sabato 4 maggio 2019

Shito-Ryu kata


Tra gli stili più diffusi, lo Shito - Ryu è certamente quello che annovera il maggior numero di Kata; ciò è determinato dal fatto che il fondatore dello stile, il Maestro Kenwa Mabuni, era considerato in Okinawa un autentico esperto ed un profondo conoscitore dei Kata tradizionali, tanto che alla sua consulenza in materia, in caso di dubbi, ricorrevano spesso persino maestri di altissimo profilo come Chojun Miyagi e Gichin Funakoshi.
  • Kata di base
    1. Pinan Shodan - "pace e tranquillità 1° grado"
    2. Pinan Nidan - "pace e tranquillità 2° grado"
    3. Pinan Sandan - "pace e tranquillità 3° grado"
    4. Pinan Yondan - "pace e tranquillità 4° grado"
    5. Pinan Godan - "pace e tranquillità 5° grado"
  • Kata superiori
    1. Aoyagi- "Salice Piangente"
    2. Chintei
    3. Chinto- "Gru sulla roccia"
    4. Jiin-"Tempio dell'amore di Buddha" o "Amore per la verità"
    5. Jion (Shito-Ryu): Il kata Jion è uno dei kata che viene insegnato appena acquisita la cintura nera. Il significato letterale di questo kata è: Al tempio di budda. È un kata che è composto da movimenti piuttosto lenti.
    6. Jitte- "Mano di Buddha".
    7. Bassai-dai (o Passai-dai) – Sfondamento della fortezza
    8. Bassai-sho (o Passai-sho) - "attraversare o distruggere la fortezza"
    9. Chatanyara Kushanku
    10. Chinte- "tecniche non comuni"
    11. Gekisai Nidan
    12. Gekisai Shodan
    13. Gojushiho
    14. Hanan
    15. Ishmine-passai
    16. Juroku- "sedici"
    17. Matsukase
    18. Matsumura-passai
    19. Matsumura-Rohai – Visione dell'airone bianco
    20. Myojo- "pianeta venere"
    21. Naihanchi Nidan (o Naifanchi Nidan)
    22. Naihanchi Shodan (Shito-Ryu) (o Naifanchi Shodan) viene usato per acquisire la cintura marrone nell'Itosu kai. È un kata che si sviluppa in un'unica direzione. Esso è composto prevalentemente da difese. Tra queste troviamo il kagetsuki.
    23. Naihanchi Sandan (o Naifanchi Sandan)
    24. Nipaipo
    25. Niseishi (o Niseshi)
    26. Kosokun-dai- "sguardo al cielo (saluto al sole)"
    27. Kosokun-sho- "sguardo al cielo (saluto al sole)" forma breve
    28. Kururunfa
    29. Rohai Nidan
    30. Rohai Shodan
    31. Rohai Sandan
    32. Saifa- " Annientamento Totale"
    33. Sanchin- "Tre Battaglie"
    34. Sanseiru
    35. Seienchin
    36. Seipai – Cinquantaquattro passi
    37. Sesan
    38. Shiho-kosokun
    39. Shinpa
    40. Shisochin
    41. Sochin- "la grande calma"
    42. Suparinpei – Cento otto passi
    43. Tensho- "Mani Fluttuanti"
    44. Tomari-passai
    45. Unshu- "mani nella nuvola"
    46. Wankan-"pino nel vento"
    47. Wanchu (o Wanshu) – Volo di rondine


giovedì 2 maggio 2019

Le origini del combattimento a mani nude russo


Un esempio di 19° SECOLO LA CANZONE RUSSA EPIC Vassiliy BOUSLAIEV.






RUSSO CHROMO 18° secolo.


UN Geisler INCISIONE 17° secolo. "La lotta Russa a Mosca."

In origine (le truppe) dei principi utilizzavano i metodi di combattimento corpo a corpo come mezzo di preparazione per i guerrieri di professione. Documenti storici (la storia russa ed europea del Medio Evo), e le canzoni epiche e leggende, forniscono le prove di questa affermazione. I canti epici che hanno resistito alla prova del tempo e all'oblio, sono le migliori fonti di informazione.
Abbiamo ancora in nostro possesso delle testimonianze con una sorprendente descrizione dettagliata delle tecniche di combattimento corpo a corpo russo.
In tutti i canti epici, senza eccezione, l'importanza del combattimento corpo a corpo era fondamentale. In generale i guerrieri non smettevano di combattere senza che uno di loro vincesse, si arrivava al combattimento corpo a corpo, una volta scesi dai loro cavalli.
Ricerche approfondite dimostrano che la tecnica del vecchio combattimento corpo a corpo russo di cui i canti epici riportano le vicende, ricorda molto il Pankration dell'antica Grecia. E' più che possibile che questa non sia una coincidenza. I legami culturali e religiosi con l'impero bizantino contribuirono, per molti secoli, all'assimilazione di una serie di elementi del combattimento corpo a corpo delle Olimpiadi dell'antica Grecia da parte dei soldati russi.
Nel Medioevo l'ambiente religioso emise dei divieti sulla lotta corpo a corpo. Tuttavia, le arti marziali russe, trovarono le loro radici negli antichi giochi slavi pagani, arricchendosi con le tecniche dell'antica Grecia, creando così un'arte coerente, originale e diversificata. Dopo averle separate dai riti pagani, i russi gli attribuirono i valori spirituali bizantini senza perdersi nell'eccessiva razionalità greco-romana, ciò finii per rendere l'arte marziale russa inseparabile dalla cultura popolare.
La forza e le capacità dei più forti nel combattimento corpo a corpo spesso hanno giocato un ruolo nell'esito di qualsiasi battaglia. Secondo lo storico V. Klutchevskiy il combattimento corpo a corpo faceva parte di un'arte che faceva parte di un complesso sistema per la preparazione di un guerriero. Le lotte collettive "Stenka ha stenkou" rappresentavano uno sviluppo delle tecniche marziali.

Bruce Lee




Bruce Lee (李小龍, Lǐ Xiǎolóng; San Francisco, 27 novembre 1940 – Hong Kong, 20 luglio 1973) è stato un attore, artista marziale, filosofo, regista, lottatore, sceneggiatore e produttore cinematografico hongkonghese. Dall'età di diciotto anni ebbe doppia cittadinanza hongkonghese e statunitense.
Lee è ampiamente considerato uno dei più influenti artisti marziali di tutti i tempi, nonché l'attore più ricordato per la presentazione delle arti marziali cinesi al mondo. I suoi film, prodotti a Hong Kong e ad Hollywood, elevarono ad un nuovo livello di popolarità e gradimento le pellicole di arti marziali e l'interesse per questo tipo di discipline in Occidente. La direzione ed il tono delle sue opere influenzarono profondamente i film di arti marziali di Hong Kong che, fino ad allora, avevano mostrato più un senso teatrale che realistico delle scene. L'arte marziale da lui sintetizzata è chiamata Jeet Kune Do. Fu anche lottatore di "Bei mo", i match clandestini fra stili diversi di Kung fu, e sostenne sfide ufficiose ricordate da testimoni in libri, documentari e film, sia in America che ad Hong Kong.

Biografia
Penultimo dei cinque figli di Lee Hoi-chuen, un attore di Canton (Cina) che si era affermato nel cinema, Lee era nato nella Chinatown di San Francisco durante una tournéè negli Stati Uniti della compagnia della quale facevano parte i genitori. Tornata a Hong Kong tre mesi dopo la nascita di Lee, la famiglia fece vivere gran parte dell'adolescenza del figlio fra Hong Kong e gli Stati Uniti, dove Lee frequentò un corso di laurea in filosofia. Ebbe come fratello il cantante Robert e da parte della madre Grace Ho (1907-1996) fu pronipote del ricco uomo d'affari e filantropo hongkonghese Robert Hotung (1862-1956)
Tra i nomi datogli dai genitori, "Li Yuen Kam", "Jun Fan" (che significa letteralmente "ritorna ancora") e "Xiao Feng" ("piccola fenice"). Un altro nome, "Xiao Long" ("piccolo drago", in quanto nato nell'ora e nell'anno cinese del drago) ne sottolineava il carattere esuberante, che durante l'infanzia trascorsa a Hong Kong lo portava a scontrarsi con la piccola criminalità giovanile. Per questo decise di volere imparare le tecniche di difesa marziali iscrivendosi alla prestigiosa scuola di Wing Chun sotto gli insegnamenti del Maestro Yip Man, nella cui palestra studiò solo cinque anni, tre dei quali sotto la guida di Wong Shun Leung, allievo-istruttore di Man. Da allora Bruce non abbandonò più lo studio delle arti marziali, che proseguì per suo conto una volta emigrato in America.
All'età di 12 anni entrò alla scuola cattolica La Salle College. Successivamente frequentò il Francis Xavier's College, finché il suo temperamento esuberante, i continui battibecchi coi compagni, la scarsa voglia di applicarsi nello studio, nonché il rischio che potesse rovinare la reputazione della famiglia medio-borghese, indussero il padre a mandarlo a vivere da un vecchio amico negli Stati Uniti. Ma dopo un breve periodo vissuto a San Francisco si trasferì a Seattle, dove lavorò come cameriere. Qui, nel 1962 riuscì a terminare la sua formazione di scuola superiore ottenendo il diploma alla Edison Technical School. Si iscrisse quindi alla facoltà di filosofia dell'Università di Washington, ma abbandonò gli studi al penultimo anno. Qui conobbe Linda Emery che sposerà nell'agosto del 1964 e dalla quale ebbe due figli: Brandon nel 1965 e Shannon Emery nel 1969.

