Giacobbe che lotta con
l'angelo, un'illustrazione di Gustave Doré (1855).
La lotta (anticamente "lutta",
dal latino lŭcta) consiste nel combattimento corpo a corpo tra due
avversari o anche la fase del combattimento in cui i due contendenti
finiscono avvinghiati in contatto diretto. Il termine si riferisce in
particolare a tecniche, movimenti e contromosse applicate al fine di
ottenere un vantaggio fisico, come posizioni di dominanza, uscite e
sottomissioni, o per infortunare un avversario. Viene studiata e
praticata soprattutto per sport e competizioni agonistiche, ma anche
nelle arti marziali, per difesa personale o per addestramento
militare. Esistono molti stili di lotta ognuno con regole diverse sia
tra gli sport tradizionali (la lotta popolare) che tra le discipline
di combattimento moderne; ognuna adotta un vocabolario ed una
terminologia diversa anche in occasione delle stesse tecniche ed
azioni, questo perché ognuno di essi possiede una propria storia ed
ha risentito del condizionamento culturale della società in cui si è
evoluto.
Storia della lotta
Dettagli di scene di lotta nella tomba 15 (Baqet III)
a Beni Hasan.
La lotta è una delle più antiche
forme di combattimento. Le origini della lotta possono essere fatte
risalire fino a 15.000 anni fa tramite dipinti sulle pareti di
caverne in Francia. Reperti archeologici babilonesi e egizi mostrano
lottatori utilizzare gran parte delle tecniche note nelle attuali
competizioni sportive. Nell'antica Grecia, la lotta occupava un posto
rilevante nella leggenda e nella letteratura; vi sono riferimenti già
nell'Iliade, nella quale Omero racconta di scontri di lotta avvenuti
nel contesto della guerra di Troia fra il XIII e il XII secolo a.C.
Sotto certi aspetti brutali, la lotta greca era la disciplina
principale negli antichi giochi olimpici. L'antica Roma attinse
pesantemente dalla lotta greca, ma ne eliminò parte della sua
brutalità e del suo carattere "sportivo" a favore di un
approccio più orientato alla formazione psicofisica dei cittadini e
dei soldati.
Durante il Medioevo, la lotta rimase
popolare a livello regionale e venne patrocinata da molte famiglie
reali, incluse quelle francesi, giapponesi ed inglesi. Tecniche
lottatorie sono descritte nei manuali di arti marziali europee del
Rinascimento, come mezzo di difesa personale integrante l'uso di
tecniche di scherma. In oriente, invece, l'addestramento militare,
come per esempio quello delle guardie imperiali cinesi o dei samurai,
comprendeva l'uso di tecniche corpo a corpo in caso si fosse perduta
l'arma, come nello shuai jiao o nel jujutsu. Forme di lotta
tradizionale si sviluppano in numerose parti del mondo, dalla
Scandinavia all'India.
Le prime colonie americane importarono
una forte tradizione lottatoria dall'Inghilterra. I coloni trovarono
forme di lotta anche fra i nativi americani. La lotta amatoriale
fiorì attraverso i primi anni degli Stati Uniti e divenne
un'attività popolare in fiere, festività, celebrazioni ed
esercitazioni militari. Il primo torneo nazionale organizzato di
lotto fu tenuto a New York nel 1888, mentre la prima competizione di
lotta nei moderni Giochi Olimpici si tenne nel 1904 a Saint Louis.
Nel 1912 viene fondata la Federazione
Internazionale delle Lotte Associate (FILA), ad Anversa. Recentemente
è stata rinominata in United World Wrestling.
Nel corso del XX secolo si sono
differenziate numerose nuove discipline sportive lottatorie (sia di
tradizione occidentale, che orientale), come anche spettacoli
puramente d'intrattenimento confluiti nel pro wrestling.
