sabato 13 maggio 2017

Lotta

Giacobbe che lotta con l'angelo, un'illustrazione di Gustave Doré (1855).



La lotta (anticamente "lutta", dal latino lŭcta) consiste nel combattimento corpo a corpo tra due avversari o anche la fase del combattimento in cui i due contendenti finiscono avvinghiati in contatto diretto. Il termine si riferisce in particolare a tecniche, movimenti e contromosse applicate al fine di ottenere un vantaggio fisico, come posizioni di dominanza, uscite e sottomissioni, o per infortunare un avversario. Viene studiata e praticata soprattutto per sport e competizioni agonistiche, ma anche nelle arti marziali, per difesa personale o per addestramento militare. Esistono molti stili di lotta ognuno con regole diverse sia tra gli sport tradizionali (la lotta popolare) che tra le discipline di combattimento moderne; ognuna adotta un vocabolario ed una terminologia diversa anche in occasione delle stesse tecniche ed azioni, questo perché ognuno di essi possiede una propria storia ed ha risentito del condizionamento culturale della società in cui si è evoluto.


Storia della lotta


Dettagli di scene di lotta nella tomba 15 (Baqet III) a Beni Hasan.



La lotta è una delle più antiche forme di combattimento. Le origini della lotta possono essere fatte risalire fino a 15.000 anni fa tramite dipinti sulle pareti di caverne in Francia. Reperti archeologici babilonesi e egizi mostrano lottatori utilizzare gran parte delle tecniche note nelle attuali competizioni sportive. Nell'antica Grecia, la lotta occupava un posto rilevante nella leggenda e nella letteratura; vi sono riferimenti già nell'Iliade, nella quale Omero racconta di scontri di lotta avvenuti nel contesto della guerra di Troia fra il XIII e il XII secolo a.C. Sotto certi aspetti brutali, la lotta greca era la disciplina principale negli antichi giochi olimpici. L'antica Roma attinse pesantemente dalla lotta greca, ma ne eliminò parte della sua brutalità e del suo carattere "sportivo" a favore di un approccio più orientato alla formazione psicofisica dei cittadini e dei soldati.
Durante il Medioevo, la lotta rimase popolare a livello regionale e venne patrocinata da molte famiglie reali, incluse quelle francesi, giapponesi ed inglesi. Tecniche lottatorie sono descritte nei manuali di arti marziali europee del Rinascimento, come mezzo di difesa personale integrante l'uso di tecniche di scherma. In oriente, invece, l'addestramento militare, come per esempio quello delle guardie imperiali cinesi o dei samurai, comprendeva l'uso di tecniche corpo a corpo in caso si fosse perduta l'arma, come nello shuai jiao o nel jujutsu. Forme di lotta tradizionale si sviluppano in numerose parti del mondo, dalla Scandinavia all'India.
Le prime colonie americane importarono una forte tradizione lottatoria dall'Inghilterra. I coloni trovarono forme di lotta anche fra i nativi americani. La lotta amatoriale fiorì attraverso i primi anni degli Stati Uniti e divenne un'attività popolare in fiere, festività, celebrazioni ed esercitazioni militari. Il primo torneo nazionale organizzato di lotto fu tenuto a New York nel 1888, mentre la prima competizione di lotta nei moderni Giochi Olimpici si tenne nel 1904 a Saint Louis.
Nel 1912 viene fondata la Federazione Internazionale delle Lotte Associate (FILA), ad Anversa. Recentemente è stata rinominata in United World Wrestling.
Nel corso del XX secolo si sono differenziate numerose nuove discipline sportive lottatorie (sia di tradizione occidentale, che orientale), come anche spettacoli puramente d'intrattenimento confluiti nel pro wrestling.
Attualmente la United World Wrestling, sotto la giurisdizione del Comitato Olimpico Internazionale, ha riconosciuto nell'ambito sportivo le seguenti specialità come stili internazionali ufficiali, stabilendone regole uniche e gestendone incontri sportivi a livello mondiale:
  • Lotta greco-romana;
  • Lotta stile libero;
  • Lotta femminile;
  • Beach Wrestling;
  • Pancrazio;
  • Grappling;
  • Belt Wrestling.
Esistono comunque numerosi stili folkloristici tradizionali che fanno parte della Lotta popolare, nonché alcune arti marziali e sport da combattimento vari basati sulla lotta.

Tecniche di lotta

Le tecniche di lotta possono essere suddivise in queste categorie:
  • lavoro in piedi: ha luogo quando entrambi i competitori sono in piedi ed utilizzano prese applicate alla parte superiore del corpo dell'avversario, per condizionarne il comportamento o effettuare determinate altre tecniche. Consiste in prese e controlli di polsi, gomiti, e nuca, opposizioni con il petto, cintamenti e così via. Il lavoro in clinch è generalmente usato per preparare o per difendersi da proiezioni, ma in certe specialità anche per poter colpire l'avversario più efficacemente, oppure per cercare poi di afferrare l'avversario in una sottomissione. La lotta greco-romana è la disciplina del clinch per eccellenza.
  • Proiezioni: una proiezione è utilizzata dal lottatore per manipolare l'avversario (sbilanciandolo o sollevandolo) generalmente da una posizione in cui sono entrambi in piedi ad una al suolo, tutte prevedono comunque che l'esecutore mantenga una posizione di vantaggio o relativo controllo rispetto all'avversario. Lo scopo delle proiezioni varia a seconda delle discipline a volte enfatizzando il potenziale di incapacitare direttamente l'avversario con la caduta (in questo caso la schienata viene considerata KO e determina la fine dell'incontro), oppure indirizzando verso la possibilità di ottenere una posizione di controllo, per esempio per applicare una sottomissione. Si considera una proiezione anche quando il lottatore solleva il suo avversario e lo manovra forzatamente in aria verso il suolo, anche lanciandolo; se l'esecutore rimane in piedi e non segue l'avversario a terra, il lancio viene di solito definito slam, altrimenti throw secondo la terminologia inglese ma per la sua pericolosità è vietato in alcune discipline. Esistono anche sollevamenti e proiezioni applicabili da una posizione al suolo.
  • Immobilizzazioni e controlli: con questi termini si definiscono aspetti notevolmente differenti da disciplina a disciplina perché sono influenzate dalle finalità di ciascuna di esse in alcune un'immobilizzazione implica il trattenere un avversario da una posizione in cui non può attaccare, in altre comporta una vittoria immediata se mantenuta per un certo periodo di tempo, in altri invece è considerata inattività e può comportare la ripresa dell'incontro da una posizione libera (con eventuale sanzione per chi manteneva la staticità) ma può anche essere considerata una posizione di dominanza ricompensata con punti. Altre tecniche di controllo sono utilizzate per mettere faccia a terra l'avversario di modo da evitare che possa scappare o attaccare, oppure per mantenere una posizione di guardia da una situazione svantaggiosa come quando si è al di sotto dell'avversario. In questo senso un tipo di controllo viene detto turnover e viene usato per muovere e spostare un avversario che è pancia a terra o chiuso su sé stesso al fine di ottenere punti, preparare una presa o ottenere una posizione di maggior vantaggio.
  • Sottomissione: ne esistono di due tipi, le costrizioni e le manipolazioni. Alle prime appartengono tutte quelle tecniche che possono potenzialmente strangolare o soffocare l'avversario, le compressioni di muscoli o tendini sulle ossa, oppure in generale ogni tecnica che penetra o schiaccia punti sensibili (muscoli, organi, ghiandole). Alle seconde appartengono quelle tecniche che possono potenzialmente arrecare danno ad una giuntura o ad un'articolazione come torsioni, chiavi e soprattutto leve. In competizioni sportive, ci si aspetta che chi subisce una sottomissione tramite segnali verbali o gestuali (come il battere con la mano) si arrenda, ammettendo così la sconfitta poiché trattenuto in una presa da cui non può scappare. Chi viene sottomesso e si rifiuta di "battere" rischia la perdita di sensi o un serio infortunio. In ambito di polizia o di difesa personale, si possono applicare prese di sottomissione per bloccare un soggetto pericoloso o impedire la fuga di un criminale; in questo caso, più che di sottomissione, si parla in genere di controllo doloroso o presa da capacitanza dolorosa ("pain compliance hold"). Queste tecniche possono causare dislocamenti, strappi, fratture, perdita di sensi e persino morte.
  • Fughe: in senso generale, una fuga si ottiene muovendosi fuori da una situazione di rischio o da una posizione di inferiorità; per esempio quando un lottatore si trova al di sotto del suo avversario ma riesce ad uscire dalla posizione, oppure quando da terra riesce a rialzarsi, o quando sta per subire una sottomissione ma riesce a prevenirla e ad evitare la presa.
  • Ribaltamenti e spazzate: in genere occorrono quando un lottatore che si trova al suolo al di sotto di un altro riesce ad eseguire una mossa che gli consente di ottenere una posizione di vantaggio sull'avversario.

