giovedì 18 febbraio 2016

Brahman

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Brahman (devanāgarī ब्रह्मन्, lett. "sviluppo") è un termine sanscrito all'origine di molteplici significati nelle religioni vedica, brahmanica e induista.

Differenti significati del termine Brahman

Il termine sanscrito Brahman possiede differenti significati:
  • nella sua accezione di nome "maschile", brahmān indica nei Veda un officiante del sacrificio vedico in grado di pronunciare i mantra relativi alla conoscenza ispirata;
  • nella sua accezione di nome "neutro", brāhman indica nei commentari degli inni vedici denominati Brāhmaṇa il potere che ispira i cantori ṛṣi deputati alla trasmissione orale del sapere cosmico, ovvero "l'effusione del cuore nell'adorazione degli Dei" o la stessa invocazione (parola sacra opposta a vāc, parola umana);
  • nella forma derivata brāhmaṇa indica sempre come nome "neutro":
    • la prima delle quattro caste (varṇa): vedi brahmano;
    • dei testi vedici scritti in prosa e commentari dei Veda: vedi Brāhmaṇa;
  • nella successiva riflessione teologica e filosofica propria delle Upaniṣad vediche con il termine Brahman (nella forma "neutra") si indica l'unità cosmica da cui tutto procede: questo il significato più diffuso del termine;
  • nel successivo Induismo con Brahman si indica anche Brahmā, il deva creatore.
Da notare che nelle quattro raccolte degli "inni" dei Veda l'"origine primordiale" viene indicata con il termine Tat (Quello) e non ancora con il termine Brahman:
(SA)
«na mṛtyur āsīd amṛtaṃ na tarhi na rātryā ahna āsīt praketaḥ ānīd avātaṃ svadhayā tad ekaṃ tasmād dhānyan na paraḥ kiṃ canāsa»
(IT)
«Non c'era la morte allora, né l'immortalità. Non c'era differenza tra la notte e il giorno. Respirava, ma non c'era aria, per un suo potere, soltanto Quello, da solo. Oltre a Quello nulla esisteva»
(Ṛgveda, X,129,2)



Nei Veda il termine brahman richiama esclusivamente l'attività sacerdotale e quindi la sua forma "maschile", ad esempio nel Ṛgveda (X, 141,3) Brahman è il nome di Bṛhaspati in qualità di sacerdote degli Dei.
(SA)
«somaṃ rājānam avase 'gniṃ gīrbhir havāmahe ādityān viṣṇuṃ sūryam brahmāṇaṃ ca bṛhaspatim»
(IT)
«Invochiamo il re Soma in nostro aiuto, con i nostri canti e i nostri inni; gli Āditya, Viṣṇu , Sūrya e il sacerdote Bṛhaspati»
(Ṛgveda, X,141,3)



Origine del termine

Numerosi studiosi si sono occupati di ricostruire l'origine del termine brahman:
  • Jan Gonda fa riferimento, come d'altronde la cultura tradizionale indiana, alla radice di bṛh (forza);
  • George Dumézil lo ha collegato al termine latino flamen;
  • Paul Thieme rifiutando l'ipotesi di Gonda collega questo termine al greco morphē, quindi nella sua accezione di "forma", "formula";
  • Louis Renou ritiene invece che il termine derivi dalla radice brah col significato di "esprimersi enigmaticamente";
  • Jean C. Heesterman riassume queste posizioni e ritiene che l'origine del termine Brahman vada ricercato nei suoi collegamenti con l'epressioni delle formule sacre anche se la poliedricità della radice brah rende di fatto impossibile chiarirne l'origine.



Brahman e Brahmodya nella prima cultura vedica e nei Brāhmaṇa

Secondo Jean C. Heesterman il tema del Brahman è collegato, nelle quattro raccolte degli inni dei Veda alla contesa verbale, ovvero al rito del Brahmodya propria della cultura vedica con particolare riferimento al sacrificio del cavallo (aśvamedha). In questo contesto, prima del sacrificio i due officianti si sfidavano con domande enigmatiche, colui che riusciva a risolverle affermava di sé stesso:
(SA)
«brahmayāṃ vācaḥ paramaṃ vyoma»
(IT)
«questo brahman è il cielo più alto della parola»
Heesterman ricorda come queste contese non erano affatto pacifiche, il concorrente che insisteva a sfidare il vincitore con ulteriori enigmi avrebbe pagato con la sua testa i suoi affronti.
Quindi il termine Brahman originerebbe da una figura sacerdotale dell'India vedica vincitore nelle gare sacrificali poetico-enigmatiche. Con l'ingresso della letteratura in prosa dei Brāhmaṇa si osserva, a partire dal X secolo a.C., un radicale cambiamento: al rituale agonistico si sostituisce il rituale rigidamente codificato e pacifico.
«Questo cambiamento fondamentale è espresso in modo interessante in un mito ritualistico che narra della competizione sacrificale decisiva tra Prajāpati e Mṛtyu, o morte (Jaiminīya Brāhmaṇa, 2,69-2,70). Prajāpati conquista la vittoria finale perché riesce a "vedere" l'analogia, che gli consente di assimilare la panoplia sacrificale dell'avversario e di eliminarlo quindi in maniera definitiva. Conclude il testo: "da allora non vi furono più contese sacrificali»
(Jean C. Heesterman. Op.cit. pag.57)
Nel contesto dei Brāhmaṇa il Brahman da espressione dell'"enigma cosmico" oggetto di competizione sacerdotale, diviene la stessa formula sacrificale oggettiva e trascendente che si concretizza nel rituale.
Come evidenzia David M. Knipe la divinità che incarna e centralizza questo processo nei Brāhmaṇa è Prajāpati che lega l'antico Puruṣa vedico, ovvero colui che istituisce il sacrificio, l'impersonale Brahman (potere della formula sacra) e infine il dio personale Brahmā.
Così il Ṛgveda (X,90,7-8):
(SA)
«taṃ yajñam barhiṣi praukṣan puruṣaṃ jātam agrataḥ tena devā ayajanta sādhyā ṛṣayaś ca ye tasmād yajñāt sarvahutaḥ sambhṛtam pṛṣadājyam paśūn tāṃś cakre vāyavyān āraṇyān grāmyāś ca ye»
(IT)
«Quel Puruṣa, nato ai primordi, essi [gli Dei] lo aspersero come vittima sacrificale sull'erba. Con lui gli Dei, i Sādhyā e i cantori compirono il sacrificio. Da quel sacrificio completamente offerto fu raccolto il burro coagulato: esso divenne animali, quelli dell'aria, quelli della foresta e quelli dei villaggi»
(Ṛgveda (X,90,7-8))



Così, ad esempio, il Samāvidhāna Brāhmaṇa (I,1,3)
(SA)
«brahma ha vā idam agra āsīt tasya tejoraso 'tyaricyata sa brahmā samabhavat sa tūṣṇīṃ manasādhyāyat tasya yan mana āsīt sa Prajāpatir abhavat»
(IT)
«In origine vi era il Brahman soltanto; poiché il succo della sua forza si espandeva, divenne Brahmā. Brahmā meditò in silenzio con la mente e la sua mente divenne Prajāpati»
(Samāvidhāna Brāhmaṇa (I,1,3))
Sylvain Lévi osserva:
«Il sacrificio come Prajāpati è anteriore a tutti gli esseri, poiché questi non potrebbero sussistere senza di esso; esso nasce anche dai soffi della mente, poiché è essenzialmente mentale. [...] [Prajāpati] è altresì figlio delle Acque, poiché le Acque sono il principio della purezza rituale; oppure del Brahman, la formula sacra, poiché non c'è separazione tra rito e liturgia»
(Sylvain Lévi. La dottrina del sacrificio nei Brāhmaṇa. Milano, Adelphi, 2009, pag.46)



