martedì 3 novembre 2015

Falun Gong

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Il Falun Gong, noto anche come Falun Dafa, è una disciplina spirituale cinese che prevede la meditazione, semplici esercizi di qigong e un insegnamento basato sui principi di Verità, Compassione e Tolleranza (真 善 忍). La pratica enfatizza la moralità e la coltivazione della virtù e si presenta come una pratica di coltivazione della scuola buddista. Attraverso la pratica degli esercizi e cercando di conformarsi ai principi della Falun Dafa nella loro vita quotidiana, i praticanti aspirano ad essere persone migliori, a mantenersi in buona salute e in ultimo all'illuminazione spirituale.
Il Falun Gong è stato insegnato pubblicamente per la prima volta nel Nordest della Cina nel 1992 da Li Hongzhi. Nel corso degli anni '90 si è diffuso ampiamente in Cina con il passaparola, per via degli ottimi risultati ottenuti nel migliorare la salute fisica e per la risonanza spirituale del suo insegnamento. Inizialmente ha goduto di un considerevole sostegno da parte delle autorità cinesi, in quanto pratica di qigong benefica per la salute e per la moralità dei cittadini.
Tuttavia a partire dal 1996 il Partito Comunista e le agenzie di sicurezza hanno progressivamente visto il Falun Gong come una potenziale minaccia per la sua popolarità, la sua indipendenza dallo stato e per i suoi insegnamenti spirituali, mostrando una crescente ostilità. Ciononostante nel 1998, il Ministero dello Sport cinese stimava che circa 70 milioni di cinesi lo praticassero.
Il 20 luglio 1999, Jiang Zemin, allora leader del Partito Comunista Cinese, ha lanciato una repressione a livello nazionale e un'estesa campagna di propaganda con l'obiettivo di screditare e sradicare la pratica. Associazioni dei diritti umani riferiscono che, nel corso di questa persecuzione ancora oggi in corso, i praticanti del Falun Gong in Cina sono stati soggetti a un'ampia gamma di abusi per mano delle autorità cinesi, che includono arresti e detenzioni illegali, lavori forzati, abusi psichiatrici, torture e ad altri metodi coercitivi di riforma del pensiero. Dal 2006 indagini indipendenti hanno rivelato che i praticanti del Falun Gong, insieme ad altri detenuti di coscienza, sono utilizzati come 'banca vivente' di donatori per i trapianti d'organo, gestiti e diretti dallo Stato.
Insegnato al di fuori dalla Cina fin dagli anni '90, il Falun Gong ha avuto una considerevole diffusione in tutto il mondo ed è oggi praticato in più di 70 paesi. In Cina alcune fonti stimano che decine di milioni continuino a praticare nonostante la persecuzione.
Nel Falun Gong non esistono iscrizioni, gerarchie o rituali. Gli esercizi possono essere praticati da soli o in gruppo e spesso vengono praticati e insegnati nei parchi, in maniera libera e gratuita. Gli insegnamenti sono disponibili su internet nel sito della Falun Dafa.

Origine e categorizzazione

Il 13 maggio 1992, Li Hongzhi, un maestro di qigong del nord-est della Cina, ha tenuto il primo corso pubblico di Falun Gong a Changchun, provincia di Jilin. Ha presentato il Falun Gong come parte della «millenaria tradizione della coltivazione», facendo di fatto conoscere al grande pubblico l’aspetto spirituale della pratica del qigong che era stato accantonato durante la Rivoluzione culturale per adattarsi all'ideologia comunista.
Nel contesto culturale cinese, il Falun Gong viene generalmente classificato come un sistema di qigong, nome moderno dato all'antico termine «xiulian»(修炼, xiū liàn, letteralmente "pratica di coltivazione"), che descrive il percorso nel quale un individuo può raggiungere la perfezione spirituale, spesso attraverso la pratica congiunta di mente e corpo. Le tradizioni orientali non considerano il corpo e la mente come indipendenti e insegnano ad armonizzarli lavorando su entrambi. Le «pratiche di coltivazione» sono state una costante nella lunga storia cinese; sono parte delle tradizioni buddiste, taoiste e confuciane e includono le arti marziali interne. Richard Madsen, professore all'Università di San Diego in California, sottolinea che la cultura tradizionale cinese ha una «comprensione profonda della materia e della mente, del corpo e della mente». Secondo Zhao Yuezhi, professore presso l'Università Simon Fraser, in Canada, «il Falun Gong, come altre forme di qigong, sottolinea l'interconnessione tra la guarigione fisica e spirituale, contrariamente alla distinzione fatta in occidente tra medicina e spiritualità. Per ottenere un miglioramento della salute, gli esercizi fisici devono essere accompagnati da una coltivazione morale e gli esercizi spirituali aiutano a concentrare la mente. Nel caso del Falun Gong, i valori da coltivare sono “verità”(, zhēn), compassione (, shàn) tolleranza (, rěn). Benjamin Penny, professore di storia cinese all'Australian National University, sottolinea l'importanza di questi valori nel Falun Gong e ha scritto: «Il modo migliore per descrivere il Falun Gong è chiamarlo un sistema di coltivazione. I sistemi di coltivazione sono una caratteristica della vita cinese da più o meno 2500 anni e probabilmente anche da molto prima».
In Occidente, non esistendo il concetto di pratica di coltivazione, il Falun Gong viene generalmente descritto come una pratica o un movimento spirituale. La Risoluzione 605 votata il 16 marzo 2010 presso la Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti, che chiede di porre immediatamente fine alla persecuzione del Falun Gong in Cina, lo definisce «movimento spirituale» e «pratica spirituale appartenente alla cultura tradizionale cinese». Nella risoluzione del Parlamento europeo del 12 dicembre 2013 di condanna del prelievo forzato di organi in Cina, il Falun Gong è categorizzato come una «disciplina spirituale». Edwary McMillan-Scott, vice presidente del Parlamento europeo parla di «esercizi spirituali» e di «movimento spirituale». Amnesty International descrive il Falun Gong come un «movimento che pratica una tecnica di meditazione e degli esercizi di respirazione» o un «movimento spirituale». Human Rights Watch definisce il Falun Gong «una forma di qigong, un antico sistema cinese di esercizi combinati con la meditazione».

Pratica e insegnamento

Il Falun Gong aspira a mettere in grado il praticante di ascendere spiritualmente attraverso la rettitudine morale, la pratica di una serie di esercizi e la meditazione. I tre principi che sono al centro dell'insegnamento sono Verità (, Zhēn), Compassione (, Shàn) e Tolleranza (, Rěn). Insieme, questi principi sono considerati la natura fondamentale del cosmo, il criterio per distinguere ciò che è bene da ciò che è male e la più alta manifestazione del Tao, o della Fa (Legge). L'assimilazione e coltivazione di questi principi è una parte fondamentale della pratica della Falun Dafa.
La pratica del Falun Gong si compone di due elementi complementari: la pratica degli esercizi e la coltivazione della mente e del cuore, chiamata anche elevazione della «xinxing» (心性, xīn xìng, letteralmente "natura del cuore o della mente").

Esercizi

Il Falun Gong comprende quattro semplici esercizi in posizione eretta e una meditazione in posizione seduta. La pratica degli esercizi è considerata come secondaria rispetto all'elevazione spirituale, ma è comunque una componente essenziale del Falun Gong.
  • Il primo esercizio, chiamato «Budda estende mille mani», ha lo scopo di agevolare la libera circolazione dell'energia e aprire i meridiani del corpo.
  • Il secondo esercizio, chiamato «Esercizio del Falun in posizione statica in piedi», consiste in quattro posizioni statiche da mantenere per un periodo di tempo prolungato. L'obiettivo di questo esercizio è aumentare il livello dell'energia.
  • Il terzo esercizio, «Scorrimento fra i due poli», prevede due serie di movimenti che permettono di espellere l'energia non buona del corpo e di rimpiazzarla con l'energia dell'universo, purificando così il corpo.
  • Il quarto esercizio, «Circolazione Celeste del Falun», ha lo scopo di far circolare liberamente l'energia attraverso il corpo.
  • Contrariamente ai primi quattro, il quinto esercizio si pratica stando seduti nella posizione del loto o del mezzo loto. Si chiama «Rafforzamento dei poteri soprannaturali», richiede di rimanere seduti in meditazione più a lungo possibile (ed è considerato come l'esercizio più avanzato).
Gli esercizi del Falun Gong possono essere praticati individualmente o in gruppo, e più o meno a lungo a seconda delle necessità e della capacità di ciascun praticante. Sono insegnati gratuitamente da volontari o possono essere appresi da autodidatti attraverso i materiali disponibili sul sito della pratica. Gli esercizi del Falun Gong sono spesso praticati in gruppo nei parchi, nei campus universitari o in altri luoghi pubblici in più di 70 paesi nel mondo. I praticanti del Falun Gong sono invitati a leggere i libri del Falun Gong e a praticare gli esercizi regolarmente, preferibilmente ogni giorno.