Tipi di lotta




Presa in vita nella lotta in piedi



Ci sono molti differenti stili regionali di lotta sparsi nel mondo che sono praticati in una ristretta area geografica o nazione, come la malla-yuddha indiana o la s'istrumpa sarda. Altri stili di lotta come lo shoot wrestling, il catch wrestling, il submission grappling, il Brazilian jiu-jitsu, il judo, il sambo, la lotta libera e la lotta greco-romana hanno invece ottenuto popolarità a livello globale. Il judo, la lotta libera e la greco-romana hanno ottenuto lo status di sport olimpici, mentre il jiu-jitsu brasiliano e il sambo hanno i loro campionati mondiali. Altri tipi di lotta conosciuti sono la luta livre, lo shuai jiao, l'aikido, l'hapkido e il beach wrestling. In queste discipline, l'obiettivo è o di portare al suolo l'avversario e bloccarlo, oppure di afferrarlo con una presa specializzata per sottometterlo e costringerlo ad arrendersi mediante un segnale (in genere, battere una mano). Sostanzialmente le tecniche utilizzate sono le stesse (con eventuali varianti nelle prese a seconda dell'indumento usato), poiché il corpo umano rimane lo stesso così come i modi di manipolarlo, a differenziare le varie discipline è più che altro il regolamento nelle competizioni che influisce su quali utilizzare e su come giungere ad esse.
Oltre che per l'eventuale fine (autodifesa o agonismo) gli stili di lotta trovano numerosi distinguo: i combattimenti si possono focalizzare sul controllo diretto e fisico dell'avversario, sul suo atterramento, ma possono essere specializzate in tecniche di sottomissione, o per il fatto che vengono combattute prevalentemente in piedi o a terra. Un'ulteriore differenziazione viene fatta in base all'abbigliamento con cui vengono praticate: la lotta olimpica viene praticata con uno specifico costumino o singlet, mentre le lotte provenienti dall'oriente si catalogano in "gi" o "no-gi" (se si veste o meno il budogi), ma ovviamente ogni altro stile di lotta possiede un abbigliamento proprio, caratteristico del folklore e della società di appartenenza.

Abbigliamento per lottare

Esistono grosso modo due modi per vestirsi nel praticare lotta, che possono influenzare la gamma di tecniche utilizzabili e il modo di esecuzione del confronto: in un caso si pratica con una giacca apposita, come per esempio il keikogi nelle discipline orientali o la kurtka nel sambo, o un pantaloncino in juta con le gambe arrotolate su cui si effettuano le prese nello Schwingen svizzero, un gilèt variopinto nella boke mongola, un particolare perizoma detto mawashi nel sumo, specifici bermuda in pelle nella lotta all'olio turca Kırkpınar e così via. In alternativa si può non utilizzare tale indumento per consentire prese.
In questi casi l'abbigliamento viene utilizzato per eseguire le prese, mentre nelle discipline olimpiche che si rifanno alle lotte antiche (che venivano praticate nudi), si indossano costumi attillati (troppo leggeri per effettuarci delle tecniche) che quindi enfatizzano il controllo diretto del corpo usando solo le prese e gli agganci naturali; è chiaro che non esiste una regola univoca e in alcune forme di lotta si combatte a petto nudo. Anche le calzature comunque fanno parte delle "divise" dei lottatori si svaria dalla pratica a piede nudo, all'utilizzo di stivali, scarponi o scarpette sportive specifiche.
La forma comprensiva di un giacchetto, spesso detta "gi" per estensione del termine usato nelle discipline di origine orientale, spesso utilizza prese sugli indumenti (in alcuni casi anche sulle cinture) per controllare il corpo dell'avversario, mentre le forme "no-gi", più proprie della tradizione occidentale, enfatizzano il controllo diretto di torso e testa usando solo le prese naturali del proprio corpo. Anche se l'uso di un giacchetto è obbligatorio nelle competizioni di judo, di sambo e gran parte di quelle di BJJ, così come in molte varietà di lotta popolare (o "folk wrestling") nel mondo, molti atleti si allenano anche senza, in genere per affinare la capacità di presa non avendo un indumento da afferrare. Non viene usato invece in discipline come la lotta olimpica o il submission grappling no-gi, dove gli atleti indossano al massimo tute aderenti come la rash guard o il singlet, che non consentano di essere sfruttati per applicare tecniche. In alcune forme di wrestling si compete addirittura a petto nudo, indossando solo dei pantaloncini; nel sumo, si indossa solo un perizoma, detto mawashi.

Lotta in piedi e al suolo

La distinzione più ricorrente per la lotta è relativa al suo essere applicata in piedi o a terra.
Più specificatamente la lotta in piedi, spesso impropriamente indicata con il termine inglese di clinching (che è un'azione che fa parte invece della lotta in piedi), è parte integrante di qualsiasi arte di lotta, considerando che di solito i due combattenti iniziano l'incontro da una posizione in piedi. L'obbiettivo della lotta in piedi varia quindi a seconda dell'arte marziale o dello sport da combattimento di riferimento. Una lotta in piedi difensiva concerne di per sé con l'applicazione di prese dolorose o lo scappare da esse, mentre una lotta in piedi offensiva include trapping, proiezioni, lanci, intesi per infliggere seri danni o per spostare il combattimento al suolo. La lotta in piedi può essere anche impiegata sia offensivamente che difensivamente in combinazione con lo scambio di colpi, o per impedire all'avversario di ottenere una distanza sufficiente per poter lui stesso usare le percussioni.

Nel judo, l'obbiettivo del ne-waza è di immobilizzare l'avversario schiena a terra, in alternativa si può effettuare uno strangolamento o una leva agli arti superiori.



