giovedì 22 maggio 2014

Tsujigiri

Tsujigiri is all about katanas and murder



Tsujigiri (辻斬り o 辻斬 tsuji-giri, in italiano "uccisione all'angolo della strada") è un termine giapponese che indica la pratica del samurai, dopo aver ricevuto una nuova katana o aver sviluppato un nuovo stile, di provarne l'efficienza attaccando persone inermi, in particolare durante la notte. I praticanti di quest'arte sono conosciuti anch'essi come tsujigiri.
Originariamente la pratica consisteva in duelli individuali tra samurai, ma le regole del bushidō furono dimenticate durante il periodo Edo, e lo tsujigiri divenne sempre più deplorevole. Era più comune, per un rōnin, attaccare persone inermi.
La pratica di attaccare inermi era comune durante il periodo Edo, quindi il governo d'Edo fu costretto a renderlo fuorilegge e a punire capitalmente gli offensori

Importanza filosofica
La pratica dello tsujigiri è stata citata notevolmente dal movimento filosofico del relativismo, in particolare da Mary Midgley nel suo lavoro datato 1989 Non possiamo giudicare moralmente.


martedì 20 maggio 2014

Lotta in piedi


Un lottatore sta cercando di passare alle spalle del suo avversario.



La lotta in piedi (detta anche clinching o lavoro in clinch) è una parte del combattimento in piedi in cui i due combattenti stanno lottando in una posizione di contatto corpo a corpo in piedi, tipicamente utilizzando delle prese sulla parte superiore del corpo. Il clinch può essere utilizzato per impedire all'avversario l'utilizzo di calci, pugni o armi bianche, ma può essere utilizzato anche come tramite per passare da una fase di combattimento in piedi ad una di combattimento al suolo, utilizzando proiezioni o spazzate.
La lotta in piedi è enfatizzata nella lotta greco-romana, nella lotta libera, nel judo, nel sumo, ma anche nel catch wrestling, nello shoot wrestling, nel sanda, nel kun khmer, nel sambo, nelle arti marziali miste e nella muay thai.


Negli sport da combattimento

La lotta in piedi è l'obiettivo principale di molti sport da combattimento come il judo o la lotta olimpica, ma è anche parte integrante del sambo e di discipline che comprendono principalmente i colpi come la muay thai. La natura della lotta in piedi in ogni sport dipende dalle regole. Nella muay thai e nel kun khmer si enfatizza la capacità di portare colpi da una posizione di clinch, mentre nel judo si enfatizza la capacità di ottenere una proiezione. La regola comune in tutte queste forme è la possibilità di usare tecniche di lotta necessarie per ottenere il clinch. Altri sport come il pugilato o il taekwondo possono ammettere una fase di contatto in piedi solo per breve tempo prima che l'arbitro separi gli atleti, oppure può non ammetterla affatto. Se la lotta in piedi non è ammessa, l'atleta può essere avvertito o ammonito, oppure l'arbitro può far ricominciare l'incontro da una distanza maggiore.
L'obiettivo principale nel Judo è di afferrare l'avversario e proiettarlo a terra.

venerdì 16 maggio 2014

Jiu jitsu brasiliano

Due cinture nere in fase di combattimento durante il World Jiu-Jitsu Championship. La tecnica in uso è detta triangle choke, strangolamento a triangolo.


Il Jiu jitsu brasiliano o Brazilian jiu-jitsu (anche BJJ) è un'arte marziale, uno sport da combattimento e un metodo di difesa personale che si specializza nella lotta ed in particolare nel combattimento a terra. Non deve essere confusa con il suo predecessore giapponese Jūjutsu.
La disciplina è nata come appendice del kodokan jūdō negli anni venti del XX secolo, quando il maestro Mitsuyo Maeda insegnò i fondamentali della lotta a terra (ne-waza) ad allievi come Carlos Gracie e Luis França. Il Brazilian Jiu-Jitsu divenne poi un'arte a sé stante attraverso sperimentazioni, pratica e adattamenti del maestro Hélio Gracie e del fratello Carlos, che trasmisero poi la loro esperienza alla loro famiglia e ai loro allievi.
La disciplina insegna come suo fondamento che una persona più piccola e debole può difendersi con successo da un assalitore più grande e forte tramite l'utilizzo di appropriate tecniche come leve, chiavi articolari e strangolamenti, portando lo scontro al suolo. L'allenamento nel Brazilian jiu-jitsu viene comunque praticato principalmente con carattere sportivo nei tornei di grappling, quelli propri in cui si fa uso del gi (ma negli ultimi anni la Federazione Internazionale ha introdotto anche competizioni in no-gi) o altri come la submission grappling, o anche per partecipare ad incontri di arti marziali miste. La pratica di sparring (comunemente chiamato rolling) e di sessioni di allenamento con confronto non collaborativo giocano un ruolo maggiore nell'allenamento, e vengono premiate le prestazioni, soprattutto durante le competizioni, in relazione al progresso attraverso i gradi/cinture.
Sin dal suo principio nel 1914, l'arte ascendente del judo era separata dai sistemi più antichi di jujutsu giapponese da un'importante differenza trasmessa al Brazilian jiu-jitsu: non si tratta solamente di un'arte marziale ma anche di uno sport, un metodo per promuovere lo sviluppo del fisico e del carattere nei giovani, e, infine, una via (Dō) di vita.


Storia

Nome

"Jiu-jitsu" è una vecchia romanizzazione dell'originale pronuncia dell'arte in Occidente, mentre la moderna traslitterazione col sistema Hepburn è "jūjutsu".
Quando Maeda lasciò il Giappone, il judo era spesso ancora chiamato "Kano jiu-jitsu" o, ancor più genericamente, semplicemente come "jiu-jitsu". Higashi, in quanto co-autore del "Kano Jiu-Jitsu" scrisse:
«"Una certa confusione è emersa verso l'impiego del termine 'jiudo'. Per rendere la questione chiara specificherò che jiudo è il termine scelto dal professor Kano per descrivere il suo sistema più accuratamente di quanto il jiu-jitsu fa. Il professor Kano è uno dei principali educatori in Giappone ed è naturale che egli scelga il termine tecnico che più accuratamente descrive il suo sistema. Ma il popolo giapponese generalmente fa ancora riferimento alla nomenclatura più popolare e lo chiama jiu-jitsu"»



Al di fuori del Giappone, comunque, questa distinzione era anche meno notata. Così, quando Maeda e Satake arrivarono in Brasile nel 1914, ogni giornale annunciava la loro arte come "jiu-jitsu" nonostante entrambi fossero judoka del Kodokan.
Solo nel 1925 il governo giapponese ufficialmente dichiarò che il nome corretto per l'arte marziale insegnata nelle scuole pubbliche giapponesi era "judo" e non "jujutsu". In Brasile però, l'arte è ancora chiamata "jiu-jitsu". Quando i Gracie giunsero negli Stati Uniti per diffondere la loro arte, utilizzarono i termini "Brazilian jiu-jitsu" e "Gracie Jiu-Jitsu" per differenziarla dagli stili già presenti con nomi simili.
Il nome di Gracie Jiu-Jitsu (GJJ) è stato registrato da Rorion Gracie, ma dopo una disputa legale con il cugino Carley Gracie il diritto sul marchio è stato invalidato. Altri membri della famiglia Gracie spesso chiamano il loro stile con nomi personalizzati, come Charles Gracie Jiu-Jitsu o Renzo Gracie Jiu-Jitsu. In maniera simile la Famiglia Machado chiama il suo stile Machado Jiu-Jitsu (MJJ). Sebbene ogni stile e i suoi istruttori abbia degli aspetti unici, si tratta in sostanza di varianti di base del Brazilian jiu-jitsu. Al giorno d'oggi esistono quattro maggiori branche di Jiu-Jitsu dal Brasile: Gracie Humaita, Gracie Barra, Carlson Gracie Jiu-Jitsu e Alliance Jiu Jitsu. Ogni branca può far risalire le sue origini a Hélio Gracie.
Più recentemente, negli Stati Uniti il nome "jitz" è diventato un termine colloquiale per i non addetti ai lavori.