Principi base

L'elevazione della xinxing si ottiene da una parte armonizzandosi nella vita quotidiana ai tre principi che costituiscono la natura fondamentale dell'universo: verità, compassione e tolleranza (Zhen-Shan-Ren) e dall'altra abbandonando i pensieri e i comportamenti negativi. Come Li Hongzhi precisa nel suo primo libro degli insegnamenti del Falun Gong, si tratta di abbandonare «tutti i desideri, i pensieri e i comportamenti negativi, come l'avidità, il profitto, la lussuria, il desiderio, l'uccidere, il lottare, il furto, la rapina, l'inganno, la gelosia, ecc».
Nella pratica del Falun Gong il perfezionamento di sé attraverso questi tre principi è considerato essenziale. Nello Zhuan Falun (轉法輪, 转法轮, zhuàn fǎ lún), il testo fondamentale della pratica pubblicato nel 1995, Li Hongzhi scrive: «“Ma non importa quanto cambi il criterio morale umano, la natura dell'universo non cambia, ed è l'unico criterio per distinguere le persone buone da quelle cattive. In quanto praticanti, dovete prendere la natura dell'universo come vostra guida per migliorare voi stessi».
Il Falun Gong sottolinea altri due concetti fondamentali: l'esistenza della virtù (, dé) e del karma (, yè) nel senso di karma negativo. La prima si ottiene compiendo buone azioni e sopportando le difficoltà e le sofferenze, il secondo si accumula commettendo cattive azioni. La virtù di una persona determina la sua buona fortuna e la sua capacità di elevarsi spiritualmente. Al contrario, l'accumulazione del karma ha come conseguenza la sofferenza, la malattia e la separazione dalla natura dell'universo. L'elevazione spirituale si realizza attraverso la trasformazione del karma e l'accumulazione della virtù.
Gli insegnamenti del Falun Gong presuppongono che gli esseri umani siano originariamente e innatamente buoni, ma che siano discesi in questo regno di illusioni e sofferenza dopo essere diventati egoisti e aver accumulato karma. Per ritornare alla propria "vera natura originaria", devono assimilarsi alla natura dell'universo (verità, compassione e tolleranza), abbandonare i pensieri e i comportamenti cattivi e ripagare il karma.
Per eliminare il karma, i praticanti nella loro vita quotidiana devono essere onesti, compiere buone azioni e affrontare le difficoltà con pazienza e benevolenza. Ad esempio, Li afferma che un coltivatore «non deve rispondere quando viene colpito o insultato». Prima di essere superato, lo stress vissuto dai praticanti nella vita quotidiana può anch'esso contribuire alla riduzione del karma. L'elevazione spirituale si ottiene anche con l'abbandono degli attaccamenti. Non è un problema possedere le cose materiali, ma lo è essere attaccati ad esse. Viene raccomandato anche di abbandonare le dipendenze come il tabagismo e il consumo di alcool, poiché anch'esse sono degli attaccamenti. Anche un interesse eccessivo per la politica potrebbe divenire un attaccamento al potere o all'influenza nel mondo. Secondo Hu Ping, intellettuale e redattore capo del più vecchio giornale dissidente cinese, «il Falun Gong si occupa solo della purificazione dell'individuo attraverso l'esercizio, e non affronta le questioni sociali o nazionali. Non ci sono suggerimenti, e neanche impliciti accenni, ad un modello di cambiamento sociale».
Secondo David Ownby, i principi che guidano verso una elevazione spirituale non costituiscono nel Falun Gong un insieme di regole o precetti, ma piuttosto una base di conoscenza che ciascuno comprende in base al proprio vissuto e alle proprie situazioni. Il lavoro su di sé non è egoista e mira invece a trattare gli altri con compassione e benevolenza. Gli insegnamenti mettono l'accento sulla ricerca dentro se stessi di fronte ai problemi. Li Hongzhi sottolinea l'importanza di avere considerazione per gli altri in ogni circostanza. Stephen Chan, professore dell'Università di Londra, propone un parallelismo tra il Falun Gong e il buddismo affermando che condividono la stessa dottrina principale della benevolenza incondizionata e della compassione verso gli altri.
Il Falun Gong fa eco alle tradizioni cinesi secondo le quali gli esseri umani sono connessi con l'universo attraverso lo spirito e il corpo. Li Hongzhi sollecita a mettere in discussione «le mentalità convenzionali» relative alla natura e alla genesi dell'universo, allo spazio tempo e al corpo umano. Il Falun Gong si rifà alle tradizioni dell'Asia orientale e alla scienza tradizionale cinese come sistema ontologico totalmente differente e altrettanto valido. Tuttavia, nel presentare alcuni dei suoi insegnamenti prende in prestito moderne idee scientifiche - ad esempio facendo riferimento alla struttura atomico-molecolare della materia. Secondo David Ownby, "Li Hongzhi ha presentato la sua visione da una parte come un ritorno ad una tradizione spirituale persa o trascurata, e dall'altra come un importante contributo alla scienza moderna", mentre molti intellettuali cinesi che hanno iniziato a praticare il Falun Gong, sostengono che nello spiegare la relazione tra scienza e le "grandi strutture cosmiche e le domande esistenziali", Li Hongzhi ha reso la scienza più grande che mai. Questo punto di vista è condiviso da Richard Madsen.

Testi

Il primo libro del Falun Gong è stato pubblicato nell'aprile 1993. Intitolato China Falun Gong, o semplicemente Falun Gong, è un testo introduttivo che discute il qigong, i principi della pratica di coltivazione e il miglioramento del carattere morale (xinxing). Il libro fornisce anche illustrazioni e spiegazioni dei cinque esercizi. La raccolta principale degli insegnamenti è articolata nel libro Zhuan Falun, pubblicato in cinese nel gennaio 1995. Il libro è diviso in nove “lezioni”, ed è basato sulle trascrizioni riviste delle conferenze tenute da Li Hongzhi nei tre anni precedenti in diverse parti della Cina. Da allora i libri del Falun Gong sono stati tradotti in oltre 40 lingue.

Simbolo

Il simbolo della pratica è il Falun (法輪, 法轮, Fǎlún, letteralmente "Ruota della Legge" o in sanscrito Dharmacakra). Mentre nel Buddismo il Dharmacakra rappresenta la completezza della dottrina, nonostante l'evocazione della terminologia e dei simboli buddisti, la ruota della legge come compresa nel Falun Gong ha connotazioni distinte. Il Falun è la rappresentazione della miniatura dell'universo. Il titolo del testo principale degli insegnamenti del Falun Gong, lo Zhuan Falun, significa letteralmente «Girare la ruota della legge». Questa «Ruota della Legge» contiene una grande svastica al centro e quattro più piccole ai lati, che sono i segni particolari dei Budda, e quattro piccoli Taiji (simboli di yin-yang) che rappresentano il Tao.

Organizzazione, struttura e demografia

Organizzazione

Gli insegnamenti del Falun Gong includono un punto fondamentale: il Falun Gong è destinato ad essere «senza forma» e a non avere praticamente alcuna organizzazione materiale o formale. Non esistono liste o registri dei praticanti; questi ultimi sono liberi di partecipare alla pratica e di seguire gli insegnamenti al proprio ritmo. I praticanti non devono imporre agli altri in cosa credere o come comportarsi. Il fondatore del Falun Gong, Li Hongzhi, non interviene nella vita personale dei praticanti, i quali non hanno pressoché nessun contatto con lui, se non attraverso lo studio dei suoi insegnamenti.
Secondo Craig Burgdoff, professore di teologia, non esistono gerarchie nel Falun Gong, e non è una disciplina dogmatica, la sola cosa che viene enfatizzata è la necessità di un comportamento morale elevato. L'organizzazione è decentralizzata con delle Associazioni della Falun Dafa regionali, dei club universitari e delle reti di «assistenti» o «contatti locali» presenti in oltre settanta paesi al di fuori della Cina continentale. Questi «contatti locali» sono dei volontari che non beneficiano di alcun privilegio, autorità o titolo, indipendentemente da quando abbiano iniziato a praticare.
Nella maggior parte delle medie e grandi città, i praticanti organizzano appuntamenti regolari per praticare insieme gli esercizi e la meditazione o per dedicarsi allo “studio della Fa” durante il quale a volte praticano anche gli esercizi. Gli appuntamenti per fare gli esercizi e la meditazione sono descritti come gruppi informali di praticanti che di solito si incontrano nei parchi per una o due ore. Le sessioni di studio di gruppo si tengono generalmente di sera in abitazioni private, nelle aule universitarie o nelle scuole. Durante queste sessioni i praticanti leggono, discutono il contenuto delle lezioni e scambiano le proprie esperienze. Coloro che sono troppo occupati, isolati o che semplicemente preferiscono la solitudine possono scegliere di praticare da soli. La partecipazione a tutte le attività del Falun Gong è gratuita. Quando ci sono delle spese significative da coprire - ad esempio per il noleggio di attrezzature o per l'affitto di un auditorium per conferenze di grandi dimensioni - i costi vengono coperti di propria iniziativa da praticanti relativamente benestanti.
Il grado di organizzazione realizzato nel Falun Gong è raggiunto attraverso una comunità online globale e l'utilizzo di Internet, tramite il quale i praticanti si tengono in contatto tra di loro. Soprattutto in seguito all'inizio della persecuzione in Cina, i mezzi di comunicazioni elettronici e i vari siti web sono diventati il mezzo principale di coordinamento e di diffusione degli insegnamenti di Li Hongzhi.
In Cina Continentale
Nel 1993 la Società di Ricerca della Falun Dafa con sede a Pechino è stata accettata come parte della Società di Ricerca sulla Scienza del Qigong in Cina (SRQC), l'ente statale che sovrintendeva all'amministrazione delle varie scuole di qigong del paese, e ne sponsorizzava attività e seminari. In base ai requisiti imposti dalla SRQC, il Falun Gong era inizialmente organizzato in una rete nazionale di centri di assistenza, “stazioni principali”, “diramazioni”, “stazioni guida” e luoghi di pratica locali, riflettendo la struttura della SRQC o persino quella del Partito Comunista stesso. Gli assistenti del Falun Gong erano volontari che insegnavano gli esercizi, organizzavano eventi e diffondevano gli insegnamenti di Li Hongzhi. La Società di Ricerca della Falun Dafa dava agli studenti consigli sulle tecniche di meditazione, forniva servizi di traduzione e coordinamento per la pratica a livello nazionale.
I successivi tentativi da parte delle autorità cinesi di rafforzare il controllo sul Falun Gong hanno causato l'effetto contrario. Dopo aver lasciato la SRQC nel 1996, il Falun Gong si è trovato al di fuori dei regolamenti governativi. Trovandosi sotto stretta sorveglianza da parte delle autorità, ha reagito adottando una struttura organizzativa più decentrata e flessibile. Nel 1997, la Società di Ricerca della Falun Dafa è stata ufficialmente sciolta, così come «i principali centri di assistenza» regionali. Tuttavia, i praticanti hanno continuato ad organizzarsi a livello locale, rimanendo in contatto attraverso i mezzi di comunicazione elettronica, le relazioni interpersonali e i luoghi di pratica degli esercizi. Fonti del Falun Gong e del governo cinese affermano che nel 1999 c'erano nel paese circa 1900 centri di assistenza e 28.263 siti locali di pratica degli esercizi del Falun Gong.
A partire dal luglio 1999, con l'inizio della repressione, il Falun Gong in Cina è stato costretto alla clandestinità. La struttura organizzativa è diventata ancora più informale e internet è diventato un mezzo importante per la comunicazione tra i praticanti. Le autorità cinesi hanno cercato di ritrarre il Falun Gong come una organizzazione con una struttura gerarchica e ben finanziata, ma James Tong, professore presso l'Università del Michigan, ha scritto che era nell'interesse del governo ritrarla così al fine di giustificare la sua repressione: «Più facevano apparire il Falun Gong come organizzato, più potevano giustificare la repressione del regime in nome dell'ordine sociale». Ha poi concluso che le affermazioni del Partito mancano di «prove sostanziali sia interne sia esterne» e che, nonostante gli arresti e la sorveglianza, le autorità non hanno mai «risposto in maniera credibile alle confutazioni del Falun Gong».

