martedì 27 ottobre 2020

Perché le arti marziali si sono sviluppate in tutta l'Asia ma non nel resto del mondo?

Una domanda alquanto fuorviante. L'Europa e l'Africa hanno dozzine di arti marziali autoctone, semplicemente la maggior parte, con forse le sole eccezioni del pugilato (arte romana poi modernizzata dagli inglesi), lotta greco-romana/wrestling (entrambe derivazioni del Pancrazio olimipico) e la capoeira in misura minore non hanno usufruito dello stesso marketing che la mania di fare film d'arti marziali seguita al successo di Bruce Lee ha fornito alle controparti asiatiche. Senza contare che da noi un poco alla volta la società si è demilitarizzata, mentre nella maggior parte delle società asiatiche fino a tempi recenti permaneva una mentalità tribale che includeva anche l'essere pronti allo scontro fisico.

Detto questo, le arti marziali anche occidentali si stanno riprendendo a vari livelli. Lo scherma europea sta diventando molto popolare in tutto il mondo, incluso Cina e India



Kali, kickboxing e Krav Maga prendono a piene mani dalle discipline europee.



Karatè e Judo sono diventate praticamente danza classica, da quando gli occidentali le hanno trasformate in sport olimpici.



La capoeira anche se pochi la praticano come arte marziale diventa sempre più popolare:



Il pancrazio classico ha solo cambiato nome, adesso si chiama MMA



E c'è un gran ritorno di stili classici come il coltello veneziano ed il bastone genovese.




E gente che cerca di modernizzare il Flos Duellatorum.



Che non derivino in maniera troppo diretta dalle scuole romane o italiane, abbiamo il Savate Francese



Il Glima scandinavo



Per non lasciarci indietro niente, abbiamo anche l'Africa con il Dambe



Il Laamb



Bastone Etiope



Scherma Zulu



Lo Nguni



Lotta Turkana



Se riesci a fare un film che possa battere lo strapotere mediatico di Hong Kong, sono sicuro che la gente si metterebbe in fila per vederlo, se fatto bene. L'unico film interessante da questo punto di vista, per quanto di per sè orribile, è La Prova con Van Damme, la solita ora e mezza della sua faccia incazzata e spaccate, ma per lo meno i combattenti che arrivano da ogni parte del mondo combattono veramente ognuno con uno stile differente.


lunedì 26 ottobre 2020

Perché le tecniche di forgiatura della katana giapponese non si sono mai diffuse in Europa?

 Non ce n'e' mai stato il bisogno.

Le katane hanno cominciato a comparire nella loro forma moderna nel periodo Muromachi, ovvero tra il 1392 ed il 1573; il periodo coincide con lo sviluppo delle armi da fuoco in Europa.

Verso meta' del 1400 infatti gli archibugeri sono un reparto comune da trovare negli eserciti dei vari stati italiani ed in realta' potrebbero essere stati inventati persino un secolo prima, dato che la prima menzione del termine "archibugio" risale al 1364 (quando il duca di Milano ne acquisto' 70. Si sospetta che in realta' nel documento si riferissero agli schioppi che si', sono un'arma completamente diversa per quanto oggigiorno i termini siano sinonimi). Nel 1500 compaiono invece le prime pistole, rendendo le spade sempre piu' obsolete non soltanto in guerra ma persino nella difesa personale e nel brigantaggio.

E' gia' chiaro che in questo scenario l'importare le tecniche di forgiatura delle katane, peraltro gelosamente custodite dai fabbri, da una nazione che non soltanto è sempre stata lontanissima ma persino ostile con gli stranieri si mostrava gia' come un'idea poco sensata.


(Giusto per curiosita', questo era lo schioppo)


Il secondo aspetto era invece legato alla tecnica di forgiatura. Forgiare l'acciaio (ovvero riscaldare e martellare il metallo) è un procedimento che è sempre stato utilizzato per creare ed utensili di qualita' superiore ma occorre tenere a mente che è anche un processo che brucia e disperde il carbone del metallo nell'atmosfera.

Forgiare rimane comunque conveniente per altri motivi (introdurre irregolarita' nei pattern su cui il metallo si è sedimentato dopo la fusione, indurendolo), ma piegare e ripiegare gli stessi blocchi di metallo 10 volte indebolisce l'acciaio rendendolo sempre piu' fragile e vicino al ferro.

