martedì 13 gennaio 2015

Come Scegliere un'Arma da Fuoco per la Difesa Personale





Scegliere l'arma per l'autodifesa è una decisione cruciale. In generale, ci sono due tipi di armi da fuoco: le pistole e i fucili. Le pistole sono progettare per l'utilizzo con una sola mano e per avere la massima maneggevolezza e trasportabilità, ma non hanno solitamente la stessa potenza delle armi a canna lunga, che spaziano dai fucili da caccia a quelli di precisione fino ad arrivare ai mitragliatori. Continua a leggere per decidere quale tipo di arma soddisfa le tue esigenze!


Sebbene peso, dimensioni e design rendano una pistola la scelta più comune per l'autodifesa (vengono trasportate con il minimo sforzo e la massima discrezione), è necessario usare cartucce più deboli perché possano sparare molti colpi in successione con relativa facilità.


Il fatto che siano facili da nascondere le rende le armi più usate nei conflitti a fuoco. Fondamentalmente, se ti aspetti di avere problemi ti porti dietro qualcosa che sia facile da maneggiare.


L'affidabilità è la prima cosa da cercare quando si tratta di scegliere un'arma per l'autodifesa.






Scegliere un Calibro

La scelta del calibro di una pistola è uno degli argomenti più "stimolanti" tra gli appassionati di armi da fuoco. Mentre il potere d'arresto di una pistola è relativamente basso rispetto a quello di un qualsiasi fucile, è tuttavia necessario valutare attentamente le opzioni disponibili in maniera da poter trarre il massimo vantaggio dalla scelta.
  • Un calibro più piccolo, come .380, 9mm, ecc., garantisce generalmente una maggiore velocità del proiettile e un rinculo ridotto, cosa che permette di sparare più colpi in rapida successione; inoltre, permette di avere caricatori più capienti (o pistole più piccole).


    • I grossi calibri, come il venerabile .45, usano proiettili più lenti ma di maggior diametro, che avranno quindi una superficie di impatto maggiore sul bersaglio, aumentando così le probabilità di colpire degli organi vitali. Il maggior peso dei proiettili e la grande energia generata al momento dello sparo, aumentano il rinculo, aumentando quindi la cadenza degli spari in rapida successioni; e infine, il maggiore diametro dei proiettili significa anche avere caricatori meno capienti.


I fattori più importanti da considerare per determinare la scelta, sono la tua precisione e la tua confidenza con un'arma di quel determinato calibro. Molti esperti di difesa statunitensi considerano i .380 ACP (9 x 17 mm Browning Short) o le 9mm appena sufficienti, mentre la polizia europea considera adeguate anche le .32 ACP (7.65 x 17 mm Browning). Scegliere quello giusto richiede esperienza. Spara con calibri diversi e scegli quello più alto con cui riesci a sparare agevolmente con accuratezza, anche in rapida successione .


Non scartare completamente un calibro .22 se il tuo scopo è la difesa della tua abitazione. Una pistola semi-automatica calibro .22 o una carabina Ruger 10/22 con un caricatore capiente è facile da controllare quando si sparano più colpi rapidamente e può essere molto efficace a brevi distanze (molti di questi colpi vengono sparati sempre entro distanze di circa 7 metri), e le munizioni .22 sono piuttosto economiche. In più un calibro .22 non riesce a penetrare molti muri, riducendo quindi possibili danni alla proprietà e il rischio di colpire i vicini se manchi il bersaglio.


Quando fai la tua scelta, tieni bene a mente anche il costo delle munizioni! Devi poterti permettere abbastanza munizioni per esercitarti regolarmente.






Dimensioni della Pistola

Esistono pistole di forme e dimensioni diverse. Dalle pistole derringer, lunghe dai 5 ai 7 centimetri, a quelle che vengono scherzosamente chiamati "cannoni", che possono essere lunghe anche più di 30cm.


Per chi deve portare in giro una pistola in maniera discreta, un fusto più leggero in polimero è preferibile a una pesante pistola in metallo, in quanto, a volte, il peso può diventare fastidioso. Esistono comunque dei cinturoni più pesanti, adatti a mitigare leggermente questo problema. Le pistole più piccole sono invece più facili da nascondere sotto i vestiti.


Per la difesa della casa, o per pistole che possono essere lasciate in piena vista, ha senso cercare un fusto più lungo. La canna più lunga aumenterà la precisione dei colpi, aumentando la distanza tra il mirino anteriore e quello posteriore; il maggiore peso dell'arma attutirà il rinculo, aumentando quindi la velocità nello sparare più colpi in rapida successione.


Scegliere un fusto medio può significare una maggiore versatilità dell'arma; il giusto compromesso tra peso e dimensioni ti permetterà di adattare la pistola in base alle situazioni più disparate.








Pistole Semi-Automatiche

Le pistole semi-automatiche sono più moderne rispetto ai revolver (sebbene John Browning avesse già inventato il concetto di un carrello scorrevole intorno al 1900). Molte forze dell'ordine in giro per il modo si affidano all'uso di questo tipo di arma.


Una pistola solitamente tiene le munizioni in una cartuccia metallica caricata a molla chiamata caricatore. La pistola si prepara a sparare il colpo successivo grazie all'azione del carrello, un pezzo di metallo che ricopre la canna. La forza dei gas che spinge il proiettile dalla canna quando viene sparato, spinge all'indietro il carrello, causando il suo rientro e la conseguente espulsione del bossolo; a questo punto, una molla spinge nuovamente il carrello in avanti, permettendogli di prendere con un'apposito meccanismo il retro del proiettile successivo nel caricatore, spingendolo nella canna.


Le prime pistole non erano per nulla affidabili. Negli ultimi 50 anni, tuttavia, l'affidabilità delle pistole semiautomatiche è aumentata considerevolmente rispetto a quella dei revolver.


Per certi versi, una pistola di marca, più costosa, può essere molto più affidabile rispetto a una molto economica. Anche se non devi necessariamente spendere migliaia di euro, aspettati di pagarne almeno 300/400 per una pistola semi-automatica di qualità ragionevole, nuova.


Il prezzo però non è l'unica cosa a cui prestare attenzione; la pistola migliore è quella che ti porti dietro - nel senso che meglio averne una scarsa che non averne alcuna (supponendo che sia affidabile).


Le pistole semi-automatiche hanno numerosi vantaggi rispetto ai revolver:
    • Sono provviste di un caricatore, che significa che dopo aver esploso da 5 ai 33 colpi (in base al modello della pistola, alla capienza del caricatore e alle leggi locali), puoi cambiarlo rapidamente e tornare all'azione — nota che questo discorso vale solamente se hai a disposizione altri caricatori precedentemente caricati di munizioni. Ricaricare un caricatore sotto pressione può richiedere molto tempo, o essere quasi impossibile a causa delle ridotte capacità motorie causate dall'adrenalina in circolo).


    • La forza richiesta a spostare il carrello le rende preferibili in caso tu debba sparare colpi in rapida successione, visto che l'azione del carrello smorza lievemente l'effetto del rinculo. Ciò permette spari in successione più rapidi e accurati. Il movimento all'indietro del carrello atto ad espellere il bossolo, riduce il rinculo totale dello sparo riducendo l'energia generata per spingere il proiettile lungo la canna.