Demografia

È impossibile valutare con esatezza il numero dei praticanti del Falun Gong, perché non esiste nessuna iscrizione, e quindi non ci sono «registri» dei nomi dei praticanti. Al di fuori della Cina, il Falun Gong è praticato da centinaia di migliaia, forse milioni di persone in tutto il mondo. Le comunità più grandi si trovano a Taiwan e nelle città del Nord America. Indagini demografiche condotte da Palmer e Ownby hanno mostrato che l'età media dei praticanti è di circa 40 anni. Tra le persone che hanno partecipato al sondaggio, il 56% erano donne e il 44% uomini. L'80% erano sposati. Le indagini hanno rivelato che gli intervistati possedevano un alto livello d'istruzione: il 9% aveva conseguito un dottorato di ricerca, il 34% una laurea quinquennale e il 24% una laurea triennale.
In Cina continentale
Secondo fonti occidentali prima del luglio 1999 il governo cinese stimava il numero dei praticanti del Falun Gong intorno a 60 o 70 milioni, una cifra che rivaleggiava con il numero dei membri del Partito Comunista. Al momento della repressione nel luglio 1999, la maggior parte delle fonti governative ponevano il numero dei praticanti tra i 2 e i 3 milioni di persone, sebbene alcune pubblicazioni mantenessero il numero intorno ai 40 millioni. La maggior parte delle stime per lo stesso periodo provenienti dal Falun Gong parlavano di un numero totale dei praticanti in Cina tra i 70 e gli 80 millioni. Altre fonti hanno stimato che il numero di praticanti del Falun Gong in Cina oscillasse tra i 10 ei 60 milioni.
Inchieste demografiche condotte in Cina nel 1998 stabilivano che i praticanti erano per lo più donne e in buona parte persone anziane. Il Falun Gong superava le barriere etniche e sociali e attirava diversi tipi di persone, dai giovani studenti, ai burocrati, agli intellettuali fino ai funzionari del partito communista. Indagini condotte in Cina negli anni '90 rivelavano che tra il 23% e il 40% dei praticanti erano in possesso di un titolo universitario o di un diploma di studi di alto livello. Queste percentuali sono molto superiori rispetto a quelle della popolazione generale.
Dopo il luglio 1999 e l'inizio della persecuzione del Falun Gong da parte delle autorità, è ancora più difficile da valutare il numero dei praticanti in Cina. Alcune fonti stimano tuttavia che milioni di persone continuino a praticare in clandestinità.

Ragioni per praticare il Falun Gong

Le inchieste condotte tra i praticanti del Falun Gong in Nord America rivelano che le motivazioni più comuni che li hanno indotti ad iniziare a praticare sono: gli insegnamenti, i benefici per la salute e gli effetti rilassanti ed energetici degli esercizi. Secondo una ricerca condotta da David Ownby, l'interesse per il Falun Gong è suscitato innanzitutto dal suo contenuto intellettuale, dall'opportunità di una crescita spirituale, dai benefici per la salute e dagli esercizi. L'inchiesta condotta da Scott Lowe ha constatato che gli insegnamenti spirituali del Falun Gong e la possibilità di acquisire una buona salute sono state le motivazioni più comuni per iniziare a praticare il Falun Gong. Diversi intervistati hanno affermato che altre forme di qigong «mancano di profondità, sono esoteriche e superficiali», mentre hanno definito il Falun Gong come «la coltivazione spirituale più completa, efficace e universale».

Storia in Cina

Diffusione e sviluppo del Falun Gong

Il Falun Gong è stato insegnato pubblicamente per la prima volta da Li Hongzhi nel 1992, in una scuola media della città di Changchun. Poco dopo, il 30 luglio 1992 Li Hongzhi ha ricevuto il titolo di "maestro di qigong", è stato autorizzato ad insegnare in tutto il paese e ha fondato la Società di ricerca della "Falun Xiulian Dafa", che nel settembre 1992 è stata ammessa all'interno della SRQC. All'epoca, la Società di Ricerca Scientifica sul Qigong in Cina (SRQC) era l'organizzazione governativa preposta a sovraintendere alla pratica, alla ricerca e allo sviluppo delle scuole di qigong.
Il Falun Gong ha partecipato alla Fiera Orientale della Salute di Pechino del 1992 e del 1993, nelle quali ha ottenuto uno straordinario successo. Nel 1992 è stato premiato come "qigong stella", mentre nel 1993 Li Hongzhi è stato proclamato "il Maestro di Qigong più acclamato" e il Falun Gong ha ricevuto il "Premio d'oro speciale" e un premio per l'"Avanzamento delle frontiere della scienza." I giornali e le riviste specializzate di qigong hanno pubblicato articoli che esaltavano la genuinità della pratica e i suoi straordinari effetti terapeutici, il che ha contribuito ad accrescerne la popolarità.
Tra il 13 maggio 1992 e dicembre del 1994, Li Hongzhi ha tenuto 54 corsi di 7-10 giorni. Viaggiando attraverso la Cina ha raggiunto un uditorio complessivo di oltre 60.000 persone.
Le autorità governative hanno in più occasioni ringraziato ufficialmente Li Hongzhi. Una pubblicazione del Ministero della Pubblica Sicurezza datata agosto 1993 lo ha lodato per «promuovere le tradizioni non-violente del popolo cinese, preservare l'ordine sociale e la sicurezza pubblica, e promuovere la moralità nella società».
Il 4 Gennaio 1995, si è svolta presso l'auditorium del Ministero di Pubblica Sicurezza la cerimonia di pubblicazione del libro Zhuan Falun. Con la pubblicazione di questo libro, Li ha reso il suo insegnamento accessibile su ampia scala e lo Zhuan Falun è diventato un best-seller in Cina.
Secondo David Ownby, professore di storia e direttore del Centro di Studi dell'Asia Orientale dell'Università di Montreal in Canada, Li è diventato «immediatamente una star nel mondo del qigong» e la pratica si è diffusa rapidamente con il passaparola. Secondo le testimonianze dei praticanti un grande numero di persone ha riguadagnato la salute fisica e migliorato il proprio carattere subito dopo aver iniziato a praticare la Falun Dafa e ciò ha ampiamente contribuito alla sua diffusione.
Nella provincia di Guangdong circa 2300 persone avevano assistito ai seminari (terminati nel 1994), tuttavia le statistiche pubblicate dalla Commissione dello Sport nel 1998 hanno mostrato che circa 200.000 persone andavano regolarmente nei siti degli esercizi a praticare la Falun Dafa. Nel 1998 c'erano siti di pratica degli esercizi in tutte le città della Cina, alcuni dei quali frequentati da migliaia di persone.

Prime tensioni con il governo

Nel 1995 le autorità cinesi hanno iniziato a volgere la loro attenzione verso il Falun Gong per intervenire sulla sua organizzazione. Il Ministero della Sanità, la Commissione Nazionale dello Sport e la SRQC hanno chiesto a Li Hongzhi di costituire insieme una associazione del Falun Gong. Offerta che Li ha rifiutato. Inoltre nel 1996 la SRQC ha emesso una direttiva, che imponeva a tutte le pratiche di qigong di istituire delle sezioni del partito comunista all'interno della loro organizzazione e anche questa richiesta è stata respinta. Inoltre nel 1996, la Società di Ricerca sul Qigong ha anche richiesto a Li di aumentare il costo del suo insegnamento, ma Li ha risposto enfatizzando la necessità che il suo insegnamento fosse gratuito.
Nel marzo 1996, in risposta ai crescenti disaccordi, il Falun Gong si è ritirato dalla SRQC, sostenendo che essa «non cercava affatto di comprendere il qigong, ma voleva solo trarne un guadagno economico» e da qual momento ha operato senza l'autorizzazione ufficiale dello stato. I rappresentanti del Falun Gong hanno provato a registrarsi presso altri enti governativi, ma senza riuscirci. Li e il Falun Gong si sono quindi venuti a trovare al di fuori del circuito di relazioni personali o economiche attraverso le quali i maestri e le loro associazioni di qigong potevano trovare un posto all'interno del sistema statale, con la protezione che ne derivava.
L'uscita del Falun Gong dalla SRQC è avvenuta in un momento più ampio cambiamento dell'attitudine del governo verso le pratiche di qigong. Nel governo era infatti cresciuta l'influenza dei detrattori del qigong, e le autorità hanno iniziato a tentare di mettere un freno alla crescita di questi gruppi, alcuni dei quali contavano decine di milioni di seguaci. A tale scopo i media di stato hanno iniziato a pubblicare articoli critici nei confronti del qigong. Il Falun Gong in un primo momento era rimasto al di fuori dell'ondata di criticismo, ma in seguito al distacco dalla SRQC è stato immediatamente coinvolto.
Il 17 giugno 1996 , il Guangming Daily, un influente giornale governativo, ha pubblicato un articolo polemico nei confronti del Falun Gong, il cui libro centrale, Zhuan Falun veniva descritto come un esempio di “superstizione feudale”, un'accusa che il Falun Gong era fino ad allora riuscito ad evitare, ritagliandosi uno spazio tra la scienza e la tradizione. Tuttavia alla pubblicazione di questo articolo ne sono seguiti oltre venti nei giornali dell’intera nazione. Poco dopo, il 24 luglio, il Dipartimento Centrale della Propaganda ha vietato la pubblicazione di tutti i libri del Falun Gong (divieto che tuttavia non è stato applicato in maniera categorica).
Migliaia di praticanti del Falun Gong hanno reagito scrivendo al Guangming Daily in merito all'articolo diffamatorio e facendo appello al Dipartimento Centrale della Propaganda e alla SRQC per contestare i provvedimenti presi e «per far sapere alle autorità che il Falun Gong è in realtà un'ottima pratica che beneficia le persone e la società». Ciononostante i media hanno continuato a pubblicare articoli e servizi contro il Falun Gong; perciò in molte occasioni, tra il 1996 e il 1999, i praticanti del Falun Gong hanno tenuto dimostrazioni pacifiche davanti alle sedi dei media chiedendo che ritirassero quelli che percepivano essere servizi fasulli e disinformativi. Queste proteste non sono state né condannate né proibite e buona parte dei media hanno effettivamente disconosciuto questi servizi e sono ritornati sulle loro posizioni.

