martedì 5 gennaio 2021

Quale, tra le tecniche di combattimento, è considerata la più efficace oggi?

 




Non esiste "la tecnica più efficace oggi".

L'Aikido comprende l'uso delle armi, la MMA no. La boxe (occidentale, thai ecc.) prevede un ring e il combattimento uno a uno, ed è adatta per quello. E così via.

Ogni tecnica è adatta allo scenario per cui è stata prevista. Ti sei mai chiesto perché si chiamano "arti marziali" e non "tecniche marziali"? Nascono come tecniche di combattimento, è vero, ma non bastano. Niente basta, da solo.

Conoscere perfettamente una tecnica non significa saper combattere, così come avere tanti attrezzi non significa essere un bravo meccanico. Essere un bravo meccanico, come essere un bravo combattente, è di più: è comprensione profonda, è capacità di analisi e di sintesi. E' intelligenza (dal latino: inter legere): saper leggere dentro una macchina, saper leggere dentro una situazione. Il combattimento è un confronto di volontà, come diceva Clausewitz, ma è pure una forma di comunicazione. Un buon combattente lo sa bene.

Preso atto di questo, l'unica scelta possibile per chi vuole insegnare a combattere senza essere un cialtrone è sì insegnare tecniche (non si può prescindere) ma anche dire, fin dal principio, che… non basta, e non basterà: e lo fa proprio dicendo "Io insegno un'arte, non una tecnica".


lunedì 4 gennaio 2021

Perché i pugili usano i guanti mentre combattono?

 



I pugili utilizzano i guantoni per limitare i danni all' avversario, ma anche per la propria incolumità.

Il guanto da boxe viene utilizzato per proteggere le mani dei pugili dalle frequenti fratture a cui vanno incontro in particolar modo colpendo la fronte dell'avversario a mano nuda o semplicemente fasciata e per evitare danni ingenti al volto e al corpo.

Il pugno infatti a dispetto di quello che molti credono non è così forte come si pensa. È passibile di slogamento del polso ed anche di fratture alle falangi (specialmente quella del mignolo) in caso di impatto contro un bersaglio duro. Gli antichi combattenti infatti lo usavano molto poco e prediligevano la mano aperta od una tecnica diversa dagli attuali pugili.


domenica 3 gennaio 2021

Esistono tecniche o arti marziali che possiedono dei colpi concepiti specificatamente per creare lesioni agli organi interni?


 

Se parliamo di arti marziali tradizionali orientali, sappiamo che la stragrande maggioranza di esse nascono con intenti filosofici e salutisti. Dalla "forma" (kata) si estrapolano poi le tecniche di combattimento. Ovviamente nessuno dei movimenti era stato concepito con l'intento di ferire o annientare il nemico, semmai una volta adattati al combattimento (sportivo) può essere fatto uno studio su come quella specifica tecnica possa provocare più o meno danni. Bisogna anche specificare che esistono centinaia di arti marziali di questo tipo, il kung fu da solo possiede un'infinità di sotto varianti, e che per questo la conoscenza di noi occidentali è limitata soltanto alle più famose. Potrebbe assolutamente essere possibile che alcuni di questi stili vengano concepiti con intenti più bellicosi.

Prendiamo ad esempio la Lethwei (pugilato marziale birmano). È molto poco conosciuta nel mondo, eppure è un'arte marziale molto cruenta e poco comparabile con le altre. In origine non c'erano regole e la violenza era massima. Nel tempo si è adattata allo sport, pur rimanendo molto violenta. In questa disciplina gli arti e la testa vengono considerati vere e proprie armi. Una delle strategie tipiche della Lethwei è annientare le armi del nemico per renderlo inoffensivo. Ecco che molte delle tecniche (gomitate, pugni e ginocchiate su tutti) servono specificatamente per lesionare le armi avversarie, ovvero braccia (bicipiti, tricipiti, frattura dell'omero…), gambe (lesione al quadricipite, frattura tibia…) e anche la testa (con gomitate e testate).


sabato 2 gennaio 2021

A cosa servono le posizioni del kung fu, e come si applicano in combattimento?



Dal punto di vista marziale, le posizioni sono innanzitutto utili per educare il praticante sotto l'aspetto della precisione, della coordinazione e dell'esercizio fisico. In un'ipotetica situazione di combattimento, il praticante dovrà aver memoria di quella impostazione del corpo, ma non potrà applicarla parimenti; ciò sarebbe inverosimile e potenzialmente anche controproducente. L'idea è, quindi, che ciò che si è appreso con precisione venga più o meno ridotto e sporcato, ma i principi delle posizioni (così come di tutte le altre tecniche) restino, così da poter essere di qualche utilità pratica ed istintiva.

venerdì 1 gennaio 2021

Arti marziali indiane

 




Secondo alcuni studi, le Arti Marziali si praticavano in India già 5000 anni fa. Il sistema di combattimento - utilizzato perlopiù nei campi di battaglia - era noto come Dhanurveda, in cui spiccava l'utilizzo dell'arco ma che prevedeva lo studio di tutte le armi e anche il combattimento a mani nude. Questa Arte Marziale comprendeva anche un vero e proprio codice guerriero e dei rituali sacri.

