Kyūjitai (旧字体),
letteralmente "forma antica dei caratteri", sono gli
antichi kanji tradizionali della lingua giapponese, oltre 45000,
derivati dagli ideogrammi cinesi. La relativa versione semplificata è
costituita dagli shinjitai, "forma nuova dei caratteri",
oggi comunemente utilizzati per scrivere in giapponese. I caratteri
semplificati comparvero già secoli fa e si diffusero nella lingua
scritta comune sia in Cina che in Giappone, anche se considerati poco
eleganti, finché dopo la seconda guerra mondiale vennero
ufficializzati in entrambi i paesi. In Giappone, fino
all'approvazione, il 16 novembre 1946, della lista dei 1850 tōyō
kanji semplificati per la stampa (poi sostituita dalla lista dei 1945
jōyō kanji nel 1981, ulteriormente modificata nel 2010), i kyūjitai
erano noti come seiji (正字,
"caratteri corretti") o seijitai (正字體).
Anche dopo l'abbandono ufficiale della forma tradizionale, i kyūjitai
furono ancora usati spesso nella stampa durante tutti gli anni
cinquanta a causa del ritardo nel rinnovamento dei set tipografici. I
kyūjitai vengono talvolta utilizzati ancora oggi da alcuni
autori, dal momento che il loro uso non è vietato, ma solo
deprecato. Ad esempio, i caratteri kyūjitai sono ancora
frequenti nei nomi propri di persona, ed integrano i 293 jinmeiyō
kanji, i caratteri comunemente usati per i nomi propri.
giovedì 11 agosto 2016
mercoledì 10 agosto 2016
Ashina Morishige
Ashina Morishige (蘆名 盛隆; 1575 – 8 novembre 1631) è stato un daimyō giapponese del periodo Sengoku, appartenente al clan Ashina.
Morishige era il secondo figlio di
Satake Yoshishige ed era conosciuto anche come 'Yoshihiro'.
Nel 1587 sposò la figlia di Ashina Moritaka. La sua successione come
daimyō degli Ashina dopo l'assassinio di Moritaka creò conflitti
all'interno del clan e una serie di servitori si avvicinò ai Date,
che si erano offerti per fornire un erede. Così gli Ashina e i
Satake si allearono contro il clan Date e si scontrarono contro
quest'ultimi nella battaglia di Hitadori nel 1585. Il fallimento di
quella campagna e problemi interni al clan consentirono a Date
Masamune di mettere fine agli Ashina. Date Masamune sconfisse
Morishige nella battaglia di Suriagehara e successivamente catturò
Kurokawa (1589). A Morishige fu permesso di andare in ritiro nella
provincia di Hitachi dal clan Satake.
martedì 9 agosto 2016
Naoe Kanetsugu
Naoe Kanetsugu (直江
兼続; 1559 – 23 gennaio 1620) è stato un samurai
giapponese vissuto dal periodo Sengoku a quello Edo. Figlio maggiore
di Higuchi Kanetoyo, Kanetsugu è noto per aver servito due
generazioni di daimyō Uesugi. È anche conosciuto con il suo titolo
di corte, Yamashiro no Kami (山城守)
o col suo nome di nascita, Higuchi Kanetsugu (樋口
兼続).
Kanetsugu servì prima Uesugi Kenshin
come koshō (小姓)
. Dopo la morte di Kenshin servì il suo figlio adottivo Kagekatsu.
Il fratello di Kanetsugu, Ōkuni Sanehiro, fu anch'egli un famoso
servitore Uesugi.
Biografia
Kanetsugu nacque come Yoroku (与六)
al castello di Sakato nella provincia di Echigo. Suo padre, Higuchi
Sōemon Kanetoyo era un vecchio servitore di Nagao Masakage, il
signore del castello di Sakato. Quando Yoroku raggiunse l'età adulta
sposò la prima cugina Osen da lato materno, la vedova del servitore
Uesugi Naoe Nobutsuna, e prese il nome della famiglia Naoe per
diventare il capo della famiglia poiché Osen non aveva avuto nessun
figlio dal precedente matrimonio e quindi non aveva nessun erede con
diritto di successione. Divenne consigliere Uesugi all'età di
ventidue anni, distinguendosi velocemente come un eccezionale
comandante, e fu coinvolto in molti scontri che ebbero luogo nella
costa del mar del Giappone con Sassa Narimasa e Maeda Toshiie.
Kanetsugu fu anche responsabile per le azioni del clan Uesugi contro
la coalizione Tokugawa durante le manovre che terminarono con la
battaglia di Sekigahara. Seguendo la resa del clan Uesugi ai Tokugawa
nel 1601, le loro proprietà furono trasferite sul più piccolo feudo
di Yonezawa, con entrate di 300.000 koku. A Kanetsugu fu garantito
uno stipendio prima del ritiro.
Dopo la morte
Dopo la sua morte, sua moglie Lady Osen
(お船),
come usanza di quel tempo, prese la tonsura, si tagliò i capelli e
divenne una monaca buddista. Il suo nome cambiò in Lady Teishin-ni
(貞心尼).
Teishin-ni aiutò comunque il giovane capo Uesugi, Uesugi Sadakatsu,
fino alla sua morte avvenuta nel 1637 ad 81 anni.
Personalità
Naoe Kanetsugu era rispettato per le
sue azioni. Ne "The Life of Toyotomi Hideyoshi" di Walter e
M.E. Dening si racconta di un aneddoto nel quale Hideyoshi, la cui
temporanea unificazione del Giappone aveva aperto la strada per lo
shogunato Tokugawa, decise di fare visita a Uesugi Kagekatsu, a quel
tempo signore di Kanetsugu, accompagnato da pochi servitori.
