giovedì 11 agosto 2016

Kyūjitai

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Kyūjitai (旧字体), letteralmente "forma antica dei caratteri", sono gli antichi kanji tradizionali della lingua giapponese, oltre 45000, derivati dagli ideogrammi cinesi. La relativa versione semplificata è costituita dagli shinjitai, "forma nuova dei caratteri", oggi comunemente utilizzati per scrivere in giapponese. I caratteri semplificati comparvero già secoli fa e si diffusero nella lingua scritta comune sia in Cina che in Giappone, anche se considerati poco eleganti, finché dopo la seconda guerra mondiale vennero ufficializzati in entrambi i paesi. In Giappone, fino all'approvazione, il 16 novembre 1946, della lista dei 1850 tōyō kanji semplificati per la stampa (poi sostituita dalla lista dei 1945 jōyō kanji nel 1981, ulteriormente modificata nel 2010), i kyūjitai erano noti come seiji (正字, "caratteri corretti") o seijitai (正字體). Anche dopo l'abbandono ufficiale della forma tradizionale, i kyūjitai furono ancora usati spesso nella stampa durante tutti gli anni cinquanta a causa del ritardo nel rinnovamento dei set tipografici. I kyūjitai vengono talvolta utilizzati ancora oggi da alcuni autori, dal momento che il loro uso non è vietato, ma solo deprecato. Ad esempio, i caratteri kyūjitai sono ancora frequenti nei nomi propri di persona, ed integrano i 293 jinmeiyō kanji, i caratteri comunemente usati per i nomi propri.


mercoledì 10 agosto 2016

Ashina Morishige

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Ashina Morishige (蘆名 盛隆; 1575 – 8 novembre 1631) è stato un daimyō giapponese del periodo Sengoku, appartenente al clan Ashina.
Morishige era il secondo figlio di Satake Yoshishige ed era conosciuto anche come 'Yoshihiro'. Nel 1587 sposò la figlia di Ashina Moritaka. La sua successione come daimyō degli Ashina dopo l'assassinio di Moritaka creò conflitti all'interno del clan e una serie di servitori si avvicinò ai Date, che si erano offerti per fornire un erede. Così gli Ashina e i Satake si allearono contro il clan Date e si scontrarono contro quest'ultimi nella battaglia di Hitadori nel 1585. Il fallimento di quella campagna e problemi interni al clan consentirono a Date Masamune di mettere fine agli Ashina. Date Masamune sconfisse Morishige nella battaglia di Suriagehara e successivamente catturò Kurokawa (1589). A Morishige fu permesso di andare in ritiro nella provincia di Hitachi dal clan Satake.


martedì 9 agosto 2016

Naoe Kanetsugu

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Naoe Kanetsugu (直江 兼続; 1559 – 23 gennaio 1620) è stato un samurai giapponese vissuto dal periodo Sengoku a quello Edo. Figlio maggiore di Higuchi Kanetoyo, Kanetsugu è noto per aver servito due generazioni di daimyō Uesugi. È anche conosciuto con il suo titolo di corte, Yamashiro no Kami (山城守) o col suo nome di nascita, Higuchi Kanetsugu (樋口 兼続).
Kanetsugu servì prima Uesugi Kenshin come koshō (小姓) . Dopo la morte di Kenshin servì il suo figlio adottivo Kagekatsu. Il fratello di Kanetsugu, Ōkuni Sanehiro, fu anch'egli un famoso servitore Uesugi.

Biografia

Kanetsugu nacque come Yoroku (与六) al castello di Sakato nella provincia di Echigo. Suo padre, Higuchi Sōemon Kanetoyo era un vecchio servitore di Nagao Masakage, il signore del castello di Sakato. Quando Yoroku raggiunse l'età adulta sposò la prima cugina Osen da lato materno, la vedova del servitore Uesugi Naoe Nobutsuna, e prese il nome della famiglia Naoe per diventare il capo della famiglia poiché Osen non aveva avuto nessun figlio dal precedente matrimonio e quindi non aveva nessun erede con diritto di successione. Divenne consigliere Uesugi all'età di ventidue anni, distinguendosi velocemente come un eccezionale comandante, e fu coinvolto in molti scontri che ebbero luogo nella costa del mar del Giappone con Sassa Narimasa e Maeda Toshiie. Kanetsugu fu anche responsabile per le azioni del clan Uesugi contro la coalizione Tokugawa durante le manovre che terminarono con la battaglia di Sekigahara. Seguendo la resa del clan Uesugi ai Tokugawa nel 1601, le loro proprietà furono trasferite sul più piccolo feudo di Yonezawa, con entrate di 300.000 koku. A Kanetsugu fu garantito uno stipendio prima del ritiro.

Dopo la morte

Dopo la sua morte, sua moglie Lady Osen (お船), come usanza di quel tempo, prese la tonsura, si tagliò i capelli e divenne una monaca buddista. Il suo nome cambiò in Lady Teishin-ni (貞心尼). Teishin-ni aiutò comunque il giovane capo Uesugi, Uesugi Sadakatsu, fino alla sua morte avvenuta nel 1637 ad 81 anni.

Personalità

Naoe Kanetsugu era rispettato per le sue azioni. Ne "The Life of Toyotomi Hideyoshi" di Walter e M.E. Dening si racconta di un aneddoto nel quale Hideyoshi, la cui temporanea unificazione del Giappone aveva aperto la strada per lo shogunato Tokugawa, decise di fare visita a Uesugi Kagekatsu, a quel tempo signore di Kanetsugu, accompagnato da pochi servitori.
Quando ricevette la notizia, Kagekatsu richiamò un consiglio per discutere su ciò che era meglio fare, date le circostanze. La maggior parte dei consiglieri si schierò per assassinare Hideyoshi, sostenendo che sarebbe stato di gran lunga il modo più semplice di liberarsi di un pericoloso nemico. Ma Naoe Kanetsugu condannò questo consiglio come indegno di un uomo che teneva la posizione di Kagekatsu. «Hideyoshi viene tra noi senza guardie» disse Kanetsugu, «è la prova del suo profondo rispetto per il nostro signore. Con signori minori Hideyoshi non si esporrebbe così tanto al pericolo. Sapendo che il nostro signore è un uomo di nobile indole, si fida di noi. Se approfittiamo di questo e lo uccidiamo, la storia della nostra viltà ed il tradimento sarebbe tramandato ai posteri per la nostra vergogna eterna. No: lasciamo che il nostro maestro incontri magnanimità con magnanimità; lasciamolo avere udienza con Hideyoshi e vediamo se essi non riusciranno a trovare a un accordo. Se non lo faranno, allora ci batteremo, ma non prima Hideyoshi sia rispedito a casa».

lunedì 8 agosto 2016

Ōuchi Yoshitaka

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Ōuchi Yoshitaka (大内 義隆; 18 dicembre 1507 – Nagato, 30 settembre 1551) fu daimyō di Suo.

