domenica 2 agosto 2015

Uomo mellificato

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L'uomo mellificato è una sostanza medicinale leggendaria creata immergendo un cadavere umano nel miele.
Il leggendario medicinale è descritto in alcune fonti mediche cinesi, quali il Bencao Gangmu del medico e farmacologo Li Shizhen, vissuto nel sedicesimo secolo. Secondo questo trattato, dopo essersi nutrito esclusivamente di miele per alcune settimane il donatore deceduto veniva posto in una bara di pietra riempita anch'essa della dolce sostanza. Dopo un secolo di attesa la bara veniva aperta e il contenuto utilizzato come rimedio capace di guarire pressoché ogni malanno e di curare le ossa rotte.

Storia
La pratica di conservare i corpi dei defunti nel miele ha avuto come antecedenti gli assiri che, come riporta lo storico greco Erodoto, erano soliti imbalsamare i loro morti usando il miele, una tecnica anche adottata dagli antichi egizi. Più tardi, nel IV secolo a.C., il corpo di Alessandro Magno venne rinchiuso in un sarcofago pieno di miele. L'esistenza di un farmaco prodotto da uomini mummificati nel miele è stata descritta molti anni dopo dal farmacologo cinese del sedicesimo secolo Li Shizhen. Sebbene lo stesso Shizhen non sia certo che l'esistenza degli uomini mellificati sia vera, egli ha descritto l'usanza dettagliatamente nel suo Bencao Gangmu (1578), il più grande trattato farmacologico della medicina cinese, in cui spiega di esserne venuto a conoscenza dagli scritti dell'erudito cinese Tao Jiucheng, conosciuto anche come Tao Zongyi, vissuto verso la metà del quattordicesimo secolo:
«Secondo [Tao Jiucheng] nel suo [Chuogenglu], nelle terre degli arabi ci sono uomini di 70 o 80 anni che sono disposti a dare il proprio corpo per salvare gli altri. (Il volontario) non prende più né cibo né bevande, fa il bagno e mangia un poco di miele, finché dopo un mese i suoi escrementi non sono altro che miele; poi segue la morte. I suoi compatrioti mettono il corpo a macerare in una bara di pietra piena di miele, con un'iscrizione che dà l'anno e il mese della sepoltura. Dopo un centinaio di anni i sigilli vengono rimossi e la confezione così formata è usata per il trattamento di ferite e fratture del corpo e degli arti - solo una piccola quantità presa internamente è necessaria per la cura. Anche se è scarso da quelle parti, la gente comune lo chiama "uomo mellificato", o, nel loro linguaggio straniero, "mu-nai-i". Non sono certo se la storia sia vera o meno. In ogni caso la cito in modo che possa essere presa in considerazione dagli eruditi.»
Il miele, assunto come alimento esclusivo e dalle proprietà lassative, causava eccessiva perdita di peso e quindi la morte del volontario; il suo corpo veniva quindi ricoperto di miele che, povero d'acqua e ricco di sostanze antibiotiche, ne impediva la putrefazione. Quando la bara veniva aperta il cadavere era ormai completamente macerato; la sostanza rimasta veniva quindi donata ai discendenti del defunto oppure raccolta in barattoli e venduta ad altissimi prezzi.
Secondo gli storici della scienza cinese Joseph Needham e Lu Gwei-djen, sebbene Li Shizen parli della pratica dell'uomo mellificato come originaria dell'Arabia, è possibile che in realtà la sua origine ricada nella pratica birmana di preservare i corpi di abati e monaci nel miele, così che "la nozione occidentale di un farmaco ricavato dalla perdurabile carne umana fosse combinato con il caratteristico motivo buddista del sacrificio di sé per gli altri". Invece Mary Roach ha affermato che l'uso medicinale delle mummie e la vendita di falsi è documentato nei libri di chimica risalenti al sedicesimo e diciottesimo secolo in Europa, ma raramente queste mummie erano conservate nel miele e in nessun luogo al di fuori dell'Arabia i cadaveri usati per le mummie erano di volontari.







sabato 1 agosto 2015

Surik

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Il surik è una spada tradizionale originaria dell'isola di Timor.

Descrizione
È un'arma dotata di lama ad un solo filo, che si restringe verso la punta. Il manico è realizzato in corno e decorato con peli di capra o crine di cavallo. Al centro dell'impugnatura può essere presente una decorazione ad intaglio raffigurante un occhio, che, secondo le credenze popolari, dovrebbe aumentare i poteri soprannaturali dell'arma. Il fodero è in legno.