Come mai quindi i fabbri giapponesi lo usavano per rendere le spade piu' robuste? Perche' le tecniche di fusione erano piu' arretrate in Giappone rispetto all'Europa. Il tatara, la grande fornace tradizionale giapponese, utilizzava un processo gia' noto nell'Impero Romano… e proprio in virtu' di questa arretratezza si trattava di fornaci incapaci di fondere uniformemente i metalli al loro interno.

Questo il risultato della fusione:



una lastra metallica piena di impurita' che andava rotta con scalpelli e martelli per cercare al suo interno i pezzi di tamahagane, il vero acciaio giapponese, che comunque restava un acciaio pieno di impurita' anche se ricco di carbonio (cosa importante, visto che il lungo processo di forgiatura ne avrebbe rimosso molto).

La ripiegatura del metallo era quindi una tecnica ingegnosa utilizzata per compensare un acciaio estremamente fragile: le impurita' nel tamahagane, dal punto di fusione inferiore all'acciaio, piega dopo piega venivano liquefatte e distribuite uniformemente lungo tutta la lunghezza del metallo per creare infine una lama priva di sacche di impurita' che l'avrebbero resa piu' fragile in certi punti.

Nello stesso periodo i fabbri occidentali fondevano invece i metalli nei crogioli, dove la maggiore temperatura produceva acciai superiori che non richiedevano una forgiatura cosi' lunga ed elaborata; anzi, utilizzarla su acciai gia' privi di impurita' ne avrebbe soltanto abbassate resistenza e qualita'.


domenica 25 ottobre 2020

Uno dei migliori aneddoti conosciuti su Sun Tzu

Prima di assumere Sun Tzu, il re di Wu volle testare le abilità di Sun Tzu ordinandogli di addestrare un harem di 360 concubine in modo che diventassero bravi soldati.

Sun Tzu divise le donne in due compagnie, nominando le due concubine favorite dal re come comandanti delle compagnie. Quando Sun Tzu ordinò alle concubine di guardare a destra, risero. In risposta, Sun Tzu disse che il generale, in questo caso egli stesso, era responsabile di assicurarsi che i soldati capissero i comandi impartiti.

Di conseguenza, Sun Tzu ribadì il comando e di nuovo le concubine scoppiarono a ridere.

Sun Tzu ordinò quindi l'esecuzione delle due concubine preferite del re, tra le proteste del re. Egli spiegò che se i soldati capivano i comandi del generale, ma non obbedivano, era colpa degli ufficiali.

Sun Tzu disse anche che, una volta nominato un generale, era suo dovere portare a termine la sua missione, anche se il re avesse protestato. Dopo che entrambe le concubine furono uccise, furono scelte due nuove donne come ufficiali per sostituirle.

Successivamente, entrambe le compagnie, ormai ben consapevoli del prezzo di un'ulteriore frivolezza, eseguirono gli ordini in modo impeccabile.



sabato 24 ottobre 2020

 

La storia della Naginata dalle origini all’età moderna




Origini che si perdono nella notte dei tempi

Sebbene la naginata sia probabilmente la più antica arma del Giappone, non ne abbiamo tracce storiche sino al VIII secolo d.c. L’alabarda giapponese fa la sua prima apparizione ufficiale tra le pagine del Kojiki di O no Yasumaro, pubblicato del 712 d.c.. Prima di questa data, non vi sono dati certi, e possiamo solo fare delle supposizioni in merito alle origini e all’utilizzo di quest’arma bianca.

Alcuni storici ritengono che la naginata sia l’evoluzione di uno strumento agricolo, una specie di lunga zappa, che venne adoperata a partire dal III secolo a.C. dai contadini giapponesi non solo per la coltivazione dei campi, ma anche per la difesa dai predoni. Altri ritengono che quest’arma sarebbe una diretta evoluzione della spada giapponese, avvenuta dopo l’introduzione dell’acciaio in Giappone dall’Asia. Il nuovo materiale, che venne a sostituirsi nella costruzione delle lame al bronzo, permise l’invenzione di nuove armi, più lunghe e più robuste. Tra queste annoveriamo la naginata e lo yari (la picca giapponese). Infine c’è chi ritiene che l’alabarda giapponese sia discesa direttamente dalle alabarde cinesi, giunte in Giappone durante le prime grandi migrazioni, attorno al 200 a.C.

