lunedì 11 marzo 2019

Acqua sulfurea

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Le acque solfuree sono tipi di acque che possiedono una quantità pari o superiore ad 1 mg di H2S per litro, il quale ne conferisce il classico odore, spesso definito “di uovo marcio”. La loro origine avviene in strati sotterranei della Terra in condizioni con temperature elevate, queste tendono poi a risalire sotto forma di vapore (che può condensare formando un geyser) o come acqua calda.

Effetti sulla salute

Il loro utilizzo nelle terapie come i bagni, (ad esempio nell'idroterapia) è noto da secoli, e considerato valido rimedio per difendere l'organismo da stimoli infiammatori endogeni o infiammatori esterni, mentre se ingerita provoca un'azione modicamente lassativa sull'apparato digerente. In Italia le acque minerali solfuree hanno quasi sempre pH inferiore ad 8 e sovente contengono altri elementi, come anidride carbonica, calcio, sodio, alcuni cloruri, ioduri, bromuri o bicarbonati. i trattamenti vengono effettuati presso numerosi stabilimenti termali, sia tramite trattamenti interni, come le cure idropiniche, le irrigazioni e l'aerosol, sia tramite trattamenti esterni, come i bagni termali o i fanghi.

domenica 10 marzo 2019

Hokuetsu seppu

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Hokuetsu seppu (北越雪譜 lett. "Musica della neve del nord di Etsu") è un'enciclopedia antropologica sul tardo periodo Edo, riguardante in particolare la vita degli abitanti dell'Uonuma, un'area intorno alla provincia di Echigo, conosciuta per le lunghe nevicate.
Pubblicato per la prima volta ad Edo nel 1837, Hokuetsu seppu fu scritto da Suzuki Bokushi (鈴木牧之) (1770–1842), un mercante di stoffe e uomo d'affari di Shiozawa, un insediamento sulla vecchia strada di Mikuni. L'opera ebbe un immediato successo e dopo la pubblicazione del secondo volume nel 1842 comprendeva sette capitoli relativi a numerosi argomenti sulla cultura, le nevicate, la popolazione, i credi, l'economia, le leggende della terra innevata. Il testo comprende centoventitré tematiche trattate da più punti di vista è riccamente illustrato con dettagliati disegni.
Santō Kyōzan (山東京山), uno scrittore gesaku e fratello di Santō Kyōden, coadiuvò alla pubblicazione del testo, scrisse una premessa e disegnò le illustrazioni, ispirate agli originali Bokushi.
Parte del materiale presente nel libro è di interesse scientifico. Ad esempio, il libro è il primo testo giapponese a racchiudere i disegni di ben ottantasei differenti cristalli di neve. L'edizione del 1840 include l'aggiunta di ben novantasette abbozzi disegnati da Doi Toshitsura col supporto di un microscopio durante i suoi vent'anni come daimyō nel corso del dominio Koga. Successivamente i cristalli di neve divennero temi principali e ricorrenti nei kimono e nelle chawan, le ciotole e le tazze giapponesi per il tè.

sabato 9 marzo 2019

Fukurokuju

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Fukurokuju (福禄寿) è una delle Sette Divinità della Fortuna (shichifukujin 七福神), personaggi della mitologia giapponese. Si tratta della divinità preposta alla saggezza, felicità e alla lunga vita. Le altre divinità sono Ebisu, Daikoku, Benzaiten, Bishamonten, Jurōjin e Hotei.

Etimologia

Il termine con il quale lo si identifica deriva dalla combinazione di Fuku = Felicità, Roku = Ricchezza e ju = lunga vita.