Origini

Maeda con i suoi primi allievi brasiliani


Il Jiu Jitsu Brasiliano nacque in Brasile grazie all'arrivo, nei primi anni del secolo, del console giapponese Mitsuyo Maeda, uno dei cinque maggiori esperti nel lotta a terra del jujutsu (ne waza) che Jigoro Kano, il fondatore del Kodokan judo, inviò oltremare per dimostrare e diffondere la sua arte nel mondo. Da adolescente, Maeda si era allenato inizialmente nel sumo, ma dopo aver appreso dei successi del kodokan nelle sfide fra scuole di jujutsu, decise di apprendere il judo e divenne uno studente del "Kano Jiu Jitsu". Maeda lasciò il Giappone nel 1904 e visitò un gran numero di paesi dando dimostrazioni di "jiu-do" e accettando sfide provenienti da lottatori, pugili, savateurs e praticanti di varie altre arti marziali prima di arrivare in Brasile il 14 novembre 1914. Maeda si dedicò in particolar modo alla lotta a terra, poiché alcuni esponenti della scuola di jujutsu della Fusen ryu inizialmente erano riusciti a prevalere sugli allievi di Kano forzando il combattimento al suolo, mentre l'impostazione del Kodokan voleva focalizzarsi sullo scontro in piedi. Maeda fu così abile a vincere numerosi incontri all'estero contro esponenti di varie discipline, tanto da guadagnarsi l'appellativo di "Conte Koma".
Gastão Gracie era un partner commerciale del cosiddetto American Circus a Belém. Nel 1916, il circo italo-argentino dei fratelli Queirolo organizzò alcuni spettacoli e in uno di essi si esibì Maeda. Nel 1917, Carlos Gracie, il figlio maggiore di Gastão Gracie, assistette ad una dimostrazione di Maeda al Da Paz Theatre e decise di praticare judo. Maeda accettò Carlos come studente per alcuni anni, e quest'ultimo passò la sua conoscenza ai suoi fratelli. Secondo alcuni racconti apocrifi Gastão Gracie aiutò in maniera non sempre ben precisata Maeda, inviato in missione diplomatica in Brasile, nel suo soggiornare in Brasile, e Maeda per sdebitarsi avrebbe insegnato il judo al figlio Carlos.
All'età di quattordici anni, Hélio Gracie, il più giovane della famiglia Gracie, si trasferì in una casa a Botafogo assieme ai suoi fratelli dove vi vivevano e insegnavano il ju jitsu giapponese tradizionale. Seguendo delle prescrizioni mediche, Hélio avrebbe speso gli anni immediatamente successivi limitandosi a osservare i suoi fratelli allenarsi ed insegnare, poiché per natura fragile di costituzione. Col tempo, Hélio Gracie gradualmente sviluppò il Gracie Jiu Jitsu come un adattamento più morbido e pragmatico del judo, poiché egli era incapace di eseguire molti movimenti che richiedevano di opporsi alla forza dell'avversario direttamente. Lungo gli anni Hélio Gracie sviluppò un sistema che si focalizzava sul combattimento a terra, in opposizione al judo che enfatizzava le tecniche di proiezione.
Anni più tardi Hélio Gracie sfidò il leggendario judoka Masahiko Kimura. Nel suo libro "Il mio Judo", Kimura racconta che ritenne Hélio un 6° dan di judo al tempo del suo incontro con lui nel 1951 see extract. Tuttavia, non c'è alcuna registrazione del Kodokan attestante un qualsiasi grado nel judo assegnato ad Hélio Gracie, tuttavia non è insolito per un judoka straniero avere un rango attuale più alto di quello ufficialmente riconosciuto e attestato dal Kodokan, poiché i gradi del Kodokan sono mantenuti in maniera indipendente e richiedono requisiti più stretti.
Sebbene il Jiu-Jitsu brasiliano è largamente identificato con la famiglia Gracie, esiste un altro prominente ramo derivato da Maeda tramite un altro allievo brasiliano, Luis França. Questa scuola è stata rappresentata in maniera particolare da Oswaldo Fadda. Fadda e i suoi allievi erano famosi per l'uso influente di leve ai piedi e attualmente la scuola sopravvive attraverso i collegamenti di Fadda con squadre come la Nova União o il Grappling Fight Team.


Sviluppo

Hélio Gracie partecipò a numerose compitizioni basate sulla sottomissione dalle quali spesso uscì vincitore. Una sconfitta (in Brasile nel 1951) fu ottenuta quando il judoka giapponese Masahiko Kimura sfidò Gracie; la risonanza di questa sconfitta fu tale che il suo cognome venne utilizzato dai Gracie e dai loro allievi per indicare la chiave al braccio con cui egli sconfisse Hélio, la kimura. La famiglia Gracie continuò a sviluppare il sistema attraverso il XX secolo, spesso combattento in scontri a contatto pieno dei tornei vale tudo, precursori delle odierne arti marziali miste. Durante questi anni venne incrementata la focalizzazione sul combattimento al suolo e vennero raffinate le tecniche.
Il BJJ permette tutte le tecniche che il judo ammette per portare il combattimento al suolo, sotto forma di proiezioni e lanci. Il BJJ ammette anche tutte le tecniche di wrestling, sambo o qualsiasi altra arte lottatoria; inclusi tentativi diretti di proiettare afferrando le gambe. Il BJJ si differenzia dal judo poiché consente ad un atleta di trascinare l'avversario al suolo e anche di auto-scagliarvicisi, a patto di avere una presa. Inizialmente il Kodokan judo era similarmente libero come regole (kosen judo), ppermettendo ad un atleta di sedersi semplicemente all'inizio di un incontro, ma ha poi subito notevoli ristrettezze regolamentari a confronto.
Da quando il judo venne introdotto in Brasile, esso subì diverse modifiche nel regolamento - alcune per aumentarne lo spettacolo, altre per migliorare la sicurezza. Molte di queste regole hanno notevolmente de-enfatizzato gli aspetti di lotta a terra del judo, mentre altri hanno ridotto il raggio di leve e chiavi articolari consentite o quando possono essere applicate. Il jujitsu brasiliano non seguì mai questi cambiamenti regolamentari, dando origine ad una divergenza che è poi sfociata in una distinta identità come arte e disciplina, sebbene ancora riconoscibile come legata al judo Altri fattori che hanno contribuito verso la divergenza stilistica dael BJJ dal judo sportivo includono il desiderio dei Gracie di creare un'arte marziale nazionale che influenzasse la cultura brasiliana e l'enfasi della famiglia sul combattimento a contatto pieno.
Al giorno d'oggi, la principale differenza fra gli stili di jujutsu brasiliano è fra il tradizionale Gracie Jiu-Jitsu, che pone maggiore enfasi sulla difesa personale, e l'orientamento del BJJ sportivo verso le competizioni. C'è una larga comunanza di tecniche fra i due. Inoltre, c'è molta varietà di ideali nell'allenamento delle differenti scuole in termini di utilizzo di tecniche di controllo o finalizzazione, di maggiore fisicità o maggiore tecnicismo. Le differenze regolamentari sviluppate in confronto al judo e il meccanismo per segnare i punti sono ideati per dare al BJJ un'enfasi più pratica premiando le posizioni di controllo dalle quali il lottatore potrebbe in teoria colpire l'avversario in un vero combattimento.


Prominenza

Negli anni '80 del XX secolo esponenti di spicco della famiglia Gracie emigrarono negli USA dove organizzarono dei tornei interstile, nei quali sfidarono i combattenti di altri sistemi. Questo tipo di combattimenti quasi privo di regole era diffuso in Brasile col nome vale tudo (in brasiliano "vale tutto") e sul modello del programma televisivo che veicolava queste sfide, nacque il famosissimo Ultimate Fighting Championship tenutosi per la prima volta nel 1993. Grazie a questo evento fu mostrata al mondo l'efficacia del jiu jitsu brasiliano: nonostante all'epoca i pronostici davano per favorite le discipline che fanno uso di percussioni (boxe, kickboxing, ecc.), Royce Gracie, chiamato a rappresentare lo stile di jiu jitsu creato dal padre Helio, contro ogni pronostico riuscì a battere tutti i combattenti del torneo, compresi quelli più forti fisicamente e di gran lunga più pesanti. La grande celebrità innescata dalla forza dei mass-media americani rese dunque il BJJ uno sport famoso in tutto il mondo e da quell'epoca il suo diffondersi è aumentato in maniera esponenziale. Oggi il movimento internazionale del BJJ è infatti in costante crescita, sia come sport in sé (dove le percussioni sono vietate) sia come elemento fondamentale della preparazione dei combattenti di MMA (Mixed Martial Arts), sport di massimo contatto derivato dagli originari Vale tudo brasiliani che hanno raggiunto la massima fama nei campionati come UFC, Pride, ecc.


Stile di combattimento

Partendo dalla premessa che gran parte del vantaggio di un avversario più grande e forte deriva dalla sua mole e dai suoi potenti colpi, fattori entrambi mitigati nella lotta al suolo, il Brazilian jiu-jitsu pone enfasi nel portare il combattimento a terra per poter utilizzare tecniche di controllo e di sottomissione, comprese leve articolari e strangolamenti. Un modo più preciso di descrivere ciò sarebbe dire che al suolo, la forza può essere neutralizzata o potenziata da un lottatore esperto che conosce come massimizzarla utilizzando la forza meccanica invece che la pura fisicità. Il BJJ permette una larga varietà di tecniche per portare il combattimento al suolo dopo aver effettuato una presa. Mentre altri sport da combattimento, come il judo o il wrestling, di solito usano una proiezione per portare l'avversario a tera, nel BJJ un'opzione è di "chiamare la guardia", cioè afferrare l'avversario e poi sedersi direttamente a terra o saltare cingendo le gambe attorno al tronco dell'altro atleta.
Una volta a terra, un numero di manovre (e contromosse) sono disponibili per manipolare l'avversario in una posizione adatta all'applicazione di tecniche di sottomissione. Posizioni prettamente difensive come la guardia possono essere utilizzate anche per condurre un gioco offensivo e attaccare l'avversario.
Renzo Gracie scrisse nel suo libro Mastering Jiu-jitsu:
«Il jujutsu classico del Giappone antico sembrava avere nessuna strategia comune per guidare un combattente lungo il corso dello scontro. Naturalmente, ciò fu una delle critiche fondamentali di Kano al programma classico.' Maeda non solo insegnò l'arte del judo a Carlos Gracie, ma insegnò anche una particolare filosofia riguardo alla natura del combattimento sviluppata da Kano, e la rifinì ulteriormente tramite i suoi viaggi intorno al mondo competendo contro combattenti specializzati in una larga varietà di arti marziali."»
Il libro riassume nel dettaglio la teoria di Maeda riguardo al fatto che il combattimento fisico può essere spezzato in fasi distinte, come la fase di scambio di colpi, quella lottatoria, quella al suolo, ecc. Così, l'obiettivo del combattente intelligente era di mantenere il combattimento nella fase per cui si adattano meglio le proprie capacità. Renzo Gracie notò che ciò fu di fondamentale influenza nell'approccio dei Gracie al combattimento, queste strategie furono ulteriormente sviluppate nel tempo dai Gracie e da altri, divenendo prominente nelle MMA contemporanee.