Ci sono comunque anche degli svantaggi:
    • Le pistole sono più difficili da maneggiare in sicurezza. Pulire la pistola (cioè rimuovere le munizioni per renderla "sicura") richiede più passaggi e una maggiore attenzione rispetto ai revolver.


    • La meccanica di una pistola è più complessa di quella di un revolver, ci sono quindi più probabilità che uno o più componenti si inceppi. Come puoi immaginare, un problema meccanico in una situazione in cui sei in pericolo di vita può essere piuttosto problematico. Nel caso in cui la pistola non riesca a caricare un proiettile nella canna, la pistola diventa inutilizzabile finché il guasto meccanico non viene riparato, mentre con un revolver basta premere di nuovo il grilletto per passare subito al proiettile successivo. Questo inconveniente richiede un addestramento specifico ed esercizi mirati, per fare in modo che i passi necessari a risolvere un inceppamento ti vengano istintivi in caso di situazioni di pericolo.


    • Dato il maggior numero di componenti, le pistole vengono quindi prodotte, in linea di massima, soltanto per calibri inferiori rispetto a quelli dei revolver.


I Revolver

I revolver sono sempre stati popolari tra le armi da fuoco sin dal giorno della loro invenzione. Le loro meccaniche molto semplici li rendono facili da costruire, e il loro design minimale esiste da secoli.


I revolver ti permettono di sparare da 4 a 8 colpi in successione senza ricaricare. Le munizioni sono alloggiate in un cilindro metallico chiamato tamburo che ruota quando il martello viene tirato all'indietro, o quando si preme il grilletto (a seconda del tipo di revolver). Se un proiettile resta inesploso, tirare di nuovo il martello o premere di nuovo il grilletto farà ruotare il tamburo passando così al colpo successivo.


I vantaggi dei revolver:
    • L'affidabilità è certamente il primo punto di forza. Per un normale tiratore è quasi impossibile non riuscire a sparare con un revolver quando preme il grilletto. Il design è molto semplice, così come è semplice la sua modalità di utilizzo: prendi il revolver carico, togli la sicura (se c'è), premi il grilletto e sparerà.


    • La semplicità permette anche a un neofita di liberare velocemente il revolver dai proiettili. Basta togliere le munizioni dal tamburo per scaricarlo velocemente.


    • I revolver in generale reggono calibri maggiori delle loro controparti semi-automatiche. I revolver da .357 e .44 Magnum sono estremamente popolari e sprigionano una grande quantità di energia quando sparano.


Gli svantaggi dei revolver includono:
    • Ricaricare un revolver richiede tempo. Anche le persone più veloci ed esperte non ricaricano un revolver in tempi così stretti da essere comparabili a quelli necessari per sostituire il caricatore di una pistola.


    • I tamburi non contengono lo stesso numero di colpi del caricatore di una pistola; significa che nel caso di una sparatoria prolungata sarà necessario ricaricare più volte. Tieni però presente che la maggior parte dei conflitti a fuoco nati per autodifesa non richiedono una grande cadenza di fuoco; 4 o 5 colpi sono generalmente sufficienti.


    • Il fatto che possano essere più "affidabili" non significa che siano più robuste. I meccanismi per i revolver DA richiedono una precisione severa. Come fatto notare da tiratori rinomati come Massad Ayoob, le pistole automatiche si comportano meglio in caso di sabbia o sporcizia.








Conclusioni sulle Pistole

Le pistole richiedono abilità ed esperienza per essere utilizzate. Se non hai intenzione di perdere tempo per imparare ciò che serve a maneggiarle, non rischiare di mettere gli altri in pericolo trasportandone una. Il tiro libero è considerato uno sport proprio perché richiede abilità e allenamento.


Per i neofiti, un revolver è forse la scelta migliore per la loro maggiore semplicità. Tipicamente, i 5-6 colpi sono sufficienti a non doverlo ricaricare nella maggior parte dei casi in cui sarai costretto ad usarlo.


Per i tiratori più esperti, o per chi ha intenzione di seguire un corso, una pistola semi-automatica potrebbe avere più senso per la capacità maggiore del caricatore e la facilità con cui è possibile sparare colpi in rapida successione. Maneggiare l'arma richiede una maggiore esperienza, ma i pro superano i contro, e ciò è dimostrato dal fatto che anche la maggior parte delle forze dell'ordine utilizza armi semi-automatiche.


Ogni persona è differente. Un'arma da fuoco che calza perfettamente nella mano di uno, potrebbe non essere così adatta a quella di un altro. Molti possessori di armi da fuoco saranno ben felici di far provare un paio di colpi a un novizio. Fai le tue ricerche e prova a sparare con armi diverse prima di investire i tuoi soldi.


Se vai a caccia, potresti avere bisogno di calibri più grossi, visto che molti animali pericolosi hanno pelle e muscoli talmente spessi da rendere necessaria dell'energia extra per penetrarli e raggiungere gli organi vitali. Molti proiettili meno potenti potrebbero non riuscire ad arrivare abbastanza in profondità da creare danni seri.








Armi a Canna lunga

Come si suol dire, "Tieni sempre una pistola per gli imprevisti, ma se sai che ci sarà una sparatoria, prendi sempre l'arma più grande!". Le pistole non hanno molta potenza. Una .44 Magnum di ultima generazione produce circa 1,000ft/lb di energia, un calibro da caccia tradizionale, il .223, produce circa il 50% di energia in più, e i fucili top di gamma vanno oltre i 10,000 ft/lb!


I vantaggi principali nell'utilizzo di fucili sono la potenza e la precisione. Con un po' di pratica, un tiratore decente può colpire un bersaglio delle dimensioni di un uomo a più di 300 metri di distanza con il fucile adatto, grazie a proiettili più potenti, una canna più lunga e una distanza maggiore tra mirino anteriore e posteriore.








Fucili

I fucili possono avere la canna liscia o rigata. Vengono usati per sparare grosse cartucce che possono contenere una gran quantità di piombini o un unico grande proiettile.


I vantaggi di un fucile:
    • Il più grande vantaggio di un fucile è la capacità di sparare cartucce di piombini. La dispersione dei piombini quando vengono sparati permette di colpire un'area maggiore a ogni colpo, riducendo la necessità di mirare con precisione e, a seconda del tipo di munizioni e della distanza, ciò può causare più danni rispetto a un proiettile singolo.
    • Alcuni fucili possono sparare cartucce a piombini e proiettili classici. Questo permette di usarli come carabine per tiri di precisione o di sparare piombini a seconda della situazione.
    • I fucili, come molte armi a canna lunga, sono personalizzabili e molto versatili. Molti fucili moderni possono essere modificati con canne di diversa lunghezza, mirini e molti altri accessori per adattarli alle proprie esigenze.
    • L'uso di sezioni di strozzatura (a forma di imbuto che va a restringersi alla fine della canna) permette di controllare quanto i piombini si disperderanno alla fine della canna. Alcuni fucili presentano una filettatura alla fine della canna (o altri metodi particolari) in modo che sia possibile cambiare il tipo di strozzatura in base alle necessità. Per scopi difensivi, una strozzatura cilindrica (o nessuna strozzatura) e a volte le strozzature a cilindro migliorato (IC), sono quelle più comuni. Queste permettono ai piombini di spargersi rapidamente e incrementano le chance di colpire il bersaglio. Tuttavia, a distanze elevate (più di circa 20 metri), i piombini si disperderebbero troppo e non garantiscono di andare a segno.
    • Un altro vantaggio dello sparare piombini è la scarsa penetrazione che essi hanno nelle mura di casa. Per scopi difensivi, colpi meno potenti sono meno letali nel caso in cui riescano ad attraversare un muro, e ciò rende più sicuri gli altri abitanti della casa, o i vicini. Tipicamente, la penetrazione è proporzionale alla dimensione dei piombini (per esempio, piombini molto spessi sono in grado di penetrare un muro). Anche se la "migliore" dimensione è da sempre un tema di dibattito, i piombini da uccelli e da tiro al volo sono molto efficaci dalle brevi distanze.
    • Le canne dei fucili da caccia variano in lunghezza dai 47 cm dei fucili "domestici" ai 60 cm dei fucili effettivamente utilizzati per cacciare. In più, molti fucili da caccia permettono di cambiare rapidamente la canna. In questo modo, puoi montare una canna corta per difendere la casa, e una lunga per la caccia. Non dimenticare però di esercitarti a sparare anche con la canna corta.