Il Brahman nelle Upaniṣad

Nato come sostantivo maschile negli inni dei Veda per indicare sia le figure sacerdotali che durante il sacrificio competitivo esprimono dei mantra enigmatici sul cosmo che lasciano non espressa la risposta sia le stesse espressioni enigmatiche, nei Brāhmaṇa, il brahman (sostantivo neutro) diviene il mantra rituale codificato, e il suo potere, che deve essere semplicemente appreso e conservato a memoria dal brahmano e recitato durante i riti.
Con le Upaniṣad si passa ad indagare la natura di questo Brahman che diviene l'origine di ogni cosa, l'Assoluto:
«Invisibile, inafferrabile, senza famiglia né casta, senza occhi né orecchie, senza mani né piedi, eterno, onnipresente, onnipervadente, sottilissimo, non soggetto a deterioramento, Esso è ciò che i saggi considerano matrice di tutto il creato. Come il ragno emette [il filo] e lo riassorbe, come sulla terra crescono le erbe, come da un uomo vivo nascono i capelli e i peli, così dall'Indistruttibile si genera il tutto.»
(Muṇḍaka Upaniṣad, I,1,6-7)
E che si identifica con il principio individuale, l'ātman:
(SA)
« tasya kva mūlaṃ syād anyatrādbhyaḥ adbhiḥ somya śuṅgena tejo mūlam anviccha tejasā somya śuṅgena sanmūlam anviccha sanmūlāḥ somyemāḥ sarvāḥ prajāḥ sad āyatanāḥ satpratiṣṭhāḥ yathā nu khalu somyemās tisro devatāḥ puruṣaṃ prāpya trivṛt trivṛd ekaikā bhavati tad uktaṃ purastād eva bhavati asya somya puruṣasya prayato vāṅ manasi saṃpadyate manaḥ prāṇe prāṇas tejasi tejaḥ parasyāṃ devatāyām sa ya eṣo 'ṇimaitad ātmyam idaṃ sarvam tat satyam sa ātmā tat tvam asi śvetaketo iti bhūya eva mā bhagavān vijñāpayatv iti tathā somyeti hovāca »
(IT)
« "E, dove risiederà la radice del corpo se non nell'acqua? Analogamente se riteniamo il germoglio l'acqua, figlio mio, il calore (tejas) sarà la sua radice. Se consideriamo il calore un germoglio l'essere (sat) sarà la radice. Tutti i viventi hanno le proprie radici nell'essere (sat), si basano sull'essere, si sostengono sull'essere. Ora mio caro ti è stato detto come queste tre divinità pervenute nell'uomo siano divenute triplici. Quando un uomo muore, mio caro, la parola rientra nella mente,la sua mente rientra nel soffio vitale, il soffio vitale rientra nel calore e questi rientra nella suprema divinità. Qualunque sia questa essenza sottile, tutto l'universo è costituito di essa, essa è la realtà di tutto, essa è l'Ātman. Quello sei tu (Tat tvam Asi) o Śvetaketu!". "Continua il tuo insegnamento o signore!". "Bene, mio caro" gli rispose. »
(Chāndogya Upaniṣad VI, 8, 6-7)
Esso è illimitato e inconcepibile:
«Al principio in questo universo soltanto il Brahman esisteva. Illimitato verso l'oriente, illimitato verso il mezzogiorno, illimitato verso l'occidente, illimitato verso settentrione, illimitato di sopra, illimitato da ogni parte. Esso è costituito di etere. Da questo etere esso desta questo universo. Da questo esso sorge e in esso va a finire. Di questo Brahman la forma luminosa è quella che arde nel sole lassù, nel fuoco senza fumo [e nel cuore]. Quello che è nel fuoco e quello che è nel cuore e quello che è nel sole, sono in realtà una sola cosa. Nell'unità con l'Uno va colui che così sa »
(Maitrāyaṇīa Upaniṣad VI,17)
Esso è l'Oṁ:
« L'Oṁ è tutto l'universo. Ecco la sua spiegazione: Passato, presente e futuro, tutto ciò è Oṁ. E anche ciò che va oltre il tempo, che è stato, è e sarà è Oṁ. Infatti ogni cosa è il Brahman. L'Ātman è il Brahman »
(Māṇḍūkya Upaniṣad, 1-2)



La forma personale del Brahman (Brahman Saguṇa)

Con il progressivo sviluppo di approfondimenti teologici il Brahman impersonale indifferenziato (nirdvaṃdva) divenne oggetto di un processo di personalizzazione in divinità specifiche, principalmente nella figura dei deva Viṣṇu e Śiva.

Un paragone con altre religioni

Alexandre Saint-Yves d'Alveydre propone questa interessante assonanza del nome con quello di Abramo affermando che: “Abraham è, come Brahmâ, il Patriarca dei Limbi e del Nirvana... I Brahmi dicono "estinguersi in Brahmâ", così come gli Ebrei dicono "addormentarsi nel seno di Abramo", vale a dire ritornare nei Limbi.”

mercoledì 17 febbraio 2016

Chamunda

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Camunda (Sanskrit चामुण्डा, IAST Cāmuṇḍā) è una divinità femminile del pantheon dell'Induismo. Si tratta di una forma terribile della Devi il cui nome è dovuto all'uccisione di due demoni, Chanda e Munda. Il culto è tipico del tantrismo.

martedì 16 febbraio 2016

Ziranmen

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Lo Ziranmen (自然门, scuola naturale) è uno stile di arti marziali cinesi di cui non si conosce bene l'origine e di non facile classificazione. Secondo Ziranmen Gongfu[1] questa Scuola segue la teoria Taoista ed ha componenti sia di Waijia che Neijia. Oggi lo Ziranmen è praticato nelle province di Hunan e Fujian.

Il nome
Lo stile prende il nome di Scuola Naturale perché secondo la propria teoria il movimento deve essere rilassato e naturale (Dongzuo Qingzong Ziran 动作轻松自然).

Storia
Lo Ziranmen è stato tramandato a partire dal 1887 da Du Xinwu (杜心五, 1869-1953), un celebre pugile dell'Hunan, che lo avrebbe appreso da un certo Xu, chiamato Xu Xiake (徐侠客, Xu il cavaliere errante), o Xu Aizi e Xu Aishi (徐矮子 e 徐矮师, Xu il nano o Xu il piccolo maestro), originario del Sichuan.
L'allievo più importante di Du Xinwu è stato Wan Laisheng (万籁声).

Esercizi
Lo Ziranmen contiene una serie di esercizi di Qigong di condizionamento, di potenziamento e che lavorano sull'equilibrio. Celebre è l'esercizio in equilibrio sul bordo di una cesta di vimini, ma vengono utilizzati anche i Meihuazhuang, i sacchi di sabbia, le Zimuqiu (子母球, sfere madre figlio, per rinforzare le mani e le dita), i Sanjiaozhuang (三角桩, pali a triangolo), eccetera. In questo stile si studiano anche un Taolu, Tuifa Bashi (腿法八势), che assomiglia moltissimo al Tantui); una serie di tecniche di autodifesa dette Podi Shiwu Shi (破敌十五势, 15 forze per sconfiggere un avversario)); alcune armi: Ziranmen qiang (自然门枪); Ziranmen dadao (自然门大刀)) e Ziranmen Youlong jian (自然门游龙剑)). L'articolo Zi Ran Men Kung Fu divide il metodo di allenamento della Scuola Naturale in Allenamento Fisico, Tecniche di Combattimento e Condizionamento con l'obiettivo di migliorare la salute del corpo e della mente, invece in curriculum il programma di insegnamento è così ripartito: Fondamentali, Sequenze a Mano Nuda, Sequenze con Armi, Esercizi in Coppia, Qigong, Condizionamento, Combattimento.

lunedì 15 febbraio 2016

Masakatsu Funaki

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Masakatsu Funaki (13 marzo 1969) è un artista marziale, wrestler e artista marziale misto giapponese.
Ha ottenuto grande fama prima come lottatore di arti marziali miste, lottando nella categoria openweight, per poi dedicarsi al puroresu, lottando in quella dei pesi massimi.
È stato cofondatore della promozione di arti marziali miste Pancrase.

Carriera

Debutta nel puroresu nel 1985, all'età di soli 15 anni. Allenatosi presso il New Japan Dojo della NJPW, si esibisce per essa come peso medio-massimo sino al 1989. Non avendo conseguito alcun successo sostanziale, abbandona in quell'anno la federazione di debutto passando al wrestling di stile shooto: presentato come "vero", questo tipo di wrestling enfatizzava l'uso di tecniche e regole prese dalle arti marziali e dalla lotta libera per ragioni di realismo. Si esibisce dapprima per la UWF, divenendo celebre per i suoi incontri con Akira Maeda, che lo rendono molto noto, per poi seguire nel 1990, essendo nel frattempo la UWF fallita, il suo mentore Yoshiaki Fujiwara nel nuovo progetto Pro Wrestling Fujiwara Gumi. Abbandona tale federazione tre anni più tardi assieme ad altri atleti per dedicarsi alle arti marziali miste, provocando il declassamendo della stessa.
Cofondatore, nel 1993, dell'organizzazione di arti marziali miste Pancrase, tuttora esistente e tra le maggiori e più importanti al mondo, ne è stato l'uomo di punta per anni. In questa disciplina ha raggiunto il primato di 39 vittorie su 53 incontri ed ha conseguito una notevole fama a livello internazionale. Si esibisce anche nel mondo della kickboxing per il K-1.
Ha abbandonato tali sport nel 2009 per ri-dedicarsi al wrestling, che aveva praticato fino al 1993. Attraverso accordi interfederazionali della AJPW, ha potuto esisbirsi anche in altre federazioni, tra le quali la NJPW. Da questa data è sotto contratto per la giapponese AJPW. Quivi, il 26 agosto 2012, all'età di quarantatré anni, si è laureato campione del mondo. Ha infatti sconfitto Jun Akiyama per il titolo Triple Crown Heavyweight.

domenica 14 febbraio 2016

Sonny Chiba

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Sonny Chiba, conosciuto anche come Shinichi Chiba (千葉真一 Chiba Shinichi), nome d'arte di Sadaho Maeda (前田禎穂 Maeda Sadaho) (Fukuoka, 23 gennaio 1939), è un attore e artista marziale giapponese. Considerato uno dei migliori attori di arti marziali di tutti i tempi, lo stesso regista Quentin Tarantino l'ha definito "il più grande attore che abbia mai lavorato nei film di arti marziali". Fu uno dei primissimi attori che iniziò a lavorare proprio per le sue qualità provette nelle arti marziali, inizialmente solo per un pubblico giapponese e un po' più tardi per le platee internazionali.

