mercoledì 23 dicembre 2020

Le arti marziali sono sopravvalutate?

 



Chiunque prima o poi nella vita si ritroverà, volente o nolente in una situazione in cui ci si confronterà con la violenza.

Le arti marziali aiutano a non soccombere all'altrui violenza o a soggiogare un avversario nel minor tempo possibile.

Quello di cui tutte le arti marziali che ho praticato sono carenti è l'insegnamento base: come EVITARE lo scontro.

Un'arte marziale che non insegni come vincere uno scontro senza ricorrere alla violenza è a mio modesto parere sopravvalutata.

In un confronto fisico i possibili esiti sono limitati e salvo casi "accademici", almeno qualcuno si farà male.

In molti casi qualcuno potrebbe andare incontro anche a serie conseguenze penali e, nel caso di due contendenti a mani nude, anche davanti ad un aggressione, l'aggredito praticante arti marziali potrebbe essere giustamente accusato di eccesso di legittima difesa, in ragione delle sue specifiche competenze.

Insomma, quando si arriva alle mani, raramente finisce bene.

Viene da sé che se lo scopo delle arti marziali fosse, come in effetti per molte è, quello della difesa, le lezioni prime e basilari dovrebbero riguardare "valutazione" e "diplomazia", piuttosto che "come provocare l'avversario per spingerlo ad aggredire per potersi legittimamente difendere".

Non potete mai sapere chi avete davanti e chi ci sia dietro chi avete davanti. Potrebbe essere il piccolo bullo di quartiere che ha tanta gente pronta ad intervenire per farle spalla alla minima "accattivante" prospettiva di rissa. Potrebbe nascondere un coltello o un'arma da fuoco. Potrebbe essere più bravo di voi, anche se a vederlo non sembrerebbe. Cosa peggiore, potrebbe andarci di mezzo qualcuno che non c'entra niente, come spesso succede.

È importante, importantissimo che i giovani conoscano bene almeno un'arte marziale (preferibilmente orientale, giusto per allenare anche il loro cervello) e se un domani avrò una figlia l'allenerò fin da quando sarà in grado di reggersi in piedi. E la parte più importante del suo allenamento sarà come non usare le arti marziali.

Bisogna capire la situazione. Interpretare il contesto. Comprendere il nostro potenziale avversario, il setting, le distanze e le persone eventualmente coinvolte.

Qualche settimana fa uscivamo da un locale con tre amici: un chitarrista, un batterista e una modella… insomma non proprio le tartarughe ninja.

Siamo lì che aspettiamo un taxi e ad un tratto la mia amica mi chiede di frappormi fra lei e un gruppetto di tizi che, a suo dire, l'avrebbero riconosciuta e le stessero scattando delle foto.

Qualche secondo dopo mi volto ed effettivamente uno di loro aveva un cellulare con la camera puntata verso di noi. Paparazzata? Avevo una sigaretta elettronica in mano. Noto una busta, presumibilmente della spazzatura, appoggiata ad una colonna in prossimità del gruppo. Cammino verso il gruppo con non chalance deviando la traiettoria con calma all'ultimo momento per buttare il mio heets usato nella busta e tornare indietro.

Perché? Se qualcuno ha degli intenti ostili, come anche semplicemente rubare degli scatti, automaticamente si prepara a reagire ad un'aggressione o ad un chiarimento se la vittima o chi per lei gli viene incontro. L'errore sull'intenzione della parte (nel mio caso il non essere andato incontro ma di essere semplicemente andato a buttare qualcosa nella spazzatura), crea un momento di confusione. Per chi si preparava al confronto verbale e poi fisico (o magari direttamente al secondo) è disorientante. Fino a quel giorno questa "tecnica" mi ha aiutato ad evitare guai maggiori.

Non questa volta. Mentre ritorno verso il gruppo dei miei amici, il tizio più grosso, quello che faceva le foto, mi urla qualcosa in russo e mi viene incontro. I suoi amici gli stanno mezzo passo alle spalle e mi circondano a capannello. Due sono molto grossi, tutti fra i 30 e i 40 anni, puzzano d'alcol e hanno espressioni che ho già visto in passato. Sono persone frustrate che in quel momento pensano che una rissa potrà dare un senso ad una serata che non sta portando da nessuna parte. È gente che si diverte a fare a botte. I miei amici, che cercano si sedare quello che hanno intuito possa trasformarsi in una rissa, sono i partners più improbabili da poter avere in un confronto di strada. Il chitarrista è grosso, ma è un pezzo di pane. Lo avrebbero steso velocemente. Il batterista non credo abbia mai tirato un pugno nella sua vita e la più agguerrita, la modella, pesa 45 kg.

Sorrido, annuisco, spiego di non comprendere quello che dice perché non parlo la sua lingua, ma gli spiego in inglese di non comprendere le ragioni della sua collera. Mi è addosso e spinge con il petto contro il mio. So che posso avere la meglio su di lui facilmente, magari usandolo per fare cadere il suo complice alla mia sinistra, ma qualcun altro mi colpirà. Costringerò i miei amici ad intervenire. Qualcuno di loro si farà sicuramente male. Non so se qualcuno dei miei avversari é armato. Nell'abbracciarne uno con palesi intenti pacificatorigli controllo maniche e busto. Non ha una fondina, ma riguardo a pantoloni e zona cintura non sono in grado di sapere. Non so se qualcuno dei suoi amici è armato. Non so se sono bulli o se magari fanno parte di qualche organizzazione o quanto siano matti i loro amici e parenti. Non so troppe cose.

L'unica cosa che so è che scusandomi e buttandola in caciara, ciascuna di queste incognite resterà tale e probabilmente tutti torneremo a casa sani e salvi.

Saliti in taxi la mia amica mi fa "se fossi stata un uomo l'avrei preso a pugni". Esattamente quello che volevano loro. Chi cerca le risse è per vincere delle insicurezze, provare qualcosa, sfogare frustrazioni. Ma di solito, fatta eccezione per gli aspiranti suicidi e i matti, chi cerca risse è perché è abbastanza sicuro di uscirne vincitore e di non subire conseguenze. In pieno centro, sulla via principale e ben illuminata, bisognerebbe sentirsi molto protetti. Forse era un bluff, ma avevo troppo da perdere per andare a vedere.

Flashback. Non ci fossero stati i miei amici? Avrei agito nello stesso modo: non credo di poter avere la meglio da solo contro tanti, senza farmi male seriamente. Se capitasse, sarebbe fortuna. E se avessi visto quanto accadeva dall'esterno e il gruppo non stesse aggredendo me ma qualcun altro? In quel caso sarei necessariamente intervenuto per distrarli dalla loro vittima e creare le condizioni per metterla in salvo.

Se dovessi mai intervenire fisicamente probabilmente saprei cosa fare. Ma potrei sbagliare. Con la diplomazia, nel peggiore dei casi guadagni tempo, nel migliore salvi delle vite.


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