Attualmente la United World Wrestling,
sotto la giurisdizione del Comitato Olimpico Internazionale, ha
riconosciuto nell'ambito sportivo le seguenti specialità come stili
internazionali ufficiali, stabilendone regole uniche e gestendone
incontri sportivi a livello mondiale:
- Lotta greco-romana;
- Lotta stile libero;
- Lotta femminile;
- Beach Wrestling;
- Pancrazio;
- Grappling;
- Belt Wrestling.
Esistono comunque numerosi stili
folkloristici tradizionali che fanno parte della Lotta popolare,
nonché alcune arti marziali e sport da combattimento vari basati
sulla lotta.
Tecniche di lotta
Le tecniche di lotta possono essere suddivise in queste categorie:- lavoro in piedi: ha luogo quando entrambi i competitori sono in piedi ed utilizzano prese applicate alla parte superiore del corpo dell'avversario, per condizionarne il comportamento o effettuare determinate altre tecniche. Consiste in prese e controlli di polsi, gomiti, e nuca, opposizioni con il petto, cintamenti e così via. Il lavoro in clinch è generalmente usato per preparare o per difendersi da proiezioni, ma in certe specialità anche per poter colpire l'avversario più efficacemente, oppure per cercare poi di afferrare l'avversario in una sottomissione. La lotta greco-romana è la disciplina del clinch per eccellenza.
- Proiezioni: una proiezione è utilizzata dal lottatore per manipolare l'avversario (sbilanciandolo o sollevandolo) generalmente da una posizione in cui sono entrambi in piedi ad una al suolo, tutte prevedono comunque che l'esecutore mantenga una posizione di vantaggio o relativo controllo rispetto all'avversario. Lo scopo delle proiezioni varia a seconda delle discipline a volte enfatizzando il potenziale di incapacitare direttamente l'avversario con la caduta (in questo caso la schienata viene considerata KO e determina la fine dell'incontro), oppure indirizzando verso la possibilità di ottenere una posizione di controllo, per esempio per applicare una sottomissione. Si considera una proiezione anche quando il lottatore solleva il suo avversario e lo manovra forzatamente in aria verso il suolo, anche lanciandolo; se l'esecutore rimane in piedi e non segue l'avversario a terra, il lancio viene di solito definito slam, altrimenti throw secondo la terminologia inglese ma per la sua pericolosità è vietato in alcune discipline. Esistono anche sollevamenti e proiezioni applicabili da una posizione al suolo.
- Immobilizzazioni e controlli: con questi termini si definiscono aspetti notevolmente differenti da disciplina a disciplina perché sono influenzate dalle finalità di ciascuna di esse in alcune un'immobilizzazione implica il trattenere un avversario da una posizione in cui non può attaccare, in altre comporta una vittoria immediata se mantenuta per un certo periodo di tempo, in altri invece è considerata inattività e può comportare la ripresa dell'incontro da una posizione libera (con eventuale sanzione per chi manteneva la staticità) ma può anche essere considerata una posizione di dominanza ricompensata con punti. Altre tecniche di controllo sono utilizzate per mettere faccia a terra l'avversario di modo da evitare che possa scappare o attaccare, oppure per mantenere una posizione di guardia da una situazione svantaggiosa come quando si è al di sotto dell'avversario. In questo senso un tipo di controllo viene detto turnover e viene usato per muovere e spostare un avversario che è pancia a terra o chiuso su sé stesso al fine di ottenere punti, preparare una presa o ottenere una posizione di maggior vantaggio.