Biografia

Nato a Fukuoka, in Giappone, Chiba è il secondo di 5 figli nella famiglia di un pilota militare. Fin da ragazzo iniziò a manifestare interesse sia al teatro che alla ginnastica. La sua determinazione lo portò a partecipare al team olimpionico giapponese nel periodo adolescenziale. Da studente universitario iniziò a studiare arti marziali con il rinomato Gran Maestro di Karate mondiale Masutatsu "Mas" Oyama (che poco dopo recitò in una trilogia di film). Oyama lo portò in poco tempo ad acquisire la cintura nera di karate.
Intorno ai primi anni sessanta (le date sono incerte, perché avrebbe potuto recitare anche nel '59) fu scoperto come nuovo talento dalla Toei Company Ltd., e iniziò la sua carriera sullo schermo, inizialmente con il nome di Shinichi Chiba. Dagli anni settanta in poi recitò prevalentemente in thriller e noir. Adottò in quel periodo il nome d'arte con cui è conosciuto oggi, Sonny Chiba. Dagli anni ottanta in poi venne invece chiamato Sunny-S, probabilmente a causa della sua affiliazione con uno spot della Toyota. Nel 1970 aprì la sua scuola d'allenamento per potenziali attori di film arti marziali e, nel 1973, il periodo in cui iniziava ad emergere anche Bruce Lee, ritornò nello schermo nel ruolo di attore. Il successo internazionale di Chiba arriva nel 1974 con Il teppista, che lo consacrò come il re degli attori di film arti marziali giapponesi per le successive due decadi.
I suoi seguenti successi includono film come Bullet train (1975), Karate warriors (1976), Doberman cop (1977), e Yakuza Deka: the assassin (1977). Ritornò occasionalmente nella sci-fi in film come Message from space (1978). Il periodo di maggior intensità per Chiba furono gli anni ottanta: recitò in dozzine di film per la TV, in film basati sui manga di Hong Kong come The storm riders (1998), in cui lavorò a fianco di Ekin Cheng, il principe dell'avantpop di Hong Kong, e la principessa dell'avantpop di Hong Kong, Aaron Kwok. La sua fama negli anni novanta rimane immutata in Giappone.
Raggiunti i cinquant'anni, l'attore ricominciò a lavorare sotto il nome di Shinichi Chiba e servì come coreografo nelle sequenze di arti marziali. Agli inizi del ventunesimo secolo, Chiba è di nuovo impegnato in film giapponesi e in varie altre serie TV.
Successivamente ha avuto ruoli particolarmente importanti in Deadly outlaw: Rekka di Takashi Miike e in Battle Royale 2 di Kinji e Kenta Fukasaku, che effettivamente marcano il gradino tra le leggende del passato e i film moderni. Chiba ha ricevuto poi nel 2003 un grande omaggio da parte del regista Quentin Tarantino, che lo ha voluto nel cast di Kill Bill vol. 1 con un ruolo che l'attore aveva già interpretato in Shadow Warriors, quello di Hattori Hanzō. Nel 2006 ha interpretato il personaggio Kamata in Fast and Furious: Tokyo Drift.

Cinture nere e altri premi vinti

Oltre alle sue doti di attore, Chiba ha una serie di cinture nere nei seguenti stili di arti marziali:
  • Ninjutsu - Quarto Dan
  • Gōjū-ryū - Secondo Dan
  • Jūdō - Secondo Dan
  • Kendo - Primo Dan
  • Shorinji Kempo - Primo Dan
  • Kyokushin Karate - Quarto Dan
  • Japan Action Club (JAC) – Fondatore

Curiosità

  • Sonny Chiba ha recitato in più di 125 film della Toei Company Ltd. e ha vinto numerosi premi per queste interpretazioni.
  • È stato sposato dal 1967 al 1994 con l'attrice Yôko Nogiwa da cui ha avuto una figlia, l'attrice Julie Manase; al momento Chiba vive in Giappone e a Los Angeles, con la sua seconda moglie (sposata nel 1995) da cui ha avuto 2 figli. A causa delle arti marziali, l'attrice e super modella Reiko Chiba è ritenuta la sua "figlia d'arte", ma non c'è nessuna parentela tra i due. Il suo fratello più giovane, Jiro Chiba, è anche un attore che vive adesso con la sua famiglia in Giappone.
  • Già nei primi lavori di Quentin Tarantino esistono dei riferimenti ai film di Sonny Chiba: i personaggi centrali di Una vita al massimo vanno a vedere in una grind house la maratona completa de Il teppista. Clarence Worley (Christian Slater) lo descrive come "il più grande interprete in assoluto di film arti marziali che ci sia". I sonori discorsi biblici di Jules Winnfield in Pulp Fiction sono una citazione dell'assassino immedesimato da Chiba nel film Karate Kiba.
  • Sonny Chiba compare anche nell'episodio speciale pubblicato sull'almanacco 1993 di Martin Mystère

sabato 13 febbraio 2016

Cumberjung

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Il Cumberjung è un tipo di mazzafrusto doppio indiano.
Quest'arma ha una forma a dir poco insolita, composta da un bastone dritto di legno, di circa 45 cm che ha attaccate alle due estremità due catene di circa 25–30 cm, con in fondo una palla ciascuno. Queste palle sono di legno rivestito di tessuto colorato, di aspetto non dissimile alle moderne palle antistress di tela riempite di sabbia, ma a differenza di queste, lungo l'asse mediano, vi è un cerchio di acciaio affilato che dava a queste palle l'aspetto di Saturno.
L'arma era prodotta (e usata) solo dai Gujarat, al tempo dell'Impero Maratha, e anche tra questi era poco diffusa, a causa della scarsa maneggevolezza e la ovvia pericolosità se ne veniva perso il controllo, ma in mani esperte è un'arma temibile, difficile da parare, e il tutto pesa poco più di un chilogrammo.

venerdì 12 febbraio 2016

Moraingy

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Il Moraingy è un'arte marziale tradizionale del Madagascar.

Storia

Il Moraingy ha avuto origine nella costa occidentale del Madagascar durante la dinastia Maroseranana (dal 1675 al 1896) del regno dei Sakalava. Con il tempo si è diffusa in tutto il Madagascar, prevalentemente nelle zone costiere, ma la sua popolarità ha sconfinato anche nelle vicine isole come Riunione, Comore, Seychelles e Mauritius.
Arte marziale riguardante unicamente l'uso delle mani nude, il Moraingy era inizialmente praticato solamente da giovani di ambo i sessi, generalmente con un'età compresa tra i 10 ed i 35 anni, mentre ora viene praticato da gente di ogni età: nonostante ciò tuttora i lottatori vengono chiamati kidabolahy (uomini giovani) o kidabo mpanao moraingy (giovani che praticano Moraingy).
Essere lottatore di Moraingy in alcune zone del Madagascar è anche uno status symbol e chi pratica tale disciplina ha generalmente il rispetto da parte della popolazione.

Caratteristiche tecniche

Il Moraingy generalmente riguarda scontri tra lottatori di differenti villaggi. Si combatte in ampi spazi all'aperto come campi da calcio e il combattimento è generalmente accompagnato da musica tradizionale come il Salegy.
Il Moraingy viene organizzato in competizioni a più incontri uno-contro-uno, e prima dell'inizio dell'evento i lottatori si radunano per scegliere ognuno il proprio avversario.
È un'arte marziale che prevede esclusivamente colpi, principalmente pugni ma è possibile anche calciare l'avversario. Le tecniche più utilizzate sono il pugno diretto (mitso), il gancio (mandraoky), il pugno basso (vangofary) e il montante (vangomioriky). In fase di difesa si tiene la guardia e si effettuano schivate.
L'incontro prevede un solo round e la vittoria può avvenire se una delle seguenti condizioni si avvera:
  • uno dei due lottatori esce dall'area di combattimento
  • svenimento di uno dei contendenti
  • impossibilità da parte di uno dei lottatori di continuare l'incontro per infortunio
  • manifesta inferiorità di un lottatore sull'altro.

giovedì 11 febbraio 2016

Ii Naosuke

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Ii Naosuke (井伊 直弼; Hikone, 29 novembre 1815 – Edo, 24 marzo 1860) fu daimyō di Hikone (1850–1860) e in seguito tairō (reggente) dello shogunato Tokugawa, posizione che mantenne dal 23 aprile 1858 fino alla morte, avvenuta il 24 marzo 1860. È celebre per la firma del trattato di Harris con gli Stati Uniti d'America, che garantì l'accesso ai porti giapponesi a tutti i mercanti e marinai americani, e l'extraterritorialità ai cittadini statunitensi. Fu anche un praticante dello stile Sekishū-ryū (石州流) della cerimonia del tè, e tra i suoi scritti vi sono almeno due opere ad essa dedicate.
Sotto la sua guida, lo shogunato Tokugawa superò una successione shogunale particolarmente combattuta in seguito alla morte di Tokugawa Iesada, rimasto senza eredi diretti. Ii riuscì inoltre a ripristinare il potere politico dello shogunato per l'ultima volta prima del periodo Meiji. Venne in seguito assassinato il 24 marzo 1860 durante l'incidente di Sakuradamon (桜田門外の変 Sakuradamon gai no hen) da parte di un gruppo di 18 samurai (17 provenienti dal dominio di Mito e uno dal dominio di Satsuma).

