Il
Tai Shing Pek Kwar Mun,
cioè Scuola del Grande Saggio e dell'Attacco Fendente (大聖劈掛門,
大圣劈挂门,
dàshèngpīguàmén, ta sheng pi kua men) è uno stile delle arti
marziali cinesi. Qualcuno lo reputa uno tra i più antichi che si
conosca, ma sicuramente la sintesi tra Dashengmen e Piguaquan è
avvenuta ad opera di Geng Dehai tra la fine della Dinastia Qing ed il
periodo Repubblicano Cinese. Il Tai Shing , Pugilato del Grande
Saggio (大聖拳,
大圣拳,
dàshèngquán, ta sheng ch'uan), sarebbe un Houquan tramandato dal
Maestro Kau Sze (Kou Si, 寇四).
Il Pek Kwar (Piguaquan), è un noto stile del Nord della Cina, la cui
trasmissione alla famiglia Geng, è invece attribuita al Maestro Ma
Chi Ho.
Il Tai Shing Pek Kwar è suddiviso in
cinque diverse categorie dette Wulu Houquan (五路猴拳,
Pugilato della Scimmia delle Cinque Vie), una per ognuno dei tipi di
comportamento delle scimmie individuati da Kau Sze durante la loro
osservazione. Esse sono:
- la Scimmia che desidera (企猴, 企猴, qǐhóu, ch'i hou),
- la Scimmia di pietra (石猴, 石猴, shíhóu, shi hou),
- la Scimmia ingannevole o perduta (迷猴, 迷猴, míhóu, mi hou),
- la Scimmia di legno (木猴, 木猴, mùhóu, mu hou),
- la Scimmia ubriaca (醉猴, 醉猴, zuìhóu, tsui hou).
Secondo Chan Kai Leung, Kau Sze era
esperto dello stile Ditangquan (Tei Tong). Due articoli in lingua
Cinese, invece, sono concordi nell'affermare che Kau Sze, originario
dello Shaanxi studiò genericamente arti marziali con un vecchio
monaco Buddista (老僧,
Laoseng). Durante l'epoca della dinastia Qing, per alcuni nel
1899-1900, Kau Sze fu imprigionato e durante tale prigionia ebbe la
possibilità di osservare un gruppo di scimmie che vivevano lì. Dopo
aver studiato intensamente ogni movimento e dopo aver incorporato
questi nuovi movimenti nello stile che conosceva, fondò un nuovo ed
insolito metodo di lotta che chiamò Grande Saggio (大聖,
大圣,
dàshèng, ta sheng) in onore di “Sun Wukong”, il re delle
scimmie protagonista del popolare racconto cinese “Viaggio in
Occidente” attribuito all'erudito Wú Chéng'ēn.
Uscito di prigione, dopo aver scontato
la sua pena, Kau Sze, insieme al suo migliore amico Ke Yung Kwai
(Geng Ronghui, 耿榮貴),
ricodificò lo stile “Tai Shing” nelle cinque sezioni elencate.
Una storia riferisce che il giovane
Kau Sze
divenne allievo dell'anziano
Maestro Leung Yee Tai [senza fonte] nel 1700. Questa storia contiene
alcune informazioni strane, infatti Kau Sze, per poter aver insegnato
a Ken Tak Hoi, deve essere vissuto tra la fine del 1800 ed inizi del
1900. Un altro elemento strano è il nome del maestro Leung Yee Tai
che stranamente coincide con il nome di un celebre maestro di Wing
Chun vissuto alla fine del 1800, cioè Liang Erdi (梁二娣).
Questa storia, come altre che analizzeremo in seguito rivelano una
certa commistione con storie di altri stili del Sud che poco hanno
invece a che vedere con il Dasheng Piguamen.
Questo è il lignaggio nel Tai Shing
Men che si riscontra in tutte le fonti dello stile: Ditangquan →
Kau Sze (Kou Si, 寇四)→ Ken
Tak Hoi (Geng Dehai, 耿德海).
l'articolo Dasheng Piguamen Neirong oltre a Geng Dehai 耿德海
afferma che Kou Si insegnò a Pan Delin 潘德林,
Gao Jun 高俊, He Debao 何得寶
e Li Hong 李鴻.
