martedì 30 giugno 2020

Quali sono le caratteristiche di un "castello" giapponese


Quando si dice "castello", la prima cosa che immaginiamo è questo:



Un edificio imponente con una robusta cinta muraria e torrioni circolari o quadrati, tipico del medioevo europeo.
Eppure esiste, dall'altra parte del mondo, una tradizione altrettanto importante di costruzione dei castelli. Castelli per certi versi simili e per altri molto differenti da quelli europei.


Come si capisce dalla foto (e dalla domanda) parlo dei maestosi castelli giapponesi, o shiro () nella lingua locale.
I castelli giapponesi possono essere classificati per architettura e colore del torrione e forma delle mura, dunque organizzerò questa risposta per punti.

PUNTO PRIMO: CARATTERISTICHE GENERALI
La prima cosa che salta all'occhio in un castello giapponese è il torrione o tenshukaku (天守閣), alto in genere da tre a cinque piani (ma almeno un castello, quello di Bitchu-Matsuyama, ne ha solo due) di forma quadrangolare e dimensione via via inferiore, spesso costellato da timpani di valore sia decorativo che strategico.
Tutti i castelli possiedono (o possedevano) due o tre cinte murarie, chiamate kurawa (曲輪), collegate di tanto in tanto a torrette denominate yagura () alte non più di due piani.
Tutte le strutture (ad eccezione dello zoccolo di pietra su cui poggiano gli edifici) erano realizzate in bambù, legno, argilla e pietra. Quest ultima in quantità molto maggiori rispetto agli edifici civili, ma comunque decisamente inferiore rispetto alle controparti europee.
I castelli potevano trovarsi in montagna (yamajhiro, 山城), in collina (hirayamajiro, 平山城) o in pianura (hirajiro, 平城). I castelli costruiti su isole prendono il nome di umijiro (海城).

PUNTO SECONDO: LE CINTE MURARIE
In genere un castello possedeva tre cortili delimitati da cinte murarie, chiamati, dal più interno, honmaru (本丸), ni no maru (二の丸) e san no maru (三の丸).
In base alla disposizione delle mura, il castello poteva appartenere a tre categorie:
  • Rinkaku (輪郭): lo honmaru si trova al centro, completamente circondato dal ni no maru e san no maru. Era lo stile migliore in quanto a difesa, ma il più dispendioso in termini di spazio e denaro. Era tipico dei castelli di pianura.
    • Enkaku (円郭): rinkaku con mura circolari.

  • Renkaku (連郭): il san no maru e il ni no maru si trovano davanti allo honmaru, lasciandolo scoperto sui fianchi e posteriormente. Era lo stile più difficilmente difendibile, ma il più economico. Tipico dei castelli di montagna ben protetti da barriere naturali.

  • Teikaku (梯郭): lo honmaru si trova sulla parte posteriore del ni no maru e del san no maru, lasciando scoperto solo il retro. Era il miglior compromesso tra i precedenti. Tipico dei castelli protetti alle spalle da una palude, una montagna o altre barriere naturali.

  • Kakaku (渦郭): honmaru, ni no maru e san no maru sono collegati a spirale. Un tipo ancora più economico e utile per canalizzare i movimenti del nemico in uno spazio ristretto.

  • Heikaku (並郭): honmaru e ni no maru sono affiancati e circondati dal san no maru. Un buon compromesso tra rinkaku e renkaku.
  • Kaikaku (階郭): le mura sono costruite in modo serpeggiante, così da allungare il percorso dei nemici e decimarli durante il tragitto. Tipico dei castelli di montagna.
Oltre alle mura sopra indicate, una fortezza poteva possedere anche altri cortili:
  • Tenshumaru (天守丸): un piccolo cortile interno all'honmaru che circonda il tenshu o il suo ingresso.
  • Sōkurawa (総曲輪): un largo fossato che circondava completamente il castello, la struttura difensiva più esterna di tutte le fortezze.
  • Denmaru (出丸): una cinta muraria aggiuntiva costruita per proteggere i punti sensibili del castello.
  • Umadashi (馬出): una fortificazione posta a protezione di una porta, in genere piuttosto piccola, usata per limitare il numero di nemici che possano attaccare in uno stesso momento.
  • Mizunote kurawa (水の手曲輪): il luogo dove si trovano le riserve d'acqua di un castello.
  • Yamazatomaru (山里丸): una zona destinata alla costruzione di giardini, templi, santuari e sale del tè.

PUNTO TERZO: LA STRUTTURA DEL TENSHU
Arriviamo ora all'edificio più imponente e tipico delle fortezze nipponiche: il grande torrione centrale, il tenshu. Esistevano due modi per costruire i torrioni, vediamoli uno alla volta:
  • Bōrō (望楼): il primo tipo ad essere sviluppato. Era costruito su due livelli: il primo di uno o due piani, il secondo di due o tre. Aveva il vantaggio di poter essere costruito anche su basamenti non perfettamente livellati, visto che a metà dell'opera si poteva contrastare un eventuale inclinazione senza che l'estetica ne risentisse. Tipico dei periodi bellici, in cui era importante lavorare velocemente senza concentrarsi troppo sul basamento.