Biografia

Vita e formazione

Ii Naosuke nacque il 29 novembre 1815, 14° figlio di Ii Naonaka, daimyō di Hikone, e una concubina. In quanto 14° figlio, non era in linea di successione per una posizione prominente e venne quindi inviato fin da giovane in un tempio buddhista dove poté vivere grazie ad un piccolo stipendio offerto dalla sua famiglia. Per sua fortuna, i suoi 13 fratelli maggiori vennero poi adottati da altre famiglie in bisogno di erede o morirono prima di poter prendere il posto del padre come daimyō. E grazie a ciò, quando il padre morì nel 1850, Ii venne richiamato dal monastero e divenne il daimyō di Hikone. In quanto fudai daimyō (daimyō vassalli diretti dei Tokugawa), ottenne una posizione prominente nel bakufu, l'assemblea di consiglio dello shōgun.
Ii venne coinvolto fin da subito nella politica nazionale, diventando rapidamente il capo di una coalizione di daimyō. Nel 1853 si espresse in merito ai negoziati giapponesi con il Commodoro Matthew C. Perry. Avendo capito immediatamente che il Giappone era "di fronte ad una urgente emergenza militare", Ii propose di approfittare della relazione tra Giappone e Olanda per ritardare le trattative e nel frattempo costituire un corpo di forze armate in grado di resistere ad un'invasione, e raccomandò di aprire solo il porto di Nagasaki agli scambi mercantili con gli stranieri. Si oppose al consigliere shogunale Abe Masahiro (阿部正弘) che tentava di placare la fazione anti-stranieri e si mise a capo di un gruppo di fudai daimyō allo scopo di deporlo e rimpiazzarlo con Hotta Masayoshi (堀田正睦). Ciò gli alienò molti daimyō riformisti, portandoli a rafforzare i loro rapporti con la Corte imperiale.

Reggenza

Nel 1858, in seguito al maldestro tentativo di Hotta Masayoshi di ottenere l'approvazione da parte dell'Imperatore Kōmei del Trattato di Harris, lo shōgun Tokugawa Iesada (徳川家定) scelse Ii Naosuke per assumere la carica di tairō (大老 reggente, lett. "grande anziano"). Si trattò di una decisione influenzata dal ramo Kii del clan Tokugawa. La carica di Tairō, per quanto assegnata raramente, veniva spesso assunta dalla famiglia Ii: tra il 1700 e l'ascesa di Ii Naosuke 158 anni più tardi ci sono stati tre Tairō appartenenti alla famiglia Ii e uno solo appartenente ad un'altra famiglia. L'assunzione della carica di tairō da parte di Ii contrariò molti dei shinpan daimyō (親藩大名) incluso Tokugawa Nariaki. In qualità di tairō, Ii Naosuke ebbe prestigio e potere secondi solo allo shōgun; poté inoltre contare sul pieno supporto dei fudai daimyō e, con il loro appoggio, agì con determinazione nel ripristinare il potere politico del bakufu, sia nella politica interna che estera.
Ii Naosuke considerò il trattato di Harris, negoziato da Hotta Masayoshi con al diplomatico americano Townsend Harris, come nei migliori interessi giapponesi. In linea con il protocollo chiese alle tre casate del Gosankyō (御三卿 , i tre rami della famiglia Tokugawa) le loro opinioni sulla stesura. Tuttavia si trovò a far fronte alle politiche ostruzioniste messe in atto dalla fazione Hitotsubashi capitanata da Tokugawa Nariaki, padre di Yoshinobu e discendente di Mito Komon.
Ii non era intenzionato a firmare il trattato senza l'approvazione dell'Imperatore Kōmei, tuttavia i daimyō della fazione Hitotsubashi tentarono in ogni modo di impedirgli di presentare a questi il trattato, rifiutandosi di appoggiare il documento. Allo stesso tempo Harris aveva iniziato a fare pressione sugli ufficiali giapponesi per ottenere una firma del trattato. Ii decise di non rischiare un aggravamento dei rapporti con gli americani e il 29 luglio 1858, incoraggiato dal pieno supporto dei funzionari del bakufu, ordinò la firma del trattato. In seguito alla firma, il bakufu si trovò a negoziare simili trattati ineguali con gli olandesi, i russi, i britannici e i francesi. Il ripristino del potere e della sovranità giapponese, persi a causa dei trattati firmati da Ii Naosuke, diventarono poi la base per una larga parte delle politiche formulate durante il periodo Meiji.
A causa della fragile salute dello shōgun Iesada, i membri della fazione Hitotsubashi tentarono di costringere Ii a sostenere Tokugawa Yoshinobu come possibile successore. La sua candidatura venne avanzata dalla fazione riformista, capitanata da suo padre Nariaki, e i suoi sostenitori posero l'accento sulla sua esperienza e abilità nelle decisioni politiche. Ii era consapevole che il Giappone aveva bisogno di una guida forte, ma al contrario dei daimyō riformisti, non era preparato ad accettare una leadership estranea alle tradizionali forme di governo. Il bakufu preferì quindi il dodicenne daimyō di Kii, Tokugawa Yoshitomi, come erede dello shōgun: la sua giovane età e l'inesperienza avrebbero reso più facile poterlo influenzare e controllare.
In modo da porre fine alle interferenze esterne nelle politiche del bakufu, poco dopo la firma del Trattato di Harris Ii proclamò che la successione shogunale era una faccenda privata del clan Tokugawa e che gli shinpan daimyō e l'Imperatore non avevano alcun diritto di interferire. In tal modo, in virtù della sua carica di Tairō Ii era ora libero di influenzare la decisione in favore di qualsiasi candidato di sua preferenza senza alcuna opposizione. Riuscì ad ignorare i daimyō che supportavano Yoshinobu e nominò al suo posto il candidato dei fudai daimyō, Yoshitomi, che prese il nome di Tokugawa Iemochi come 14º shōgun Tokugawa.
La decisione di Ii non fu vista di buon occhio da parte dei lealisti imperiali e in particolare dai samurai di Mito. Verso le fine del 1858 i riformisti incontrarono l'Imperatore con la speranza di poter fermare Ii. In risposta al tentativo di Tokugawa Nariaki e dei suoi sostenitori di denunciarlo alla Corte Imperiale, Ii emanò un decreto shogunale che gli permise di dare inizio all'Epurazione Ansei (安政の大獄 Ansei no taigoku). Durante il resto del 1858 e del 1859 il decreto colpì oltre 100 funzionari del bakufu, della Corte Imperiale e dei possedimenti di vari daimyō. Otto dei funzionari epurati vennero giustiziati; gli altri vennero condannati all'esilio. Durante l'Epurazione Ii Naosuke costrinse i sostenitori di Yoshinobu a ritirarsi e pose la famiglia Hitotsubashi agli arresti domiciliari. Riuscì inoltre a rimuovere dalle cariche amministrative i funzionari che avevano espresso malcontento per le sue decisioni politiche.

Kōbu gattai

All'inizio del 1859 un agente del bakufu infiltrato alla Corte Imperiale, Nagano Shuzen (長野主膳), propose a Ii Naosuke di effettuare una politica di Kōbu gattai (公武合体, "Unione della Corte imperiale e dello shogunato"). Questa mossa, che aveva l'obiettivo di collegare Kyoto ed Edo in modo da supportare l'ormai decadente shogunato con il prestigio della Corte Imperiale, si sarebbe concretizzata attraverso il matrimonio fra lo shōgun e la sorella più giovane dell'Imperatore, la principessa Kazunomiya Chikako (和宮親子内親王). Ii comunicò le sue intenzioni alla Corte attraverso il suo ambasciatore Manabe Akikatsu (間部詮勝), che venne incaricato di verificare se la Corte avrebbe accettato il matrimonio proposto fra Iemochi e la principessa Kazunomiya. Konoe Tadahiro (近衛忠熙), un prominente funzionario di Corte, inizialmente rispose con favore alla proposta, affermando che un matrimonio fra i due era possibile. Tuttavia, nel marzo del 1859 Konoe fu costretto a ritirarsi in seguito all'Epurazione Ansei e l'idea del Kōbu gattai smise di venire considerata almeno fino al 1861, dopo la morte di Ii Naosuke. In quello stesso anno, in seguito ad un ulteriore deterioramento dello shogunato, avvenne finalmente il matrimonio fra Iemochi e la principessa Kazunomiya, che tuttavia ebbe breve durata, a causa della morte dello shōgun nel 1866.