La più nota Arte Marziale indiana oggigiorno è probabilmente il Kalaripayattu, sistema molto completo, sia con armi che a mani nude, ancora diffusamente praticato. Una cosa particolare del Kalaripayattu è che si studiano anche i marma - specifici punti del corpo - da colpire con precise tecniche allo scopo di ottenere un effetto letale sull'avversario.

Tra i popoli più notoriamente guerrieri dell'India vi sono sicuramente i Sikh. La loro Arte Marziale è la Gatka, che predilige l'uso delle armi, in particolare della spada, del bastone e del coltello. La Gatka si muove secondo linee circolari, in un continuo flusso di movimento in modo da permettere al guerriero di poter affrontare anche più avversari contemporaneamente, cosa necessaria ai Sikh che spesso erano in minoranza rispetto ai loro nemici musulmani o agli inglesi successivamente.
La Gatka si inserisce pienamente nella spiritualità Sikh e ne esprime in pieno l'animo guerriero. Ai giorni nostri, la Gatka è un ottimo strumento di difesa personale - in quanto favorisce il movimento istintivo e spontaneo - ma anche di meditazione e crescita personale.



giovedì 31 dicembre 2020

Quale sport da combattimento o arti marziali è il piu' efficace in MMA oggi



Allora diciamo che le MMA ‘’moderne’’ sono nate con i primi eventi UFC (non è proprio così ma non è importante) in questi tornei che si svolgevano in una sola notte si premiava lo stile migliore, in pratica era un incontro fra stili; si affrontavano pugili, gente che faceva Karate, brazilian ju Jitsu, insegnanti di Krav maga, esperti di kung fu. È stato mantenuto questo modus operandi per i primi 12 UFC. Questi tornei mostrarono alle persone gli stili che potevano essere efficaci in un incontro reale e quali invece non lo erano; in tutti e 12 gli eventi vinse gente che aveva un background di Brazilian Ju jitsu o lottatorio; i lottatori (chiamiamoli grappler) riuscivano ad atterrare gli avversari ed in seguito a sottometterli tramite prese e strangolamenti, mostrandosi nettamente superiori alle arti di Striking (tecniche che richiedono principalmente colpi come il pugilato, thai, kickboxe…). Quindi all’inizio ci fu un dominio netto dei grappler, successivamente gli striker impararono a non farsi portare a terra e tenere l’incontro in piedi dominando l’avversario, uno dei primi fu Bas Rutten esperto Kickboxer Olandese che iniziò a praticare arti lottatorie per non farsi portare a terra e in tenere l’incontro nella sua area comfort. Quindi dopo non ci fu più un netto dominio dei grappler come nel passato (vedere Bas Rutten, Mirko Cro Cop, Maurice Smith, Wanderlei Silva…). In seguito ci iniziarono a essere i primi atleti completi di MMA fenomenali sia nel grappling che nello striking vedere Fedor Emilianenko che demoliva gli avversari in piedi col suo Sambo e era in grado di proiettare gli avversari grazie al suo Judo. Attualmente in UFC (la miglior promotion di MMA al mondo) i fighter anche i più ‘’scarsi’’ della promotion sono preparatissimi con un'ottima base di striking e grappling. Tornando alla domanda iniziale su quale sia lo stile più efficace di MMA attualmente prendendo solo le MMA maschili su 8 catorie di peso 6 campioni su 8 hanno un background basato sulla lotta olimpica, Henry Cejudo campione Mosca è una medaglia d’oro olimpica di lotta libera a Pechino 2008, Daniel Cormier campione massimi ha participato nella lotta libera a Atene 2004 e Pechino 2008. Quindi penso che lo stile più efficace sia la lotta libera, naturalmente ormai il livello è così alto che se sei forte solo nella lotta libera e nelle altre sei carente non vinci un incontro ad alto livello, hai bisogno di allenarti comunque nelle discipline di striking e nel Brazilian Ju Jitsu; dopotutto lo dice il nome stesso sono arti marziali miste.









mercoledì 30 dicembre 2020

Il Taḥṭīb

Il Taḥṭīb, un'arte marziale che si basa sull'uso del bastone per attaccare e difendersi.



Le tracce più antiche del tahtib sono state trovate su incisioni del sito archeologico di Abusir, nella piramide di Sahura (2500 a. C. circa).



martedì 29 dicembre 2020

Ha mentito per raggiungere la fama

Questo tizio qui…



Non vi dice niente? E qui, invece?



Ancora niente? Ok, che mi dite di questo?



Ok, allora, questa qui sopra è davvero una foto di Jean Claude Van Damme, nella locandina del film Senza esclusione di colpi. E Senza esclusione di colpi era basato su quella che si credeva essere la storia vera del tizio nelle prime due foto, tale Frank Dux.