Il Kung Fu e gli allenamenti
Nonostante le credenze, Lee non studiò mai il Tai Chi seriamente, in quanto non si confaceva alle sue caratteristiche peculiari, prima fra tutte, la sua notevole velocità. Dal padre imparò i concetti fondamentali di questa antica arte. Lee studiò assiduamente Kung Fu nello stile Wing Chun col Maestro Yip Man per cinque anni. Bruce sarebbe stato presentato a Man da William Cheung, sedicente studente di Man, ma in anni recenti la federazione ufficiale del Wing Chun di Hong Kong ha ufficialmente smentito la cosa chiarendo che William Cheung non ha mai studiato con Man, bensì con un istruttore delegato dal Maestro. Bruce comunque studiò nella scuola fino ai diciotto anni nel 1959, anno in cui partì per gli Stati Uniti. Uno degli studenti di maggior livello fu Wong Shun-Leung, che si ritiene abbia avuto una grande influenza sull'allenamento di Lee.
Attratto da qualsiasi disciplina da combattimento, Lee si allenò anche nel pugilato occidentale come amatoriale. Imparò anche rudimenti di scherma occidentale dal fratello minore Peter, all'epoca campione di questa disciplina. Questo approccio a 360º distinse via via sempre più Lee da ogni altro praticante di arti marziali, tanto che nel 1966, decise di dare un nome al suo stile, ovvero Jeet Kune Do, "via del pugno che intercetta".
Il suo allenamento includeva tutti gli elementi di fitness, forza e resistenza muscolare, resistenza cardiovascolare e flessibilità. Utilizzò le tecniche tradizionali del culturismo per scolpire e aumentare la massa muscolare. Tuttavia, fu sempre attento nel sottolineare quanto la preparazione mentale e spirituale fossero fondamentali per il successo dell'allenamento fisico e nella pratica delle arti marziali. Al fine di allenare specifici gruppi di muscoli, Lee si avvalse di attrezzature appositamente progettate e costruite.
Il 13 agosto del 1970, a causa di un errato preriscaldamento dei muscoli in un allenamento di sollevamento pesi, subì un grave infortunio: gli esami clinici mostrarono uno stiramento al quarto nervo sacrale, nella parte inferiore della schiena. Durante il periodo di convalescenza, iniziò a dedicarsi alle religioni, alla filosofia, alle arti da combattimento e agli scritti di Jiddu Krishnamurti. Il periodo di inattività fisica gli offre anche l'opportunità di documentare i metodi di allenamento, che in seguito verranno raccolti e pubblicati dalla moglie Linda nel libro The Tao of Jeet Kune Do. Nell'arco dei successivi sei mesi, riuscì a recuperare agilità, velocità e potenza.

Carriera cinematografica
Il suo debutto nel mondo cinematografico di Hong Kong avvenne all'età di tre mesi, quando fu scelto per il ruolo del neonato nel film Golden Gate Girl del 1941. Fra i sei ed i diciassette anni partecipò come attore bambino a sedici pellicole, anche se il primo film di un certo riguardo, The Orphan del 1958 lo interpretò all'età di diciotto anni.
Il produttore della serie televisiva Batman, William Dozier, ebbe l'occasione di visionare i filmati di Lee al Campionato Internazionale di karate, tenutosi a Long Beach il 2 agosto del 1964. L'esibizione incluse varie dimostrazioni, tra le quali flessioni su pollice ed indice e il suo noto "pugno a un pollice". Colpito dalle notevoli capacità fisiche, Dozier invitò Lee per un'audizione, grazie alla quale si aggiudicò una parte nella serie televisiva Il calabrone verde, per la stagione 1966-1967, in Batman. Successivamente ottenne ruoli anche nelle serie Ironside, Longstreet, Here Come the Brides, Blondie e, nel 1969 nel film: L'investigatore Marlowe.
Lee interpretò il suo primo ruolo da protagonista nei film Il furore della Cina colpisce ancora del 1971 e Dalla Cina con furore del 1972, grazie ai quali ottenne vasta celebrità internazionale. Successivamente fondò una propria casa di produzione, la Concord Production Inc., in società con Raymond Chow della Golden Harvest. Sotto tale egida co-produsse, scrisse, diresse e interpretò L'urlo di Chen terrorizza anche l'Occidente nel 1972, in cui fece comparsa anche Chuck Norris in una scena, quella del duello nel Colosseo, che divenne la più celebre di arti marziali nella storia del cinema. Richiese tre giorni di riprese, e venti pagine di sceneggiatura scritte e disegnate da Lee.
Nel 1973 ottenne il ruolo di protagonista in I 3 dell'Operazione Drago, che uscirà postumo in prima mondiale al Graumann's Chinese Theatre di Los Angeles il 24 agosto 1973, per il quale fece anche da coreografo per le scene di combattimento e co-produttore con la sua Concord Production Inc. Il film fu il secondo maggior incasso della Warner Bros. dopo L'esorcista in quella stagione e consolidò l'immagine di Lee come leggenda delle arti marziali.

La morte
Il 10 maggio del 1973, negli studi della Golden Harvest, durante le sessioni di doppiaggio de I 3 dell'Operazione Drago, Lee si allontanò per andare alla toilette, dove fu colto da un attacco di vomito, febbre alta e forti convulsioni. Venne immediatamente trasportato all'ospedale più vicino, dove riscontrarono la presenza di un edema cerebrale. Gli fu così somministrato del mannitolo, un medicinale atto a ridurre il gonfiore al cervello, che gli salvò la vita. Lo stesso male, tuttavia, gli tolse la vita due mesi più tardi, la sera del 20 luglio 1973, mentre si trovava a Hong Kong a casa di Betty Ting Pei. Era arrivato assieme al suo socio Raymond Chow, che più tardi se ne era andato per precederli al ristorante Miramar, dove li attendeva l'attore australiano George Lazenby, in città per un ruolo nel nuovo film di Lee come attore-autore, Game of Death. Andato via Chow, sempre secondo Betty, Lee lamentò una forte emicrania. Per cercare di alleviarla assunse una pastiglia, datagli da Betty, di Equagesic, contenente sia aspirina che meprobamato, e si andò a sdraiare per un breve riposo, senza più svegliarsi. Tutto ciò secondo le dichiarazioni di Betty in tribunale, giacché non vi erano altri testimoni in casa sua. Fu trasportato con molto ritardo al Queen Elizabeth Hospital dove verso le 22 fu dichiarato "giunto deceduto", dopo che la stessa Betty aveva perso tempo prezioso chiamando prima il produttore Raymond Chow e poi il proprio medico generico, che si adoperarono per tentare di rianimare Lee. L'autopsia non fugò del tutto il dubbio sulla causa del decesso, poiché nel verbale seguito all'inchiesta si parlò di "probabile" reazione allergica a una o più sostanze contenute in un'aspirina, con tutta probabilità al meprobamato. Il cervello, che mediamente in un adulto pesa attorno ai 1.400 grammi, pesava nel caso di Lee 1.575 (un aumento del 13%). I due edemi cerebrali che lo avevano colpito forse potevano attribuirsi all'eccessivo lavoro dei mesi precedenti: "...tanta profusione di energie ebbe come risultato una ulteriore perdita di peso, e un allarmante ritmo di disidratazione...". Linda racconta con questi termini nel suo libro Dragon, ciò che accadde durante le riprese de I 3 dell'Operazione Drago. Tra le conseguenze della disidratazione grave, c'è l'edema cerebrale, che può derivare però anche da ripetuti traumi o infiammazioni. L'autopsia evidenziò non solo il sintomo più evidente del malore che portò al decesso ("...il cervello di Lee era gonfio come una spugna..." segno inequivocabile di un accumulo repentino di liquidi), ma una possibile disfunzione renale, oltre alla presenza nei polmoni di modesta quantità di fluido e piccole quantità di sangue riversatesi negli alveoli. Tali fattori, come riportato dal giornalista Alex Ben Block, potevano essere anche conseguenze di un particolare colpo di Kung-Fu della tecnica Dim Mak, di cui Lee poteva essere stato vittima inconsapevole, giacché, come lo stesso produttore Chow ammise all'inchiesta, l'attore aveva ricevuto durissimi colpi non previsti dal copione durante i combattimenti sul set, benché il Dim Mak fosse ritenuto solo folklore dagli esperti di Arti Marziali. Ma ancora molte settimane dopo il funerale la causa mortis restava ignota e ciò provocò tumulti di folla nelle strade di Hong Kong che richiesero l'intervento di agenti in tenuta anti-sommossa. I fan ebbero l'impressione che si stesse nascondendo qualcosa o che le autorità non sapessero esattamente quali pesci pigliare. Il mannitolo iniettato in vena a Bruce Lee aveva invece, secondo l'autopsia, come unico compito il fare riassorbire velocemente il liquido in eccesso causa sia del primo sia del secondo collasso.
Le uniche due sostanze rinvenute nelle analisi del sangue durante l'autopsia, furono i due componenti dell'Equagesic, la summenzionata aspirina, ed anche 4 milligrammi di cannabis che Bruce aveva masticato, ma che come droga leggera non aveva nessun precedente mortale nella medicina forense.
Il 15 ottobre 2005, Chow disse che Lee era morto per un'ipersensibilità al miorilassante contenuto nell'Equagesic, il meprobamato, ingrediente molto comune negli antidolorifici. Quando i dottori annunciarono ufficialmente la morte di Lee, il verdetto finale ne confutò, ossia ne mise in dubbio, la «morte accidentale». Le cause della morte di Lee sono ancora oggi oggetto di discussione in quanto non vi è assoluta certezza di quella fatale ipersensibilità al medicinale. E proprio ciò secondo molti, incluso il campione di karate statunitense Mike Anderson, amico personale di Lee, ha avvalorato, fra le tante tesi omicidiarie, quella di un veleno erboristico orientale che non poteva essere rinvenuto in un'autopsia eseguita 36 ore dopo la morte. La distonia fra la lentezza nell'accertare la causa mortis - o quantomeno nel comunicarla al pubblico - e l'impennata di velocità che portò poi a chiudere l'inchiesta nel settembre successivo, non fecero altro che avvalorare le voci di un precipitoso insabbiamento, giacché all'epoca tanto la polizia di Hong Kong - che risultava il corpo più corrotto dopo quello di Los Angeles -, quanto la magistratura, erano sovente criticate per infiltrazioni mafiose da parte dei sindacati del crimine organizzato "Hung" (Triadi, in Occidente), ai quali erano affiliati produttori e registi con cui Lee era sovente entrato in contrasto. Molti fans di Hong Kong accusarono Betty Ting Pei, al punto che essa non poté partecipare al funerale, in quanto era nota per accompagnarsi spesso a boss delle Triadi nei locali notturni ed era famigerata per l'uso di alcool e droga e per debiti di gioco d'azzardo. Del decesso furono sospettati dai fans più esagitati anche Raymond Chow, dal quale Lee era in procinto di separarsi poiché il produttore non gli aveva mai dato la percentuale pattuita sugli incassi dei film, il già menzionato regista Lo Wei, contiguo alle Triadi, col quale il divo aveva avuto violente liti ampiamente pubblicizzate sui giornali, il potentissimo produttore Run Run Shaw, anch'esso in odor di Triade, al quale il rifiuto di Lee aveva fatto saltare una coproduzione internazionale con Carlo Ponti infliggendo anche una cocente umiliazione sul piano dell'immagine, ed alcuni esponenti di arti marziali tradizionali sia cinesi che nipponiche, che l'attore aveva spesso criticato.
L'opinione preliminare di Peter Wu, il neurochirurgo che salvò la vita di Lee durante il primo attacco, fu che la causa della morte dovesse essere attribuita a una reazione alla cannabis della quale, come summenzionato, furono trovate tracce nello stomaco o all'Equagesic. Comunque, in seguito Wu ritrattò questa posizione, affermando:

«Il Professor Teare era uno scienziato forense raccomandato da Scotland Yard; era stato interpellato come esperto sulla cannabis e non possiamo contraddire la sua testimonianza. Il dosaggio della cannabis non è preciso né prevedibile, ma non ho mai sentito di qualcuno che sia morto solo per averla assunta.»