Morte e conseguenze

Nonostante l'Epurazione Ansei avesse permesso di allontanare i funzionari ostili a Ii Naosuke e i suoi avversari politici di alto rango, eggli non ebbe lo stesso successo coi samurai di basso rango. Il suo regime dittatoriale di 20 mesi finì improvvisamente il 24 marzo 1860.
Durante l'Incidente di Sakuradamon, Ii venne attaccato da una banda di 18 samurai lealisti provenienti da Mito e Satsuma e fatto a pezzi di fronte al Cancello di Sakurada (桜田門 Sakuradamon) del Castello di Edo mentre si apprestava ad incontrare lo shōgun. L'assassinio di Ii Naosuke, che era considerato l'emblema del potere e dell'autorità del bakufu, rappresentò la fine di qualsiasi speranza per la resurrezione del potere dello shōgun.
La sua morte diede inizio ad un'onda di fanatismo lealista in tutto il Giappone e persino il poeta Tsunoda Tadayuki (角田忠行, 1834-1918) scrisse una poesia congratulandosi con gli assassini di Ii. In seguito vi furono altri tentati omicidi di membri ed informatori del bakufu. L'ondata popolare di dissenso si scatenò anche contro i funzionari con distanti connessioni a Ii Naosuke. Shimada Sakon (島田左近), servitore dei Kujō (九条家 Kujō-ke), venne assassinato dai dissidenti per avere supportato il Trattato di Harris ed aver aiutato l'agente di Ii, Nagano Shuzen, ad esporre altri membri della Corte che vennero in seguito colpiti dall'Epurazione Ansei.
Lo shōgun e il bakufu furono colti di sorpresa dalla morte di Ii Naosuke, che fu tenuta segreta per alcuni mesi dopo suo assassinio. Durante questo periodo, essi dapprima sostennero che Ii svolgesse ancora l'incarico di Tairō, poi proclamarono la sua malattia e le dimissioni, e infine ne annunciarono la morte. I suoi assassini ricevettero in seguito l'amnistia da parte del bakufu, un precedente che verrà poi utilizzato da Yamagata Aritomo, membro chiave del Rinnovamento Meiji, per dimostrare che qualsiasi azione può venire perdonata se effettuata pensando al bene dell'Imperatore.

Eredità

Dopo la sua morte, Ii Naosuke fu sia diffamato che difeso. Persino i suoi nemici ammisero che, assieme a Tokugawa Nariaki, era stato una delle più importanti figure politiche del tardo periodo Edo della storia giapponese. A causa dei suoi metodi spesso tirannici utilizzati per mantenere il suo potere, egli venne valutato negativamente sui mezzi di stampa, e dipinto come una persona malvagia nella maggior parte della letteratura contemporanea, per esempio nelle poesie di Tsunoda Tadayuki. Nonostante ciò, storici come Miyauchi e Beasley considerano Ii come un patriota che agì per il bene del Giappone e dell'Imperatore. Per affermare ciò, si basano sulla proposta avanzata da Ii nel 1853 in occasione dei negoziati con il Commodoro Perry, quando suggerì una politica di conciliazione ed un contemporaneo rafforzamento militare del Giappone, ritenendo che il Paese non era in grado di affrontare i poteri occidentali (che fu poi la politica attuata dal Governo Meiji). I successori di Ii non riuscirono ad abolire le sue politiche, e la sua attitudine verso gli stranieri diventò la base della politica giapponese nel periodo Meiji.
In seguito alla sua morte, la famiglia Ii venne disonorata per molti anni; recentemente, tuttavia, l'operato di Ii ha iniziato a venir riconsiderato con maggior favore. Il 7 ottobre 2009, Ii Naotake (井伊直岳, vero nome Ii Takeo 井伊岳夫), un discendente diretto di Naosuke, ha preso parte con i cittadini di Fukui ad una cerimonia di riconciliazione per l'esecuzione di Hashimoto Sanai (橋本左内) durante l'Epurazione Ansei.
Ii è sepolto al tempio Gōtokuji (豪徳寺), a Setagaya, Tokyo.

mercoledì 10 febbraio 2016

Hatakeyama Takamasa

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Hatakeyama Takamasa (畠山 高政; 1527 – 5 novembre 1576) è stato un daimyō giapponese del periodo Sengoku, appartenente al ramo Kawachi-Hatakeyama della provincia di Kawachi.

Biografia

Takamasa era figlio di Hatakeyama Masakuni (gli altri figli erano Masayori e Akitaka) e governava dal castello di Takaya nella provincia di Kawachi. Si scontrò con il clan Miyoshi tra il 1559 e 1560 e nel 1568 Ashikaga Yoshiaki lo mise a capo del castello di Takaya. Takamasa nel 1573 perse il castello dopo la rivolta di un vassallo chiamato Yuza Nobunori. Il castello fu successivamente riconquistato da Oda Nobunaga che non ne ridiede a Takamasa il controllo.

martedì 9 febbraio 2016

Langgai Tinggang

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Il langgai tinggang, detto anche langgai tinggan, langgi tinggang o mandau langgi tinggan è una spada tradizionale del popolo Iban del Borneo. Il nome langgai tinggang significa letteralmente "la piuma più lunga della coda di un bucero".

Descrizione

L'arma è molto simile ad un niabor, ma con un'impugnatura che ricorda più quella del mandau. La lama è ricurva e convessa verso il lato tagliente, mentre il dorso è concavo. Su entrambi i lati è presente una sorta di spessa nervatura che percorre la lama per la sua intera lunghezza allo scopo di rinforzarla. La guardia è più piccola di quella del niabor ed è più simile a quella del mandau. Un'altra differenza con il niabor è rappresentata dal fatto che il pomolo del langgai tinggang è sempre decorato con ciuffi di peli di animali.

lunedì 8 febbraio 2016

Chandra

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Presso la religione induista, Chandra (Sanscrito: चन्द्र, letteralmente "brillante") rappresenta il dio-luna che negli appellativi letterari ha ereditato il nome e le funzioni del dio Soma vedico.
Il suo culto assume carattereri più che altro mitici e molto meno liturgici.
Le sue funzioni principali sono quelle di compensare l'eccesso dell'ardore solare e di far soggiornare le anime degli antenati, visto che la via verso i "Padri" (pitr-yāna), opposta a quella verso "gli dèi" (deva-yāna), era anticamente concepita come lunare.
Viene chiamato anche saumya, ossia risanante e rinfrescante e tra le sue funzioni vi è quella di aiutare le piante a crescere.
Protegge gli amanti ma contemporaneamente viene visto come portatore di sfortuna.
Viene raffigurato come un giovane aureolato, posizionato su un carro guidato da dieci cavalli, accompagnato da due regine.
Il suo simbolo è l'antilope.
Nato, secondo il mito, dal frullamento del mare, ossia dal girare vorticoso del mare su sé stesso, Chandra rapisce Tārā per sposarla, ma scatena la guerra fra i Deva e gli Asura. Inoltre Chandra viene colpito da una maledizione, causata dall'aver preferito una delle sue ventisette mogli, figlie di Daksa, che lo trascina ad uno stato di consunzione. Secondo un'altra leggenda Chandra è costituito dalle ossa di Kāma, quasi per evidenziare il suo legame con l'amore sfortunato.
Viene anche chiamato śaśamka ("il Segnato dalla Lepre") per denotare le sue macchie lunari.
Il dio Chandra è il progenitore di una lunga dinastia lunare che ispira molti personaggi dell'epica indiana.