La lotta a terra si riferisce a tutte le tecniche di lotta applicate quando i due lottatori non si trovano più in una posizione in piedi. Gran parte di molte arti marziali e sport da combattimento che includono la lotta al suolo consiste nel posizionamento e nell'ottenere una dominanza sull'avversario. Questa situazione (di solito al di sopra di esso) consente al lottatore in posizione di vantaggio una vasta gamma di opzioni, come: cercare di fuggire rialzandosi, ottenere un'immobilizzazione per controllare e sfiancare l'opponente, eseguire una tecnica di sottomissione come una leva, o colpirlo velocemente. Il lottatore a terra, d'altra parte, si concentra principalmente nell'uscire dalla situazione e migliorare la sua posizione, di solito con un ribaltamento. In alcune discipline, in particolare quelle che utilizzano una posizione cosiddetta di guardia, il lottatore a terra può riuscire ad applicare una sottomissione a chi è situato sopra di lui.
In ambito sportivo, la lotta in piedi di solito riguarda il proiettare efficacemente l'avversario. In alcune specialità come la glima, il combattimento finisce appena l'avversario è caduto. In altre, l'incontro può continuare al suolo finché non vengono incontrate alcune condizioni (come una sottomissione o un'immobilizzazione): Per esempio, nella lotta olimpica si cerca di far poggiare l'avversario con la schiena a contatto con la superficie del tappeto o proiettarlo con grande ampiezza per vincere; nel judo lo scontro in piedi detto randori cerca una proiezione perfetta sull'avversario per ottenere la vittoria o ippon, qualora egli finisca a terra ma senza schienata si può passare ad un lavoro a terra detto ne-waza in cui si cerca di immobilizzarlo schiena a terra per un determinato periodo di tempo o sottometterlo. Sportivamente esistono anche discipline di sola lotta a terra, o nelle quali si può ottenere la vittoria solo a terra, è il caso per esempio del Submission Grappling e del Brazilian jiu-jitsu, che si concentrano su tecniche di sottomissione. Per contro, la lotta greco-romana è la disciplina del clinching per eccellenza.

Lotta come dominio fisico o come sottomissione

La lotta può essere categorizzata anche in base al suo concentrarsi sul controllo fisico oppure sulla sottomissione. Questa distinzione era già nota nell'antichità, in epoca classica per esempio venivano definite come lotta canonica oppure pancreatoria. Fra le discipline appartenenti al primo ambito ci sono il sumo, la lotta libera o la sua meno nota variante beach wrestling (uno stile basato sulle tecniche della lotta libera ma a differenza di quest'ultima è vietato il combattimento a terra, l'intento delle federazioni che organizzano i tornei di lotta sulla spiaggia è quello di promuovere e diffondere il wrestling anche al di fuori delle palestre, sfruttando un ambiente di gara naturale e molto popolato). Sono competizioni in cui si ottiene la vittoria in genere schienando l'avversario o facendolo uscire fuori da un'area delimitata, incoraggiando in genere proiezioni e lavoro di controllo. Fra le discipline appartenenti al secondo ambito, vi sono il Brazilian jiu-jitsu, la luta livre e il submission grappling, nei quali la vittoria è invece data dalla resa dell'avversario che subisce una sottomissione e incoraggiano un tipo di lavoro (soprattutto a terra, ma non necessariamente) finalizzato a conseguire ciò. Il sambo cerca di esplorare entrambi gli ambiti con diverse gradazioni, a seconda della specialità di sambo.
Questa appena descritta si tratta di una distinzione che nella lingua italiana non viene definita, dato che si utilizza generalmente per tutto il solo termine "lotta" proveniente dal latino lucta. Ma nei paesi anglosassoni (soprattutto Regno Unito e Stati Uniti), dove esiste una florida e datata tradizione di lotta, e dai quali provengono i principali atleti e campionati, si impiegano diversi termini utilizzati anche nei circuiti internazionali e che a volte possono generare confusione.


Due lottatori liberisti in azione.



Nella lingua inglese si utilizza in genere il famoso termine "wrestling" per definire quella parte della lotta consistente in clinching, proiezioni, lanci, prese ed immobilizzazioni, dove due avversari ingaggiano una competizione fisica in cui cercano di ottenere e mantenere una posizione di dominanza. La parola si riferisce soprattutto alla lotta olimpica, che viene definita in genere "amateur wrestling", in Italia il termine viene associato in genere solo agli spettacoli del "professional wrestling" che sono una forma di show che non va confuso con le competizioni lottatorie propriamente dette. Il termine proviene dall'Inglese antico ed è una delle parole inglesi più remote nel tempo per descrivere il combattimento corpo-a-corpo. Il dizionario Merriam-Webster lo definisce come "uno sport o competizione in cui due individui disarmati combattono corpo-a-corpo per soggiogare o sbilanciare l'altro".
Esiste però anche il termine "grappling", che in inglese indica la lotta in generale in ogni suo aspetto, ma che a volte (e soprattutto in Italia) viene inteso riferendosi alla sola parte della lotta consistente in tecniche di sottomissione (strangolamenti, soffocamenti, leve, chiavi e torsioni) e in tecniche operanti per poter applicare le prime (che non sono invece parte delle discipline di wrestling, a parte alcune eccezioni come il catch wrestling che ne ha adottate alcune nelle proprie regole).
A volte si associa impropriamente il termine wrestling alla lotta in piedi e erroneamente grappling a quella a terra, ma in realtà è possibile effettuare un "lavoro di wrestling" anche a terra così come leve o strangolamenti sono applicabili anche in piedi.

Aspetti fisiologici

Le discriminanti nell'approccio alla lotta è ciò che gli studiosi definiscono “intelligenza cinestetica” e capacità propriocettiva. L'intelligenza cinestetica consiste nella capacità  di un individuo di saper gestire il proprio corpo e di controllarne i movimenti, manipolare oggetti trasformarli e riorganizzarli, o nel caso della lotta controllare il corpo di coloro con cui si entra in relazione, osservare situazioni e riprodurle, programmare sequenze di azioni anche a livello astratto. È un'intelligenza che permette l'apprendimento attraverso il movimento (toccando oggetti, muovendosi, interagendo con lo spazio). La propriocezione è la capacità di percepire e riconoscere la posizione del proprio corpo nello spazio e lo stato di contrazione dei propri muscoli, anche senza il supporto della vista. La propriocezione assume un'importanza fondamentale nel complesso meccanismo di controllo del movimento.
La natura stessa impone dei tempi di apprendimento di queste due capacità che rientrano in quei processi fondamentali dell'età evolutiva e che quindi rimangono più ostiche nell'età adulta, ma soprattutto la natura ci impone la metodica di apprendimento che in tutti i mammiferi è la lotta (la principale attività dei cuccioli per lo sviluppo psico-motorio).
È quindi sulla base di quanto scritto che in tutte le scuole professionistiche di sport di combattimento comprese quelle di MMA si attribuisce uno spazio molto ampio all'apprendimento delle tecniche lottatorie sia tra i professionisti che soprattutto nell'ambito giovanile ed infantile, come dichiarato poi dallo stesso Alessio Sakara in un suo intervento “consiglio ai giovani” (youtube).
La Lotta intesa come la Lotta Olimpica risulta essere la disciplina più utile all'apprendimento in sicurezza di queste abilità che poi saranno indispensabili nella pratica anche di discipline più cruente. Lungi questo dal voler sostenere che la lotta sia la più efficace tra le discipline di combattimento, ma soltanto che i fondamentali inerenti questa specialità sono oltre che fonfamentali anche più complessi e quindi da apprendere prematuramente.