Le cinture

Come avviene nel Judo e nel Karate, anche nel Jiu Jitsu Brasiliano è prassi contraddistinguere i progressi dei praticanti assegnando loro cinture colorate.


I campionati

La federazione internazionale IBJJF organizza periodicamente tornei a carattere nazionale, continentale e mondiale di jiu jitsu brasiliano: tra questi ovviamente il mondiale è l'evento più prestigioso dello sport.
In Italia è l'Unione Italiana Jiu Jitsu (UIJJ) a rappresentare esclusivamente la IBJJF nella nazione, ed è affiliata all'AICS, ente sportivo riconosciuto dal CONI.
Sebbene sia ufficialmente riconosciuta come competizione di Submission grappling, i tornei ADCC Submission Wrestling World Championship organizzati dall'Abu Dhabi Combat Club possono essere considerati l'obbiettivo principale dei più grandi campioni di BJJ, i quali sono sempre stati dominanti in tali tornei opposti ad atleti provenienti da altre discipline di grappling. Il più decorato atleta del torneo di Abu Dhabi è Marcelo Garcia, vincitore di 4 tornei ADCC e di un gran numero di mondiali e campionati brasiliani IBJJF.


mercoledì 14 maggio 2014

Combattimento con spada laser




Nell'universo immaginario di Guerre stellari, il combattimento con spada laser è la forma di combattimento preferita dai Jedi e dai Sith.

Le sette forme di combattimento

Ogni Jedi sceglie lo stile di combattimento che gli si adatta meglio. Per esempio Yoda usa la forma Ataru per compensare la mancanza di altezza, mentre Qui-Gon Jinn ne fa uso per una maggior precisione e maggior potenza nei fendenti; Mace Windu usa il Vaapad per attingere dalla sua rabbia ed impiegarla con efficacia senza passare al Lato Oscuro; Obi-Wan Kenobi era in gioventù un eccezionale utilizzatore della forma Soresu; Dooku usa la forma Makashi per ingaggiare frequentemente dei nemici armati di spada laser con precisione. L'Esule Jedi è un praticante di tutte le sette forme, arrivando alla perfezione in qualcuna di esse, spesso alternandole per confondere i nemici durante il combattimento.
  • Forma I: Shii-Cho
  • Forma II: Makashi
  • Forma III: Soresu
  • Forma IV: Ataru
  • Forma V: Djem-So
  • Forma VI: Niman
  • Forma VII: Juyo

Shii-Cho

Con l'invenzione della spada laser, si vede la necessità di creare uno stile per combattere: nasce lo Shii-Cho. Ogni iniziato Jedi deve imparare la Forma I, prima di diventare un Padawan al servizio di un Cavaliere o di un Maestro. Viene istruita in genere usando dei droidi remoti da addestramento per deflettere i colpi di plasma.
Yoda è uno dei migliori combattenti con spada laser. Nonostante faccia maggior uso dello stile Ataru, è esperto in tutti e sette gli stili. In ogni caso usa molte componenti standard dello stile Shii-Cho a causa della semplicità d'uso, per battere gli stili più complessi, come visto nel duello contro Darth Sidious e Darth Tyranus. Le movenze di Yoda scorrono da una forma ad un'altra con transizioni trasparenti e chiare tipiche di questo stile, come rotazioni a terra, salti e rotazioni in aria e movimenti veloci. Queste mosse compongono insieme ai salti di Forza la maggior parte delle mosse di Yoda. Kit Fisto è un altro Jedi che ha assoluta padronanza dello Shii-Cho, tuttavia non riesce a sconfiggere Sidious con questa tecnica. Lo Shii-Cho funziona contro un numeroso gruppo di nemici e contro nemici armati di blaster, ma è debole contro un solo nemico, contro uno spadaccino laser e contro i poteri della Forza. La sua semplicità è il suo punto di forza, facendone un buono stile se tutto il resto fallisce.
Lo Shi-Cho è conosciuto anche come "La Via del Sarlacc" o "La Forma della Determinazione".

Makashi

Dopo la creazione dello stile Shii-Cho come forma di combattimento, lo stile Makashi viene creato allo scopo di essere efficace nei combattimenti spada laser contro spada laser. È descritto come molto elegante, potente, e richiede molta precisione per permettere a chi lo usa di attaccare e difendersi con poca spesa. È anche necessario mantenere un preciso lavoro con i piedi per mantenere una certa distanza dall'avversario durante la difesa e mentre ci si muove in attacco. Tempismo, precisione, e abilità, piuttosto che forza sono preferibili nell'uso di questo stile e con un utente esperto il risultato è eccezionale. Chi usa il Makashi si muove con eleganza, è preciso, calmo e sicuro di sé.
Quando l'avversario usa armi a distanza come i blaster oppure vi sono più avversari questo stile mostra i propri limiti. Un altro grande difetto dello stile, che a bordo della Invisible Hand costò la vita a Dooku, è che questo stile, fondato sull'eleganza e sulla precisione, semplicemente non è in grado di sviluppare abbastanza forza, a differenza degli stili più violenti come il Djem So. Durante le guerre dei Cloni, e qualche secolo prima, i Jedi praticano poco questo stile perché i Sith sembrano scomparsi. Si pensa che non avendo nemici con spade laser lo stile sia poco pratico, e non viene insegnato molto. Durante questa era, il Niman e l'Ataru sono gli stili più usati e insegnati. Il Makashi, comunque, è molto più comune nei primi anni dell'Ordine, prima dell'arrivo dei blaster. Il Signore dei Sith Exar Kun, per esempio, è un maestro nell'uso di questo stile.
Dooku è un maestro esperto della Forma II, che combatte con precisione grazie alla impugnatura ricurva della spada. Quando Darth Tyranus usa questa forma riesce a devastare i Jedi a causa della mancanza di guerrieri addestrati a contrattaccare questo stile. Altri praticanti della Forma II sono il Generale Grievous (insegnatagli da Dooku), Kyle Katarn, e Jedi Exile.
Il Makashi è noto anche come "La Via dello Ysalamiri" o "La Forma della Contesa".

Soresu

Lo stile Soresu viene sviluppato per contrattaccare la tecnologia dei blaster che si diffonde nella Galassia. A causa dell'aumento di criminali armati di blaster, i Jedi devono trovare un modo per difendersi da ondate di colpi di plasma.
La Forma III usa movimenti molto vicini al corpo, nel tentativo di proteggerlo totalmente e spendere meno energia possibile. Questa tecnica riduce l'esposizione del corpo, rendendo un utente molto esperto di questo stile quasi invincibile. Chi usa il Soresu rimane con sicurezza sulla difensiva finché l'avversario non rivela una debolezza. Viene descritta come una forma passiva di combattimento, usata da persone molto riservate e pazienti. A causa dell'enfasi sulla difesa la Forma III include preparazione per lunghe battaglie così che l'utente possa capire le intenzioni dell'avversario. Essendo capace di resistere a lunghe battaglie un utente del Soresu è in condizione di prendere controllo della situazione e avere diverse opzioni, come uccidere, disarmare, oppure ragionare con il proprio avversario. Molti di quelli che usano il Soresu sopravvivono durante la Battaglia di Geonosis, grazie anche alla capacità di difesa dai colpi di plasma. I maestri di questo stile non lasciano spazi scoperti e attendono che il nemico si scopra per poi colpire. Lo svantaggio del Soresu, è che e necessaria molta esperienza per poterlo utilizzare al meglio, in quanto anche il più piccolo spiraglio può compromettere l'intera difesa; il Soresu è inoltre difficile da usare in caso lo spadaccino sia ferito o affaticato, poiché un assalto portato con colpi forti e martellanti può facilmente spezzare il blocco.
Mace Windu nota che il Soresu non risponde ad alcun tipo di debolezza. Il Juyo rappresenta la risposta all'oscurità interna di Mace, l'Ataru è la risposta alla piccola statura di Yoda e il Djem-So è la risposta alle emozioni ribollenti di Anakin. Verso la fine della Guerra dei Cloni Obi-Wan Kenobi è proclamato come Maestro del Soresu da Mace Windu. A causa di ciò Obi Wan viene scelto per affrontare Grievous.
Il Soresu è detto anche "La Via del Mynock" o "La Forma della Resistenza".


