Secondo la tradizione cristiana il
mondo, gli animali e l’uomo sono stati creati da Dio. I punti
salienti della genesi e delle vicende di interazione tra Dio e gli
uomini sono raccolte in un libro chiamato Bibbia.
Altre culture hanno altri libri sacri
che narrano vicende diverse e danno nomi diversi alle loro divinità.
Ci sono religioni che parlano di un
unico Dio e altre che raccontano di gerarchie fatte da più divinità.
C’è anche
chi crede negli alieni, nei rettiliani, negli anunaki, nella luna
cava e in altre forme di interazioni tra il divino e l’uomo…
…ma che io sappia non esiste traccia
in nessuna sacra scrittura di una specifica arte marziale rivelata
agli uomini direttamente da Dio.
Eppure ci sono molti maestri che
insegnano le loro arti come se fossero una religione rivelata e
all’interno della loro palestra il primo comandamento recita sempre
“non avrai altro maestro (shifu, sensei, guro, ecc) all’infuori
di me”.
Perché si insegnano ancora le arti
marziali?
Le arti marziali rappresentano un
grande strumento per migliorare le abilità fisiche e mentali di chi
le pratica
Storicamente la maggior parte delle
arti marziali sono nate per la difesa personale ma nel tempo molte
hanno preferito non adeguarsi alle esigenze moderne per conservare
sia la loro filosofia originaria che una certa etica dello scontro.
Altre arti si sono modificate (o sono
nate dalle costole di altri stili) per coltivare alcuni aspetti
specifici diversi dalla difesa personale come per esempio l’aspetto
artistico, sportivo e salutistico.
Inoltre non tutte le persone che
decidono di praticare arti marziali lo fanno necessariamente per la
difesa personale.
Molte scelgono alcuni stili perché
semplicemente sono belli da praticare o perché sono alla ricerca di
nuove abilità (fisiche e mentali) o di nuovi punti di vista motori.
Esiste poi l’aspetto agonistico e
alcune arti, (a volte chiamate anche sport da combattimento) danno la
possibilità di confrontarsi atleticamente contro un altro
praticante.
Infine alcuni cercano esclusivamente
l’aspetto salutistico o praticano un certo stile perché amano il
tipo di cultura che quell’arte promuove.
Sarebbe quindi sciocco banalizzare
l’intero fenomeno delle arti marziali cercando di ridurre il tutto
ad un mero esercizio di difesa personale.
Riassumendo possiamo dire che le arti
marziali nel loro complesso offrono una grande varietà di ragioni
per essere praticate ed è molto semplice per chi si avvicina a
questo mondo trovare uno o più stili che corrispondano ai propri
gusti e alle proprie esigenze.
E’ quindi probabile che chi fa
scherma medievale sia mosso da ragioni e preferenze diverse rispetto
a chi fa aikido o pugilato ma non è da escludere perfino che esista
anche qualche persona a cui piacciano contemporaneamente tutte e tre
queste arti.
E allora qual è l’arte migliore?
Similmente ad altri aspetti della vita
la risposta non è univoca.
Tutto dipende dagli obiettivi che
muovono il praticante.
Potrei farti un esempio con altri
sport:
è meglio il calcio, la pallavolo, la
pallamano o il basket?
Sono tutti e quattro sport con la palla
ma non ne esiste uno migliore in modo oggettivo quanto piuttosto uno
che ci può piacere di più o uno che più si adatta ai nostri
obiettivi o alle nostre caratteristiche fisiche.
Se mi chiedi lo sport dove
potenzialmente si possono fare più soldi la risposta è il calcio ma
sono pronto a scommettere che ci sono persone che lo praticano solo
per piacere personale, e non perché intendono fare per lavoro il
calciatore, così come ci sono atleti professionisti che se ne
fregano dei soldi e preferiscono comunque uno degli altri 3.
L’idea del migliore esiste quindi
solo a livello soggettivo o confrontando determinati parametri.
La stessa cosa vale anche nelle arti
marziali ma non tutti sono abbastanza maturi da ammetterlo così non
è raro che di tanto in tanto qualcuno alzi la mano per dire che la
sua è l’arte più “migliorissima” di tutte sotto ogni aspetto:
sia oggettivo che soggettivo.
Quando questo accade, quest’arte
finisce quasi sempre per essere rivenduta agli allievi con gli stessi
meccanismi di una religione rivelata.
Le scuole setta
Di solito la nuova religione marziale
va abbracciata in via esclusiva ripudiando le altre arti marziali
pagane ed eretiche.
Nella mitologia delle scuole setta di
solito c’è un profeta marziale (spesso morto) che avendo ricevuto
per illuminazione divina la verità sul modo marziale viene venerato
come un dio.
Per lignaggio diretto il profeta ha
lasciato a un unico erede l’ottavo segreto di Fatima delle arti
marziali.