Lotta "shoot" o "show"

Nei paesi anglosassoni, si distingue in genere fra la lotta praticata a livello agonistico, spesso identificata col collegiate wrestling e l'amateur wrestling (e che ricadono nell'ambito della lotta olimpica), e il "professional wrestling", che consiste in realtà in spettacoli d'intrattenimento, a volte seguenti anche un copione prestabilito. La lotta come "show" si è sviluppata in particolare nelle forme del pro wrestling, del puroresu e della lucha libre.

Uso

Il grado con cui le tecniche di lotta sono utilizzate nei differenti sistemi di combattimento varia. Alcune discipline, come il catch wrestling, il submission wrestling, il judo, il sumo, e il Brazilian jiu-jitsu sono esclusivamente arti di lotta e non contemplano l'esecuzione di colpi.

Matt Larsen, creatore del Modern Army Combatives Program, mostra uno strangolamento ad un avversario in addestramento.



Nel pancrazio antico invece la lotta era un tutt'uno con lo scambio di colpi e l'utilizzo delle mosse più efferate, comprese lo spezzamento delle dita o la possibilità di mordere. Odierni sport da combattimento come le arti marziali miste ed il Pancrazio moderno, sono le discipline che più si avvicinano a questa totalità consentendo agli atleti partecipanti di usare sia tecniche di lotta che percussioni, utilizzando l'una per poter applicare meglio le altre o viceversa le altre per giungere facilmente alla prima. I lottatori di lotta libera hanno conquistato il maggior numero di titoli in questa disciplina ibrida.
La lotta non è comunque consentita in tutte le arti marziali e gli sport da combattimento; di solito allo scopo di concentrarsi su altri aspetti del combattimento come le tecniche pugilistiche, i calci o l'uso di armi. Gli avversari in questi tipi di incontro, tuttavia, possono ancora entrare brevemente in una fase di lotta o comunque di contatto diretto per fatica fisica o dolore; quando ciò avviene, l'arbitro può intervenire per separarli e far ripartire lo scontro, a volte dando un avvertimento ad uno o entrambi i competitori. Ciò avviene per esempio nella boxe, nella kickboxing, nel taekwondo, nel karate e nella scherma. Una fase di grappling prolungata nella muay Thai comporterà anch'essa la separazione dei combattenti, ma l'arte studia intensamente l'utilizzo di tecniche di clinching attorno al collo.
Le tecniche di lotta e la difesa dalle tecniche di lotta sono anche considerati importanti nella difesa personale e nelle applicazioni di polizia. Le più comuni tecniche insegnate hanno lo scopo di difendersi da prese o applicare prese dolorose.

Khuresh, stile di lotta tradizionale di Tannu Tuva.



D'altra parte, la lotta consente di controllare un avversario senza arrecargli danno. Per questo motivo, molte forze di polizia ricevono un certo grado di addestramento nella lotta. A maggior ragione, gli sport di lotta sono stati regolamentati di modo da permettere ai partecipanti di competere con tutti i loro sforzi fisici senza dover infortunare gli avversari.
La lotta viene chiamata dumog nell'eskrima. Il termine chin na nelle arti marziali cinesi ha a che fare con l'uso della lotta per ottenere una sottomissione o incapacitare l'avversario (ciò può implicare l'uso dei punti di agopuntura). Alcun arti marziali cinesi, l'aikido e diversi sistemi di eskrima, così come molte arti marziali europee medievali e rinascimentali, contemplano la lotta quando uno o entrambi i contendenti sono armati e ne studiano l'applicazione in sinergia con l'uso di armi. Per esempio, un bastone può essere impiegato anche per effettuare uno strangolamento dopo una fase di scambio di colpi. Questa pratica è significativamente più pericolosa della lotta disarmata e richiede generalmente un alto livello di allenamento.
Alcuni artisti marziali, come i Dog Brothers, combinano la lotta con l'uso di armi.



venerdì 12 maggio 2017

Sottomissione

Risultati immagini per Sottomissione (lotta)


Con il termine presa di sottomissione (o più comunemente detta semplicemente sottomissione) si è soliti indicare in alcuni sport di lotta una presa applicata con lo scopo di infliggere dolore all'avversario, costringendolo ad arrendersi per via dello stesso o per timore di subire un infortunio. La resa può avvenire in due modi: a voce, dicendo chiaramente che si ha intenzione di cedere, o con almeno due colpi con la mano o con il piede sul tappeto o sul corpo dell'avversario.
Le sottomissioni sono utilizzate soprattutto nella lotta a terra e possono essere suddivise in costrizioni (strangolamenti, soffocamenti, compressioni) e manipolazioni (leve, torsioni, chiavi articolari). Quando utilizzate per la difesa personale o per ambiti di polizia (per esempio controllare un criminale), queste tecniche possono causare dislocamenti, strappi ai legamenti, fratture, perdita di sensi o persino morte.

Nelle discipline di lotta

Uso delle sottomissioni

Discipline (soprattutto sport da combattimento e arti marziali) che contemplano le sottomissioni sono:
  • Grappling
  • Jiu jitsu brasiliano
  • Catch wrestling
  • Judo
  • Jujutsu
  • Luta livre
  • MMA
  • Pancrazio
  • Pro wrestling
  • Puroresu
  • Sambo
  • Shoot wrestling
  • Shoot boxing

Tecniche

La stessa presa può essere chiamata in maniera diversa a seconda della disciplina o del paese. Alcuni dei nomi più comuni internazionalmente includono:

Manipolazioni

Dimostrazione di leva al braccio.



Qualsiasi stabilizzazione di uno o più punti articolari al loro raggio estremo di movimento.

Leve

Una leva opera applicando una forza potente su di un punto del corpo che si oppone alla resistenza esercitata dallo stesso, causando la rottura del punto anatomico che funge da fulcro.
Leva alla colonna vertebrale: tipo di leva applicata alla colonna vertebrale (in particolare al collo) che viene forzata oltre i propri limiti motori, di solito torcendo o piegando la testa o la parte superiore del corpo in posizioni innaturali.
  • Can opener: un tipo di leva al collo nella quale dalla posizione nella guardia chiusa dell'avversario si cerca di avvicinare la testa dell'avversario al suo petto.
  • Neck crank: leva al collo, applica pressione alle vertebre cervicali tirando o torcendo la testa.
  • Nelson: (un quarto, mezza, tre-quarti e completa): il braccio si avvolge attorno a quello dell'avversario, afferrando il collo.
  • Spine crank: applica pressione alla spina dorsale torcendo o piegando il corpo.
  • Twister: un tipo di leva che si applica al collo o alla spina dorsale.

Leva al braccio: termine generico per indicare una leva applicata al gomito o alla spalla.
  • Armbar: una leva che iperestende l'articolazione del gomito; nel judo viene chiamata jujigatame.
  • Kimura o Chicken wing: termine per vari tipi di leva, soprattutto fra i praticanti di Shoot wrestling e Jeet Kune Do.
  • Flying armbar: tipo di leva al braccio operato da una posizione in piedi.
  • Hammerlock: immobilizza il braccio dell'avversario dietro la schiena, con il polso orientato verso la spalla in leva. È una leva tipicamente usata come forma di controllo da parte di operatori di sicurezza e forze dell'ordine.
  • Kesa Ashi Gatame (Scarf hold armlock): tecnica originaria del judo, è una leva al braccio effettuata iperestendendo l'arto dell'avversario con la propria gamba mentre lo si sta controllando per mezzo di una kesa-gatame (scarf hold).
Un aikidoka mostra un controllo doloroso con leva al polso.