- Sottomissione: ne esistono di due tipi, le costrizioni e le manipolazioni. Alle prime appartengono tutte quelle tecniche che possono potenzialmente strangolare o soffocare l'avversario, le compressioni di muscoli o tendini sulle ossa, oppure in generale ogni tecnica che penetra o schiaccia punti sensibili (muscoli, organi, ghiandole). Alle seconde appartengono quelle tecniche che possono potenzialmente arrecare danno ad una giuntura o ad un'articolazione come torsioni, chiavi e soprattutto leve. In competizioni sportive, ci si aspetta che chi subisce una sottomissione tramite segnali verbali o gestuali (come il battere con la mano) si arrenda, ammettendo così la sconfitta poiché trattenuto in una presa da cui non può scappare. Chi viene sottomesso e si rifiuta di "battere" rischia la perdita di sensi o un serio infortunio. In ambito di polizia o di difesa personale, si possono applicare prese di sottomissione per bloccare un soggetto pericoloso o impedire la fuga di un criminale; in questo caso, più che di sottomissione, si parla in genere di controllo doloroso o presa da capacitanza dolorosa ("pain compliance hold"). Queste tecniche possono causare dislocamenti, strappi, fratture, perdita di sensi e persino morte.
- Fughe: in senso generale, una fuga si ottiene muovendosi fuori da una situazione di rischio o da una posizione di inferiorità; per esempio quando un lottatore si trova al di sotto del suo avversario ma riesce ad uscire dalla posizione, oppure quando da terra riesce a rialzarsi, o quando sta per subire una sottomissione ma riesce a prevenirla e ad evitare la presa.
- Ribaltamenti e spazzate: in genere occorrono quando un lottatore che si trova al suolo al di sotto di un altro riesce ad eseguire una mossa che gli consente di ottenere una posizione di vantaggio sull'avversario.
Tipi di lotta
Presa in vita nella lotta in piedi
Ci sono molti differenti stili
regionali di lotta sparsi nel mondo che sono praticati in una
ristretta area geografica o nazione, come la malla-yuddha indiana o
la s'istrumpa sarda. Altri stili di lotta come lo shoot wrestling, il
catch wrestling, il submission grappling, il Brazilian jiu-jitsu, il
judo, il sambo, la lotta libera e la lotta greco-romana hanno invece
ottenuto popolarità a livello globale. Il judo, la lotta libera e la
greco-romana hanno ottenuto lo status di sport olimpici, mentre il
jiu-jitsu brasiliano e il sambo hanno i loro campionati mondiali.
Altri tipi di lotta conosciuti sono la luta livre, lo shuai jiao,
l'aikido, l'hapkido e il beach wrestling. In queste discipline,
l'obiettivo è o di portare al suolo l'avversario e bloccarlo, oppure
di afferrarlo con una presa specializzata per sottometterlo e
costringerlo ad arrendersi mediante un segnale (in genere, battere
una mano). Sostanzialmente le tecniche utilizzate sono le stesse (con
eventuali varianti nelle prese a seconda dell'indumento usato),
poiché il corpo umano rimane lo stesso così come i modi di
manipolarlo, a differenziare le varie discipline è più che altro il
regolamento nelle competizioni che influisce su quali utilizzare e su
come giungere ad esse.
Oltre che per l'eventuale fine
(autodifesa o agonismo) gli stili di lotta trovano numerosi
distinguo: i combattimenti si possono focalizzare sul controllo
diretto e fisico dell'avversario, sul suo atterramento, ma possono
essere specializzate in tecniche di sottomissione, o per il fatto che
vengono combattute prevalentemente in piedi o a terra. Un'ulteriore
differenziazione viene fatta in base all'abbigliamento con cui
vengono praticate: la lotta olimpica viene praticata con uno
specifico costumino o singlet, mentre le lotte provenienti
dall'oriente si catalogano in "gi" o "no-gi" (se
si veste o meno il budogi), ma ovviamente ogni altro stile di lotta
possiede un abbigliamento proprio, caratteristico del folklore e
della società di appartenenza.