Bruce Lee giace nel lotto 276 del Lake View Cemetery accanto al figlio Brandon Lee. A portare il feretro nella cerimonia tenuta a Seattle furono tra gli altri Steve McQueen, James Coburn, Dan Inosanto, Taky Kimura e il fratello Robert.

Le commemorazioni
Nel 1993 è stato anche onorato con una stella sulla Hollywood Walk of Fame a Los Angeles, e nell'occasione di quello che sarebbe stato il suo 65º compleanno (novembre 2005), una statua commemorativa è stata posata sull'Avenue of the Stars a Kowloon, un quartiere di Hong Kong, in sua memoria: di colui che è stato votato "Star of the Century" dagli addetti ai lavori del mondo del cinema di Hong Kong. Un'altra statua più piccola ha preceduto di pochi mesi quest'ultima a Mostar in Bosnia ed Erzegovina, mentre una molto più grande, di venti metri, è sorta successivamente in un parco a tema nella Cina continentale, il Bruce Lee Paradise, a Jun'an (均安) (paese presso Foshan nel quale avrebbe avuto i natali il padre di Bruce, l'attore teatrale e caratterista cinematografico Li Hoi Chuen).

Apparizioni televisive
Come se stesso in documentari o talk show
The Pierre Berton Show (1971)
Where the Action is, (1966)
The Milton Berle Show (1966)

Produzioni postume
Un anno dopo la morte di Lee, il regista Sze Diang gira Bruce Lee Stor, la prima agiografia del divo. Nel 1975 il regista Lin Ping dirige Good Bye Bruce Lee (Yung chun ta hsiung, 1975) utilizzando lo stesso attore della precedente agiografia, il più somigliante dei sosia di Lee, Ho Chung Tao (nome d'arte: "Bruce Li"). La storia riprende le idee che Lee aveva per il suo Game of Death, rimaneggiandole e privandole dell'aspetto filosofico. È solo una delle decine di film speculanti su Lee ed interpretati da una pletora di sosia, tra Hong-Kong e Taiwan.
Nel 1977 la Golden Harvest di Raymond Chow, che possiede il 100% dei diritti dell'incompiuto Game of Death, affida al regista Robert Clouse, lo stesso di I 3 dell'Operazione Drago, il materiale girato dall'attore prima della morte per rimaneggiarlo e farne un film. Esce così nel 1978 L'ultimo combattimento di Chen (Game of Death/Xi wang youxi). Le scene di arti marziali aggiunte sono coreografate dall'allora esordiente Sammo Hung e, tra gli attori, compaiono gli amici ed allievi di Lee Dan Inosanto, maestro di Arti Marziali filippine, il campione americano di Karate Bob Wall ed il campione di pallacanestro Kareem Abdul-Jabbar. Il risultato è un film apocrifo ma un grande successo commerciale sia negli States che in tutta Europa.
Oltre ai film di montaggio e quelli con sosia esistono anche produzioni totalmente estranee a Bruce Lee ma in cui le distribuzioni internazionali hanno forzatamente inserito il suo nome a scopo di sfruttarne la fama, ad esempio Il braccio violento del Thay-Pan.
Nel 2000, il regista e scrittore John Little decide di rimasterizzare il materiale girato da Lee prima della sua morte e di montarlo seguendo le indicazioni che lo stesso Lee aveva lasciato, sulla base di alcuni appunti ricevuti dalla famiglia Lee e scritti di suo pugno da Bruce. A corredo, inserisce interviste inedite e filmati di repertorio. Il risultato è il film-documentario Bruce Lee - La leggenda (Bruce Lee: A Warrior's Journey), che i puristi reputano però incompleto e parziale giacché i pochi e generici appunti lasciati da Lee sarebbero stati, a detta di alcuni esegeti, colmati da invenzioni ed opinioni dello stesso Little.

Film-biografia
L'enorme clamore provocato dalla morte improvvisa dell'attore ha creato numerosi film-biografia, ognuno dei quali racconta una propria versione riguardo alla morte di Lee.
Nel 1975 viene proiettato il film agiografico Io... Bruce Lee (Lei Siu Lung jyu ngo) tramite cui si sostiene la maldicenza secondo cui Betty Ting Pei, nella cui casa Lee morì tre anni prima, fosse l'amante del noto attore. In realtà non vi è nessuna prova dell'esistenza di una relazione fra i due attori. La produzione Shaw Bros è lo studio che non riuscì ad avere sotto contratto Lee in vita. La parte di Lee è interpretata da Danny Lee, alias Li Hsiu-Sien, in seguito star dei police-thriller anni ottanta-novanta. Nel ruolo del barman che difende Betty da una banda di fan di Lee che l'accusa di essere la colpevole della sua morte, appare l'attore Jimmy Nam (Nan Kung Hsiu), noto ai patiti per i suoi ruoli di villain in pellicole cult del filone quali Cinque dita di violenza e I fantastici piccoli supermen.
Nel 1978 esce Bruce Lee Supercampione (Li Hsiao Lung chuan chi) di Ng See Yuen, con Ho Chung Tao nel ruolo di Lee. È il più prolifico sosia dell'attore, un ginnasta e stuntman taiwanese in realtà molto più giovane del vero Lee che, col nome fittizio di Bruce Li girerà numerose pellicole di qualità inferiore.
Nel 1993 esce Dragon - La storia di Bruce Lee, trasposizione cinematografica del romanzo della moglie di Lee, Linda, del 1989, che racconta la storia del marito aggiungendo il punto di vista soggettivo.
La leggenda di Bruce Lee è una serie televisiva cinese di 30 episodi da 47 minuti l'uno trasmessa sul canale Rai 4 a partire dal 4 aprile 2009. Si tratta della biografia televisiva di Bruce Lee, trasmessa dalla televisione di Stato cinese (CCTV) in occasione delle Olimpiadi del 2008. Danny Chan Kwok-kwan, già interprete di film come Shaolin Soccer e Kung Fusion, veste nel telefilm i panni di Lee.

Filmografia
Attore
Cinema
Golden Gate Girl, regia di Kwan Man Ching (1941) - non accreditato
The Birth of Mankind, regia di Yue Leong (1946)
Fu gui fu yun (1948)
Meng li xi shi, regia di Aimin Jiang (1949) - accreditato come Siu Hoi-Chuen Lee
Xi lu xiang, regia di Fung Fung (1950) - accreditato come Siu Lung
Ren zhi cue, regia di Kim Chun (1951)
Ku hai ming deng, regia di Kim Chun (1953)
Ci mu lei, regia di Kim Chun (1953)
Qian wan ren jia, regia di Ji Zhu (1953)
Wei lou chun xiao, regia di Tie Li (1953) - accreditato come Lee Jun-fan
Fu zhi guo (1953)
Ai, regia di Kim Chun, Sun-Fung Lee, Tie Li, Wui Ng, Hang Wong e Ji Zhu (1955)
Ai xia ji, regia di Kim Chun, Sun-Fung Lee, Tie Li, Wui Ng, Hang Wong e Ji Zhu (1955)
Gu er xing, regia di Dai-Suk Chin e Kai Lee (1955)
Er nu zhai, regia di Kim Chun (1955)
Gu xing xue lei, regia di Ji Zhu (1955)
Zha dian na fu, regia di Kim Chun (1956) - accreditato come Lee Siu Lung
Zao zhi dang cu wo bu jia, regia di Wai-Kwong Chiang (1956)
Lei yu, regia di Wui Ng (1957)
Ren hai gu hong, regia di Sun-Fung Lee (1960) - accreditato come Lee Siu-Lung
L'investigatore Marlowe (Marlowe), regia di Paul Bogart (1969)
Il furore della Cina colpisce ancora (Tang shan da xiong/ The Big Boss), regia di Lo Wei e Chia-Hsiang Wu (1971)
Dalla Cina con furore (Jing wu men/ The Chinese Connection), regia di Lo Wei (1972)
L'urlo di Chen terrorizza anche l'Occidente (Meng long guo jiang/ Way of the Dragon), regia di Bruce Lee (1972)
I 3 dell'Operazione Drago (Enter the Dragon), regia di Robert Clouse (1973)
Opere postume:

Bruce Lee Supercampione, regia di See-Yuen Ng (1976)
L'ultimo combattimento di Chen (Game of Death I), regia di Robert Clouse (1978): Bruce Lee viene fatto comparire usando materiale di archivio.
L'ultima sfida di Bruce Lee (Game of Death II), regia di Ngsee See Yuen (1981): in questo film Lee compare solo in immagini d'archivio prese dai suoi film.
Io sono Bruce Lee, regia di Pete McCormack – documentario (2012)
Televisione
The Milton Berle Show (titolooriginale) – serie TV, episodio 1x2 (1966)
Batman (Batman) – serie TV, episodi 2x7-2x51-2x52 (1966-1967)
Il Calabrone Verde (The Green Hornet) – serie TV, 26 episodi (1966-1967)
Ironside (Ironside) – serie TV, episodio 1x7 (1967)
Blondie – serie TV, episodio 1x13 (1969)
Arrivano le spose (Here Come the Brides) – serie TV, episodio 1x25 (1969)
Longstreet (Longstreet) – serie TV, 4 episodi (1971)
Sceneggiatore
L'urlo di Chen terrorizza anche l'Occidente (Meng long guo jiang), regia di Bruce Lee (1972)
L'ultimo combattimento di Chen (Game of Death), co-regia di Robert Clouse (1978) - non accreditato