Ataru

Ataru è uno degli stili più popolari tra l'ordine Jedi. Yoda e Qui-Gon Jinn sono maestri in questa forma di combattimento. Altri Jedi noti per questa forma sono Quinlan Vos e la sua vecchia Padawan, Aayla Secura. Obi-Wan Kenobi è uno studente della Forma IV, ma dopo la morte di Qui-Gon decide di studiare lo stile Soresu. Come Padawan, Anakin Skywalker studia lo stile Ataru perché si sposa con la sua personalità aggressiva, per usarla e rifinirla nello stile Djem-So. Anche Palpatine è un maestro esperto di questa forma, usando alcune varianti Sith.
Chi pratica l'Ataru è sempre sulla offensiva, attaccando con veloci e potenti fendenti. Gli utenti della Forma IV richiamano costantemente la Forza per eseguire movimenti precisi. Facendo fluire la Forza nel loro corpo possono superare le eventuali limitazioni fisiche (come l'età avanzata nel caso di Yoda) e permette loro di eseguire straordinarie acrobazie per attacco e per sfuggire ad eventuali attacchi. Un esperto dell'Ataru può apparire appena percepibile alla vista dell'avversario. A causa della sua natura aggressiva questo stile può indurre eccessiva spavalderia e lasciare delle aperture al nemico per contrattacchi.
Questa forma non è efficace per combattimenti prolungati, perché può richiedere un alto tributo energetico. Questo può essere la causa per cui Qui-Gon viene ucciso da Darth Maul e Yoda, dovendo affrontare un lungo e difficile duello con Darth Sidious, viene sconfitto da questi. Questo ha un grande effetto su Kenobi inducendolo a studiare il Soresu. Ataru è davvero potente nelle mani di un maestro. Con questo stile si compiono mosse velocissime appena percettibili all'occhio, usando acrobazie e manovre per attaccare i nemici con potenti colpi e serie offensive, sempre in movimento per evitare i contrattacchi.
L'Ataru è noto anche come "La Via dell'Hawk-Bat" o "La Forma dell'Offensiva".


Djem-So

Il Djem-So è uno stile sviluppato da Jedi che usavano il Soresu ma preferivano una forma più offensiva che difensiva. Djem-So si evolve in uno stile che combina le manovre difensive del Soresu con la filosofia aggressiva del Makashi. Anakin Skywalker e Plo Koon sono praticanti dello stile Djem-So. Dart Fener crea una propria variante della Forma V, dove usa solo una mano per attaccare tenendo l'altra lungo il fianco.
Usando una combinazione di blocchi e parate derivate da Soresu e Makashi, chi usa Djem-So ha una conoscenza buona su come difendersi dagli attacchi ravvicinati e dagli attacchi con blaster. Comunque, mentre chi usa il Soresu rimane sulla difensiva e contrattacca solo quando si verifica una debolezza nella difesa nemica, chi usa il Djem-So non è così paziente e dopo un attacco del nemico parato attacca a sua volta. Mentre il Makashi usa precisi e veloci colpi, il Djem-So usa serie di attacchi a ripetizione con colpi poderosi, per battere la difesa nemica. Chi usa il Djem-So si muove contro il proprio avversario, usando ogni energia possibile traibile dai movimenti del corpo. I problemi di questa forma risiedono nel fatto che chi la usa può diventare impulsivo e avventato, abbassando inavvertitamente la difesa.
La filosofia del Djem-So si basa non solo sulla forza, ma anche sull'azione. Tra i Jedi, questo stile è preferito da chi vuole risolvere velocemente i problemi, e preferisce "combattivi negoziati". Questo stile è identificato come il più aggressivo, insieme alla forma chiamata Juyo, rifinita con il Vaapad da Mace Windu, poiché prende la sua forza dalle emozioni di chi la usa.
Dart Fener usa un Djem-So modificato, infatti tiene la spada con una mano sola, per avere una mano libera così da aiutarsi nel combattimento utilizzando delle tecniche della forza, in particolare la presa della forza per immobilizzare così l'avversario e attaccarlo con colpi terribili. Inoltre fonde il Djem-So al Juyo, combinando le evoluzioni acrobatiche del Djem-So alle violente eruzioni di emozioni del Juyo creando così combinazioni di colpi sia veloci che potenti e devastanti.
Il Djem-So è detto anche "La Via del Drago Krait" o "La Forma della Perseveranza".


Niman

La Forma VI è lo stile standard attorno al periodo della Guerra dei Cloni e della Grande Purga Jedi. Questa disciplina viene spesso associata a persone molto diplomatiche. Tuttavia, molti dei Jedi vengono uccisi durante la Battaglia di Geonosis a causa della loro confidenza eccessiva su questa forma, includendo Coleman Trebor, il cui stile non lo salva da un colpo di blaster ben piazzato di Jango Fett. Molti Jedi considerano questo stile più debole degli altri sei. La Forma VI tenta di bilanciare tutti gli elementi del combattimento con spada laser, combinando gli stili inventati prima in un nuovo stile che richiede meno risorse energetiche. Il risultato è che le abilità in ogni area del combattimento è solo moderato, senza eccellere in nessuna. Questa generalizzazione rende il Niman adatto ai diplomatici, permettendo loro di addestrarsi nella politica invece del combattimento. Questo stile prende il nome da Nimam, il triumvirato degli dei Kashi. Viene sviluppata per la prima volta dai Seguaci di Xendor dopo il Grande Scisma, prendendo elementi dello stile Jar'Kai.
Il Niman è detto anche "La Via del Rancor" o "La Forma della Moderazione".

Juyo

Il Juyo venne considerato come una forma incompleta per molti millenni. Essendo poco sviluppata a causa del poco uso da parte dei Jedi (gli unici conosciuti in antichità a farne uso erano Vrook Lamar e Zez-Kai Ell) e dei Sith, il Juyo non era visto come una delle forme principali. Solo con lo sviluppo avanzato da parte del Maestro Jedi Mace Windu, il Juyo si poté dire completo. Mace chiamò questo stile di Juyo rifinito con il nome Vaapad. Nel 22 BBY, Palpatine notò che aveva solo sentito parlare di sei forme di combattimento dei Jedi, e Mace gli rispose che era così, finché non venne inventato il Vaapad. Il Juyo-Vaapad era la forma più intensa e che richiedeva maggiori risorse energetiche. Solo tre maestri conoscevano il Vaapad nella sua perfezione: Mace Windu, la sua allieva Depa Billaba e il Maestro Sora Bulq, che aveva aiutato Mace nello sviluppare il Vaapad. Sora si rivelò troppo debole per poter sopportare il peso dello stile, e Mace Windu notò come il suo amico venisse lentamente consumato dal Lato Oscuro, fino a finirne preda. Anche Depa, la sua allieva a cui teneva come a una figlia, passò al Lato Oscuro inconsciamente durante una missione su Haruun Kal, a causa della pressione psicologica del Vaapad e della battaglia. Il Generale Grievous usò la sua agile armatura esoscheletrica per copiare le movenze del Vaapad.
Il Juyo-Vaapad non appariva così mobile come lo stile Ataru, perché non c'erano mosse come salti acrobatici o giravolte, ma le richieste tecniche erano molto maggiori. Chi lo usava dava molto spazio agli attacchi avversari per confondere il nemico, e in seguito attaccava a sua volta con mosse imprevedibili e che a volte sembravano casuali. Se praticato correttamente diventava uno stile non prevedibile. La Forma VII chiedeva gli sforzi dello stile Djem-So, con la possibilità di controllare le emozioni in maniera molto più efficace. Inoltre, l'effetto più significativo che caratterizzava il suddetto stile, era la maggiore difficoltà nel sopportare gli attacchi basati sulla forza rivolti contro l'utilizzatore.
Il Vaapad era uno stile che portava il suo praticante molto vicino al Lato Oscuro, perché sfruttava la rabbia per effettuare degli attacchi potenti. Solo la maestria di Windu nel Lato Chiaro riuscì a fare in modo che il Vaapad non lo consumasse, cosa che rendeva questo stile non ben visto tra i Jedi. Difatti gli altri due praticanti del Vaapad Sora Bulq e Depa Billaba passarono al Lato Oscuro. Darth Maul era l'unico Sith conosciuto che praticava lo stile Juyo con maestria.
Palpatine, conoscitore profondo del Lato Oscuro della Forza, sfruttò la pericolosità del Vaapad contro Mace durante il duello nel suo ufficio. Difatti Mace rimase immerso nel potere oscuro del Vaapad, impedendogli di pensare accuratamente a ciò che stava succedendo intorno. A causa di questo, Mace, quando si ritrovò Palpatine ai suoi piedi quasi "inerme" decise di ucciderlo piuttosto che fargli affrontare il processo, cosa che fece da catalizzatore alla conversione al Lato Oscuro di Anakin Skywalker.
Durante il combattimento sull'Invisible Hand fra Anakin Skywalker e Dooku, Anakin adirato risponde alle provocazioni di Dooku usando lo stile Juyo dando così sfogo alle sue emozioni, in particolare alla sua rabbia, uccidendo così il signore oscuro.
Il Juyo/Vaapad è conosciuto anche come "La Via del Vornsk" o "La Forma della Ferocia".