Frank Dux è andato in giro nel mondo delle Arti Marziali a raccontare, a chiunque fosse disposto ad ascoltarlo, a riviste come Black Belt Magazine e Soldier of Fortune, tutto sul suo super torneo di Kumite all'ultimo sangue, ospitato in gran segreto dalla "Black Dragon Fighting Society", apparentemente un'organizzazione clandestina che da centinaia di anni terrebbe il più grande torneo super segreto del mondo di combattimento fino alla morte.

Affermava anche, in quel torneo "all'ultimo sangue" a eliminazione diretta, di aver sconfitto uno dopo l'altro ben 60 contendenti! E di aver lavorato sotto copertura in missioni nel Sud Est Asiatico (Vietnam) per la CIA mentre si trovava nei Marines. Precedentemente aveva anche affermato di essersi guadagnato la Medaglia d'Onore. E di aver studiato il vero Ninjitsu nel Sud della California da un vero maestro ninja, che lo aveva adottato come figlio da giovane e lo aveva portato in Giappone a studiare il Ninjitsu.

Ora, la storia di questo tizio, che si è meritata ben tre sequel, a proposito, è tutta falsa. Tutta. Non è mai andato nel Sud Est Asiatico sotto copertura per la CIA (è nato nel 1956, fatevi due conti!), non ha mai proprio nemmeno lavorato per la CIA, in qualsivoglia ruolo, nei Marines è stato giusto una riserva, per poi venire radiato perché soffriva di "Manie di grandezza", mai andato in Giappone negli anni del liceo, mai studiato il Ninjitsu da un maestro ninja che viveva in California e nemmeno mai combattuto e vinto in un torneo super segreto all'ultimo sangue alle… Bahamas. Proprio così, nella sua versione originale, aveva dichiarato che il torneo si fosse svolto alle Bahamas.

Mettiamo un attimo da parte che un torneo a eliminazione diretta di 60 round richiederebbe oltre 1 MILIARDO di persone. O che la popolazione delle Bahamas raggiunga approssimativamente il milione. O che al tempo lui avrebbe avuto solo 19 anni. No, anche volendo ignorare per un attimo tutto questo, così come il fatto che se davvero esistesse un torneo a eliminazione diretta di 60 round il torneo richiederebbe ANNI di continuo combattimento. No, la più palese dimostrazione che si tratta di una balla è questa: l'iscrizione alla super segreta Black Dragon Fighting Society richiede che tu sia un maestro di arti marziali, l'aver fatto giuramento di segretezza… o che tu fossi un ragazzino che leggeva fumetti tra gli anni Sessanta e Settanta… Ammirate!




Per $.25 (che sarebbero 25 CENTESIMI) potevi imparare il Dianxue. E l'uomo che te lo avrebbe insegnato aveva vinto "il Campionato mondiale di combattimento all'ultimo sangue!"

Tutte bugie. Quindi, non solo Frank Dux aveva mentito, ma aveva persino copiato il materiale di un'altra balla!

E davvero non credo che esista un bugiardo più colossale che abbia ottenuto tanta fama. Le altre risposte citano persone comunque dotate di certi talenti. Ma questo tizio non ha nemmeno mai davvero studiato come si deve le Arti Marziali, eppure ha aperto Scuole "Dux Ryu" in tutta la California e ha ottenuto contratti per libri e film!!


lunedì 28 dicembre 2020

Alcune semplici mosse di autodifesa che una donna dovrebbe conoscere

 


Il consiglio generale (per tutti, ma sopratutto per una donna, che generalmente è fisicamente più debole di un uomo) è quello di evitare lo scontro fisico. Intanto perché non si sa mai con chi si ha a che fare ed in più perché non possiamo sapere se è, magari, armato.

Tecniche anche basiche di autodifesa richiedono esperienza, pratica ed esercizio, spiegarle in questa sede è impossibile.

Posso di seguito elencare alcuni consigli di massima, premettendo che il modo migliore per vincere uno scontro è sempre quello di non partecipare:

  • cercare sempre di FUGGIRE, e comunque urlare e chiedere aiuto. Se ci si ritrova in una situazione "poco sicura" cercare sempre di cambiare strada ed andare in mezzo alla gente.

  • Se impossibile il punto sopra, si potrebbe tenere un mazzo di chiavi in mano, con le singole chiavi tra le dita. Colpire qualcuno in questo modo può fare molto male.

  • Se costretti a colpire qualcuno, magari con un oggetto, colpire sempre prima le mani. Se il soggetto dovesse continuare colpire allora il volto. Cercare di evitare di colpire le parti vitali.

  • Se ci ritrova nell'obbligo di colpire, sfruttare ogni momento per scappare, non continuare mai un combattimento.


domenica 27 dicembre 2020

Cosa c'è di unico nell'antica civiltà cinese?

L'inumana spietatezza, superata poi dai giapponesi nel medioevo feudale fino allo stupro di Nanchino. Non a caso, ironicamente, parliamo di tortura cinese, visto che il modo di uccidere facendo soffrire oltre i limiti umani era una loro squisita prerogativa.