Esistono anche alcuni svantaggi:
    • Anche se un fucile che spara piombini colpisce una superficie maggiore rispetto a un proiettile classico, ciò non ti rende esente dal mirare. A distanze "domestiche" la superficie di impatto dei piombini, anche senza strozzatura, è a malapena delle dimensioni di una pallina.
    • A meno che tu non stia usando munizioni normali, i fucili sono inutili sulle lunghe distanze. Tra l'espansione dei piombini e il loro peso ridotto, la potenza dell'arma cala drasticamente con l'aumentare della distanza. Detto questo, in caso di autodifesa, ti troverai a sparare a una distanza adatta a quelle di un fucile a piombini.
    • Fucili con proiettili pesanti, come lo 00 buck, hanno un gran rinculo, rendendoli difficili da controllare senza esperienza.










Carabine/Fucili d'Assalto

Questo tipo di fucili sono progettati per sparare un singolo proiettile, spesso più piccolo di quelli utilizzati nelle pistole, a una velocità molto più alta.


I fucili hanno dei cugini di dimensioni inferiori chiamati "carabine". Le carabine sono solitamente più leggere e con una canna più corta rispetto ai fucili normali. Spesso sparano lo stesso tipo di proiettili, anche se, a causa delle dimensioni ridotte, sono spesso costruite solo per calibri meno potenti.


I vantaggi di un fucile classico:
    • A differenza dei proiettili delle pistole, che creano ferite delimitate e profonde, la maggiore velocità dei proiettili dei fucili crea un'onda d'urto che può danneggiare ampie aree di tessuto, aumentando le tue chance di fermare l'intruso con un singolo colpo ben piazzato.
    • I proiettili per fucili sono molto più potenti di quelli per le pistole. La maggior potenza si traduce in una maggior distanza dei colpi.
    • I fucili richiedono comunque una buona precisione, ma non quanta ne richiedono le pistole, e il loro potere d'arresto è comunque molto migliore.


Gli svantaggi dei fucili:
    • La loro maneggevolezza è ridotta a causa della loro lunghezza. In caso di utilizzo in casa, potresti dover tenere il calcio del fucile sotto la spalla, riducendo la tua precisione. Muoverti attraverso le porte e negli angoli con un fucile in mano, permetterebbe a un eventuale intruso di notare la canna del fucile prima ancora di vedere te, avvisandolo della tua presenza.
    • I fucili penetrano maggiormente le cose. I tuoi proiettili potrebbero attraversare il bersaglio e continuare la loro corsa, rischiando di ferire qualcuno. Ciò può essere limitato utilizzando le giuste munizioni, ma deve sempre essere tenuto presente quando spari.
    • Le munizioni per i fucili costano molto di più rispetto a quelle per le pistole. Ciò vuol dire che esercitarti ti costerà di più, riducendo le ore di allenamento che potrai permetterti.
    • Le maggiori dimensioni dei fucili rispetto alle pistole causano anche una maggior lentezza nel mirare a causa del loro peso. Rispetto a una pistola, tirare fuori un fucile e mirare richiede più tempo, e perdere tempo in una situazione che richiede l'utilizzo di un fucile può essere letale.








Conclusioni sui Fucili

Trasportare un fucile è più complicato, a causa delle sue dimensioni e del suo peso, ma la maggiore velocità ed energia dei proiettili garantiscono risultati migliori rispetto a una pistola.


Detto questo, per scopi di autodifesa della casa, i fucili da caccia sono i più indicati grazie alla loro efficacia dalle brevi distanze e la scarsa penetrazione dei colpi. Il rumore dello sparo di un fucile da caccia è anche un messaggio universale che grida: "Avete scelto la casa sbagliata! Andate via!"








Consigli

  • Anche se un grosso calibro aumenta le probabilità di riuscire a fermare qualcuno, se non spari bene e non riesci a colpire l'assalitore, nemmeno la pistola più potente del mondo riuscirà a salvarti. Scegli una pistola ed un calibro in base alla tua abilità nello sparare.
  • Se chiedi a persone diverse quale arma comprare, ti sentirai proporre 1000 modelli diversi. La cosa migliore da fare è trovarne una con cui ti trovi bene, allenarti spesso e divertirti a sparare.
  • L'arma migliore da possedere quando ne hai bisogno, è quella che hai con te.
  • Non c'è niente di più inutile di un'arma scarica. Usa la sicura quando necessario, ma tieni la tua arma sempre pronta a fare fuoco. L'intruso che ha appena buttato giù la tua porta di casa non si fermerà a prendere un tè mentre tu cerchi la tua scatola di munizioni e le carichi nell'arma!
  • Esercitati a utilizzare la tua arma. In caso di emergenza, non avrai tempo di tirare fuori il manuale per vedere come funziona! Conoscere istintivamente come caricare, usare ed affrontare eventuali inceppamenti può salvarti la vita.
    • Esercitati ad affrontare degli scontri a fuoco. Non mirare lentamente per poi poi fermarti a vedere dov'è finito il colpo dopo averlo sparato. Esercitati a mirare velocemente il bersaglio e a piazzare uno o due colpi in rapida successione. Fatti aiutare da un amico fidato che ti dica in maniera casuale quando iniziare a sparare e quando fermarti, in modo da simulare situazioni reali. Esercitati ad affrontare gli inceppamenti o a ricaricare al volo. Fai tutto questo tenendo bene a mente la sicurezza!
  • Spara prima di comprare! Esercitandoti a sparare, capirai presto cosa non ti piace e cosa ti piace di una determinata arma, e potrai prendere un decisione più ponderata. Vedrai anche diversi modelli di armi da fuoco, e in questo modo ti farai un'idea migliore di cosa potrai trovare.
    • Trova degli amici che sparano e chiedigli se puoi esercitarti con le loro armi. Assicurati di farti spiegare bene le norme di sicurezza e come sparare correttamente con ciascuna arma.
    • Chiama i poligoni di tiro della tua zona per chiedere se noleggiano armi da fuoco.
    • Chiedi agli stessi poligoni se fanno corsi per principianti. Alcuni corsi ti permetteranno di provare diversi tipi di armi e ti insegneranno le procedure di sicurezza.
  • Se nel tuo paese non fosse necessario avere un porto d'armi per tenere armi da fuoco in casa, segui lo stesso un corso, ti renderà di sicuro un possessore di armi più informato.
  • Ecco alcune marche di fucili: Remington, Winchester, Savage, CZ, Browning, Ruger, Sako, Weatherby e molte altre.
  • Ecco alcune marche di fucili da caccia: Remington (molto diffusa), Benelli (top di gamma, con grandiosi caricatori automatici), Browning, Mossberg (economici, e di qualità accettabile per l'autodifesa), Winchester. I fucili a pompa sono tra le armi da fuoco più economiche che potrete acquistare, ma i fucili da caccia automatici possono invece essere molto costosi.
  • Ecco alcune marche di pistole: Glock (molto popolari ed affidabili), 1911 (tradizionali e molto potenti), Heckler and Koch (AKA H&K; molto affidabili e ben costruite), Smith and Wesson (famosi per i revolver, ma producono anche semi-automatiche), Ruger (revolver di qualità e molto popolari), SIG Sauer (comode, precise e ben costruite), Beretta (semi-automatiche famose, attualmente in dotazione all'esercito degli Stati uniti), Khar (molto leggere e compatte, ma un po' costose), ce ne sono molte altre, guardatevi attorno!