  • Wristlock (in portoghese Mâo de vaca): termine generico per le leve articolari al polso. La leva al polso è la tecnica per eccellenza dell'aikido e viene utilizzata in combinazione con chiavi articolari nel grappling e nel catch wrestling e come aggiunta ai controlli dolorosi per operazioni di polizia.
  • Small joint manipulation: leve applicate alle dita.

Leva alla gamba
  • Kneebar (Leva al ginocchio): una leva che iperestende il ginocchio.

Chiavi

Una chiave o keylock consiste in una torsione di una parte del corpo, particolarmente un arto, che viene girata come se fosse una chiave, in genere facendo perno su di un fulcro in maniera analoga ad una leva.
Armlock: indica genericamente la chiave per antonomasia che è applicata su braccia e spalle.
  • Americana: termine del grappling/BJJ per indicare una torsione laterale del braccio; nel judo viene chiamata ude garami.
  • Kimura: termine del grappling/BJJ per indicare una torsione mediale del braccio; nel judo viene chiamata gyaku ude garami.
  • Omoplata: termine del grappling/BJJ per indicare una torsione delle spalle utilizzando le gambe; nel judo viene chiamata ashi garami oppure sankaku garami.
Leglock: termine generico per chiavi effettuate alla caviglia, al ginocchio o alle anche.
  • Ankle lock o achilles lock: una chiave che iperestende la caviglia.
  • Heel hook: una chiave che ruota la caviglia.
  • Toe hold o americana al piede: un tipo di iperestensione della caviglia.

Strangolamento da dietro mostrato dai soldati delle Forze armate delle Maldive.



Costrizioni

Qualsiasi tipo di tecnica utilizzata per schiacciare parti del corpo come vasi sanguigni, vie respiratorie, organi o muscoli.

Strangolamenti e soffocamenti

Chokehold: termine generico per indicare una tecnica che schiaccia i vasi sanguigni del collo bloccando l'afflusso di sangue al cervello (strangolamento sanguigno), i nervi causando dolore (strangolamento nervoso) o la trachea impedendo di respirare (soffocamento).
  • Anaconda: tipo di strangolamento effettuato formando un triangolo attorno al collo con il braccio.
  • Ghigliottina: quasi una chiave alla testa, si applica di solito da davanti, afferrando il collo con le braccia e torcendo la testa.
  • Bulldog choke: identica alla ghigliottina ma effettuata alle spalle dell'avversario.
  • Gearlock: tipo di strangolamento.
  • Gogoplata: strangolamento effettuato combinando una presa con la gamba e le braccia, di solito effettuata da una posizione di guardia; nel judo viene chiamata kagato jime.
  • Locoplata: variante della gogoplata.
  • Rear naked choke (Mata Leão): termine generico per gli strangolamenti operati da dietro la schiena dell'avversario; nel judo viene chiamata hadaka jime.
  • Triangle choke: uno strangolamento che si effettua formando un triangolo con le gambe attorno al collo dell'avversario (nel judo viene chiamato sankaku jime)
  • Arm triangle choke (kata gatame): strangolamento che si effettua con le braccia.
  • North-South choke: strangolamento effettuato dalla posizione chiamata North-South (kami shio gatame), ovvero con entrambi gli atleti a terra ed i corpi rivolti in posizione opposta l'uno all'altro sulla stessa linea retta.
  • Von flue choke: tipo di strangolamento che si effettua applicando pressione sul collo con la spalla.

Gi Choke: termine generico per indicare gli strangolamenti effettuati grazie all'ausilio di un keikogi o abiti simili.
  • Ezequiel: l'inverso dello strangolamento al collo all'indietro, usando la parte interna del bavero per avere presa; nel judo viene chiamata sodeguruma jime.
  • Crosschoke: tipo di strangolamento con il gi usata soprattutto nel judo, gli atleti incrociano le braccia ad "X" e afferrano il gi dell'avversario o i suoi indumenti per strozzarlo.
  • Okuri eri jime: conosciuta nel judo come uno strangolamento con un solo bavero della giacca.

Triangolo effettuato durante un incontro di Brazilian jiu jitsu.

Compressioni

  • Achilles lock: una compressione del tendine di Achille.
  • Biceps slicer: una compressione al gomito e al bicipite.
  • Calf slicer: una compressione del polpaccio.
  • Nerve Hold: una compressione al trapezio.
  • Leg scissors: le gambe sono avvolte attorno al corpo e comprimono il torace o l'addome impedendo la respirazione.
  • Figura quattro: (chiamata anche triangolo al braccio, arm triangle o leg triangle) termine utilizzato per descrivere la posizione di braccia o gambe incrociate di modo da ricordare la forma del numero "4" mentre si afferra un avversario.




giovedì 11 maggio 2017

Combattimento al suolo




Anche se la guardia è in genere considerata una posizione di vantaggio nel grappling puro, i pugni in altri contesti possono essere molto efficaci da sopra
Il combattimento al suolo (anche lavoro a terra, lotta a terra o ground game) è una parte del combattimento che si svolge quando i due combattenti si trovano al suolo, in genere lottando. Il termine è usato comunemente nel contesto delle arti marziali miste e in altri sport da combattimento, ma anche in alcune arti marziali per indicare il set di tecniche impiegate da un combattente che si trova al suolo, in opposizione a quelle applicate in un combattimento in piedi.
La lotta al suolo è comune nel Brazilian jiu jitsu ed è molto esplorata anche nel Catch wrestling, nel Judo, nel Sambo, nello Shoot wrestling e molti altri stili lottatori.
In maniera simile al clinch, il combattimento al suolo implica che i due che si affrontano siano a stretto contatto, controllando e avvinghiandosi a vicenda tramite prese e posizionamenti. A seconda della posizione, la prossimità può permettere tecniche come morsi, strangolamenti, ganci, colpi agli occhi, chiavi articolari, tecniche con i punti di pressione o vari altri tipi di attacco e presa di sottomissione.


mercoledì 10 maggio 2017

Catch wrestling

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Il catch wrestling è uno stile di lotta popolare che si è sviluppato ed è divenuto popolare nel tardo XIX secolo. Lo praticavano i lottatori dei circhi itineranti, che vi avevano incluso anche tecniche di sottomissione.
Il catch wrestling deriva da un numero di differenti stili, lo stile inglese del Lancashire catch-as-catch-can wrestling, l'irlandese collar-and-elbow, l'indiano pehlwani e il persiano varzesh-e pahlavani. L'allenamento di molti moderni submission wrestler, pro wrestler e combattenti di arti marziali miste è fondato sul catch wrestling.
La vittoria può essere ottenuta per sottomissione oppure per immobilizzazione. Quest'ultimo fattore è la grande differenza con discipline discendenti come il FILA grappling, sia regolamentare che dal punto di vista stilistico (dato che rimuove gran parte del gioco di guardia e favorisce l'uso di agganci o di leve alle gambe).