Cultura
Per le popolazioni della provincia delle Piccole Isole della Sonda il surik è considerato una spada sacra, le cui facoltà soprannaturali dipendono dalla persona che la adopera. Inoltre si ritiene che i comuni cittadini non possano toccare la spada, che altrimenti si ritorcerebbe contro il portatore. A questo scopo, la decisione di chi debba portare il surik in battaglia è presa durante lo svolgimento di assemblee comunitarie. L'arma è usata anche in una danza tradizionale chiamata tari surik laleok. Il surik è anche portato dai meos, i guerrieri più eminenti e solitamente i cacciatori di teste di maggior successo del villaggio. L'arma ha una certa importanza per l'identità culturale del popolo di Timor, al punto che il primo stemma della repubblica di Timor Est presenta due surik incrociati.


venerdì 31 luglio 2015

Battaglia delle Termopili

“Vai, dì agli Spartani,
o viandante,
che qui noi giacciamo
obbedienti alle loro leggi.”


- epitaffio dedicato ai trecento Spartani di Leonida -


300-il-film

Nell'estate del 480 a. C. l'immenso esercito persiano del Dio-Re Serse I marciò verso le porte dell'antica Grecia con l'intento di sottomettere le città-stato elleniche e per vendicare l'offesa ricevuta da suo padre Dario nella battaglia di Maratona per mano degli stessi greci.
Per fronteggiare la marea persiana, le città-stato greche formarono la Lega Peloponnesiaca, nella quale tutte le operazioni sia terrestri che navali furono coordinate dagli spartani.
La scelta strategica di uno stretto passaggio tra la montagna e il mare, chiamato Termopili, fu voluta dagli spartani allo scopo di esaltare la superiorità tecnica dei guerrieri greci e ridurre il vantaggio numerico del nemico, che secondo gli storici, si aggirava intorno ai 200mila effettivi.
L'armata ellenica inviata dalla Lega Peloponnesiaca era formata da soli 2500 opliti greci, 400 guerrieri di Corinto, 700 di Tespi, 400 di Tebe, un migliaio di Focesi e i 300 spartani capeggiati da Re Leonida. Infatti, a causa delle Carnee, le feste annuali in onore di Apollo Carneio, non fu possibile per gli spartani mobilitare l'esercito.
Il compito del re spartano era quello di rallentare la marcia dei persiani nel cuore della Grecia e costringere Serse ad aggirare l'ostacolo per via mare dove gli ateniesi erano superiori tatticamente.
Dopo diversi giorni di tentennamento da parte dei persiani, Serse decise di saggiare la temibile falange spartana inviando 20mila fanti, ma lo spazio stretto consentì a Leonida di alternare i soldati in prima linea con forze fresche poste nelle retrovie massacrando uno dopo l'altro i nemici.

Capitano persiano: "Spartani! Arrendetevi e deponete le armi!"
Leonida: "Venite a prenderle!" - dal film "300" -
L'esercito ellenico era composto prettamente da Opliti, ovvero fanteria pesante, armati di:
  • elmo corinzio;
  • tunica di lino pressata;
  • spada corta;
  • scudo di legno rivestito di bronzo;
  • schinieri;
  • giavellotto;
La formazione di battaglia principalmente utilizzata dagli spartani, e dai diversi popoli ellenici, era la falange. In particolare, la falange spartana era composta da un'unità base di 23 opliti posti su 3 file di uomini, comandati da due ufficiali posti in prima fila. Il grande scudo proteggeva il soldato dal collo alle caviglie, mentre la lancia faceva strada tra i nemici.
L'esercito persiano era caratterizzato da una moltitudine di guerrieri provenienti dalle diversi parti dell'impero arruolati indipendentemente dalla loro abilità bellica. Ad esclusione della guarda personale di Serse, gli Immortali, un corpo di fanteria pesante composto da 10.000 uomini. Se qualcuno veniva ucciso o restava gravemente ferito veniva subito rimpiazzato; questo, secondo alcuni studiosi, era il motivo del nome immortali.
L'armamento tipico di questo gruppo d'elité:
  • scudo di pelle e di vimini;
  • una lancia corta con la punta di ferro e un contrappeso all'estremità opposta;
  • un arco e una faretra per le frecce;
  • una daga o una spada corta.


Soldato spartano: "Non conoscono morte o sconfitta, non queste tenebre, non questi immortali..."Re Leonida: "Immortali?... metteremo alla prova il loro nome!" - dal film "300" -



spartani

Tuttavia, la loro fama dovette presto soccombere sotto i colpi dei coraggiosi spartani che spinsero Serse ad offrire a Leonida la possibilità di diventare governatore della Grecia in caso di resa. La risposta fu:

Inginocchiarmi? Vedi Serse, massacrare tutti i tuoi soldati stamattina, mi ha provocato un fastidiosissimo crampo alla coscia per cui mi risulta impossibile inginocchiarmi. - dal film "300" -
Serse: "Non ci sarà alcuna gloria nel tuo sacrificio, presto cancellerò persino il ricordo di Sparta dagli annali!, ogni pergamena scritta dai greci verrà bruciata!, a ogni storico greco e a ogni scriba verranno cavati gli occhi e la loro lingua mozzata!. Chiunque evocherà il solo nome di Sparta o di Leonida sarà punibile con la morte!! Il mondo non saprà mai che siete esistiti Leonida!"
Re Leonida: "Il mondo saprà che degli uomini liberi si sono opposti ad un tiranno, che pochi si sono opposti a molti, e prima che questa battaglia sia finita, che persino un Dio re può sanguinare." - dal film "300" -

