Quando si dice "castello", la
prima cosa che immaginiamo è questo:
Un edificio imponente con una robusta
cinta muraria e torrioni circolari o quadrati, tipico del medioevo
europeo.
Eppure esiste, dall'altra parte del
mondo, una tradizione altrettanto importante di costruzione dei
castelli. Castelli per certi versi simili e per altri molto
differenti da quelli europei.
Come si capisce dalla foto (e dalla
domanda) parlo dei maestosi castelli giapponesi, o shiro (城)
nella lingua locale.
I castelli giapponesi possono essere
classificati per architettura e colore del torrione e forma delle
mura, dunque organizzerò questa risposta per punti.
PUNTO PRIMO: CARATTERISTICHE
GENERALI
La prima cosa che salta all'occhio in
un castello giapponese è il torrione o tenshukaku (天守閣),
alto in genere da tre a cinque piani (ma almeno un castello, quello
di Bitchu-Matsuyama, ne ha solo due) di forma quadrangolare e
dimensione via via inferiore, spesso costellato da timpani di valore
sia decorativo che strategico.
Tutti i castelli possiedono (o
possedevano) due o tre cinte murarie, chiamate kurawa (曲輪),
collegate di tanto in tanto a torrette denominate yagura (櫓)
alte non più di due piani.
Tutte le strutture (ad eccezione dello
zoccolo di pietra su cui poggiano gli edifici) erano realizzate in
bambù, legno, argilla e pietra. Quest ultima in quantità molto
maggiori rispetto agli edifici civili, ma comunque decisamente
inferiore rispetto alle controparti europee.
I castelli potevano trovarsi in
montagna (yamajhiro, 山城),
in collina (hirayamajiro, 平山城)
o in pianura (hirajiro, 平城).
I castelli costruiti su isole prendono il nome di umijiro (海城).
PUNTO SECONDO: LE CINTE MURARIE
In genere un castello possedeva tre
cortili delimitati da cinte murarie, chiamati, dal più interno,
honmaru (本丸), ni no maru
(二の丸) e san no maru
(三の丸).
In base alla disposizione delle mura,
il castello poteva appartenere a tre categorie:
Rinkaku (輪郭):
lo honmaru si trova al centro, completamente circondato dal ni no
maru e san no maru. Era lo stile migliore in quanto a difesa, ma il
più dispendioso in termini di spazio e denaro. Era tipico dei
castelli di pianura.
Renkaku (連郭):
il san no maru e il ni no maru si trovano davanti allo honmaru,
lasciandolo scoperto sui fianchi e posteriormente. Era lo stile più
difficilmente difendibile, ma il più economico. Tipico dei castelli
di montagna ben protetti da barriere naturali.
Teikaku (梯郭):
lo honmaru si trova sulla parte posteriore del ni no maru e del san
no maru, lasciando scoperto solo il retro. Era il miglior
compromesso tra i precedenti. Tipico dei castelli protetti alle
spalle da una palude, una montagna o altre barriere naturali.
Heikaku (並郭):
honmaru e ni no maru sono affiancati e circondati dal san no maru.
Un buon compromesso tra rinkaku e renkaku.
Kaikaku (階郭):
le mura sono costruite in modo serpeggiante, così da allungare il
percorso dei nemici e decimarli durante il tragitto. Tipico dei
castelli di montagna.
Oltre alle mura sopra indicate, una
fortezza poteva possedere anche altri cortili:
Tenshumaru (天守丸):
un piccolo cortile interno all'honmaru che circonda il tenshu o il
suo ingresso.
Sōkurawa (総曲輪):
un largo fossato che circondava completamente il castello, la
struttura difensiva più esterna di tutte le fortezze.
Denmaru (出丸):
una cinta muraria aggiuntiva costruita per proteggere i punti
sensibili del castello.
Umadashi (馬出):
una fortificazione posta a protezione di una porta, in genere
piuttosto piccola, usata per limitare il numero di nemici che
possano attaccare in uno stesso momento.
Mizunote kurawa (水の手曲輪):
il luogo dove si trovano le riserve d'acqua di un castello.
Yamazatomaru (山里丸):
una zona destinata alla costruzione di giardini, templi, santuari e
sale del tè.