Il Piguaquan è uno stile del Nord
della Cina, praticato nell'area di Cangzhou in Hebei. L'articolo Tai
Shing Pek Kwar
afferma che
Ma Chi Ho, sviluppò lo
stile Pek Kar (Piguaquan). Una famiglia Ma
di famosissimi praticanti di
Piguaquan fu quella a cui appartenevano Ma Fengtu e Ma Yingtu. Essi
appresero questo stile dal padre Ma Jieyuan (马捷元),
che a sua volta lo avrebbe appreso dal padre Ma Huatang (马化堂)
oppure da Huang Linbiao (黄林彪).
Le storie seguenti che indicano Ma Chi
Ho come fondatore del Piguaquan (stile antico del Nord della Cina),
come avvenuto per il Dashengmen lo inseriscono in un contesto del Sud
della Cina, con riferimenti geografici e nominali difficilmente
verificabili. Le riportiamo in quanto circolano negli ambienti
marziali, anche se è difficile risalirne anche alle fonti. Qualcuno
riferisce che
Ma Chi Ho
iniziò la pratica delle arti
marziali all'età di sette anni sotto l'insegnamento di un suo zio di
nome Chan Chuen Wu il quale era istruttore del clan ed era stato uno
dei praticanti nel tempio di Shaolin del Sud nella provincia di
Fukien (Fujian).
Dopo una decina di anni, visti i grandi progressi di Ma Chi Ho, lo
zio, anche in conseguenza dell'età avanzata, lo portò da un suo
vecchio compagno di nome Lee Mau Tan, abate nel Tempio Taoista della
città di Fa Hai nel Qingdao. Lo stile che Lee Mau Tan insegnava
nasceva da un particolare sistema di Kung Fu conosciuto come Lee Kwar
(Lijiaquan). Dopo una dimostrazione delle sue qualità, Ma Chi Ho
venne accettato come allievo. Il giovane Ma Chi Ho rimase con il
Maestro Lee per un periodo di quattro — cinque anni durante i quali
apprese le tecniche del Lee Kwar, conosciuto per le caratteristiche
dei pugni a corta distanza diretti, e per i calci molto potenti dalla
vita in giù. Passato questo periodo di formazione, Lee Mau Tan diede
a Ma Chi Ho una lettera di raccomandazione per uno dei più
importanti maestri dell'epoca, il monaco Fok Pek, intimo amico del
monaco Lee Mau Tan. Fok Pek accetta Ma Chi Ho che, per un periodo di
sei anni, studia diligentemente lo stile del Maestro Fok
caratterizzato da tecniche di palmo, da tecniche circolari e da
tecniche di calci simili all'Hung Gar, ma più dolce e rilassato
rispetto a questo. Ritornato a Fa Hai passò quasi un anno
riordinando tutto il suo sapere e fondando un nuovo sistema che
chiamò Pek Kwar in omaggio ed alla memoria dei suoi maestri. Il suo
stile si caratterizzò per le posizioni basse, l'uso delle braccia
come se fossero armate di asce, l'utilizzo di percorsi circolari e
linee di attacco angolate e movimenti veloci e potenti.
La prima scuola l'aprì a Fuen Fok ed
iniziò l'insegnamento del suo stile. Nello stesso periodo aprì una
clinica medica dove sviluppò anche le sue conoscenze della medicina
cinese.
Dopo quattro o cinque anni, ritornò
nella sua città natale di Fa Hai, dove riprese ad insegnare. Qui
conobbe Ken Ming Kwai
che divenne suo allievo ed al
quale insegno il Pek Kwar. Quest'ultimo ebbe un figlio, Gang Yung
Kwai, anch'egli esperto di Pek Kwar che sposò Hue Fang, figlia
di un noto mercante di Fatshan che diede alla luce due figli maschi:
Yim Sing Pak (che morì pochi mesi dopo la nascita) e Ken Tak Hoi.