Biografia

Figlio di Ōuchi Yoshioki, nel 1522 partecipò con il padre alla guerra contro il clan Amago per il controllo della provincia di Aki, succedette al padre (morto nel 1528) come capo del clan Ōuchi.
Negli anni '30 guidò un'azione militare nel nord di Kyūshū e, sconfiggendo il clan Shoni, acquisì il controllo dell'area. Nel 1540 riprese la lotta contro gli Amago per il controllo della provincia di Aki.
L'invasione della provinicia di Izumo si concluse disastrosamente con la morte del figlio adottivo di Yoshitaka, Ōuchi Harumochi, e di molti dei soldati inviati contro Amago Haruhisa. Dopo la sconfitta smise di coltivare l'ambizione di espandere i suoi domini e si dedicò alle arti e alla cultura.
I suoi seguaci s divisero in due fazione: una guidata da Sagara Taketo, che auspicava al mantenimento della pace e al consolidamento del potere nelle terre conquistate, e una che faceva capo a Sue Harukata, che propugnava la ripresa della guerra di espansione: Ōuchi Yoshioki scelse come consiglieri i primi, causando la ribellione di Sue Harukata che cercò di prendere il controllo del clan.
Avendo il controllo delle truppe, Sue ebbe facilmente la meglio su Yoshioki e lo costrinse a commettere seppuku.

domenica 7 agosto 2016

Imagawa Yoshimoto

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Imagawa Yoshimoto (今川 義元; 1519 – 12 giugno 1560) è stato un militare giapponese. Appartenente al clan Imagawa e residente nella provincia di Suruga, fu uno dei tre daimyō (signori feudali) che dominavano sulla parte orientale del Giappone, e uno dei più importanti daimyō della prima parte del periodo Sengoku.

Biografia

Quinto figlio di una famiglia numerosa fu mandato ancora bambino in un tempio dove il suo nome venne cambiato in Baigaku Shōhō, ma quando suo fratello maggiore Ujiteru morì, forse avvelenato, i suoi diritti ereditari vennero minacciati dal suo fratellastro Genkou Etan provocando così una spaccatura all'interno della sua famiglia in due fazioni contrapposte a sostegno dei due pretendenti. La fazione favorevole a Yoshimoto sosteneva che poiché la madre di quest'ultimo era la legittima consorte del capo clan, egli fosse il diretto erede; d'altro canto la fazione a sostegno di Genkō Etan, sosteneva che essendo questi il più anziano fosse il più appropriato a guidare la famiglia. Dopo essere riuscito ad ottenere il controllo della sua famiglia, Yoshimoto sposò la figlia di Takeda Nobutora alleandosi con la sua famiglia e guadagnando così il controllo di una vasta area comprendente le province di Suruga, Totomi e Mikawa.
In seguito strinse una triplice alleanza con il clan Takeda, gli Hōjō e con Tokugawa Ieyasu, con il quale mosse verso la capitale Kyōto. Tuttavia, nonostante fosse a capo di un imponente esercito, venne arrestato lungo la marcia dall'allora giovane ma astuto Oda Nobunaga che lo sconfisse ed uccise nella battaglia di Okehazama. Tradito dallo stesso Togukawa, il clan di quest'ultimo, i Matsudaira, si dichiararono indipendenti dal clan di Imagawa alleandosi con Nobunaga e il clan Oda.

sabato 6 agosto 2016

Yoshikage Asakura

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Asakura Yoshikage (朝倉 義景 Asakura Yoshikage; 12 ottobre 1533 – 16 settembre 1573) è stato un politico giapponese.

Biografia

Nato a Ichijodani Echizen divenne celebre come daimyō del periodo Sengoku.

venerdì 5 agosto 2016

Ashikaga Yoshiaki

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Ashikaga Yoshiaki (足利 義昭; 5 dicembre 1537 – 9 ottobre 1597) è stato un militare giapponese. Figlio di Ashikaga Yoshiharu e fratello di Ashikaga Yoshiteru, fu il quindicesimo e ultimo shōgun dello shogunato Ashikaga.
Nel 1568, Ashikaga Yoshihide era stato nominato nuovo shōgun, ma tale titolo non aveva ormai più alcun valore, e Yoshihide non era neanche riuscito a entrare nella capitale Kyōto; Yoshiaki, ritenendo la nomina di Yoshihide illegittima in quanto orchestrata dagli assassini di suo fratello Yoshiteru, e sostenendo perciò di essere il legittimo erede allo shogunato, si recò a Gifu dove chiese l'aiuto militare di Oda Nobunaga, daimyō della provincia di Owari le cui recenti vittorie gli avevano fatto guadagnare una crescente fama nel Paese. Nobunaga colse l'occasione di avere insieme la capitale e lo shōgun come suo alleato, così accettò la richiesta di Yoshiaki e mosse rapidamente le sue armate contro Rokkaku Yoshikata, che si opponeva a Yoshiaki, per poi dirigersi verso Kyōto, difesa dal clan Miyoshi, di cui ebbe facilmente ragione. Yoshiaki fu nominato shōgun e propose a Nobunaga la carica di kanrei, ma questi rifiutò.
Nel tempo fu sempre più chiaro che pur non ricoprendo alcuna carica ufficiale Nobunaga aveva intenzione di manipolare Yoshiaki per giustificare le sue conquiste; segretamente, Yoshiaki raccolse vari altri daimyō in un'alleanza contro di lui. Storicamente il clan Oda era subordinato al clan Asakura, perciò quando Nobunaga invase i territori degli Asakura il clan Azai, da molto tempo alleato con gli Asakura, si schierò contro Nobunaga, e l'alleanza contro di lui colse l'occasione per intervenire. Nel 1570, nella battaglia di Anegawa, Nobunaga ebbe ragione delle forze alleate di Azai e Asakura. Il capo della fazione anti-Nobunaga, Takeda Shingen, su pressione dello shōgun marciò contro la capitale nel 1572, sconfiggendo l'esercito guidato da Tokugawa Ieyasu nella battaglia di Mikatagahara; tuttavia, Shingen morì prima di arrivare a Kyōto, nel 1573, e il clan Takeda si ritirò.
Ormai evidente, l'ostilità tra Yoshiaki e Nobunaga sfociò in guerra aperta nel 1573, ma le deboli armate che lo shōgun riuscì a raccogliere furono rapidamente sconfitte da Nobunaga, e Yoshiaki fu esiliato. Sebbene Yoshiaki abbia continuato a mantenere ufficialmente il titolo di shōgun fino al 1588, lo shogunato Ashikaga si considera caduto dal 27 agosto 1573.
Toyotomi Hideyoshi, il generale di Nobunaga che continuò la sua opera di unificazione del Giappone, chiese in seguito a Yoshiaki di adottarlo e consentirgli di legittimare la sua autorità diventando il nuovo shōgun, ma Yoshiaki rifiutò.