Tra le peggiori torture cinesi troviamo quella del raschiamento della pelle. Questa tortura è stata inventata da Zhu Yuanzhang (il primo imperatore della dinastia Ming) e vede come principale elemento dell’acqua bollente. Durante quest’atroce tortura la vittima veniva spogliata e fatta sdraiare su una tavola di metallo, dove gli veniva versata addosso dell’acqua bollente.

Fatto ciò, l’acqua bollente ustionava il corpo della vittima e il boia usava un attrezzo di metallo con dei denti, simile a un pettine, per raschiarne via la pelle e la carne fino all’osso. Data l’atrocità della tortura, di solito la vittima moriva prima della fine della stessa.



Torture e abusi nei confronti dei gruppi perseguitati sono ancora la norma in Cina. Secondo associazioni per i diritti umani, alcuni dei metodi di tortura sembrano usciti direttamente dal Medioevo, mentre altre forme di abuso, come il prelievo forzato di organi, non hanno precedenti nella Storia.



sabato 26 dicembre 2020

I lottatori di sumo sono ottimi combattenti?

 


Sì. Hanno un regime di allenamenti molto intenso oltre ad avere un fisico davvero imponente. Ogni atleta da combattimento professionale va temuto.


venerdì 25 dicembre 2020

In quali situazioni i “nunchaku” sarebbero l'arma ottimale da usare?

 


Così poche da non giustificarne un allenamento prettamente mirato alla difesa personale.

Il nunchaku è considerata un’arma bianca a tutti gli effetti in quanto costruita con il preciso intento di ledere un altro essere umano.

Pertanto il suo porto fuori da casa deve essere legalmente giustificabile (generalmente limitato al trasporto dal negozio alla casa o da casa alla palestra se la si usa durante le proprie attività marziali) e la sua detenzione in casa denunciata (anche se poi non lo si fa giustificandone il possesso come strumento di allenamento)

Le sue possibilità di utilizzo si limitano quindi alle aggressioni che giustifichino nell’ottica di proporzionalità della difesa l’uso di un’arma che avvvengano nei due casi precedenti:

  • tragitto (giustificato) in cui si porta l’arma con se ed in cui non vi sia altra possibilità di offendersi se non usando tale arma.

  • Intrusione in casa di persone armate in tutte le situazioni in cui non vi sia altro modo di difendersi se non usando tale arma.

Dal punto di vista prettamente strumentale, il nunchaku è un’arma che richiede molta pratica reale, il semplice maneggio a vuoto non prepara al suo utilizzo.








giovedì 24 dicembre 2020

Qual è l'arte marziale più forte?

 



Non è possibile dare una risposta univoca e oggettiva a questa domanda, per diverse ragioni. Tanto per cominciare bisognerebbe definire meglio il concetto di “più forte”. Cosa si intende con tale locuzione? Quella che massimizza le probabilità di sopraffare e neutralizzare l'avversario, quella che include le tecniche che provocano i danni più gravi e letali, quella che consente di sottrarsi agli attacchi rischiando il meno possibile? In quale contesto? Lotta per la sopravvivenza o sport regolamentato? Con o senza armi? Insomma, già da queste premesse, relative alla finalità che ci si prefigge e al contesto, è palese la difficoltà di individuare un’arte marziale più forte delle altre in assoluto. Pertanto, ogni tentativo di farlo, inciampa in un problema di definizione. Circoscrivendo meglio gli aspetti da valutare, si potrebbero disegnare uno o più studi scientificamente “sensati”. Ad esempio, sarebbe possibile contare il numero di vittorie e sconfitte dei praticanti provenienti da varie arti marziali, negli incontri di MMA (Mixed Martial Arts), ma anche una ricerca del genere offrirebbe il fianco a innumerevoli critiche (che è meglio non approfondire per necessità di sintesi).

Inoltre, anche se qualcuno riuscisse a individuare un'arte marziale superiore alle altre (da uno o più punti di vista), resterebbe in piedi un'altra questione: ciò che è valido in generale non è necessariamente valido per ciascun caso particolare. Un'arte marziale potrebbe essere particolarmente adatta per un dato soggetto e in un dato contesto (caratteristiche anatomiche, fisiologiche, cognitive, contesto ambientale, tipo di avversari, ecc.) ma totalmente inefficace se praticata da un altro soggetto con caratteristiche diverse o in un diverso contesto, per il quale potrebbe risultare migliore un'altra arte marziale.

Al di là delle convinzioni di maestri e praticanti, dovrebbe essere chiaro a questo punto che non esista una risposta netta e immune da critiche a una simile domanda. Ogni arte marziale presenta punti di forza e criticità di cui bisogna essere consapevoli e che impediscono di esprimere un giudizio assoluto di superiorità di una sulle altre.


mercoledì 23 dicembre 2020

Le arti marziali sono sopravvalutate?

 



Chiunque prima o poi nella vita si ritroverà, volente o nolente in una situazione in cui ci si confronterà con la violenza.

Le arti marziali aiutano a non soccombere all'altrui violenza o a soggiogare un avversario nel minor tempo possibile.

Quello di cui tutte le arti marziali che ho praticato sono carenti è l'insegnamento base: come EVITARE lo scontro.