Manifestazioni a Tianjin e Zhonganhai

Nel maggio del 1998, durante un talk show trasmesso dalla Beijing Television, He Zuoxiu, membro dell'Accademia cinese delle scienze e fiero sostenitore del Marxismo, ha denigrato i gruppi di qigong facendo particolare riferimento al Falun Gong. In risposta i praticanti del Falun Gong si sono riuniti davanti alla stazione televisiva e hanno manifestato in silenzio chiedendo una ritrattazione. Il giornalista responsabile del programma è stato licenziato, e alcuni giorni dopo è stato mandato in onda un programma positivo sul Falun Gong.
Nel frattempo, sebbene in alcuni ambienti le critiche nei confronti del qigong e del Falun Gong si siano intensificate, la pratica ha continuato ad avere un certo numero di sostenitori di alto livello all'interno del governo. Nel 1998, Qiao Shi, che da poco si era ritirato dal ruolo di Presidente del Comitato Centrale del Congresso Nazionale del Popolo, aveva avviato una propria indagine sul Falun Gong. Dopo mesi di ricerche, il suo gruppo ha concluso che «Il Falun Gong aveva portato centinaia di benefici alla popolazione cinese e non aveva avuto un solo effetto negativo». A maggio dello stesso anno, la Commissione Nazionale dello Sport in Cina ha iniziato a raccogliere informazioni sul Falun Gong. Basandosi su oltre 12.000 interviste rilasciate dai praticanti della provincia di Guangdong, nelle quali il 97,2% ha detto che il Falun Gong aveva migliorato la loro salute, il responsabile dell'inchiesta ha dichiarato: «Siamo convinti che gli esercizi e gli effetti del Falun Gong siano eccellenti. Inoltre la pratica ha ampiamente contribuito ad elevare la stabilità e la moralità della società. Ciò dovrebbe essere ampiamente riconosciuto».
Una anno dopo, l'11 aprile 1999, He Zuoxiu ha pubblicato sulla rivista dell'università di Tianjin un articolo che definiva il Falun Gong una superstizione potenzialmente pericolosa per i giovani. Un grande numero di praticanti si sono riuniti allora presso l'università di Tianjin, davanti alla sede della rivista, chiedendo che essa pubblicasse un disconoscimento dell'articolo. Questo episodio, diversamente dai precedenti, si è concluso però con l'arrivo della polizia antisommossa, alcuni praticanti sono stati feriti e quarantacinque arrestati. Agli altri praticanti è stato detto che se volevano appellarsi ulteriormente, dovevano sollevare la questione con il Ministro della Pubblica Sicurezza e andare a fare appello a Pechino.
Così, il 25 aprile 1999 diecimila praticanti si sono radunati davanti all'ufficio centrale degli appelli vicino al quartiere governativo di Zhongnanhai a Pechino. L'appello durò 13 ore, senza slogan o striscioni, i manifestanti richiedevano la scarcerazione degli arrestati e il riconoscimento del loro diritto di praticare liberamente. Una delegazione è stata ricevuta dal primo ministro Zhu Rongji che ha assicurato ai praticanti che i prigionieri sarebbero stati rilasciati e che nessuno sarebbe stato molestato in futuro. David Ownby vede in questa manifestazione un punto di svolta nella politica del partito comunista cinese nei confronti del Falun Gong.
Il segretario generale del partito, Jiang Zemin, informato della manifestazione da Luo Gan (un membro del Politburo), si è arrabbiato molto per l'audacia della manifestazione - la più grande dalla protesta di Piazza Tiananmen del 1989. Jiang ha richiesto un'azione risoluta per sopprimere il gruppo, e ha criticato il Premier Zhu per essere stato "troppo soft" nel gestire la situazione. Quella sera, Jiang ha scritto una lettera in cui ha palesato il suo desiderio di vedere il Falun Gong "distrutto"; ha espresso la sua preoccupazione riguardo alla diffusione e alla popolarità del Falun Gong, e in particolare riguardo al grande numero di membri del Partito Comunista che stavano praticando questa disciplina tradizionale. Ha dichiarato anche che la filosofia morale del Falun Gong si trova all'opposto dei valori atei Marxisti-Leninisti, e che quindi costituiva una forma di competizione ideologica estremamente pericolosa.

La persecuzione

Il 20 luglio 1999, Jiang Zemin, allora Segretario Generale del Partito Comunista Cinese, ha lanciato una campagna di repressione a livello nazionale, affermando che il Falun Gong minacciava la stabilità sociale e politica della Cina. Le forze di sicurezza hanno portato via dalle loro case migliaia di praticanti del Falun Gong che erano stati identificati come “praticanti chiave”. Due giorni dopo, il 22 luglio, il Ministero degli Affari Civili ha bandito la Società di Ricerca della Falun Dafa e il Ministero della Pubblica Sicurezza ha emanato una circolare che proibiva ai cittadini di praticare la Falun Dafa in gruppo, di possedere i libri della Falun Dafa, di esporre striscioni a favore della Falun Dafa, o di contestare i divieti stessi.
La campagna mirava a sradicare il gruppo attraverso una combinazione di propaganda, detenzione e riforma coercitiva del pensiero, che in molteplici casi documentati è sfociata nella morte. Ad ottobre del 1999, quattro mesi dopo la messa al bando, fu creata una legge contro le "religioni eterodosse" per condannare i praticanti del Falun Gong a pene detentive. Nell'agosto 2000, Jiang Zemin ha ordinato una intensificazione della persecuzione, con l'intento di eliminare la pratica in tre mesi.
Centinaia di migliaia di praticanti sono stati arrestati presso le loro abitazioni e inviati nei centri di detenzione, nei campi di lavoro o nei centri di «rieducazione» per il lavaggio del cervello. In questi luoghi le autorità carcerarie hanno il compito di «riformare» i praticanti utilizzando qualsiasi mezzo; i resoconti parlano di «torture sistematiche», lavori forzati, detenzioni illegali, trattamenti psichiatrici e prelievo forzati di organi. Jiang Zemin, mandante della persecuzione, ha dichiarato: «nessun mezzo è troppo estremo».
A detta del giornalista Ian Johnson, poi vincitore di un Premio Pulitzer per i suoi articoli sulla repressione del Falun Gong, tutti i settori della società sono stati mobilitati contro il Falun Gong, compreso l’apparato mediatico, le forze di polizia, l’esercito, il sistema scolastico, le aziende e le famiglie. Fin dall'inizio sono state incoraggiate e ricompensate denunce all'interno delle famiglie, dei quartieri, delle aziende, ecc. In una settimana, secondo l'agenzia di stampa Xinhua, due milioni di libri del Falun Gong sono stati confiscati e distrutti con rulli compressori o bruciati pubblicamente.
Già nel giugno 1999 era stato creato un organo extra-giudiziale, detto Ufficio 610, per dirigere la repressione. Il suo compito era quello di coordinare la propaganda anti-Falun Gong, di raccogliere informazioni, di punire e di «rieducare» i praticanti. L'Ufficio 610 è strettamente associato all'"onnipotente" Comitato degli affari politici e amministrativi, diretto prima da Luo Gan e poi da Zhou Yongkang, entrambi fedelissimi di Jiang Zemin. Dipartimenti locali dell'Ufficio 610 sono stati istituiti a tutti i livelli (province, distretti, municipi e quartieri). Questo ufficio, con il suo status al di sopra della legge, non può non ricordare il «Gruppo per la Rivoluzione Culturale». Dal momento che nelle sue funzioni bypassa le leggi e la costituzione cinese, le autorità hanno per lungo tempo negato la sua esistenza.

Campagna mediatica e propaganda

La repressione è stata accompagnata fin dall'inizio da una campagna di propaganda a livello nazionale al fine di mettere l'opinione pubblica contro la pratica, che da allora viene definita xiejiao, un termine cinese che significa “insegnamento perverso”, spesso tradotto in inglese come «culto malvagio». Questo antico termine storicamente designava le religioni non confunciane. Nel contesto della Cina comunista, è usato dalla propaganda ufficiale per definire tutte le pratiche spirituali che non si sottomettono all'autorità del Partito Comunista. Secondo gli specialisti della Cina Daniel Wright e Joseph Fewsmith, quella del governo è «un'operazione premeditata di demonizzazione totale». Nel 2001 il Beijing Daily ha scritto: «Il Falun Gong può essere paragonato ad un topo che attraversa la strada. Nel vederlo, tutti urlano e vorrebbero vederlo schiacciato».
Questa campagna è stata sostenuta in modo massiccio dalla televisione, dalla stampa, dalla radio e tramite internet. Durante il primo mese della repressione, da 300 a 400 articoli che criticavano il Falun Gong sono apparsi in tutti i principali quotidiani gestiti dallo Stato. Secondo Elizabeth J. Perry, professoressa alla Harvard University e direttrice dell'Istituto Harvard-Yenching, i reportage anti-Falun Gong inondavano letteralmente i telegiornali della sera: «Per settimane, ogni sera venivano trasmesse immagini di libri del Falun Gong che erano stati consegnati volontariamente o confiscati dalla polizia nelle librerie e nelle case editrici (è interessante notare che alcuni erano stati pubblicati dalla casa editrice dell'Esercito di Liberazione del Popolo). Alcuni venivano accatastati e bruciati, altri riciclati». I reportage dei media si focalizzavano sulle dichiarazioni dei parenti delle “vittime” del Falun Gong che parlavano della «terribile tragedia» che si era abbattuta sui loro cari, ex praticanti che avevano confessato «di essere stati truffati da Li Hongzhi e dicevano che ora si pentivano di essere stati così ingenui», e con «immagini felici di coloro che avevano abbandonato il Falun Gong» e trovato delle «alternative sane» come il badminton, la danza, il bowling, etc.
Elizabeth Perry sottolinea che la forma di questa campagna mediatica di Stato è molto simile che il paese aveva conosciuto durante le campagne di reppressione dei decenni precedenti. Come le «campagna anti-destra degli 50' o la campagna contro l'inquinamento spirituale degli anni '80». Come fosse un ritorno alla “Rivoluzione Culturale”, il Partito ha organizzato manifestazioni per le strade, e il lavoro nelle aziende e nelle strutture scolastiche di tutto il paese veniva interrotto per far spazio a comizi che denunciavano la pratica. Sono state organizzate petizioni di massa contro il Falun Gong, la propaganda anti-Falun Gong è stata integrata nei libri di liceo, delle medie e delle elementari ecc.
L'agenzia di stampa Xinhua ha pubblicato un editoriale in cui affermava che gli ufficiali dell'Esercito popolare di liberazione e della polizia che dichiaravano il loro sostegno al Falun Gong erano il frutto degli «sforzi delle forze occidentali ostili che vogliono distruggere la Cina», mentre in tutte le unità gli ufficiali giuravano di fare del loro meglio per difendere il governo centrale e «garantire la sicurezza nazionale e mantenere la stabilità sociale».

