L'autodifesa è un concetto differente da quello di arte marziale, tuttavia un buon praticante di arti marziali è, spesso, una persona capace di difendersi in condizioni di pericolo.
Il nostro consiglio è quello di provare, provare perché avrete bisogno di capire il metodo d'insegnamento, la qualità dello stesso e se questo sia davvero sufficiente a darvi i mezzi per affrontare una situazione in cui la maggior parte delle persone viene congelata dalla paura, dal timore di farsi male, dal timore di doversi poi rivolgere ad un avvocato, di passare le ore in tribunale, di portarsi addosso una cicatrice che non andrà mai via.
Molti maestri preferiscono l'approccio
filosofico al contenimento delle emozioni.
Ma questo può andar
bene solo se sei un monaco tibetano e pratichi meditazione 20 ore al
giorno.
Se hai una vita da occidentale (cioè lavori, discuti in
famiglia, vai fuori di sera e via dicendo) hai ben altro su cui
meditare, perciò quando qualcuno ti punta e tu non sei preparato,
anche se pensi di esserlo, fai una brutta fine.
L'unico modo per
sviluppare la giusta confidenza è quella di praticare, praticare e
praticare, far diventare abitudini le tecniche ed i movimenti,
allenare la forza, l'equilibrio, la rapidità
d'esecuzione.
Personalmente
ci piacciono molto le discipline
derivate dal kung fu, tuttavia è facile trovare in queste dei vezzi
tecnici che bisogna prendere "tanto al grammo" per capire
che sono delle semplici linee guida, in un reale combattimento non
avrai mai quegli spazi, quelle aperture, quel tipo di resistenza,
tutto serve semplicemente a darti la giusta dimensione delle tue
capacità, così da essere pronto ad adattarti e colpire nel modo
giusto quando la situazione lo richiede.
In fondo è già tutto in quello che disse Bruce.
Be water, my friend.
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