giovedì 4 agosto 2016

Fukushima Masanori

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Fukushima Masanori (福島 正則; 1561 – 1624) è stato un generale giapponese e un daimyō, al servizio dei Tokugawa.
Ostile a Ishida Mitsunari simpatizzò subito per Ieyasu Tokugawa; Ishida con un pretesto bruciò il castello di Masanori; durante la battaglia di Sekigahara sferrò il primo attacco alle truppe di Ukita rimanendo in prima linea per tutto il tempo. Vinta la battaglia e catturato Ishida, Masanori ebbe l'onore e il piacere di decapitare l'odiato daimyo a Kyoto insieme ad Anko e Konishi.
Possedeva una delle tre grandi lance del Giappone: Nihongo, o Nippongo (日本号). Usata un tempo nel Palazzo Imperiale, la Nihongo è stata poi posseduta da Masanori Fukushima, per poi passare in mano a Tahei Mori. È stata recuperata, restaurata ed ora si trova al The Fukuoka City Museum.

mercoledì 3 agosto 2016

Konishi Yukinaga

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Konishi Yukinaga (小西 行長; 1555 – Kyoto, 6 novembre 1600) è stato un militare giapponese cristiano, daimyō sotto Toyotomi Hideyoshi.

Biografia

Yukinaga era figlio di un ricco mercante, o forse di uno speziale, chiamato Ryusa Konishi, di Sakai. Entrambi i genitori erano cristiani, battezzati coi nomi di Gioacchino e Maddalena. Era il secondogenito della coppia e il suo nome d'infanzia pare fosse Yakuro.
Nel 1581 a ventisei anni si fece battezzare col nome di Agostino e l'anno seguente, nel 1582, entrò al servizio della famiglia Ukita. Durante la campagna per la conquista del Kyushu nel 1587, Hideyoshi lo notò per le capacità di comando e, dopo che Yukinaga costrinse alla resa la provincia di Higo, lo ricompensò con un lauto feudo in quella zona per un ammontare di 240000 koku, e il castello di Udo. L'altra metà di Higo fu affidata a Kato Kyomasa, fervente buddista zen, e fra i due non corse mai buon sangue.
Nonostante si opponesse all'invasione giapponese della Corea, fu nominato comandante della spedizione assieme al suo rivale Kato Kyomasa. Svolse un ruolo importante nella conquista di Seul, di Pusan e nella difesa di Pyongyang. Nel 1595 cercò di intraprendere, assieme a Ishida Mitsunari, una trattiva di pace con l'impero cinese, che era intervenuto nella guerra a fianco della Corea. L'indifferenza di Hideyoshi fece tuttavia fallire i negoziati e Yukinaga si imbarcò per la seconda spedizione coreana nel 1597.
Nel 1598, alla morte di Toyotomi Hideyoshi, Yukinaga si fece sempre più vicino ai lealisti dei Toyotomi e nella primavera del 1600, allo scoppio della guerra, palesò la sua alleanza a Ishida, essendo anche uno dei suoi più fidati amici. Yukinaga assistette alla disfatta di Sekigahara, e alla fine della giornata cercò di fuggire sul monte Ibuki, ma fu consegnato alle forze di Tokugawa Ieyasu dagli abitanti del villaggio in cui aveva cercato rifugio.
Portato a Kyoto, gli fu offerta la possibilità di fare seppuku, ma essendo cristiano rifiutò. Fu decapitato il sei novembre 1600, subito dopo Ishida Mitsunari, e morì pregando.

martedì 2 agosto 2016

Film gongfu

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Film gongfu, o Gongfu movie, o anche Gongfupian in cantonese, è un genere cinematografico in cui gli scontri fra il protagonista ed i suoi nemici si svolgono a distanza ravvicinata e con l'uso di tecniche ispirate da arti marziali reali. I film gongfu sono caratterizzati dall'esclusivo uso di tecniche a mani nude, o al massimo con poche armi bianche.


Struttura

Il film gongfu si basano quasi esclusivamente sulla vendetta. Il protagonista subisce un torto da uno o più nemici, e dovrà vendicarsi.
Una particolare variante è quella tipicamente cinese chiamata "scuole rivali", in cui non è solo il protagonista a subire il torto bensì l'intera scuola marziale a cui appartiene. La vendetta non sarà quindi personale, ma servirà a riscattare la propria scuola e quindi il proprio maestro. Un esempio classico del genere è Dalla Cina con furore (Jing wu men, 1972) di Lo Wei con Bruce Lee.
Un'altra variante è quella sportiva, nata ad Hong Kong ma sviluppatasi negli USA. Il percorso della vendetta, infatti, si svolge in questo caso sul ring, dove il protagonista è di solito un combattente professionista battuto (o più spesso umiliato) da un contendente al titolo. In questi casi la vendetta sarà agonistica. Un esempio tipico è Senza esclusione di colpi 2 (American Kickboxer, 1991) di Frans Nel con John Barrett (malgrado il titolo italiano, il film non ha niente a che vedere con Senza esclusione di colpi).