Opere postume:
Messaggi da forze sconosciute (Circle of Iron), regia di Richard Moore (1978) - soggetto
Bruce Lee - La leggenda (Bruce Lee: A Warrior's Journey), regia di John Little e Bruce Lee – video documentario (2000) - filmati originali
Bruce Lee in G.O.D.: Shibôteki yûgi, regia di Toshi Ohgushi e Toshikazu Ôgushi (2000) - materiale
Regista
L'urlo di Chen terrorizza anche l'Occidente (Meng long guo jiang) (1972)

Opere postume:
L'ultimo combattimento di Chen (Game of Death), co-regia di Robert Clouse (1978) - non accreditato
Bruce Lee - La leggenda (Bruce Lee: A Warrior's Journey), co-regia di John Little – video documentario (2000) - filmati originali
Altro
No Retreat No Surrender
The Silent Flute, sceneggiatura del (1971)

Film prodotti dalla Concord Production
The Game of Death (死亡的遊戲), film incompiuto (1972)
Film su Bruce Lee
Bruce Lee: A Dragon Story, regia di Shih Ti (1974)
Io... Bruce Lee, regia di Mar Lo (1976)
Bruce and the Shaolin Bronzemen, regia di Joseph Kong (1977)
Bruce Lee, the Legend, diretto da Leonard Ho (1984)
Dragon - La storia di Bruce Lee, regia di Rob Cohen (1993)
Bruce Lee - La grande sfida, George Nolfi (2016)

Film apocrifo
Bruce Lee Fights Back from the Grave, regia di Lee Doo-yong (1976)

Pubblicazioni di Bruce Lee o a lui attribuite
Bruce Lee, Jeet Kune Do - Il libro segreto di Bruce Lee, Edizioni Mediterranee.
Edizione italiana del primo volume di Bruce Lee sul suo famoso metodo di combattimento, il Jeet Kune Do; originariamente pubblicato nel 1975.

Bruce Lee, La mia via al Jeet Kune Do, vol. 1: manuale pratico del Jeet Kune Do, Edizioni Mediterranee.
Scritti ed appunti di Bruce Lee sul Jeet Kune Do, stesi durante la convalescenza nel 1970 ma pubblicati solo dopo la sua morte per volontà della moglie Linda con l'aiuto di Dan Inosanto ed altri.

Bruce Lee, La mia via al Jeet Kune Do, vol. 2: il Tao del Kung Fu, Edizioni Mediterranee, 2000.
La prima parte del volume presenta i testi di Bruce Lee del 1963 e del 1964 (gli unici effettivamente pubblicati in vita), raccolti postumamente da John Little. Nella seconda parte sono incluse interviste e conversazioni di Lee dal 1958 sino alla sua morte nel 1973.

Bruce Lee, Mitoshi Uyehara, Tecniche segrete di Bruce Lee, vol. 1: Tecniche di autodifesa, Edizioni Mediterranee, 2001.
Primo dei quattro libri che approfondiscono il metodo di combattimento di Bruce Lee, tratto dai suoi scritti sul Jeet Kune Do del 1966, redatti da Mitoshi Uyeahara.

Bruce Lee, Mitoshi Uyehara, Tecniche segrete di Bruce Lee, vol. 2: Tecniche di base, Edizioni Mediterranee, 2001.
Secondo dei quattro libri che approfondiscono il metodo di combattimento di Bruce Lee, tratto dai suoi scritti sul Jeet Kune Do del 1966, redatti da Mitoshi Uyeahara.

Bruce Lee, Mitoshi Uyehara, Tecniche segrete di Bruce Lee, vol. 3: Tecniche avanzate, Edizioni Mediterranee, 2001.
Terzo dei quattro libri che approfondiscono il metodo di combattimento di Bruce Lee, tratto dai suoi scritti sul Jeet Kune Do del 1966, redatti da Mitoshi Uyeahara.

Bruce Lee, Mitoshi Uyehara, Tecniche segrete di Bruce Lee, vol. 4: Tecniche superiori, Edizioni Mediterranee, 2001.
Ultimo dei quattro libri che approfondiscono il metodo di combattimento di Bruce Lee, tratto dai suoi scritti sul Jeet Kune Do del 1966, redatti da Mitoshi Uyeahara.

John Little (a cura di), Pensieri che colpiscono. Gli aforismi di Bruce Lee per la vita di tutti i giorni, Edizioni Mediterranee, 2003.

Bruce Lee, Il tao del dragone. Verso la liberazione del corpo e dell'anima, Mondadori, 2006.
Le ultime e più intime annotazioni di Bruce Lee sulle arti marziali e su vari aspetti dell'esistenza.

Bruce Lee, La perfezione del corpo. L'arte di esprimere al meglio il fisico e la mente, Mondadori, 2007.
Raccolta postuma di scritti su esercizi, regole alimentari e riflessioni tratte dai diari di allenamento e dagli appunti personali di Bruce Lee, compilata da John Little.

Bruce Lee, Lo spirito del dragone. Lettere (1858-1973), Mondadori, 2010.
Compendio di lettere private scritte da Bruce Lee.

Curiosità
È stato anche un filosofo introducendo il radicalismo nelle arti marziali.
È stato preso come spunto per diversi personaggi di videogiochi di combattimento, come Marshall Law (e suo figlio Forest) e Lee Chaolan (il suo nome ricorda la traslitterazione cinese di Bruce Lee) della serie Tekken della casa di produzione Namco, Fei Long della serie Street Fighter della Capcom, Liu Kang in Mortal Kombat, Dragon della serie World Heroes, Jann Lee in Dead or Alive, Bros lee del videogioco Broforce e Lee Sin nel MOBA League of Legends. Bruce Lee ha ispirato Rock Lee e Gai Maito personaggi del Manga ed Anime Naruto e Lee Pai Long nel Manga e Anime "Shaman King".
Il volto di Lee è servito da base a Tetsuo Hara per creare l'immagine di Kenshiro, protagonista di Ken il Guerriero; durante la storia Lee viene citato più volte nelle movenze, nella concezione della Divina Arte di Hokuto come tecnica adattabile ai cambiamenti, e perfino in piccoli gesti (soprattutto quello di provocare l'avversario invitandolo a farsi avanti). Quando la collocazione temporale si sposta di alcuni anni (dopo la morte di Raoul), la somiglianza si perde ed il volto di Kenshiro adulto somiglia maggiormente a Sylvester Stallone.

Citazioni
L'ultimo combattimento di Chen viene citato in due film: in Kill Bill: Volume 1 la protagonista Beatrix Kiddo (interpretata da Uma Thurman) indossa una tuta integrale gialla e nera; in The Matrix Neo (interpretato da Keanu Reeves), durante lo scontro con l'agente Smith in metropolitana, si muove e lo provoca come Bruce Lee durante lo scontro con Kareem Abdul Jabbar.