domenica 7 febbraio 2016

Le rare tecniche dell'Artiglio dell'aquila


Le rare tecniche dell'Artiglio dell'aquila è un sistema di Kung Fu completo, dotato di:
  • artigli
  • parate
  • atterramenti
  • applicazioni di soffocamento
  • spazzate di gambe
  • combattimento a terra
Oltre alle artigliate, famosa tecnica di questo stile, vi sono le leve ai punti vitali di pressione e come una delle tecniche fondamentali le tecniche dei palmi taglienti.
La particolarità di quest'ultima tecnica sta nell'efficacia, visto che i movimenti delle mani utilizzando questi attacchi sono più difficili da intercettare.
La mano agisce come una lama, creando un effetto a mulinello che sferza implacabilmente l'avversario. Questo stile prevede uno speciale tipo di allenamento che si chiama "palmo di cotone".
Questo tipo di allenamento ha lo scopo di rendere queste tecniche micidiali, infierendo all'avversario danni agli organi interni, muscoli e vene, mantenendo allo stesso tempo mani e dita soffici come il cotone, ed impedendo all'opponente di ritirarsi e contrattaccare.
L'efficacia di questa letale tecnica dipende dal mantenimento della leggerezza di mani e dita mentre si permette al chi di scorrere attraverso le punte. Le maggiori tecniche del palmo nell'Artiglio dell'Aquila sono:
  • Il palmo dritto
  • Il palmo sospeso
  • Il palmo tagliente
  • Il palmo pressante
  • Il palmo continuo
La bellezza di questo sistema di combattimento la si ammira nella tecnica chiamata "fiore che cammina".
Questa prevede il movimento dei palmi in un moto circolare camminando allo stesso tempo seguendo un percorso simile.
Lo spostamento delle braccia distrae l'avversario, ignaro del fatto che voi vi apprestate ad eseguire una leva o un attacco a sue spese.
Per avere una discreta conoscenza con questo stile bisogna conoscere anche delle tecniche un pò più avanzate, divise in 4 livelli:
Il blocco ed attacco; Blocco con il palmo ed attacco con tecniche di palmo, pugni e calci.
Blocco ed attacco simultanei; Uguale a quello precedente ma con simultaneità
Attacco senza bloccaggio; Attacco all'avversario senza incorrere in bloccaggi di alcun tipo
Attacco e difesa continui; Questo è il livello più avanzato, dove il praticante ha già confidenza con i livelli precedenti e può destreggiarsi con naturalezza contro l'avversario in continuità
Il palmo tagliente non è la tecnica principale del sistema, ma è sicuramente una delle tecniche più letali ed efficaci, e rendono quest'arte una delle più dure e combattive nei sistemi di Kung Fu.


sabato 6 febbraio 2016

Shoichi Funaki

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Shoichi Funaki (船木 勝一 Funaki Shoichi; Tokyo, 24 agosto 1968) è un wrestler giapponese attualmente sotto contratto con la WWE dove svolge il ruolo di commentatore dei pay-per-view in lingua giapponese e interprete dei wrestler giapponesi.
In WWE è noto per i suoi trascorsi come Funaki e Kung Fu Naki. Dal 1990 al 1998, Shoichi ha militato nelle indies del Giappone e degli USA, dove ha fatto incetta di titoli. Nella WWE ha vinto nel 2000 il WWF Hardcore Championship e nel 2004 il WWE Cruiserweight Championship.

Carriera

Primi anni (1990–1998)

Shoichi cominciò la sua carriera nella Pro Wrestling Fujiwara Gumi promotion (1990-1996) di Yoshiaki Fujiwara adottando lo stile della Lucha libre. Passò in seguito alla Michinoku Pro Wrestling (1996), formando con Taka Michinoku, Dick Togo e Men's Teioh una stable chiamata Kai En Tai. Successivamente passò alla Universal Wrestling Association (1997) dove vinse il UWA World Middleweight Championship sconfiggendo El Pantera il 19 marzo 1997 in Giappone.

World Wrestling Federation/Entertainment

Kai En Tai (1998–2001)

Shoichi approdò alla World Wrestling Federation nel marzo del 1998 combattendo con il ring name Funaki. Dopo aver riformato i Kai En Tai con Dick Togo e Men's Teioh, ebbe un feud con Taka Michinoku, e i tre lo sconfissero in un 3-on-2 Handicap match (dove Michinoku faceva coppia con Justin Bradshaw) a Over the Edge: In Your House. Il 2 aprile 2000, a WrestleMania 2000, Funaki vinse il WWF Hardcore Championship schienando Viscera (grazie all'aiuto di Bradshaw) in una 15-minute Hardcore Battle Royal ma venne subito dopo privato del titolo da Rodney, che venne infine vinto da Hardcore Holly. Il 24 settembre ad Unforgiven Funaki partecipò ad un'altra Battle Royal per il WWE Hardcore Championship che però viene vinta dal campione Steve Blackman. Nel 2001 i Kai En Tai cominciarono a combattere in vari dark match dei pay-per-view (come alla Royal Rumble e ad Unforgiven). Quando Michinoku lasciò la WWF, Funaki adottò la gimmick face dell'annunciatore numero 1 di SmackDown!, effettuando interviste a vari wrestler nel backstage.

Post Kai En Tai (2001–2003)

A Survivor Series del 18 novembre 2001 Funaki partecipò all'"Immunity Battle Royal" che però viene vinta da Test. In seguito Funaki venne trasferito nel roster di SmackDown! dove venne ben presto relegato al ruolo di jobber, combattendo per la maggior parte del tempo a Velocity. Il 12 marzo 2002 Funaki viene nettamente sconfitto dal giovane Brock Lesnar in un dark match. Funaki cercò in seguito di conquistare il WWE Tag Team Championship assieme al connazionale Último Dragón ma vennero sconfitti dai campioni Eddie Guerrero e Tajiri, il 6 settembre a Velocity. Il 26 ottobre a Rebellion Funaki sconfisse Crash Holly. Funaki e Último Dragón vennero anche sconfitti dai Basham Brothers (Danny Basham e Doug Basham) il 24 gennaio 2003 a Velocity, fallendo l'assalto ai titoli di coppia. A Vengeance del 27 luglio 2003 Funaki partecipò all'APA Invitational Bar Room Brawl match che venne vinto da Bradshaw.

Cruiserweight Champion (2004–2005)

Funaki entrò nella divisione dei pesi leggeri di SmackDown! intorno al 2003. Nella puntata di SmackDown! del 4 marzo 2004 Funaki perse contro il WWE Cruiserweight Champion Chavo Guerrero in un match non titolato. Sempre a SmackDown!, l'11 marzo, Funaki partecipò ad un 8-Man Tag Team match insieme a Billy Kidman, Rey Mysterio e Último Dragón contro Akio, Jamie Noble, Ryan Sakoda e Tajiri, riuscendo a trionfare assieme ai suoi tre compagni. Il 14 marzo a Wrestlemania XX Funaki partecipò ad una Cruiserweight Open Challenge per il WWE Cruiserweight Championship ma venne eliminato da Jamie Noble. Il 9 dicembre a SmackDown! Funaki vinse una Battle Royal che includeva anche Paul London, Nunzio, Shannon Moore, Billy Kidman, Chavo Guerrero e Akio valido per determinare il contendente nº1 al WWE Cruiserweight Championship di Spike Dudley. Funaki vinse poi il WWE Cruiserweight Championship contro Spike Dudley il 12 dicembre ad Armageddon grazie ad un roll-up. La sera dopo a SmackDown! Funaki difese con successo il titolo contro lo stesso Spike Dudley. Qualche settimana dopo, ad inizio 2005, Funaki difese con successo il titolo contro Akio a SmackDown!. Difese successivamente con successo il titolo anche in un Fatal 4-Way match contro Spike Dudley, Nunzio e Akio a SmackDown!. Il 10 febbraio 2005 a SmackDown! Funaki difese il titolo con successo contro Chavo Guerrero. Il 20 febbraio a No Way Out, però, Funaki perse il titolo proprio in un 6-Man Elimination match che includeva anche Akio, Chavo Guerrero, Paul London, Shannon Moore e Spike Dudley; Funaki venne eliminato per primo da un roll-up di London a seguito di una distrazione di Spike Dudley e, alla fine, la contesa fu vinta da Chavo Guerrero, che conquisto così il titolo.

Cruiserweight Division (2005–2008)