Storia

Differenze fisiche

I gongfu sono da dividere in due grandi sezioni:
  • gongfu orientali (Hong Kong, Corea del Nord, ecc.)
  • gongfu occidentali (USA)
Le differenze culturali e fisiche fra Oriente ed Occidente, infatti, fanno sì che titoli racchiusi nello stesso genere siano diametralmente opposti. Gli atleti occidentali sono più sviluppati fisicamente, sono più alti, hanno più muscoli rispetto ai colleghi orientali, ma proprio per questo pesano molto di più, e l'abilità acrobatica che contraddistingue gli atleti asiatici è del tutto impossibile per un atleta occidentale. Quest'ultimo, così, punterà tutto su un combattimento con meno tecniche ma dotate di maggiore potenza fisica, al contrario di un atleta orientale che invece porta a segno decine e decine di tecniche.
L'uso del ralenti, l'esecuzione cioè al rallentatore di un colpo, è una tecnica scarsamente usata nei primi film asiatici, o comunque usata nella modalità ralenti a scatti; questo modo di ripresa invece è stato esaltato dal cinema occidentale, perché il fisico degli atleti è possente e rende bene al rallentatore, e soprattutto maschera il fatto di aver portato a segno poche tecniche. Malgrado questa pratica abbia attecchito nei film asiatici più moderni, lo stesso è poco usata. Anzi, moltissimi dei primi film di arti marziali cinesi erano "velocizzati", per permettere agli atleti di combattere più lentamente davanti alla macchina da presa ed evitare incidenti sul set.



Gongfu orientali

I primordi
Malgrado le arti marziali a mani nude siano state mostrate dall'attore simbolo cinese Kwan Tak Hing nella sua lunghissima serie di film su Wong Fei Hung, convenzionalmente si indica ne La morte nella mano (Long hu dou - The Chinese Boxer, 1970) il primo gongfu orientale propriamente detto. Diretto da Wang Yu (in collaborazione con Wu Yusen), divenuto celebre con una fortunata serie di wuxia, il film è il primo a basarsi interamente su combattimenti a mani nude. In realtà lo stesso anno escono La strada del massacro (Long hu dou - From the Highway) di Chang Tseng-chai e Vengeance! (Bo sau) di Chang Cheh, altri film che si possono definire gongfu. Indipendentemente da quale sia stato il primo, è il 1970 l'anno di nascita del gongfu orientale inteso come fenomeno di massa e primo, reale successo.
La florida cinematografia di Hong Kong fa sì che già dal 1971 escano molti titoli di questo nuovo genere. Lo Wei gira il suo primo gongfu con Il furore della Cina colpisce ancora (Tang shan da xiong - The Big Boss), mentre Chang Cheh, più stimato e famoso, sfrutta il nuovo genere con ben 2 titoli: I 4 del Drago Nero (Da jue dou - Duel of the Iron Fist) e Massacro di uomini violenti (Kuen gik - Duel of Fists). Questi ed altri tanti titoli, comunque, rimangono strettamente legati al mercato del sud-est asiatico.