Raffigurazione

Viene raffigurato come un uomo con la fronte alta, calvo e con lunghi baffi, porta sempre un bastone. Suoi compagni sono una tartaruga (simbolo di lunga vita) e una gru (simbolo di saggezza).

giovedì 7 marzo 2019

Agada

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L'Agada è uno degli otto rami in cui la medicina ayurvedica è tradizionalmente divisa. Letteralmente, gada significa malattia e agada significa qualsiasi agente che rende il corpo libero dalla malattia; Tuttavia il termine Agada è utilizzato specificamente per trattare il ramo della tossicologia, la descrizione dei diversi tipi di veleni e dei loro antidoti.
L'Agada Tantra è definita come una sezione di tossicologia che si occupa di intossicazione alimentare, morsi di serpente, morsi dei cani, punture di insetti, ecc.
La scuola di tossicologia è stata fondata e gestita da Kashyapa, noto anche come Vriddhakashyapa, un altro contemporaneo di Atreya Punarvasu. È vissuto a Taksashila, una città del moderno Pakistan.
Il suo testo è stato chiamato Kashyapa Samhita. Questo, tuttavia, è un libro diverso rispetto al Kashyap Samhita di Pediatria. Questo testo non è attualmente disponibile, ma i riferimenti di questo testo si trovano menzionati in diversi commenti. Si ha conoscenza di altri testi scritti da Alambayana, Ushana, Saunaka e Latyayana. Tuttavia, fatta eccezione per i riferimenti a loro, i testi originali non sono più disponibili.
La pratica tradizionale della tossicologia è ancora praticata da diverse famiglie di vishavaidyas (medici del veleno) che si specializzano in tossicologia. Tuttavia, la loro conoscenza è limitata rispetto a quella posseduta dai medici ayurvedici precedenti. Nei tempi antichi, era il lavoro dei Vishavaidyas proteggere i membri delle famiglie reali dal essere avvelenati, come pure quello di avvelenare i nemici dei re.

mercoledì 6 marzo 2019

Tadashi Nakamura

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Kaicho Tadashi Nakamura 中村忠 (Nakamura Tadashi) (Maoka, 22 febbraio 1942) è un karateka giapponese fondatore dello stile Seido.

Biografia

Tadashi Nakamura nacque il 22 febbraio 1942 nella città di Maoka sull'isola di Karafuto. Il giovane Tadashi Nakamura si allenò in diverse arti marziali incluse Goju-Ryu, Kendo, e Kyokushin. Nel 1956 iniziò a studiare con il maestro Mas Oyama (fondatore dello stile di karate Kyokushin) e nel 1959 arrivò al grado di shodan (1º grado cintura nera). All'età di 19 anni, nel (1961), fece la sua prima apparizione ad un torneo: l'All-Japan Student Open Karate Championship, dove arrivò primo. Nel 1962, prese parte ad un incontro contro un campione di kickboxing tailandese. La disputa era finalizzata a determinare quale fosse la 'migliore' arte marziale. Nel vincere divenne l'eroe nazionale giapponese.
Fu a questo punto che nella vita di Nakamura iniziò la sperimentazione della propria conoscenza sopra gli altri. In primo luogo a Camp Zama (Una base militare U.S.A. vicino Tokyo) dal 1961 al 1965. Per tre anni allenò la squadra di karate dello Toho Medical University. Come se ciò non lo occupasse abbastanza ha inoltre servito come capo istruttore alla Kyokushin Karate Honbu, a Tokyo, mentre raggiungeva il suo 7º dan.
Nel 1966, Nakamura fu scelto direttamente da Masutatsu Oyama per portare il vero spirito del Kyokushin Karate in America. Quell'anno Nakamura partì per New York dove Iniziò ad insegnare Kyokushin Karate, in un piccolo Dojo di Brooklyn. Nel 1971, Nakamura fondò il quartier generale del Kyokushin Karate, nel Nord America. Servì come capo del Kyokushin Karate, per l'America, per un decennio, allenando e formando molti abili studenti in quel periodo. Nel 1976, Nakamura rispettosamente si scisse dal Kyokushin Karate. Cosa che provocò molto scalpore in Giappone nonché la rabbia di Oyama che lo riteneva il peggior traditore. Inoltre Nakamura fu ferito da un colpo di pistola da ignoti in un parcheggio di Manhattan.
Nel 1976 fondò la World Seido Karate Organization, che rifletteva le sue convinzione sul vero significato del karate, basandosi su tre principi fondamentali: Amore, Rispetto e Obbedienza.
Con il primo, l'Amore, si intende rivolto verso i propri genitori ed i propri maestri, entrambi fondamentali per la formazione dell'individuo. Solo con l'Amore, infatti, potremo offire e condividere tutto, senza aver bisogno di attaccarsi a niente.
Con il secondo, il Rispetto, si intende verso gli altri, senza il quale ci arrabbiamo e ci impegnano in azioni distruttive e non costruttive, il rispetto quindi, ci aiuta a comprendere meglio anche gli insegnamenti che ci vengono dati da chiunque, un maestro, una madre o un padre e ci migliora come persone.
Con il terzo, l'Obbedienza, si intende obbedire alle regole e ai regolamenti della scuola, di casa o anche del Dojo ( il luogo dove si pratica l'arte del Karate); esso nasce dall'impegno di voler conoscere se stessi tramite l'allenamento. L'Obbedienza ci stimola, inoltre, a conservare l'umiltà ed a tenere sotto controllo il proprio Ego.
Nakamura creò il Seido che in giapponese significa “via sincera”, per creare individui completi, atti a migliorare se stessi e la società che gli circonda, con i principi di amore, rispetto e ubbidienza.