Nessuna delle tre teorie sembra predominare sulle altre, ma la storia della Naginata in Giappone si estende per più di duemila anni.

La Naginata come contromossa all’uso della cavalleria

L’adozione della naginata come arma da guerra va di pari passo con l’avvento della cavalleria nelle grandi battaglie.


Per un guerriero appiedato, che non possegga un cavallo, fronteggiare un avversario montato a cavallo è un’impresa pressoché impossibile.


Il samurai a cavallo si trova naturalmente in una posizione privilegiata: è più in alto – difficile da raggiungere -, è più veloce ed ha la possibilità di colpire in favore di gravità – dall’alto verso il basso. In uno scontro di questo tipo, con la sola katana in mano, il guerriero appiedato è pressoché spacciato. Il cavaliere, invece, probabilmente ne uscirà indenne.

L’uso massiccio della cavalleria nelle guerre dell’epoca Nara (VIII secolo) e Heian (VIII – XII secolo), portò allo sviluppo e alla diffusione di tutti quegli strumenti che permettevano di spostare su lunghezze più ampie la distanza di combattimento: gli archi e, ovviamente, la naginata e lo yari. Grazie alla sua lunghezza infatti e alla sua particolare conformazione, la naginata si prestava a un compito prima impossibile: l’azzeramento del fattore ‘cavallo’, che tanto vantaggio dava alla cavalleria giapponese. Un Bushi addestrato all’uso della naginata poteva facilmente recidere, con la sua arma, i tendini delle gambe dei cavalli, rendendoli inservibili. Il cavaliere, una volta azzoppato il cavallo, veniva inevitabilmente scaraventato a terra, diventando un facile obiettivo di un avversario armato di naginata o di yari, che grazie alla lunga distanza consentita da queste armi, riusciva a colpire il Bushi atterrato, mantenendosi fuori portata dai suoi eventuali fendenti. Inoltre le naginata, in mancanza di yari, potevano essere utilizzate come picche, opponendo ad una carica di cavalleria un muro di lame innestate, difficilmente superabile anche dal più agile dei cavalli.


Un’arma tutta al femminile?

Fino a qualche anno fa, si tendeva a considerare, anche in Giappone, la naginata un’arma principalmente femminile, ma non è sempre stato così…

Nel periodo di maggior utilizzo della naginata (e cioè tra VIII e il XVII secolo), quest’arma era ampiamente utilizzata dai Bushi e dai fanti – maschi. Vi sono state, sebbene non molte, donne samurai (le onna-bugeisha), in questo arco di secoli. Benché molte donne samurai di quest’epoca siano tradizionalmente raffigurate con la naginata in mano, non è storicamente provato che preferissero l’utilizzo dell’alabarda giapponese ad altre armi. La notissima Tomoe Gozen, che partecipò alla guerra Genpei (1180 – 1185), ci viene, per esempio, tramandata tramite le pagine del Heike Monogatari come una guerriera indomita (e bellissima) armata di arco e di katana…




Con l’avvento delle armi da fuoco (XVII secolo), gioco forza, lo stile di guerra cambiò e la Naginata perse parte della sua utilità nelle battaglie in campo aperto. Continuò però a essere tramandata e insegnata come parte della cultura del Bushi del suo addestramento, all’interno del bujutsu. Durante l’era Takugawa la naginata perse la sua importanza come arma da campo, e venne riconfigurata come arma da duello e da difesa delle fortezze e degli edifici privati. Ma chi restava ‘a casa’ a difendere le fortezze, le case e i monasteri quando i Bushi e i guerrieri erano impegnati nelle non rare battaglie? A chi spettava l’onore e l’onere e difendere gli averi e gli abitanti in assenza dei grandi guerrieri? Spettava alle donne della classe samurai, le onna-bugeisha, e ai monaci guerrieri, i temibili sohei. Fu così che la naginata, poco alla volta, passò di mano divenendo un’arma femminile. L’alabarda giapponese infatti è l’arma che – grazie alla maggiore distanza tra i contendenti e quindi alla minor probabilità del contatto diretto – permette di neutralizzare eventuali squilibri di forza, di altezza e di peso e quindi la più adatta ad essere maneggiata da una donna samurai che si trovi a dover combattere contro un uomo.