Dopo 3 giorni di battaglia, i persiani scoprono un sentiero di montagna, indicato dal traditore greco di nome Efialte, in grado di portarli alle spalle delle postazioni nemiche.
Nel corso della notte gli Immortali, condotti dal loro comandante Idarne, risalgono la montagna giungendo alle spalle dei Greci. Accerchiati, Leonida e i 300 Spartani della sua guardia del corpo combatterono fino all'ultimo uomo.
Per dare tempo al grosso dell'esercito greco di organizzarsi, gli spartani rompono le fila della falange e si gettano nella mischia. Leonida cade per primo mentre i suoi uomini cadranno uno ad uno sotto la pioggia di frecce degli arcieri persiani.

Le nostre frecce oscureranno il sole.

Allora combatteremo nell'ombra.

La gloriosa resistenza dei discendenti di Eracle fu vendica nella Battaglia di Platea.



giovedì 30 luglio 2015

Spada di Stalingrado

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La Spada di Stalingrado è una spada lunga ingioiellata appositamente forgiata e inscritta al comando del re Giorgio VI del Regno Unito come segno di omaggio del popolo britannico ai difensori sovietici della città durante la battaglia di Stalingrado. Il 29 novembre 1943 fu presentata al maresciallo Iosif Stalin dal primo ministro britannico Winston Churchill durante una cerimonia alla conferenza di Teheran, in presenza del presidente Franklin D. Roosevelt e di una guardia d'onore.

Descrizione
Si tratta di una spada a due mani, a doppio taglio, lunga circa un metro e mezzo, con una balestra in argento massiccio. L'iscrizione in acquaforte, tradotta in russo e inglese recita:
(RU)
«ГРАЖДАНАМ СТАЛИНГРАДА • КРЕПКИМ КАК СТАЛЬ • ОТ КОРОЛЯ ГЕОРГА VI • В ЗНАК ГЛУБОКОГО ВОСХИЩЕНИЯ БРИТАНСКОГО НАРОДА»
(IT)
«AI CITTADINI DI STALINGRADO DAL CUORE D'ACCIAIO • IL REGALO DI RE GIORGIO VI • IN SEGNO DI OMAGGIO DEL POPOLO BRITANNICO»
L'impugnatura è rilegata in filo d'oro 18 carati e ha un pomolo di cristallo di rocca con una rosa d'oro d'Inghilterra. Ogni estremità è da 10 pollici ed è modellata a somiglianza della testa di un leopardo e rifinita in oro. La lama da 36 pollici a doppio taglio è lenticolare nella sezione trasversale e forgiata a mano con il miglior acciaio dello Sheffield. Il fodero era realizzato in pelle di agnello persiano, tinto di rosso, anche se alcune fonti suggeriscono che fosse di pelle marocchina ed è decorato con le armi reali, la corona e il cipresso in argento dorato con cinque montature d'argento e tre rubini montati su stelle dorate.

Cerimonia di presentazione
La presentazione ufficiale fu fatta mentre i tre capi di guerra si riunivano nell'ambasciata sovietica alla conferenza di Teheran del novembre 1943, dove venivano stabiliti i piani finali dell'operazione Overlord. Dopo un ritardo di tre ore, i presidi e le loro delegazioni si riunirono nella grande sala conferenze dell'ambasciata con una guardia d'onore britannica e una sovietica allineate su entrambi i lati della sala. Winston Churchill entrò indossando la sua divisa blu da commodoro della Royal Air Force e una banda militare sovietica suonò "God Save the King" e "The Internationale". Churchill prese la spada da un tenente britannico e, rivolgendosi a Joseph Stalin, dichiarò: "Mi è stato comandato di presentare questa spada d'onore come segno di omaggio del popolo britannico". Stalin baciò il fodero e ringraziò silenziosamente gli inglesi. Quindi offrì la spada per l'ispezione a Franklin Roosevelt seduto, che estrasse la lama e la tenne in alto, dicendo: "Davvero avevano cuori d'acciaio". (In russo, il nome di Stalin e simile alle parole "uomo d'acciaio").
La spada fu sostituita nel suo fodero da Churchill o Stalin. Alla fine della cerimonia, Stalin lo consegnò inaspettatamente a uno dei suoi compagni più vecchi e fedeli, il maresciallo Kliment Voroshilov.
L'originale è esposto al Museo della Battaglia di Stalingrado a Volgograd. Durante la guerra fredda tornò in Gran Bretagna per mostre temporanee in almeno tre occasioni.