Primi successi
Il primo film di Gongfu che riscuote successo internazionale è Il Furore della Cina colpisce ancora con Bruce Lee, distribuito a Beirut con qualche mese di anticipo sul film che farà conoscere il gongfu in tutto il mondo: Cinque dita di violenza (Tian xia di yi quan - Five Fingers of Death), venduto per una cifra risibile dagli Shaw Brothers di Hong Kong alla Warner Bros statunitense, poiché in Asia non era stato un successo e dunque i diritti costavano molto meno del film con Lee che invece aveva frantumato tutti i record locali. Distribuito in Occidente all'inizio del 1973, il film regala all'attore protagonista, Lo Lieh (vero nome: Wang Li Da, 1939-2002) specializzato di solito in ruoli da "cattivo", una piccola notorietà in Occidente, al punto da consentirgli di apparire in due coproduzioni internazionali (il burlesco Crash! Che botte..., di Bitto Albertini, con gli italiani Sal Borgese e Antonio Cantafora; il western-spaghetti Là dove non batte il sole, 1974, di Antonio Margheriti, con l'icona del filone Lee Van Cleef), che non gli consentiranno di divenire una star di prima grandezza al di fuori del circuito asiatico. L'alta dose di violenza dei combattimenti del film (violenza che fa sorridere il pubblico smaliziato del 2000) fa vendere il film in tutti i Paesi del mondo, lasciato di stucco i produttori di Hong Kong. In primis Run Run Shaw, nei cui studios questo e centinaia di altri film di arti marziali furono girati, il quale, in un'intervista rilasciata alla scrittrice e giornalista Oriana Fallaci nel 1973, non fa mistero di reputare Cinque dita di violenza uno dei suoi titoli minori, di routìne (infatti il film non comparve nemmeno fra i primi dieci maggiori incassi di Hong Kong della sua epoca, quantunque avesse una trama più arzigogolata della media e palesemente debitrice al western, sia americano che italiano). I produttori di Hong Kong e Taiwan, però, non rimangono certo con le mani in mano. Vista la richiesta crescente, inondano il mercato mondiale di film gongfu, essendo specializzati nel girare film in tempi brevissimi, spesso con denari anticipati dai distributori europei ed occidentali in genere, tanto che non pochi dei titoli più dozzinali furono realizzati alla svelta principalmente per l'Occidente (è il caso della lunga serie di pellicole coi sosia di Bruce Lee, prodotte a catena tra Taiwan ed Hong Kong dal 1974 fino ai primi anni Ottanta). Sempre nel 1972, il prolifico Chang Cheh (solo per citare uno degli autori migliori) si fa in 3: fa uscire infatti Il Drago si scatena (Ma yong zhen - Boxer From Shantung), I kamikaze del karate (Chou lian hu an - Man of Iron) e I 4 scatenati di Hong Kong (Si qi shi - Four Riders). Titoli molto violenti e pessimisti, caratterizzati dalla morte in battaglia dei loro eroi disperati, quasi sempre sventrati (il cosiddetto "gut-spilling-fight", combattimento con le budella di fuori) eppure ancora in piedi per combattere fino alla fine, in pellicole che usciranno anche in Italia nel 1973-74.
Anche Lo Wei gira un altro gongfu, destinato a diventare leggenda: Dalla Cina con furore, che lancia Bruce Lee nell'olimpo delle stelle del cinema. Peraltro l'unico gongfu di Lee, unitamente al citato Il Furore della Cina colpisce ancora, ad uscire nelle nostre sale mentre l'attore è ancora in vita, sebbene i due titoli usciranno qui in ordine inverso. Da notare che furono entrambi scritti da I Kuang, il più prolifico sceneggiatore del filone, quantunque non accreditato nei titoli.
Il 1973 vede la consacrazione del genere gongfu, sia in patria con L'urlo di Chen terrorizza anche l'Occidente (Meng long guojiang - The Way of Dragon), prima regia di Bruce Lee e suo maggiore incasso locale (oltre cinque milioni di dollari di Hong Kong), sia nel mondo, con l'esplosione a valanga del filone e l'uscita del primo gongfu coprodotto da Hollywood, il campione d'incassi I tre dell'Operazione Drago (Enter the Dragon-Long zheng hu dou, di Robert Clouse), destinato a consacrare Bruce Lee in America dopo gli anni frustranti della gavetta hollywoodiana; ma è anche, per paradosso, l'anno d'una violenta battuta d'arresto, proprio con la morte di Lee, a soli 32 anni in circostanze mai del tutto chiarite. Il vuoto lasciato dall'attore è incolmabile, le decine e decine di pellicole che invadono il mercato non soddisfano il pubblico perché mancano del carisma internazionale del protagonista, capace di trascendere barriere etniche e culturali e "bucare" gli schermi ovunque. La distribuzione di vecchi film wuxia "mascherati" da gongfu non fa che peggiorare le cose, come pure l'abuso del nome di Bruce Lee e del suo personaggio nel citato Dalla Cina con furore, Chen, infilati dai distributori occidentali nei titoli di filmetti di arti marziali che nulla hanno a che vedere con l'attore.
Decine di registi improvvisati non fanno che dare colpi mortali al genere (si pensi ai titoli minori interpretati dai sosia di Bruce Lee, ossia Bruce Li, Bruce Lai, Dragon Lee e affini, che confonde il pubblico e certo non rende un buon servigio alla memoria dello scomparso divo, il quale non di rado verrà confuso dal pubblico meno attento coi suoi epigoni; solo il tempo avrebbe fatto giustizia).
Lo stesso pubblico di Hong Kong, per qualche anno, sembra dimenticare Bruce Lee, il suo unico divo mondiale, e le pellicole americane tornano a farla da padrone al box-office locale, dopo essere state ripetutamente relegate in secondo piano dai successi a catena del Piccolo Drago. Inoltre sull'industria del gongfu pesa un certo discredito che le autorità locali e la stampa scandalistica alimentano, accusando il genere di aver incrementato la delinquenza nelle strade di Hong Kong e lasciando che il nome di Lee venga legato alla droga per via della misteriosa morte del divo, sebbene le sue abitudini salutiste fossero largamente note. In ogni caso, la vita e, soprattutto, la morte di un singolo uomo, influiscono su un'intera industria prossima al collasso e nessuno dei tentativi di internazionalizzare altre, a loro modo, leggendarie star del gongfu come Wang Yu, Ti Lung e David Chiang, va in porto. In Europa e Stati Uniti, il pubblico preferirà rivedere ad oltranza le riedizioni dei successi di Bruce Lee (in un cinema di New York, Dalla Cina con furore stabilisce un record di presenze che sarà eguagliato soltanto da Beverly Hills Cop molti anni dopo; I tre dell'Operazione Drago verrà proiettato in Grecia per ben quattordici anni; in Italia, nel 1982, la riedizione dei gongfu di Lee batte i film del momento per numero di spettatori nelle sale) piuttosto che applaudire un nuovo attore cinese. Una love-story, quella tra il pubblico occidentale e l'idolo cinese, destinata a ripetersi anche nel ventennale della sua scomparsa, il 1993, quando l'uscita della biografia hollywoodiana Dragon-The Bruce Lee Story, di Rob Cohen, un film a basso costo senza attori di spicco, supererà all'uscita americana l'incasso del contemporaneo mega-kolossal Last Action Hero col nuovo eroe del cinema muscolare, Arnold Schwarzenegger. Il solo nome di Bruce Lee basta al pubblico occidentale per correre nelle sale.
Ma a Hong Kong è tutt'altra storia.
Nel 1978 il coreografo dei combattimenti Woo-ping Yuen decide di esordire alla regia. Ma il genere ormai ristagna e decide di lanciare un volto nuovo. Chiama così un attore-stuntman ancora sconosciuto: Jackie Chan. Chan lavora nel cinema da anni ormai, e lo stesso Lo Wei aveva cercato di lanciarlo come "erede di Bruce Lee" ne Il ritorno di palma d'acciaio (Xin ching-wu men - New Fist of Fury, 1976), film che si pone come séguito ideale di Dalla Cina con furore. Malgrado però Chan abbia all'attivo più di 30 film, è ancora uno sconosciuto ad Hong Kong ed è considerato già "bruciato" (il giovane attore, deluso dai molti insuccessi, sta meditando di cambiare mestiere e trasferirsi in Australia dove i suoi genitori si sono trasferiti già da tempo). Yuen "affitta" Chan da Lo Wei, al quale l'attore è legato da un contratto-capestro per ora infruttuoso, e dirige così Il serpente all'ombra dell'aquila (She xing diao shou - Snake in the Eagle's Shadow), con Jackie Chan protagonista e Siu Tien Yuen (padre del regista) come co-protagonista. Il film, modestissimo nei mezzi e nella trama, ottiene un buon successo proprio grazie alla simpatia sfrontata del suo quasi imbelle protagonista, e fa conoscere al pubblico asiatico il genere gongfu comedy. Non è la prima volta che un certo umorismo un po' demistificatorio pervade il genere, ma è certamente la prima in cui un vasto successo arride ad un titolo che si pone in antitesi al tradizionale gongfu il pubblico, soprattutto quello più giovane, apprezza in Jackie Chan un tipo di eroe maldestro, immaturo ed irriverente, pronto alla battuta e alla fuga più di quanto non lo sia alla lotta, a meno che non vi sia proprio costretto.
È il solo modo che il cinema delle arti marziali ha per rinnovare i suoi fasti, almeno in casa: non cercare un nuovo Bruce Lee, impresa impossibile (contro la quale si scornerà negli anni '90 persino il pur bravo Jet Li), ma andare all'opposto. Dalla violenza alla risata, in un cammino analogo a quello compiuto da un genere "cugino": il western italiano (non a caso Chan si ispirerà, per sua stessa ammissione, a Bud Spencer e Terence Hill, oltre che ai classici del muto come Chaplin e Keaton).