Libri e articoli

Kaicho (che significa "il Fondatore"), così chiamato dai suoi allievi del Seido, ha pubblicato molti libri e articoli riguardo al Seido Karate scrivendo delle parti fondamentali di esso, come la meditazione (lo zen), la respirazione e l'insegnamento. Alcuni di essi sono:
  • One Day, One Lifetime (1995)
  • The Human Face of Karate (1989)
  • Karate: Technique and Spirit (2001)
  • Karate Kyohon (2001)
Selected articles;
  • Article: On Philosophy, su seido.com.
  • Article: On Meditation, su seido.com.
  • Article: Seido Philosophy, su seido.com.
  • Article: Teaching Karate-Do, su fightingarts.com.

martedì 5 marzo 2019

Kojima Yatarō




Kojima Yatarō (小島 弥太郎; 1522 – 1582) è stato un samurai giapponese del periodo Sengoku che servì il clan Uesugi della provincia di Echigo.
Yatarō servì prima Nagao Tamekage, poi Uesugi Kenshin. Fu uno dei principali generali di Kenshin e la sua ferocia in combattimento gli valse il soprannome di Demon Kojima (鬼小島 Oni Kojima). Era spesso chiamato anche "The Ogre" poiché il suo elmo aveva un'immagine di un oni grignante, una creatura mitica simile ad un orco o demone. La sua arma era un kanabō (金棒, simile ad una mazza ferrata), un'arma associata agli orchi, per aggiungere fama alla sua reputazione.
È ricordato per un incidente che si verificò nel corso di una battaglia di Kawanakajima: Yataro fu inviato alla tenda Takeda come messaggero e fu aggredito da un cane da guardia. Senza battere gli occhi con calma tenne il cane verso terra e consegnò il suo messaggio a Takeda Shingen. Una volta consegnato il messaggio liberò il cane velocemente e se ne andò.

lunedì 4 marzo 2019

Kamayari

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La kamayari (鎌槍) è una lancia giapponese con una falce all'estremità. Di solito ha due sporgenze alla base di una punta di lancia principale ed era usata dai samurai per arpionare gli oggetti, i cavalli o anche i corpi dei nemici.
La kamayari ha avuto anche un uso non militare, infatti veniva utilizzata dai pompieri giapponesi per abbattere i tetti degli edifici incendiati affinché le fiamme si diradassero.


