domenica 3 gennaio 2021

Esistono tecniche o arti marziali che possiedono dei colpi concepiti specificatamente per creare lesioni agli organi interni?


 

Se parliamo di arti marziali tradizionali orientali, sappiamo che la stragrande maggioranza di esse nascono con intenti filosofici e salutisti. Dalla "forma" (kata) si estrapolano poi le tecniche di combattimento. Ovviamente nessuno dei movimenti era stato concepito con l'intento di ferire o annientare il nemico, semmai una volta adattati al combattimento (sportivo) può essere fatto uno studio su come quella specifica tecnica possa provocare più o meno danni. Bisogna anche specificare che esistono centinaia di arti marziali di questo tipo, il kung fu da solo possiede un'infinità di sotto varianti, e che per questo la conoscenza di noi occidentali è limitata soltanto alle più famose. Potrebbe assolutamente essere possibile che alcuni di questi stili vengano concepiti con intenti più bellicosi.

Prendiamo ad esempio la Lethwei (pugilato marziale birmano). È molto poco conosciuta nel mondo, eppure è un'arte marziale molto cruenta e poco comparabile con le altre. In origine non c'erano regole e la violenza era massima. Nel tempo si è adattata allo sport, pur rimanendo molto violenta. In questa disciplina gli arti e la testa vengono considerati vere e proprie armi. Una delle strategie tipiche della Lethwei è annientare le armi del nemico per renderlo inoffensivo. Ecco che molte delle tecniche (gomitate, pugni e ginocchiate su tutti) servono specificatamente per lesionare le armi avversarie, ovvero braccia (bicipiti, tricipiti, frattura dell'omero…), gambe (lesione al quadricipite, frattura tibia…) e anche la testa (con gomitate e testate).


Nessun commento:

Posta un commento