Le ultime battaglie e l’esercito delle donne di Takeko Nakano

Le ultime battaglie che videro sul campo dei reparti di Naginata avvennero nella seconda metà dell‘800, durante la guerra dei Boshin e la rivolta di Satsuma. Nel primo caso si fronteggiarono le forze fedeli allo shogun Tokugawa e le forze fautrici della restaurazione dell’imperatore Meiji, nel secondo, invece alcuni ex samurai fautori della restaurazione insorsero contro il governo Meiji, a causa della cancellazione della classe dei samurai e dell’eccessiva occidentalizzazione promossa da tale governo. In entrambi i casi le sorti delle guerre furono favorevoli alla fazione imperiale.



Nella guerra dei Boshin, e nello specifico nella battaglia di Aizu, ricordiamo l’impresa dello Joshitai – l’esercito femminile. Lo Joshitai, era un reparto non ufficiale composto da una ventina di donne samurai armate di naginata e guidate da Nakano Takeko. Queste onna-bugeisha scesero in campo di fianco alle truppe dello shogun per difendere dall’assedio il castello di Aizu-Wakamatsu, affrontando all’arma bianca le forze imperiali, soverchianti in numero e armate di fucili. La battaglia andò come si può facilmente immaginare, e Nakano Takeko, ferita a morte, pur di non cadere nelle mani nemiche, si suicidò con l’aiuto della sorella Yuko. Il castello cadde poco tempo dopo.


Takeko Nakano è normalmente considerata l’ultima donna samurai della storia giapponese.


La sua figura, come quella di tutto lo Joshitai, è oggetto ancora oggi di grande rispetto e di rievocazioni.


La storia moderna della Naginata

La storia moderna della Naginata, segue per lo più, il destino di tutte le altre arti marziali giapponesi. Con la restaurazione Meji, e con la cancellazione della classe samurai la Naginata passò dall’essere una disciplina marziale in senso stretto, ad essere una disciplina pedagogica riservata alle ragazze nipponiche. La Naginata venne introdotta nelle discipline scolastiche agli inizi del ‘900 come alternativa femminile al Judo e al Kendo praticato dai ragazzi. Tale prassi proseguì per tutto il periodo Showa (sino cioè al 1989), con la sola pausa dell’occupazione alleata e della proibizione delle arti marziali in Giappone.

Durante la seconda guerra mondiale e con la fondazione della All Japan Naginata Federation (1955) si procedette ad una standardizzazione della disciplina della Naginata, cercando di integrare in un’unica forma il contributo di tutte le antiche scuole (ryu) giunte sino all’epoca moderna. Il processo di uniformazione è terminato con gli anni cinquanta con la creazione dell’Atarashii Naginata, la Naginata moderna. Al giorno d’oggi, grazie all’AJNF in tutto il mondo si pratica la Naginata Atarashii, normalmente chiamata semplicemente “Naginata”.


Al pari del Kendo, la Naginata moderna è un’arte di combattimento a due, che può essere praticata anche a livello agonistico sia dagli uomini che dalle donne.





venerdì 23 ottobre 2020

Da cosa nasce la credenza che l'anima di un samurai sia contenuta nella sua katana?

Anche nel mondo occidentale accadde questo processo, basti pensare alla Durlindana o a Excalibur.

Già in tempi remoti, in Asia centrale le spade rivestivano una posizione importante, come simboli religiosi prebuddhisti, soprattutto in Nepal, Tibet e Cina. Probabilmente, le spade cerimoniali cinesi hanno influenzato la forma arcaica delle katana.

Tuttavia, la katana ha rappresentato sempre qualcosa di intrinsecamente "vivo" per un samurai, nella cultura popolare, soprattutto per l'animismo che pervade il Sol Levante. Le spade venivano considerate delle vere e proprie entità spirituali, quasi se non alla pari con i kami.

Non solo la personalità dell'utilizzatore era contenuta nell'arma, nella katana risiedeva pure l'anima di chi l'aveva forgiata. Famosi sono Masamune ed un altro fabbro, Muramasa, ritenuto (probabilmente a torto) suo allievo.