Jackie Chan ed il gongfu comedy
Il primo film comico sulle arti marziali è convenzionalmente indicato in The Spiritual Boxer (Shen da, 1975) di Liu Chia-lang, ma il film di Yuen vede nella bravura atletica ed acrobatica di Jackie Chan l'elemento vincente.
Lo stesso anno lo stesso identico cast artistico e tecnico gira Drunken Master (Jui kuen). Chan diventa così una star, non cercando di imitare Bruce Lee, bensì allontanandosene completamente. Mentre Lee è carismatico, serio e marziale, Chan è sornione, giocoso e gioviale. Il film supera ad Hong Kong i record stabiliti da Lee.
L'anno successivo Chan è già regista, con The Fearless Hyena (Hsiao chuan yi chao), che uscirà in Italia nell'estate del 1982 come Jacky Chan la mano che uccide, passando inosservato; ma è solo nel 1980 con Il ventaglio bianco (Shi di chu ma - The Young Master) che diventa famoso a livello internazionale come regista di sé stesso. Lui, infatti, insieme ai suoi amici Yuen Biao e Sammo Hung, per tutti gli anni ottanta daranno lustro e vigore ad un genere ormai agonizzante.


Jet Li ed i gongfu cinesi
Negli anni '80 si afferma anche Jet Li che, a differenza dei suoi colleghi, è nato a Pechino e quindi proviene dalla Repubblica popolare cinese, culturalmente e commercialmente diversa da Hong Kong. Jet Li è un ex campione di Wushu quando approda al cinema, con una fortunata (in patria) serie di 3 film sul tempio di Shaolin, che gli vengono cuciti su misura dal governo di Pechino desideroso di espandersi sui mercati.
Ma gli anni del successo fuori casa, dopo alcuni infausti tentativi, per Li arrivano con l'inizio degli anni '90, quando, nell'ambito dell'apertura verso l'estero del governo cinese (del quale il campione di ginnastica è espressione e prodotto appoggiato da poteri forti), viene diretto da registi del calibro di Stanley Tong, Tsui Hark e Corey Yuen, i migliori dell'Asia. L'uso massiccio dei cavi e eccessivi "voli" che Li compie, fanno transitare i suoi film a metà strada fra il wuxia ed il gongfu, ma sicuramente i suoi combattimenti a mani nude danno nuova linfa al genere marziale, anche se non ha mai praticato Kung-Fu, bensì Wushu.
Col finire degli anni '90, però, Jet Li collabora sempre più spesso con gli USA, abbandonando quindi il genere marziale se non per pochi combattimenti di breve durata ed elaborati al computer, il che opacizza il suo talento, frustrando il suo intento di superare Bruce Lee. Con gli anni '90, tuttavia, inizia anche la riscoperta critica e filologica del genere attraverso libri ed articoli di giovani studiosi che mettono ordine nel caos distributivo di titoli e nomi (in Italia è lo sceneggiatore Lorenzo De Luca a fare da apripista con quattro libri seminali, numerosi articoli, partecipazioni a programmi radiotelevisivi ed infine anche un documentario, Dragonland, del 2010, da lui scritto e diretto, summa di numerose interviste che l'autore ha raccolto negli anni a personaggi viventi e nel frattempo scomparsi quali Jackie Chan, Brandon Lee, Gordon Liu, Lau Kar Leung e molti altri). Ma l'ondata è internazionale, giacché anche in Francia, America e Giappone escono altre pubblicazioni quasi contemporanee che storicizzano il filone come sarebbe stato impensabile fare negli anni '70, quando la critica ufficiale lo snobbava.




Nomi principali
Alcuni nomi dei principali interpreti di gongfu orientali. Da notare come il declino del genere, l'avanzata età ed in alcuni casi la morte, abbiano impedito a questi attori di continuare l'attività di attori marziali. Molti, però, sono diventati coreografi dei combattimenti.
  • Yuen Biao
  • Jackie Chan
  • Sammo Hung
  • Philip Kwok
  • Bruce Lee
  • Jet Li
  • Lo Lieh
  • Ti Lung
  • Fu Sheng (o Alexander Fu Sheng)
  • Ho Chung Tao (o Bruce Li)
  • Yuen Wah
  • Donnie Yen
  • Bolo Yeung
  • Wang Yu (o Jimmy Wang Yu)
  • Phillip Rhee






lunedì 1 agosto 2016

Yoshiaki Mogami

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Mogami Yoshiaki (最上義光; 1 febbraio 1546 – 29 novembre 1614) è stato un daimyō giapponese del clan Mogami durante il periodo Sengoku.

Biografia

Mogami Yoshiaki fu il primo figlio di Mogami Yoshimori (最上義守) del clan Mogami e succedette al padre come daimyō di Dewa. Durante i primi anni si scontrò ripetutamente con i clan Date e Uesugi nelle zone di Shōnai e Semboku per espandere l'area di influenza del clan.
Quando venne al potere Toyotomi Hideyoshi, Yoshiaki si sottomise, ma divenne in seguito un sostenitore di Tokugawa Ieyasu dopo la morte di Hideyoshi. Era noto odiasse i Toyotomi poiché Hideyoshi ordinò l'esecuzione della figlia adolescente di Yoshiaki (Komahime) quando eliminò il nipote Toyotomi Hidetsugu, con il quale era impegnata la ragazza. Dopo di questi fatti mandò il suo secondo figlio, Iechika, come ostaggio ai Tokugawa e si avvicinò a Tokugawa Ieyasu.
Nel 1600 combatté contro Uesugi Kagekatsu, nemico dei Tokugawa, assieme a Date Masamune (suo nipote), un altro potente daimyō del lontano nord. Portò aiuto al clan Date nell'assedio di Shiroishi, e fu poi attaccato nel suo castello di Hataya. Più tardi quell'anno, Mogami e Date sostennero Ieyasu alla famosa battaglia di Sekigahara, dopo della quale il dominio dei Mogami fu ampliato a 520.000 koku come ricompensa della loro fedeltà.
Questo rese il dominio di Yamagata il quinto più grande nel Giappone dell'epoca, escludendo la terra dei Tokugawa.
Morì nel castello di Yamagata nel 1614. A Yamagata è presente il museo storico di Mogami Yoshiaki, appena fuori dalla grande porta orientale del castello di Yamagata, nella quale mostra il suo elmo, il bastone di comando di battaglia e gli altri attrezzi effettivamente utilizzò.