Quando ricevette la notizia, Kagekatsu
richiamò un consiglio per discutere su ciò che era meglio fare,
date le circostanze. La maggior parte dei consiglieri si schierò per
assassinare Hideyoshi, sostenendo che sarebbe stato di gran lunga il
modo più semplice di liberarsi di un pericoloso nemico. Ma Naoe
Kanetsugu condannò questo consiglio come indegno di un uomo che
teneva la posizione di Kagekatsu. «Hideyoshi viene tra noi senza
guardie» disse Kanetsugu, «è la prova del suo profondo rispetto
per il nostro signore. Con signori minori Hideyoshi non si esporrebbe
così tanto al pericolo. Sapendo che il nostro signore è un uomo di
nobile indole, si fida di noi. Se approfittiamo di questo e lo
uccidiamo, la storia della nostra viltà ed il tradimento sarebbe
tramandato ai posteri per la nostra vergogna eterna. No: lasciamo che
il nostro maestro incontri magnanimità con magnanimità; lasciamolo
avere udienza con Hideyoshi e vediamo se essi non riusciranno a
trovare a un accordo. Se non lo faranno, allora ci batteremo, ma non
prima Hideyoshi sia rispedito a casa».
lunedì 8 agosto 2016
Ōuchi Yoshitaka
Ōuchi Yoshitaka (大内
義隆; 18 dicembre 1507 – Nagato, 30 settembre 1551)
fu daimyō di Suo.
Biografia
Figlio di Ōuchi Yoshioki, nel 1522
partecipò con il padre alla guerra contro il clan Amago per il
controllo della provincia di Aki, succedette al padre (morto nel
1528) come capo del clan Ōuchi.
Negli anni '30 guidò un'azione
militare nel nord di Kyūshū e, sconfiggendo il clan Shoni, acquisì
il controllo dell'area. Nel 1540 riprese la lotta contro gli Amago
per il controllo della provincia di Aki.
L'invasione della provinicia di Izumo
si concluse disastrosamente con la morte del figlio adottivo di
Yoshitaka, Ōuchi Harumochi, e di molti dei soldati inviati contro
Amago Haruhisa. Dopo la sconfitta smise di coltivare l'ambizione di
espandere i suoi domini e si dedicò alle arti e alla cultura.
I suoi seguaci s divisero in due
fazione: una guidata da Sagara Taketo, che auspicava al mantenimento
della pace e al consolidamento del potere nelle terre conquistate, e
una che faceva capo a Sue Harukata, che propugnava la ripresa della
guerra di espansione: Ōuchi Yoshioki scelse come consiglieri i
primi, causando la ribellione di Sue Harukata che cercò di prendere
il controllo del clan.
Avendo il controllo delle truppe, Sue
ebbe facilmente la meglio su Yoshioki e lo costrinse a commettere
seppuku.
domenica 7 agosto 2016
Imagawa Yoshimoto
Imagawa Yoshimoto (今川
義元; 1519 – 12 giugno 1560) è stato un militare
giapponese. Appartenente al clan Imagawa e residente nella provincia
di Suruga, fu uno dei tre daimyō (signori feudali) che dominavano
sulla parte orientale del Giappone, e uno dei più importanti daimyō
della prima parte del periodo Sengoku.
Biografia
Quinto figlio di una famiglia numerosa
fu mandato ancora bambino in un tempio dove il suo nome venne
cambiato in Baigaku Shōhō, ma quando suo fratello maggiore
Ujiteru morì, forse avvelenato, i suoi diritti ereditari vennero
minacciati dal suo fratellastro Genkou Etan provocando così una
spaccatura all'interno della sua famiglia in due fazioni contrapposte
a sostegno dei due pretendenti. La fazione favorevole a Yoshimoto
sosteneva che poiché la madre di quest'ultimo era la legittima
consorte del capo clan, egli fosse il diretto erede; d'altro canto la
fazione a sostegno di Genkō Etan, sosteneva che essendo questi il
più anziano fosse il più appropriato a guidare la famiglia. Dopo
essere riuscito ad ottenere il controllo della sua famiglia,
Yoshimoto sposò la figlia di Takeda Nobutora alleandosi con la sua
famiglia e guadagnando così il controllo di una vasta area
comprendente le province di Suruga, Totomi e Mikawa.
In seguito strinse una triplice
alleanza con il clan Takeda, gli Hōjō e con Tokugawa Ieyasu, con il
quale mosse verso la capitale Kyōto. Tuttavia, nonostante fosse a
capo di un imponente esercito, venne arrestato lungo la marcia
dall'allora giovane ma astuto Oda Nobunaga che lo sconfisse ed uccise
nella battaglia di Okehazama. Tradito dallo stesso Togukawa, il clan
di quest'ultimo, i Matsudaira, si dichiararono indipendenti dal clan
di Imagawa alleandosi con Nobunaga e il clan Oda.
sabato 6 agosto 2016
venerdì 5 agosto 2016
Ashikaga Yoshiaki
Ashikaga Yoshiaki (足利
義昭; 5 dicembre 1537 – 9 ottobre 1597) è stato un
militare giapponese. Figlio di Ashikaga Yoshiharu e fratello di
Ashikaga Yoshiteru, fu il quindicesimo e ultimo shōgun dello
shogunato Ashikaga.
Nel 1568, Ashikaga Yoshihide era stato
nominato nuovo shōgun, ma tale titolo non aveva ormai più alcun
valore, e Yoshihide non era neanche riuscito a entrare nella capitale
Kyōto; Yoshiaki, ritenendo la nomina di Yoshihide illegittima in
quanto orchestrata dagli assassini di suo fratello Yoshiteru, e
sostenendo perciò di essere il legittimo erede allo shogunato, si
recò a Gifu dove chiese l'aiuto militare di Oda Nobunaga, daimyō
della provincia di Owari le cui recenti vittorie gli avevano fatto
guadagnare una crescente fama nel Paese. Nobunaga colse l'occasione
di avere insieme la capitale e lo shōgun come suo alleato, così
accettò la richiesta di Yoshiaki e mosse rapidamente le sue armate
contro Rokkaku Yoshikata, che si opponeva a Yoshiaki, per poi
dirigersi verso Kyōto, difesa dal clan Miyoshi, di cui ebbe
facilmente ragione. Yoshiaki fu nominato shōgun e propose a Nobunaga
la carica di kanrei, ma questi rifiutò.
Nel tempo fu sempre più chiaro che pur
non ricoprendo alcuna carica ufficiale Nobunaga aveva intenzione di
manipolare Yoshiaki per giustificare le sue conquiste; segretamente,
Yoshiaki raccolse vari altri daimyō in un'alleanza contro di lui.
Storicamente il clan Oda era subordinato al clan Asakura, perciò
quando Nobunaga invase i territori degli Asakura il clan Azai, da
molto tempo alleato con gli Asakura, si schierò contro Nobunaga, e
l'alleanza contro di lui colse l'occasione per intervenire. Nel 1570,
nella battaglia di Anegawa, Nobunaga ebbe ragione delle forze alleate
di Azai e Asakura. Il capo della fazione anti-Nobunaga, Takeda
Shingen, su pressione dello shōgun marciò contro la capitale nel
1572, sconfiggendo l'esercito guidato da Tokugawa Ieyasu nella
battaglia di Mikatagahara; tuttavia, Shingen morì prima di arrivare
a Kyōto, nel 1573, e il clan Takeda si ritirò.
