In India c’è un yogi che tiene il braccio destro alzato da quasi 50 anni in segno di devozione alla divinità indù Shiva.
Un giorno, nel lontano 1970, Amar Bharati (così si chiama questo yogi) decise di lasciare il suo lavoro, moglie e tre figli al fine di perseguire la sua devozione a Shiva. Iniziò a vagare per le strade dell'India vestito con abiti semplici, portandosi dietro solo la sua Trishula, il tridente in metallo simbolo della dea Shiva. Ma, tre anni dopo, sentiva di essere ancora troppo collegato ai piaceri e alle comodità della vita materiale, così decise di alzare il braccio e tenerlo sollevato per sempre, come simbolo di forza e di volontà interiore, e di distaccamento totale dalle realtà terrene.
Come si può vedere dalle foto, il braccio alzato è piuttosto deformato rispetto all'altro braccio. E non si taglia nemmeno le unghie, che ormai sono lunghe 10cm e abbastanza disgustose. Egli sostiene di aver patito un atroce dolore per un certo periodo, ma col passare del tempo il male è svanito. Ora, anche se volesse, non potrebbe più utilizzare il braccio rimasto alzato per così tanti anni, in quanto si è completamente atrofizzato, e la sua mano si è trasformata in un inutile pezzo di pelle e ossa. Amar Bharati è divenuto però un punto di riferimento, un "grande maestro" per i seguaci di Shiva in India, tant'è che diversi altri asceti hanno cercato di emularlo, ma senza riuscirvi. La pratica religiosa indù prevede molti rituali di forzatura nei confronti del proprio corpo, ma la scelta di Amar Bharati è davvero estrema.
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