domenica 3 marzo 2019

Hon'ne e tatemae

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Hon'ne e tatemae sono parole giapponesi che descrivono fenomeni sociali riconosciuti.
Hon'ne (本音) si riferisce ai sentimenti veritieri e ai desideri profondi di una persona. Questi possono essere contrari al ruolo sociale o alle aspettative della società o della famiglia in base alla propria posizione e alle circostanze, e spesso sono tenuti nascosti a tutti, tranne ai propri amici più intimi.
Tatemae (建前), letteralmente "facciata", indica il comportamento e le opinioni che una persona mostra in pubblico. Tatemae è quello che la società si aspetta, ciò che è richiesto in base alla propria posizione e alle circostanze, e queste possono o no corrispondere al proprio hon'ne.
La contrapposizione hon'ne/tatemae è da considerare di importanza capitale nella cultura giapponese. Il fatto stesso che la lingua giapponese abbia parole per definire questi concetti porta alcuni specialisti di Nihonjinron a considerare tale concettualizzazione come prova della grande complessità e rigidità giapponese nell'etichetta e nella cultura.
Si può sostenere che hon'ne e tatemae siano una necessità culturale derivante dal fatto che un gran numero di persone vivono in una nazione-isola relativamente piccola. Anche con le moderne tecniche agricole, oggi la produzione nazionale del Giappone soddisfa solo il 39% del fabbisogno alimentare della popolazione, pertanto, prima dell'era moderna, cooperare strettamente ed evitare il conflitto era di vitale importanza nella vita quotidiana. Per questa ragione, i Giapponesi tendono ad evitare il conflitto in ogni modo, specialmente nel contesto sociale.
Il conflitto tra hon'ne e giri (doveri sociali) è uno degli aspetti del dramma teatrale giapponese in ogni epoca. Una trama tipica vede il protagonista che deve scegliere tra rispettare i suoi doveri nei confronti della famiglia o del signore feudale, o inseguire un amore segreto. Alla fine, la morte rappresenta l'unico modo per risolvere il dilemma.
Fenomeni come gli hikikomori e i single parassiti sono considerati esempi di un problema crescente della cultura giapponese contemporanea: quello di una nuova generazione che cresce nell'incapacità di affrontare la dualità dell'honne/tatemae in una società moderna sempre più complessa. La mancanza di riti di iniziazione -come esistevano un tempo- e la forte pressione che in Giappone si esercita sui giovani adulti, rendono difficile per molti giovani affrontare gli aspetti paradossali dell'età adulta e dell'economia capitalista.
Il dibattito se tatemae e hon'ne siano un fenomeno unicamente giapponese è ancora aperto in Occidente, specialmente tra gli studiosi in campo antropologico e artistico.

Pericolo del culturalismo

I concetti di hon'ne e tatemae appena descritti andrebbero comunque analizzati con molta cautela, al fine di non cadere nella trappola di una visione culturalista del Giappone e del popolo giapponese, non fedele alla realtà. In effetti, questi concetti di tatemae (建前) e hon'ne (本音) possono essere legati molto facilmente al Nihonjinron, un punto di vista che considera la società giapponese completamente omogenea, presupponendo che i Giapponesi differiscano radicalmente da tutti gli altri popoli conosciuti, il che è, ad esempio, l'opinione dell'autore Chie Nakane. D'altro canto, molti ricercatori giapponesi, come Yoshihiko Amino o Eiji Oguma per esempio, hanno mostrato come queste visioni nazionaliste fossero solo un'illusione e hanno tentato mediante le loro opere di smontare questo concetto di Nazione omogenea o l'idea che le regole della società giapponese potessero essere comprensibili solo ai giapponesi stessi e non agli stranieri.

