo percepisce ciò.



giovedì 10 marzo 2022

Quali sono le armi da fuoco più usate dalla yakuza (se le usano, perché si dice che molti siano esitanti a usarle a causa della pena detentiva)?

Ok, quindi per coloro che non sono stati in Giappone esistono queste cose interessanti chiamate "Koban". Sono come mini stazioni di polizia e quella più vicina a dove sto io è a circa 500 metri. Sono sparse nella maggior parte delle città giapponesi e nelle aree residenziali distanziate circa un chilometro una dall'altra.

In generale sono edifici piuttosto modesti e la maggior parte dei turisti potrebbe superarne uno e non rendersi nemmeno conto di aver superato una cabina di polizia. Somigliano principalmente a questo:



Non lasciarti ingannare dalle luci rosse, quello non è un bordello!! Né la singola stella dovrebbe essere confusa come una sorta di piccola ambasciata cinese! È un Koban, cioè un piccolo ufficio di polizia.

E ce ne sono un sacco. Ecco una mappa di Google del centro di Tokyo con segnati i vari Koban (交番 o 交番所):


Ora immagina di essere uno della Yakuza che spara con una pistola.

Le pistole sono rumorose. Ogni agente di polizia in ogni cabina di polizia nel raggio un chilometro lo sentirà e correrà verso il suono.

Come mai? Perché le uniche persone che comunemente portano armi da fuoco in Giappone sono la polizia e le usano solo per gravi emergenze. Sì, i cittadini normali possono ottenere le armi, ma non è semplice e deve essere per una buona ragione come se fossi un cacciatore.

Quindi ci sono solo due ragioni per uno sparo. O un ufficiale è nei guai o un criminale sta commettendo un crimine.

Ad ogni modo, ora hai due o tre agenti di polizia che convergono nella tua posizione, ciascuno a partire da 1.000 metri o meno. Hanno anche contattato via radio i rinforzi e più agenti di polizia stanno arrivando in un anello più ampio attorno a quello.

Anche se sfuggi all'immediato circolo degli ufficiali, non ce la farai successivamente.

La Yakuza non usa pistole. Potrebbero minacciarti con un coltello o più comunemente con un pestaggio, ma generalmente una minaccia è tutto ciò che è richiesto ai giapponesi per alzare le spalle e consegnare tutto ciò che la Yakuza vuole...

… poi nel momento in cui lasciano il negozio o qualunque cosa, digitano il 110 sul telefono e la polizia inizia ad arrivare con una descrizione.

Il crimine violento non è una cosa importante nella maggior parte del Giappone. Ora, ci sono “zone cattive”, dove bisogna stare attenti, ma anche in queste aree il crimine è per lo più truffe che generalmente giocano sulla volontà dei giapponesi di non fare storie.

Una cosa comune è essere attirati in un club a Kabukicho o Roppongi a Tokyo dove bevi una birra e poi ti viene presentato un conto per 5 bottiglie di champagne di alta qualità. Come fai a dimostrare che non hai bevuto quello champagne quando il barista e altri tre testimoni affermano che l'hai fatto?

Quindi pistole? No. Truffe? Sì.

E la polizia ne sa qualcosa. Ero a Tokyo una notte per lavoro e ho dimenticato il mio caricabatterie, quindi ho pensato di uscire e trovare un negozio dove comprarne uno. Sono entrato accidentalmente in Kabukicho (Tokyo è molto più piccola di quanto la gente pensi e questo è del tutto possibile) e non lo sapevo fino a quando un agente di polizia dall'aspetto preoccupato non si è avvicinato a me e mi ha chiesto se avevo bisogno di aiuto. Ho spiegato la mia situazione e lui mi ha indicato la giusta direzione... fuori da kabukicho!

La polizia giapponese è generalmente in gamba, disponibile e gentile. Certo c'è quello occasionale che non lo è (in genere sono maschi più grandi, ti consiglio di cercare l'ufficiale di polizia più giovane che puoi trovare se hai scelta - punti bonus se riesci a trovare la mitica "ufficiale di polizia donna").

Ma la Yakuza non porta armi.


mercoledì 9 marzo 2022

Chuck Norris ha mai ammesso che Bruce Lee era migliore di lui?

Bruce Lee e Chuck Norris sono due dei più famosi artisti marziali del 20° secolo. Entrambi gli uomini hanno ottenuto un enorme successo nell'industria cinematografica ed entrambi gli uomini erano anche noti per essere artisti marziali devoti. Si sono impegnati in una delle scene di combattimento cinematografiche più famose durante il culmine di The Way Of The Dragon del 1972.