Ormai evidente, l'ostilità tra
Yoshiaki e Nobunaga sfociò in guerra aperta nel 1573, ma le deboli
armate che lo shōgun riuscì a raccogliere furono rapidamente
sconfitte da Nobunaga, e Yoshiaki fu esiliato. Sebbene Yoshiaki abbia
continuato a mantenere ufficialmente il titolo di shōgun fino al
1588, lo shogunato Ashikaga si considera caduto dal 27 agosto 1573.
Toyotomi Hideyoshi, il generale di
Nobunaga che continuò la sua opera di unificazione del Giappone,
chiese in seguito a Yoshiaki di adottarlo e consentirgli di
legittimare la sua autorità diventando il nuovo shōgun, ma Yoshiaki
rifiutò.
giovedì 4 agosto 2016
Fukushima Masanori
Fukushima Masanori (福島
正則; 1561 – 1624) è stato un generale giapponese
e un daimyō, al servizio dei Tokugawa.
Ostile a Ishida Mitsunari simpatizzò
subito per Ieyasu Tokugawa; Ishida con un pretesto bruciò il
castello di Masanori; durante la battaglia di Sekigahara sferrò il
primo attacco alle truppe di Ukita rimanendo in prima linea per tutto
il tempo. Vinta la battaglia e catturato Ishida, Masanori ebbe
l'onore e il piacere di decapitare l'odiato daimyo a Kyoto insieme ad
Anko e Konishi.
Possedeva una delle tre grandi lance
del Giappone: Nihongo, o Nippongo (日本号).
Usata un tempo nel Palazzo Imperiale, la Nihongo è stata poi
posseduta da Masanori Fukushima, per poi passare in mano a Tahei
Mori. È stata recuperata, restaurata ed ora si trova al The Fukuoka
City Museum.
mercoledì 3 agosto 2016
Konishi Yukinaga
Konishi Yukinaga (小西
行長; 1555 – Kyoto, 6 novembre 1600) è stato un
militare giapponese cristiano, daimyō sotto Toyotomi Hideyoshi.
Biografia
Yukinaga era figlio di un ricco
mercante, o forse di uno speziale, chiamato Ryusa Konishi, di Sakai.
Entrambi i genitori erano cristiani, battezzati coi nomi di
Gioacchino e Maddalena. Era il secondogenito della coppia e il suo
nome d'infanzia pare fosse Yakuro.
Nel 1581 a ventisei anni si fece
battezzare col nome di Agostino e l'anno seguente, nel 1582, entrò
al servizio della famiglia Ukita. Durante la campagna per la
conquista del Kyushu nel 1587, Hideyoshi lo notò per le capacità di
comando e, dopo che Yukinaga costrinse alla resa la provincia di
Higo, lo ricompensò con un lauto feudo in quella zona per un
ammontare di 240000 koku, e il castello di Udo. L'altra metà di Higo
fu affidata a Kato Kyomasa, fervente buddista zen, e fra i due non
corse mai buon sangue.
Nonostante si opponesse all'invasione
giapponese della Corea, fu nominato comandante della spedizione
assieme al suo rivale Kato Kyomasa. Svolse un ruolo importante nella
conquista di Seul, di Pusan e nella difesa di Pyongyang. Nel 1595
cercò di intraprendere, assieme a Ishida Mitsunari, una trattiva di
pace con l'impero cinese, che era intervenuto nella guerra a fianco
della Corea. L'indifferenza di Hideyoshi fece tuttavia fallire i
negoziati e Yukinaga si imbarcò per la seconda spedizione coreana
nel 1597.
Nel 1598, alla morte di Toyotomi
Hideyoshi, Yukinaga si fece sempre più vicino ai lealisti dei
Toyotomi e nella primavera del 1600, allo scoppio della guerra,
palesò la sua alleanza a Ishida, essendo anche uno dei suoi più
fidati amici. Yukinaga assistette alla disfatta di Sekigahara, e alla
fine della giornata cercò di fuggire sul monte Ibuki, ma fu
consegnato alle forze di Tokugawa Ieyasu dagli abitanti del villaggio
in cui aveva cercato rifugio.
Portato a Kyoto, gli fu offerta la
possibilità di fare seppuku, ma essendo cristiano rifiutò. Fu
decapitato il sei novembre 1600, subito dopo Ishida Mitsunari, e morì
pregando.
martedì 2 agosto 2016
Film gongfu
Film gongfu, o Gongfu movie,
o anche Gongfupian in cantonese, è un genere cinematografico
in cui gli scontri fra il protagonista ed i suoi nemici si svolgono a
distanza ravvicinata e con l'uso di tecniche ispirate da arti
marziali reali. I film gongfu sono caratterizzati
dall'esclusivo uso di tecniche a mani nude, o al massimo con poche
armi bianche.
Struttura
Il film gongfu si basano quasi
esclusivamente sulla vendetta. Il protagonista subisce un torto da
uno o più nemici, e dovrà vendicarsi.
Una particolare variante è quella
tipicamente cinese chiamata "scuole rivali", in cui non è
solo il protagonista a subire il torto bensì l'intera scuola
marziale a cui appartiene. La vendetta non sarà quindi personale, ma
servirà a riscattare la propria scuola e quindi il proprio maestro.
Un esempio classico del genere è Dalla Cina con furore (Jing
wu men, 1972) di Lo Wei con Bruce Lee.
Un'altra variante è quella sportiva,
nata ad Hong Kong ma sviluppatasi negli USA. Il percorso della
vendetta, infatti, si svolge in questo caso sul ring, dove il
protagonista è di solito un combattente professionista battuto (o
più spesso umiliato) da un contendente al titolo. In questi casi la
vendetta sarà agonistica. Un esempio tipico è Senza esclusione
di colpi 2 (American Kickboxer, 1991) di Frans Nel con
John Barrett (malgrado il titolo italiano, il film non ha niente a
che vedere con Senza esclusione di colpi).
Storia
Differenze fisiche
I gongfu sono da dividere in due grandi sezioni:- gongfu orientali (Hong Kong, Corea del Nord, ecc.)