Avvertenze

  • La sicurezza viene prima di tutto! Le armi da fuoco possono essere molto pericolose. Assumi sempre che tutte le armi che incontrate siano cariche. Usa le armi da fuoco solo se sei sicuro delle tue conoscenze o se sei supervisionato da un tiratore esperto.
  • Considera le caratteristiche della tua abitazione quando scegli un'arma ed il suo calibro. I grossi calibri, come il .357 Magnum, hanno una penetrazione considerevole, non sono quindi l'ideale se vivi a contatto con altre abitazioni, come in un appartamento.
  • Prima di sparare, pensa a cosa potrebbe esserci dietro al tuo bersaglio. Ci sono delle persone innocenti o dei membri della tua famiglia che potrebbero restare feriti se manchi il bersaglio o lo trapassi?
  • Studia a fondo le norme di sicurezza prima di andare al poligono, e assicurati di rispettarle in ogni momento. I gestori non saranno molto gentili nel ricordarti le cose, anche se si trattasse solo della norma apparentemente meno significante.
  • Identifica il bersaglio prima di sparare. Se non sai chi è o che cos'è, scoprilo PRIMA di sparare!
  • Metti sempre al sicuro le armi che non sono sotto il tuo diretto controllo. Assicurati che un ladro (o un bambino) non abbiano accesso alle tue armi da fuoco chiudendole in cassaforte.
  • Esercitati soltanto al poligono di tiro e rispetta tutte le norme di sicurezza, o in una zona private senza però utilizzare le munizioni, o usando proiettili a salve.
  • Le armi da fuoco dovrebbero essere usate soltanto in posti sicuri e dove è legale farlo. Informati sulle leggi locali sul trasporto delle armi da fuoco e sul loro utilizzo.
  • Studia le leggi locali sull'autodifesa. Ogni nazione ha differenti capi di accusa per un cittadino che colpisce a morte un uomo che si è intrufolato nella sua abitazione.






lunedì 12 gennaio 2015

Jūjutsu

Risultato immagini per Jūjutsu



Il jujitsu (柔術, jūjutsu) è un'arte marziale giapponese il cui nome deriva da (o "jiu" secondo una traslitterazione più antica) ("flessibile", "cedevole", "morbido") e jutsu ("arte", "tecnica", "pratica"). Veniva talvolta chiamato anche taijutsu (arti del corpo) oppure yawara (Kun'yomi di ). Il jūjutsu era praticato dai bushi (guerrieri), che se ne servivano per giungere all'annientamento fisico dei propri avversari, provocandone anche la morte, a mani nude o con armi.
Il jūjutsu è un'arte di difesa personale che basa i suoi principi sulle radici del nome originale giapponese: Hey yo shin kore do, ovvero "Il morbido vince il duro". In molte arti marziali, oltre all'equilibrio del corpo, conta molto anche la forza di cui si dispone. Nel jujitsu, invece, la forza della quale si necessita proviene proprio dall'avversario. Più si cerca di colpire forte, maggiore sarà la forza che si ritorcerà contro. Il principio, quindi, sta nell'applicare una determinata tecnica proprio nell'ultimo istante dell'attacco subito, con morbidezza e cedevolezza, in modo che l'avversario non si accorga di una difesa e trovi, davanti a sé, il vuoto.