Abbigliamento per lottare
Esistono grosso modo due modi per
vestirsi nel praticare lotta, che possono influenzare la gamma di
tecniche utilizzabili e il modo di esecuzione del confronto: in un
caso si pratica con una giacca apposita, come per esempio il keikogi
nelle discipline orientali o la kurtka nel sambo, o un pantaloncino
in juta con le gambe arrotolate su cui si effettuano le prese nello
Schwingen svizzero, un gilèt variopinto nella boke mongola, un
particolare perizoma detto mawashi nel sumo, specifici bermuda
in pelle nella lotta all'olio turca Kırkpınar e così via. In
alternativa si può non utilizzare tale indumento per consentire
prese.
In questi casi l'abbigliamento viene
utilizzato per eseguire le prese, mentre nelle discipline olimpiche
che si rifanno alle lotte antiche (che venivano praticate nudi), si
indossano costumi attillati (troppo leggeri per effettuarci delle
tecniche) che quindi enfatizzano il controllo diretto del corpo
usando solo le prese e gli agganci naturali; è chiaro che non esiste
una regola univoca e in alcune forme di lotta si combatte a petto
nudo. Anche le calzature comunque fanno parte delle "divise"
dei lottatori si svaria dalla pratica a piede nudo, all'utilizzo di
stivali, scarponi o scarpette sportive specifiche.
La forma comprensiva di un giacchetto,
spesso detta "gi" per estensione del termine usato nelle
discipline di origine orientale, spesso utilizza prese sugli
indumenti (in alcuni casi anche sulle cinture) per controllare il
corpo dell'avversario, mentre le forme "no-gi", più
proprie della tradizione occidentale, enfatizzano il controllo
diretto di torso e testa usando solo le prese naturali del proprio
corpo. Anche se l'uso di un giacchetto è obbligatorio nelle
competizioni di judo, di sambo e gran parte di quelle di BJJ, così
come in molte varietà di lotta popolare (o "folk wrestling")
nel mondo, molti atleti si allenano anche senza, in genere per
affinare la capacità di presa non avendo un indumento da afferrare.
Non viene usato invece in discipline come la lotta olimpica o il
submission grappling no-gi, dove gli atleti indossano al massimo tute
aderenti come la rash guard o il singlet, che non
consentano di essere sfruttati per applicare tecniche. In alcune
forme di wrestling si compete addirittura a petto nudo, indossando
solo dei pantaloncini; nel sumo, si indossa solo un perizoma, detto
mawashi.
Lotta in piedi e al suolo
La distinzione più ricorrente per la
lotta è relativa al suo essere applicata in piedi o a terra.
Più specificatamente la lotta in
piedi, spesso impropriamente indicata con il termine inglese di
clinching (che è un'azione che fa parte invece della lotta in
piedi), è parte integrante di qualsiasi arte di lotta, considerando
che di solito i due combattenti iniziano l'incontro da una posizione
in piedi. L'obbiettivo della lotta in piedi varia quindi a seconda
dell'arte marziale o dello sport da combattimento di riferimento. Una
lotta in piedi difensiva concerne di per sé con l'applicazione di
prese dolorose o lo scappare da esse, mentre una lotta in piedi
offensiva include trapping, proiezioni, lanci, intesi per
infliggere seri danni o per spostare il combattimento al suolo. La
lotta in piedi può essere anche impiegata sia offensivamente che
difensivamente in combinazione con lo scambio di colpi, o per
impedire all'avversario di ottenere una distanza sufficiente per
poter lui stesso usare le percussioni.
Nel judo, l'obbiettivo del ne-waza
è di immobilizzare l'avversario schiena a terra, in alternativa si
può effettuare uno strangolamento o una leva agli arti superiori.
La lotta a terra si riferisce a
tutte le tecniche di lotta applicate quando i due lottatori non si
trovano più in una posizione in piedi. Gran parte di molte arti
marziali e sport da combattimento che includono la lotta al suolo
consiste nel posizionamento e nell'ottenere una dominanza
sull'avversario. Questa situazione (di solito al di sopra di esso)
consente al lottatore in posizione di vantaggio una vasta gamma di
opzioni, come: cercare di fuggire rialzandosi, ottenere
un'immobilizzazione per controllare e sfiancare l'opponente, eseguire
una tecnica di sottomissione come una leva, o colpirlo velocemente.