- gongfu occidentali (USA)
Le differenze culturali e fisiche fra
Oriente ed Occidente, infatti, fanno sì che titoli racchiusi nello
stesso genere siano diametralmente opposti. Gli atleti occidentali
sono più sviluppati fisicamente, sono più alti, hanno più muscoli
rispetto ai colleghi orientali, ma proprio per questo pesano molto di
più, e l'abilità acrobatica che contraddistingue gli atleti
asiatici è del tutto impossibile per un atleta occidentale.
Quest'ultimo, così, punterà tutto su un combattimento con meno
tecniche ma dotate di maggiore potenza fisica, al contrario di un
atleta orientale che invece porta a segno decine e decine di
tecniche.
L'uso del ralenti, l'esecuzione
cioè al rallentatore di un colpo, è una tecnica scarsamente usata
nei primi film asiatici, o comunque usata nella modalità ralenti
a scatti; questo modo di ripresa invece è stato esaltato dal
cinema occidentale, perché il fisico degli atleti è possente e
rende bene al rallentatore, e soprattutto maschera il fatto di aver
portato a segno poche tecniche. Malgrado questa pratica abbia
attecchito nei film asiatici più moderni, lo stesso è poco usata.
Anzi, moltissimi dei primi film di arti marziali cinesi erano
"velocizzati", per permettere agli atleti di combattere più
lentamente davanti alla macchina da presa ed evitare incidenti sul
set.
Gongfu orientali
I primordi
Malgrado le arti marziali a mani nude
siano state mostrate dall'attore simbolo cinese Kwan Tak Hing nella
sua lunghissima serie di film su Wong Fei Hung, convenzionalmente si
indica ne La morte nella mano (Long hu dou - The
Chinese Boxer, 1970) il primo gongfu orientale
propriamente detto. Diretto da Wang Yu (in collaborazione con Wu
Yusen), divenuto celebre con una fortunata serie di wuxia, il
film è il primo a basarsi interamente su combattimenti a mani nude.
In realtà lo stesso anno escono La strada del massacro (Long
hu dou - From the Highway) di Chang Tseng-chai e
Vengeance! (Bo sau) di Chang Cheh, altri film che si
possono definire gongfu. Indipendentemente da quale sia stato
il primo, è il 1970 l'anno di nascita del gongfu orientale
inteso come fenomeno di massa e primo, reale successo.
La florida cinematografia di Hong Kong
fa sì che già dal 1971 escano molti titoli di questo nuovo genere.
Lo Wei gira il suo primo gongfu con Il furore della Cina
colpisce ancora (Tang shan da xiong - The Big Boss),
mentre Chang Cheh, più stimato e famoso, sfrutta il nuovo genere con
ben 2 titoli: I 4 del Drago Nero (Da jue dou - Duel
of the Iron Fist) e Massacro di uomini violenti (Kuen
gik - Duel of Fists). Questi ed altri tanti titoli,
comunque, rimangono strettamente legati al mercato del sud-est
asiatico.
Primi successi
Il primo film di Gongfu che riscuote
successo internazionale è Il Furore della Cina colpisce ancora
con Bruce Lee, distribuito a Beirut con qualche mese di anticipo sul
film che farà conoscere il gongfu in tutto il mondo: Cinque
dita di violenza (Tian xia di yi quan - Five Fingers of
Death), venduto per una cifra risibile dagli Shaw Brothers di
Hong Kong alla Warner Bros statunitense, poiché in Asia non
era stato un successo e dunque i diritti costavano molto meno del
film con Lee che invece aveva frantumato tutti i record locali.
Distribuito in Occidente all'inizio del 1973, il film regala
all'attore protagonista, Lo Lieh (vero nome: Wang Li Da, 1939-2002)
specializzato di solito in ruoli da "cattivo", una piccola
notorietà in Occidente, al punto da consentirgli di apparire in due
coproduzioni internazionali (il burlesco Crash! Che botte...,
di Bitto Albertini, con gli italiani Sal Borgese e Antonio Cantafora;
il western-spaghetti Là dove non batte il sole, 1974, di
Antonio Margheriti, con l'icona del filone Lee Van Cleef), che non
gli consentiranno di divenire una star di prima grandezza al di fuori
del circuito asiatico. L'alta dose di violenza dei combattimenti del
film (violenza che fa sorridere il pubblico smaliziato del 2000) fa
vendere il film in tutti i Paesi del mondo, lasciato di stucco i
produttori di Hong Kong. In primis Run Run Shaw, nei cui studios
questo e centinaia di altri film di arti marziali furono girati, il
quale, in un'intervista rilasciata alla scrittrice e giornalista
Oriana Fallaci nel 1973, non fa mistero di reputare Cinque dita di
violenza uno dei suoi titoli minori, di routìne (infatti il film
non comparve nemmeno fra i primi dieci maggiori incassi di Hong Kong
della sua epoca, quantunque avesse una trama più arzigogolata della
media e palesemente debitrice al western, sia americano che
italiano). I produttori di Hong Kong e Taiwan, però, non rimangono
certo con le mani in mano. Vista la richiesta crescente, inondano il
mercato mondiale di film gongfu, essendo specializzati nel
girare film in tempi brevissimi, spesso con denari anticipati dai
distributori europei ed occidentali in genere, tanto che non pochi
dei titoli più dozzinali furono realizzati alla svelta
principalmente per l'Occidente (è il caso della lunga serie di
pellicole coi sosia di Bruce Lee, prodotte a catena tra Taiwan ed
Hong Kong dal 1974 fino ai primi anni Ottanta). Sempre nel 1972, il
prolifico Chang Cheh (solo per citare uno degli autori migliori) si
fa in 3: fa uscire infatti Il Drago si scatena (Ma yong
zhen - Boxer From Shantung), I kamikaze del karate
(Chou lian hu an - Man of Iron) e I 4 scatenati di
Hong Kong (Si qi shi - Four Riders). Titoli molto
violenti e pessimisti, caratterizzati dalla morte in battaglia dei
loro eroi disperati, quasi sempre sventrati (il cosiddetto
"gut-spilling-fight", combattimento con le budella di
fuori) eppure ancora in piedi per combattere fino alla fine, in
pellicole che usciranno anche in Italia nel 1973-74.