In letteratura
La spada figura in modo omonimo nella trilogia Sword of Honor di Evelyn Waugh, in cui egli contrappone la spada, simbolo per lui del tradimento dell'Europa orientale all'ateo Stalin, con la spada d'onore dell'antenato crociato del personaggio centrale della trilogia, Guy Crouchback. Prima della sua presentazione, la spada era esposta in tutto il Regno Unito come un'icona religiosa, inclusa all'Abbazia di Westminster, che costituì una scena fondamentale nella trilogia di guerra di Sword of Honor di Evelyn Waugh.


mercoledì 29 luglio 2015

Siming Neijiaquan

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Siming Neijiaquan (四明内家拳, pugilato della famiglia interna di Siming) è uno stile interno di arti marziali cinesi. È chiamato anche semplicemente Neijiaquan ed a livello popolare è anche conosciuto come Etoujingquan (鹅头颈拳, pugilato del collo dell'anatra).

Le origini
Il Siming Neijiaquan si fa risalire alle svariate esperienze di Famiglia Interna che hanno caratterizzato il Wushu della provincia di Zhejiang a partire dall'epoca della dinastia Ming: Huang Zongxi (黄宗羲, 1610-1695) a cui Zhang Sanfeng, secondo il Wang Zhengnan muzhiming, avrebbe trasmesso il Neijiaquan; Zhang Songxi (张松溪); Ye Jimei (叶继美); Wang Zhengnan (王征南); ecc. In particolare nell'area del Simingshan, nell'ovest della provincia di Zhejiang, il Neijiaquan è stato trasmesso da Zhang Songxi fino a Huang Baijia (黄百家) ed in seguito è caduto nell'oblio. I praticanti di Taijiquan, di Xingyiquan e di Baguazhang, riesumarono il nome di questa scuola, per definire l'unione di principi, quindi esso venne ad essere una categoria di Wushu e perciò quello che era il Neijiaquan venne rinominato per precisione Siming Neijiaquan. Nel 2004 un nipote di Xia Mingtu e di dodicesima generazione nella discendenza di Zhang Songxi, Xia Baofeng (夏宝峰), è diventato presidente del ramo dell'Associazione di Wushu di Ningbo (宁波) che si occupa del Siming Neijiaquan.

I contenuti
Questo è un elenco di contenuti del Neijiaquan redatto dal maestro Xia Mingtu (夏明土): Qishier jiayi de bianfa (七十二加一的变法); Sanshijiu dafa (三十九打法); Ershisi jiayi de zhengce (二十四加一的正侧); Xiao jiu tian (小九天, che sono 18 metodi Yin Yang); Shier cheng yi (十二成一, che sono 13 lavori sul cinabro); Guanqi jue (贯气诀, formule propiziatorie); Wen shi duan (文十段); Wu shi duan (武十段); Shier duan jin (十二段锦, dodici pezzi di broccato); inoltre l'arte della grande spada (changjian 长剑) e conoscenze di traumatologia.

Il Simingpai Wushu
Simingpai Wushu (四明派武术, Arte marziale della scuola Siming) è una scuola fondata dal maestro Wang Bo (汪波) sulle radici dell'insegnamento del bonzo Huiliang (慧良婵师 Huiliang Chanshi) del Simingshan (四明山), nella provincia di Zhejiang. Raccoglierebbe l'eredità delle arti marziali e degli esercizi per la salute del Simingshan (四明山), ma anche del Songxi Neijiaquan (松溪内家拳) attribuita al maestro Zhang Songxi (张松溪) e Fojiaquan. Inoltre sintetizza altre conoscenze di Wang Bo: Yangshi Taijiquan appreso dal maestro Tian Zhaolin (田兆麟); Chenshi Taijiquan appreso da Chen Fake (陈发科); Quanyou Laojia; Baguazhang appreso da Jiang Rongqiao (姜容樵); Wudangjian; ecc. Questa pratica cerca l'equilibrio tra Wu (tecnica marziale) e Wen (dimensione spirituale legata alla quiete ed alla longevità).
Questo è un elenco parziale che andrà approfondito nella biografia del maestro Wang Bo.



martedì 28 luglio 2015

Tai Shing Pek Kwar

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Il Tai Shing Pek Kwar Mun, cioè Scuola del Grande Saggio e dell'Attacco Fendente (大聖劈掛門, 大圣劈挂门, dàshèngpīguàmén, ta sheng pi kua men) è uno stile delle arti marziali cinesi. Qualcuno lo reputa uno tra i più antichi che si conosca, ma sicuramente la sintesi tra Dashengmen e Piguaquan è avvenuta ad opera di Geng Dehai tra la fine della Dinastia Qing ed il periodo Repubblicano Cinese. Il Tai Shing , Pugilato del Grande Saggio (大聖拳, 大圣拳, dàshèngquán, ta sheng ch'uan), sarebbe un Houquan tramandato dal Maestro Kau Sze (Kou Si, 寇四). Il Pek Kwar (Piguaquan), è un noto stile del Nord della Cina, la cui trasmissione alla famiglia Geng, è invece attribuita al Maestro Ma Chi Ho.
Il Tai Shing Pek Kwar è suddiviso in cinque diverse categorie dette Wulu Houquan (五路猴拳, Pugilato della Scimmia delle Cinque Vie), una per ognuno dei tipi di comportamento delle scimmie individuati da Kau Sze durante la loro osservazione. Esse sono:
  • la Scimmia che desidera (企猴, 企猴, qǐhóu, ch'i hou),
  • la Scimmia di pietra (石猴, 石猴, shíhóu, shi hou),
  • la Scimmia ingannevole o perduta (迷猴, 迷猴, míhóu, mi hou),
  • la Scimmia di legno (木猴, 木猴, mùhóu, mu hou),
  • la Scimmia ubriaca (醉猴, 醉猴, zuìhóu, tsui hou).