Altre forme di combattimento

Questi stili non sono considerati parte delle sette forme principali, in quanto sono principalmente derivate da esse.
  • Forma VIII: Sokan
  • Forma IX: Shien
  • Forma X: Jar'Kai

Sokan

Viene sviluppato da Cavalieri Jedi antichi durante la Grande Guerra Sith contro Exar Kun. Il Sokan combina tattiche che permettono evasione e mobilità con movimenti cinetici dello stile Djem-So. Sokan comprende colpi duri con la spada, che sono diretti verso le aree vitali del nemico, insieme a veloci spostamenti. Coloro che usano questo stile cercano di sfruttare anche la conformazione del terreno per vedere meglio le debolezze dell'avversario.
Obi-Wan Kenobi usa alcuni elementi dello stile Sokan mentre duella con Anakin Skywalker su Mustafar. Verso la fine del duello, Obi-Wan cerca un appoggio elevato e lo usa come posizione a suo favore per sconfiggere Anakin, attaccando i suoi punti deboli.

Shien

Lo stile Shien è il più semplice ed estremamente poco dinamico comprende solamente il tenere la spada laser in modo orizzontale. Il Jedi punta l'estremità finale della lama verso l'avversario; vengono poi fatti diversi movimenti veloci a forma di arco per cercare di pugnalare l'avversario. Viene utilizzato da Dart Fener e Obi-Wan in Una nuova speranza.

Dart Fener ne fa uso anche nei duelli col figlio Luke Skywalker soprattutto perché l'armatura che è obbligato ad indossare è un grosso ostacolo ai combattimenti acrobatici.

Jar'Kai

Il Jar'Kai è uno stile di lotta caratterizzato dall'utilizzo contemporaneo di due spade, sviluppato dai guerrieri Yovshin. Molti Jedi insegnano lo stile Jar'Kai nella speranza di guadagnare una conoscenza di base dell'uso di due spade laser contemporaneamente, ma davvero pochi Jedi ne hanno una padronanza completa. Aayla Secura, Serra Keto, Sora Bulq, A'Sharad Hett, Asajj Ventress, Komari Vosa, e Joclad Danva sono praticanti della Forma X. Il Jedi Oscuro Boc Aseca conosce il combattimento con due spade, incorporandolo nella sua tecnica poco ortodossa di combattimento. Revan e il Maestro Jedi Kavar conoscono questo stile. È possibile che l'apprendista di Kyle Katarn Jaden Korr sia esperto di questo stile. Il Generale Grievous basa il suo stile di combattimento sulla Forma X, uccidendo molti Jedi contemporaneamente. Usando in parte questa tecnica affronta Obi-Wan Kenobi, ma non riesce a sconfiggerlo a causa della grande conoscenza dello stile Soresu da parte del Maestro Jedi. Questa forma inoltre viene abilmente padroneggiata da Anakin Skywalker nell'episodio II, però questa sua bravura non riesce a sopraffare il signore oscuro Dooku che gli mozza un braccio. Anche Starkiller nel videogioco Star Wars: Il potere della Forza II dimostra una notevole abilità in questo stile, tanto da riuscire a sconfiggere il signore dei Sith Darth Vader.


Stili non ortodossi

Diversi stili ricadono al di fuori delle tradizionali forme praticate dai Jedi.
Grievous impiega molti movimenti diversi. I suoi attacchi servono a confondere coloro che sono addestrati nelle normali forme di combattimento. Grazie alla sua natura di droide è dotato di capacità motorie eccezionali a causa delle giunzioni metalliche e dei diversi bracci meccanici. Solo i Jedi più esperti possono evitare i suoi attacchi. Per esempio Grievous può tenere una spada in ognuna delle quattro mani, ruotando due di esse molto rapidamente per creare una specie di scudo. Usa questa tecnica quando si trova a combattere contro Obi-Wan Kenobi su Utapau; tuttavia viene sconfitto quando Kenobi riesce a calcolare l'esatto istante in cui lo scudo di spada laser non riesce a coprire il droide.
Un altro stile unico è quello di Adi Gallia, che tiene la spada con una impugnatura invertita. Questa è una personale variazione della Forma IX Anche Starkiller e Ahsoka Tano tengono la spada laser a rovescio. Mace Windu usa una variante della Forma VII, detta Vaapad, che gli permette di canalizzare le emozioni più forti e sfruttarle nei duelli. Lo stile del Jedi Oscuro Boc è una mistura tra la Forma X e diversi attacchi a salto diretti all'avversario. Questa tecnica viene usata contro Kyle Katarn durante il Nuovo Ordine Jedi.


I tre stili del Nuovo Ordine Jedi

In seguito vengono inventati tre nuovi stili, applicabili alle forme di combattimento convenzionali e non, anche se non sempre perfettamente adattabili.
  • Stile veloce
Stile che si rifà alle tecniche dell'Ataru e del Soresu, consiste in colpi rapidi e spesso concatenati, che permettono tanto un saettante attacco, quanto una rapida difesa; è particolarmente utile nei duelli contro avversari lenti e pistoleri. Gli svantaggi sono: la scarsa forza degli attacchi, il corto raggio d'azione e la fragilità della difesa
  • Stile medio
Stile basato sullo Shii Cho e sul Niman, con qualche elemento dell'Ataru, lo stile medio punta a cercare un equilibrio tra lo stile veloce e lo stile forte; è molto efficace quanto tutto il resto non funziona, e ha un rispettabile bilanciamento tra attacco e difesa, ma un esperto tiratore o un abile spadaccino possono facilmente rompere la difesa dello stile medio, e in attacco si può facilmente trovare una debolezza e contrattaccare.
  • Stile forte
Stile derivato dallo Shii Cho e dal Djem-So, si basa principalmente sull'attacco, utilizzando colpi vibrati con grande potenza; la grande potenza dei colpi può facilmente rompere la difesa dell'avversario, e permette di coprire lunghe distanze, ma i colpi sono lenti e possono lasciare grandi aperture nella guardia, rendendosi vulnerabli ad eventuali contrattacchi, per cui è svantaggioso usarlo nei duelli tra spadaccini laser.
Questi nuovi stili vengono insegnati agli studenti nel Tempio Jedi di Luke Skywalker. Due membri del nuovo Ordine che padroneggiano tutti e tre gli stili sono Kyle Katarn e il suo studente Jaden Korr. Katarn infatti aveva subito iniziato a istruire Jaden e il compagno Rosh Penin fin dalla prima lezione.


Tecniche

Indipendentemente dallo stile usato, il combattimento con la spada laser comprende molte mosse e tecniche complesse, che se usate con la giusta maestria possono anche porre fine ad un duello. Le più conosciute sono:
Dun Möch
I Sith miravano al dominio completo dello spirito di un avversario, attraverso qualsiasi mezzo possibile e tramite l'uso della spada laser. Il Dun Möch comunemente faceva uso di provocazioni, gesti e insulti per mezzo delle parole, per esporre la debolezza dell'avversario e per eroderne la volontà.
Questa tecnica era particolarmente pericolosa per chi usava la Forza, in quanto era richiesta una grande concentrazione per il suo uso, e i dubbi potevano rompere facilmente la concentrazione. Altre variazioni del Dun Möch includevano l'uso di oggetti per distrarre appositamente l'avversario ed eventualmente danneggiarlo. Dart Fener usò la tecnica Dun Möch contro Luke Skywalker nel duello su Bespin.
Anche Darth Tyranus e Darth Sidious facevano uso della tecnica, specie contro Yoda nei duelli visti nei film. La potenza del Dun Möch nelle mani di Darth Sidious era particolarmente devastante, essendo in grado di far levitare tre seggi del senato in contemporanea per distrarre Yoda.
In più, Luke Skywalker aveva usato l'esatto opposto del Dun Möch sulla seconda Morte Nera. Il giovane Jedi aveva provato a far ritornare Dart Fener alla luce parlandogli e cercando di infondergli amore nel cuore, attraverso le parole. Luke riuscì a riportarlo indietro dal sentiero oscuro che aveva intrapreso, e Anakin Skywalker riportò l'equilibrio nella Forza.


Cho Mok
Il Cho Mok è una mossa base del combattimento con la spada laser: prevede il taglio di un arto dell'avversario; viene spesso usata da molti Jedi, specialmente durante le Guerre dei Cloni.


Cho Sun
Tecnica più evoluta del Cho Mok, il Cho Sun consiste nel disarmare l'avversario, tagliandogli il braccio armato all'altezza del gomito; un esempio di Cho Sun è quando Dooku taglia il braccio destro di Anakin Skywalker.


Cho Mai
Una delle tecniche di disarmo più raffinate, è simile al Cho Sun, ma in questo caso il bersaglio è esclusivamente la mano; con questa tecnica si può sconfiggere un nemico causandogli il minimo danno, ma è richiesta una grande maestria e precisione nell'esecuzione. Dart Fener usava spesso il Cho mai nei suoi combattimenti: lo utilizzò la prima volta contro Dooku, poi contro Mace Windu e infine contro il figlio, Luke Skywalker.


Sun Djem
Il Sun Djem è una mossa il cui scopo è disarmare l'avversario distruggendo la sua arma. Nella serie viene usata spesso da Dooku, e da Luke contro Boba Fett.


Sai Cha
Il Sai Cha è una mossa letale eseguibile con una spada laser, che consiste nel decapitare l'avversario; è la tecnica con cui Mace Windu uccide Jango Fett.