Entrambi grandi forgiatori, ma il primo era un artigiano stimatissimo, come lo erano le sue lame, di conseguenza; mentre Muramasa era il classico genio squilibrato. Era credenza comune che le spade di Muramasa esercitassero un potere particolarmente forte sull'utilizzatore, e che spingessero quest'ultimo ad avere sete di sangue, inclusi omicidi e il suicidio.

Si dice che Ieyasu Tokugawa venne ferito accidentalmente due volte da delle creazioni di Muramasa. Inoltre, Ieyasu era preoccupato del fatto che, secondo dicerie, suo nonno era stato ucciso da una katana Muramasa, e suo padre pugnalato con un'altra delle fatiche del diabolico fabbro. Ci sono pure opere kabuki che citano la nefasta influenza di queste lame maledette. Ovviamente, però, per le fazioni anti-Tokugawa, queste lame erano consideratissime… La paranoia di Tokugawa per Muramasa divenne così grande che Sanada Yukimura, un samurai ostile a Ieyasu, utilizzò apposta una Muramasa, perché portava iella all'odiato nemico. Se da un lato lo shogun aveva paura delle lame perché lo avevano ferito, dall'altra i nemici credevano che le Muramasa lo avessero ferito proprio per una maledizione che gravava contro lo shogun stesso. Questo non fece altro che conferire forza ad una credenza, trasformandola in un vero e proprio maleficio.

Queste spade vennero cancellate dagli annali delle corporazioni degli esperti.

La Honjo Masamune è una delle più famose katane, simbolo dello Shogunato ed uno dei Tesori Nazionali giapponesi. Rimasta in Giappone fino al 1945, è passata di mano in mano, in possesso di celebri guerrieri come Totoyomi Hideyoshi, lo stesso Ieyasu Tokugawa, fino all'ultimo possessore in terra nipponica (ed ultimo possessore noto), Tokugawa Iemasa. Un' altra Masamune é stata in possesso di Ishida Mitsunari, ed è quella che vediamo qui sotto:



Come si evince dai dati qui sopra, i samurai erano ben contenti di impugnare un'opera di Masamune, poiché il forgiatore veniva considerato non solo abilissimo, ma anche retto ed equilibrato. Quindi le sue creazioni non potevano che essere eccellenti, in un certo senso "benigne".

Queste credenze sono correlate soprattutto alle energie psicofisiche necessarie e rivolte allo scopo, degli utilizzatori e dei creatori, che verrebbero "infuse" nella spada. In Giappone, l'animismo ha ancora oggi degli effetti più o meno visibili sulla società. Basti pensare al concetto di kegare. Il kegare è una contaminazione spirituale che avviene per contatto.

Probabilmente, esso è un ragionamento non dissimile a quello che i samurai adottavano con le lame del "fabbro maledetto"; e questo nonostante all' epoca questi artigiani fossero guardati con stima e rispetto, proprio per l'aiuto che davano, forgiando lame micidiali ma moralmente degne, in quanto i fabbri stessi dovevano essere esempi di moralità.

Allo stesso modo, i samurai impregnavano spiritualmente le loro armi, tanto è vero che le katane stesse venivano, e vengono ribattezzate con il nome del loro possessore originario, o più illustre, come nel caso delle succitate Ishida Masamune, o della Honjo Masamune (tutti e due nomi della famiglia di appartenenza, non nomi personali in senso stretto). A volte, queste armi venivano conquistate ad avversari stimati per la loro abilità, e per questo avevano già un valore altissimo, come ci insegna la Honjo Masamune, conquistata probabilmente da Honjō Shigenaga; la leggendaria spada fu presa dalle mani di Umanosuke, che aveva già un buon numero di teste nemiche, quali trofei.


giovedì 22 ottobre 2020

All'epoca del Giappone feudale, le donne potevano diventare Samurai o gli era proibito?

 

Posto che il termine migliore è bushi, guerriero, perché samurai è un termine vicino ad attendente che si è poi avvicinato a samurai, la risposta è sì.

Ecco la voce in inglese di Wikipedia.

Era comunque un fenomeno raro.

Onna-bugeisha (女 武 芸 者, "artista marziale femminile") era un tipo di guerriera femminile appartenente alla nobiltà giapponese. Queste donne erano impegnate in battaglia, di solito insieme agli uomini samurai. Erano membri della classe bushi (samurai) nel Giappone feudale e venivano addestrati all'uso delle armi per proteggere la famiglia, la famiglia e l'onore in tempo di guerra. Icone importanti come Tomoe Gozen, Nakano Takeko e Hōjō Masako sono famosi esempi di onna-bugeisha.