Il lottatore a terra, d'altra parte, si concentra principalmente
nell'uscire dalla situazione e migliorare la sua posizione, di solito
con un ribaltamento. In alcune discipline, in particolare quelle che
utilizzano una posizione cosiddetta di guardia, il lottatore a terra
può riuscire ad applicare una sottomissione a chi è situato sopra
di lui.
In ambito sportivo, la lotta in piedi
di solito riguarda il proiettare efficacemente l'avversario. In
alcune specialità come la glima, il combattimento finisce appena
l'avversario è caduto. In altre, l'incontro può continuare al suolo
finché non vengono incontrate alcune condizioni (come una
sottomissione o un'immobilizzazione): Per esempio, nella lotta
olimpica si cerca di far poggiare l'avversario con la schiena a
contatto con la superficie del tappeto o proiettarlo con grande
ampiezza per vincere; nel judo lo scontro in piedi detto randori
cerca una proiezione perfetta sull'avversario per ottenere la
vittoria o ippon, qualora egli finisca a terra ma senza
schienata si può passare ad un lavoro a terra detto ne-waza
in cui si cerca di immobilizzarlo schiena a terra per un determinato
periodo di tempo o sottometterlo. Sportivamente esistono anche
discipline di sola lotta a terra, o nelle quali si può ottenere la
vittoria solo a terra, è il caso per esempio del Submission
Grappling e del Brazilian jiu-jitsu, che si concentrano su tecniche
di sottomissione. Per contro, la lotta greco-romana è la disciplina
del clinching per eccellenza.
Lotta come dominio fisico o come sottomissione
La lotta può essere categorizzata
anche in base al suo concentrarsi sul controllo fisico oppure sulla
sottomissione. Questa distinzione era già nota nell'antichità, in
epoca classica per esempio venivano definite come lotta canonica
oppure pancreatoria. Fra le discipline appartenenti al primo
ambito ci sono il sumo, la lotta libera o la sua meno nota variante
beach wrestling (uno stile basato sulle tecniche della lotta libera
ma a differenza di quest'ultima è vietato il combattimento a terra,
l'intento delle federazioni che organizzano i tornei di lotta sulla
spiaggia è quello di promuovere e diffondere il wrestling anche al
di fuori delle palestre, sfruttando un ambiente di gara naturale e
molto popolato). Sono competizioni in cui si ottiene la vittoria in
genere schienando l'avversario o facendolo uscire fuori da un'area
delimitata, incoraggiando in genere proiezioni e lavoro di controllo.
Fra le discipline appartenenti al secondo ambito, vi sono il
Brazilian jiu-jitsu, la luta livre e il submission grappling, nei
quali la vittoria è invece data dalla resa dell'avversario che
subisce una sottomissione e incoraggiano un tipo di lavoro
(soprattutto a terra, ma non necessariamente) finalizzato a
conseguire ciò. Il sambo cerca di esplorare entrambi gli ambiti con
diverse gradazioni, a seconda della specialità di sambo.
Questa appena descritta si tratta di
una distinzione che nella lingua italiana non viene definita, dato
che si utilizza generalmente per tutto il solo termine "lotta"
proveniente dal latino lucta. Ma nei paesi anglosassoni
(soprattutto Regno Unito e Stati Uniti), dove esiste una florida e
datata tradizione di lotta, e dai quali provengono i principali
atleti e campionati, si impiegano diversi termini utilizzati anche
nei circuiti internazionali e che a volte possono generare
confusione.
Due lottatori liberisti in azione.