Nella puntata di SmackDown! 29 marzo 2005 Funaki partecipa ad una Battle Royal con in palio il WWE Cruiserweight Championship di Chavo Guerrero insieme ad Akio, Billy Kidman, Nunzio, Scotty 2 Hotty, Spike Dudley e Paul London ma è quest'ultimo a vincere la contesa e il titolo. L'8 agosto Funaki affronta John "Bradshaw" Layfield in un No Holds Barred match ma questo termina in un no contest a causa dell'intervento di Batista. Il 25 agosto perde anche contro Mr. Ken Anderson, poi noto come Mr. Kennedy (al suo match di debutto). Il 18 dicembre ad Armageddon perde contro Jamie Noble. Durante un'intervista con il Cruiserweight Champion Kid Kash, a SmackDown!, viene assalito da questi che effettua una brainbuster sul tavolo di commento.
Il 27 gennaio 2006 sconfigge Finlay per squalifica, dopo che l'arbitro aveva inizialmente decretato la vittoria dell'irlandese per schienamento, rivedendo poi la sua decisione e decretando la vittoria del giapponese per squalifica. Alla Royal Rumble del 29 gennaio Funaki ha partecipato ad un 6-Way match per il Cruiserweight Championship assieme al campione Kid Kash, Jamie Noble, Nunzio, Paul London e Gregory Helms ma la contesa viene vinta da quest'ultimo grazie ad una Shining Wizard sullo stesso Funaki, laureandosi così nuovo Cruiserweight Champion. A No Way Out del 19 febbraio prende parte ad un 9-man Cruiserweight match ma Helms mantiene il titolo. Il 25 febbraio a Velocity Funaki si allea con i WWE Tag Team Champions Paul London e Brian Kendrick, affrontando in un 6-Man Tag Team match Simon Dean e i The Gymini (Jesse e Jake), perdendo. Il 3 marzo sconfigge Jamie Noble, mentre il giorno dopo sconfigge Sylvan. Il 5 marzo perde, insieme a London e Kendrick, contro Helms, Kid Kash e Jamie Noble. Perde ancora, in coppia con Scotty 2 Hotty, contro Kid Kash e Jamie Noble l'11 marzo a Velocity. Il 31 marzo perde contro Vito; affronta poi The Great Khali (al debutto) il 21 aprile ma viene distrutto dal gigante indiano in pochi istanti. Viene poi sconfitto assieme a Scotty 2 Hotty in un tag team match contro Vito e Nunzio il 19 maggio. Funaki e Scotty perdono ancora contro Kid Kash e Jamie Noble il 26 maggio. Il 22 settembre a SmackDown! viene sconfitto anche da The Miz.
Tentò un secondo assalto al Cruiserweight Championship nelle varie Cruiserweight Open Challenge, entrambe nel 2007: la prima, disputata a No Way Out (a cui parteciparono anche Daivari, Scotty 2 Hotty, Shannon Moore, Chavo Guerrero e Jimmy Wang Yang), vide Funaki affrontare il campione Gregory Helms, il quale annientò il giapponese in pochi istanti ma venne in seguito sconfitto da Jimmy Wang Yang, il quale poi perse definitivamente contro Chavo Guerrero, che si laureò così nuovo campione. Nella seconda, invece, Funaki partecipò ad una 6-Man Cruiserweight Open a The Great American Bash insieme a Shannon Moore, Jamie Noble, Jimmy Wang Yang e Chavo Guerrero ma il titolo venne stavolta vinto a sorpresa da Hornswoggle. Nell'estate 2007 Shoichi è stato sospeso per un mese per infrazione al WWE Wellness Program. Shoichi ha fatto parte della divisione pesi leggeri alla ricerca di un secondo regno da campione della divisione ma da quando il titolo è stato revocato il 25 settembre, Shoichi si è alleato con Shannon Moore con cui ha militato nella divisione di coppia, andando più volte all'assalto dei WWE Tag Team Championships, detenuti da The Miz e John Morrison. Da quando Shannon Moore è stato licenziato, Shoichi fu relegato al ruolo di jobber. Il 17 dicembre partecipa ad una Battle Royal per il World Heavyweight Championship, reso vacante da Edge, ma viene eliminato subito da The Great Khali, il quale vince la contesa diventando nuovo campione.

Kung Fu Naki (2008–2010)

Dall'ottobre 2008 combatté a SmackDown con la gimmick di un karateka con il nome Kung Fu Naki. Il suo primo incontro fu il 24 ottobre in un tag team match assieme ad R-Truth (colui che gli ha suggerito nel backstage l'idea per la sua nuova gimmick) contro Montel Vontavious Porter (MVP) e Shelton Benjamin, uscendone vittorioso. In un'altra occasione, il 14 novembre 2008, sconfigge nuovamente MVP grazie all'intervento di The Great Khali. Il 5 dicembre 2008 viene sconfitto dal WWE Champion Edge, nonostante un'ottima prestazione, incassando la prima sconfitta nella sua nuova gimmick. Il 9 dicembre viene sconfitto, insieme a Jimmy Wang Yang, da The Miz e John Morrison in ECW. Viene in seguito sconfitto anche da Umaga il 6 febbraio 2009 a SmackDown. Kung Fu Naki venne licenziato dalla WWE il 22 aprile 2010 dopo più di dieci anni di lavoro con la compagnia.

Sporadiche apparizioni e circuito indipendente (2011–2015)

Poco tempo dopo tornò a combattere in Giappone per la Pro Wrestling Zero1 e debuttò il 30 maggio in un incontro tag team al fianco di Ikuto Hidaka; insieme sconfissero Yoshiaki Fujiwara e Katsumi Usuda. Il 2 dicembre 2011 ritornò in WWE in occasione di un house show in Giappone dove arbitrò il match tra Beth Phoenix e Kelly Kelly.

Ritorno in WWE

Commentatore e interprete (2016–presente)

Nel 2016 Funaki è tornato in WWE nel ruolo di commentatore dei pay-per-view in lingua giapponese, nonché interprete dei wrestler giapponesi, ospite di This Week in WWE e membro del cast di The Edge and Christian Show. Il 31 agosto è apparso come interprete del connazionale Akira Tozawa, partecipante al torneo Cruiserweight Classic. Funaki è successivamente apparso il 14 settembre come interprete della connazionale Kairi Sane, vincitrice del torneo Mae Young Classic.

venerdì 5 febbraio 2016

PERCHÉ UN FIGHTER RESTA SENZA FIATO ANCHE SE ALLENATO PERFETTAMENTE?

Perché un Fighter Resta Senza Fiato Anche se Allenato Perfettamente?


L'importanza del fiato nello sport da combattimento

Ciao fighter, ecco qui uno degli argomenti più antipatici dello sport da combattimento, cioè la mancanza di fiato.
Se pratichi sport da combattimento, di sicuro sai meglio di me che per il fiato bisogna correre, fare gli scatti, fare ripetute al sacco e saltare la corda, fin qui nulla di nuovo, anzi.
La cosa che molti non prendono in considerazione ancora adesso però, è che tutto questo allenamento fisico perfetto, può diventare vano una volta sul ring se non vengono presi in considerazioni certi presupposti particolari.
Infatti ti sarai accorto che puoi essere allenato benissimo per fare 5 riprese a ritmo alto in palestra, e poi fare fatica a farne 3 a ritmo medio alto sul ring vero?
Bene, allora correre serve per fare fondo, cioè la base dell'allenamento, anche se a dire il vero in questi ultimi tempi mi sembra di capire che certi preparatori atletici preferiscano i circuiti in sostituzione della corsa; a mio parere personale essendo della vecchia scuola ritengo che la corsa sia essenziale, e che i circuiti siano un completamento fantastico e indispensabile, ma NON una sostituzione della corsa stessa, ma questo è un mio pensiero personale e basta, poi ognuno è libero di pensare come vuole ovviamente e fare come crede meglio.
Quindi dal mio punto la corsa è essenziale per fare fiato, scatti compresi ovvio, ma perché sia veramente efficace, serve equilibrio fisico, scioltezza e un gran dosaggio consapevole del respiro, cioè una po' di classe.






Ora ti chiedo, ti sei mai fatto queste domande:
  1. Perché in palestra ho fiato da vendere, e sul ring ho il fiatone già dalle prime riprese?
  2. Perché mi capita di perdere con avversari più deboli di me facendo un match orrendo?
  3. Perché ho paura di restare senza fiato anche se so bene di averlo?
Sono sicuro che dentro di te sai già la risposta perché dipende dalla tensione e dallo stress, cosa al quanto ovvia no? Allora, cosa succede in questi casi? Qual è il primo pensiero che viene in mente?
"Forse sono poco allenato, mi sa che devo correre di più, devo allenarmi di più."
TUTTE CAVOLATE!
  • Se sei ben allenato fisicamente, cioè se riesci a fare bene le tue riprese in palestra a palla, mi spieghi a cosa serve allenarsi per fare il doppio di riprese se tanto quando sali sul ring ti manca il fiato lo stesso perché è solo una questione mentale?
  • Te lo dico io, serve ad allenarti e stressarti a livelli altissimi inutilmente, fare tanta fatica sprecando tempo utile a NON fare quello che serve realmente.
  • Se il problema è solo mentale, a cosa serve lavorare SOLO sul corpo se poi la mente e le tue emozioni fanno da freno a mano o addirittura ti bloccano?
  • Tutti sanno che se devi fare 3 riprese, ti alleni almeno per 4 in palestra, cioè ci si allena per qualche ripresa in più perché poi sul ring c'è il fattore mentale ed emotivo, ma quanti fanno qualcosa per superare l'ansia da prestazione e gestire le proprie emozioni?
  • Quanti fanno qualcosa per riuscire a combattere sul ring come in palestra imparando le tecniche appropriate?