mercoledì 1 maggio 2019

Tecniche da strada, tecniche da palestra


Le arti marziali, in special modo quelle "importate" in occidente, hanno subito un’evoluzione particolare. Tutte le arti marziali, per definizione, sono nate per combattere, neutralizzare l’avversario in maniera più o meno definitiva, sopravvivere al campo di battaglia.
Nella realtà dello scontro corpo a corpo di una mischia tra fanti giapponesi del periodo del Giappone medievale, c’era poco spazio per il combattente di calci volanti al viso o tecniche di controllo articolare. Si colpiva come si poteva ed il prima possibile, senza troppo curarsi dell’eleganza della tecnica. Ad essere sinceri questi fanti subivano un addestramento sommario dedicato principalmente alle armi d’ordinanza.
I Samurai, i famosi custodi delle tecniche di Ju Jitsu originale, per quanto alcuni fossero degli eccellenti conoscitori di quest’arte marziale, quando chiamati in uno scontro usavano solo quell’unica, o al massimo due tecniche che riuscivano a fare istantaneamente ed inconsciamente; nonostante nella loro educazione marziale annoverassero un repertorio di tecniche vastissimo.
Con l’emigrare dei maestri in paesi che non conoscevano una realtà di guerra quotidiana, alcune arti marziali in occidente sono diventate uno sport, un metodo per mantenersi psico-fisicamente in forma, e naturalmente una ricerca per un sistema di difesa personale.
Purtroppo per la maggior parte di arti marziali tradizionali insegnate in occidente l’ultimo punto è un pò trascurato. Mi spiego.
A seconda del Maestro che impartisce la lezione e a seconda dello stile del sistema di combattimento, vengono affrontate delle situazioni di combattimento, a volte anche di difesa personale da strada, ma per motivi didattici si ragiona sempre in termini di situazioni ideali, che difficilmente incontreremo nella realtà che, per definizione, è imprevedibile.
Molti allievi, così, memorizzano queste tecniche in maniera automatica, magari in maniera splendida, cadendo nella terribile trappola della sicurezza di poter affrontare qualsiasi situazione simile per strada. Gli allievi che invece riescono a "slegarsi" da questo tipo di mentalità, oppure, i Maestri stessi che cercano di educarli ad una maggiore flessibilità tecnica e mentale, diventano concretamente in grado di affrontare una minaccia reale, e non simulata in palestra. Perché tanta enfasi su questo argomento? Perché è davvero uno dei "pericoli" più infidi delle arti marziali insegnate nelle palestre: la falsa confidenza nelle proprie capacità.
Tutte, comunque, partono da un presupposto molto limitante: se l’avversario ci colpisce con il pugno destro, il suo braccio sinistro è praticamente assente.
Non reagisce. Non molto realistico, vero? Certo se siamo dei combattenti eccellenti con venti anni di Ju Jitsu sulle spalle diventiamo così rapidi, efficaci ed esplosivi, che prima che l’avversario pensi che ha anche un braccio sinistro da usare… E’ già a terra. Ma sinceramente di iniziare a studiare il Ju Jitsu in età adolescenziale per essere in grado di difendermi decentemente sulla trentina… Mi sembra un pò esagerato. C’è chi riesce ad adattarsi molto prima a questi "cambiamenti tattici" durante uno scontro, ma parliamo dei famosi allievi con mentalità elastica di cui facevo riferimento poco prima. E tutti quelli che assimilano "meccanicamente" i movimenti, le posizioni e tutto? Per strada vengono macinati, o perlomeno non se la cavano bene. In pratica finiscono sotto i colpi del loro aggressori con sul viso dipinto uno sguardo interrogativo che implora un "questa reazione non era prevista…". Questo discorso vale per i confronti a mani nude e per i praticanti di arti marziali giapponesi. Sono esclusi da questo discorso i boxer, i praticanti di Muay Thay e discipline daring simili, in quanto vengono "cresciuti" a sopportare stress fisici enormi e darle indietro con gli interessi e senza pietà. Questi individui non hanno bisogno di corsi di difesa personale. Anzi il problema è semmai un altro, insegnargli, in caso di aggressione, a NON macellare l’avversario.
Passando invece alle aggressioni armate la situazione non può che peggiorare. Se con le mani nude potremmo "gestire" la situazione, se l’avversario non è MOLTO più grande di noi, con dei coltelli e bastoni non possiamo permetterci di sbagliare. Anche qui, quando l’argomento è affrontato dal Maestro della disciplina, rischiamo di brutto di cadere nella trappola del "memorizza a perfezione la tecnica contro l’attacco che mai si presenterà così nella realtà e sentiti orgoglioso".
Molto pericoloso. Prendiamo il bastone. Nelle palestre, la famosa "manganellata", è eseguita come una bastonata tirata con braccio destro steso e che prosegue fino a che il bastone, se non trova il bersaglio, sbatte per terra. Con un colpo del genere, vibrato con tale trasporto, è sempliceimpostare tecniche devastanti che sfruttano l’energia cinetica dell’aggressore.
Ma nella realtà, la gente con un bastone in mano, come lo usa? Semplice, basta vedere il telegiornale quando c’è qualche filmato che riprende dei disordini allo stadio o le famose "guerriglie urbane". I poliziotti e/o carabinieri, per definizione, non ricevono alcun addestramento specifico sul maneggio del manganello d’ordinanza, quindi lo usano in maniera molto istintiva.
Fateci caso. Sferrano il colpo, e poi lo ritraggono immediatamente, e poi ancora un colpo rapido. Fino a due-tre colpi al secondo. La maggior parte delle tecniche insegnate in una palestra servono a poco contro un uso del bastone del genere. Purtroppo l’addestramento che si riceve ci obbliga a focalizzarci solo sull’azione da intraprendere in funzione del comportamento dell’aggressore, il concetto sarebbe perfetto di per se stesso se non fosse per il fatto che per essere efficaci il comportamento dell’aggressore deve rispondere a certi canoni.
Nella realtà per forza non può essere così. Per il coltello la situazione è addirittura drammatica.
In conclusione vorrei prima di tutto chiarire che non sono affatto ostile all’insegnamento delle arti marziali tradizionali. Semplicemente non sono d’accordo quando mi si sente dire che dopo tre anni scarsi di allenamento bi-settimanale di karate, judo, ecc…ecc… uno si sente pronto ad affrontare qualsiasi aggressione, solo perché è stata ricreata in palestra o sa fare N° Kata del tal stile.
Imparare molte tecniche anche complesse, e forse senza senso in ultima analisi, è essenziale per un motivo semplice: memoria neuromuscolare.
Dobbiamo, attraverso un serio allenamento memorizzare molte e sempre più complesse tecniche per educare il nostro cervello e i nostri muscoli a reagire con movimenti complessi, rapidi, a gestire l’equilibrio ed ad imparare ad ascoltare il nostro corpo. Dobbiamo crearci una "biblioteca" di tecniche, per poi, al momento giusto, usare… Non la più adatta, ma la tecnica più efficace, che magari non abbiamo mai fatto, ma grazie all’allenamento che abbiamo ricevuto saremo in grado, senza nessuno sforzo, di adattarci a qualsiasi situazione, quasi istantaneamente. Il problema, a questo punto, non è studiare tecniche "inutili", ma liberarsi "dell’inutile" quando è il caso di fare sul serio. Perché la strada è una cosa, la palestra un’altra.

martedì 30 aprile 2019

Principi base della pratica


Il pugno, la percossa, il calcio e la parata sono le tecniche iniziali e finali delle arti marziali. I concetti alla base di questi movimenti possono essere imparati in poco più di due mesi, ma il riuscire a compierli perfettamente richiederà molto, ma molto più tempo.
Bisogna comunque allenarli con regolarità e impiegare la massima concentrazione nell'esecuzione di ogni movimento. Solo quando l'esecuzione sarà perfetta l'addestramento avrà raggiunto il suo obiettivo. Per questo è necessario imparare da un maestro che adotti un metodo sistematico e schematizzato, altrimenti si sarà solo perso tempo.
L'allenamento è scientifico solo quando viene condotto su basi di corretti principi fisici e fisiologici.
Comunque un ulteriore perfezionamento è sempre possibile poiché l'arte non è statica nel tempo e noi dobbiamo analizzare le nostre tecniche in uno sforzo incessante per perfezionarla.
I punti che espongo sono fondamentali nell'apprendimento di tutte le arti marziali.

• Forma, equilibrio e centro di gravità
Tutte le arti marziali e molti altri sport basano su un'eseguzione corretta dei movimenti l'efficacia delle loro tecniche.
Un tale addestramento si noterà sui movimenti del corpo, che diventeranno cosi fisicamente e fisiologicamente corretti.
Movimenti corretti sono indispensabili; tutte le parti del corpo si devono armonizzare per creare quell'equilibrio necessario a sostenere il colpo di un pugno o di un calcio.
Il praticante si troverà spesso in situazioni in cui rimane su un solo piede per attaccare o per difendersi, per cui l'equilibrio in queste situazioni è di primaria importanza.
Situando i piedi a una certa distanza, con un conseguente abbassamento del centro di gravità, un calcio o un pugno risulteranno decisamente più potenti, però è più facile muoversi se il centro di gravità è un po' più alto e i piedi un po' più ravvicinati rispetto alla massima estensione possibile (vedi nel wing chun per esempio).
Perciò, sebbene l'equilibrio sia fondamentale, vi è un punto oltre il quale è dannoso andare.
Facendo troppo affidamento sull'equilibrio molti praticanti tendono a trascurare gli esercizi di stretching perdendo in elasticità, cosi come piegando troppo le ginocchia (altro errore), per mantenere un saldo equilibrio, il calcio non sarà efficace.
Quindi la posizione del corpo e, conseguentemente, del centro di gravità dipendono dalle circostanze. Il centro di gravità quindi si troverà in uno stato di continuo movimento.
A volte il peso del corpo verrà ugualmente distribuito su entrambi i piedi, altre volte graverà di più su un piede che sull'altro. Nell'esecuzione di un calcio laterale, il peso viene completamente trasferito su un solo piede; in questo caso bisogna avere una posizione ben salda su una gamba sola , altrimenti il contraccolpo ci farà perdere l'equilibrio.
Comunque quando si rimane su un solo piede ci si rende vulnerabili ad una reazione del nostro avversario che potrà facilmente contrattaccare: per questo l'equilibrio deve essere continuamente trasferito da un piede all'altro. Il centro di gravità deve cambiare rapidamente per evitare di favorire l'avversario nei suoi attacchi.
Nello stesso tempo bisogna aspettare che si apra un varco nella sua difesa.

Potenza e velocità
Non basta avere una muscolatura corporea ben sviluppata per essere in grado di eccellere nelle arti marziali, bisogna essere capaci di sfruttare efficacemente le possibilità date dal nostro corpo.
La potenza derivante da ogni movimento dipende da un certo numero di fattori: uno dei più importanti è la velocità.
Le tecniche basilari del pugno e del calcio ottengono grande efficia mediante l'applicazione della massima forza possibile al momento dell'impatto. Questa applicazione di forza dipende molto dalla velocità con cui le tecniche vengono eseguite. Considerando fisse le altre componenti, una maggiore velocità si manifesterà in un'accresciuta potenza. La velocità è un elemento importante nell'applicazione della potenza, ma essa non può raggiungere la sua massima efficacia senza un buon controllo.
Il tipo di movimento richiesto nelle tecniche di combattimento non è quello che viene richiesto per spostare un oggetto pesante lentamente (vedi il body building), al contrario è quello che può spostare un oggetto leggero con la massima velocità possibile.
Un altro punto da ricordare è che la velocità è tanto maggiore quanto più lungo è il tragitto che la parte che colpisce compie verso il bersaglio (anche se, su questo punto un praticante wing chun potrebbe smentirmi), per esempio, quando si sferra un calcio, il ginocchio della gamba che sta per colpire deve essere inizialmente il più piegato possibile e il corpo va distanziato dal bersaglio in modo tale che al momento dell'impatto la gamba risulterà il più possibile tesa. Più lungo è il percorso che la gamba compie verso i l bersaglio, più potente sarà il calcio. Per incrementare potenza e velocità abituati con partner diversi (per altezza, peso, tecniche che preferiscono ecc.) a rispondere ad attacchi improvvisi e inaspettati. Questo esercizio, insieme alla comprensione della dinamica dei movimenti, ti aiuterà ad abbreviare il tuo tempo di reazione.

Concentrazione di potenza
Un pugno o un calcio sono deboli se scagliati soltanto con il braccio o con la gamba; infatti per raggiungere la massima potenza è necessario sfruttare simultaneamente la forza di tutte le parti del corpo. Quando sferri un pugno o un calcio, la potenza si muove dal centro del corpo, attraverso i muscoli più importanti, verso le estremità, terminando nella mano o nel piede. Questa potenza si trasmette da una parte all'altra del corpo a una velocità di 1/100 di secondo. L'intero movimento, dall'inizio alla fine, è brevissimo se la quantità di moto possibile nell'azione viene sfruttata correttamente.
Il tuo addestramento dovrebbe essere condotto in modo tale da giungere a concentrare tutta la forza utilizzabile nel piede o nella mano al momento dell'impatto del calcio o del pugno.
È importante che i vari muscoli e tendini siano tenuti sciolti e rilassati per permettere una reazione immediata alle varie situazioni; la potenza accumulata al momento culminante deve essere poi immediatamente liberata per prepararsi all'azione successiva.
Allenati costantemente a contrarre e a rilassare il corpo, è molto importante per progredire nell'applicazione delle tecniche.