Bruce e Chuck si incontrarono alla fine degli anni '60 e mantennero una stretta amicizia personale fino alla morte prematura di Lee nel 1973. Come ci si può aspettare quando due artisti marziali trascorrono del tempo insieme, si sono anche allenati e si sono impegnati in un certo grado di sparring.



Chuck ha sempre parlato di Bruce con grande rispetto e riverenza negli anni dalla sua scomparsa. A Chuck viene spesso chiesto se avrebbe sconfitto Bruce in una rissa, ma non dà mai una risposta seria e rimane timido sull'argomento, forse non volendo mancare di rispetto al suo buon amico. Chuck ha scritto nella sua colonna WorldNetDaily nel 2011;

"Avrei dovuto battere Bruce Lee in una vera competizione, o no? Mi perdonerai per aver risposto con un altro Bruceismo: 'Ostentare è l'idea stupida di gloria.'" (Black Belt Magazine)

Nonostante non abbia dato una risposta definitiva sul fatto che credesse che avrebbe battuto Lee in combattimento, Chuck ha sempre parlato molto bene dei talenti fisici e delle abilità di Bruce come artista marziale. Chuck ha parlato durante un'intervista con Geoff Thompson per Front Magazine nel 2009 sulla filosofia di Bruce di non limitarsi mai a un solo stile di arti marziali;

Era molto veloce. E ha imparato da tutti, aveva una mente molto aperta. Bruce non ha mai creduto in un solo stile, o uno stile è il migliore, sentiva che c'erano così tanti "meglio" di tutto. Ha detto che tutto aveva punti di forza e di debolezza e quello che voleva fare era trovare i punti di forza e usarli". ( condivisione di idee e conoscenze)


Chuck ha scritto di nuovo di Bruce nella sua colonna WorldNetDaily nel 2011, descrivendo sia le sue abilità di artista marziale che i suoi doni fisici in un modo molto lusinghiero;

La verità è che Lee era un formidabile avversario con un fisico e una tecnica cesellati. Mi è piaciuto molto lo sparring e passare del tempo con lui. Era carismatico e amichevole sul ring ea casa come lo era nel film. La sua sicurezza e il suo ingegno erano abbaglianti, e talvolta anche debilitanti per gli altri... Lee era veloce come un fulmine, molto agile e incredibilmente forte per la sua taglia". ( Rivista Cintura Nera)

Quindi è molto chiaro che Chuck ha ancora un grande rispetto per il suo amico e l'impressione che Bruce ha fatto su Norris dura ancora oggi. Bruce sarebbe diventato un'icona per milioni di persone in tutto il mondo mentre i suoi film di arti marziali ridefinivano completamente il genere e catturavano l'immaginazione di grandi e piccini. Norris ha ottenuto un grande successo sullo schermo a pieno titolo e sono sicuro che è abbastanza sicuro delle proprie capacità e della propria eredità da non preoccuparsi se Bruce fosse "migliore" di lui sul ring, sul grande schermo o in qualsiasi altra zona.



martedì 8 marzo 2022

Se Floyd Mayweather si trovasse faccia a faccia con Muhammad Ali, chi vincerebbe lo scontro?

"Senza offese per Muhammad Alì, ma lui ha combattuto in una sola categoria. Ricordo che Alì ha perso dei match che non avrebbe dovuto perdere come quello contro Leon Spinks, un pugile con solo sette combattimenti. Ha perso anche alcuni altri match ed è ancora riconosciuto come il più grande. Sono sicuro che questa affermazione sarà criticata da molti, ma non mi interessa”.

Floyd Mayweather.



Penso sia affascinante confrontare sportivi vissuti in epoche diverse, ma ci sono volte in cui paragonare atleti è davvero un giochino inutile e controproducente. In questo caso soprattutto, perché questi due massimi interpreti della nobile arte della boxe hanno militato in categorie differenti.

Come si può paragonare un peso welter a un peso massimo?

E lo so che esistono le graduatorie ogni epoca senza limiti di peso ma penso converrete con me che lasciano il tempo che trovano. Come ho già scritto in articoli sportivi su Quora il dato significativo per indicare i migliori sportivi di sempre dovrebbe valutare l’innovazione che hanno apportato al movimento, risaltando il cambiamento apportato alla sua epoca in quel determinato settore.

Per essere immortale devi essere il fautore di una rivoluzione nel tuo sport.

Ali ha stravolto l’arte di offendere nella boxe in una categoria come i pesi massimi in cui la staticità di combattimento era l’unica praticata. Ha portato la plasticità, leggiadria ed eleganza nei gesti tecnici anche tra questi giganti ed ha reso questo sport universale facendo appassionare tutti i ceti sociali e tutte le età.