Sai Tok
Tecnica letale e poco usata dai Jedi, in quanto creduta fortemente legata ai Sith. Consiste nel tagliare l'avversario a metà, con un fendente all'altezza della vita. L'unico esempio visto finora è nel duello tra Obi-Wan Kenobi che la usa su Darth Maul


Shiak
Mossa apparentemente di semplice esecuzione, consiste nel trafiggere l'avversario; i Jedi colpivano di norma gli arti, ma i Sith la usavano spesso per colpire il busto o la gola, come dimostrato da Palpatine.


Shiim
Si tratta di una piccola ferita inferta di norma agli arti; può apparire un attacco disperato, come nel caso di Luke Skywalker a Dart Fener, o può essere sufficiente a sconfiggere un avversario, come dimostra Dooku nello scontro con Obi-Wan Kenobi in L'attacco dei Cloni


Mou Kei
Consiste in un ampio fendente che mira ad amputare più arti contemporaneamente; l'ha usato Obi-Wan kenobi contro Anakin Skywalker nel loro duello su Mustafar, privandolo di entrambe le gambe e di un braccio.


sabato 10 maggio 2014

Sport da combattimento

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Uno sport da combattimento è un incontro per fini competitivi tra due atleti che combattono fra di loro impiegando delle determinate regole d'ingaggio (di solito significativamente diverse da quelle simulate nei combattimenti intesi per pratica o sfida nelle arti marziali), simulando parte di un combattimento corpo a corpo all'interno di un contesto agonistico.

Storia


Sport legati alle abilità nel combattimento hanno sempre fatto parte della cultura umana per migliaia di anni. Forme di lotta esistono in quasi ogni civiltà. I giochi olimpici antichi erano largamente composti da discipline che testavano le caratteristiche legate al combattimento, come la corsa armata, il pugilato, la lotta, il pancrazio, il tiro del giavellotto e le corse di bighe. Questa tradizione di sport da combattimento fu portata anche più in là dai romani con gli scontri fra gladiatori che combattevano in maniera molto cruenta nelle arene con armi, a volte fino alla morte.
La prima testimonianza di sport da combattimento risale ai giochi olimpici del 648 a.C. con il pancrazio, che consentiva agli atleti di usare ogni tecnica pugilistica e di lotta. Le uniche regole alle origini erano di non mordere e di non colpire gli occhi. Il vincitore era decretato per sottomissione, perdita di sensi o addirittura morte. Gli incontri potevano durare anche ore e divennero rapidamente popolari nel periodo ellenistico, dove venivano indetti in piccoli piazzali che incoraggiavano l'ingaggio.
Attraverso il medioevo e il rinascimento erano comuni i tornei, con la giostra cavalleresca vista come evento principale di questi giochi marziali, praticati anche e soprattutto come mezzo di preparazione alla guerra. I tornei erano comuni fra l'aristocrazia, ma forme sportive di combattimento erano praticate in ogni strato della società. La lotta tradizionale, detta spesso folk wrestling, esiste in varie forme in quasi ogni cultura.
Con l'avvento delle armi da fuoco, l'uso di armi bianche o di tecniche a mano nuda divenne obsoleto per i campi di battaglia, così molte abilità sopravvissero solo in misura sportiva, con fini agonistici o come solo mezzo di formazione fisica e mentale dell'individuo.
Alle soglie dell'età contemporanea la pratica sportiva del combattimento divenne sempre più popolare, riconosciuta ufficialmente e regolamentata internazionalmente. Nell'800 in Europa si diffondono il pugilato inglese e nascono discipline come la savate, la lotta olimpica o l'odierna scherma, tutte discipline retaggio di quelle che un tempo erano le abilità richieste dai guerrieri. Anche molte forme di ginnastica sono indirettamente collegate alle pratiche marziali dei periodi antichi, per esempio il cavallo con maniglie nasce in origine come esercizio per i cavalieri che dovevano simulare il cambio di posizione in monta a un cavallo.
In oriente invece antiche arti marziali come il kenjutsu o il ju jitsu vennero aggiornate ai tempi più moderni e tramutate in kendo e judo, come mezzi sportivi di crescita e confronto dei praticanti.


Sport moderno

Al giorno d'oggi gli atleti di solito combattono uno contro uno, ma possono ancora usare solo un determinato campione di tecniche come nella boxe dove sono ammessi solo i pugni, nel taekwondo che si focalizza sui calci, mentre nella muay thai è consentito anche l'uso di gomitate e ginocchiate. Gli sport basati sulla lotta possono concentrarsi sull'ottenere una posizione superiore come nella lotta libera o nel judo oppure sulla sottomissione come nel Jiu jitsu brasiliano. Le odierne arti marziali miste sono un tipo di competizione simile all'antico pancrazio che consente un largo raggio si tecniche sia di lotta che di percussioni.
Gli sport da combattimento possono svolgersi anche con l'uso di armi, in genere usando spade come nelle specialità della scherma occidentale (stocco, sciabola e fioretto) o nel kendo (lo shinai).
Molti sport da combattimento possono anche impiegare delle protezioni più o meno complesse, alcune generali (paradenti o conchiglie), altre più specifiche (come i guantoni nella boxe o le armature del kendo).


Tipi di sport da combattimento

Discipline di scherma

Scherma olimpica

L'odierna scherma è uno sport occidentale, erede delle arti marziali europee di spada, ampiamente mutate nel corso degli anni, sino all'attuale competizione sportiva, originata dalla scherma dell'800-inizio '900 (ancora da duello), con tre spade: il fioretto (in origine arma da allenamento), la sciabola (in origine la lama degli ufficiali a cavallo) e la spada (in origine arma da duello). La sciabola è l'unica a poter colpire con il taglio. Essa e il fioretto rispettano la convenzione, per la quale ha il punto chi attacca per primo. La spada non ne è legata, e prevede quindi il doppio punto, quando è impossibile dire chi ha colpito per primo. Ognuna delle tre armi ha bersagli diversi: il fioretto solo il busto, la sciabola la parte del corpo sopra la cintura, la spada tutto il corpo. Gode dello status olimpico.


Kendō

Il kendo è un tipo di scherma giapponese, evolutasi come versione sportiva delle tecniche di combattimento con la katana anticamente utilizzate dai samurai nel kenjutsu. Kendō significa letteralmente "La via (dō) della spada (ken)". Si pratica indossando un'armatura (bogu) costituita da men (a copertura di testa, viso, spalle, gola), dō (corpetto rigido), tare (intorno ai fianchi), kote (guanti rigidi), tenogui (fazzoletto che viene legato alla testa prima di indossare il men). La classica sciabola (katana) è stata sostituita dal bokutō (detto anche bokken), usato solo per una serie di dieci esercizi, i kata, che racchiudono l'essenza del kendō, e dallo shinai, una spada costituita da quattro listelli di bambù uniti dal manico di pelle (tsuka), che è usata per il combattimento vero e proprio (jigeiko).

Escrima

Escrima o Eskrima è il nome di un antico sistema di combattimento filippino, conosciuto anche come Kali o Arnis de Mano, o ancora come FMA (Filipino Martial Arts), basato in particolare sullo studio delle armi. Ne esistono forme di competizione sportiva, regolamentate e con protezioni, basate sull'uso dei bastoni.

Wushu sportivo

Esistono forme sportive del Wushu, termine generico per indicare le arti marziali cinesi. Quelle relative al combattimento corpo a corpo sono indicate alla voce sanda, ma ne esistono anche alcune che prevedono l'uso di armi come forma di scherma, secondo regolamenti vari. Il wushu è stato sport dimostrativo alle Olimpiadi di Pechino 2008.

Lightsaber Combat

Esistono accademie che hanno codificato una forma di scherma sportiva basata sull'utilizzo della spada laser nella saga immaginaria di guerre stellari. I combattimenti in questa disciplina utilizzano riproduzioni apposite delle spade laser del film, in vario materiale plastico o metallico ed eventualmente dotate di componenti elettroniche (come schede sonore, sensori di movimento nonché una sorgente luminosa per simulare la "lama" di energia e i suoni tipici della rappresentazione cinematografica). La pratica si basa sullo studio di forme nonché su tecniche e movimenti particolari da impiegare nel duello; per ottenere ciò sono stati creati appositamente degli stili, basandosi anche sulle descrizioni contenute nelle varie fonti di guerre stellari (film, romanzi ecc.).



Discipline a contatto limitato

Point Karate

Il Karateè un'antica arte marziale, atta alla difesa delle persone originaria dell'isola di Okinawa. Prevede tecniche di percussione con tutti gli arti del corpo (pugni, gambe, gomiti, ginocchia ecc.) e tecniche complementari di proiezioni, leve articolari, strangolamenti e colpi ai punti vitali. Con l'approdo in Giappone, il maestro Gichin Funakoshi, fondatore dello stile Shotokan, distanziò il karate dalle radici più marziali per impostarlo come una disciplina educativa che fosse filosofia di vita, in impegno costante di ricerca del proprio equilibrio e come metodo di crescita fisica e mentale. Da queste premesse vennero poi a formarsi stili e federazioni che codificarono il combattimento tradizionale d'allenamento, chiamato kumite, come tipo di incontro sportivo a punti. I colpi non vengono affondati alla ricerca del knockout (KO) dell'avversario, ma vengono arrestati per motivi di incolumità. La maggior parte delle competizioni prevede l'interruzione dell'azione con conseguente ripresa dalla posizione di partenza qualora un atleta riesca a mettere a segno il colpo e quindi ad ottenere il punto, ma ne esistono anche alcune che mantengono il combattimento fluido, senza interruzioni, pur sempre con un contatto leggero. Le competizioni si svolgono indossando il keikogi caratteristico della disciplina e vari livelli di protezione a seconda del torneo.
Esistono stili del karate a contatto pieno, come il kyokushinkai e le scuole da esso derivate, o il full contact karate, dai quali si è sviluppata la kickboxing sia in forme a contatto pieno che limitato. Esistono competizioni di karate con i guantoni (karate gloves) che sono essenzialmente kickboxing con il gi.