PUNTO TERZO: LA STRUTTURA DEL TENSHU
Arriviamo ora all'edificio più
imponente e tipico delle fortezze nipponiche: il grande torrione
centrale, il tenshu. Esistevano due modi per costruire i torrioni,
vediamoli uno alla volta:
Bōrō (望楼):
il primo tipo ad essere sviluppato. Era costruito su due livelli: il
primo di uno o due piani, il secondo di due o tre. Aveva il
vantaggio di poter essere costruito anche su basamenti non
perfettamente livellati, visto che a metà dell'opera si poteva
contrastare un eventuale inclinazione senza che l'estetica ne
risentisse. Tipico dei periodi bellici, in cui era importante
lavorare velocemente senza concentrarsi troppo sul basamento.
È il caso del castello di Himeji…
… del castello di Hikone…
… o, particolarmente evidente, del
castello di Inuyama.
Sōtō (層塔):
il tipo più comune nei castelli signorili e di rappresentanza. Ogni
piano era un livello a sé stante di dimensione decrescente. Aveva
il vantaggio di poter progettare la costruzione in modo più
preciso, ma necessitava di un basamento perfetto. Tipico dei
castelli in pianura costruiti dallo shogunato Tokugawa in tempo di
pace.
Come esempio possiamo prendere il
castello di Nagoya…
… il castello di Ōzu…
… e il castello di Matsumoto.
PUNTO QUARTO: IL RIVESTIMENTO DEL
TENSHU
Nell'immaginario collettivo (almeno
quello giapponese) il castello può essere di un bianco candido, che
si staglia nel cielo azzurro tra i ciliegi fioriti, oppure può
essere di un nero profondo, minaccioso e imponente sulle valli
sottostanti. Ognuno ha la sua preferenza, ma i colori delle mura non
erano certo scelti casualmente o per pura estetica:
Le mura bianchissime del castello
di Himeji sono sempre state viste come un segno di potenza e
ricchezza: l'intonaco bianco, infatti, si rovinava molto in fretta
quando esposto alle intemperie e doveva essere rinnovato ogni 10
anni, rendendo questo rivestimento molto dispendioso, soprattutto in
periodi bellici.
Castello di Nagoya.
I tenebrosi bastioni del castello
di Matsumoto possono incutere soggezione in un nemico, ma indicano
anche una minore stabilità economica: il rivestimento in legno
laccato nero aveva un costo maggiore rispetto all'intonaco, ma era
anche molto più durevole, necessitava di sostituzione ogni 50 anni,
risultando nel complesso meno dispendioso.
Castello di Matsumoto.
Alcuni castelli avevano
rivestimenti particolari, che denotavano grande ricchezza. Un
esempio sono le piastrelle di porcellana, molto costose ma anche
molto fragili, oppure delle più resistenti ma altrettanto costose
piastre di rame.
Castello di Kanazawa.
PUNTO QUINTO: LA CONFIGURAZIONE DEL
TENSHU
Un altro modo per classificare i
castelli giapponesi è in base alla disposizione del tenshu e degli
edifici annessi.
Tenshu composto: il torrione è
direttamente collegato a una torretta (tsuke yagura, 付櫓)
a guardia dell'ingresso. Se la torretta è più alta di due piani e
l'ultimo non è connesso al tenshu si parla di torrione secondario
(kotenshu, 小天守).
Il secondo tipo era nettamente più
comune, ma l'ultimo era il preferito dai grandi signori feudali che
potevano permetterselo.
PUNTO SESTO: FRONTONI
La caratteristica estetica più
notevole delle fortezze giapponesi sono sicuramente i numerosi
frontoni (hafu, 破風), che
potevano appartenere a quattro categorie principali:
Hiyoku irimoya hafu del
castello di Nagoya.
Hiyoku chidori hafu dello
stesso castello.
Differenza tra noki kara
hafu (sopra) e mukai kara hafu (sotto).
Kiridzuma (切妻):
un tipo poco comune nei castelli ma che tutti conosciamo, visto che
è la forma triangolare ai lati dei tetti delle case. Si differenzia
dai primi due tipi perché non è "appoggiato" sul tetto
inferiore, ma è il tetto stesso che si piega a triangolo.
Due kiridzuma hafu del
castello di Hikone.