Anche Lo Wei gira un altro gongfu,
destinato a diventare leggenda: Dalla Cina con furore, che lancia
Bruce Lee nell'olimpo delle stelle del cinema. Peraltro l'unico
gongfu di Lee, unitamente al citato Il Furore della Cina colpisce
ancora, ad uscire nelle nostre sale mentre l'attore è ancora in
vita, sebbene i due titoli usciranno qui in ordine inverso. Da notare
che furono entrambi scritti da I Kuang, il più prolifico
sceneggiatore del filone, quantunque non accreditato nei titoli.
Il 1973 vede la consacrazione del
genere gongfu, sia in patria con L'urlo di Chen terrorizza
anche l'Occidente (Meng long guojiang - The Way of
Dragon), prima regia di Bruce Lee e suo maggiore incasso locale
(oltre cinque milioni di dollari di Hong Kong), sia nel mondo, con
l'esplosione a valanga del filone e l'uscita del primo gongfu
coprodotto da Hollywood, il campione d'incassi I tre
dell'Operazione Drago (Enter the Dragon-Long zheng hu dou,
di Robert Clouse), destinato a consacrare Bruce Lee in America dopo
gli anni frustranti della gavetta hollywoodiana; ma è anche, per
paradosso, l'anno d'una violenta battuta d'arresto, proprio con la
morte di Lee, a soli 32 anni in circostanze mai del tutto chiarite.
Il vuoto lasciato dall'attore è incolmabile, le decine e decine di
pellicole che invadono il mercato non soddisfano il pubblico perché
mancano del carisma internazionale del protagonista, capace di
trascendere barriere etniche e culturali e "bucare" gli
schermi ovunque. La distribuzione di vecchi film wuxia "mascherati"
da gongfu non fa che peggiorare le cose, come pure l'abuso del
nome di Bruce Lee e del suo personaggio nel citato Dalla Cina con
furore, Chen, infilati dai distributori occidentali nei titoli di
filmetti di arti marziali che nulla hanno a che vedere con l'attore.
Decine di registi improvvisati non
fanno che dare colpi mortali al genere (si pensi ai titoli minori
interpretati dai sosia di Bruce Lee, ossia Bruce Li, Bruce Lai,
Dragon Lee e affini, che confonde il pubblico e certo non rende un
buon servigio alla memoria dello scomparso divo, il quale non di rado
verrà confuso dal pubblico meno attento coi suoi epigoni; solo il
tempo avrebbe fatto giustizia).
Lo stesso pubblico di Hong Kong, per
qualche anno, sembra dimenticare Bruce Lee, il suo unico divo
mondiale, e le pellicole americane tornano a farla da padrone al
box-office locale, dopo essere state ripetutamente relegate in
secondo piano dai successi a catena del Piccolo Drago. Inoltre
sull'industria del gongfu pesa un certo discredito che le
autorità locali e la stampa scandalistica alimentano, accusando il
genere di aver incrementato la delinquenza nelle strade di Hong Kong
e lasciando che il nome di Lee venga legato alla droga per via della
misteriosa morte del divo, sebbene le sue abitudini salutiste fossero
largamente note. In ogni caso, la vita e, soprattutto, la morte di un
singolo uomo, influiscono su un'intera industria prossima al collasso
e nessuno dei tentativi di internazionalizzare altre, a loro modo,
leggendarie star del gongfu come Wang Yu, Ti Lung e David Chiang, va
in porto. In Europa e Stati Uniti, il pubblico preferirà rivedere ad
oltranza le riedizioni dei successi di Bruce Lee (in un cinema di New
York, Dalla Cina con furore stabilisce un record di presenze
che sarà eguagliato soltanto da Beverly Hills Cop molti anni dopo; I
tre dell'Operazione Drago verrà proiettato in Grecia per ben
quattordici anni; in Italia, nel 1982, la riedizione dei gongfu
di Lee batte i film del momento per numero di spettatori nelle sale)
piuttosto che applaudire un nuovo attore cinese. Una love-story,
quella tra il pubblico occidentale e l'idolo cinese, destinata a
ripetersi anche nel ventennale della sua scomparsa, il 1993, quando
l'uscita della biografia hollywoodiana Dragon-The Bruce Lee Story,
di Rob Cohen, un film a basso costo senza attori di spicco, supererà
all'uscita americana l'incasso del contemporaneo mega-kolossal Last
Action Hero col nuovo eroe del cinema muscolare, Arnold
Schwarzenegger. Il solo nome di Bruce Lee basta al pubblico
occidentale per correre nelle sale.
Ma a Hong Kong è tutt'altra storia.
Nel 1978 il coreografo dei
combattimenti Woo-ping Yuen decide di esordire alla regia. Ma il
genere ormai ristagna e decide di lanciare un volto nuovo. Chiama
così un attore-stuntman ancora sconosciuto: Jackie Chan. Chan lavora
nel cinema da anni ormai, e lo stesso Lo Wei aveva cercato di
lanciarlo come "erede di Bruce Lee" ne Il ritorno di
palma d'acciaio (Xin ching-wu men - New Fist of Fury,
1976), film che si pone come séguito ideale di Dalla Cina con
furore. Malgrado però Chan abbia all'attivo più di 30 film, è
ancora uno sconosciuto ad Hong Kong ed è considerato già "bruciato"
(il giovane attore, deluso dai molti insuccessi, sta meditando di
cambiare mestiere e trasferirsi in Australia dove i suoi genitori si
sono trasferiti già da tempo). Yuen "affitta" Chan da Lo
Wei, al quale l'attore è legato da un contratto-capestro per ora
infruttuoso, e dirige così Il serpente all'ombra dell'aquila
(She xing diao shou - Snake in the Eagle's Shadow), con
Jackie Chan protagonista e Siu Tien Yuen (padre del regista) come
co-protagonista. Il film, modestissimo nei mezzi e nella trama,
ottiene un buon successo proprio grazie alla simpatia sfrontata del
suo quasi imbelle protagonista, e fa conoscere al pubblico asiatico
il genere gongfu comedy. Non è la prima volta che un certo
umorismo un po' demistificatorio pervade il genere, ma è certamente
la prima in cui un vasto successo arride ad un titolo che si pone in
antitesi al tradizionale gongfu il pubblico, soprattutto
quello più giovane, apprezza in Jackie Chan un tipo di eroe
maldestro, immaturo ed irriverente, pronto alla battuta e alla fuga
più di quanto non lo sia alla lotta, a meno che non vi sia proprio
costretto.