Motivi della persecuzione

Ci sono diverse opinioni circa i motivi che hanno spinto le autorità a rivoltarsi contro il Falun Gong. Alcuni osservatori fanno riferimento all'ossessione personale di Jiang Zemin; i praticanti del Falun Gong lo ritengono personalmente responsabile della persecuzione. Dean Peerman sospetta che l'ex segretario generale fosse guidato da motivi strettamente personali, come ad esempio la gelosia per la popolarità di Li Hongzhi, e parla anche del suo temperamento irascibile e bellicoso.
Il Washington Post ha scritto che gli altri membri del Comitato centrale del Partito non condividevano le opinioni di Jiang circa la necessità di sradicare il Falun Gong. Altri analisti hanno ipotizzato che Jiang «abbia utilizzato quello che credeva essere un bersaglio facile» per ristabilire e consolidare l'autorità della sua leadership, soprattutto dopo aver appreso che alcune persone nel suo entourage praticavano il Falun Gong. Secondo James Tong, non c'è stata tuttavia alcuna forte resistenza da parte del Politburo.
Un altro motivo citato è la scarsa popolarità di cui godeva l'ex Segretario generale. Secondo Tony Saich, professore di Harvard, la campagna di repressione su scala nazionale è stata una prova di fedeltà nei confronti dell'autorità di Jiang Zemin. Un'ipotesi confermata da un veterano del partito, che ha dichiarato che «innescando un movimento in stile maoista [contro il Falun Gong], Jiang ha costretto le più alte cariche a giurare fedeltà alla sua linea».
La persecuzione del Falun Gong può anche essere collegata direttamente a motivi ideologici e all'intolleranza generale del regime comunista nei confronti di tutto ciò che non è conforme alla linea del partito. David Palmer ricorda come il Partito comunista abbia cercato di creare delle sezioni del partito in tutte le pratiche di qigong, il che non è stato accettato dal Falun Gong che si affermava come una scuola di qigong autonoma e indipendente. Il quotidiano canadese The Globe and Mail ha riferito che la reazione «isterica» del regime di fronte a un inoffensivo gruppo spirituale mostra due aspetti spiacevoli del regime. In primo luogo «è ancora un regime totalitario incapace di tollerare qualsiasi 'competizione', esigendo fedeltà esclusiva da parte del popolo... ogni gruppo deve sottomettersi al controllo del partito comunista e qualsiasi gruppo non lo faccia viene percepito come una minaccia». In secondo luogo il Partito soffre di insicurezza, in particolare dopo gli avvenimenti di piazza Tiananmen nel 1989 «i leader vivono con il terrore del popolo cinese. Solo un regime intriso di paura può avere una tale reazione di panico nei confronti di un gruppo di persone di mezza età che si riuniscono nei parchi per praticare la meditazione».
Vivienne Shue sostiene che i leader cinesi hanno storicamente leggitamato il proprio potere sostenendo di possedere la «verità». Nella Cina imperiale, questa verità si basava sugli insegnamenti confuciani e taoisti. Nella Cina attuale si basa interamente sulla linea ufficiale stabilità dal Parito Comunista, che poi viene reiterata dai media. L'agenzia di stampa Xinhua, portavoce del partito comunista, ha detto che «la verità, la compassione e la tolleranza, i principi sostenuti da Li Hongzhi, non hanno nulla in comune con il progresso etico e culturale socialista che noi ci stiamo sforzando di portare avanti» e ha sostenuto che era necessario schiacciare il Falun Gong, al fine di preservare «la purezza» e «il ruolo di avanguardia» del Partito Comunista. Questa posizione è stata ripresa da numerosi giornali.
Altri osservatori condividono l'opinione di Vivienne Shue. Secondo Stephen Chan, affermando che la vita umana è in qualche modo connessa con l'universo, il Falun Gong, in un certo senso si oppone all'ideologia comunista e materialista dello stato cinese. Pensa che questa opposizione ideologica sia una delle cause della persecuzione e sottolinea che il Falun Gong non costituisce una minaccia politica per il regime cinese, e non vi è alcun programma politico nei suoi insegnamenti. Tuttavia Stephen Chan ha concluso che il Falun Gong è stato bandito non a causa dei suoi insegnamenti, ma semplicemente perché non era una parte del “dispositivo” comunista.

Resistenza alla persecuzione

La risposta del Falun Gong alla persecuzione in Cina è iniziata nel luglio 1999 con ricorsi negli uffici degli appelli locali e provinciali e a Pechino. Presto ci sono state dimostrazioni più ampie, con centinaia di praticanti del Falun Gong che andavano quotidianamente in Piazza Tiananmen per praticare gli esercizi del Falun Gong o mostrare striscioni in difesa della pratica. Queste dimostrazioni erano inevitabilmente interrotte dalle forze di sicurezza, e i praticanti coinvolti venivano arrestati - a volte in modo violento - e detenuti. Fino al 25 aprile 2000 più di 30.000 praticanti sono stati arrestati nella piazza; settecento praticanti del Falun Gong sono stati arrestati durante una dimostrazione in piazza Tiananmen il 1º gennaio 2001. Le proteste pubbliche sono continuate per tutto il 2001. Scrivendo per il Wall Street Journal, Ian Johnson ha scritto che «i fedeli del Falun Gong hanno messo insieme quella che è probabilmente la più duratura sfida alle autorità nei 50 anni del dominio comunista».
A partire dal tardo 2001 le dimostrazioni in Piazza Tiananmen sono divenute meno frequenti, e la pratica è stata condotta in una clandestinità più profonda. Con il diminuire delle proteste pubbliche, i praticanti hanno costituito dei “luoghi di produzione dei materiali”, dove produrre materiali informativi e DVD per confutare il ritratto del Falun Gong offerto dai media ufficiali e denunciare i dettagli e i responsabili dei casi di torture o maltrattamenti. I praticanti hanno distribuito questi materiali, spesso porta a porta. Fonti del Falun Gong stimano che nel 2009 esistessero in più di 200.000 di questi siti in ogni parte della Cina. La produzione, il possesso o la distribuzione di questi materiali è spesso una ragione per la quale le forze di sicurezza incarcerano o condannano i praticanti del Falun Gong.
Nel 2002, praticanti del Falun Gong hanno interrotto le trasmissioni televisive della TV pubblica, sostituendo la regolare programmazione di stampo statale con i loro propri contenuti. Uno dei casi più rilevanti è accaduto nel marzo 2002, quando praticanti del Falun Gong di Changchun hanno interrotto la programmazione di otto stazioni tv via cavo nella provincia di Jilin, e per quasi un’ora hanno mandato in onda un programma intitolato «Auto-Immolazione o Montatura?». Tutti i sei praticanti del Falun Gong coinvolti sono stati catturati nei mesi seguenti. Due sono stati uccisi subito, mentre gli altri quattro erano tutti morti prima del 2010 a seguito dei maltrattamenti subiti durante la detenzione.
I praticanti del Falun Gong fuori dalla Cina hanno adottato una varietà di approcci per resistere alla persecuzione in Cina o mitigarne la violenza. Le iniziative variano dalla sensibilizzazione di media, governi e ONG, alle dimostrazioni pubbliche, ai tentativi di utilizzare la giustizia internazionale per portare i responsabili di fronte alla giustizia. Con il proseguire e l'intensificarsi della persecuzione, i praticanti del Falun Gong all'estero hanno sempre più legato le loro denunce della persecuzione e l'azione di sensibilizzazione della comunità internazionale all'aspetto delle violazioni dei diritti umani e della libertà di coscienza.
Dopo il lancio della persecuzione nel 1999, i praticanti fuori dalla Cina hanno iniziato a organizzare manifestazioni pubbliche, raccolte firme, appelli. In occasione di anniversari importanti, come il 25 aprile e il 20 luglio vengono organizzate in ogni parte del mondo attività di informazione, parate, dimostrazione degli esercizi in grandi gruppi. I praticanti organizzano anche sit-in e dimostrazioni fuori dalle ambasciate e ai consolati cinesi in ogni parte del mondo. Ad esempio a Vancouver in Canada o a Londra sono in corso da anni manifestazioni di denuncia della persecuzione continue giorno e notte. Anche le visite dei funzionari cinesi sono spesso accolte da dimostrazioni dei praticanti del Falun Gong.
I praticanti hanno anche fondato organizzazioni mediatiche internazionali per dare maggior visibilità alla loro causa e sfidare la versione fornita dai media di Stato cinesi. Questi includono il giornale The Epoch Times, New Tang Dynasty Television e la radio Sound of Hope. Nel 2004 The Epoch Times ha pubblicato una serie di nove editoriali intitolati Nove Commentari sul Partito Comunista che presentano una storia critica del dominio del Partito Comunista. Questo ha catalizzato il Movimento Tuidang, che incoraggia i cittadini cinesi a rinunciare alle loro affiliazioni con il Partito Comunista, comprese quelle alla Lega della Gioventù Comunista e ai Giovani Pionieri. The Epoch Times sostiene che decine di milioni di persone hanno espresso le loro dimissioni dal Partito Comunista come parte di questo movimento, anche se questi numeri non sono stati verificati in modo indipendente.
Sviluppatori informatici del Falun Gong negli Stati Uniti hanno creato diversi strumenti per superare la censura usati dagli utenti di internet in Cina.
I praticanti del Falun Gong fuori dalla Cina hanno iniziato decine di cause legati contro Jiang Zemin, Luo Gan, Bo Xilai, e altri ufficiali cinesi accusati di genocidio e crimini contro l’umanità. Secondo International Advocates for Justice, il Falun Gong ha intentato il più grande numero di cause per i diritti umani nel XXI secolo e le accuse includono i crimini più gravi previsti dal codice penale internazionale. Fino al 2006 sono state presentate 54 cause civili e penali in 33 paesi. In molti casi, i tribunali si sono rifiutati di giudicare i casi per ragioni di immunità. Alla fine del 2009 tuttavia due diversi tribunali, in Spagna e in Argentina, hanno incriminato Jiang Zemin e Luo Gan per “crimini contro l’umanità” e genocidio, e hanno chiesto il loro arresto - sentenza riconosciuta come fondamentalmente simbolica e di improbabile applicazione. Il tribunale spagnolo ha incriminato anche Bo Xilai, Jia Qinglin e Wu Guanzheng.