Questo è il lignaggio di Piguaquan che
si deduce da Tai Shing Pek Kwar: Ma Chi Ho→ Ken Ming Kwai → Ken
Yung Kwai (Geng Ronghui, 耿榮貴)→
Ken Tak Hoi (Geng Dehai, 耿德海)
Chan Kai Leung afferma, senza però alcuna conferma esterna alla
scuola Tai Shing Pek Kwar, che Kan Wing Kwai (dovrebbe trattarsi di
Ken Ming Wai) era il maestro più famoso di Piguaquan della sua
epoca. Chan Kai Leung afferma anche che egli apprese lo stile
all'interno della sua famiglia, al contrario dell'articolo da cui è
stato preso il lignaggio precedente.
Ken Tak Hoi
(Geng Dehai, 耿德海)
all'età di 13 anni, dopo la morte dei genitori si recò a vivere
come laico nel monastero Chin Wan Ji (monastero della Nuvola Verde,
青云寺, Qingyunsi). Durante
la sua permanenza al monastero condensò lo spirito della filosofia
del Pek Kwar in quattro principi. Dopo aver trascorso alcuni anni nel
monastero della Nuvola Verde, Ken Tak Hoi si recò a trovare lo “zio”
(il termine zio è usato per riferirsi a persone per le quali si
nutre un profondo rispetto) Kau Sze, fraterno amico del padre. Fu
così che Kau Sze prese sotto la sua protezione Ken Tak Hoi.
Quest'ultimo si dimostrò un discepolo diligente ed impegnato
ottenendo grandi miglioramenti nella pratica delle arti marziali.
Maturate le sue conoscenze, Ken Tak Hoi
unificò lo stile Tai Shing con lo stile Pek Kwar aprendo
successivamente numerose scuole a Canton e ad Hong Kong. Nacquero
così due correnti diverse dello stile Tai Shing Pek Kwar, una con
base a
Canton
ed a capo il Maestro
Chui Kwong Yuen
e l'altra con base ad
Hong Kong
ed a capo i Maestri
Chan Sau Chung
e
Cho Chi Fung. In queste due
scuole studiarono e si svilupparono gli attuali maestri del Tai Shing
Pek Kwar.
Con una buona reputazione di potenza e
ferocia, la scimmia affronta animali di ogni taglia e peso facendo
della crudeltà e dell'aggressività il punto di forza del suo metodo
di combattimento. La boxe della scimmia è fra le più esoteriche
forme di combattimento ed il suo obbiettivo è dominare e battere
l'avversario impegnandolo in un flusso ininterrotto di azioni e
reazioni. Questa strategia di combattimento viene condotta da
posizioni basse e raccolte.
Nello studio dello stile della scimmia
esistono molti principi che ogni praticante deve sviluppare.
- Sorprendere l'avversario. Il praticante dello stile scimmia, attacca in velocità usando potenti tecniche ed impegnando l'avversario in una lotta senza quartiere colpendo le zone del corpo fino ad atterrarlo e sconfiggerlo.
- Sviluppare la mobilità. Lo stile scimmia permette di essere mobili nel combattimento corpo a corpo a breve distanza. Il praticante ha la possibilità di controllare il cambio della direzione ogni volta, spostandosi da una parte all'altra o manovrando anche in circolo intorno al suo nemico. Molti dei movimenti della scimmia tendono a bloccare un avversario con attacchi dal suolo. Quando si crea un'apertura nella guardia nemica, bisogna usare tutta la velocità possibile per risolvere lo scontro. La confusione creata, spesso disorienta l'avversario, il che vi permetterà di portare un contrattacco a piena potenza. Posizioni basse combinate con movimenti evasivi sono i principi base da osservare nei confronti dell'avversario.
- Imparare a combattere a terra. Lo stile scimmia offre ai suoi allievi una tecnica non disponibile in altri stili. Cioè l'abilità di difendersi e la conoscenza delle tecniche di combattimento al suolo.
- Sviluppare l'imitazione. C'è distinzione tra imitare una scimmia e diventare una scimmia. Pur ammirando le esibizioni acrobatiche degli stilisti della boxe della scimmia nelle competizioni è da considerare queste performance delle ripetizioni di sequenze che mimano i movimenti della scimmia. Quando si applica una tecnica, invece, si diventa una scimmia, non si interpreta un ruolo, ma si assume la mentalità dell'animale. Raggiungere tale livello richiede anni di lavoro per liberarsi dai limiti umani e tornare agli atavici istinti animali.