Nella lingua inglese si utilizza in
genere il famoso termine "wrestling" per definire quella
parte della lotta consistente in clinching, proiezioni, lanci, prese
ed immobilizzazioni, dove due avversari ingaggiano una competizione
fisica in cui cercano di ottenere e mantenere una posizione di
dominanza. La parola si riferisce soprattutto alla lotta olimpica,
che viene definita in genere "amateur wrestling", in Italia
il termine viene associato in genere solo agli spettacoli del
"professional wrestling" che sono una forma di show che non
va confuso con le competizioni lottatorie propriamente dette. Il
termine proviene dall'Inglese antico ed è una delle parole inglesi
più remote nel tempo per descrivere il combattimento corpo-a-corpo.
Il dizionario Merriam-Webster lo definisce come "uno sport o
competizione in cui due individui disarmati combattono corpo-a-corpo
per soggiogare o sbilanciare l'altro".
Esiste però anche il termine
"grappling", che in inglese indica la lotta in generale in
ogni suo aspetto, ma che a volte (e soprattutto in Italia) viene
inteso riferendosi alla sola parte della lotta consistente in
tecniche di sottomissione (strangolamenti, soffocamenti, leve, chiavi
e torsioni) e in tecniche operanti per poter applicare le prime (che
non sono invece parte delle discipline di wrestling, a parte
alcune eccezioni come il catch wrestling che ne ha adottate alcune
nelle proprie regole).
A volte si associa impropriamente il
termine wrestling alla lotta in piedi e erroneamente grappling
a quella a terra, ma in realtà è possibile effettuare un "lavoro
di wrestling" anche a terra così come leve o strangolamenti
sono applicabili anche in piedi.
Aspetti fisiologici
Le discriminanti nell'approccio alla
lotta è ciò che gli studiosi definiscono “intelligenza
cinestetica” e capacità propriocettiva. L'intelligenza cinestetica
consiste nella capacità di un individuo di saper gestire il
proprio corpo e di controllarne i movimenti, manipolare oggetti
trasformarli e riorganizzarli, o nel caso della lotta controllare il
corpo di coloro con cui si entra in relazione, osservare situazioni e
riprodurle, programmare sequenze di azioni anche a livello astratto.
È un'intelligenza che permette l'apprendimento attraverso il
movimento (toccando oggetti, muovendosi, interagendo con lo spazio).
La propriocezione è la capacità di percepire e riconoscere
la posizione del proprio corpo nello spazio e lo stato di contrazione
dei propri muscoli, anche senza il supporto della vista. La
propriocezione assume un'importanza fondamentale nel complesso
meccanismo di controllo del movimento.
La natura stessa impone dei tempi di
apprendimento di queste due capacità che rientrano in quei processi
fondamentali dell'età evolutiva e che quindi rimangono più ostiche
nell'età adulta, ma soprattutto la natura ci impone la metodica di
apprendimento che in tutti i mammiferi è la lotta (la principale
attività dei cuccioli per lo sviluppo psico-motorio).
È quindi sulla base di quanto scritto
che in tutte le scuole professionistiche di sport di combattimento
comprese quelle di MMA si attribuisce uno spazio molto ampio
all'apprendimento delle tecniche lottatorie sia tra i professionisti
che soprattutto nell'ambito giovanile ed infantile, come dichiarato
poi dallo stesso Alessio Sakara in un suo intervento “consiglio ai
giovani” (youtube).
La Lotta intesa come la Lotta Olimpica
risulta essere la disciplina più utile all'apprendimento in
sicurezza di queste abilità che poi saranno indispensabili nella
pratica anche di discipline più cruente. Lungi questo dal voler
sostenere che la lotta sia la più efficace tra le discipline di
combattimento, ma soltanto che i fondamentali inerenti questa
specialità sono oltre che fonfamentali anche più complessi e quindi
da apprendere prematuramente.