Inoltre Muhammad è stato un rivoluzionario anche extra-ring, rifiutando di partire per la guerra in Vietnam e lottando per i diritti dei neri.



Mayweather è un fenomeno di potenza, tenacia, tecnica ed abilità difensiva. È il più forte al mondo oggi, ed ha dato nuova linfa al movimento ergendosi dal suo status di imbattibile, ma non ha realizzato alcunché di rivoluzionario.

E nella sua vita privata non ha mostrato di essere un grande campione dopo aver picchiato e minacciato la compagna davanti ai loro figli.

Ali (come Jordan nel basket) è stato il precursore: un mito che nessuno potrà mai né offuscare né superare.


lunedì 7 marzo 2022

Quando ti sei chiesto "ma come è possibile usare questa cosa"?

 

Questo è l'Odachi Masayoshi del XV secolo, forgiato dal fabbro Sanke Masayoshi.

La sola lama è lunga 2,25 metri. Il manico quasi un metro.

È lunga 3,77 metri in totale.

La lama ha uno spessore di 2,3 cm. Pesa 14,5 chili.

È due volte più lunga e due volte più pesante di una "normale" di queste spade lunghe giapponesi.

Immagino che il vantaggio che ha è che tiene il combattente fuori dalla portata di altre spade di lunghezza normale.

Ma un combattente deve essere un po' flessibile e riuscire a muoversi e questo sembra quasi impossibile con questa spada.

In ogni caso, sembra che i combattenti avevano qualcuno che li aiutava a portare la spada.

E una spada così lunga potrebbe forse essere usata anche a cavallo, come una lancia.


domenica 6 marzo 2022

Se si è altamente addestrati nelle arti marziali, si ha l'obbligo di informare un potenziale aggressore di questo?

No, e infatti si dovrebbe tenere la bocca chiusa su questo, non solo al nostro aggressore ma anche alla polizia. Quando ci verrà chiesto come sia finito sul pavimento con la maggior parte dei suoi denti mancanti, dovremmo dire che non sappiamo cosa sia successo.

Molte persone, compresa la polizia che dovrebbe essere meglio informata, grazie a Hollywood, pensano che aver preso lezioni di karate significa essere abbastanza abili da potersi difendere senza ferire l'avversario.

La vita reale non è così e ci sono molti esempi di persone innocenti che si stavano difendendo e sono state accusate semplicemente perché hanno vinto lo scontro.





sabato 5 marzo 2022

Perché così tanti pugili sembrano avere poca stima di chi pratica le arti marziali? Si può battere un praticante di arti marziali in una lotta senza avere alcuna preparazione specifica?

Innanzitutto, la disistima è figlia dell'ignoranza: non esistono discipline da combattimento migliori o peggiori di altre, esistono solo praticanti più o meno preparati.

Detto questo: la differenza di vedute tra marzialisti tradizionali e praticanti di sport da combattimento a contatto pieno (e non) ha radici storiche profonde.



Le arti marziali nascono come metodo di difesa ed offesa nella notte dei tempi e vengono codificate per poter essere tramandate da maestro a discepolo in periodi in cui la tradizione orale e la pratica fianco a fianco erano l'unico mezzo per diffondere il sapere.

La loro controparte sportiva, che all'epoca era costituita da esibizioni pubbliche (dall'antica Grecia al Giappone, alla Persia) è cominciata a diventare "antagonista" quando la pratica marziale si è ulteriormente scissa in due.

Gli antichi "marzialisti", civili o militari, hanno dovuto far evolvere le loro tecniche, a mano o all'arma bianca, per integrarle con l'utilizzo delle armi da fuoco e di strategie più complesse di squadra. Il concetto di scontro fisico "uno ad uno" o "uno a molti" è lentamente stato assorbito da una nuova concezione della pratica militare.

Ora i moderni marzialisti non sono più i monaci che dovevano sviluppare tecniche di difesa dai ladri ed assassini che infestavano i boschi, oppure i contadini che volevano difendersi dai soprusi dei samurai: oggi, con l'evolversi dell'etica, che bandisce lo scontro civile, gli unici a doversi realmente difendere con tecniche marziali atte ad uccidere o neutralizzare una minaccia sono i soldati che operano in squadre d'assalto, oppure personale addetto alla difesa di figure in vista.

Tutto quello che ruota attorno alla preparazione militare nel corpo a corpo è quello che è rimasto delle antiche pratiche marziali realmente applicate quotidianamente.