Semi contact

Il Semi contact è una specialità della kickboxing, ma il regolamento è simile invece a quello del karate a punti. Si combatte con pantaloncini, guantoni ed eventualmente caschetto, non è permesso affondare i colpi per ottenere il KO, la vittoria si ottiene ai punti.


Discipline a contatto pieno

Pugilato

Il pugilato, conosciuto anche come boxe, oltre ad essere uno sport da difesa personale, è pure uno sport da combattimento che consiste nel confronto, all'interno di uno spazio quadrato chiamato ring, tra due atleti che si affrontano colpendosi con i pugni chiusi (protetti da appositi guantoni), allo scopo di indebolire e atterrare l'avversario. Questo sport, che veniva praticato già dagli antichi greci, è conosciuto, a partire dal XI secolo, anche come la nobile arte, intendendo che richiede dai suoi praticanti le qualità caratteristiche dell'uomo, come il coraggio, la forza, l'intelligenza. Assieme alla lotta olimpica, è lo sport da combattimento per eccellenza ed assieme ad essa è presente nelle Olimpiadi fin dalle prime edizioni, ma vi sono differenze regolamentari fra la boxe olimpica/amatoriale e quella professionistica (in primis l'uso di caschetto protettivo e guantoni più imbottiti).

Taekwondo


Il tae kwon do è un'arte marziale coreana e uno sport da combattimento che si basa principalmente sulle tecniche di piede. Le competizioni si svolgono su un tappeto (tatami), lungo metri 8x8, i combattenti devono indossare diverse protezioni obbligatorie (caschetto, paratibie, conchiglia, guantini e corpetto). I colpi consentiti sono calci al tronco, al viso e alla nuca, sono vietati i colpi ai genitali. Con tutte le tecniche di pugno si può colpire solo il tronco (sul corpetto), poiché a differenza della boxe (o di altri sport da combattimento), gli atleti indossano dei guanti abbastanza rigidi. Inoltre i pugni sono validi solo in caso vengano sensibilmente accusati dall'avversario che indietreggia per il contraccolpo (ovviamente le protezioni tutelano gli atleti). La vittoria viene assegnata in base a punti, che dipendono sia da chi è riuscito a sferrare più colpi sia dalla difficoltà degli stessi. In certi casi è ammesso che si possa giungere al ko, ma date le numerose protezioni per preservare la salute degli atleti e l'attitudine a ricercare il punto, il contatto è in realtà limitato.
Ne esistono di due formati, quella WTF (World Taekwondo Federation) è la specialità olimpica, mentre la ITF (International Taekwon-Do Federation) differisce leggermente nel regolamento. Esiste anche una variante intermedia fra le due detta Taekwondo PRO, simile alla kickboxing ma con più ampia scelta di calci e con la possibilità di sferrare pugni anche in volo o girati.
Le protezioni sono: guanti, paratibie, parapiedi, conchiglia. Sono consigliati ma non obbligatori paradenti e casco protettivo. Il regolamento prevede l'assegnazione di punti per qualsiasi colpo sopra la cintura su tronco e testa, non alle spalle. In particolare: ogni pugno a segno vale 1 punto, mentre ogni calcio a segno vale 2 punti. Colpi eseguiti in volo viene assegnato 1 punto aggiuntivo. Ammonizioni possono essere assegnate per colpi scorretti, comportamenti antisportivi, ed infine per uscite fuori dall'area di combattimento. Ogni tre ammonizioni viene sottratto 1 punto. Le modalità di vittoria sono: punteggio al termine del tempo di combattimento, knock out, knock out tecnico.

Kickboxing

La Kick Boxing o Kickboxing è uno sport da combattimento che combina tecniche di calcio caratteristiche di arti marziali orientali ai colpi di pugno propri dello sport occidentale. Si combatte con i calzoncini corti. I colpi consentiti sono pugni e calci a gambe, si possono colpire tronco e viso ma sono proibiti i colpi alla nuca, alla schiena e ai genitali. Si usano guantoni da boxe, conchiglia, paradenti e protezioni per i piedi. Il numero delle riprese e dei minuti per ognuna di queste dipende dal tipo di disciplina. La disciplina è generalmente a contatto pieno (full-contact, low kick') ma ne esistono anche versioni a contatto leggero (semi-contact, light-contact) che sono molto affini al karate sportivo. Inoltre a volte, per estensione, ci si riferisce con il termine kickboxing a tutta la famiglia di vari tipi di boxe comprensivi anche e almeno di tecniche di calcio oltre a quelle di pugno (come savate o sanda), quindi non solo ai consueti formati regolamentari (come light contact o full contact).
Il formato più diffuso di kickboxing è quello del K-1 Rules Set, talvolta chiamato semplicemente K-1, sviluppatosi dalla formula dell'omonimo torneo in Giappone. È stato ideato pensando ad un tipo di torneo che permettesse il confronto comune di atleti provenienti dalle varie forme di sport pugilistici con calci, in particolare con un regolamento a metà strada fra la kickboxing canonica e la muay thai. A differenza della muay thai, non sono ammesse le gomitate e l'uso del "clinch", ovvero afferrare l'avversario in preso dietro alla nuca, rispetto ad un tradizionale incontro di kickboxing o altre discipline affini è però possibile effettuare ginocchiate senza presa come anche afferrare l'avversario con una sola mano e portare un solo colpo di ginocchio per volta. Non sono permesse proiezioni come nella sanda o l'uso di scarpette come nella savate.

Boxe Cinese

La boxe cinese è conosciuta anche come Sanda o Sanshou. Si combatte in calzoncini corti e con alcune protezioni (a seconda delle federazioni organizzatrici) corporali: le minime consistono nei classici guantoni, fino a paradenti, corpetto, paratibie, conchiglia e caschetto (nella versione "leggera" è opzionale anche l'uso della rete protettiva). Il combattimento si svolge all'interno di un quadrato di circa 10m x 10m, solitamente rialzato dal suolo, a circa 50cm, senza corde perimetrali. L'abito usuale sono i calzoncini corti e una maglietta. Le tecniche che si possono usare sono pugni, calci, proiezioni e tecniche di sacrificio. Le riprese durano solitamente 3 minuti.

Boxe Thailandese

La boxe thailandese, conosciuta anche come Thai Boxing o Muay Thai, è una tecnica da combattimento autonoma, molto antica, nata in Thailandia. Si combatte con i calzoncini corti. Si utilizzano pugni, calci, gomitate, colpi di ginocchia e si lotta in clinch senza che l'arbitro fermi a meno che il combattimento non sia passivo. Si usano guantoni, paradenti, conchiglia e nessuna protezione per i piedi. È proibito colpire ai genitali ed alla nuca ma si può colpire di ginocchio in clinch. I match sono in riprese da 3 minuti, tre per i dilettanti e 5 per i professionisti.

Boxe Birmana

La boxe birmana, o Lethwei, è molto simile alla muay thai, ma consente anche l'uso di testate e non prevede l'utilizzo di guantoni.

Full contact karate

Il nome originale è Full contact karate, sottolineando la comunanza con il karate tradizionale. Si combatte indossando pantaloni lunghi come quelli del kimono tradizionale, del colore preferito dal pugile. È permesso indossare la cintura. I colpi consentiti sono pugni e calci al tronco ed al viso, sono proibiti colpi alla nuca ed ai genitali. Si usano paradenti, conchiglia, guanti da boxe, protezioni per tibie e piedi. Le riprese sono da due minuti cadauno, e la durata del match è in base al livello degli atleti (come nel pugilato) ed il titolo mondiale è di 12 riprese.


Discipline lottatorie

Lotta libera

La lotta libera è una sport da combattimento, nato in Francia, regolamentando le esperienze lottatorie europee (in particolare dal wrestling inglese) e medio-orientali (lotta turca e iraniana) ed ispirandosi alla tradizione della lotta olimpica dell'antica Grecia. Venne quasi immediatamente inserita nelle moderne competizioni olimpiche, riallacciandosi alla tradizione antica. La lotta stile libero è praticata da atleti di sesso sia maschile sia femminile. Il combattimento, della durata di 3 round da 2 minuti l'uno, si svolge su un tappeto (chiamato materassina) delimitato da un cerchio rosso (detto zona) che limita l'area dove si svolge il combattimento. L'obiettivo del combattimento è di "schienare" l'avversario oppure aggiudicarsi due delle tre riprese. La schienata equivale al KO, ed i contendenti per ottenerla tentano di eseguire diverse mosse (es. proiezioni, atterramenti, sbilanciamenti, controlli) alle quali vengono attribuiti dei punteggi che variano da 1 a 5 secondo la difficoltà. In assenza dello schienamento, la vittoria viene assegnata ai punti.