Storia

Il jujitsu è un'antica forma di combattimento di origine giapponese di cui si hanno notizie certe solamente a partire dal XVI secolo quando la scuola Takenouchi (竹内流) produsse una codificazione dei propri metodi di combattimento. Ma certo l'origine del jujutsu è molto più antica e la definizione, durante tutto il periodo feudale fino all'editto imperiale del 1876 che proibì il porto delle spade decretando così la scomparsa dei samurai, si attribuiva alle forme di combattimento a mani nude o con armi (armi tradizionali, cioè spada, lancia, bastone, etc.) contro un avversario armato o meno, praticate in una moltitudine di scuole dette Ryū, ognuna con la propria specialità. Bastone, Sai e Nunchaku diventano armi, ma nascendo da semplici attrezzi da lavoro. Il bastone infatti serviva a caricare i secchi, i Sai servivano per la brace, mentre il Nunchaku era un semplice strumento usato per battere il riso. Le armi erano inaccessibili ai civili, e quest'ultimi adattarono nell'uso i pochi strumenti che avevano a disposizione, usandoli appunto per difendersi.
Si distinguevano perciò le scuole dedite all'uso della katana, la spada tradizionale giapponese, quelle maggiormente orientate alla lotta corpo a corpo, fino alle scuole di nuoto con l'armatura, tiro con l'arco ed equitazione. Quest'ultime costituivano la base dell'addestramento del samurai, espressa dal motto Kyuba No Michi, la via (michi) dell'arco (kyu) e del cavallo (ba), che più tardi muterà nome in bushidō. Una caratteristica che accomunava tutte queste scuole era l'assoluta segretezza dei propri metodi e la continua rivalità reciproca, poiché ognuna professava la propria superiorità nei confronti delle altre.
In un paese come il Giappone, la cui storia fu un susseguirsi di continue guerre tra feudatari, il ruolo del guerriero rivestì una particolare importanza nella cultura popolare, e con esso il jūjutsu. La difesa del territorio, la disputa di una contesa, la protezione offerta dal più forte al più debole sono solo alcuni dei fattori che ne hanno permesso lo sviluppo tecnico, dettato dalla necessità di sopravvivenza.
Con l'instaurarsi dello shogunato Tokugawa (1603-1867), il Giappone conobbe un periodo di relativa pace: fu questo il momento di massimo sviluppo del jūjutsu, poiché, privi della necessità di combattere e quindi di mantenere la segretezza, fu possibile per i vari Ryū organizzarsi e classificare i propri metodi. Anche la gente comune comincia a interessarsi e a praticare il jūjutsu poiché la pratica portava un arricchimento interiore dell'individuo, data la relazione intercorrente con i riti di meditazione propri del buddismo zen. Ma la cultura guerriera era talmente radicata nella vita dei Giapponesi da spingere i samurai a combattere anche quando non ve n'era l'effettiva necessità. Ciò portava a volte all'organizzazione di vere e proprie sfide chiamate Dōjō Arashi (tempesta sul dōjō), in cui i migliori guerrieri si confrontavano in modo spesso cruento.
La caduta dell'ultimo shōgun e il conseguente restauro del potere imperiale causarono grandi sconvolgimenti nella vita del popolo: i giapponesi, che fino a quel momento avevano vissuto in completo isolamento dal resto del mondo, ora si volgevano avidamente verso la cultura occidentale che li stava "invadendo". Ciò provocò un rigetto da parte del popolo per tutto ciò che apparteneva al passato ivi compreso il jūjutsu. La diffusione delle armi da fuoco fece il resto: il declino del jūjutsu era in atto.
Il nuovo corso vide la scomparsa della classe sociale dei samurai, che avevano dominato il Giappone per quasi mille anni e il jujitsu, in quanto nobile arte, scomparve insieme ad essi; i numerosi dōjō allora esistenti furono in gran parte costretti a chiudere per mancanza di allievi, mentre i pochi rimasti erano frequentati da gente dedita a combattere per denaro, persone rozze e spesso coinvolte in crimini. Questo aspetto in particolare influenzò negativamente il giudizio del popolo nei confronti del jūjutsu poiché vedeva in esso uno strumento di sopraffazione e violenza.
Durante il periodo storico chiamato Restaurazione Meiji, si affermò grandemente in giappone il nuovo jujutsu ideato da Jigoro Kano con il nome di Jūdō kodokan, che si proponeva come metodo educativo, insegnato nelle scuole come educazione fisica ed inserito nei programmi di addestramento della polizia giapponese. Si deve infatti ricordare come durante l'era Meiji, il Giappone formò forze armate statali al servizio dell'Imperatore basate sul modello occidentale, ma con caratteristiche autoctone. Nel secondo dopoguerra però, a causa della totale proibizione delle arti marziali tradizionali sancita dal generale MacArthur prima, e poi dell'evoluzione sportiva subita dal Jūdō quando poté essere di nuovo praticato (a partire dal 1950), si riaffermò il Jujutsu come tecnica di difesa personale, accanto all'Aikido di Morihei Ueshiba.
Il jūjutsu si diffuse nel resto del mondo grazie a quanti, viaggiando per il Giappone (principalmente commercianti e militari) a partire dall'era Meiji, lo appresero reimportandolo nel paese d'origine.
Oggi è praticato in numerosi paesi del mondo, con organizzazioni anche di carattere internazionale. In Italia la FIJLKAM Federazione Italiana Judo Lotta Karate Arti Marziali, possiede al suo interno un settore dedicato, sebbene esistano organizzazioni di carattere privato o promozionale (AICS, ACSI, UISP, AIJJ, ecc.) in cui il jūjutsu è ben sviluppato. Particolare rilievo assume l'Associazione Italiana Ju-Jitsu e Discipline Affini (AIJJ & DA), in quanto unica federazione sportiva italiana di Ju-Jitsu, internazionalmente riconosciuta dalla federazione sportiva JJIF (Ju-Jitsu International Federation), a sua volta riconosciuta dal GAISF (General Association of International Sports Federations) e dal IWGA (International World Games Association).
Nel mondo esistono molte Scuole e Federazioni che praticano Ju Jitsu; proprio per questo il governo giapponese ha da tempo istituito un Ente, il Dai Nippon Butokukai (Sala delle virtù marziali del grande Giappone), con la funzione di salvaguardare le arti marziali Tradizionali Giapponesi dal "possibile attacco sferrato dalla modernità e dall'avidità umana". Questo Ente certifica l'effettivo collegamento tra il passato e il presente di una Scuola tradizionale, conservandone documenti e quant'altro risulti utile a certificarne l'autenticità.

La leggenda del salice

Esisteva un tempo, molti secoli fa, un medico di nome Shirobei Akiyama. Egli aveva studiato le tecniche di combattimento del suo tempo, comprese altre tecniche che imparò durante i suoi viaggi in Cina compiuti per studiare la medicina tradizionale e i metodi di rianimazione, senza però ottenere il risultato sperato. Contrariato dal suo insuccesso, per cento giorni si ritirò in meditazione nel tempio di Daifazu a pregare il dio Tayunin affinché potesse migliorare.
Accadde che un giorno, durante un'abbondante nevicata, osservò che il peso della neve aveva spezzato i rami degli alberi più robusti che erano così rimasti spogli. Lo sguardo gli si posò allora su un albero che era rimasto intatto: era un salice, dai rami flessibili. Ogni volta che la neve minacciava di spezzarli, questi si flettevano lasciandola cadere per poi riprendere la primitiva posizione.
Questo fatto impressionò molto il bravo medico, che intuendo l'importanza del principio della non resistenza lo applicò alle tecniche che stava studiando dando così origine ad una delle scuole più antiche di JuJutsu tradizionale, la Scuola Hontai Yoshin Ryu (scuola dello spirito del salice), tuttora esistente e che da 400 anni si tramanda tecniche di combattimento a mani nude e con armi in maniera quasi del tutto invariata. L'attuale Caposcuola è il Soke Kyoichi Inoue Munenori, 19° di una lunga ed antica tradizione di Samurai.



domenica 11 gennaio 2015

Hironori Ōtsuka

Risultato immagini per Hironori Ōtsuka



Kuo "Hironori" Ōtsuka (Shimodate, 1º giugno 1892 – 29 gennaio 1982) è stato un maestro di karate giapponese.

Biografia
Nato in una famiglia benestante, era il secondo dei quattro figli di Tokujiro Ohtsuka, medico dell'ospedale di Shimodate e di Sato Ebashi. Il suo nome di battesimo era Kuo, ma successivamente adottò il nome Hironori in onore del tipo di arte marziale che seguì per tutta la vita. Iniziò a praticare arti marziali all'età di 6 anni, apprendendo il Ju-Jiutsu dallo zio Chojiro Ebashi. Continuò questo studio per 17 anni finché nel 1917 incontrò il maestro Morihei Ueshiba che lo introdusse allo studio dell'Aikidō. Solo nel 1922 si avvicinò al karate entrando a far parte delle scuole dei maestri Gichin Funakoshi e Kenwa Mabuni. Ormai esperto nella disciplina del karate, Hironori Otsuka decise di migliorare lo stile Shotokan che vedeva un po' "antiquato", rendendolo più armonioso. Inserì così, le tecniche del Ju-Jiutsu e trasformò il Karate tradizionale in un Karate nuovo, più veloce ed essenziale, divenendo così il pioniere del Karate sportivo, il Wado-ryu. Tutto ciò successe nel 1934 quando fondò la sua prima scuola, la Dai Nippon Karate Shinko Club. Nel 1963 il Wado-Ryu Karate si diffuse in America ed Europa grazie ad una squadra di esperti composta da Arakawa, Takashima e T. Suzuki. In questo modo il Wado-Ryu Karate venne riconosciuto a livello mondiale.


domenica 16 novembre 2014

Jinmenju

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Jinmenju o Ninmenju (人面樹 albero dalla faccia umana) è, secondo una leggenda folcloristica diffusa in Giappone, un albero che si trova nelle valli montane. Il frutto dell'albero si presenta con una testa umana. Non dice una parola, ma continua a ridere o sorridere. Si narra che se il frutto ride troppo, cade dall'albero.

Caratteristiche
Gli alberi di Jinmenju si trovano nel sud dell'Asia orientale, e i frutti dell'albero vengono chiamati jinmenshi, o frutti dalla faccia di bambino. Questi maturano in autunno, e se vengono mangiati hanno un sapore dolce/amaro. Si dice che anche i semi di Jinmenju abbiano un volto umano, con occhi, orecchie, naso e bocca.