È il solo modo che il cinema delle arti marziali ha per rinnovare
i suoi fasti, almeno in casa: non cercare un nuovo Bruce Lee, impresa
impossibile (contro la quale si scornerà negli anni '90 persino il
pur bravo Jet Li), ma andare all'opposto. Dalla violenza alla risata,
in un cammino analogo a quello compiuto da un genere "cugino":
il western italiano (non a caso Chan si ispirerà, per sua stessa
ammissione, a Bud Spencer e Terence Hill, oltre che ai classici del
muto come Chaplin e Keaton).Jackie Chan ed il gongfu comedy
Il primo film comico sulle arti
marziali è convenzionalmente indicato in The Spiritual Boxer
(Shen da, 1975) di Liu Chia-lang, ma il film di Yuen vede
nella bravura atletica ed acrobatica di Jackie Chan l'elemento
vincente.
Lo stesso anno lo stesso identico cast
artistico e tecnico gira Drunken Master (Jui kuen).
Chan diventa così una star, non cercando di imitare Bruce Lee, bensì
allontanandosene completamente. Mentre Lee è carismatico, serio e
marziale, Chan è sornione, giocoso e gioviale. Il film supera ad
Hong Kong i record stabiliti da Lee.
L'anno successivo Chan è già regista,
con The Fearless Hyena (Hsiao chuan yi chao), che
uscirà in Italia nell'estate del 1982 come Jacky Chan la mano che
uccide, passando inosservato; ma è solo nel 1980 con Il
ventaglio bianco (Shi di chu ma - The Young Master)
che diventa famoso a livello internazionale come regista di sé
stesso. Lui, infatti, insieme ai suoi amici Yuen Biao e Sammo Hung,
per tutti gli anni ottanta daranno lustro e vigore ad un genere ormai
agonizzante.
Jet Li ed i gongfu cinesi
Negli anni '80 si afferma anche Jet Li
che, a differenza dei suoi colleghi, è nato a Pechino e quindi
proviene dalla Repubblica popolare cinese, culturalmente e
commercialmente diversa da Hong Kong. Jet Li è un ex campione di
Wushu quando approda al cinema, con una fortunata (in patria) serie
di 3 film sul tempio di Shaolin, che gli vengono cuciti su misura dal
governo di Pechino desideroso di espandersi sui mercati.
Ma gli anni del successo fuori casa,
dopo alcuni infausti tentativi, per Li arrivano con l'inizio degli
anni '90, quando, nell'ambito dell'apertura verso l'estero del
governo cinese (del quale il campione di ginnastica è espressione e
prodotto appoggiato da poteri forti), viene diretto da registi del
calibro di Stanley Tong, Tsui Hark e Corey Yuen, i migliori
dell'Asia. L'uso massiccio dei cavi e eccessivi "voli" che
Li compie, fanno transitare i suoi film a metà strada fra il wuxia
ed il gongfu, ma sicuramente i suoi combattimenti a mani nude
danno nuova linfa al genere marziale, anche se non ha mai praticato
Kung-Fu, bensì Wushu.
Col finire degli anni '90, però, Jet Li collabora sempre più
spesso con gli USA, abbandonando quindi il genere marziale se non per
pochi combattimenti di breve durata ed elaborati al computer, il che
opacizza il suo talento, frustrando il suo intento di superare Bruce
Lee. Con gli anni '90, tuttavia, inizia anche la riscoperta critica e
filologica del genere attraverso libri ed articoli di giovani
studiosi che mettono ordine nel caos distributivo di titoli e nomi
(in Italia è lo sceneggiatore Lorenzo De Luca a fare da apripista
con quattro libri seminali, numerosi articoli, partecipazioni a
programmi radiotelevisivi ed infine anche un documentario,
Dragonland, del 2010, da lui scritto e diretto, summa di numerose
interviste che l'autore ha raccolto negli anni a personaggi viventi e
nel frattempo scomparsi quali Jackie Chan, Brandon Lee, Gordon Liu,
Lau Kar Leung e molti altri). Ma l'ondata è internazionale, giacché
anche in Francia, America e Giappone escono altre pubblicazioni quasi
contemporanee che storicizzano il filone come sarebbe stato
impensabile fare negli anni '70, quando la critica ufficiale lo
snobbava.Nomi principali
Alcuni nomi dei principali interpreti di gongfu orientali. Da notare come il declino del genere, l'avanzata età ed in alcuni casi la morte, abbiano impedito a questi attori di continuare l'attività di attori marziali. Molti, però, sono diventati coreografi dei combattimenti.- Yuen Biao
- Jackie Chan
- Sammo Hung
- Philip Kwok
- Bruce Lee
- Jet Li
- Lo Lieh
- Ti Lung
- Fu Sheng (o Alexander Fu Sheng)
- Ho Chung Tao (o Bruce Li)
- Yuen Wah
- Donnie Yen
- Bolo Yeung
- Wang Yu (o Jimmy Wang Yu)
- Phillip Rhee
lunedì 1 agosto 2016
Yoshiaki Mogami
Mogami Yoshiaki (最上義光;
1 febbraio 1546 – 29 novembre 1614) è stato un daimyō giapponese
del clan Mogami durante il periodo Sengoku.
Biografia
Mogami Yoshiaki fu il primo figlio di
Mogami Yoshimori (最上義守)
del clan Mogami e succedette al padre come daimyō di Dewa. Durante i
primi anni si scontrò ripetutamente con i clan Date e Uesugi nelle
zone di Shōnai e Semboku per espandere l'area di influenza del clan.
Quando venne al potere Toyotomi
Hideyoshi, Yoshiaki si sottomise, ma divenne in seguito un
sostenitore di Tokugawa Ieyasu dopo la morte di Hideyoshi. Era noto
odiasse i Toyotomi poiché Hideyoshi ordinò l'esecuzione della
figlia adolescente di Yoshiaki (Komahime) quando eliminò il nipote
Toyotomi Hidetsugu, con il quale era impegnata la ragazza. Dopo di
questi fatti mandò il suo secondo figlio, Iechika, come ostaggio ai
Tokugawa e si avvicinò a Tokugawa Ieyasu.