Ruolo della potenza muscolare
La forza dinamica del tuo corpo viene fornita dai muscoli. Sono indispensabili muscoli bene allenati, potenti ed elastici. La tecnica di un allievo, anche se conosce la teoria e la dinamica dei movimenti, sarà insufficiente se i suoi muscoli non saranno abbastanza potenti.
Per questo è necessario irrobustirli con un continuo allenamento.
Se l'addestramento deve essere condotto scientificamente, è anche necessario conoscere quali muscoli sono impiegati nell'esecuzione di una particolare tecnica. Nel praticare una nuova tecnica l'allievo a volte usa muscoli non necessari o che in qualche caso ostacolano l'esecuzione della tecnica stessa. Perciò i principianti devono seguire le indicazioni dei propri maestri.
Quando i muscoli adatti opereranno con armonia e completezza, le tecniche saranno potenti ed efficaci. Se invece lasceremo agire muscoli non necessari, vi sarà quanto meno un dispendio inutile di energia, o peggio ancora una tecnica non efficace.
Infine è importante la velocità della contrazione muscolare, perché più velocemente un muscolo è in grado di contrarsi, più grande sarà la potenza sviluppata.

Ritmo
Un elemento essenziale per l'esecuzione delle tecniche nelle arti marziali e in altri sport è il ritmo, senza il quale è impossibile l'esatta esecuzione di una serie di movimenti. Inoltre il ritmo evidente nei movimenti degli atleti è più complesso del ritmo musicale e non può essere espresso nei medesimi termini. Per il praticante è essenziale acquisire un giusto ritmo nelle tecniche basilari e, più avanti, nel combattimento. Il ritmo è essenziale specialmente nell'esecuzione delle forme.
Ci è stato insegnato fin dai tempi più antichi che i tre elementi più importanti nell'esecuzione delle forme sono l'applicazione della potenza al momento giusto, il controllo della velocità nelle varie tecniche e passando da una tecnica all'altra, il passaggio scorrevole del corpo da una tecnica a quella successiva. Questi requisiti non possono essere soddisfatti senza ritmo.
L'esecuzione di una forma da parte di un buon praticante è potente, ritmica e conseguentemente armoniosa.

La scelta del tempo
Nell'applicazione delle tecniche è di primaria importanza una esatta scelta del tempo; se questa sarà errata, anche la tecnica sarà errata. Un calcio o un pugno che siano diretti al bersaglio troppo presto o troppo tardi sono spesso infruttuosi. In situazioni, dove il risultato può essere deciso in un attimo, un errore nella scelta del tempo può essere disastroso. L'attacco deve essere portato dalla solita posizione di guardia o di difesa.
Ovviamente le mani e i piedi devono sempre essere posti in modo tale da poter applicare facilmente e rapidamente le tecniche. Subito dopo l'esecuzione di una di esse, essi devono ritornare alle loro precedenti posizioni, pronti per il movimento successivo.
Inoltre durante il corso di questi movimenti il corpo deve rimanere rilassato ma all'erta, con i muscoli pieni di energia e pronti a ogni eventualità.

Parte inferiore dell'addome e fianchi
Gli istruttori delle ultime generazioni pongono costantemente in rilievo la funzione dei fianchi nel fornire la massima potenza a ogni movimento.
In Asia l'importanza del Tanden è stata insegnata fin dai tempi più antichi; questo perché si credeva che vi fosse situato lo spirito umano e che quest'area fornisse le basi della forza e dell'equilibrio.
Il tanden oggi è l'area dietro l'ombelico, al centro del corpo. Quando si è in posizione eretta il centro di gravità del corpo è collocato li.
Se la posizione è corretta, il centro di gravità deve trovarsi nel tanden.
Una corretta posizione permetterà al praticante di mantenere l'equilibrio delle parti superiori o inferiori del suo corpo, consentendogli un'armoniosa azione dei muscoli e una minima dispersione di energia.
Se la potenza concentrata nel tanden viene messa in gioco nell'esecuzione delle tecniche, le ossa pelviche e dei fianchi saranno saldamente sostenute dalle cosce, e il tronco dalla spina dorsale. Questo duplice sostegno produrrà tecniche potenti. Il centro del corpo, la parte inferiore dell'addome e i fianchi hanno una parte importantissima in molti nòstri movimenti. Perciò sforzatevi di dare il pugno con i fianchi, di calciare con i fianchi e di parare con i fianchi.

lunedì 29 aprile 2019

Cangzhou Kungfu


Cangzhou si trova nel sud-est della Cina nella provincia di Hebei.
Storicamente, la popolazione locale ha dovuto sviluppare le proprie capacità nel combattimento e nell'arte del difendersi per sopravvivere: qui la pratica del Kung Fu divenne una necessità vitale a Cangzhou. Secondo le statistiche, Cangzhou ha dato i natali a 1937 ufficiali militari durante le dinastie Ming e Qing, e divenne un'importante centro delle arti marziali nel nord della Cina durante il regno dell'imperatore Qianlong. Nel 1992, Cangzhou è stata ufficialmente riconosciuta come una delle "città natale delle arti marziali".
Il kung fu di Cangzhou gode di una storia secolare. La sua storia inizia durante la dinastia Ming, prosperò durante la Dinastia Qing, e prevalse durante la tarda dinastia Qing e nella Repubblica all'inizio della Cina moderna. Il Kung Fu di Cangzhou è molto vario, vi sono rappresentati ben 53 tipi di scuole di boxe, che rappresentano il 40,3% su un totale di 129 di stili ufficiali presenti in tutta la Cina. Negli ultimi secoli, Cangzhou ha dato i natali a una grande quantità di maestri di Kung Fu, come Ding Faxiang, Huo Yuanjia, Ziping Wang, che ha dato un grande contributo nella lotta contro l'invasione straniera e nella difesa della dignità nazionale.
La pratica del kungfu di Cangzhou migliora la propria salute, coltivando la propria personalità, promuovendo lo sviluppo globale della persona, e arricchisce e perfeziona la cultura delle arti marziali della Cina e del mondo intero.

domenica 28 aprile 2019

Huaquan


Huaquan (华 拳) è uno stile di Kung Fu che si crede abbia avuto origine in Jining nella provincia di Shandong. Si dice che durante il regno Kaiyuan della Dinastia Tang esisteva un cavaliere di nome Cai sul Monte Hua Mao, che era famoso per la sua abilità nel combattimento e nella scherma. A quanto pare Cai aveva ucciso un nemico, un nobile della famiglia Chang'an, e dovette nascondersi per sfuggire all'ira della sua famiglia.
400 anni dopo, i discendenti di Cai, Cai e Tai Gang Cai, hanno sviluppato il suo stile nell'attuale Huaquan. Tuttavia, è stato Cai Wanzhi di Jining che ci ha messo il tocco finale sull'Huaquan durante il regno di Jaiqing della dinastia Ming, scrivendo il libro I segreti dello Huaquan. Cai Wanzhi aveva basato il libro sulla filosofia tradizionale dello spirito che unisce il respiro, e la mente.
Al giorno d'oggi, lo Huaquan è uno dei costituenti principali del moderno "Changquan" routine contemporanea di Wushu.
È lo stile di combattimento utilizzato dal personaggio interpretato da Jet Li nel film "Fist of Legend" per combattere contro Akutagawa.

sabato 27 aprile 2019

Nandao


La nandao è una sorta di spada che viene oggi usata per lo più in contemporanea agli esercizi di Wushu Cinese e le forme. E' la variante meridionale della "sciabola del nord", o Beidao.
La sua lama porta qualche somiglianza con la spada a farfalla, anch'essa un'arma della cina meridionale a lama singola, la differenza principale è la dimensione, e il fatto che le spade a farfalla hanno una protezione sulla nocca a forma di D. La differenza principale con le beidao è che il nandao è usato principalmente a due mani a causa del suo maggiore peso, ed ha una lama di grandi dimensioni utile per allontanare i colpi e agganciare l'arma dell'avversario, inoltre, anche se è ha un unico taglio, il nandao non è curva come la spada del nord.
Le differenziazioni tra la beidao e la nandao sembrano essere piuttosto moderne. Non ci sono riferimenti storici per le armi antiche e poche sono state trovate con una forma che somiglia a una "nandao". Di conseguenza, non era una forma importante come le più ampiamente usate niuweidao, yanmaodao, liuyedao e i coltelli a farfalla.

venerdì 26 aprile 2019

Bajiquan


Il Bajiquan è un'arte marziale cinese che dispone di tecniche esplosive, potenza a corto raggio ed è famosa per i suoi colpi di gomito.
E' nato nella provincia di Hebei nella Cina settentrionale, ma è anche ben noto in altri luoghi anche oggi, specialmente a Taiwan.
Il Bajiquan era originariamente chiamato Baziquan, a causa del fatto che, quando non colpisce, il pugno è tenuto leggermente aperto, simile a un rastrello. Tuttavia, il suono del nome era considerato un po' grezzo per come suonava nella sua lingua nativa, e così è stato cambiato nel più piacevole Bajiquan. Il termine baji, deriva dal più antico libro Cinese, l'I Ching, significa "una proroga di tutte le direzioni". In questo caso, significa "tutto compreso" o "l'universo".
Reso celebre in tempi recenti da Li Shuwen (1864-1934), un cacciatore della provincia di Shandong la cui abilità con la lancia gli valse il soprannome di "Dio della Lancia Li".
La sua citazione più famosa riguardante i suoi combattimenti era:
"Io non so cosa vuol dire colpire un uomo due volte".
Concediamogli una leggera di iperbole, ciononostante è indubbio lo scioccante potere che lo studio del Baji sviluppa.
Gli studenti più famosi di Li Shuwen sono;
Huo Diange (guardia del corpo di Pu Yi, ultimo imperatore della Cina),
Li Chenwu (guardia del corpo di Mao Zedong),
Liu Yunqiao (agente segreto per il Kuomintang nazionalista e istruttore delle guardie del corpo di Chiang Kai Shek) .
Per questo motivo, il Bajiquan ha finito per essere conosciuto come "lo stile delle guardie del corpo".
Il Bajiquan trova le sue radici in un'altra arte marziale di Hebei il Piguazhang.
Si dice che Wu Zhong, il più vecchio detentore del lignaggio, rintracciabile nel lignaggio Bajiquan, ha insegnato entrambe le arti insieme come un sistema di combattimento integrato.
Esse poi, lentamente furono divise, solo per essere ricongiunte da Li Shuwen verso la fine del 18° secolo, inizio 19° secolo. A testimonianza della natura complementare di questi due stili, c'è un proverbio cinese di arti marziali che dice: "Quando il pigua viene aggiunto al Baji, dei e demoni saranno tutti terrorizzati. Quando il Baji è aggiunto al pigua, gli eroi sospireranno sapendo che non c'è partita contro di essi."
Oggi, il detentore del lignaggio di Bajiquan in Cina è Wu Lianzhi. Egli è anche l'ispiratore del personaggio di Akira Yuki in Virtua Fighter.
Attraverso più di 50 anni di studio, ha raccolto molto materiale e gli atti che sono stati tramandati di generazione in generazione.