Nel coaching chiedo sempre gli atleti quanto danno sul ring rispetto a quando sono in palestra per capire il loro stato mentale di performance, quindi ti chiedo di fermati un attimo e rispondere sinceramente a questa domanda.
  1. Quanto riesci a dare in palestra da 1 a 100, e quanto in combattimento?
Di solito chi è sincero, dichiara di dare al massimo 50-60% in meno delle proprie capacità tecniche e fisiche rispetto alla palestra, quindi un 40% in meno circa, e tu? Hai mai fatto questa valutazione?
Allora è ovvio che in palestra riesci a fare tutte le riprese solo perché sei più tranquillo, sei senza ansia da prestazione, non carichi i colpi perché ti stai allenando e non hai paura, quindi di conseguenza riesci a respirare meglio dando più ossigenano al cervello giusto?
Durante il match invece, resti senza fiato perché l'ansia di assale, la paura di qualcosa si fa viva dentro di te, anche la semplice paura di sbagliare o di restare senza fiato, attivando dei processi interni che influenzano in modo negativo il tuo respiro e il tuo corpo, limitandolo e addirittura bloccandolo a livelli altissimi.
E si, sicuramente sai che i pensieri e le emozioni hanno un impatto potentissimo sul corpo umano, e questi vengono amplificati dal fatto che non si tratta di una performance e basta, ma sul ring hai uno davanti che te le da, e te le da forte se non stai attento, quindi le emozioni vengono amplificate al massimo dai colpi dell'avversario, influenzando maggiormente negativamente il respiro.
In poche parole, la mente influenza talmente tanto il corpo, che lo stress ti fa dimenticare di respirare durante le azioni lavorando in apnea.
E cosa succede quando sei in apnea? Non arriva più ossigeno al cervello, causando cosi dei vuoti mentali, i classici blackout che ti fanno perdere il match, che ti fanno perdere le misure con l'avversario e dimenticare i tuoi colpi migliori imparati negli anni in palestra e resi automatici.
Quando va cosi, se ti va bene è tanto se riesci a mettere in pratica quello che ti dice il tuo maestro dall'angolo, cioè se ti dice di tirare (uno due), tu tiri (uno due).
Invece quando va male, il tuo allenatore ti dice "uno due", e non vengono, anzi ti dice:
  • -"Diretto destro e gancio sinistro", e non vengono.
  • - "Attacca tu", e invece attacca il tuo avversario.
  • - "concentrati", ma non sai come fare e la confusione aumenta.
  • - "tira sciolto", e carichi i colpi sempre di più diventando prevedibile.
In pratica detto in modo brutale, tutto il tuo allenamento e le tue capacità vanno a quel paese come per magia, spariscono per il tempo del match, e poi ritornano quando non servono più, cioè quando è troppo tardi, quando ti resta solo l'amaro in bocca.
Insomma, sai di aver perso un'altra opportunità di vincere dimostrando a te stesso e agli altri che sai combattere, restando solo con il rimorso e la rabbia che si incastrano nella tua mente in modo permanente, specialmente se hai perso anche contro un avversario più debole, amplificando maggiormente le emozioni negative per NON essere riuscito a fare semplicemente quello che sai fare.
E sai cosa fa il rimorso?
TI LOGORA DENTRO E TI RENDE DEBOLE MENTALMENTE E FISICAMENTE!


Nei match successivi ti concentri sul combattimento e cerchi di fare bene a livello razionale, cerchi di non commettere gli stessi errori, ma dentro di te a livello profondo hai paura di ripetere gli stessi sbagli, indebolendo cosi il tuo assetto mentale e a sua volta la tua performance iniziando ad influenzare negativamente il respiro, dando forza al tuo lato debole vero?
Lo so, questo è DEPRIMENTE, ma purtroppo è vero!
Ricordati sempre, se respiri male, automaticamente tutto inizia ad andare male!
Un fighter dovrebbe assolutamente saper usare i vari tipi di respirazione sapientemente sia sotto stress che in stato neutro, e questo perché fare le cose in momenti neutri sono bravi tutti, anche i più stupidi, le cose cambiano completamente quando si ha uno davanti che ti riempie di botte no?
Ma tu, quanti tipi di respirazione conosci? Come li sai usare?
In molti anni di test e osservazione accurata fatta direttamente sul campo di battaglia, coniugando diverse discipline ho ricavato diversi tipi di respirazione indispensabili per aumentare le performance in combattimento, resistenza, concentrazione e forza mentale creando delle neuro associazioni potenti automatiche che non troverai da nessuna parte.
Nei training e nel coaching quando faccio fare i test con maestri e atleti professionisti con circa 20 anni di esperienza minimo, restano sempre sbalorditi nel constatare che ci si può rigenerare anche durante il combattimento usando le tecniche giuste.
Ora che hai letto, non so se stai pensando che abbia ragione oppure che sia un pagliaccio, e sinceramente non mi interessa; puoi pensare quello che vuoi, ma se lo scrivo da per tutto forse un motivo c'è no?
Puoi dire le classiche frasi:
Non serve a nulla, è impossibile, faccio questo da una vita e so tutto io, a me non servono, mah non ci credo, non ho nulla da imparare ormai ecc...
Beh, se dici questo, per me va bene, ma prima di fare queste conclusioni, fatti qualche domanda interna del perché scarti a priori questi presupposti e altri no, forse una risposta la troverai.
Non a caso tutti sanno dire respira, ma quanti ti dicono:
  • - se sei sotto pressione respira in questo modo.
  • - ora tieni il fiato fino a quando a....
  • - quando sei lontano fai quel tipo di respiro altrimenti resti senza fiato.
  • - fai cosi quando accade questo.
Lascia che ti che dica che uno degli errori più grandi che molti fanno è quello di dire su certe cose: devi fare esperienza.
Fare esperienze continue negative inutilmente vuol dire perdere le occasioni migliori e demotivarsi e basta.
Imparando le tecniche adeguate, potrai risparmiare anni di frustrazione, ti farà evitare di ripetere per anni gli stessi errori perdendo tantissime opportunità agonistiche pensando di rifarsi facendo un sacco di fatica inutilmente, cioè buttare via anni e tante occasioni.
SVEGLIATI! NON C'E' MAI UNA SECONDA OCCASIONE!


Quindi, perché i fighters restano senza fiato?
1. perché non sanno respirare nel modo giusto.
2. perché usano le parti della mente in modo scorretto.
3. perché l'ansia e le emozioni hanno un impatto potentissimo sulla perfomance
4. perché respirano poco e male.

Ora se pensi essere il tuttologo di turno e di sapere tutto su tutto, lascia che ti dica che prima di fare affermazioni cosi forti pubblicamente davanti ad atleti professionisti di alto livello e maestri, ho dovuto farmi un mazzo tanto per anni di ricerca assidua e morbosa per capire certi meccanismi mentali e fisici.
Mettiti in testa che dire: "è la tensione e basta, vedrai che passa", lo sa anche il più stupido al mondo, il problema è come e quando risolverlo, cioè tempi, test, esercizi meccanici e mentali, TUTTO!
ESEMPIO:
Quando fai questa azione devi fare questo, quando le prendi cosi, quando sei all'angolo devi fare questo, quando vai in attacco fai cosi, ecc ecc.... giusto?
Bene, sono sicuro che ora parliamo la stessa lingua, CIOE' CI VOGLIONO I FATTI PERCHE' DÌ CHIACCHERE NE ABBIAMO PIENE LE SCATOLE TUTTI!
Lascia che ti dica che i tipi di respirazione che ho elaborato in tanti anni di studio e ricerca testati su me stesso e su tanti atleti, sono molto potenti e immediati perché agiscono sulla mente a livello (meccanico), dando per forza di cose stimoli diversi al corpo per agire e reagire in modo potente e resistente, cioè RIGENERARSI.
Di solito quando faccio fare il test, mi danno confermano che hanno circa un 50% in più di fiato rispetto al modo classico, e questo ovviamente da atleti che hanno circa 20 anni di esperienza, quindi non ho nessuna possibilità di dire menate perché mi taglierebbero le gambe immediatamente no?
Ora come al solito, se sei il classico genio che sai tutto di tutto dirai che tanto non serve a nulla, che sono tutte stronzate o altro; beh, sei libero di pensarla come vuoi, per me va bene.
Ma se invece sei l'atleta che vuoi imparare a sfruttare completamente il tuo potenziale umano imparando le tecniche giuste per sfruttare al massimo il tuo allenamento in combattimento, allora non mi resta una sola cosa da dirti anche se sono sicuro che l'hai già capita, cioè IMPARARLE E FARLE TUE come molti atleti e maestri stanno già facendo ottenendo grandissimi risultati.
Se vuoi saperne di più, vieni sul mio sito www.familyring.net dove potrai trovare strumenti utili per migliorare il tuo assetto mentale e saperne di più sul coaching per fighter.
Devi sapere che uno dei metodi di respirazione migliori è la respirazione diaframmatica, che la puoi trovare qui respirazione diaframmatica.


giovedì 4 febbraio 2016

Chōsin Chibana

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Chōshin Chibana (知花 朝信 Chibana Chōshin; Shuri, 5 giugno 1885 – Ohama, 26 febbraio 1969) è stato un artista marziale giapponese.
Creò lo stile Kobayashi-ryū dallo Shorin-ryū karate e basato su tecniche insegnate del suo maestro: Ankō Itosu.

mercoledì 3 febbraio 2016

Czekan

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Lo Czekan (Čekanas in lingua lituana e Чекан in lingua russa) è una particolare tipologia di arma bianca manesca anticamente in uso agli husaria, la cavalleria pesante d'élite della Confederazione Polacco-Lituana, ed alle forze di cavalleria del Granducato di Moscovia. Si tratta di una variante del martello d'armi detto "a becco di corvo", la cui testa metallica si compone di una bocca di martello sviluppante, sul lato opposto, in una lunga "penna" ricurva, in alcuni casi a doppia curvatura, sormontata verticalmente da una borchia cilindrica.
Il vocabolo czekan significa oggi in lingua polacca "piccozza".