Il Tai Shing Pek Kwar è suddiviso in
cinque diversi settori, che
come abbiamo visto, nel loro insieme prendono il nome di Wulu
Houquan. Uno per ognuno dei tipi di scimmia individuati da Kau Sze
durante la sua osservazione del comportamento delle scimmie fatta
quando era ancora in prigione. Essi sono: la scimmia alta (qi hou ),
la scimmia di pietra (shi hou ), la scimmia ingannevole o perduta (mi
hou ), la scimmia di legno (mu hou ) e la scimmia ubriaca (zhui hou
). Ognuno di questi settori riflette una particolare capacità delle
scimmie:
- la leggerezza o temerarietà (輕, 轻, qīng, ch'ing),
- l' agilità o destrezza (靈, 灵, líng, ling),
- la capacità di assalire (撲, 扑, pū, pu),
- l' astuzia (刁, 刁, diāo, tiao),
- la capacità di cadere (跌, 跌, diē, tie).
In
altre parole il Tai Shing ha i suoi principi di manovra per
afferrare, eseguire le cadute, lanciare un attacco e per saltare ed
girarsi con leggerezza. Questi principi comprendono tecniche di
attacco diretto ed indiretto, nonché tecniche elusive ed
imprevedibili, per muoversi furtivamente ed essere distruttivo
nell'azione. Ciascuno di questi principi viene impiegato nelle cinque
sezioni, anche se poi ciascuna scimmia ha un suo unico singolare
metodo di lotta. Secondo Dasheng Piguamen Neirong[8] questi settori
sono il retaggio del Dashengmen di Kou Si.
In alcune classificazioni
si fa anche riferimento ad un
ulteriore sesto settore denominato la scimmia furba che però è
stato assorbito nel settore della scimmia perduta.
La scimmia alta (企猴)
non oscilla come le altre, ma utilizza posizioni più convenzionali.
Il suo stile si adatta al combattimento a lunga distanza e tende, nei
suoi attacchi, a colpire i punti vitali dell'avversario. Tra i Tao Lu
di questa sezione si possono ricordare le forme Tang Li Jie
caratterizzate dal loro lavoro sulla respirazione.
La scimmia di pietra usa la forza
fisica per contrastare il suo avversario. È certamente il settore in
cui la scimmia sviluppa maggiormente il lavoro di potenza utilizzando
il metodo del corpo di acciaio della scimmia. Tao Lu come la forma
Shih Hou Chuan (il pugno della scimmia di pietra) evidenziano la
potenza delle tecniche sviluppate in questa sezione.
La scimmia perduta o ingannevole guarda
spaventata e confusa per ritrovare la via smarrita e ricongiungersi
al proprio gruppo. Intanto però tenta di mangiare tutti i frutti e
gli insetti che trova nel nuovo territorio, mentre si guarda
nervosamente intorno. Ma questa è un'apparenza. La scimmia perduta è
rapida nei movimenti sia nel lavoro dei piedi che in quello delle
braccia e per il suo avversario è difficile seguirla e rispondere ai
suoi attacchi. Essa illude l'avversario inducendolo in un falso senso
di sicurezza ed aspetta per attaccarlo nel momento più opportuno. La
grande mobilità di questa sezione è evidenziata in Tao Lu quali le
forme Tao Du Chao nelle quali la rapidità degli spostamenti
disorientano il nemico come anche lo scambio continuo tra posizioni
alte e basse.
La scimmia di legno è un combattente
molto aggressivo e non mostra mai paura di fronte al suo avversario.
Essa utilizza movimenti tranquilli e misurati sempre in cerca di un
varco nella difesa avversaria. Quando attacca è così aggressiva che
il suo nemico difficilmente riesce a resistere ai suoi assalti
diretti al viso o ai punti vitali. Tra i Taolu di questa sezione sono
da ricordare la forma Xiao Meihuaquan (in Wade Gilles Hsiao Mei Hua
Chuan) che si sviluppa affrontando avversari provenienti da diverse
direzioni, la forma Pugilato della traccia perduta (Mizongquan) (迷綜拳,
迷综拳,
mízōngquán, mi tsung ch'uan) e la forma antica Fang Chuan.
