giovedì 17 dicembre 2020

Alcune tradizioni coreane che ci possono apparire strane

Balaka: gli sposi infatti non possono alzarsi da tavola prima che gli amici dello sposo e qualche volta anche le amiche della sposa, non si scatenino sui poveri piedi del novello marito.

In Corea del Sud... povero sposo!!!


Secondo l'usanza, lo spose deve togliersi scarpe e calzini, i piedi nudi gli vengono legati per le caviglie e gli ospiti disponibili incominciano a frustargli i piedi.

Nome: in Corea come regola generale le persone hanno un nome composto da tre caratteri cinesi, che si pronunciano quindi complessivamente con tre sillabe. Il primo di questi caratteri è il cognome, mentre gli altri due costituiscono il nome. Una di queste ultime due sillabe, è talvolta usata per identificare la generazione e in tal caso è la stessa per fratelli, sorelle e cugini, mentre l’altra rappresenta il nome personale. Quando ci si rivolge a un coreano non è assolutamente educato chiamarlo per nome: di solito si usa il cognome seguito dal titolo. Le donne non cambiano cognome quando si sposano.

Firma: in Corea ognuno possiede e abitualmente porta con sé un timbro (tojang) di legno, d’avorio o di plastica dura con il suo nome inciso a mano, comunemente in caratteri cinesi.



Tossire o soffiarsi il naso di fronte ad altri è, per i coreani, un comportamento da maleducati. D’altra parte fare dei rutti è perfettamente accettabile;

Non scrivete il nome di un Coreano in rosso: significa che la persona è deceduta;

Età: l’età ha una grande importanza in Corea: gli anziani sono infatti molto rispettati e ci si aspetta che un giovane risponda a una persona anziana senza fare domande. Fino a qualche anno fa, quando un giovane veniva presentato formalmente a un anziano, a casa di quest’ultimo, doveva effettuare l’inchino profondo, inginocchiato e con la fronte che va a toccare le mani unite sul pavimento, lo stesso tipo di inchino che viene usato dai nipoti il primo giorno dell’anno quando vanno a far visita ai nonni. In questa circostanza il giovane, doveva togliersi gli occhiali, perché un giovane con gli occhiali suona come un’offesa per un anziano.


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