Di contro, la disciplina sportiva si è evoluta fino ad arrivare a livelli notevoli, godendo anche di un supporto economico derivante da introiti pubblicitari, sponsorizzazioni e vendite di biglietti, merchandise e via dicendo, consentendo ad atleti di sport da combattimento di diventare noti a livello mondiale e sviluppare la loro preparazione sul piano fisico, accompagnati da stuoli di tecnici come nutrizionisti, cutman, preparatori atletici, psicologi dello sport. Oggi un atleta di punta (prendiamo un Canelo, per dire) di uno sport da combattimento a contatto pieno può godere di una preparazione eccelsa in termini qualitativi rispetto ad un suo collega marzialista tradizionale.

Le antiche pratiche marziali invece, private della loro pratica quotidiana, restano come studio storico della disciplina, intesa come forma d'arte, spesso volutamente ancorate alla loro tradizione. La frammentazione in migliaia di federazioni e stili poi impedisce spesso di godere di un adeguato supporto economico, paragonabile alla loro controparte sportiva.

Alcune arti marziali hanno tentato una fusione con gli sport da combattimento a contatto pieno: Sanda, Kyokushinkai, la stessa Muay Thai hanno introdotto limitazioni e "correzioni" alle loro pratiche d'origine per poter essere praticate in sicurezza su un tatami o su un ring.

Nessuno oggi, ad esempio, può realmente praticare la Muay Boran, se non come studio di una antica arte marziale, per vari motivi: innanzitutto perché i suoi colpi sono effettivamente mortali, in secondo luogo perché sono anacronistici.

In questo contesto storico attuale i pugili (inteso come praticanti di uno sport da combattimento a contatto pieno) sono quelli, quindi, che esperiscono la versione più "dura" possibile della disciplina da combattimento, comprendente KO ed una iperspecializzazione della tecnica in funzione del risultato sportivo.

Dobbiamo aggiungere anche l'effetto negativo dato dalla narrativa costruita storicamente attorno alle arti marziali, nata ben prima della televisione ma da essa portata a livelli parossistici. Capita spesso che un praticante una arte marziale tradizionale si senta al riparo da ogni pericolo perché "forte" dello studio di antiche tecniche mortali di disarmo o di attacco: questo è fuorviante, tendenzioso e pericoloso.

Questo non significa ovviamente che un marzialista non sia "pericoloso" tout court, anzi: lo studio approfondito di tecniche potenzialmente mortali o invalidanti senza alcuna protezione può rendere il praticante una arma vivente. Un Taekwondoin esperto che dovesse tirare un Eeadan Dwi Chagi ("calcio girato saltato", equivalente di un Tobi Ushiro Geri per un Karateka) ad una persona potrebbe tranquillamente ammazzarla, considerando che si tratta di un calcio praticato migliaia di volte in palestra e per il quale si riesce ad ottenere una precisione notevole oltre che una forza nel colpo devastante.

Concludendo, la risposta all'ultima domanda è "normalmente no". Chiaramente le variabili sono tantissime e difficilmente un ragazzino di quindici anni che pesa 50 kg può pensare di avere la meglio contro un trentenne che ne pesa 100, a prescindere dalla preparazione, ma normalmente un marzialista sa esattamente come schivare, come fintare e dove colpire, quindi generalizzando ed assumendo che la situazione non sia impari, non c'è possibilità per chi non abbia una preparazione specifica.


venerdì 4 marzo 2022

In cosa consiste l'arte marziale del "Cavallo di ferro"?

Tenetevi forti perché questa è la pratica più estrema del Kung fu. Per allenarsi è necessario prendere un grosso tronco di legno massiccio ( circa 2 metri di lunghezza per circa 40 chili di peso) e lo si appende, a una solida struttura, con robuste catene per mantenerlo orizzontale. Si fa oscillare il tronco come se fosse uno di quei famosi arieti medievali che cercano di sfondare il portone d’ingresso di un castello. La piccola differenza consiste che, al posto del portone da sfondare, c’è il maestro di kung fu che viene ripetutamente colpito nel basso ventre. Il maestro più famoso di questa coraggiosa disciplina si chiama Wang Liutai, capo dell'Accademia di arti marziali Juntun. Lui asserisce, senza ombra di dubbio, che "se ti impegni seriamente ti sentirai benissimo".

Wang, che pratica questa tecnica da circa mezzo secolo e ha due figli, insiste sul fatto che con i metodi corretti e un adeguato training si tratta di un esercizio che non fa male e non ha alcun effetto sulla fertilità. Provare per credere!