martedì 22 dicembre 2020

Cosa c'è di così speciale nelle spade Samurai (katana)?




Ci sono varie ragioni di carattere tecnico ed estetico, senza dubbio valide, della leggenda che segue le katana, ma che sono a mio avviso insufficienti per spiegare il fascino durevole che hanno.

L’unica ragione plausibile di questa fama sono a mio parere i proprietari di quelle spade e il loro rapporto con la morte. Sull’argomento si potrebbe scrivere un libro, ma mi limiterò a fare alcune considerazioni sulla ragione principale del disprezzo della morte tipico del guerriero giapponese, che si chiama bushi, non samurai. Sono convinto che sapere la verità a più di uno non piacerà.

Per i giapponesi di una volta, ma anche parzialmente per quelli di oggi, la morte è solo la scomparsa del corpo e l’anima continua a vivere. Si tratta di un’anima molto corporea, che mangia, dorme, sogna e defeca.

Soprattutto, vive dove viveva il suo corpo, fa le cose che faceva il corpo E frequenta gli stessi amici, se sono morti a loro volta. È per questo che il suicidio rituale fatto per seguire il padrone nella morte era così comune.

La prospettiva era quella di seguirlo nell’aldilà, e trovare tutti gli amici, il proprio padrone, avere di nuovo un lavoro. Tutto questo diminuiva in modo radicale la paura di morire. Questo tipo di suicidio, detto junshi 殉死, è stato frainteso, L’origine opportunistica di questo suicidio è stata ignorata e per questo è diventato uno dei motivi principali della reputazione dei samurai. Era così comune che i Tokugawa lo proibirono per secoli, con risultato che l’ammiraglio Nogi Maresuke non vide nulla di strano nella sua idea di suicidarsi per seguire l’imperatore Taisho Nella morte, quando questa venne nel 1923. Tre secoli di proibizioni non erano serviti a nulla.

Il guerriero giapponese però era molto più prudente durante una battaglia, vista la possibilità di morire lontano da casa, nel qual caso la sua anima sarebbe stata perduta in territorio nemico, e vista la possibilità di venire decapitato, nel qual caso non avrebbe potuto né rinascere, come diceva il buddhismo, né continuare a vivere senza il corpo, come gli diceva il suo animismo giapponese.

Per tornare alle spade. È verissimo che le spade giapponesi sono molto belle, altrettanto vero che erano buone armi. È vero infine che la loro leggenda è dovuta almeno in parte a idee false.


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