martedì 9 maggio 2017

Bushin

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Per Bu Shin, (武心) in Giappone si intende uno stile di vita e una filosofia attraverso le quali si cerca la pace, in cui l'abilità del combattimento è orientata al mantenimento della pace. La tradizione delle scuole giapponesi di questa arte marziale, e/o, filosofia, indica che per acquisire il Bu Shin è necessario praticare il Bu Jutsu ed il Seishin, ovvero le Arti della difesa, e l'elevazione del proprio spirito.
L'etimologia della parola Bu Shin è insita negli stessi kanji. Infatti la prima sillaba (Bu ), è formata da due ideogrammi: Hoko (), il cui significato è "lancia" o "alabarda", e Tomeru (), che sta per "fermare", "arrestare". Quindi letteralmente il significato della parola Bu Shin è: "fermare le lance", ossia cessare le ostilità.
Attraverso la rigorosa pratica della tecnica del Bu Jutsu (武術), dovuta principalmente a ciò che al giorno d'oggi consideriamo "difesa personale", si acquisisce fiducia in se stessi, si accresce il proprio livello di attenzione, prendendo coscienza dei propri limiti e punti di forza, migliorando la propria forza fisica, l'agilità, l'intelligenza del movimento, la salute, ma soprattutto la personale abilità nel difendersi, abilità che contribuisce, qualora l'avessimo, della paura del contatto con il prossimo.
Il Seishin (精神) rappresenta invece l'evoluzione della mente e dello spirito, attraverso la pratica della verità e della correttezza, ma ad un livello maggiore alla sola coltivazione di una morale e di un'etica che rendono possibile la pacifica convivenza tra individui. Il Seishi è di fatto una forma di religione, dove l'adepto cerca da sempre le risposte fondamentali della propria esistenza. Infatti in kanji Shin () sta anche a significare il Divino, Dio.

lunedì 8 maggio 2017

Boxe pieds-poings

Femmine in pugilato birmano o in pugilato thaïe.



In francese, si chiamano boxe pieds-poings ("pugilato piede-pugni"), dagli anni 1980, gli sport di combattimento di percussione con guanti di pugilato che si praticano su un ring (o un praticabile di tappeto) e che fanno parte della categoria dei pugilati sportivi.
Con tale termine, i francesi inizialmente si riferivano solo alla Boxe Francese Savate (chiamata talvolta BF-Savate oppure Savate), ma col passare del tempo all'interno di questa definizione sono state inserite anche altre discipline.
Utilizzano, secondo il regolamento, le tecniche di gamba (calci e colpi di ginocchio), le tecniche di braccio (colpi di pugno e colpi di gomito) e le tecniche di proiezioni.
Tra i più conosciuti abbiamo:
  • le discipline americane (pugilato americano) sotto tre forme principale:
    • il full contact karate senza pedate sotto la cintura,
    • il kickboxing americano con pedate circolare sulle cosce (calcio basso, low kick),
    • il semi-contatto o combattimento ai punti (point-fighting), una qualità di karate con guanti e pantofole in schiuma,
  • la Savate chiamata anche solo Boxe Francese Savate o BF-Savate
  • il kickboxing giapponese: kickboxing con colpi di ginocchio diretti, pedate circolari sulle cosce (calcio basso, low kick) e prese del tronco,
  • il pugilato birmano (lethwei)
  • il pugilato thailandese, muay thai.

domenica 7 maggio 2017

Cung Le

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Cung Lê (Saigon, 25 maggio 1972) è un ex lottatore di arti marziali miste, ex lottatore di sanda e attore vietnamita naturalizzato statunitense.
Nelle MMA è stato campione dei pesi medi in Strikeforce, e a fine carriera ha combattuto quattro incontri nella prestigiosa UFC vincendone la metà; è noto per la sua tecnica tanto spettacolare quanto efficace nei calci.
È stato campione mondiale imbattuto dei pesi mediomassimi IKF di sanda.
È un attore specializzato nei film di arti marziali, ed ha preso parte al cast di film di rilievo internazionale come Tekken.

Infanzia

Cung Le nasce il 25 maggio 1972 a Saigon tre giorni prima della caduta della città stessa, riuscendo a scappare in elicottero con la madre e ad emigrare negli Stati Uniti.
Cresce a San Jose e il bullismo locale di carattere razzista lo porta ad interessarsi alle tecniche di autodifesa ed in generale alle arti marziali. Inizia all'età di otto anni con il taekwondo e a sedici anni pratica lotta libera a scuola, diventando anche un all-american e vincendo il campionato dei college californiani.

Carriera nel sanda

Cung Le è un campione mondiale imbattuto nel sanda: vanta ben tre campionati mondiali US Open (1994, 1995 e 1996), un torneo Shidokan (1998) e quattro campionati nazionali statunitensi.
È stato per tre volte capitano della nazionale statunitense di sanda al World Wushu Championships.
È divenuto campione mondiale dei pesi mediomassimi IKF nel 2001 sconfiggendo Shonie Carter ai punti.
Ha combattuto anche tre gare di K-1, vincendole tutte.
Ha un record da professionista di 17-0.

Carriera nelle arti marziali miste

Strikeforce

Cung Le diviene professionista di arti marziali miste nel 2006 all'età di 33 anni, età nella quale molti altri lottatori sono già sulla strada del ritiro. Grazie al suo ottimo background di campione delle arti marziali può subito entrare in un'organizzazione di prestigio come Strikeforce.
Qui dimostra subito di essere all'altezza e mette KO un avversario dopo l'altro: dopo due anni e un record di 5-0 può quindi affrontare il campione in carica, ovvero "The Legend" Frank Shamrock, lottatore che ha fatto la storia delle MMA. Le fa vedere ancora una volta la sua ottima tecnica di calci e al terzo round rompe un braccio a Shamrock che è costretto alla resa: Le viene quindi incoronato campione dei pesi medi Strikeforce.
Sei mesi dopo Le lascia vacante la cintura di campione in quanto è impegnato sul set come attore e non può eventualmente difenderla.
Torna a lottare nel dicembre 2009 e qui subisce la sua prima sconfitta per mano di Scott Smith, sconfitta subito vendicata nel 2010 con la vittoria nel rematch grazie ad uno spettacolare calcio rotante.

Ultimate Fighting Championship

Le espresse il suo desiderio di combattere nell'UFC come meta finale del suo percorso nelle arti marziali.
Esordì il 19 novembre 2011 contro Wanderlei Silva nell'evento UFC 139: Shogun vs. Henderson e perse per KO tecnico, anche se molti giudicarono la decisione dell'arbitro troppo affrettata e diversi colpi della leggenda brasiliana colpirono la nuca di Le in modo irregolare.
Nel 2012 avrebbe dovuto affrontare l'ex campione Rich Franklin, ma quest'ultimo finì per sostituire l'infortunato Vitor Belfort in UFC 147 e di conseguenza come avversario di Le venne scelto Patrick Côté, un ex contendente al titolo di ritorno in UFC da un "esilio" nelle promozioni minori durato per più di un anno: per la prima volta in carriera Le termina un incontro ai punti, vincendolo per decisione unanime dei giudici di gara, i quali assegnano tutti e tre i round a Le.
Sul finire del 2012 Cung Le è la star della prima serata UFC in Macao con l'evento UFC on Fuel TV: Franklin vs. Le che segna il primo passo della promozione statunitense nel mercato cinese: con un piede infortunato in partenza Le combatte e vince quello che fino ad allora era l'incontro più importante della sua carriera, stendendo in modo spettacolare l'ex campione UFC di categoria Rich Franklin con un gancio destro in poco più di due minuti, ottenendo anche il premio come migliore KO della serata.
Nel novembre 2013 venne scelto come mentore della prima stagione cinese del reality show The Ultimate Fighter, stagione iniziata in dicembre e conclusa nel marzo 2014.
Nel 2014 affronta il top fighter britannico Michael Bisping venendo sconfitto per KO tecnico. In seguito all'evento Le venne trovato positivo ad un livello eccessivo di somatotropina e venne sospeso per un anno; in dicembre Cung Le chiese la rescissione del proprio contratto all'UFC e nel gennaio del 2015 annunciò il proprio ritiro dallo sport non prima di aver preso parte ad un'azione collettiva proprio contro l'UFC, accusata di aver violato lo Sherman Act.