Caratteristiche
La principale caratteristica di questa scuola di arti marziali cinesi sono i colpi di gomito. Tutte le tecniche sono eseguite con una forma molto particolare di potenza a breve distanza, sviluppata attraverso una preparazione rigorosa, nelle arti marziali cinesi il Baji è famoso per i suoi movimenti molto violenti e veloci. Strategicamente, il praticante Baji si concentra in combattimento ad entrare da una distanza più lunga con un passo di carica distintivo del Baji con cui riesce a scaricare la sua potenza ad una corta distanza.
L'essenza del Bajiquan sta nel jin, o i metodi per l'emissione della potenza, in particolare fajin (forza esplosiva). Lo stile contiene un totale di sei tipi di jin, otto diversi modi di colpire e diversi principi sull'utilizzo dell'energia. A differenza di gran parte delle forme occidentali di arti marziali che richiedono movimenti dinamici per creare lo slancio, la maggior parte delle mosse del Bajiquan utilizzare un colpo da posizione molto ravvicinata. Il grosso del danno è causato dall'accelerazione momentanea che viaggia su dalla vita per l'arto e ulteriormente amplificato dal passo di carica noto come jiao zhen.
La meccanica con cui il Jin si sviluppa attraverso molti anni di pratica nel Bajiquan è nota per la preparazione particolarmente faticosa della parte inferiore del corpo e la sua enfasi sulla posizione del cavaliere. L'utilizzo della posizione del cavaliere è superiore a quello dei tipici stili a lunga distanza. Come negli altri stili, ci sono comunque anche tutte le altre posizioni.
Ci sono otto diverse posizioni delle mani, oltre a diversi tipi di respiro e Zhen Jiao.
Le forme di Baji sono suddivise in a mano nuda e con le armi.
A mano nuda troviamo non più di 20 forme, il numero dipende dalla scuola, con le armi invece troviamo più di otto diversi tipi di arma, tra cui la famosa Liu He Qiang (lancia), Chun Yang Jian (spada), San Yin Dao (sciabola), Pudao e Chun Qiu Da Dao (lunga lama a due mani pesante, usata dai generali seduti sui loro cavalli).

Influenze
Non ci sono molti stili di kung fu, che somigliano al Baji Quan. Perché lo stile Baji si concentra sull'essere più diretto possibile, semplice e potente, a differenza di altri stili di Kung Fu, che tendono sempre a mostrare la loro bellezza e forza, attraverso il loro movimento.
Nonostante questa premessa, ci sono alcuni stili che hanno fatto derivare i loro principi o concetti dal Baji, su come colpire l'avversario.
"Bashi" (Otto posture)
"Bashi Gong" (Stile degli Otto movimenti)
"Bashi Chui" (otto forme sorprendenti)
"Shuang Bashi" (Otto posizioni doppie),
"Jingang Bashi" (Otto posizioni delle Guardie di Buddha.)
"Longxing Bashi" (otto posizioni dello stile del Drago).
Molte di queste forme sono basate o miscelate con il Luohan Quan (uno stile Shaolin).
Il termine Bashi (Pashi) può anche riferirsi a Baji. Ma bisogna anche far notare che Bashi è anche un termine usato nello stile Xingyi Quan.

Cultura popolare
Akira Yuki di Virtua Fighter utilizza l'Hakkyokuken, la pronuncia giapponese di Bajiquan.
Il Bajiquan viene portato all'attenzione popolare in Occidente in gran parte grazie al videogioco Sega Virtua Fighter, come lo stile praticato dal protagonista Akira Yuki, anche se nessuna delle rappresentazioni di Bajiquan nei media popolari è mai stato molto preciso.
Altri personaggi di videogiochi che utilizzano questo stile sono Kokoro dalla serie Dead or Alive e Xiuying Hong dalla serie di videogiochi Shenmue.
Nonostante la credenza popolare, nella serie Tekken, Ling Xiaoyu non pratica Bajiquan, ma piuttosto fa uso di tecniche di Piguaquan (Hikaken in giapponese) e Baguazhang (Hakkesho in giapponese), simile a Wang Jinrei. Julia Chang, tuttavia, si avvale di tecniche di Bajiquan come parte del suo stile.
Nella nuova versione di Tekken la 6, Leo userà lo stile Bajiquan, ma in giapponese, sarà chiamato Hakkyokuken.
Il "Baji Quan" appare come uno degli stili di combattimento in Mortal Kombat: Deadly Alliance, lo pratica Li Mei.
Nel 1988, Ryuchi Matsuda, ha creato un manga chiamato Kenji, basato sulla sua esperienza personale nel Bajiquan.
Un nuovo gioco di combattimento della società di videogiochi Kwonho, presenta il Bajiquan come uno stile di combattimento selezionabile.

giovedì 25 aprile 2019

Yau Kung Mun


Lo stile Yau Kung Mun trova le sue radici nel Tempio di Shaolin del Nord col monaco Ding Ying che visse durante la dinastia Tang (618-907 DC). Come molti altri monaci al tempio, Ding Ying trascorse la sua vita dedicandosi a perfezionare se stesso spiritualmente e pugilisticamente. Egli si dedicò a raffinare le sue abilità di artista marziale, concentrandosi su ciò che riteneva fossero le tecniche più efficaci.
Attraverso anni di studio affinò queste tecniche in un sistema, cui non diede un nome.
Il non dare un nome ad un sistema all'interno delle mura di Shaolin non era così strano come si potrebbe pensare. I monaci erano ben noti per le loro abilità nelle arti marziali. Tuttavia, l'isolamento del tempio con un metodo efficace di difesa sia contro gli animali selvatici che coloro che avrebbero potuto attaccarli fu essenziale per la sopravvivenza.
Questa necessità portò loro a mantenere e sviluppare le loro tecniche più efficaci e gli stili.
Uno stile senza nome è uno stile che rimane segreto.
Guerrieri violenti, in cerca di fama e grandezza, si presentavano alle porte del tempio, sfidando i monaci famosi ad uscire e combattere. Le sfide in questione erano prese sul serio dai monaci, in quanto non solo c'era la loro reputazione in gioco, ma a volte anche il loro benessere.
In tali situazioni, i discepoli che erano stati addestrati nelle arti segrete erano scelti dall'abate per lottare per Shaolin. Utilizzando tecniche sconosciute agli stranieri, erano in grado di sconfiggere i loro avversari in modo rapido, spesso con solo uno o due colpi. Così, il raffinato stile di Ding Ying fu mantenuto senza nome, venne insegnato ad un numero selezionato di monaci Shaolin che lo tennero segreto al mondo esterno.
La vita dei monaci fu drasticamente interrotta durante la dinastia Qing (1644-1911 dC).
Un ordine imperiale rese fuorilegge la pratica delle arti marziali e nel 1720 il Tempio di Shaolin fu raso al suolo. I pochi monaci che erano riusciti a fuggire senza essere catturati, si sparsero in tutta la Cina. Un monaco era tale Dao Sang.
Durante la sua permanenza all'interno di Shaolin, Dao Sang aveva usato la sua abilità nello stile senza nome (Yau Kung Mun) per difendere l'onore del Tempio contro molti sfidanti.
Insegnò il suo stile al monaco Wai Yat che lo insegnò a Kit Loy e Sing Loy.
Kit Loy poi prese come discepolo Tit Yan, che divenne il primo monaco ad insegnare lo stile segreto ad un laico.
Il nome Tit Yan significa 'corpo di ferro' a dimostrazione della perfezione della sua preparazione. Si dice che essere colpito dai suoi colpi fosse come essere colpiti con spranghe di ferro, con le dita era in grado di penetrare nel corpo del suo avversario, provocando all'esterno delle ecchimosi, all'interno delle emorragie o rompere le ossa.
Tale potenza devastante porta con sé una grande responsabilità.
Per questo nello Yau Kung Mun si insegna che non bisogna imparare a distruggere senza prima imparare a guarire. Perciò, ai discepoli di Yau Kung Mun viene insegnato a guarire attraverso la manipolazione ossea e dei tessuti molli (vedi odierna osteopatia) e unguenti a base di erbe.
Tit Yan, fu tra gli ultimi veri monaci buddisti di Shaolin. Col passare del tempo, Tit Yan si rese conto che lo stile segreto Yau Kung Mun sarebbe scomparso con l'ultimo dei monaci, se non gli fosse stato dato un nome ed i suoi insegnamenti trasmessi al pubblico.
Fu così che agli inizi del '900 nel Guangdong meridionale, fu accettato Master Ha Hon Hung, il primo non-monaco preso come discepolo nello stile di Yau Kung Mun. Dopo aver completato la formazione di Master Ha, Tit Yan si ritirò sulla montagna Lo Fu vicino a Huizhou, dove visse i suoi restanti anni in solitudine. Ha Hon Hung è il fondatore dello Yau Kung Mun.