Le origini e lo sviluppo dello stile
Il Maestro Kau Sze e lo stile Tai Shing
Secondo Chan Kai Leung, Kau Sze era esperto dello stile Ditangquan (Tei Tong). Due articoli in lingua Cinese, invece, sono concordi nell'affermare che Kau Sze, originario dello Shaanxi studiò genericamente arti marziali con un vecchio monaco Buddista (老僧, Laoseng). Durante l'epoca della dinastia Qing, per alcuni nel 1899-1900, Kau Sze fu imprigionato e durante tale prigionia ebbe la possibilità di osservare un gruppo di scimmie che vivevano lì. Dopo aver studiato intensamente ogni movimento e dopo aver incorporato questi nuovi movimenti nello stile che conosceva, fondò un nuovo ed insolito metodo di lotta che chiamò Grande Saggio (大聖, 大圣, dàshèng, ta sheng) in onore di “Sun Wukong”, il re delle scimmie protagonista del popolare racconto cinese “Viaggio in Occidente” attribuito all'erudito Wú Chéng'ēn.
Uscito di prigione, dopo aver scontato la sua pena, Kau Sze, insieme al suo migliore amico Ke Yung Kwai (Geng Ronghui, 耿榮貴), ricodificò lo stile “Tai Shing” nelle cinque sezioni elencate.

Kau Sze e Leung Yee Tai
Una storia riferisce che il giovane Kau Sze divenne allievo dell'anziano Maestro Leung Yee Tai [senza fonte] nel 1700. Questa storia contiene alcune informazioni strane, infatti Kau Sze, per poter aver insegnato a Ken Tak Hoi, deve essere vissuto tra la fine del 1800 ed inizi del 1900. Un altro elemento strano è il nome del maestro Leung Yee Tai che stranamente coincide con il nome di un celebre maestro di Wing Chun vissuto alla fine del 1800, cioè Liang Erdi (梁二娣). Questa storia, come altre che analizzeremo in seguito rivelano una certa commistione con storie di altri stili del Sud che poco hanno invece a che vedere con il Dasheng Piguamen.

Il Tai Shing Men da Kau a Ken Tak Hoi
Questo è il lignaggio nel Tai Shing Men che si riscontra in tutte le fonti dello stile: Ditangquan → Kau Sze (Kou Si, 寇四)→ Ken Tak Hoi (Geng Dehai, 耿德海). l'articolo Dasheng Piguamen Neirong oltre a Geng Dehai 耿德海 afferma che Kou Si insegnò a Pan Delin 潘德林, Gao Jun 高俊, He Debao 何得寶 e Li Hong 李鴻.

Il Maestro Ma Chi Ho e lo stile Pek Kwar
Il Piguaquan è uno stile del Nord della Cina, praticato nell'area di Cangzhou in Hebei. L'articolo Tai Shing Pek Kwar afferma che Ma Chi Ho, sviluppò lo stile Pek Kar (Piguaquan). Una famiglia Ma di famosissimi praticanti di Piguaquan fu quella a cui appartenevano Ma Fengtu e Ma Yingtu. Essi appresero questo stile dal padre Ma Jieyuan (马捷元), che a sua volta lo avrebbe appreso dal padre Ma Huatang (马化堂) oppure da Huang Linbiao (黄林彪).