Il nuovo erede, che va venerato solo un
filino meno del profeta, è l’unico depositario della verità e per
avere accesso alla sua mistica conoscenza occorre giurargli cieca
obbedienza.
La vera fede può essere una sola per
cui ogni interazione da parte del praticante con altre arti marziali
porterà alla scomunica.
Purtroppo potrei continuare oltre col
parallelo tra religioni e scuola setta ma credo che se anche hai poca
esperienza tu abbia già capito l’antifona per cui senza indugiare
oltre è ora di svelare l’elefante nella stanza.
Einstein ha detto:
“Due cose sono infinite: l’universo e la stupidità
umana, ma riguardo l’universo ho ancora dei dubbi”
ma io suppongo che anche l’ego di
certe persone potrebbe tranquillamente avere le stesse potenzialità
della stupidità.
E tra le tante ragioni sbagliate per
cui le persone si avvicinano alle arti marziali c’è anche una
sorta di ipertrofia dell’ego mescolata a un meccanismo deviato di
riscatto sociale.
Quando qualcuna di queste persone
disturbate trova il modo di diventare insegnante possiamo assistere
alla nascita di una nuova scuola setta.
Il maestro della scuola setta, al pari
dell’istruttore di Krav Magia (che per magia è diventato
istruttore in un fine settimana) è uno dei peggiori pericoli posti
sulla strada del praticante.
Di scuole setta ne esistono per ogni
arte marziale ma se devo fare la classifica di quelle per cui la
gente mi parla di più e mi racconta le storie più assurde ce n’è
sicuramente una che le batte tutte ed è la setta di Wing Chun ology.
Attenzione
In questo articolo userò il Wing Chun
come agnello sacrificale per tutte le altre scuole setta per cui se
fatalità tu sei un praticante di quest’arte e pensi che le mie
parole possano offendere la tua sensibilità allora parafrasando
“l’Esorcista” ti dico:
Esci da questo blog!!!
…o se proprio vuoi dare un’occhiata
al resto dell’articolo valuta l’idea prima di leggerlo di
stamparlo e con scolorina e penna sostituire il nome Wing Chun con
l’arte che vuoi tu.
Giusto perché qualche talebano non
parta per la tangente leggendo queste mie parole ci tengo a precisare
che non ho niente contro il Wing Chun e ho degli amici che sono degli
ottimi insegnanti di quest’arte ma per qualche ragione che mi
sfugge, il Wing Chun (o Wing Tzun così non facciamo torto a nessuno)
è anche quella, come dicevo prima, che se devo fare una statistica
(basata su ciò che mi scrivono e mi raccontano le persone quando le
incontro) vanta il maggior numero di segnalazioni di scuole setta.
Il problema con alcuni insegnanti di
Wing Chun parte da lontano e giusto per darti l’idea la parola Wing
Chun ology (che deriva dall’accostamentro tra il wing Chun e
Scientology) non l’ho inventata io ma già verso la fine degli anni
90 girava nel mondo delle arti marziali perché fin da allora molti
Shifu avevano la tendenza, più che a insegnare un’arte marziale, a
costruire un mix tra un sistema spilla soldi e un vero e proprio
culto ostile verso le altre arti.
A quei tempi molte scuole di Wing Chun
erano gestite con un complesso sistema piramidale per cui i costi
crescevano di lezione in lezione in modo così esponenziale che dopo
qualche anno gli esami arrivavano a costare anche più di un milione
di lire.
A tutto ciò vanno ad aggiungersi in
certi casi:
dimostrazioni di energie mistiche
vendute come poteri soprannaturali
punizioni e umiliazioni degli
allievi che fanno domande scomode
sistemi per estorcere soldi ad
ogni occasione (come il ragazzo che mi ha raccontato che per fare
una domanda al suo Shifu bisognava pagare un extra)
e altro ancora
E’ facile quindi capire che tra il
sistema mangia soldi e la struttura a setta di alcune scuole di Wing
Chun non c’è voluto moto perché alcuni ex praticanti scottati
dall’esperienza iniziassero a prendere in giro quest’arte
chiamandola Wing Chun ology.
Io qui non voglio assolutamente fare di
tutta l’erba un fascio e non intendo dire che tutte le scuole di
Wing Chun siano dei corsi setta; esattamente come quando ho svelato i
retroscena del Krav Maga non intendevo dire che tutti i corsi con
quel nome siano una truffa.
Il mio intento è quello di aiutare le
persone non ancora esperte informandole sui potenziali pericoli
perché a quanto pare è più facile trovare un corso di Wing Chun
Ology e di Krav Magia (dove l’insegante per magia è diventato
istruttore in un fine settimana) che non un corso serio di Wing Chun
e Krav Maga.