È il caso del castello di Himeji…


… del castello di Hikone…


… o, particolarmente evidente, del castello di Inuyama.
  • Sōtō (層塔): il tipo più comune nei castelli signorili e di rappresentanza. Ogni piano era un livello a sé stante di dimensione decrescente. Aveva il vantaggio di poter progettare la costruzione in modo più preciso, ma necessitava di un basamento perfetto. Tipico dei castelli in pianura costruiti dallo shogunato Tokugawa in tempo di pace.

Come esempio possiamo prendere il castello di Nagoya…


… il castello di Ōzu…


… e il castello di Matsumoto.

PUNTO QUARTO: IL RIVESTIMENTO DEL TENSHU
Nell'immaginario collettivo (almeno quello giapponese) il castello può essere di un bianco candido, che si staglia nel cielo azzurro tra i ciliegi fioriti, oppure può essere di un nero profondo, minaccioso e imponente sulle valli sottostanti. Ognuno ha la sua preferenza, ma i colori delle mura non erano certo scelti casualmente o per pura estetica:
  • Le mura bianchissime del castello di Himeji sono sempre state viste come un segno di potenza e ricchezza: l'intonaco bianco, infatti, si rovinava molto in fretta quando esposto alle intemperie e doveva essere rinnovato ogni 10 anni, rendendo questo rivestimento molto dispendioso, soprattutto in periodi bellici.
Castello di Nagoya.

  • I tenebrosi bastioni del castello di Matsumoto possono incutere soggezione in un nemico, ma indicano anche una minore stabilità economica: il rivestimento in legno laccato nero aveva un costo maggiore rispetto all'intonaco, ma era anche molto più durevole, necessitava di sostituzione ogni 50 anni, risultando nel complesso meno dispendioso.
Castello di Matsumoto.

  • Alcuni castelli avevano rivestimenti particolari, che denotavano grande ricchezza. Un esempio sono le piastrelle di porcellana, molto costose ma anche molto fragili, oppure delle più resistenti ma altrettanto costose piastre di rame.
Castello di Kanazawa.

PUNTO QUINTO: LA CONFIGURAZIONE DEL TENSHU
Un altro modo per classificare i castelli giapponesi è in base alla disposizione del tenshu e degli edifici annessi.
  • Tenshu indipendente: il torrione si trova isolato da altre strutture, collegandosi aventualmente ad altre torri solo con terrapieni e palizzate.

  • Tenshu composto: il torrione è direttamente collegato a una torretta (tsuke yagura, 付櫓) a guardia dell'ingresso. Se la torretta è più alta di due piani e l'ultimo non è connesso al tenshu si parla di torrione secondario (kotenshu, 小天守).


  • Tenshu connesso: il torrione è collegato a un tenshu secondario per mezzo di un corridoio (watari yagura, 渡櫓). Da notare che il corridoio viene indicato con lo stesso carattere delle torrette.


  • Tenshu ad anello: il torrione è collegato a tre tenshu secondari formando un cortile all'interno del quale si trova l'ingresso. Quando il nemico si trovava nell'anello era colpito da tutti i lati, rendendo questa struttura molto ben difendibile.


Il secondo tipo era nettamente più comune, ma l'ultimo era il preferito dai grandi signori feudali che potevano permetterselo.

PUNTO SESTO: FRONTONI
La caratteristica estetica più notevole delle fortezze giapponesi sono sicuramente i numerosi frontoni (hafu, 破風), che potevano appartenere a quattro categorie principali:
  • Irimoya (入母屋): un frontone triangolare "appoggiato" sul tetto del piano inferiore, la cui estremità coincide con l'angolo del tetto. Se si trova in coppia si chiama hiyoku irimoya (比翼入母屋).

Hiyoku irimoya hafu del castello di Nagoya.

  • Chidori (千鳥): simile al precedente, ma le estremità del timpano non coincidono con l'angolo del tetto. Se in coppia si chiama hiyoku chidori (比翼千鳥).

Hiyoku chidori hafu dello stesso castello.

  • Kara (): un tipo di decorazione che ha origine nei templi buddhisti. Se l'intero tetto viene curvato in una linea continua si parla di noki kara (軒唐), se invece il frontone è "appoggiato" sul tetto del piano inferiore si parla di mukai kara (向唐). Il primo tipo è più formale.
Differenza tra noki kara hafu (sopra) e mukai kara hafu (sotto).

  • Kiridzuma (切妻): un tipo poco comune nei castelli ma che tutti conosciamo, visto che è la forma triangolare ai lati dei tetti delle case. Si differenzia dai primi due tipi perché non è "appoggiato" sul tetto inferiore, ma è il tetto stesso che si piega a triangolo.

Due kiridzuma hafu del castello di Hikone.


Nessun commento:

Posta un commento