Origini della leggenda

La leggenda del Jinmenju viene dalla Cina, ed è stata tramandata in seguito in Giappone, dove è stato considerato uno yōkai per la sua singolare natura.




sabato 15 novembre 2014

Hanuman

Hanuman wrote the first Ramayana but he dumped it in ocean due to ...


Nell'induismo, Hanuman (devanāgarī: हनुमत्; nominativo singolare हनुमान् Hanumān), anche noto come Anjaneya, è una delle figure più importanti del poema epico indiano Rāmāyaṇa; è un vānara (spirito dall'aspetto di scimmia) che aiutò il Signore Rāma (avatar di Viṣṇu) a liberare la sua consorte, Sītā, dal re rakshasa Rāvaṇa.
Simboleggia la bhakti, ed è talvolta considerato l'undicesimo avatar Rudra del Signore Shiva (Rudra è una forma di Shiva nei Rig Veda); è conosciuto come Figlio (spirituale) del deva Vāyu, la divinità indù del vento.
Secondo alcuni studiosi la sua epica avrebbe ispirato nella mitologia cinese la figura di Sun Wukong, poi reso famoso dal romanzo Viaggio in Occidente.
Hanuman è la personificazione di saggezza, brahmacharya, bhakti (devozione/fede), giustizia, onestà e forza; questo si manifesta nel suo incrollabile impegno per la giustizia, impeccabile esecuzione degli incarichi che gli sono affidati, e infallibile talento nel servire il suo padrone prescelto. Il suo indispensabile ruolo nel riunire Rāma con Sītā è accostato da alcuni a quello di un maestro che aiuta l'anima individuale e scoprire il divino; sebbene per i non induisti potrebbe sembrare strano venerare una scimmia, ciò si spiega nella venerazione per gli attributi inumani che rappresenta.
Non c'è benedizione che non possa concedere: Sītā gli garantì il potere di concedere le otto siddhi e nove tipi di ricchezza; tuttavia anche questo impallidisce dinanzi al dono più grande che si può ricevere da lui: le incredibili qualità di elevazione spirituale per cui Hanuman stesso è famoso. Si dice anche che mentre Rāma agisca per spirito di giustizia, Hanuman agisca per compassione.
È facilmente raggiungibile, solo cantando il mantra 'Ram'; d'altra parte si dice che un modo molto efficace per raggiungere il Signore Rama sia di venerare Hanuman - lo Hanuman Chalisa ha un verso che recita "Tumharae bhajan Ram ko paavae", cioè "cantando inni su di te, Rama è raggiunto".

Nascita
Hanuman nacque nel Treta Yuga, figlio di Anjana, una vānara (Hanuman è perciò chiamato Anjaneya, cioè 'figlio di Anjana'); Anjana era in realtà una apsara (creatura celeste) di nome Punjikasthala, che, a causa di una maledizione, nacque sulla Terra come una vānara. L'unico modo per rimuovere la maledizione era che partorisse un'incarnazione del Signore Shiva. Anjana era moglie di Kesari, un fortissimo vanara che una volta aveva ucciso da solo un grande elefante che infastidiva saggi e eremiti; fu perciò chiamato 'Kesari' (leone) e con l'appellativo Kunjara Südana (uccisore di elefanti - sic). Insieme a Kesari, Anjana pregò intensamente il Signore Śiva; commosso dalla loro devozione, Shiva gli concesse quel che desideravano.[senza fonte] Mentre Anjana stava venerando il Signore Shiva, Dasaratha, re di Ayodhya, stava recitando il Putrakama Yajña per chiedere dei figli; il suo desiderio fu esaudito, e ricevette del budino sacro, da dividere con le sue tre mogli. Questo portò alla nascita del Signore Rāma, Lakshmana, Bharata e Shatrughna. Per volere divino, un nibbio rubò un frammento del budino, e lo lasciò cadere sulla foresta in cui Anjana era in venerazione; Vāyu, divinità induista del vento, portò il budino nelle mani di Anjana, che lo mangiò, e rimase incinta di Hanuman come conseguenza.

Infanzia, educazione e maledizione
Il padre spirituale di Hanuman è Vāyu (noto anche come Marut, Pavan, ecc...); perciò Hanuman è anche chiamato Pavan-putra (cioè 'figlio di Pavan') o Maruti.
Ereditò le qualità del padre, come la velocità nel volo, la resistenza fisica e una forza sovrumana; da bambino, credendo che il sole fosse un frutto maturo, spiccò il volo per coglierlo. Indra, re dei deva e protettore della legge universale, osservando questa scena, rivolse la sua arma, Vajra (fulmine), contro Hanuman, che ricadde in terra, rompendosi il mento e perdendo conoscenza. Infuriato, Vāyu dichiarò sciopero, e portò con sé l'atmosfera: quando ormai tutti gli esseri viventi erano in pericolo d'asfissia, Indra per far la pace con Vayu annullò gli effetti del suo fulmine, e i deva curarono Hanuman e lo benedissero, ma rimase la cicatrice sul suo mento (hanuhH in sanscrito).
Riconoscendo Sūrya come maestro onnisciente, Hanuman portò il suo corpo in orbita attorno al sole e gli chiese di accettarlo come discepolo: Surya rifiutò, spiegando che poiché viaggiava sempre sul suo carro sarebbe stato impossibile per Hanuman imparare qualcosa. Per nulla preoccupato dal viaggio di Surya, Hanuman ingigantì il suo corpo; pose una gamba ad occidente e l'altra a oriente, con la faccia rivolta al sole, e ripeté la sua richiesta. Compiaciuto dalla sua insistenza, Surya accettò; Hanuman allora seguì Surya in tutto il suo percorso, e apprese tutto il suo sapere. Quando poi Hanuman chiese a Surya di accettare la sua 'guru-dakshina' (tributo al maestro), questi rifiutò, affermando che il piacere di insegnare a qualcuno così dedito era il miglior tributo; Hanuman insistette, e allora Surya gli chiese di ricambiare aiutando il suo figlio spirituale Sugriva. La scelta di Hanuman di avere Surya per maestro indica Surya come Karma Saakshi, testimone eterno di tutte le cose.
Hanuman era malizioso nella sua infanzia, e talvolta infastidiva i saggi in meditazione rubando le loro cose o disturbandoli mentre recitavano le loro venerazioni; trovando le sue azioni insopportabili, ma rendendosi conto che Hanuman era solo un bambino, (sebbene invincibile), i saggi posero una modesta maledizione su di lui: a causa di questo, Hanuman si dimenticò della sua superiorità, e se ne sarebbe ricordato solo quando altri gliene avessero parlato. È stato ipotizzato che senza la maledizione l'intero corso del Rāmāyaṇa sarebbe stato differente, perché Hanuman dimostrò abilità fenomenali durante la guerra, nonostante la maledizione.