sabato 2 marzo 2019

Hachiman

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Hachiman (八幡神 Hachiman-jin / Yahata no kami), secondo il pantheon delle divinità shintoiste giapponesi, è considerato il Kami della guerra, e può essere paragonato a Marte della mitologia romana.
Nel III secolo d.C., secondo la leggenda, Jingū, l'imperatrice consorte del defunto imperatore Chūai, fu alla testa dell'esercito nell'invasione della Corea, ed al rientro in Giappone diede alla luce Ōjin, che divenne imperatore molto giovane e passò gran parte della vita in battaglia.
Qualche secolo dopo sarebbe stato sincretizzato con Hachiman, il dio della guerra e protettore dei samurai, e gli furono dedicati numerosi templi, ad oggi se ne contano circa 25.000, che divennero meta di pellegrinaggio dei guerrieri che si recavano sul campo di battaglia, e degli atleti di arti marziali.
L'imperatore Ōjin fu antenato del clan dei samurai Minamoto, che divennero Shogun e fondarono alla fine del XIII secolo lo shogunato Kamakura, con il quale la popolarità di Hachiman crebbe sensibilmente, facendolo diventare il protettore della classe di guerrieri saliti al potere con i Minamoto. Per questo motivo la rappresentazione del kami (神体 shintai) nei santuari dedicati ad Hachiman è una staffa di cavallo o un arco, simboli di battaglia.
Viene anche considerato protettore del Giappone e dei giapponesi, degli agricoltori, che lo invocano per avere copiosi raccolti, e dei pescatori, che gli chiedono di riempire le reti di pesce. Il suo nome significa "divinità delle otto bandiere", tanti erano i confaloni che celebrarono la nascita di Ōjin. L'animale a cui viene associato, che è anche il suo messaggero, è il colombo.

venerdì 1 marzo 2019

Anatheóresis

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Anatheóresis è una terapia psicologica, priva di riscontri in letteratura scientifica, creata da Joaquín Grau a partire dagli anni 1970. Secondo l'autore, il termine anatheóresis significa "guardare all'indietro contemplando il passato e riesumarlo, portarlo al presente, comprendendo". Grau la chiamò così per differenziarla da altre tecniche ipnotiche regressive, dal momento che considera l'anateoresi come l'intero corpo dottrinale basato sull'esperienza clinica e su postulati scientifici, non su elucubrazioni, e al di fuori di credenze e dottrine metafisiche.

Teoria

I sostenitori del metodo la definiscono come una psicoterapia di carattere percettivo, che considera la malattia come una disfunzione fisica o psichica di origine emozionale. Si basa sull'induzione, mediante un rilassamento semplice ma profondo e senza la somministrazione di droghe né l'impiego di apparati elettronici, di un presunto stato mentale non ordinario di coscienza, da loro definito "ISRA".
I sostenitori suppongono che in questo stato - attraverso una presunta regressione in età - sarebbe possibile indagare i danni emozionali che si sarebbero a loro dire originati nel periodo intrauterino, nel parto e nell'infanzia, dalla nascita fino ai 7-12 anni circa. Sostengono inoltre che quei presunti "danni", che nel corso della vita si sarebbero trasformati in disfunzioni fisiche o psichiche, nel venire resi coscienti mediante una presunta ed indimostrata "sincronizzazione degli emisferi cerebrali" (il destro con la sua capacità di "vedere e sentire" i fatti che hanno causato tali presunti danni emozionali, e il sinistro con la comprensione delle cause di questa sintomatologia da essi prodotta - somatizzazione), potrebbero risolversi. Non esistono però prove scientifiche o cliniche a favore dell'ipotesi della cosiddetta "sincronizzazione degli emisferi", che afferisce ad un modello di funzionamento neurocognitivo ormai in gran parte superato dalla ricerca scientifica più recente.