mercoledì 24 aprile 2019

Origini del Lau Gar


Il Lau Gar Kuen deriva da una forma di boxe praticata a Kuei Ling nel tempio situato nel Kong Sai (Guangxi) Provincia nella zona ovest della Cina. Fu appreso da un monaco in ritiro in quel tempio dal Maestro Lau Sam Ngan, "Tre occhi Lau", un cacciatore di tigri, che viene onorato come fondatore dello stile. E' noto per essersi guadagnato il suo nome a causa di una profonda cicatrice in mezzo alla fronte, che somigliava a un terzo occhio. Lo stile poi è diventato popolare in gran parte del sud ovest della Cina. In realtà tutti i sistemi meridionali di kung si possono far derivare da 5 stili principali e cioè: Lau, Hung, Choy Li e Mok.
Verso la fine del 1800 il nonno di Master Yau (Yau Luk Sau) concepì il desiderio di imparare il Kung Fu. All'età di 13 anni si recò a Sai Kong, dove fu addestrato dal Maestro Tang Hoi Ching.
Nove anni passarono prima che gli fosse concesso il diritto di insegnare indipendentemente dal Maestro Tang. Il Maestro Yau (nonno) successivamente si incontrò con il maestro Wan Goon Wing con il quale proseguì gli studi per altri sei anni, e che seguì come un figlio fino alla morte di quest'ultimo.
Al suo ritorno a Kowloon, Master Yau Luk Sau insegnò solo alla sua famiglia e agli amici intimi prima di aprire la sua scuola al pubblico. Durante questo periodo Master Yau iniziò il suo addestramento all'età di sei anni. Il suo addestramento fu condotto presso il centro del paese della comunità a Kowloon City (Gau Lung Sing) appena fuori la famosa città murata. La sua formazione continuò per 4 ore a notte 360 notti all'anno per 15 anni.
Master Yau portò lo stile nel Regno Unito nel 1961.
L'associazione British Kung Fu, fu istituita nel 1973 e Master Jeremy Yau, essendo il custode dello stile Lau Gar, fu invitato ad essere il Capo Istruttore.

lunedì 22 aprile 2019

Le armi dello stile Lau Gar

Le armi sono una parte importante nella pratica avanzata nello stile Lau Gar. Questo post descrive alcune delle armi più importanti che vengono usate in questo stile.
Di primo acchito lo studio delle armi non sembra avere molto senso in un'ottica di autodifesa (diciamocelo chiaramente, non si può fare molta strada camminando con una spada in mano prima di attirare l'attenzione della Polizia ed è giusto che sia così).
Tuttavia, la pratica delle armi ti dà due cose importanti: in primo luogo la pratica delle armi ti insegna principi che possono essere applicati a oggetti di uso comune come ombrelli, bastoni ecc, che possono quindi essere sfruttati con successo nella difesa personale. In secondo luogo, l'arma è in realtà solo un prolungamento del corpo. Le armi forniscono una piattaforma ideale per la pratica dell'arte marziale a livelli avanzati là dove è richiesta forza, velocità e coordinazione.
Tutto questo va a vantaggio di qualsiasi artista marziale.
Lo studio delle armi costituisce anche una parte importante della tradizione dello stile Lau Gar! Quello che segue è una descrizione di alcune delle più comuni armi Lau Gar.

Coltelli a farfalla

I coltelli a farfalla (o Wu Dip Dao) sono molto un'arma meridionale cinese. Si possono descrivere più come spade corte che come veri e propri coltelli sono lunghi all'incirca la lunghezza del nostro avambraccio. Hanno un solo bordo tagliente su un lato e un manico chiuso che protegge le dita. C'è anche un gancio sul lato non tagliente della lama che permette al praticante di ruotare il coltello intorno all'arma dell'avversario. Traiettorie semicircolari e movimenti di taglio sono comuni con questa arma.

Spada cinese

La spada cinese (o Dan Dao) è un'arma da taglio. La sua lunghezza può variare secondo la statura del praticante, ma in generale è lunga 90 cm. La lama del Dan Dao è abbastanza rigida, a differenza di alcune altre spade cinesi a taglio unico che possono essere molto flessibili. Le sue origini probabilmente si trovano nella necessità di avere un'arma pratica da poter essere utilizzata come una sorta di machete in caso di necessità. L'uso del dan dao è caratterizzato da velocità e aggressività accoppiati con vorticosi movimenti. C'è meno enfasi sui movimenti di affondo che sono una caratteristica di diritto delle spade a doppio taglio, anche se tali movimenti si ritrovano comunque nelle forme Lau Gar di dan dao.

Kwan Dao

La Kwan Dao prende il nome dal suo inventore, il generale Kwan Yu, una figura centrale in molti miti e leggende cinesi e una figura che spesso può essere ritrovata nelle kwoon sotto forma di statua. In realtà il Generale Kwan è considerato come la divinità protettrice delle arti marziali cinesi e santuari a lui dedicati non sono rari nelle tradizionali scuole di kung fu.
Anche altre organizzazioni, quali la polizia rende omaggio al generale Kwan Yu. A titolo di esempio la sede principale CID (o 'Fong daai') a Hong Kong e le stazioni di polizia hanno sempre un santuario dedicato al generale Kwan. La ragione per cui è così venerato è che dopo il compimento di molte buone azioni durante l'ultima parte della dinastia Han (nel II secolo dC), il generale Kwan fu messo al comando dell'esercito dell'imperatore. Si forgiò una reputazione per la sua forza e il suo genio militare, inoltre divenne famoso come difensore dei giusti e sostenitore delle giuste cause.
Il generale Kwan era un uomo molto forte e decise che aveva bisogno di un'arma adatta alle sue particolari esigenze. In particolare, voleva un'arma che avrebbe potuto usare sia a cavallo che a piedi, e che sarebbe stata efficace sia contro i soldati di fanteria che contro la cavalleria.
La Kwan dao è un'arma pesante, di circa 6 metri di lunghezza. Il duro legno robusto supporta una lama di metallo di grandi dimensioni. La lama è caratterizzata solitamente da un piccolo gancio o protrusione a circa metà strada verso il basso nel bordo posteriore che può essere usato per intrappolare le armi avversarie. Questa è un'arma Lau Gar, che richiede una combinazione di abilità e di forza.

Lancia

La lancia Lau Gar è un'arma molto lunga all'incirca 7 piedi di lunghezza. A differenza delle lance che si sono evolute in altre parti del mondo, la lancia cinese non è un'arma da lancio. Essa si distingue inoltre per essere flessibile come un giunco, piuttosto che rigida come di legno duro.
La lancia è considerata da molti come la più antica arma cinese e si suppone che originariamente fosse sviluppata per essere utilizzata come un'arma della cavalleria per essere utilizzata a cavallo. Tuttavia, nelle scuole di kung fu viene usata come arma con i piedi ben piantati per terra.
Il suo essere flessibile, si presta ad alcuni usi inaspettati, come alcuni movimenti taglienti. Questo è il motivo per cui è comune per avere una testa a doppio taglio che può essere utilizzata sia per tagliare e che per tecniche di spinta.

Tridente

Il tridente della tigre è un'arma chiave dello stile Lau Gar, in quanto è strettamente associato con il fondatore dello stile, Lau Sam Ngan o tre occhi Lau che era un cacciatore di tigri. Il tridente ha una lunghezza di circa 6 metri ed ha un tridente d'acciaio alla sua testa. L'asta di supporto è in legno duro e di solito è molto spessa. Il tridente è un'arma pesante nell'ordine di 30- 40 Kg di peso e richiede abilità e una forza non comuni.

Bastone coda di ratto
La coda di ratto è fatto di legno duro. E 'più lungo rispetto alla maggior parte dei bastoni di legno utilizzati solitamente, la sua lunghezza è di circa 7 metri. E 'facilmente individuabile perché si assottiglia da uno spessore di circa 5 cm ad una estremità a 2,5 - 3 centimetri all'altra. Senza dubbio è il cono che dà il nome coda di ratto al bastone. Il bastone della coda di ratto è davvero un'arma Lau Gar in quanto non viene utilizzato da molti altri stili.

Bastone di Legno
Una delle prime armi che vengono insegnate agli studenti Lau Gar è il bastone di legno o 'gwan'. Il bastone Lau Gar è di circa 6 metri di lunghezza e all'incirca di 3,5 centimetri di diametro. È fatto di legno duro ed è quindi quasi completamente rigido.

Chi dovrà camminare cento miglia, consideri novanta la metà


"Chi dovrà camminare cento miglia,
consideri novanta la metà".
Awa Sensei (nel libro di Eugen Herrìguel,"L'Arte Zen nel tiro con l'arco").


Compiamo quasi un anno come blog specializzato in Arti Marziali. I numeri non sono che un punto di riferimento per contestualizzare la nostra vita.
Tuttavia sono la scusa perfetta per realizzare un bilancio del nostro percorso e naturalmente per celebrare la vita.
Non vi annoierò con i minimi particolari della nostra piccola storia, segnata da successi e insuccessi, nuove amicizie, scontri, sforzi e colpi di fortuna. Non è certo nella mia natura vivere guardando al passato. Al contrario miro al futuro e mi ci proietto con intensità. Il nostro blog, letto in tre continenti e in nove diverse lingue, è specializzato in Arti Marziali e continuiamo a lottare post dopo post per migliorare i contenuti.
Ci sentiamo dei privilegiati. Lavoriamo in quello che ci piace, conosciamo i grandi Maestri personalmente, assistiamo agli eventi. Tuttavia il nostro impegno sarebbe vano senza il vostro riconoscimento che avviene con la lettura dei nostri post.
Intraprendiamo ogni nuovo progetto con il desiderio di realizzare ciò che voi sperate da noi. Sono molti i sogni e i progetti che stiamo preparando, con il desiderio e la convinzione che saranno di vostro interesse.
Un anno è solo una cifra. Particolare e degna di essere festeggiata, ma solo una cifra. Noi non sentiamo di essere arrivati ad un traguardo, bensì crediamo di essere in cammino. Come tutti gli artisti marziali sanno, non si consegue mai la perfezione, non si raggiunge mai l'obiettivo, ma ogni movimento realizzato, ogni decisione presa ci avvicina o ci allontana dal traguardo. Tuttavia la completa soddisfazione non appartiene a questo piano dell'esistenza. Come il toro che investe la muleta del torero ma non la raggiunge mai, la vita ci offre gli obiettivi, i desideri di andare oltre. Godiamo solo dei piccoli momenti di pienezza, che passano quasi senza accorgercene nella giovinezza e che poi vogliamo afferrare con avidità per sminuzzarli lentamente quando ci rendiamo conto di essere giunti all'età adulta.
Forse quest'anno non è che questo, l'inizio della maturità di un progetto che, anche se non è ancora terminato, sentiamo maturo e sereno. Un progetto che vogliamo condividere apertamente con tutti voi per molti anni a venire con lo stesso entusiasmo di oggi, di sempre.
Ci vediamo al prossimo post!