Il settore della Scimmia Ubriaca è il
primo che viene descritto dalla Dasheng Piguamen Guoshu Zonghui che
lo considera anche il più importante. Sempre la stessa fonte
riferisce che Geng Dehai era particolarmente versato proprio in
questo settore. Tale settore vuole imitare una scimmia che quando si
ubriaca diventa imprevedibile nel suo comportamento. Essa sembra aver
perso il controllo e si muove in modo incontrollato alternando
movenze lente e morbide a movimenti duri perdendo l'equilibrio nel
modo di muoversi e cadendo anche a terra. La scimmia ubriaca è però
capace di eseguire attacchi potenti e ben diretti privilegiando gli
occhi, la gola, i testicoli. Quando essa è a terra attende
implacabile il suo nemico, pronta a lanciare attacchi devastanti alle
sue ginocchia o all'area dei testicoli. Nello stile della scimmia
ubriaca si evidenzia l'uso dell'energia interna rispetto agli altri
settori. È certamente il settore più complesso da imparare, ma
certamente è quello più potente e devastante. La fluidità e la
morbidezza delle tecniche di questa sezione come anche l'alternanza
di movimenti lenti e di tecniche esplosive si evidenzia nei suoi
Taolu tra i quali ricordare, a titolo di esempio, le forme Hou Quing
Shi, Hou Huan Shi, Hou Zhang She, Hou De Han, Hou Wei Shi, Hou Yu Bei
o le forme Hou Huan Ti (Il Re delle Scimmie) con le loro spettacolari
movenze.
Complessivamente nel Tai Shing Pek Kwar
si contano, nelle cinque sezioni, oltre 160 Taolu tra quelli a mano
nuda e quelli con le armi.
L'arma principe dello stile Tai Shing
Pek Kwar è certamente il bastone (Kun). Questo viene utilizzato
sviluppando tecniche potenti e di ampio respiro. Tra i Taolu di
bastone le forme Hou Zhang Kuang (la scimmia pazza) la forma del
bastone d'argento.
Altre armi utilizzate sono la sciabola
(Tao Lu di scimmia ubriaca), la spada o la doppia spada uncinata (Tao
Lu del tornado).
Elementi del Tai Shing Pek Kwar sono
stati utilizzati anche all'interno di altri stili di combattimento
influenzandone la struttura. Il caso forse più evidente è quello
dello stile della mantide religiosa (tanglangquan) che ha derivato
tutto il lavoro delle gambe e degli spostamenti dallo stile della
scimmia.
Anche nell'Hung Gar ci sono riferimenti
al Tai Shing Pek Kwar. In particolare esiste una forma di bastone
chiamata "il bastone del re delle scimmie" praticamente
identica nei due stili. Esiste inoltre, nell'Hung Gar, una forma di
sciabola chiamata "la sciabola del Tai Shing Pek Kwar".
Questi riferimenti lasciano intuire che tra maestri dei due stili
devono esserci stati degli stretti contatti che hanno portato a degli
scambi.
Il Tai Shing Pek Kwar giunge in Italia
con il Maestro
Mou Ping
(1902 - 1984) negli anni '70. Il
Maestro Mou Ping, appartenente alla quinta generazione della scuola
di Canton, avendo militato nell'esercito nazionalista fugge dalla
Cina per evitare la repressione del regime comunista. Nel suo
peregrinare, Mou Ping, giunge prima in Svizzera, passa poi in Italia
dove vive per un breve periodo a Reggio Calabria e si stabilisce
definitivamente in Francia nella città di Tolone dove morirà.
In Italia fa la sua conoscenza il
Maestro
Fulvio Firmaturi
(1951 -) di Palermo. Il Maestro
Mou Ping lo accetta quale allievo diretto e Firmaturi studia con lui
e con il figlio divenendo un Maestro della 6ª generazione che
insegnerà lo stile nella città di Palermo.
Ad oggi quindi lo stile sopravvive
negli Stati Uniti (ramo di Hong Kong) ed in Italia, a Palermo (ramo
di Canton) con i Maestri appartenenti alla 7ª generazione tra il
quale Umberto Garofalo e i suoi discepoli che apparterranno all'8ª
generazione del tai shing pek kwar