martedì 15 giugno 2021

Quali erano le particolarità del bushido il codice dei samurai?

 



Una delle caratteristiche più sfortunate dell’assimilazione della cultura giapponese in Europa è stata l’importanza avuta da alcuni individui in questo processo. In altri termini, la responsabilità e il privilegio di rappresentare un’intera cultura è andato a singole persone, una delle quali è il conosciutissimo Daisetsu Teitaro Suzuki, che ha impresso in modo indelebile una certa immagine, falsa, dello zen e dell’intero buddhismo giapponese nelle menti degli europei. Un altro esempio è Inazo Nitobe (1866–1933) autore di “The Bushido Code - The Eight Rules of Bushidō”.

il suo libro fu un successone, nonostante toccasse argomenti di estrema complessità. Dava risposte chiare a domande difficili, una cosa che piace molto a tutti e che noto io stesso nel dato di fatto che post sul Giappone incredibilmente stupidi vengono votati positivamente da centinaia e anche migliaia di persone.

Le virtù del bushi secondo Nitobe sono le seguenti.

  1. Giustizia

  2. Coraggio

  3. Benevolenza

  4. Rispetto

  5. Onestà

  6. Lealtà

  7. il rispetto del culto degli antenati

  8. Saggezza.

Perbacco. Nientemeno. Non ho mai letto il libro, ma credo sia bene non prenderlo troppo sul serio.Una semplice scorsa all’elenco dovrebbe mettere in guardia. Come è possibile essere saggi per dovere?

Un codice di comportamento così severo è fatto per essere trasgredito, e questo è infatti quello che scopriamo dalla storia.

Dove si situano esattamente manigoldi come Tokugawa Ieyasu, Oda Nobunaga e Toyotomi Hideyoshi Rispetto ad essi? Ieyasu non ebbe dubbi nel decidere la pubblica esecuzione del nipote di Hideyoshi, che all’epoca aveva sette anni.

Questo codice non sembra particolarmente adatto ai soli guerrieri. Nitobe afferma infatti che Il codice del guerriero è l’anima stessa del Giappone. Ma se questo è il caso, allora che senso ha definirlo il codice del guerriero?

Poi bisogna vedere se le parole inglesi rispecchiano la realtà di allora.

Un solo esempio per tutti: la definizione di onore di un guerriero giapponese non era come la nostra. Una strategia di guerra accettata per esempio consisteva nell’entrare armati in un castello amico, passando per la porta aperta appunto perché considerati forze amiche.

Una volta entrati, si passavano tutti per le armi. Questa strategia, da noi considerata spregevole, era invece accettabile da un bushi.

È un periodo storico ben documentato, ma la verità ha bisogno di tempo per emergere. Bisogna che gli europei conoscano La storia giapponese bene quanto la loro, in modo che possano fare paragoni diretti. Non prima, credo.


Nessun commento:

Posta un commento