Eredità

Mogami Yoshiaki stabilì e costruì la città del castello, che divenne il fondamento della città di oggi Yamagata. Riuscì a controllare i "Tre Luoghi Difficili" sul fiume Mogami, rendendo più sicura la navigazione dal Mare del Giappone all'entroterra e portando la cultura di Kyōto e Osaka a Yamagata. I suoi progetti di costruzione delle dighe a Kitadaseki, Inabazeki e in altri luoghi assieme ad altre misure di controllo dell'irrigazione contribuirono a sviluppare le coltivazioni di riso nella pianura di Shōnai.

domenica 31 luglio 2016

Uesugi Kagekatsu

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Uesugi Kagekatsu (上杉 景勝; 8 gennaio 1556 – 19 aprile 1623) è stato un samurai e daimyō giapponese durante i periodi Sengoku ed Edo.

Primi anni

Kagekatsu era figlio di Nagao Masakage, capo del clan Ueda e zio della sorella maggiore di Uesugi Kenshin, Aya-Gozen. Quando suo padre morì fu adottato da Kenshin.

Daimyō

Alla morte di Kenshin nel 1578 Kagekatsu combatté con l'altro figlio adottivo di Kenshin, Uesugi Kagetora, per la successione, sconfiggendolo nel 1578 nell'assedio di Ōtate. Obbligò Kagetora a commettere seppuku, e divenne il capo del clan Uesugi. Kagekatsu sposò una sorella di Takeda Katsuyori e figlia di Takeda Shingen dopo l'assedio di Ōtate.
Come generale agli ordini di Toyotomi Hideyoshi Kagekatsu prese parte all'assedio di Odawara e alle campagne di Corea, diventando uno dei daimyō più importanti del Giappone. Per questo fu nominato nel consiglio dei cinque reggenti. Originariamente in possesso di un feudo da 550.000 koku nella provincia di Echigo, Kagekatsu ricevette il feudo di Aizu, che valeva 1,2 milioni di koku, quando Hideyoshi ridistribuì le sue terre. Dopo la morte di Hideyoshi, in quell'anno, Kagekatsu si alleò con Ishida Mitsunari contro Tokugawa Ieyasu per diverse dispute politiche.
La campagna di Sekigahara iniziò con Kagekatsu il quale fu il primo daimyō a pianificare una rivolta contro i Tokugawa. Costruì un nuovo castello ad Aizu, attirando l'attenzione di Ieyasu, che lo convocò ad Osaka per spiegazioni. Kagekatsu rifiutò così i Tokugawa pianificarono di guidare un'armata di 50.000 uomini a nord contro di lui. Gli Uesugi dovevano tenere occupato Tokugawa Ieyasu a combattere nel nord distraendoli mentre Ishida Mitsunari attaccava da Osaka. Venuto a conoscenza del piano, Ieyasu si concentrò su Osaka per affrontare Mitsunari mentre due tra i suoi più fedeli e forti alleati, i generali Mogami Yoshiaki e Date Masamune, avrebbero combattuto nel nord nella regione di Tōhoku contro gli Uesugi. Kagekatsu intendeva muovere le sue forze a sud, attaccando i Tokugawa da nord-est mentre Ishida attaccava da ovest, ma fu sconfitto molto presto nello scontro a nord, nell'assedio del suo castello di Shiroishi.
Dichiarando successivamente la sua fedeltà ai Tokugawa dopo esser stato sconfitto, Kagekatsu divenne un tozama, ossia un daimyō non alleato ai Tokugawa a Sekigahara; gli fu assegnato il dominio di Yonezawa, che aveva una rendita di 300.000 koku, nella regione di Tōhoku. Kagekatsu combatté più tardi per lo shogunato Tokugawa contro il clan Toyotomi nell'assedio di Osaka.
Kagekatsu morì a Yonezawa nel 1623 e fu succeduto da suo figlio Uesugi Sadakatsu.

sabato 30 luglio 2016

Azai Nagamasa

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Azai Nagamasa (浅井 長政; 1545 – 26 settembre 1573) è stato un militare giapponese.
Come capo del clan Azai governò nella parte settentrionale della provincia di Ōmi, a est del lago Biwa. Fu alleato di Oda Nobunaga a partire dal 1564, e uno dei suoi nemici dal 1570 fino al 1573, anno in cui fu definitivamente sconfitto da questi. Fu protagonista della battaglia del fiume Anegawa nel 1570 e di numerosi assedi al castello di Odani (小谷城).