Lotta "shoot" o "show"
Nei paesi anglosassoni, si distingue in
genere fra la lotta praticata a livello agonistico, spesso
identificata col collegiate wrestling e l'amateur wrestling (e che
ricadono nell'ambito della lotta olimpica), e il "professional
wrestling", che consiste in realtà in spettacoli
d'intrattenimento, a volte seguenti anche un copione prestabilito. La
lotta come "show" si è sviluppata in particolare nelle
forme del pro wrestling, del puroresu e della lucha libre.
Uso
Il grado con cui le tecniche di lotta
sono utilizzate nei differenti sistemi di combattimento varia. Alcune
discipline, come il catch wrestling, il submission wrestling, il
judo, il sumo, e il Brazilian jiu-jitsu sono esclusivamente arti di
lotta e non contemplano l'esecuzione di colpi.
Matt Larsen, creatore del
Modern Army Combatives Program, mostra uno strangolamento ad un
avversario in addestramento.
Nel pancrazio antico invece la lotta
era un tutt'uno con lo scambio di colpi e l'utilizzo delle mosse più
efferate, comprese lo spezzamento delle dita o la possibilità di
mordere. Odierni sport da combattimento come le arti marziali miste
ed il Pancrazio moderno, sono le discipline che più si avvicinano a
questa totalità consentendo agli atleti partecipanti di usare sia
tecniche di lotta che percussioni, utilizzando l'una per poter
applicare meglio le altre o viceversa le altre per giungere
facilmente alla prima. I lottatori di lotta libera hanno conquistato
il maggior numero di titoli in questa disciplina ibrida.
La lotta non è comunque consentita in
tutte le arti marziali e gli sport da combattimento; di solito allo
scopo di concentrarsi su altri aspetti del combattimento come le
tecniche pugilistiche, i calci o l'uso di armi. Gli avversari in
questi tipi di incontro, tuttavia, possono ancora entrare brevemente
in una fase di lotta o comunque di contatto diretto per fatica fisica
o dolore; quando ciò avviene, l'arbitro può intervenire per
separarli e far ripartire lo scontro, a volte dando un avvertimento
ad uno o entrambi i competitori. Ciò avviene per esempio nella boxe,
nella kickboxing, nel taekwondo, nel karate e nella scherma. Una fase
di grappling prolungata nella muay Thai comporterà anch'essa
la separazione dei combattenti, ma l'arte studia intensamente
l'utilizzo di tecniche di clinching attorno al collo.
Le tecniche di lotta e la difesa dalle
tecniche di lotta sono anche considerati importanti nella difesa
personale e nelle applicazioni di polizia. Le più comuni tecniche
insegnate hanno lo scopo di difendersi da prese o applicare prese
dolorose.
Khuresh, stile di lotta
tradizionale di Tannu Tuva.
D'altra parte, la lotta consente di
controllare un avversario senza arrecargli danno. Per questo motivo,
molte forze di polizia ricevono un certo grado di addestramento nella
lotta. A maggior ragione, gli sport di lotta sono stati regolamentati
di modo da permettere ai partecipanti di competere con tutti i loro
sforzi fisici senza dover infortunare gli avversari.
La lotta viene chiamata dumog
nell'eskrima. Il termine chin na nelle arti marziali cinesi ha
a che fare con l'uso della lotta per ottenere una sottomissione o
incapacitare l'avversario (ciò può implicare l'uso dei punti di
agopuntura). Alcun arti marziali cinesi, l'aikido e diversi sistemi
di eskrima, così come molte arti marziali europee medievali e
rinascimentali, contemplano la lotta quando uno o entrambi i
contendenti sono armati e ne studiano l'applicazione in sinergia con
l'uso di armi. Per esempio, un bastone può essere impiegato anche
per effettuare uno strangolamento dopo una fase di scambio di colpi.
Questa pratica è significativamente più pericolosa della lotta
disarmata e richiede generalmente un alto livello di allenamento.
Alcuni artisti marziali, come i Dog
Brothers, combinano la lotta con l'uso di armi.