Nel 1600 combatté contro Uesugi
Kagekatsu, nemico dei Tokugawa, assieme a Date Masamune (suo nipote),
un altro potente daimyō del lontano nord. Portò aiuto al clan Date
nell'assedio di Shiroishi, e fu poi attaccato nel suo castello di
Hataya. Più tardi quell'anno, Mogami e Date sostennero Ieyasu alla
famosa battaglia di Sekigahara, dopo della quale il dominio dei
Mogami fu ampliato a 520.000 koku come ricompensa della loro
fedeltà.
Questo rese il dominio di Yamagata il
quinto più grande nel Giappone dell'epoca, escludendo la terra dei
Tokugawa.
Morì nel castello di Yamagata nel
1614. A Yamagata è presente il museo storico di Mogami Yoshiaki,
appena fuori dalla grande porta orientale del castello di Yamagata,
nella quale mostra il suo elmo, il bastone di comando di battaglia e
gli altri attrezzi effettivamente utilizzò.
Eredità
Mogami Yoshiaki stabilì e costruì la
città del castello, che divenne il fondamento della città di oggi
Yamagata. Riuscì a controllare i "Tre Luoghi Difficili"
sul fiume Mogami, rendendo più sicura la navigazione dal Mare del
Giappone all'entroterra e portando la cultura di Kyōto e Osaka a
Yamagata. I suoi progetti di costruzione delle dighe a Kitadaseki,
Inabazeki e in altri luoghi assieme ad altre misure di controllo
dell'irrigazione contribuirono a sviluppare le coltivazioni di riso
nella pianura di Shōnai.
domenica 31 luglio 2016
Uesugi Kagekatsu
Uesugi Kagekatsu (上杉
景勝; 8 gennaio 1556 – 19 aprile 1623) è stato un
samurai e daimyō giapponese durante i periodi Sengoku ed Edo.
Primi anni
Kagekatsu era figlio di Nagao Masakage,
capo del clan Ueda e zio della sorella maggiore di Uesugi Kenshin,
Aya-Gozen. Quando suo padre morì fu adottato da Kenshin.
Daimyō
Alla morte di Kenshin nel 1578
Kagekatsu combatté con l'altro figlio adottivo di Kenshin, Uesugi
Kagetora, per la successione, sconfiggendolo nel 1578 nell'assedio di
Ōtate. Obbligò Kagetora a commettere seppuku, e divenne il capo del
clan Uesugi. Kagekatsu sposò una sorella di Takeda Katsuyori e
figlia di Takeda Shingen dopo l'assedio di Ōtate.
Come generale agli ordini di Toyotomi
Hideyoshi Kagekatsu prese parte all'assedio di Odawara e alle
campagne di Corea, diventando uno dei daimyō più importanti
del Giappone. Per questo fu nominato nel consiglio dei cinque
reggenti. Originariamente in possesso di un feudo da 550.000 koku
nella provincia di Echigo, Kagekatsu ricevette il feudo di Aizu, che
valeva 1,2 milioni di koku, quando Hideyoshi ridistribuì le
sue terre. Dopo la morte di Hideyoshi, in quell'anno, Kagekatsu si
alleò con Ishida Mitsunari contro Tokugawa Ieyasu per diverse
dispute politiche.
La campagna di Sekigahara iniziò con
Kagekatsu il quale fu il primo daimyō a pianificare una
rivolta contro i Tokugawa. Costruì un nuovo castello ad Aizu,
attirando l'attenzione di Ieyasu, che lo convocò ad Osaka per
spiegazioni. Kagekatsu rifiutò così i Tokugawa pianificarono di
guidare un'armata di 50.000 uomini a nord contro di lui. Gli Uesugi
dovevano tenere occupato Tokugawa Ieyasu a combattere nel nord
distraendoli mentre Ishida Mitsunari attaccava da Osaka. Venuto a
conoscenza del piano, Ieyasu si concentrò su Osaka per affrontare
Mitsunari mentre due tra i suoi più fedeli e forti alleati, i
generali Mogami Yoshiaki e Date Masamune, avrebbero combattuto nel
nord nella regione di Tōhoku contro gli Uesugi. Kagekatsu intendeva
muovere le sue forze a sud, attaccando i Tokugawa da nord-est mentre
Ishida attaccava da ovest, ma fu sconfitto molto presto nello scontro
a nord, nell'assedio del suo castello di Shiroishi.
Dichiarando successivamente la sua
fedeltà ai Tokugawa dopo esser stato sconfitto, Kagekatsu divenne un
tozama, ossia un daimyō non alleato ai Tokugawa a
Sekigahara; gli fu assegnato il dominio di Yonezawa, che aveva una
rendita di 300.000 koku, nella regione di Tōhoku. Kagekatsu
combatté più tardi per lo shogunato Tokugawa contro il clan
Toyotomi nell'assedio di Osaka.
Kagekatsu morì a Yonezawa nel 1623 e
fu succeduto da suo figlio Uesugi Sadakatsu.
sabato 30 luglio 2016
Azai Nagamasa
Azai Nagamasa (浅井
長政; 1545 – 26 settembre 1573) è stato un
militare giapponese.
Come capo del clan Azai governò nella
parte settentrionale della provincia di Ōmi, a est del lago Biwa. Fu
alleato di Oda Nobunaga a partire dal 1564, e uno dei suoi nemici dal
1570 fino al 1573, anno in cui fu definitivamente sconfitto da
questi. Fu protagonista della battaglia del fiume Anegawa nel 1570 e
di numerosi assedi al castello di Odani (小谷城).
Biografia
Azai Nagamasa fu il figlio di Azai
Hisamasa, da cui prese le redini del clan nel 1560. Nagamasa combatté
con successo Rokkaku Yoshitaka e Saitō Tatsuoki tra il 1560 e il
1564. È ricordato come leader ispirato e fonte di motivazione.
Prese in sposa nel 1564 Oichi, sorella
di Nobunaga. In questo modo il capo del clan Oda sperava di ottenere
una valida alleanza con un clan che governava un territorio posto tra
lui e la capitale Kyoto. Nel 1570, però Oda Nobunaga dichiarò
guerra alla famiglia Asakura, alleata degli Azai fin dai tempi del
nonno di Nagamasa. Il conflitto improvviso divise i clan: Nagamasa,
in principio alleato con gli Oda, fu poi convinto dai suoi
sostenitori ad allearsi con gli Asakura in onore della tradizionale
fratellanza. La notizia rallentò un poco la marcia di Nobunaga verso
gli Asakura e la capitale, ma dopo pochi mesi, il condottiero era già
pronto ad affrontare la nuova minaccia.