Un'arte marziale che non insegni come vincere uno scontro senza ricorrere alla violenza è a mio modesto parere sopravvalutata.

In un confronto fisico i possibili esiti sono limitati e salvo casi "accademici", almeno qualcuno si farà male.

In molti casi qualcuno potrebbe andare incontro anche a serie conseguenze penali e, nel caso di due contendenti a mani nude, anche davanti ad un aggressione, l'aggredito praticante arti marziali potrebbe essere giustamente accusato di eccesso di legittima difesa, in ragione delle sue specifiche competenze.

Insomma, quando si arriva alle mani, raramente finisce bene.

Viene da sé che se lo scopo delle arti marziali fosse, come in effetti per molte è, quello della difesa, le lezioni prime e basilari dovrebbero riguardare "valutazione" e "diplomazia", piuttosto che "come provocare l'avversario per spingerlo ad aggredire per potersi legittimamente difendere".

Non potete mai sapere chi avete davanti e chi ci sia dietro chi avete davanti. Potrebbe essere il piccolo bullo di quartiere che ha tanta gente pronta ad intervenire per farle spalla alla minima "accattivante" prospettiva di rissa. Potrebbe nascondere un coltello o un'arma da fuoco. Potrebbe essere più bravo di voi, anche se a vederlo non sembrerebbe. Cosa peggiore, potrebbe andarci di mezzo qualcuno che non c'entra niente, come spesso succede.

È importante, importantissimo che i giovani conoscano bene almeno un'arte marziale (preferibilmente orientale, giusto per allenare anche il loro cervello) e se un domani avrò una figlia l'allenerò fin da quando sarà in grado di reggersi in piedi. E la parte più importante del suo allenamento sarà come non usare le arti marziali.

Bisogna capire la situazione. Interpretare il contesto. Comprendere il nostro potenziale avversario, il setting, le distanze e le persone eventualmente coinvolte.

Qualche settimana fa uscivamo da un locale con tre amici: un chitarrista, un batterista e una modella… insomma non proprio le tartarughe ninja.

Siamo lì che aspettiamo un taxi e ad un tratto la mia amica mi chiede di frappormi fra lei e un gruppetto di tizi che, a suo dire, l'avrebbero riconosciuta e le stessero scattando delle foto.

Qualche secondo dopo mi volto ed effettivamente uno di loro aveva un cellulare con la camera puntata verso di noi. Paparazzata? Avevo una sigaretta elettronica in mano. Noto una busta, presumibilmente della spazzatura, appoggiata ad una colonna in prossimità del gruppo. Cammino verso il gruppo con non chalance deviando la traiettoria con calma all'ultimo momento per buttare il mio heets usato nella busta e tornare indietro.

Perché? Se qualcuno ha degli intenti ostili, come anche semplicemente rubare degli scatti, automaticamente si prepara a reagire ad un'aggressione o ad un chiarimento se la vittima o chi per lei gli viene incontro. L'errore sull'intenzione della parte (nel mio caso il non essere andato incontro ma di essere semplicemente andato a buttare qualcosa nella spazzatura), crea un momento di confusione. Per chi si preparava al confronto verbale e poi fisico (o magari direttamente al secondo) è disorientante. Fino a quel giorno questa "tecnica" mi ha aiutato ad evitare guai maggiori.

Non questa volta. Mentre ritorno verso il gruppo dei miei amici, il tizio più grosso, quello che faceva le foto, mi urla qualcosa in russo e mi viene incontro. I suoi amici gli stanno mezzo passo alle spalle e mi circondano a capannello. Due sono molto grossi, tutti fra i 30 e i 40 anni, puzzano d'alcol e hanno espressioni che ho già visto in passato. Sono persone frustrate che in quel momento pensano che una rissa potrà dare un senso ad una serata che non sta portando da nessuna parte. È gente che si diverte a fare a botte. I miei amici, che cercano si sedare quello che hanno intuito possa trasformarsi in una rissa, sono i partners più improbabili da poter avere in un confronto di strada. Il chitarrista è grosso, ma è un pezzo di pane. Lo avrebbero steso velocemente. Il batterista non credo abbia mai tirato un pugno nella sua vita e la più agguerrita, la modella, pesa 45 kg.

Sorrido, annuisco, spiego di non comprendere quello che dice perché non parlo la sua lingua, ma gli spiego in inglese di non comprendere le ragioni della sua collera. Mi è addosso e spinge con il petto contro il mio. So che posso avere la meglio su di lui facilmente, magari usandolo per fare cadere il suo complice alla mia sinistra, ma qualcun altro mi colpirà. Costringerò i miei amici ad intervenire. Qualcuno di loro si farà sicuramente male. Non so se qualcuno dei miei avversari é armato. Nell'abbracciarne uno con palesi intenti pacificatorigli controllo maniche e busto. Non ha una fondina, ma riguardo a pantoloni e zona cintura non sono in grado di sapere. Non so se qualcuno dei suoi amici è armato. Non so se sono bulli o se magari fanno parte di qualche organizzazione o quanto siano matti i loro amici e parenti. Non so troppe cose.