Lotta greco-romana


La lotta greco-romana è una sport da combattimento, analogo alla lotta libera; è differente da quest'ultima in quanto non si possono eseguire tecniche di atterramento o ribaltamento che prevedano azioni sulle gambe. L'obiettivo principale nella lotta greco-romana consiste nel riuscire a portare l'avversario al tappeto, facendogli successivamente poggiare entrambe le spalle (schienamento). In questo caso l'incontro viene interrotto e viene assegnata la vittoria. Se invece l'incontro si protrae per tutta la sua durata, che è di circa 5 o 6 minuti, vince chi ha conquistato più punti. Anch'essa gode dello status olimpico.

Judo


Il judo nasce come arte marziale e pratica educativa-formativa alla fine del XIX secolo in Giappone dalla sistematizzazione delle precedenti scuole di ju jitsu; i praticanti di tale disciplina vengono denominati judoka (柔道家 jūdōka) o judoisti. La disciplina ha sempre avuto una forma di confronto agonistico che ha dato luogo nel tempo ad un vero e proprio ambito sportivo che è stato riconosciuto dal comitato olimpico negli anni '60. L'obiettivo di un incontro di judo è proiettare l'avversario a terra sulla sua schiena o di immobilizzarlo a terra, preferibilmente sulla schiena o forzarlo ad arrendersi per un soffocamento, uno strangolamento o una leva articolare al braccio (sono vietate alle spalle, alla nuca o alle gambe). Ognuno di questi requisiti permette la realizzazione del punto atto a vincere immediatamente l'incontro chiamato ippon. Gli altri due punteggi sono il Waza-ari e lo Yuko.

Luta livre

La luta livre è una disciplina brasiliana (da non confondere con la lotta libera che viene invece chiamata luta estilo livre), creata nella prima metà del XX secolo a Rio de Janeiro, specializzata nella lotta al suolo senza keikogi e nel combattimento libero. Il termine luta livre è stato impiegato anche in riferimento al free fight. Si divide in Luta Livre Esportiva (o Submission) che è uno stile focalizzato esclusivamente sulle prese, concentrandosi in particolar modo nella lotta a terra con sottomissioni, e in Luta Livre Vale Tudo che rappresenta un'estensione della specialità esportiva e diventa a tutti gli effetti una forma di combattimento libero e completo, a cui vengono aggiunte le percussioni, come pugni, calci, gomitate e ginocchiate (l'introduzione dei colpi permette, fra l'altro, di facilitare la sottomissione dell'avversario).

Sambo 

Sambo, acronimo di Samozaščita Bez Oružija ovvero "difesa personale senz'armi", è un sistema da combattimento di origine russa sviluppato a partire dagli anni venti come metodo di lotta destinato all'addestramento dei soldati dell'Armata Rossa. Da esso si sono emanate varie forme di specialità sportiva. Le tecniche del sambo si suddividono fondamentalmente in tre tipi di attacco: alla parte superiore del corpo, alla parte inferiore del corpo, lotta al suolo. Nella competizione sportiva per ciò che riguarda la lotta a terra sono proibite le tecniche di lussazione degli arti e gli strangolamenti, a differenza di quanto avviene nel judo. Ciò è dovuto al fatto che le prese possono includere tecniche di lotta libera e lotta greco-romana, la cui stretta potrebbe essere altamente lesiva. In certi formati i due contendenti sono autorizzati a usare pugni e calci, assieme a colpi di ginocchio e gomito, oltre alle normali prese di strangolamento e sottomissione.


Brazilian Jiu Jitsu

Il Brazilian Jiu Jitsu' o BJJ è una competizione analoga al judo ma con un regolamento differente che prevede la vittoria per sottomissione o ai punti, non per schienata o immobilizzazione. Per questo un incontro di jiujitsu brasiliano si svolge gran parte del tempo al suolo a differenza del cugino judo. Si indossa un keikogi simile a quello del judo, ma più leggero nella parte superiore e più robusto in quella inferiore, proprio perché si passa più tempo facendo lotta a terra. La disciplina si è diffusa in tutto il mondo dopo aver ottenuto successo negli incontri di arti marziali miste.



Submission Grappling

Il Submission Grappling è una disciplina lottatoria che prevede una fase di lotta in piedi analoga a quella della lotta libera ma che termina non con una schienata o un'immobilizzazione ma con la sottomissione di uno dei due contendenti tramite leve o strangolamenti. Se non avviene sottomissione, si vince ai punti. I contendenti indossano semplicemente magliette anti-graffio e pantaloncini, le protezioni consistono nel paradenti ma non nel caschetto. La disciplina è riconosciuta dalla Federazione Internazionale delle Lotte Associate come stile lottatorio ufficiale e sta operando per portarla alle Olimpiadi accanto alla libera, alla greco-romana e al judo.


Ssirûm

La lotta coreana o Ssirûm è uno sport da combattimento coreano, che ha origini antiche, praticata in occasione di festeggiamenti tipici locali, e si svolgeva fra i giovani più robusti dei villaggi, l'ultimo a restare in piedi era proclamato vincitore e coronato col titolo di changsa, uomo forte, ed era premiato con un bue. È un combattimento fra due lottatori all'interno di una buca di sabbia. I due atleti si prendono per il satpa, il pezzo di stoffa che cinge vita e coscie, e con l'uso della forza di braccia, gambe e dorso cercano di rovesciare l'avversario fino a farlo cadere. Tecnica chiamata "capovolgimento" dove l'atleta non usa la propria forza, ma quella dell'avversario contro di lui. Gli incontri possono sembrare lenti ad una visione superficiale, in realtà sono molto dinamici e attraggono un grande numero di spettatori, grazie alla sorprendente rapidità con cui viene capovolto l'avversario ed ottenuta così la vittoria.


Sumo

Il sumo è una forma di lotta corpo a corpo, nella quale due lottatori si affrontano con lo scopo di atterrare o estromettere l'avversario dalla zona di combattimento detta dohyo. Il sumo è lo sport nazionale del Giappone. Per tradizione, prima di ogni incontro, i rikishi raccolgono da un apposito contenitore una manciata di sale e la lanciano sul dohyo. Tale gesto è propiziatorio e ben augurante finalizzato a proteggere i rikishi da sfortunati scontri, ferite, infortuni e cadute.


Discipline ibride

Arti marziali miste

Le arti marziali miste, conosciute anche come Mixed martial arts o MMA, sono lo sport da combattimento più completo come numero di tecniche che esiste attualmente. Questo sport comprende una grande gamma di tecniche come pugni, calci, ginocchiate, gomitate, proiezioni, lotta a terra, leve articolari, strangolamenti. Le arti marziali miste possono essere praticate come sport di contatto regolamentato o in tornei con regole minime nei quali gli atleti vincono essenzialmente mandando l'avversario KO o sottomettendolo. Si tratta nello spirito dell'ultima erede dell'antico pancrazio. Lo sport si è sviluppato con tale nome solamente a partire dalla metà degli anni novanta ed in precedenza era noto anche con i nomi Free fight o No holds barred.

Pancrazio

Il pancrazio è uno sport di origine greca, un misto di lotta e pugilato. Il termine significa "intera forza (del corpo)". Lo scopo era vincere l'avversario utilizzando tutte le proprie forze, a mani nude, ed i contendenti avevano la possibilità di usare tutte le tecniche possibili: sgambetti, proiezioni, leve articolari, pugni, calci, ginocchiate, gomitate, unghiate, tecniche di rottura delle dita, morsi, possibilità di strozzare l'avversario. Il pancrazio è diventata una delle più complete discipline da combattimento, poiché comprende tecniche diverse tra loro, ed allena quindi ad un uso generale del proprio corpo. Al giorno d'oggi la Federazione Internazionale delle Lotte Associate ha riconosciuto una forma di competizione chiamata pancrazio amatoriale dal regolamento simile a quello delle arti marziali miste.

Shoot Fighting

Con i termini Shootfighting si intende uno sport da combattimento simile alle arti marziali miste, quindi combinante sia percussioni che lotta, rispetto ad esse però non è ammesso colpire l’avversario a terra ed è proibito colpire mentre si è al suolo. In questa situazione si potranno usare solo tecniche lottatorie. Si considerano al suolo atleti che poggiano anche solo con la mano o con il ginocchio sul tappeto. Solo le classi avanzate inoltre utilizzano guantini a mano aperta, mentre per le categorie inferiori si utilizzano i normali guantoni pugilistici. Per questo motivo la disciplina assomiglia ad un iniziale incontro di Muay thai, Kickboxing o anche Sanda visto che si può proiettare l'avversario e tentare di immobilizzarlo per 5 secondi oppure di sottometterlo, passando così ad una fase di Submission grappling.


Shoot Boxing

Lo Shoot boxing, Shoot boxe o Standing Valetudo è uno sport da combattimento prevalentemente di striking e quindi simile al Kickboxing ma che integra anche tecniche di proiezione a terra e di sottomissione in posizione eretta; può essere paragonato alle MMA ma privo della parte di combattimento a terra.