Hanuman nella Guerra Ramayana
Il Sundara Kanda, il quinto libro del Rāmāyaṇa, si concentra particolarmente sulle avventure di Hanuman.
Hanuman incontrò Rāma mentre questi era in esilio, e con il fratello Lakshmana era alla ricerca di sua moglie Sītā, rapita dal re rakshasa Rāvaṇa; la loro ricerca li aveva portati nelle vicinanze della montagna Rishyamukha, dove Sugriva, con i suoi seguaci e amici, si stava nascondendo da suo fratello maggiore Vali, il re vānara con il quale aveva avuto una grave incomprensione: rifiutandosi di ascoltare le ragioni di Sugriva, Vali lo aveva bandito dal regno, e aveva trattenuto sua moglie com prigioniera nel suo palazzo. Vedendo arrivare Rama e Lakshmana, Sugriva mandò Hanuman ad accertarsi delle loro identità. Hanuman avvicinò i due fratelli travestito da brahmino; le sue prime parole furono così convincenti che Rama disse a Lakshmana che nessuno avrebbe potuto parlare in quel modo senza aver padroneggiato i Veda. Osservò anche che non c'erano difetti nel contegno, negli occhi, nella fronte, nelle sopracciglia o in alcuna parte del brahmino; fece notare a Lakshmana che il suo accento era affascinante, e che ogni nemico con la spada sguainata si sarebbe commosso; elogiò a lungo Hanuman (travestito), dicendo che sicuramente la fortuna avrebbe atteso il re che inviava un emissario così perfetto. Quando Rama rivelò la Sua identità, Hanuman gli si prostrò dinanzi e Rama lo abbracciò caldamente.
In seguito, la vita di Hanuman sarebbe stata inestricabilmente legata a quella del Signore Rama; Hanuman fu artefice di un'amicizia e alleanza tra Rama e Sugriva, e Rama aiutò Sugriva a riguadagnare il suo onore e lo fece re di Kishkindha (il regno dei vanara), e Sugriva con i suoi vanara aiutò Rama a sconfiggere Ravana e riabbracciare Sita, con Hanuman che giocherà un ruolo fondamentale nell'avventura.
Nella loro ricerca per Sita, un gruppo di varana raggiunse le rive del mare del Sud; dinanzi al vasto oceano, cominciarono a lamentarsi di non poter superare l'ostacolo; anche Hanuman era preoccupato della possibilità che la sua missione fallisse, finché gli altri vanara, specialmente il saggio orso Jambavantha cominciò a elogiarne le virtù. Hanuman allora si ricordò delle sue capacità, ingigantì il suo corpo e attraversò in volo l'Oceano. Hanuman quindi giunse sull'isola di Lanka e trovò Sita; le rivelò la sua vera identità, rassicurandola e confortandola, ed elevò il suo spirito: le offrì di portarla da Rama sulla sua schiena, ma lei rifiutò, dicendo che sarebbe stato un insulto a Rama. Hanuman che porta il messaggio di Rama a Sita è accostato da alcuni studiosi ad un maestro divino che insegna ad un allievo del Dio Supremo.
Dopo l'incontro con Sita, Hanuman cominciò a distruggere tutto ciò che trovava sull'isola di Lanka; per fermarlo, Indrajit, figlio di Ravana, usò il Brahmāstra. Sebbene immune all'astra, Hanuman, per rispetto di Brahmā, si fece catturare; portato al cospetto di Ravana, Hanuman colse l'opportunità per valutare la forza dell'esercito di Ravana: riferì il messaggio di avvertimento di Rama a Ravana, e chiese il ritorno di Sita, informandolo che in quel caso Rama l'avrebbe perdonato. Infuriato, Ravana ordinò che Hanuman fosse messo a morte, ma Vibheeshana, fratello di Ravana, intervenne, facendo notare come fosse empio uccidere un messaggero. Ravana allora commutò la sentenza, ordinando che fosse dato fuoco alla sua coda; Hanuman prima li disorientò variando la lunghezza della sua coda, ma dopo averli frustrati un po', li lasciò fare, se ne andò con la coda in fiamme e bruciò gran parte dell'isola di Lanka sul suo cammino, prima di spegnere le fiamme nel mare, e fare ritorno da Rama.
Durante la guerra, quando Lakshmana fu severamente ferito da Indrajit, Hanuman fu inviato a cogliere il Sanjivani, una potente erba medicinale, per curarlo; Ravana comprese che se Lakshmana fosse morto Rama si sarebbe probabilmente arreso, e diede allo zio l'incarico di tentare Hanuman con i lussi. Hanuman uccise il rakshasa, ma non fu capace di trovare l'erba prima del tramonto, così sollevò l'intera montagna Dronagiri e la portò a Lanka, dove si fece aiutare da altri a cercare salvando Lakshmana; Rama lo abbracciò, dicendo che Hanuman gli era caro quanto il suo amato fratello Bharata.
In un'altra occasione durante la guerra, quella che lo spinse ad assumere la sua forma Panchamukha, Rama e Lakshmana furono catturati dal rakshasa Mahiravana (anche Ahiravana), un potente praticante di magia nera e arti oscure, e tenuti prigionieri nel suo palazzo nel Patalpuri o Pātāla (mondo degli Inferi); quando Hanuman raggiunse Patala per salvarli, trovò che i cancelli del Patala erano protetti da una creatura molto giovane detta Makardhwaja (o Makar Dhwaja o Magar Dhwaja), in parte pesce e in parte vanara. La storia della nascita di Makardhwaja è interessante; sebbene Hanuman sia rimasto celibe tutta la vita, Makadhwaja era figlio suo: quando Hanuman aveva spento la sua coda in fiamme nell'oceano, senza che lo sapesse una goccia del suo sudore vi era caduta dentro, e questa goccia era stata inghiottita da una pesciolina, che era rimasta incinta. Quando il pesce fu portato alle cucine di Mahiravana per essere cotto, questi si rese conto di essere di fronte a una creatura straordinaria, così lo crebbe e gli diede l'incarico di guardare le porte di Patalpuri. Hanuman era naturalmente inconsapevole di avere un figlio, e sebbene Makardhwaja sapesse che Hanuman era suo padre, non lo riconobbe poiché non lo aveva mai visto; quando Hanuman gli si presentò egli voleva averne la benedizione, ma decise di combatterlo per attenersi al suo incarico di proteggere le porte di Patalpuri. Hanuman lo vinse e lo legò all'ingresso di Patalpuri, quindi proseguì per liberare Rama e Lakshmana.
Quando entrò nel Patala, Hanuman scoprì di dover spegnere cinque lampade insieme per uccidere Mahiravana; allora assunse la sua forma Panchamukha (Pancha - cinque, mukha - facce) con le facce di Shri Varāha, Shri Narasiṃha, Shri Garuḍa, Shri Hayagriva e la sua, Shri Hanuman, poi soffiò e spense tutte le lampade insieme. Dopo aver ucciso Mahiravana, Hanuman liberò Rama e Lakshmana, e poi incoronò Makardhwaja nuovo re di Patalpuri.
Hanuman continuò a giocare un ruolo fondamentale per tutta la guerra.
Quando la guerra finì, i 14 anni di esilio di Rama erano quasi finiti. Rama allora si ricordò del voto di Bharata di suicidarsi se Rama non fosse tornato a regnare su Ayodhya alla fine dei 14 anni, e calcolando che per raggiungere Ayodhya avrebbe impiegato troppo tempo e sarebbe arrivato in ritardo, fu preso dall'ansia e dal timore: allora Hanuman volò a Ayodhya e riferì a Bharata che Rama era sulla via del ritorno.
Poco dopo il suo ritorno a Ayodhya, Rama fu fatto re, e decise di ricompensare tutti coloro che lo avevano aiutato a sconfiggere Ravana; alla grande festa che organizzò a corte, tutti i suoi amici e alleati a turno salirono al trono e furono onorati. Anche Hanuman salì, ma senza alcuna intenzione di essere ricompensato: vedendo Hanuman venire a lui, Rama lo abbracciò e disse che non avrebbe mai potuto ricompensare adeguatamente Hanuman per l'aiuto da lui ricevuto. Sita, allora, insistette che fosse Hanuman a scegliere il suo dono: Hanuman chiese a Sita la collana di pietre preziose che aveva al collo, e dopo averla ricevuta cominciò a levare le pietre ad una ad una ed esaminarle. Sorpresi, i presenti chiesero a Hanuman perché stesse distruggendo il dono, e Hanuman replicò che si stava accertando che nelle pietre ci fossero Rama e Sita, perché altrimenti la collana non avrebbe avuto alcun valore per lui; qualcuno insinuò che il suo rispetto e amore per Rama e Sita non potesse essere così profondo, al che Hanuman si aprì il petto, e tutti furono sorpresi di vedere che Rama e Sita erano letteralmente nel suo cuore.