Biografia

Azai Nagamasa fu il figlio di Azai Hisamasa, da cui prese le redini del clan nel 1560. Nagamasa combatté con successo Rokkaku Yoshitaka e Saitō Tatsuoki tra il 1560 e il 1564. È ricordato come leader ispirato e fonte di motivazione.
Prese in sposa nel 1564 Oichi, sorella di Nobunaga. In questo modo il capo del clan Oda sperava di ottenere una valida alleanza con un clan che governava un territorio posto tra lui e la capitale Kyoto. Nel 1570, però Oda Nobunaga dichiarò guerra alla famiglia Asakura, alleata degli Azai fin dai tempi del nonno di Nagamasa. Il conflitto improvviso divise i clan: Nagamasa, in principio alleato con gli Oda, fu poi convinto dai suoi sostenitori ad allearsi con gli Asakura in onore della tradizionale fratellanza. La notizia rallentò un poco la marcia di Nobunaga verso gli Asakura e la capitale, ma dopo pochi mesi, il condottiero era già pronto ad affrontare la nuova minaccia.
Nell'estate del 1570, Oda Nobunaga e Tokugawa Ieyasu schierarono un'armata di circa 20-30000 uomini nella provincia di Omi contro gli Azai e gli Asakura. Gli eserciti si scontrarono nella battaglia di Anegawa. La battaglia si svolse su due fronti, Oda contro Azai, Tokugawa contro Asakura. Se pur in inferiorità numerica le truppe di Nagamasa riuscirono a tenere a bada le truppe degli Oda e sembrava quasi che potessero assicurarsi la vittoria, quando però Tokugawa Ieyasu, dopo aver sbaragliato gli Asakura, venne in aiuto a Nobunaga che riuscì ad ottenere la vittoria.
Nel corso dei due anni successivi gli Azai furono sotto costante attacco da parte degli Oda, che arrivarono ad assediare il castello della capitale, Odani nel 1573. Non avendo più speranze di vittoria Nagamasa inviò Oichi e le sue tre figlie da Nobunaga e compì seppuku. Le donne furono risparmiate da Nobunaga. Manpukumaru, l'unico erede maschio di Nagamasa, fu giustiziato dal generale Toyotomi Hideyoshi per ordine di Nobunaga.
Le tre figlie di Nagamasa andarono in spose ad uomini molto famosi:
  • Chacha, o Yodo dono, fu la seconda moglie di Toyotomi Hideyoshi e madre del suo erede Hideyori.
  • Hatsu, sposò il daimyo Kyogoku Takatsugu.
  • Oeyo, o Sūgen'in, fu moglie del secondo shogun dei Tokugawa, Hidetada, e madre del suo successore Iemitsu.

Nella cultura di massa

Come in generale per tutti i samurai protagonisti del periodo Sengoku, Azai Nagamasa è diventato protagonista di vari giochi, specialmente videogames, in cui figura come uno tra i vari personaggi. In particolare in Samurai Warriors dove viene descritto come un vero eroe shakespeariano, combattuto nella scelta di onorare il suo amore verso Oichi, o di preservare il suo onore combattendo con gli Asakura conto il fratello acquisito Nobunaga.

venerdì 29 luglio 2016

Naoe Kanetsugu

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Naoe Kanetsugu (直江 兼続; 1559 – 23 gennaio 1620) è stato un samurai giapponese vissuto dal periodo Sengoku a quello Edo. Figlio maggiore di Higuchi Kanetoyo, Kanetsugu è noto per aver servito due generazioni di daimyō Uesugi. È anche conosciuto con il suo titolo di corte, Yamashiro no Kami (山城守) o col suo nome di nascita, Higuchi Kanetsugu (樋口 兼続).
Kanetsugu servì prima Uesugi Kenshin come koshō (小姓) . Dopo la morte di Kenshin servì il suo figlio adottivo Kagekatsu. Il fratello di Kanetsugu, Ōkuni Sanehiro, fu anch'egli un famoso servitore Uesugi.

Biografia

Kanetsugu nacque come Yoroku (与六) al castello di Sakato nella provincia di Echigo. Suo padre, Higuchi Sōemon Kanetoyo era un vecchio servitore di Nagao Masakage, il signore del castello di Sakato. Quando Yoroku raggiunse l'età adulta sposò la prima cugina Osen da lato materno, la vedova del servitore Uesugi Naoe Nobutsuna, e prese il nome della famiglia Naoe per diventare il capo della famiglia poiché Osen non aveva avuto nessun figlio dal precedente matrimonio e quindi non aveva nessun erede con diritto di successione. Divenne consigliere Uesugi all'età di ventidue anni, distinguendosi velocemente come un eccezionale comandante, e fu coinvolto in molti scontri che ebbero luogo nella costa del mar del Giappone con Sassa Narimasa e Maeda Toshiie. Kanetsugu fu anche responsabile per le azioni del clan Uesugi contro la coalizione Tokugawa durante le manovre che terminarono con la battaglia di Sekigahara. Seguendo la resa del clan Uesugi ai Tokugawa nel 1601, le loro proprietà furono trasferite sul più piccolo feudo di Yonezawa, con entrate di 300.000 koku. A Kanetsugu fu garantito uno stipendio prima del ritiro.

Dopo la morte

Dopo la sua morte, sua moglie Lady Osen (お船), come usanza di quel tempo, prese la tonsura, si tagliò i capelli e divenne una monaca buddista. Il suo nome cambiò in Lady Teishin-ni (貞心尼). Teishin-ni aiutò comunque il giovane capo Uesugi, Uesugi Sadakatsu, fino alla sua morte avvenuta nel 1637 ad 81 anni.

Personalità

Naoe Kanetsugu era rispettato per le sue azioni. Ne "The Life of Toyotomi Hideyoshi" di Walter e M.E. Dening si racconta di un aneddoto nel quale Hideyoshi, la cui temporanea unificazione del Giappone aveva aperto la strada per lo shogunato Tokugawa, decise di fare visita a Uesugi Kagekatsu, a quel tempo signore di Kanetsugu, accompagnato da pochi servitori.
Quando ricevette la notizia, Kagekatsu richiamò un consiglio per discutere su ciò che era meglio fare, date le circostanze. La maggior parte dei consiglieri si schierò per assassinare Hideyoshi, sostenendo che sarebbe stato di gran lunga il modo più semplice di liberarsi di un pericoloso nemico. Ma Naoe Kanetsugu condannò questo consiglio come indegno di un uomo che teneva la posizione di Kagekatsu. «Hideyoshi viene tra noi senza guardie» disse Kanetsugu, «è la prova del suo profondo rispetto per il nostro signore. Con signori minori Hideyoshi non si esporrebbe così tanto al pericolo. Sapendo che il nostro signore è un uomo di nobile indole, si fida di noi. Se approfittiamo di questo e lo uccidiamo, la storia della nostra viltà ed il tradimento sarebbe tramandato ai posteri per la nostra vergogna eterna. No: lasciamo che il nostro maestro incontri magnanimità con magnanimità; lasciamolo avere udienza con Hideyoshi e vediamo se essi non riusciranno a trovare a un accordo. Se non lo faranno, allora ci batteremo, ma non prima Hideyoshi sia rispedito a casa».