Forme di persecuzione

Nel suo rapporto per le Nazioni Unite del 2006, il Relatore speciale per la tortura Manfred Nowak affermava che i praticanti del Falun Gong erano le vittime del 66% dei casi di tortura documentati in Cina. Secondo il rapporto del 2007 sulla libertà religiosa del Dipartimento di Stato Americano, essi rappresentavano almeno la metà dei detenuti sottoposti alla rieducazione attraverso il lavoro. Secondo Amnesty International, mediamente, un terzo della popolazione dei Laogai sono praticanti del Falun Gong e in alcuni campi si arriva al 100%.
I praticanti arrestati subiscono spesso torture e sono sottoposti a un «programma di trasformazione» definito dall'autorità carceraria. I praticanti sono anche usati come mano d'opera nei centri di detenzione per la produzione di prodotti destinati all'esportazione, e in passato, prima della loro chiusura, nei Laogai (campi di rieducazione attraverso il lavoro o di lavoro forzato); inoltre numerose indagini indicano che il regime sta utilizzando i praticanti come una «riserva viventi di organi» destinati ai trapianti.

Detenzioni, programma di trasformazione, torture

Secondo James Tong, l'obiettivo del regime cinese era dissolvere forzatamente il Falun Gong e «trasformare» i praticanti. Nel 2000 il Partito ha intensificato la campagna condannando i praticanti a lunghe pene detentive e alla “rieducazione attraverso il lavoro”, nel tentativo di forzarli ad abbandonare il loro credo e “riformare” il loro pensiero. Anche i capi di accusa sono aumentati e alcuni praticanti sono stati condannati per «disturbo dell'ordine sociale», «attentato alla sicurezza nazionale» o «sovversione del sistema socialista». Secondo Robert Bejesky, professore dell'università del Michigan, la stragrande maggioranza dei praticanti del Falun Gong condannati a lunghe pene, sono stati detenuti all'interno dei campi di rieducazione attraverso il lavoro invece che nelle strutture carcerarie ordinarie. Al termine del periodo di “rieducazione attraverso il lavoro”, i praticanti che si rifiutavano di “abiurare” vedevano la propria pena prolungarsi illegalmente, oppure venivano trasferiti nei centri per il lavaggio del cervello, spesso chiamati «centri di educazione alla legalità», specializzati nella «trasformazione della mente». Dopo la chiusura ufficiale dei campi di rieducazione attraverso il lavoro nel dicembre del 2013, i detenuti sono stati semplicemente dirottati verso un'altra forma di detenzione illegale -centri per il lavaggio del cervello, istituti psichiatrici e altri. Secondo il rapporto di Amnesty International «Cambiare la zuppa ma non la medicina?», la pratica di «sottoporre le persone a rieducazione tramite il lavoro come punizione per aver pacificamente esercitato i propri diritti fondamentali non è fondamentalmente cambiata: al contrario... I praticanti del Falun Gong continuano ad essere condannati e inviati nei centri per il lavaggio del cervello o in altri centri di detenzione illegali».
Gran parte del programma di “trasformazione” deriva da tecniche utilizzate ai tempi di Mao, si basa sull'indottrinamento e la «riforma del pensiero». I praticanti del Falun Gong vengono costretti a guardare filmati anti-Falun Gong e a partecipare a sessioni di studio di marxismo «tradizionale» e di materialismo. Inoltre i resoconti dei praticanti del Falun Gong descrivono metodi coercitivi «inquietanti e sinistri». Secondo fonti del Falun Gong, fino a giugno del 2007, attivisti per i diritti umani hanno documentato 63.000 casi di torture di vario genere nei confronti dei praticanti. Le testimonianze raccontano di gravi percosse, torture psicologiche, torture fisiche e lavori pesanti e intensi. Sono stati segnalati anche casi di isolamento in condizioni disumane; di «trattamenti termici», dalla combustione al congelamento, e di scosse elettriche dirette ai punti sensibili del corpo. Inoltre i detenuti vengono spesso costretti a mantenere per lungo tempo posizioni dolorose. Le testimonianze includono numerosi episodi di alimentazione forzata attraverso un tubo (con soluzioni saline); di bastoncini di bambù piantati sotto le unghie; di privazione del cibo, del sonno e della possibilità di usare il bagno; di stupro, stupro di gruppo e molto altro ancora.
I casi riportati nei resoconti sembrano essere verificabili, poiché in gran parte includono informazioni dettagliate, come (1) il nome del praticante, con età, professione, residenza; (2) l'ora e il luogo della presunta aggressione, e spesso il nome specifico dell'istituto penitenziario e (3) i nomi e i gradi degli autori delle presunte aggressioni. Molti di questi rapporti comprendono elenchi di testimoni e la descrizione della lesioni , come sottolineato da James Tong. Fonti del Falun Gong descrivono inoltre una serie di altri abusi subiti al di fuori dalle strutture carcerarie, come minacce, l'estromissione dal lavoro, l'espulsione da scuola, la confisca arbitraria di denaro o oggetti di valore, l'implicazione dei familiari, l'impossibilità di avvalersi di una tutela legale, ecc.

Decessi

A causa delle difficoltà nell'accertare i casi denunciati di decessi causati dalle torture in Cina, le stime sul numero dei praticanti del Falun Gong che sono morti durante la persecuzione variano notevolmente. Nel 2009, il NewYork Times ha riferito che, secondo i gruppi per la tutela dei diritti umani, la repressione aveva ucciso «almeno 2000 persone». Amnesty International ha denunciato 100 casi di praticanti del Falun Gong morti durante la detenzione o poco dopo il loro rilascio nel corso del solo 2008. Fonti del Falun Gong hanno riferito che a metà del 2007 erano stati documentati oltre 3000 casi di decesso in seguito alle torture e ai maltrattamenti della polizia; il che suggeriva che il numero effettivo dei morti fosse nell'ordine delle decine di migliaia. Il giornalista Ethan Gutmann della “Fondazione per la Difesa della Democrazia” ha stimato il numero effettivo delle vittime intorno alle 65.000 persone, basandosi anche sulle testimonianze dei rifugiati, David Kilgour e David Matas hanno dichiarato che i praticanti del Falun Gong sono stati la principale fonte di organi di 41.500 trapianti “inspiegabili” eseguiti tra il 2000 e il 2005 in Cina. Le autorità cinesi non hanno reso pubblico alcun dato circa i praticanti del Falun Gong morti a causa della repressione. Tuttavia, in alcuni casi, hanno negato che i decessi avvenuti in carcere siano stati causati da maltrattamenti.

Prelievo forzato di organi

Le indagini sul prelievo forzato di organi da praticanti del Falun Gong in Cina sono iniziate nel 2006, dopo che tre testimoni hanno parlato del prelievo forzato di organi in corso nell'Ospedale di Sujiatun nella città di Shenyang. Uno dei testimoni, la moglie di un chirurgo dell'ospedale, ha raccontato che suo marito aveva eseguito numerosi interventi per rimuovere le cornee da praticanti del Falun Gong.
David Matas, avvocato canadese per i diritti umani e David Kilgour, ex parlamentare canadese, su invito della Coalizione per indagare sulla persecuzione del Falun Gong hanno svolto un'indagine indipendente su queste accuse e nel luglio 2006 hanno pubblicato i risultati preliminari della loro indagine. Basandosi sui dati ufficiali pubblicati dal ministero della Sanità cinese, hanno concluso che tra il 2000 e il 2005, la fonte di 41.500 trapianti di organi risulta inspiegabile, e che la fonte più plausibile per questi organi sono i prigionieri di coscienza, che sono in gran parte praticanti del Falun Gong, ma anche Tibetani, Uiguri e Cristiani indipendenti.
Il rapporto include 33 distinti elementi di prova a sostegno delle accuse secondo le quali i praticanti del Falun Gong sono stati uccisi per i loro organi in Cina, tra i quali: il grande aumento dei trapianti di organi a livello nazionale a partire dal 1999; i brevissimi tempi d’attesa in Cina; la discrepanza tra il numero dei trapianti e le fonti di organi note; la vulnerabilità dei praticanti del Falun Gong; le insolite analisi mediche durante la detenzione dei praticanti del Falun Gong; le ammissioni di medici di ospedali cinesi durante conversazioni telefoniche registrate; i profitti derivanti dalla vendita degli organi e il funzionamento del sistema ospedaliero cinese; ecc. Il rapporto è poi stato aggiornato e pubblicato nel 2009 con il titolo di Bloody Harvest.
A maggio del 2008 due relatori speciali delle Nazioni Unite hanno richiesto ancora una volta alle autorità cinesi di rispondere alle accuse, e dichiarare la provenienza degli organi in modo da spiegare l'improvviso aumento dei trapianti a partire dal 2000. I funzionari cinesi non hanno risposto alle accuse nello specifico. Si sono limitate a negarle e hanno dichiarando che la Cina ha sempre rispettato le regole stabilite dall'Organizzazione Mondiale della Sanità che proibiscono la vendita di organi umani senza una dichiarazione scritta da parte del donatore.
Nell'agosto del 2009, Manfred Nowak, relatore speciale delle Nazioni Unite sulle torture, ha detto «Il governo cinese deve ancora diventare pulito e trasparente... deve spiegarci come è possibile che l'industria dei trapianti sia cresciuta massicciamente a partire dal 1999 senza un corrispettivo aumento dei donatori».
Nel 2014 anche il giornalista investigativo Ethan Gutmann ha pubblicato il risultato della sua indagine. Gutmann ha raccolto un grande numero di testimonianze, intervistando ex-detenuti dei campi di lavoro e delle prigioni, così come ex funzionari della pubblica sicurezza e medici che hanno avuto a che fare con il sistema dei trapianti in Cina. In base alle sue ricostruzioni il prelievo di organi dai prigionieri politici è probabilmente iniziato nella provincia dello Xinjiang negli anni '90 e in seguito si è diffuso nell'intera nazione. Molti degli ex-detenuti del Falun Gong intervistati hanno raccontato un'esperienza comune, e cioè che durante la detenzione, mentre erano maltrattati e torturati, sono stati sottoposti ad analisi del sangue e ad esami medici che secondo Gutmann avevano il solo scopo di verificare lo stato dei loro organi interni.
Matas, Kilgour e Gutmann, hanno portato avanti un alacre lavoro di ricerca e di sensibilizzazione a livello internazionale, e il 22 giugno 2016 hanno pubblicato insieme il risultato aggiornato delle loro indagini. Il rapporto, di 792 pagine, si basa su una quantità di dati e informazioni riguardanti gli ospedali cinesi attivi nei trapianti. Matas ha detto in una conferenza: «Il Partito Comunista dice che il numero totale dei trapianti legali è di circa 10.000 all'anno. Ma in realtà andiamo facilmente oltre questa cifra prendendo in considerazione unicamente i tre ospedali più grandi della Cina».
In questo rapporto gli inquirenti si astengono dal dare cifre definitive, ma sono certi che il numero delle vittime sia in realtà molto più grande di quanto avevano stimato le precedenti indagini. «In questo momento, diciamo che il range è compreso tra 60.000 e 100.000 all'anno, con una tendenza verso i numeri più alti. Ma quale numero si avvicini di più alla verità è lasciato al lettore; incoraggiamo il lettore a fare i propri calcoli e non pretendiamo che queste siano le ultime parole sull'argomento». Inoltre il rapporto conclude che il prelievo forzato di organi non è affatto diminuito negli ultimi anni.
I mass media hanno estrapolato da questo studio un bilancio di 1.500.000 vittime.