Panchamukha Hanuman
Ogni faccia di Shri Panchamukha Hanuman ha un diverso significato:
  • Sri Hanuman guarda a Est; dona purezza di mente e successo.
  • Sri Narasiṃha guarda a Sud; dona vittoria e assenza di paura.
  • Sri Garuḍa guarda a Ovest; protegge dalla magia nera e dal veleno.
  • Sri Varāha guarda a Nord; dona prosperità e abbondanza.
  • Sri Hayagriva guarda il Cielo, ma poiché non sarebbe visibile, è generalmente rappresentata appena sopra quella di Hanuman; dona conoscenza e buona discendenza.
Dopo la Guerra Ramayana
Dopo la vittoria, e dopo aver regnato per molti anni, arrivò per Rāma il tempo di ascendere alla sua dimora celeste; molti nella sua corte, compresi vanara come Sugriva, decisero di seguirlo; sorprendentemente, Hanuman chiese di rimanere sulla terra fintanto che il nome di Rama fosse venerato. Sītā esaudì il suo desiderio, e ordinò che la sua immagine fosse affissa in molti luoghi pubblici e di culto, così che egli potesse udire i fedeli che intonavano il nome di Rama; Hanuman è perciò uno dei ciranjiva (immortali) dell'induismo, e i fedeli credono che Hanuman sia ancora vivo. Ad esempio nel Mahābhārata, ambientato alcuni millenni dopo il Ramayana, compare più di una volta.

Hanuman Ramayana
Si racconta che successivamente Hanuman andò sull'Himalaya per continuare a venerare Rāma; lì scrisse la prima versione del Rāmāyaṇa usando le sue unghie, registrando ogni dettaglio delle avventure di Rama. Quando Maharishi Vālmīki andò a visitarlo per mostrargli la sua versione del Ramayana, vide la sua, e cadde in depressione; quando Hanuman gli chiese la causa della sua tristezza, egli spiegò che la sua versione non poteva reggere il paragone con quella di Hanuman, e nessuno avrebbe letto la sua opera che aveva scritto con tanta fatica. Udito ciò, Hanuman caricò Maharishi sulle spalle, andò sulla costa, e gettò la sua versione nel mare, offrendola a Rama. Questa leggendaria versione viene detta Hanumad Ramayana e non ne esistono copie.
Maharishi Valmiki fu così sconvolto dall'episodio che dichiarò che non gli sarebbe bastata un'altra vita per cantare la gloria di Hanuman, che nella sua versione era stata addirittura sminuita; si racconta che il Santo Tulsidas che compose il Ramcharit Manas fosse in realtà Maharishi Valmiki rinato per soddisfare questo suo desiderio.
Si dice anche che una tavola sia tornata a riva, durante l'epoca di Mahakavi Kālidāsa, ed esposta in pubblico affinché gli studiosi la decifrassero; sembra che Kalidasa sia riuscito a tradurla e riconoscerla come frammento dello Hanumad Ramayana inciso da Hanuman stesso, e si disse fortunato di poter leggere anche solo un verso (o pada) della strofa.

Hanuman nel Mahābhārata
In un altro grande poema epico induista, il Mahābhārata, Hanuman appare come una vecchia e debole scimmia, per vincere l'arroganza del suo fratello spirituale, il principe Bhima dei Pandava, ed insegnargli il valore dell'umiltà.
Più significativa la sua apparizione nella Guerra di Kurukshetra: Hanuman promise che si sarebbe posto nell'effigie del carro di Arjuna, da cui avrebbe emesso versi spaventosi per terrorizzare i nemici; Hanuman ebbe perciò la fortuna di udire la Bhagavad Gita dalla bocca dello stesso Krishna. Molti fedeli di Krishna conservano bandiere con l'effigie di Hanuman in segno di rispetto per la sua grande devozione.
Presenza di Hanuman
Ci sono stati molti santi che hanno visto Hanuman in tempi moderni, ad esempio Tulsidas (XVI secolo), Samarth Ramdas (XVII secolo), e Raghavendra Swami (XVII secolo).
Altri hanno testimoniato la sua presenza ovunque si legga il Ramayana:
(SA)
«Yatra Yatra Raghunath Kirtanam
Tatra Tatra Krita Mastaka anjalim
Bashpawari Pari purna lochanam
Marutim nammascha rakshas antakam»
(IT)
«Ovunque le gesta di Sri Rama sono cantate,
in tutti questi posti Hanuman piange lacrime di devozione e gioia,
in tutti questi posti la sua presenza
scaccia la paura dei demoni.»

Templi in onore di Hanuman
Ci sono molti templi in onore di Hanuman, e sue effigi sono generalmente presenti in ogni tempio in cui ci sono immagini degli avatar di Viṣṇu. I templi di Hanuman sorgono in molti luoghi perché si crede che la loro presenza liberi l'area circostante dai rakhshasa e gli altri demoni maligni; questo potere (varam) fu un dono di Rama e Sita. Si trovano inoltre statuette di Hanuman nelle strade poco illuminate perché si crede che proteggano le persone dagli incidenti.

Sri Hanuman e Sri Shani
Nella fede induista, Hanuman e Vinayaka sono due aspetti della divinità liberi dall'influenza di Shani; c'è anche la credenza che tutti i pianeti siano al comando della coda di Hanuman. Nel Rāmāyaṇa, Hanuman liberò Shani, cioè il pianeta Saturno, dalle grinfie di Rāvaṇa; per gratitudine, Shani promise a Hanuman che coloro che lo avessero venerato sarebbero stati liberati dagli effetti malefici di Saturno, che secondo l'astrologia indù avrebbe simili influssi negativi sulla vita delle persone.
Un'altra versione dell'incontro tra Shri Hanuman e Shani Bhagavan racconta invece che il secondo sia salito sulle spalle del primo, a significare che Hanuman sarebbe caduto sotto gli influssi di Shani; al che, Hanuman ingigantì il suo corpo, e Shani rimase intrappolato tra le spalle di Hanuman e il soffitto. Quando il dolore divenne insostenibile, Shani implorò Hanuman di liberarlo, promettendo in cambio che avrebbe moderato i suoi effetti malefici su ogni persona che avesse pregato Sri Hanuman, e questi acconsentì.