Descrizione

Anatheóresis significa che è una psicoterapia percettiva, dato che lavora a livello psichico con l'informazione che il soggetto riceve, elabora e interpreta. Ma tiene in considerazione che il modo di percepire tale informazione sarà differente in funzione dello sviluppo ontogenetico, e per questo divide tale capacità in sei diversi livelli, cui dà il nome di SP (stadi di percezione). Questi stadi, a loro volta, sarebbero intimamente collegati alla genesi e alla maturazione dei diversi ritmi di onde cerebrali e di conseguenza allo sviluppo cerebrale.
Parte inoltre dal presupposto che la malattia è la manifestazione di una sintomatologia, causata dall'attualizzazione analogica dei danni emozionali provocati da fatti accaduti nei primi quattro SP, che vanno dal concepimento fino ai 7-12 anni di età, momento in cui i ritmi di onde beta cerebrali cominciano a essere predominanti.
Crede che la maggior parte dei danni emozionali hanno origine in questi stadi, perché fino all'età di 7-12 anni non si produrrebbe la maturazione dell'emisfero sinistro (ES) del cervello e delle onde cerebrali ad esso associate (onde beta) e quindi il soggetto vivrebbe fondamentalmente sotto le caratteristiche dell'emisfero destro (ED) e dei suoi specifici ritmi (delta, theta e alfa). Soprattutto delle sue qualità olistiche, evocatrici di simbologia, emozionali, analogiche, ecc. Ma quando si impone l'ES che controlla attraverso le sue specifiche qualità: causalità, dualità, analisi, ragionamento, unidimensionalità, etc., ciò porterebbe con sé un effetto devastante, dato che occulterebbe in gran misura gli avvenimenti accaduti e le emozioni ad essi associate durante il predominio dell'ED. Per questo la maggior parte degli impatti emozionali vissuti fino a questo momento si suppone che resterebbero rinchiusi e dimenticati, creando un sostrato emozionale sotto forma di incameramenti profondamente energetici che in un futuro potrebbero esplodere e somatizzare.
Per realizzare la funzione terapeutica, dispone che si debba indurre nel soggetto uno stato non ordinario di coscienza, portandolo mediante rilassamento profondo alla banda inferiore di ritmi di onde theta (circa 4 Hertz). A tale stato dà il nome di ISRA (induzione allo stato regressivo anateoretico). E ritiene che, inducendo ISRA nel soggetto, si dovrebbe produrre uno stato mentale più libero, più infantile, caratterizzato da immagini mentali spontanee e intense, e un pensiero creativo e immaginativo, allo stesso tempo che una sincronizzazione dei due emisferi, lo stesso che succede nella meditazione. Afferma che, in tale stato, il soggetto non perde la coscienza e non si produce amnesia postipnotica, cosa che invece succede nell'ipnosi profonda. Pertanto, la persona sarebbe cosciente in ogni momento e potrebbe uscire dalla seduta qualora lo desideri.
La regressione in età anatheóresis la intende secondo il concetto accreditato in psicologia, far retrocedere mentalmente il soggetto a tappe anteriori nella sua vita, e non nel senso classico delle "terapie regressive a vite passate" (Brian Weiss, Raimond Moody, etc.).
«Le tecniche di regressione in età consistono nel guidare il cliente mentre si risale nel tempo fino a qualche esperienza per risperimentarla (si chiama rivivificazione) come sé stesse succedendo qui ed ora, [...]. Nella rivivificazione il cliente è immerso nell’esperienza, rivivendola in modo molto simile a quello di quando si andò ad incorporare nella memoria nel momento in cui avvenne realmente.»
(Yapko, p. 360.)
Va però detto che nella terapia si può impiegare in certe occasioni tale regressione a vite precedenti, mettendo in chiaro che, per Anatheóresis, non si tratta di altro che di una proiezione simbolica dei contenuti emozionali. Peraltro non si mette a valutare la validità di tali proiezioni, anche se certo sostiene che potrebbero implicare un'atmosfera emozionale e perciò la regressione può essere utilizzata come test e come strategia scenografica.