Il Falun Gong fuori dalla Cina

Li Hongzhi ha iniziato ad insegnare il Falun Gong a livello internazionale nel marzo 1995. La sua prima tappa è stata Parigi dove, su invito dell’ambasciatore cinese, ha tenuto una lezione all’ambasciata della RPC. Questa è stata seguita da una serie di lezioni in Svezia nel maggio 1995. Tra il 1995 e il 1999, Li ha tenuto conferenze negli Stati Uniti, in Canada, in Australia, in Nuova Zelanda, in Germania, in Svizzera e a Singapore.
La crescita del Falun Gong fuori dalla Cina è coincisa in gran parte con la migrazione di studenti dalla Cina Continentale in occidente all’inizio e verso la metà degli anni ‘90. Associazioni e club del Falun Gong sono apparsi in Europa, Nord America e Australia, e le loro attività si concentravano soprattutto nei campus universitari. Volontari del Falun Gong e Associazioni della Falun Dafa si trovano oggi in più di 70 paesi fuori dalla Cina.
Traduzioni degli insegnamenti del Falun Gong sono iniziate ad apparire alla fine degli anni ‘90. Mentre la pratica cominciava a proliferare fuori dalla Cina, Li Hongzhi ha iniziato a ricevere riconoscimenti negli Stati Uniti e in altri paesi del mondo occidentale. Nel maggio 1999 è stato accolto a Toronto dai saluti del sindaco e del governatore generale provinciale, e nei due mesi seguenti ha ricevuto anche riconoscimenti dalle città di Chicago e San Jose.
Anche se la pratica negli anni ‘90 stava cominciando ad attrarre l’interesse di persone all’estero, il Falun Gong è rimasta relativamente sconosciuto fuori dalla Cina fino alla primavera del 1999, quando le tensioni tra il Falun Gong e le autorità del Partito Comunista sono diventate un soggetto discusso dai media internazionali. Col crescere dell’attenzione, la pratica ha guadagnato un maggiore seguito fuori dalla Cina. Dopo il lancio della persecuzione contro il Falun Gong da parte del Partito Comunista, la presenza all’estero è divenuta vitale per la resistenza della pratica in Cina e la sua sopravvivenza.

Reazioni internazionali alla persecuzione

A partire dall'inizio della persecuzione nel 1999, le massicce violazioni dei diritti umani nella repressione del Falun Gong sono state denunciate dal Parlamento europeo, dai Relatori Speciali delle Nazioni Unite, da organizzazioni per i diritti umani come Amnesty International, Human Rights Watch, Reporter senza frontiere, il MRAP, la Laogai Research Foundation e altre ONG, oltre che da governi e personalità in ogni parte del mondo.

Stati Uniti e Canada

Il Congresso degli Stati Uniti ha approvato diverse risoluzioni che chiedono la fine immediata della campagna di persecuzione contro i praticanti del Falun Gong in Cina e all'estero. La prima risoluzione è stata approvata nel novembre 1999. Nel luglio del 2002, all'interno della «House Concurrent Resolution 188», la Camera dei rappresentanti ha denunciato il «tristemente noto» Ufficio 610, che dirige la persecuzione ricorrendo sistematicamente al «lavaggio del cervello, alla tortura e all'omicidio» e ha dichiarato che la propaganda dei media controllati dallo Stato «ha inondato il pubblico nel tentativo di incitare odio e discriminazione». La risoluzione, approvata con 420 voti a favore e 0 contrari, chiedeva alla Cina di «fermare la persecuzione del Falun Gong e i maltrattamenti nei confronti dei praticanti del Falun Gong negli Stati Uniti; di rilasciare tutti i praticanti del Falun Gong e di porre fine alla tortura e agli altri trattamenti crudeli e disumani adoperati contro di loro, rispettando così il Patto internazionale sui diritti civili e politici e la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo».
Il 16 marzo 2010, la Camera dei Rappresentanti ha votato la risoluzione 605 che chiede «la fine immediata della campagna di persecuzione, intimidazione, detenzione e di tortura dei praticanti del Falun Gong», condanna gli sforzi fatti dalle autorità cinesi per diffondere in tutto il mondo una «falsa propaganda» sulla pratica e esprime sostegno ai praticanti del Falun Gong perseguitati e alle loro famiglie.
Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha affermato, nella sua relazione sui diritti umani del 2011: «i media nazionali e stranieri e i gruppi per i diritti umani hanno continuato a denunciare casi di prelievo forzato di organi soprattutto da praticanti del Falun Gong e Uiguri».
Nel maggio 2013, i sindaci di San Carlo, San Pietro, O'Fallon e Wentzville hanno proclamato il 13 maggio 2013 come «Giornata della Falun Dafa».
Il 13 giugno 2016 la Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti ha adottato all'unanimità la risoluzione 343 che chiede al regime comunista cinese di fermare immediatamente il prelievo forzato di organi dai praticanti del Falun Gong e da altri prigionieri di coscienza. La risoluzione chiede anche la fine immediata della persecuzione del Falun Gong, che è continuata per diciassette anni. Chiede inoltre il rilascio di tutti i praticanti del Falun Gong e degli altri prigionieri di coscienza e l'apertura di un'indagine credibile, trasparente e indipendente sul sistema dei trapianti di organi in Cina.
Nel 2009, ad Ottawa in Canada, un gruppo di senatori di diversi partiti e di membri del Parlamento preoccupati per la situazione del Falun Gong in Cin hanno creato l'associazione «Parlamentari amici del Falun Gong».

Europa

Il 7 settembre 2006 il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione nell'ambito delle relazioni UE-Cina, che «condanna energicamente la detenzione e la tortura in carcere dei praticanti del movimento Falun Gong, i campi di "rieducazione attraverso il lavoro", gli ospedali psichiatrici e gli "istituti di istruzione legali"» e esprime preoccupazione per le informazioni secondo le quali gli organi dei praticanti del Falun Gong «sarebbero stati chirurgicamente asportati e venduti a ospedali».
Il 19 maggio 2010 il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione in seguito alla comunicazione della Commissione europea dal titolo «Piano d'azione per la donazione e il trapianto di organi (2009-2015)», in cui si menzionava la repressione del Falun Gong: «Il Parlamento Europeo [...] prende atto della relazione di David Matas e David Kilgour sull'uccisione dei praticanti del Falung Gong per i loro organi, e chiede alla Commissione di presentare una relazione al Parlamento europeo e al Consiglio sulle accuse, corredata da altri casi simili».
Il 16 dicembre 2010 il Parlamento europeo ha reso noto il suo rapporto annuale del 2009 sui diritti umani nel mondo e sulla politica dell'UE in materia. Nella sezione «libertà di religione o di credo» condanna le autorità cinesi per la «persecuzione» del Falun Gong.
Il 12 dicembre 2013 il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione che condanna il prelievo forzato di organi, sistematico e tollerato dallo Stato cinese; una pratica che colpisce soprattutto i prigionieri del Falun Gong. La risoluzione chiede anche l'immediato rilascio di tutti i prigionieri di coscienza in Cina inclusi i praticanti del Falun Gong.

Nazioni Unite

I relatori speciali delle Nazioni Unite sulla tortura, sulle esecuzioni extragiudiziali, sulla violenza contro le donne e sulla libertà di religione e di credo hanno pubblicato diversi rapporti che condannano la persecuzione del Falun Gong in Cina e hanno trasmesso alle autorità cinesi la documentazione di centinaia di questi casi preoccupanti. Per esempio, nel 2003, il Relatore speciale sulle esecuzioni extragiudiziali ha scritto che i resoconti provenienti dalla Cina «descrivono scene strazianti in cui i detenuti, molti dei quali sono seguaci del movimento Falun Gong, sono morti a causa di abusi, negligenze o assenza di cure mediche. La crudeltà e la brutalità dei casi di tortura segnalati sono difficilmente descrivibili. Il 20 marzo 2007, in occasione della quarta sessione del Consiglio dei diritti umani, Manfred Nowak, relatore speciale delle Nazioni Unite per la tortura, ha presentato una relazione sui casi precedenti al 2006 di «persecuzione, abusi e torture» ai danni dei cittadini cinesi, in gran parte praticanti del Falun Gong.
Nel novembre 2008, il Comitato delle Nazioni Unite contro la tortura ha sottolineato nella sua relazione sulla Cina di essere «profondamente preoccupato per i resoconti di torture mirate, di maltrattamenti e per le sparizioni tra minorità nazionali, etniche, religiose e altri gruppi vulnerabili, come i Tibetani, gli Uiguri e i praticanti del Falun Gong».
Nel 2010, il relatore speciale sulla libertà di religione e di credo ha condannato la diffamazione contro i gruppi religiosi minoritari, dedicando particolare attenzione ai governi di Iran e Cina per il loro atteggiamento verso la Baha'i e il Falun Gong.
Durante l'Assembea generale delle Nazioni Unite del 19 maggio 2011, Gabriela Knaul, relatore speciale sull'indipendenza dei giudici e degli avvocati, ha scritto un rapporto mettendo in discussione l'indipendenza di queste categorie in Cina. Secondo il suo rapporto, i signori Tang Jitian e Lui Wei, che avevano cercato di difendere un praticante del Falun Gong, hanno subito pressioni e molestie e sono stati minacciati della revolca della licenza per esercitare la professione legale.