I campanelli di allarme delle scuole in
stile Wing Chun ology
Per molte persone il viaggio nelle arti
marziali è limitato a una sola disciplina ma non esistono ragioni
valide per cui un essere umano nella propria vita non possa
sperimentarne con successo più d’una.
Bruce Lee, Dan Inosanto, e altri grandi
maestri ne sono la prova…
…ma nel loro piccolo lo sono anche
tutti i praticanti di MMA (Mixed Martial Arts) o di sistemi di
autodifesa che prevedono al loro interno più di un’arte.
Ovviamente studiare più arti dovrebbe
voler dire dedicare sufficienti tempo ed energie ad entrambe per cui
se un corso prevede 2 allenamenti e tu ne vuoi saltare uno per fare
un’altra arte è ragionevole pensare che stai disperdendo le tue
energie e che in questo modo non diventerai bravo in nessuna delle
due.
Ma se gli allenamenti non sono in
conflitto e hai tempo, energie e denaro per seguire con profitto
entrambi i corsi non c’è mai un vero problema.
Per cui quando qualcuno mi scrive per
chiedermi consiglio perché il suo Shifu (maestro) gli ha detto che
deve fare una scelta: “se fai Wing Chun non puoi fare nessun altra
arte marziale” (a volte sostituito da frasi più diplomatiche come:
ti sconsiglio, devi fare una scelta, non hai la mia approvazione, mi
deluderesti, vuol dire che non hai capito niente, ecc) allora dico
sempre a chi mi scrive che ha trovato un vero corso di Wing Chun
ology.
A titolo esemplificativo citerò qui
una delle tante testimonianze giusto per chiarire la follia di certi
maestri:
Un ragazzo poco più che trentenne che
praticava da 10 anni Wing Chun iniziò a frequentare delle lezioni
private di un’altra arte perché era interessato all’aspetto
armato (non presente nella sua scuola di Wing Chun).
Con ingenuità il ragazzo confessò al
suo insegnante di aver iniziato quel percorso al che il Shifu gli ha
detto: “non puoi fare anche quello stile perché contamineresti
quello che ti ho insegnato fino ad ora. Devi scegliere o me o lui.”
Dopo 10 anni di leale frequentazione
della scuola il ragazzo ci rimase così male che decise di smettere
col Wing Chun e continuare gli allenamenti della nuova arte ma poiché
il problema non era il Wing Chun ma l’atteggiamento del Shifu egli
continuò ad allenarsi al parco con alcuni dei sui ex-compagni.
Quando il Shifu di Wing Chun lo scoprì
vietò a tutti gli studenti della sua scuola di allenarsi con
l’allievo esiliato e minacciò di cacciare dalla scuola chi al
parco si fosse allenato ancora con l’eretico.
Non credo ci siano tante cose da
aggiungere…
Provando a immaginare la delusione di
chi si trova ad aver dedicato 10 anni della propria vita (oltre che
molti soldi) ad un’arte per poi essere trattato a pesci in faccia
solo per aver avuto la curiosità di guardarsi intorno non posso che
provare molta tristezza.
Debellare certi modi di ragionare so
che è impossibile ma mi piacerebbe sperare che anche grazie alla
velocità con cui le informazioni si diffondono in rete (magari
grazie anche alla condivisione di questo articolo) in un futuro molto
vicino nessun praticante sano di mente finisca più in scuole del
genere.
Se sei un principiante usa la testa e
drizza le antenne:
se davanti a te trovi persone poco
preparate o che millantano strani poteri o che ti vogliono
evangelizzare al loro credo marziale: cambia palestra.
Nessuno stile marziale è l’opera di
qualche essere illuminato superiore ma ogni arte è il frutto di
elaborazioni ed esperienze empiriche di molti uomini che hanno
dedicato la loro vita alla ricerca.
Alcuni di questi uomini furono dei
grandi personaggi e nella storia delle arti marziali sono esistiti
anche molti maestri meritevoli di rispetto e che sono stati delle
preziose guide per i loro studenti…
…ma la verità non vive mai in un
solo posto e come suggeriva saggiamente anche Bruce Lee (che tra le
varie esperienze da ragazzo fece anche un po’ di Wing Chun) il
segreto è “usare la via come non via” e “l’assenza di limiti
come unico limite”
Che tradotto vuol dire:
per imparare hai bisogno di un percorso
(usare la via) perché imparare da soli è impossibile ma per
crescere davvero a un certo punto dovrai superare i limiti del
percorso stesso per non rimanerci intrappolato.
Se il tuo insegante si rivela più un limite che un acceleratore
della tua crescita quando sarai sufficientemente esperto (avrai usato
la via) dovrai trattare il percorso non come un dogma ma come una
“non via” perché non ci sono limiti a quello che puoi imparare
tranne quelli che tu stesso ti imponi.