L'unica cosa che so è che scusandomi e buttandola in caciara, ciascuna di queste incognite resterà tale e probabilmente tutti torneremo a casa sani e salvi.

Saliti in taxi la mia amica mi fa "se fossi stata un uomo l'avrei preso a pugni". Esattamente quello che volevano loro. Chi cerca le risse è per vincere delle insicurezze, provare qualcosa, sfogare frustrazioni. Ma di solito, fatta eccezione per gli aspiranti suicidi e i matti, chi cerca risse è perché è abbastanza sicuro di uscirne vincitore e di non subire conseguenze. In pieno centro, sulla via principale e ben illuminata, bisognerebbe sentirsi molto protetti. Forse era un bluff, ma avevo troppo da perdere per andare a vedere.

Flashback. Non ci fossero stati i miei amici? Avrei agito nello stesso modo: non credo di poter avere la meglio da solo contro tanti, senza farmi male seriamente. Se capitasse, sarebbe fortuna. E se avessi visto quanto accadeva dall'esterno e il gruppo non stesse aggredendo me ma qualcun altro? In quel caso sarei necessariamente intervenuto per distrarli dalla loro vittima e creare le condizioni per metterla in salvo.

Se dovessi mai intervenire fisicamente probabilmente saprei cosa fare. Ma potrei sbagliare. Con la diplomazia, nel peggiore dei casi guadagni tempo, nel migliore salvi delle vite.


martedì 22 dicembre 2020

Cosa c'è di così speciale nelle spade Samurai (katana)?




Ci sono varie ragioni di carattere tecnico ed estetico, senza dubbio valide, della leggenda che segue le katana, ma che sono a mio avviso insufficienti per spiegare il fascino durevole che hanno.

L’unica ragione plausibile di questa fama sono a mio parere i proprietari di quelle spade e il loro rapporto con la morte. Sull’argomento si potrebbe scrivere un libro, ma mi limiterò a fare alcune considerazioni sulla ragione principale del disprezzo della morte tipico del guerriero giapponese, che si chiama bushi, non samurai. Sono convinto che sapere la verità a più di uno non piacerà.

Per i giapponesi di una volta, ma anche parzialmente per quelli di oggi, la morte è solo la scomparsa del corpo e l’anima continua a vivere. Si tratta di un’anima molto corporea, che mangia, dorme, sogna e defeca.

Soprattutto, vive dove viveva il suo corpo, fa le cose che faceva il corpo E frequenta gli stessi amici, se sono morti a loro volta. È per questo che il suicidio rituale fatto per seguire il padrone nella morte era così comune.

La prospettiva era quella di seguirlo nell’aldilà, e trovare tutti gli amici, il proprio padrone, avere di nuovo un lavoro. Tutto questo diminuiva in modo radicale la paura di morire. Questo tipo di suicidio, detto junshi 殉死, è stato frainteso, L’origine opportunistica di questo suicidio è stata ignorata e per questo è diventato uno dei motivi principali della reputazione dei samurai. Era così comune che i Tokugawa lo proibirono per secoli, con risultato che l’ammiraglio Nogi Maresuke non vide nulla di strano nella sua idea di suicidarsi per seguire l’imperatore Taisho Nella morte, quando questa venne nel 1923. Tre secoli di proibizioni non erano serviti a nulla.

Il guerriero giapponese però era molto più prudente durante una battaglia, vista la possibilità di morire lontano da casa, nel qual caso la sua anima sarebbe stata perduta in territorio nemico, e vista la possibilità di venire decapitato, nel qual caso non avrebbe potuto né rinascere, come diceva il buddhismo, né continuare a vivere senza il corpo, come gli diceva il suo animismo giapponese.

Per tornare alle spade. È verissimo che le spade giapponesi sono molto belle, altrettanto vero che erano buone armi. È vero infine che la loro leggenda è dovuta almeno in parte a idee false.


lunedì 21 dicembre 2020

Come mai l'arco yumi giapponese è asimmetrico?

 


La ragione effettiva è un mistero e ci sono varie teorie in proposito. Ci sono due fatti però:

1 Serve a diminuirne la vibrazione quando viene lasciata andare la freccia. L’impugnatura è nel punto giusto.

2 Inoltre, l’inclinazione dell’impugnatura, simile a quella del calcio di una pistola, è disegnata per scaricare il rinculo verso il basso, rinforzando la presa dell’arciere.

Per la cronaca, quella che si vede sulla destra in basso non c’entra con l’arco. È semplicemente la freccia successiva, pronta all’uso.


sabato 19 dicembre 2020

Qual era la miglior sciabola da cavalleria del XIX secolo?

Ci furono dibattiti continui nel XIX secolo su questo argomento esatto. E anche oggi nessuno è arrivato a una risposta definitiva. Questo è il motivo per cui le sciabole sono cambiate nel corso del XVIII e XIX secolo ed erano diverse in ogni nazione.

Quindi non esiste oggettivamente la migliore sciabola altrimenti tutti ne avrebbero usato un tipo particolare. Vi mostrerò le mie preferite però.


Sciabola da cavalleria austriaca del 1858.