lunedì 2 novembre 2015

Abolizione del sistema han

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L'abolizione del sistema han avvenne nel 1871, quando in Giappone fu istituito il sistema delle prefetture che soppiantava il sistema tradizionale han ed introduceva un nuovo governo locale.
In un tentativo di cancellare il feudalesimo in Giappone, il nuovo governo Meiji, che rimpiazzò lo Shogunato Tokugawa, abolì centinaia di domini feudali o han e le antiche province del Giappone. Al loro posto stabilì un nuovo schema di governi locali basati su prefetture definite geograficamente. Questo sistema è ancora valido oggi, sebbene il numero delle prefetture e i loro confini siano cambiati.
Tale abolizione portò alla fine formale lo shogunato (bakufu) e il sistema dei domini o baku-han taisei (connubio tra l'autorità a carattere nazionale del bakufu, ovvero dello shogun, e quella dei daymio a capo dei loro han, feudi in cui era suddiviso amministrativamente il territorio del paese) sebbene non li rimosse completamente.

domenica 1 novembre 2015

Assedio di Osaka

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L'assedio di Osaka (Ōsaka no Eki, 大坂の役, o più comunemente Ōsaka no Jin, 大坂の陣) fu una serie di battaglie dello shogunato Tokugawa contro il clan Toyotomi, che finì con la distruzione di questo clan.
L'assedio è diviso in due fasi (campagna invernale e campagna estiva), durò dal 1614 al 1615 e pose fine alla maggiore opposizione armata contro lo shogunato. Viene a volte ricordato come Armistizio Genna (元和偃武 Genna Enbu) perché dopo l'assedio ebbe fine l'era Keichō ed iniziò l'era Genna.

L'inizio

Quando Toyotomi Hideyoshi morì nel 1598, il Giappone fu governato dal Consiglio dei Cinque Anziani (o Consiglio dei cinque reggenti), tra i quali Tokugawa Ieyasu possedeva il maggior potere. Dopo aver sconfitto Ishida Mitsunari nella battaglia di Sekigahara, Ieyasu assunse il controllo dell'intero Giappone ed abolì il Consiglio. Nel 1603 ebbe inizio lo shogunato Tokugawa e la città di Edo fu scelta come capitale. Ieyasu intendeva dare stabilità al Paese dopo il lungo periodo di guerre e l'unico ostacolo erano i Toyotomi, insediati a Osaka e guidati dal figlio di Hideyoshi, Toyotomi Hideyori.

La campagna d'inverno

Nel 1614 il clan Toyotomi ricostruì il castello di Osaka ed il tempio Hōkō-ji di Kyoto. I rinnovamenti di questo tempio inclusero una nuova campana in bronzo su cui fu incisa l'iscrizione: "Possa lo stato essere pacifico e prospero; ad est saluta la pallida luna, e ad ovest dice addio al sole che tramonta".
I kanji usati per l'incisione si prestavano a diverse interpretazioni e lo shogun, il cui potere si basava sulle province orientali, interpretò questa frase come un tradimento e una minaccia e la tensione cominciò a crescere tra i Tokugawa e il clan Toyotomi. La crisi si acuì quando Toyotomi Hideyori cominciò a radunare ad Osaka un'armata di rōnin e di nemici dello shogunato. Nonostante Ieyasu avesse passato il titolo di shōgun al figlio nel 1615, aveva tuttavia mantenuto un'influenza significativa. Per neutralizzare i Toyotomi, nel novembre del 1614 inviò ad Osaka le sue truppe composte da 164 000 effettivi.
Le operazioni militari ebbero inizio il 19 novembre, quando 3 000 soldati di Ieyasu attraversarono il fiume Kizu distruggendo il forte che si trovava sulla sua riva. La settimana dopo attaccò con 1 500 uomini il villaggio di Imafuku, che era difeso da 600 soldati. Con l'utilizzo di archibugi, le forze dello shogunato ottennero un'altra vittoria. Molti altri villaggi e forti caddero in mano dello shogun prima dell'assedio al castello di Osaka, che cominciò il 4 dicembre.
Le forze dello shogunato cinsero d'assedio il Sanada-maru, un barbacane che era stato costruito a fianco del castello e che era difeso da Sanada Yukimura e 7 000 uomini, alleati con i Toyotomi. Gli assedianti furono respinti ripetutamente e gli uomini di Sanada si lanciarono in diversi contrattacchi contro le linee nemiche, rompendole per ben tre volte. Quindi Ieyasu ricorse all'artiglieria, portando 300 cannoni e altre truppe il cui compito era scavare sotto le mura. Il 22 gennaio l'assedio d'inverno finì quando Toyotomi Hideyori si impegnò a non ribellarsi. Fu rasa al suolo la cerchia esterna delle mura del castello e fu iniziato l'interramento del fossato esterno.

La campagna d'estate

Nell'aprile 1615, Ieyasu venne a sapere che Toyotomi Hideyori stava raccogliendo truppe ancora più numerose della volta precedente, e che stava cercando di fermare il riempimento del fossato. Le forze di Toyotomi (spesso chiamate Armata occidentale) incominciarono ad attaccare dei contingenti delle forze dello shogun (l'Armata orientale) vicino ad Osaka. Il primo scontro fu il 29 aprile nella battaglia di Kashii, quando truppe leali a Toyotomi Hideyori guidate da Ban Naoyuki furono respinte mentre si stavano dirigendo al castello di Wakayama, controllato da Asano Nagaakira, alleato dello shogun.
L'Armata dello shogun arrivò con 23 000 soldati che sconfissero il 2 giugno nella battaglia di Dōmyōji i 2 600 dell'Armata orientale. Il comandante Gotō Mototsugu, che guidò le truppe di Hideyori, fu ucciso in battaglia. Le forze di Tokuwaga guidate da Date Masamune intercettarono quindi quelle del generale di Toyotomi Sanada Yukimura presso Honta-Ryo. Questi fu costretto alla ritirata dopo aver perso il supporto del samurai Katakura Shigenaga, le cui truppe erano esauste e si erano a loro volta ritirate.
La stessa notte si affrontarono le truppe di Chosokabe Morichika e di Todo Takatora nella battaglia di Yao. Nello stesso momento vi fu la battaglia di Wakae tra Kimura Shigenari e Ii Naotaka. Le forze di Chosokabe ottennero la vittoria, mentre Kimura Shigenari fu sconfitto dall'ala sinistra dell'esercito di Ii Naotaka. Le principali forze Tokugawa si mossero per assistere Todo Takatora dopo la morte di Shigenari, e Chosokabe fu costretto a ritirarsi a Osaka.
Dopo un'altra serie di vittorie dello shogunato nei dintorni di Osaka, la Campagna d'estate arrivò ad un punto cruciale con la battaglia di Tennoji. Hideyori pianificò un'operazione "martello-e-incudine", in cui 55 000 uomini avrebbero attaccato il centro dell'Armata orientale, mentre una seconda forza di 16 500 uomini li avrebbe attaccati dal retro. Un ulteriore contingente di rinforzo avrebbe intanto atteso nelle retrovie. L'armata di Ieyasu era comandata dal figlio, lo shogun Tokugawa Hidetada, ed era composta da circa 155 000 uomini che furono disposti in quattro file parallele, pronte ad attaccare sul fianco ognuna per conto proprio. Vi furono errori da parte di entrambi gli schieramenti, come ad esempio l'allontanamento dei ronin di Hideyori dal gruppo principale, e lo spostamento delle riserve di Hidetada senza che avessero ricevuto ordini dal comando.
L'uccisione di Sanada Yukimura, comandante delle truppe di Hideyori, provocò uno sbandamento dell'Armata occidentale. Le forze residue, comandate direttamente da Hideyori, si radunarono davanti al castello di Osaka troppo tardi e furono costrette a rifugiarsi all'interno del castello dall'attacco nemico; non ebbero il tempo di organizzare un'appropriata difesa, il castello fu bombardato dai cannoni e prese fuoco. La battaglia ebbe fine e Hideyori fece seppuku. Fu l'ultima grande rivolta contro il dominio di Tokugawa per i seguenti 250 anni.

Il seguito

Il figlio di Hideyori, Toyotomi Kurimatsu (di 8 anni di età) fu catturato dallo shogunato e decapitato a Kyoto. La figlia della concubina di Hideyori, Naahime, non fu invece condannata a morte e divenne una monaca presso il tempio buddista Tōkei-ji di Kamakura. La tomba di Hideyoshi fu distrutta dallo shogunato, insieme al reliquiario Tomokuri di Kyoto. Chosokabe Morichika fu decapitato l'11 maggio mentre un suo compagno, Ono Harutane, che era ricercato da oltre 10 anni, fu ucciso il 27 giugno.
Il Bakufu ricevette 650 000 koku presso Osaka e incominciò la ricostruzione del castello. Il territorio provinciale divenne un han (dominio feudale) e fu dato a Matsudaira Tadaaki. Nel 1619, lo shogunato cambiò nuovamente la forma amministrativa di Osaka da dominio feudale a governatorato (jodai (城代)), che fu posto sotto il controllo di un bugyō al servizio dello shogunato; come molte altre maggiori città giapponesi, per il resto del periodo Edo Osaka non fece parte di un han sotto il controllo di un daimyō. Alcuni daimyō, tra cui Naitō Nobumasa del castello Takatsuki (高槻城), in provincia di Settsu, dotato di 20 000 koku, e Mizuno Katsushige di Yamato Koriyama, in provincia di Yamato, con 60 000 koku, si spostarono ad Osaka.
Il clan Toyotomi fu sciolto e lo shogunato annunciò nuove leggi, tra cui l'Ikkuni Ichijōrei (一国一城令), con cui fu stabilito che ogni provincia potesse contenere un solo castello, e il Bukeshohatto (武家諸法度), chiamato anche "Legge di Buke", che obbligava ogni daimyō a possedere solo un castello e ad obbedire alle restrizioni correlate. Da quel momento, per costruire o riparare un castello divenne necessario il permesso dello shogunato. Molti castelli dovettero quindi essere distrutti per obbedire a queste leggi.
Nonostante avesse infine unificato il territorio e portata la pace, la buona salute andava via via abbandonando Ieyasu. Durante la concitata guerra durata un anno contro i suoi ultimi avversari, ricevette ferite che accorciarono notevolmente la sua vita. Il 1º giugno 1616, Tokugawa Ieyasu, terzo ed ultimo dei grandi unificatori del Giappone, morì all'età di settantacinque anni, lasciando lo shogunato e la terra ai suoi discendenti.