Storie non Confermate su Ma Chi Ho
Le storie seguenti che indicano Ma Chi Ho come fondatore del Piguaquan (stile antico del Nord della Cina), come avvenuto per il Dashengmen lo inseriscono in un contesto del Sud della Cina, con riferimenti geografici e nominali difficilmente verificabili. Le riportiamo in quanto circolano negli ambienti marziali, anche se è difficile risalirne anche alle fonti. Qualcuno riferisce che Ma Chi Ho iniziò la pratica delle arti marziali all'età di sette anni sotto l'insegnamento di un suo zio di nome Chan Chuen Wu il quale era istruttore del clan ed era stato uno dei praticanti nel tempio di Shaolin del Sud nella provincia di Fukien (Fujian). Dopo una decina di anni, visti i grandi progressi di Ma Chi Ho, lo zio, anche in conseguenza dell'età avanzata, lo portò da un suo vecchio compagno di nome Lee Mau Tan, abate nel Tempio Taoista della città di Fa Hai nel Qingdao. Lo stile che Lee Mau Tan insegnava nasceva da un particolare sistema di Kung Fu conosciuto come Lee Kwar (Lijiaquan). Dopo una dimostrazione delle sue qualità, Ma Chi Ho venne accettato come allievo. Il giovane Ma Chi Ho rimase con il Maestro Lee per un periodo di quattro — cinque anni durante i quali apprese le tecniche del Lee Kwar, conosciuto per le caratteristiche dei pugni a corta distanza diretti, e per i calci molto potenti dalla vita in giù. Passato questo periodo di formazione, Lee Mau Tan diede a Ma Chi Ho una lettera di raccomandazione per uno dei più importanti maestri dell'epoca, il monaco Fok Pek, intimo amico del monaco Lee Mau Tan. Fok Pek accetta Ma Chi Ho che, per un periodo di sei anni, studia diligentemente lo stile del Maestro Fok caratterizzato da tecniche di palmo, da tecniche circolari e da tecniche di calci simili all'Hung Gar, ma più dolce e rilassato rispetto a questo. Ritornato a Fa Hai passò quasi un anno riordinando tutto il suo sapere e fondando un nuovo sistema che chiamò Pek Kwar in omaggio ed alla memoria dei suoi maestri. Il suo stile si caratterizzò per le posizioni basse, l'uso delle braccia come se fossero armate di asce, l'utilizzo di percorsi circolari e linee di attacco angolate e movimenti veloci e potenti.
La prima scuola l'aprì a Fuen Fok ed iniziò l'insegnamento del suo stile. Nello stesso periodo aprì una clinica medica dove sviluppò anche le sue conoscenze della medicina cinese.
Dopo quattro o cinque anni, ritornò nella sua città natale di Fa Hai, dove riprese ad insegnare. Qui conobbe Ken Ming Kwai che divenne suo allievo ed al quale insegno il Pek Kwar. Quest'ultimo ebbe un figlio, Gang Yung Kwai, anch'egli esperto di Pek Kwar che sposò Hue Fang, figlia di un noto mercante di Fatshan che diede alla luce due figli maschi: Yim Sing Pak (che morì pochi mesi dopo la nascita) e Ken Tak Hoi.

Il Piguaquan da Ma Chi Ho a Ken Tak Hoi
Questo è il lignaggio di Piguaquan che si deduce da Tai Shing Pek Kwar: Ma Chi Ho→ Ken Ming Kwai → Ken Yung Kwai (Geng Ronghui, 耿榮貴)→ Ken Tak Hoi (Geng Dehai, 耿德海)
Chan Kai Leung afferma, senza però alcuna conferma esterna alla scuola Tai Shing Pek Kwar, che Kan Wing Kwai (dovrebbe trattarsi di Ken Ming Wai) era il maestro più famoso di Piguaquan della sua epoca. Chan Kai Leung afferma anche che egli apprese lo stile all'interno della sua famiglia, al contrario dell'articolo da cui è stato preso il lignaggio precedente.

Il Maestro Ken Tak Hoi e lo stile Tai Shing Pek Kwar
Ken Tak Hoi (Geng Dehai, 耿德海) all'età di 13 anni, dopo la morte dei genitori si recò a vivere come laico nel monastero Chin Wan Ji (monastero della Nuvola Verde, 青云寺, Qingyunsi). Durante la sua permanenza al monastero condensò lo spirito della filosofia del Pek Kwar in quattro principi. Dopo aver trascorso alcuni anni nel monastero della Nuvola Verde, Ken Tak Hoi si recò a trovare lo “zio” (il termine zio è usato per riferirsi a persone per le quali si nutre un profondo rispetto) Kau Sze, fraterno amico del padre. Fu così che Kau Sze prese sotto la sua protezione Ken Tak Hoi. Quest'ultimo si dimostrò un discepolo diligente ed impegnato ottenendo grandi miglioramenti nella pratica delle arti marziali.
Maturate le sue conoscenze, Ken Tak Hoi unificò lo stile Tai Shing con lo stile Pek Kwar aprendo successivamente numerose scuole a Canton e ad Hong Kong. Nacquero così due correnti diverse dello stile Tai Shing Pek Kwar, una con base a Canton ed a capo il Maestro Chui Kwong Yuen e l'altra con base ad Hong Kong ed a capo i Maestri Chan Sau Chung e Cho Chi Fung. In queste due scuole studiarono e si svilupparono gli attuali maestri del Tai Shing Pek Kwar.