Considerazioni

Anatheóresis considera la mente come un tutto col corpo e pertanto come quella che lo condiziona in ogni momento; non crede che ci sia malattia puntuale e concreta. Questa è la sintomatologia della situazione patologico-emozionale profonda del soggetto. Perciò sostiene che non cura malattie ma ammalati e che la terapia si deve rivolgere direttamente al soggetto, dal momento che è lui la malattia, e non alla malattia in sé.
D'altro lato, alcuni professionisti sostengono che il suo campo di attuazione è ristretto.
Si raccomanda di effettuare questa terapia a individui con non meno di 15-16 anni. Ugualmente si raccomanda di non praticarla a donne incinte o che possono rimanere incinte a breve termine. Infine non si raccomanda a persone con patologie cardiovascolari.

Rassegna storica

Negli anni 1960, Joaquín Grau comincia gli studi sulla percezione e le potenzialità della mente umana. Utilizza l'ipnosi, apparati elettronici e vari tipi di allucinogeni naturali. Integra tutto ciò con numerosi viaggi, a partire dal 1974, in Africa, Asia e America Latina, per studiare le culture analogiche, finché nel 1978 realizza la sua esperienza più straordinaria, dal momento che gli avrebbe dato le chiavi quasi definitive per sviluppare Anatheóresis. Convive per un certo tempo con gli Aucas (Huaorani), una tribù di indiani dell'Amazzonia ecuadoriana. In tale convivenza scopre che praticamente essi non sviluppano malattie come cancro, stress, alterazioni cardiovascolari e altre che infestano la nostra cultura. Trova anche che gli indios vivevano in perfetta armonia con il loro ambiente ed erano privi di nevrosi o qualunque tipo di disfunzione psicologica. Il loro mondo era il presente. Il passato e il futuro non era per loro qualcosa di importante, la vita doveva essere vissuta nel "qui e ora", era un vivere senza preoccupazioni, senza pendenze passate né aspettative per il futuro. E questo mondo, inoltre, si basava sul simbolismo analogico. Tutto ciò si rispecchia in vari libri e articoli.
In base a tutti questi studi ed esperienze, Joaquín Grau fu del parere che le malattie le produceva il nostro modo di vita, la nostra educazione, la nostra cultura, e che fondamentalmente gli impatti emozionali che le rendevano possibili si acquisivano nel ventre materno, nel parto e nell'infanzia fino ai 7-12 anni. A partire da ciò sviluppò il rilassamento ISRA, nella banda theta, stabilendo che in detto stato il soggetto non solo poteva rimembrare o visualizzare il passato ma che, inoltre, poteva farlo con tutta la carica emozionale presente nel momento in cui erano accaduti i fatti - vale a dire, vivenciando - e, d'altro lato, il soggetto non perdeva la coscienza durante le sedute né dimenticava i fatti esumati dopo di essere uscito dal rilassamento, come invece avviene con l'ipnosi profonda. Considerò anche che l'affioramento di quest'informazione e la sua successiva comprensione rendeva possibile la guarigione delle malattie somatizzate a causa di quei fatti passati.
Nel 1991 redige un libro in cui espone alcune delle basi fondamentali delle sue teorie, Nazca a una nueva vida. Nel 1996 pubblica la sua opera fondamentale: Tratado teórico práctico de anatheóresis. Las claves de la enfermedad (tradotto in italiano col titolo Le chiavi della malattia. Trattato teorico-pratico di anateoresi) in cui specifica tutta la sua teoria sotto forma di corpo dottrinale scientifico.



giovedì 28 febbraio 2019

Masatoshi Nakayama

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Masatoshi Nakayama (中山正敏 Masatoshi Nakayama; Prefettura di Yamaguchi, 13 aprile 1913 – Tokyo, 15 aprile 1987) è stato un karateka giapponese.
Gran Maestro di karate Shotokan, allievo di Gichin Funakoshi e di suo figlio Gigō Funakoshi, è stato il fondatore della JKA (Japan Karate Association).