Nell'estate del 1570, Oda Nobunaga e
Tokugawa Ieyasu schierarono un'armata di circa 20-30000 uomini nella
provincia di Omi contro gli Azai e gli Asakura. Gli eserciti si
scontrarono nella battaglia di Anegawa. La battaglia si svolse su due
fronti, Oda contro Azai, Tokugawa contro Asakura. Se pur in
inferiorità numerica le truppe di Nagamasa riuscirono a tenere a
bada le truppe degli Oda e sembrava quasi che potessero assicurarsi
la vittoria, quando però Tokugawa Ieyasu, dopo aver sbaragliato gli
Asakura, venne in aiuto a Nobunaga che riuscì ad ottenere la
vittoria.
Nel corso dei due anni successivi gli
Azai furono sotto costante attacco da parte degli Oda, che arrivarono
ad assediare il castello della capitale, Odani nel 1573. Non avendo
più speranze di vittoria Nagamasa inviò Oichi e le sue tre figlie
da Nobunaga e compì seppuku. Le donne furono risparmiate da
Nobunaga. Manpukumaru, l'unico erede maschio di Nagamasa, fu
giustiziato dal generale Toyotomi Hideyoshi per ordine di Nobunaga.
Le tre figlie di Nagamasa andarono in
spose ad uomini molto famosi:
- Chacha, o Yodo dono, fu la seconda moglie di Toyotomi Hideyoshi e madre del suo erede Hideyori.
- Hatsu, sposò il daimyo Kyogoku Takatsugu.
- Oeyo, o Sūgen'in, fu moglie del secondo shogun dei Tokugawa, Hidetada, e madre del suo successore Iemitsu.
Nella cultura di massa
Come in generale per tutti i samurai
protagonisti del periodo Sengoku, Azai Nagamasa è diventato
protagonista di vari giochi, specialmente videogames, in cui figura
come uno tra i vari personaggi. In particolare in Samurai Warriors
dove viene descritto come un vero eroe shakespeariano, combattuto
nella scelta di onorare il suo amore verso Oichi, o di preservare il
suo onore combattendo con gli Asakura conto il fratello acquisito
Nobunaga.
venerdì 29 luglio 2016
Naoe Kanetsugu
Naoe Kanetsugu (直江
兼続; 1559 – 23 gennaio 1620) è stato un samurai
giapponese vissuto dal periodo Sengoku a quello Edo. Figlio maggiore
di Higuchi Kanetoyo, Kanetsugu è noto per aver servito due
generazioni di daimyō Uesugi. È anche conosciuto con il suo titolo
di corte, Yamashiro no Kami (山城守)
o col suo nome di nascita, Higuchi Kanetsugu (樋口
兼続).
Kanetsugu servì prima Uesugi Kenshin
come koshō (小姓)
. Dopo la morte di Kenshin servì il suo figlio adottivo Kagekatsu.
Il fratello di Kanetsugu, Ōkuni Sanehiro, fu anch'egli un famoso
servitore Uesugi.
Biografia
Kanetsugu nacque come Yoroku (与六)
al castello di Sakato nella provincia di Echigo. Suo padre, Higuchi
Sōemon Kanetoyo era un vecchio servitore di Nagao Masakage, il
signore del castello di Sakato. Quando Yoroku raggiunse l'età adulta
sposò la prima cugina Osen da lato materno, la vedova del servitore
Uesugi Naoe Nobutsuna, e prese il nome della famiglia Naoe per
diventare il capo della famiglia poiché Osen non aveva avuto nessun
figlio dal precedente matrimonio e quindi non aveva nessun erede con
diritto di successione. Divenne consigliere Uesugi all'età di
ventidue anni, distinguendosi velocemente come un eccezionale
comandante, e fu coinvolto in molti scontri che ebbero luogo nella
costa del mar del Giappone con Sassa Narimasa e Maeda Toshiie.
Kanetsugu fu anche responsabile per le azioni del clan Uesugi contro
la coalizione Tokugawa durante le manovre che terminarono con la
battaglia di Sekigahara. Seguendo la resa del clan Uesugi ai Tokugawa
nel 1601, le loro proprietà furono trasferite sul più piccolo feudo
di Yonezawa, con entrate di 300.000 koku. A Kanetsugu fu garantito
uno stipendio prima del ritiro.
Dopo la morte
Dopo la sua morte, sua moglie Lady Osen
(お船),
come usanza di quel tempo, prese la tonsura, si tagliò i capelli e
divenne una monaca buddista. Il suo nome cambiò in Lady Teishin-ni
(貞心尼).
Teishin-ni aiutò comunque il giovane capo Uesugi, Uesugi Sadakatsu,
fino alla sua morte avvenuta nel 1637 ad 81 anni.
Personalità
Naoe Kanetsugu era rispettato per le
sue azioni. Ne "The Life of Toyotomi Hideyoshi" di Walter e
M.E. Dening si racconta di un aneddoto nel quale Hideyoshi, la cui
temporanea unificazione del Giappone aveva aperto la strada per lo
shogunato Tokugawa, decise di fare visita a Uesugi Kagekatsu, a quel
tempo signore di Kanetsugu, accompagnato da pochi servitori.
Quando ricevette la notizia, Kagekatsu
richiamò un consiglio per discutere su ciò che era meglio fare,
date le circostanze. La maggior parte dei consiglieri si schierò per
assassinare Hideyoshi, sostenendo che sarebbe stato di gran lunga il
modo più semplice di liberarsi di un pericoloso nemico. Ma Naoe
Kanetsugu condannò questo consiglio come indegno di un uomo che
teneva la posizione di Kagekatsu. «Hideyoshi viene tra noi senza
guardie» disse Kanetsugu, «è la prova del suo profondo rispetto
per il nostro signore. Con signori minori Hideyoshi non si esporrebbe
così tanto al pericolo. Sapendo che il nostro signore è un uomo di
nobile indole, si fida di noi. Se approfittiamo di questo e lo
uccidiamo, la storia della nostra viltà ed il tradimento sarebbe
tramandato ai posteri per la nostra vergogna eterna. No: lasciamo che
il nostro maestro incontri magnanimità con magnanimità; lasciamolo
avere udienza con Hideyoshi e vediamo se essi non riusciranno a
trovare a un accordo. Se non lo faranno, allora ci batteremo, ma non
prima Hideyoshi sia rispedito a casa».
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