Le caratteristiche dello stile
Gli elementi caratteristici
Con una buona reputazione di potenza e ferocia, la scimmia affronta animali di ogni taglia e peso facendo della crudeltà e dell'aggressività il punto di forza del suo metodo di combattimento. La boxe della scimmia è fra le più esoteriche forme di combattimento ed il suo obbiettivo è dominare e battere l'avversario impegnandolo in un flusso ininterrotto di azioni e reazioni. Questa strategia di combattimento viene condotta da posizioni basse e raccolte.
Nello studio dello stile della scimmia esistono molti principi che ogni praticante deve sviluppare.
  • Sorprendere l'avversario. Il praticante dello stile scimmia, attacca in velocità usando potenti tecniche ed impegnando l'avversario in una lotta senza quartiere colpendo le zone del corpo fino ad atterrarlo e sconfiggerlo.
  • Sviluppare la mobilità. Lo stile scimmia permette di essere mobili nel combattimento corpo a corpo a breve distanza. Il praticante ha la possibilità di controllare il cambio della direzione ogni volta, spostandosi da una parte all'altra o manovrando anche in circolo intorno al suo nemico. Molti dei movimenti della scimmia tendono a bloccare un avversario con attacchi dal suolo. Quando si crea un'apertura nella guardia nemica, bisogna usare tutta la velocità possibile per risolvere lo scontro. La confusione creata, spesso disorienta l'avversario, il che vi permetterà di portare un contrattacco a piena potenza. Posizioni basse combinate con movimenti evasivi sono i principi base da osservare nei confronti dell'avversario.
  • Imparare a combattere a terra. Lo stile scimmia offre ai suoi allievi una tecnica non disponibile in altri stili. Cioè l'abilità di difendersi e la conoscenza delle tecniche di combattimento al suolo.
  • Sviluppare l'imitazione. C'è distinzione tra imitare una scimmia e diventare una scimmia. Pur ammirando le esibizioni acrobatiche degli stilisti della boxe della scimmia nelle competizioni è da considerare queste performance delle ripetizioni di sequenze che mimano i movimenti della scimmia. Quando si applica una tecnica, invece, si diventa una scimmia, non si interpreta un ruolo, ma si assume la mentalità dell'animale. Raggiungere tale livello richiede anni di lavoro per liberarsi dai limiti umani e tornare agli atavici istinti animali.
I settori dello stile
Il Tai Shing Pek Kwar è suddiviso in cinque diversi settori, che come abbiamo visto, nel loro insieme prendono il nome di Wulu Houquan. Uno per ognuno dei tipi di scimmia individuati da Kau Sze durante la sua osservazione del comportamento delle scimmie fatta quando era ancora in prigione. Essi sono: la scimmia alta (qi hou ), la scimmia di pietra (shi hou ), la scimmia ingannevole o perduta (mi hou ), la scimmia di legno (mu hou ) e la scimmia ubriaca (zhui hou ). Ognuno di questi settori riflette una particolare capacità delle scimmie:
  • la leggerezza o temerarietà (, , qīng, ch'ing),
  • l' agilità o destrezza (, , líng, ling),
  • la capacità di assalire (, , pū, pu),
  • l' astuzia (, , diāo, tiao),
  • la capacità di cadere (, , diē, tie).
In altre parole il Tai Shing ha i suoi principi di manovra per afferrare, eseguire le cadute, lanciare un attacco e per saltare ed girarsi con leggerezza. Questi principi comprendono tecniche di attacco diretto ed indiretto, nonché tecniche elusive ed imprevedibili, per muoversi furtivamente ed essere distruttivo nell'azione. Ciascuno di questi principi viene impiegato nelle cinque sezioni, anche se poi ciascuna scimmia ha un suo unico singolare metodo di lotta. Secondo Dasheng Piguamen Neirong[8] questi settori sono il retaggio del Dashengmen di Kou Si.
In alcune classificazioni si fa anche riferimento ad un ulteriore sesto settore denominato la scimmia furba che però è stato assorbito nel settore della scimmia perduta.

La scimmia alta
La scimmia alta (企猴) non oscilla come le altre, ma utilizza posizioni più convenzionali. Il suo stile si adatta al combattimento a lunga distanza e tende, nei suoi attacchi, a colpire i punti vitali dell'avversario. Tra i Tao Lu di questa sezione si possono ricordare le forme Tang Li Jie caratterizzate dal loro lavoro sulla respirazione.

La scimmia di pietra
La scimmia di pietra usa la forza fisica per contrastare il suo avversario. È certamente il settore in cui la scimmia sviluppa maggiormente il lavoro di potenza utilizzando il metodo del corpo di acciaio della scimmia. Tao Lu come la forma Shih Hou Chuan (il pugno della scimmia di pietra) evidenziano la potenza delle tecniche sviluppate in questa sezione.

La scimmia perduta
La scimmia perduta o ingannevole guarda spaventata e confusa per ritrovare la via smarrita e ricongiungersi al proprio gruppo. Intanto però tenta di mangiare tutti i frutti e gli insetti che trova nel nuovo territorio, mentre si guarda nervosamente intorno. Ma questa è un'apparenza. La scimmia perduta è rapida nei movimenti sia nel lavoro dei piedi che in quello delle braccia e per il suo avversario è difficile seguirla e rispondere ai suoi attacchi. Essa illude l'avversario inducendolo in un falso senso di sicurezza ed aspetta per attaccarlo nel momento più opportuno. La grande mobilità di questa sezione è evidenziata in Tao Lu quali le forme Tao Du Chao nelle quali la rapidità degli spostamenti disorientano il nemico come anche lo scambio continuo tra posizioni alte e basse.