Vita

Nato nell'aprile del 1913 nella Prefettura di Yamaguchi, era discendente del clan Sanada, della regione di Nagano. I suoi antenati erano istruttori estremamente specializzati di kenjutsu (l'arte della spada giapponese). Entrò all'Università di Takushoku nel 1932, completando gli studi mentre nel frattempo si allenava con il Maestro Gichin Funakoshi e con uno dei suoi figli, Yoshitaka. Decidendo di dedicare la sua vita al karate, dopo l'università partì per la Cina al fine di migliorare i suoi studi ed il suo addestramento. Rientrò in Giappone nel 1946. Nel 1949 fondò insieme a Funakoshi la Japan Karate Association.

JKA

Gli sforzi compiuti dalla Associazione Giapponese di Karate di incarnare e promuovere lo spirito del karate furono appoggiati dal Ministero dell'Istruzione Giapponese, (ora Ministero di Istruzione, Scienza, Sport, e Cultura). Il Ministero accordò alla JKA il riconoscimento legale ed esclusivo in Giappone come un'associazione ufficiale nel 1957, per la formazione di membri per la promozione della "via del karate". Durante quel periodo e nel corso di molti anni, il M° Nakayama diede contributi notevoli all'arte. Lui sviluppò, insieme agli istruttori di JKA, un metodo nuovo, razionale di insegnare. I suoi principali allievi furono Hiroshi Shirai, che andò a diffondere il Karate Stile Shotokan in Italia, Keinosuke Enoeda, che andò in Inghilterra, Taiji Kase, che si recò in Francia e fu un compagno di Nishiyama della prima ora. (Entrambi erano stati allievi di Yoshitaka Funakoshi).

mercoledì 27 febbraio 2019

Kōsaka Masanobu

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Kōsaka Masanobu (高坂 昌信; 1527 – 12 giugno 1578), noto anche come Kasuga Toratsuna (春日 虎綱), è stato un samurai giapponese del periodo Sengoku.
È anche conosciuto come uno dei ventiquattro generali di Takeda Shingen. È anche accreditato come l'autore del famoso Kōyō Gunkan, che narra le storia della famiglia Takeda e delle sue imprese militari. Comunque diversi studi recenti suggeriscono che altri scrittori usarono il nome di Kōsaka per incrementare la veridicità del libro.

Biografia

Relazione con Shingen

La relazione d'amore con Shingen iniziò nel 1543. In quegli anni avevano rispettivamente 16 e 22 anni. Questo tipo di relazioni erano comuni nel Giappone pre-moderno, una tradizione nota col nome di shudo. Un documento conservato nell'archivio storico dell'Università di Tokyo documenta l'impegno di Shingen di non legarsi sentimentalmente a nessun altro servitore e la volontà di non recare danno in nessun modo al ragazzo, raccomandandolo agli dei.

Comandante

Kōsaka era conosciuto come uno dei tre Danjō che servirono la famiglia Takeda, assieme a Sanada Yukitaka e Hoshina Masatoshi (Danjō stava per titolo formale, Danjōchū; 弾正忠). Di questi tre, Kōsaka era conosciuto come "Nige Danjō" (逃げ弾正 letteralmente, Danjō difensivo), poiché era un comandante molto cauto ed abile nella ritirata.
Come comandante del castello di Kaizu, Kōsaka giocò un ruolo fondamentale nella quarta battaglia di Kawanakajima. Informò Takeda tramite segnali di fumo dei dell'avvicinamento dell'esercito di Uesugi Kenshin, e poi avanzò verso Saijoyama con l'intento di spingere l'esercito di Kenshin verso la pianura dove Takeda Shingen lo attendeva. Anche se la tattica fallì, Kōsaka guidò i suoi uomini giù dalla collina attaccando l'armata Uesugi alle spalle e salvando Shingen che si trovava in grosse difficoltà.
Durante la campagna di Nagashino fu mandato nel nord dello Shinano per tener occupati gli Uesugi ma marciò frettolosamente a sud per proteggere Katsuyori quando seppe della sua sconfitta.

Ritiro e morte

Kōsaka Masanobu criticò apertamente Katsuyori in numerose occasioni. Per questo fu forzato al ritiro nel 1578 e morì nello stesso anno di malattia.