Secondo alcuni studi, le Arti Marziali si praticavano in India già 5000 anni fa. Il sistema di combattimento - utilizzato perlopiù nei campi di battaglia - era noto come Dhanurveda, in cui spiccava l'utilizzo dell'arco ma che prevedeva lo studio di tutte le armi e anche il combattimento a mani nude. Questa Arte Marziale comprendeva anche un vero e proprio codice guerriero e dei rituali sacri.
La più nota Arte Marziale indiana oggigiorno è probabilmente il Kalaripayattu, sistema molto completo, sia con armi che a mani nude, ancora diffusamente praticato. Una cosa particolare del Kalaripayattu è che si studiano anche i marma - specifici punti del corpo - da colpire con precise tecniche allo scopo di ottenere un effetto letale sull'avversario.
Tra i popoli più notoriamente
guerrieri dell'India vi sono sicuramente i Sikh. La loro Arte
Marziale è la Gatka, che predilige l'uso delle armi, in particolare
della spada, del bastone e del coltello. La Gatka si muove secondo
linee circolari, in un continuo flusso di movimento in modo da
permettere al guerriero di poter affrontare anche più avversari
contemporaneamente, cosa necessaria ai Sikh che spesso erano in
minoranza rispetto ai loro nemici musulmani o agli inglesi
successivamente.
La Gatka si inserisce pienamente nella
spiritualità Sikh e ne esprime in pieno l'animo guerriero. Ai giorni
nostri, la Gatka è un ottimo strumento di difesa personale - in
quanto favorisce il movimento istintivo e spontaneo - ma anche di
meditazione e crescita personale.
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