La scimmia di legno
La scimmia di legno è un combattente molto aggressivo e non mostra mai paura di fronte al suo avversario. Essa utilizza movimenti tranquilli e misurati sempre in cerca di un varco nella difesa avversaria. Quando attacca è così aggressiva che il suo nemico difficilmente riesce a resistere ai suoi assalti diretti al viso o ai punti vitali. Tra i Taolu di questa sezione sono da ricordare la forma Xiao Meihuaquan (in Wade Gilles Hsiao Mei Hua Chuan) che si sviluppa affrontando avversari provenienti da diverse direzioni, la forma Pugilato della traccia perduta (Mizongquan) (迷綜拳, 迷综拳, mízōngquán, mi tsung ch'uan) e la forma antica Fang Chuan.

La scimmia ubriaca
Il settore della Scimmia Ubriaca è il primo che viene descritto dalla Dasheng Piguamen Guoshu Zonghui che lo considera anche il più importante. Sempre la stessa fonte riferisce che Geng Dehai era particolarmente versato proprio in questo settore. Tale settore vuole imitare una scimmia che quando si ubriaca diventa imprevedibile nel suo comportamento. Essa sembra aver perso il controllo e si muove in modo incontrollato alternando movenze lente e morbide a movimenti duri perdendo l'equilibrio nel modo di muoversi e cadendo anche a terra. La scimmia ubriaca è però capace di eseguire attacchi potenti e ben diretti privilegiando gli occhi, la gola, i testicoli. Quando essa è a terra attende implacabile il suo nemico, pronta a lanciare attacchi devastanti alle sue ginocchia o all'area dei testicoli. Nello stile della scimmia ubriaca si evidenzia l'uso dell'energia interna rispetto agli altri settori. È certamente il settore più complesso da imparare, ma certamente è quello più potente e devastante. La fluidità e la morbidezza delle tecniche di questa sezione come anche l'alternanza di movimenti lenti e di tecniche esplosive si evidenzia nei suoi Taolu tra i quali ricordare, a titolo di esempio, le forme Hou Quing Shi, Hou Huan Shi, Hou Zhang She, Hou De Han, Hou Wei Shi, Hou Yu Bei o le forme Hou Huan Ti (Il Re delle Scimmie) con le loro spettacolari movenze.
Complessivamente nel Tai Shing Pek Kwar si contano, nelle cinque sezioni, oltre 160 Taolu tra quelli a mano nuda e quelli con le armi.

Le armi
L'arma principe dello stile Tai Shing Pek Kwar è certamente il bastone (Kun). Questo viene utilizzato sviluppando tecniche potenti e di ampio respiro. Tra i Taolu di bastone le forme Hou Zhang Kuang (la scimmia pazza) la forma del bastone d'argento.
Altre armi utilizzate sono la sciabola (Tao Lu di scimmia ubriaca), la spada o la doppia spada uncinata (Tao Lu del tornado).

Influenze dello stile scimmia in altri stili
Elementi del Tai Shing Pek Kwar sono stati utilizzati anche all'interno di altri stili di combattimento influenzandone la struttura. Il caso forse più evidente è quello dello stile della mantide religiosa (tanglangquan) che ha derivato tutto il lavoro delle gambe e degli spostamenti dallo stile della scimmia.
Anche nell'Hung Gar ci sono riferimenti al Tai Shing Pek Kwar. In particolare esiste una forma di bastone chiamata "il bastone del re delle scimmie" praticamente identica nei due stili. Esiste inoltre, nell'Hung Gar, una forma di sciabola chiamata "la sciabola del Tai Shing Pek Kwar". Questi riferimenti lasciano intuire che tra maestri dei due stili devono esserci stati degli stretti contatti che hanno portato a degli scambi.

Il Tai Shing Pek Kwar in Italia
Il Tai Shing Pek Kwar giunge in Italia con il Maestro Mou Ping (1902 - 1984) negli anni '70. Il Maestro Mou Ping, appartenente alla quinta generazione della scuola di Canton, avendo militato nell'esercito nazionalista fugge dalla Cina per evitare la repressione del regime comunista. Nel suo peregrinare, Mou Ping, giunge prima in Svizzera, passa poi in Italia dove vive per un breve periodo a Reggio Calabria e si stabilisce definitivamente in Francia nella città di Tolone dove morirà.
In Italia fa la sua conoscenza il Maestro Fulvio Firmaturi (1951 -) di Palermo. Il Maestro Mou Ping lo accetta quale allievo diretto e Firmaturi studia con lui e con il figlio divenendo un Maestro della 6ª generazione che insegnerà lo stile nella città di Palermo.
Ad oggi quindi lo stile sopravvive negli Stati Uniti (ramo di Hong Kong) ed in Italia, a Palermo (ramo di Canton) con i Maestri appartenenti alla 7ª generazione tra il quale Umberto Garofalo e i suoi discepoli che apparterranno all'8ª generazione del tai shing pek kwar