Il Bo () è lungo circa 180cm e si usa solitamente con entrambe le mani



Il (: ぼう) è un bastone lungo circa 180 centimetri usato nel combattimento, solitamente costruito in legno o bambù. Il standard è talvolta chiamato rokushakubo (六尺棒). Il nome è composto dalle parole giapponesi roku (ossia "sei"), shaku (un'unità di misura giapponese) e (cioè "bastone"). Quindi rokushakubō indica un'asta di legno lunga sei shaku (181.8 cm). Altri tipi di sono di diversi materiali, leggeri, pesanti, rigidi o flessibili, da un semplice pezzo di legno raccolto per strada ad armi ornamentali decorate artisticamente.

Utilizzo

L'arte marziale dell'uso del bō è detta bōjutsu (棒術, arte del bastone). Il principio d'uso è l'aumento della forza del colpo tramite la leva. Vengono utilizzati fendenti e colpi di punta, oltre a tecniche di disarmo e di immobilizzazione, nonché leve articolari.
Anche se la tecnica odierna più diffusa è fondamentalmente di derivazione giapponese, esistono arti marziali che utilizzano il bastone in praticamente tutti i continenti: in Italia vi è ad esempio la scuola del bastone siciliano, o paranza, oggi integrata nel liu-bo.
I movimenti prodotti dall'utilizzo del bō compongono spesso cerchi, semicerchi e sfere, difendendo l'utilizzatore dagli avversari da ogni lato, tenendoli lontani e permettendo di attaccarli senza che possano avvicinarsi.

sabato 6 maggio 2017

Bastone animato

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Diagramma che mostra un bastone animato



Il bastone animato è un bastone da passeggio celante al suo interno una lama di spada, solitamente uno stocco, che una volta sguainata, poteva essere usata dal gentiluomo per la sua difesa personale contro eventuali aggressori.

Storia

Il vocabolo "bastone animato" è tipicamente usato per descrivere armi di fabbricazione europea databili al XVIII secolo. In realtà, analoghi dispositivi sono stati usati nel corso della storia presso diverse culture: basti considerare la Shikomizue giapponese o il Dolon degli antichi romani.
Il bastone animato divenne comune in Europa a partire dal XVI secolo, cioè concomitantemente con la diffusione del bastone da passeggio.
Poco dopo l'introduzione sul mercato divenne popolare anche come "bastone porta accessori": al posto della lama da spada potevano essere inseriti lame di coltello, contenitori per alcolici, fiale, o attrezzi di piccole dimensioni. Nella maggior parte dei casi il manico del bastone continuava a fungere da manico per i vari oggetti occultati.
Arma per antonomasia del gentiluomo, il bastone animato era ancora d'uso comune negli anni trenta del XX secolo. Viene oggi considerato arma legale purché debitamente dichiarata e giustificata alle autorità.

Costruzione

Il bastone animato è ad oggi ancora prodotto presso officine specializzate:
  • Per la costruzione del "contenitore", cioè l'astile vero e proprio, si è sempre utilizzato del legno di varietà pregiate (Malacca), esotiche (bambù) o nostrane (corniolo);
  • Il manico ha solitamente parte terminale metallica: un semplice pomello o un'impugnatura più raffinata, ornata di fregi e vere e proprie sculture (cariatidi, teste di animali, ecc.).
  • Dato che in origine erano abbastanza frequenti gli incidenti causati dal semplice meccanismo di apertura a pressione, il manico viene oggi bloccato quasi sempre con un duplice sistema di bloccaggio.
  • La lama celata nel bastone era uno stocco atto a colpire di punta, molto rassomigliante quella dello spadino in largo uso come arma da duello nel Settecento ed Ottocento. Alcuni esemplari più ingegnosi occultavano anche piccole lame di stiletto nell'impugnatura, costituentesi quali guardia per lo schermidore una volta estratte.

Shirasaya

Lo Shirasaya (白鞘) (letteralmente "fodero bianco" perché il legno originariamente utilizzato per la costruzione è quello di magnolia, che è molto chiaro) o Bō animato è il corrispettivo giapponese del Bastone animato, in cui però si utilizza una spada giapponese (Katana) celata in un Bō (: ぼう), termine giapponese che significa appunto "bastone".
Lo Shirasaya fungeva da custodia per mettere a riposo le lame delle katane poiché il legno aderiva perfettamente ad esse, senza far entrare aria. Così facendo la spada non si arrugginiva anche se non usata per lunghi periodi di tempo. Quando il trasporto delle spade fu proibito, i samurai iniziarono ad usare gli shirasaya come vere e proprie katane, poiché sembravano bastoni ed era un ottimo camuffamento. Esiste anche un altro tipo di shirasaya in cui la lama celata è quella di un Ninjatô (忍者刀), la spada dei ninja, e viene detto appunto "Shirasaya Ninjatō".

Disciplina normativa nel mondo

Italia

È considerato un'arma, anche se dissimulata, e come tale non ne è consentito il porto senza apposita autorizzazione. Riguardo al porto da parte dei privati, il Regio decreto 18 giugno 1931, n. 773 (titolo II, capo IV art. 42) dispone che la licenza è rilasciata dalla prefettura, relativamente ad esemplari la cui lama non abbia una lunghezza inferiore a 65 centimetri.

Regno Unito

Per l'Inghilterra vige analoga regola, salvo per quei pezzi che abbiano oltre un secolo di vita, i quali vengono quindi affrancati secondo il Criminal Justice Act 1988 (Offensive Weapons) Order 1988.

Stati Uniti d'America

Negli USA è illegale in molti stati in quanto considerato arma o arma dissimulata. In Arkansas e California ne è espressamente vietata la produzione, rispettivamente con le leggi (Ark. Code Ann. § 5-73-120(b)(3)(B)) e (Cal. Pen. Code § 12020(a)(1).




venerdì 5 maggio 2017

Bastone

Louis Pascal di Henri de Toulouse-Lautrec, 1891.



Il bastone è un pezzo di legno più o meno lavorato. Nel suo impiego più comune, è usato per appoggiarsi camminando. Secondariamente, viene impiegato anche in alcuni sport per colpire e per eseguire esercizi ginnici. Se si tratta di un bastone ferrato, è munito di pomo e di puntale, per assicurare un migliore appoggio.
È utilizzato anche come scettro (bastone del comando).


Nello sport

Il bastone era un'arma più civile delle spade semplicemente perché non era affilato e non veniva usato per uccidere un avversario, ma piuttosto per stordirlo. Il bastone può essere di 2 tipi: il bastone singolo e il bastone doppio. Il bastone singolo o anche detto manganello era usato per stordire e per sedare le rivolte mentre il bastone doppio era più che altro una sorta di oggetto da torneo.

Arti marziali di bastone italiane

La scherma di bastone si istruiva come la difesa personale a Italia dal Quattrocento al Novecento secolo, perciò bastone era un'arma importante. Tanti maestri italiani hanno insegnato la scherma di bastone e scritto tanti trattati. Tra questi maestri ci sono Fiore dei Liberi, lui ho scritto "Flos duellatorumm", Ferrara, 1409. , anche Filippo Vadi, "De arte gladiatoria dimicandi, Urbino (?), 1482-1484. Probabitmente alla fine detto stesso secolo, alcuni maestri di scherma avevano creato un metodo schermistico con un bastone lungo (preparativo anche att'uso dette armi d'asta), come si può dedurre dall'opera di Giovanni Angeto Terzone, "Delle cose spettanti alla militia", Milano (?), circa 1502.
Estremamente è difficile construire una classificazione di bastoni italiani, anche è difficile construire una classificazione del livello regionale a Italia. Adesso per ricercare dei bastoni si poi usare l'infonmazione da documenti, trattati di scherma di bastone, ma non c'e la regione specifica dei bastoni. Classificazione dei bastoni si può dedurre da tutte le fonti, come documenti storici, trattati, edifici culturali, libri antichi, letteratura, prosa e altra letteratura specializzata.