In genere mi piacciono molto le sciabole austriache. Il 1858 ha una bella lama robusta che in realtà non è meno pesante di molte spade medievali. Mentre le spade medievali erano armi leggere e agili, è giusto generalizzare che tendevano ad essere più pesanti, ma è un mito che tutte le spade del 19 ° secolo fossero così.

È sul lato corto per una sciabola da cavalleria ma è un ottimo cutter e un buon propulsore, quindi è molto versatile. Nel complesso penso che questo sia probabilmente il mio preferito


Tipo giapponese 32 Cavalleria Sabe r


Fondamentalmente una lama in stile katana montata su un'elsa a sciabola. È un ottimo cutter e un buon propulsore. Penso di preferire la sciabola austriaca ma mi piace anche questa. Sembra che una sciabola francese abbia incontrato la katana giapponese.


1796 sciabola da cavalleria leggera


Puoi includere il Blucher in quella categoria in quanto sono spade molto simili. Sebbene sia in grado di spingere, è chiaro che si tratta di una lama molto incentrata sul taglio. Si bilancia un po 'più lontano dalla mano rispetto ad alcune sciabole, ma se è ben fatto come le altre sciabole non dovrebbe maneggiare affatto come un piede di porco. Non mi piace tanto quanto gli altri due, ma se hai bisogno di qualcosa che sia indulgente nel taglio e possa tagliare bene questa è un'ottima opzione.

Come Murphy Barrett, anche io sono un fan della sciabola di cavalleria britannica del 1896.



Raggiunge un buon equilibrio tra taglio e spinta e penso che sembri piuttosto elegante.

Infine, includerò il tulwar perché è un tipo di sciabola che veniva usata sia a piedi che a cavallo.



Come il 1796, è un cutter eccezionale. Tuttavia, a differenza di molte sciabole europee, non applichi il gioco del polso al taglio quando lo usi. La piccola impugnatura e il disco ti costringono a disegnare o spingere il taglio. Inoltre, è progettato in modo tale che sia molto difficile rovinare l'allineamento dei bordi. Ovviamente è possibile rovinare la tecnica di taglio, ma se me lo chiedi, è quanto di perdonare.

Sebbene tu abbia una portata significativamente inferiore con i tagli di pareggio in particolare, questa spada è stata molto spesso usata con uno scudo o un piccolo scudo che penso neghi in una certa misura tale svantaggio. Queste spade erano temute per la loro capacità di taglio nota per lanciare arti, fendere teschi e decapitare le persone con facilità. Soprattutto da cavallo questi tagli sono assolutamente terrificanti perché un risultato mortale può essere ottenuto con un rapido taglio a spinta eseguito con un movimento di spinta o un taglio a strappo con il minimo sforzo.

Se vuoi qualcosa di più versatile, un tulwar non è l'ideale, ma è proprio lì con il 1796 in termini di potenziale di taglio.

Ancora una volta questi non sono oggettivamente i migliori che non è quello che sto dicendo, questi sono solo i miei preferiti personali. Sono sicuro che altri potrebbero non essere d'accordo.


venerdì 18 dicembre 2020

Quanto è efficace colpire con un pugno in faccia qualcuno che ti sta soffocando da dietro con una presa?

È efficace quanto colpirti in faccia da solo mentre sei soffocato da dietro! Non ci pensare nemmeno!



Le prese da dietro hanno principalmente lo scopo di ridurre il flusso di sangue ossigenato al cervello attraverso la carotide e, in secondo luogo, di comprimere la trachea e tagliare il flusso di ossigeno ai polmoni.

L'ipossia risultante può causare incoscienza in pochi secondi.

Le tue prime mosse dovrebbero essere per proteggere il collo e la gola tirando il braccio dell'attaccante verso il basso e lontano dalla gola, scrollando le spalle verso l'alto per rendere inutile la sua angolazione di attacco e piegare il mento verso il basso per bloccare i suoi tentativi di eseguire di nuovo la presa

Dopo aver rimosso la minaccia immediata, hai molte alternative: colpi, prese e blocchi articolari in base al tuo allenamento e alla situazione.

  • Colpi. A meno che tu non sia stranamente flessibile, i pugni in faccia saranno inefficaci, se non impossibili. Invece, prova un colpo col gomito all'indietro che punta verso le costole, il plesso solare, l'inguine o persino il lobo inferiore del suo fegato (appena sotto la costola inferiore sul lato destro). Anche se non gli fai rilasciare la presa, puoi allentarla e creare opportunità per una presa o un blocco articolare.

  • Prese. Con la pressione sul collo ridotta, gira il viso verso la spalla del braccio che ti sta soffocando. Con una mano spingi il suo gomito verso l'alto; con l'altro, tira il polso verso il basso. Questo creerà spazio per liberare la testa. Potresti essere in grado di applicare un Aikido Sankyo (una presa dell'aikido), oppure puoi provare a colpire il suo corpo.