Trattati italiani di scherma con bastone

Giuseppe Cerri Trattato teorico-pratico della scherma di bastone. Col modo di difendersi contro varie altre armi sia di punta che di taglio

Giuseppe Cerri Trattato teorico-pratico della scherma di bastone. Col modo di difendersi contro varie altre armi sia di punta che di taglio

Giuseppe Cerri Trattato teorico-pratico della scherma di bastone. Col modo di difendersi contro varie altre armi sia di punta che di taglio



  • Alla fine del Cinquecento e nel primo deccennio del secolo seguente, si ritrovano ancora notizie di una scherma di bastone lungo: nell’opera si Cesare Pagano, "La teorica di tutte le sorti delle armi a piedi, ne' contrasti della schermmia". Napoli, 1609 (Il giuoco del bastone, con fatti i suoi trattamenti; disciplina nuova, et non mai dichiarata dalle penne degli armiggeri scrittori: né pur conosciuta infino a questa ora dagli armeggianti stessi).
  • Altro trattato è un trattato di Giuseppe Cerri "Trattato teorico-pratico della scherma di bastone. Col modo di difendersi contro varie altre armi sia di punta che di taglio". Milano, 1854.









Dimostrazione di Parata e colpo.jpg



  • Pietro Monti riferisce nel suo trattato "Exercitiorutn atque artis militaris". Milano 1509, nel libro secondo:



« De ludo baculi: quivulgariter de bastone nominatur »
(Pietro Monti, "Exercitiorutn atque artis militaris", Cap. XVIII)



  • Istruzione per la scherma di sciabola-bajonetta e bastone. Anonimo. Cuneo, 1853

"Istruzione per la scherma di bastone ad uso dei bersaglieri". Anonimo. Livorno 1864.jpg

Guard-a-voi. Guida pel maestro di scherma a bastone", Francesco Cajol. Torino 1865
Al-bracio. Guida pel maestro di scherma a bastone", Francesco Cajol. Torino 1865

Molinetto de figura sinistra. Guida pel maestro di scherma a bastone", Francesco Cajol. Torino 1865



  • "Istruzione per la scherma di bastone ad uso dei bersaglieri". Anonimo. Livorno 1864


Istruzione per la scherma di bastone ad uso dei bersaglieri" Anonimo. Livorno 1864.jpg



  • "Guida pel maestro di scherma a bastone", Francesco Cajol. Torino 1865
"Guida pel maestro di scherma a bastone", Francesco Cajol. Torino 1865.jpg



  • "Trattato teorico-pratico per la scherma col bastone", Giuseppe Benedetti. Piacenza 1874



Trattato teorico-pratico per la scherma col bastone, Giuseppe Benedetti. Piacenza 1874.jpg



  • "La scherma ... del bastone a due mani", Alberto Falciarli. Pisa 1870
  • "Istruzione per la scherma col bastone", Anonimo. Roma 1876



"Istruzione per la scherma col bastone", Anonimo. Roma 1876. At-tenti.jpg "Istruzione per la scherma col bastone", Anonimo. Roma 1876. Testa sinistra parat.jpg "Istruzione per la scherma col bastone", Anonimo. Roma 1876. Gamba destra parat.jpg "Istruzione per la scherma col bastone", Anonimo. Roma 1876. Testa a destra parat.jpg "Istruzione per la scherma col bastone", Anonimo. Roma 1876. Gamba sinistra parat.jpg

  • "Trattato teorico pratico per la scherma col bastone", Giovanni Ravetti. Torino 1877


"Trattato teorico pratico per la scherma col bastone", Giovanni Ravetti. Torino 1877.jpg "Trattato teorico pratico per la scherma col bastone", Giovanni Ravetti. Saluto.jpg "Trattato teorico pratico per la scherma col bastone", Giovanni Ravetti. Torino 1877. Spaccata.jpg
"Trattato teorico pratico per la scherma col bastone", Giovanni Ravetti. Torino 1877. Saluto.jpg "Trattato teorico pratico per la scherma col bastone", Giovanni Ravetti. Torino 1877. Parata di terza.jpg "Trattato teorico pratico per la scherma col bastone", Giovanni Ravetti. Torino 1877. Parata di terza bassa.jpg

  • "Giuoco ginnico schermistico di bastone", Giovanni Ceselli. Livorno 1902

Giuoco ginnico schermistico di bastone", Giovanni Ceselli. Livorno 1902. Mulinello fendente esterno

Giuoco ginnico schermistico di bastone", Giovanni Ceselli. Livorno 1902. Mulinello montante esterno



Giuoco ginnico schermistico di bastone", Giovanni Ceselli. Livorno 1902. Pugno in quatro.jpg Giuoco ginnico schermistico di bastone", Giovanni Ceselli. Livorno 1902. La Rosa.jpg

Giuoco ginnico schermistico di bastone", Giovanni Ceselli. Livorno 1902. Prima Posizione.jpg Giuoco ginnico schermistico di bastone", Giovanni Ceselli. Livorno 1902. Parata di terza.jpg


  • "Il giuoco ginnico di bastone nei miei 29 anni di lavoro", Giovanni Ceselli. Livorno 1931
  • "Nozioni teorico-pratiche… e difesa col bastone", Paolo Porceddu. Roma 1942
  • "Trattato di scherma col bastone da passeggio", Giannino Martinelli. Milano 1908
Trattato di scherma col bastone da passeggio, Giannino Martinelli. Milano 1908. Parata bassa con gamba destra

Trattato di scherma col bastone da passeggio, Giannino Martinelli. Milano 1908. Parata di quinta con sbasso

Trattato di scherma col bastone da passeggio, Giannino Martinelli. Milano 1908. Parata di seconda bassa
Trattato di scherma col bastone da passeggio, Giannino Martinelli. Milano 1908. Parata di prima bassa



Trattato di scherma col bastone da passeggio, Giannino Martinelli. Milano.jpg



giovedì 4 maggio 2017

Bando kickboxing

Bando kickboxing (dilettanti)



Bando kickboxing è la forma modernizzata e sportiva del lethwei, soprannominata in Europa "pugilato birmana a quattro armi". Nata in America del Nord all'inizio degli anni '60, questo tipo di scherma dei piedi e dei pugni inguantati in un ring ha dato vita, negli USA degli anni '70, a varie forme di full contact e di kickboxing. Esistono, in competizione, due forme di combattimento: il "bando kickboxing controllato" (light contact) dove i colpi sono trattenuti perfettamente, e il "Bando kickboxing di pieno-contatto" dove i colpi sono portati a piena potenza, destinato agli adulti più esperti. Secondo le età ed il livello tecnico, le regole e le condizioni di competizione sono variabili: in particolare cambiano le tecniche autorizzate e proibite, il tempo di combattimento, il tipo di superficie di combattimento (tappeto o ring) e il portamento di certe protezioni (casco, plastron (pettorina), gambali, pantofole, etc.).