  • Joint Locking (Chin Na). Con la pressione ridotta, afferra le dita di una delle sue mani (io preferisco prendere la sua mano che è dietro la mia testa). Isolane una o due e "girale"come una manovella tentando letteralmente di staccare le dita. Usa questa leva per sfuggire allo strangolamento, voltati verso di lui e, pur mantenendo una pressione dolorosa sulle articolazioni delle dita, colpisci con calci bassi alle gambe, all'inguine e altrove nel "triangolo bikini".

Il "Rear Naked Strangle" (presa al collo da dietro) è una tecnica molto efficace per mettere fuori combattimento un avversario. Se ti trovi nella situazione di subirla devi muoverti rapidamente e con decisione per scappare. Nei miei primi giorni di Judo passavamo ore a praticare applicazioni e fughe.

Tempo trascorso molto bene!


giovedì 17 dicembre 2020

Alcune tradizioni coreane che ci possono apparire strane

Balaka: gli sposi infatti non possono alzarsi da tavola prima che gli amici dello sposo e qualche volta anche le amiche della sposa, non si scatenino sui poveri piedi del novello marito.

In Corea del Sud... povero sposo!!!


Secondo l'usanza, lo spose deve togliersi scarpe e calzini, i piedi nudi gli vengono legati per le caviglie e gli ospiti disponibili incominciano a frustargli i piedi.

Nome: in Corea come regola generale le persone hanno un nome composto da tre caratteri cinesi, che si pronunciano quindi complessivamente con tre sillabe. Il primo di questi caratteri è il cognome, mentre gli altri due costituiscono il nome. Una di queste ultime due sillabe, è talvolta usata per identificare la generazione e in tal caso è la stessa per fratelli, sorelle e cugini, mentre l’altra rappresenta il nome personale. Quando ci si rivolge a un coreano non è assolutamente educato chiamarlo per nome: di solito si usa il cognome seguito dal titolo. Le donne non cambiano cognome quando si sposano.

Firma: in Corea ognuno possiede e abitualmente porta con sé un timbro (tojang) di legno, d’avorio o di plastica dura con il suo nome inciso a mano, comunemente in caratteri cinesi.



Tossire o soffiarsi il naso di fronte ad altri è, per i coreani, un comportamento da maleducati. D’altra parte fare dei rutti è perfettamente accettabile;

Non scrivete il nome di un Coreano in rosso: significa che la persona è deceduta;

Età: l’età ha una grande importanza in Corea: gli anziani sono infatti molto rispettati e ci si aspetta che un giovane risponda a una persona anziana senza fare domande. Fino a qualche anno fa, quando un giovane veniva presentato formalmente a un anziano, a casa di quest’ultimo, doveva effettuare l’inchino profondo, inginocchiato e con la fronte che va a toccare le mani unite sul pavimento, lo stesso tipo di inchino che viene usato dai nipoti il primo giorno dell’anno quando vanno a far visita ai nonni. In questa circostanza il giovane, doveva togliersi gli occhiali, perché un giovane con gli occhiali suona come un’offesa per un anziano.


mercoledì 16 dicembre 2020

Quanto era forte il pugno di Muhammad Ali?

La sua forza era media rispetto ad altri pesi massimi della sua epoca.



Direttamente da una sua intervista . "Non sono conosciuto come un pugile duro, ho combattuto molti uomini, George Chuvalo, Floyd Patterson e Zora Folley che sono più forti di me e hanno colpito più duramente. Sono un combattente scientifico ", ha detto Ali in un'intervista che ha rilasciato a bordo ring - subito dopo che George Foreman ha demolito Ken Norton nel '73 ...

Questi erano i commenti di Ali quando il commentatore gli ha chiesto come mai Ken Norton è andato 24 round con te ma solo due turni con Foreman.

Per semplificare la potenza dei pugni, puoi classificare un pugile come avente un pugno duro, medio o morbido. La potenza di Ali rientrava nella categoria media: colpiva IN LINEA con il suo peso corporeo di circa 217 libbre. Se guardi alla sua carriera complessiva, la maggior parte delle sue vittorie è arrivata ai punti o agli ultimi round che concludeva per KO, quando i suoi avversari erano stanchi. Non si buttava di petto all'inizio di un combattimento.

Se si confronta il suo curriculum di KO con quello di Tyson e Foreman, si vede una netta differenza nel modo delle rispettive vittorie e in particolare nel tempismo delle vittorie ad eliminazione diretta ......... I pugili con pugni duri possono terminare un combattimento in qualsiasi momento, spesso concludono i loro avversari uscendo PRESTO e vengono descritti come pugni al di SOPRA della propria categoria.

Un altro metodo per misurare la potenza è guardare il numero totale di round inscatolati nelle rispettive vittorie. Scopriremo inevitabilmente che pugili come Tyson e Foreman hanno inscatolato molti meno round cumulativamente di Ali.

Se stiamo cercando un numero per quantificare la potenza di Ali e confrontarla per dire con un pugile duro, immagino che Ali abbia colpito con circa 700 PSI, l'equivalente di un peso massimo medio. Per inciso, il peso massimo britannico Frank Bruno era stato "misurato" con una potenza di perforazione di circa 1300 PSI.