Aggiungo solo una piccola curiosità per gli amanti del budo. Nella foto qui sotto la guerriera impugna una naginata, arma che, pur essendo usata anche dagli uomini, per le sue caratteristiche tecniche venne adottata dalle donne che difendevano la propria casa quando i mariti erano in guerra.



mercoledì 21 ottobre 2020

Un fatto poco noto su Taiwan

A Taiwan hanno escogitato un modo decisamente originale per combattere l'evasione fiscale.

Conosciuta in cinese come 統一 發票 (Tǒngyī Fāpiào), la lotteria degli scontrini fiscali è stata creata per incoraggiare l'emissione di ricevute fiscali, dando ai consumatori un incentivo all'acquisto nei negozi che legalmente dichiarano le imposte sulle vendite.

Ogni due mesi, vengono estratti casualmente i numeri che corrispondono agli otto numeri stampati nella parte superiore di una ricevuta legale.

La lotteria delle ricevute è aperta a tutti a Taiwan, compresi gli stranieri, e può essere facilmente scambiata con premi in denaro in un negozio con prova di identificazione (per importi fino a 1.000). Le vincite maggiori possono essere riscattate presso le banche. Occorre però assicurarsi sempre che la ricevuta vincente sia stata timbrata dal negozio da cui è stato effettuato l'acquisto originale.

Chissà se anche da noi…



martedì 20 ottobre 2020

In una battaglia uno contro uno, uno spadaccino avrebbe potuto battere un samurai




Nel 1610 sulle acque vicino a Nagasaki avvenne una battaglia chiamata incidente di Nossa Senhora de Graca (ノ サ ・ セ ニ ョ ー ラ ・ ダ ・ グ ラ サ 号 事件,)
Si dice che Andrea Pessoa, il governatore portoghese di Macao, ha ucciso 12 samurai in uno scontro uno contro uno mentre questi stavano cercando di salire a bordo della sua nave (fonti diverse, numeri diversi). Prima di quell'incidente Pessoa uccise una grande quantità di banditi giapponesi che commisero crimini a Macao e affondò 3 delle loro navi. Il suo inseguimento finì in Giappone dove il clan locale lo fronteggiò con l'aiuto dei banditi, e dove tutti i 40 portoghesi morirono nella lotta senza nemmeno pensare a una possibile resa, ma facendo esplodere la loro nave nera. Le forze dei Samurai erano in migliaia e molte centinaia morirono in questo modo. I giapponesi non osarono attaccare durante il giorno. La battaglia durò 4 giorni.
Questa resistenza disperata e fatale colpì all'epoca i giapponesi e i ricordi dell'evento persistono nel Giappone di oggi. Il coraggio del portoghese viene celebrato ogni ottobre a Nagaski. Pessoa era un famoso schermidore e guerriero ed ebbe la morte di un guerriero. I leader dell'attacco furono successivamente puniti dallo shogun a causa di alcuni intrighi. La città di Nagasaki fu praticamente istituita dai portoghesi, e questi erano cruciali per i giapponesi nel loro commercio con la Cina. Questa bandì un divieto per il commercio diretto con il Giappone: niente portoghesi, niente kimono in Giappone.


lunedì 19 ottobre 2020

Alcuni fatti poco conosciuti sulla Cina


Le spose cinesi spesso indossano abiti di colore rosso, considerato di buon auspicio.

La metà dei maiali presenti sulla Terra si trova in Cina


Il gelato è nato in Cina

Nella Cina occidentale l'alba può tardare fino alle 10 di mattina


L'esercito cinese ha una divisione ufficiale formata da 10,000 piccioni.


L'ascensore di Bailon trasporta i visitatori per oltre 300 metri fino alla sommità di una scarpata.


Il fumo uccide 1 milione di cinesi ogni anno.


Molti cinesi amano giocare agli smart puzzle games, e testare le loro abilità. Molti dei più famosi puzzle del mondo provengono dalla Cina.


Le statistiche che riguardano le morti per esecuzione sono di quattro volte superiori a qualsiasi altro paese nel mondo.


La carta igienica è stata inventata in Cina intorno al 1300.


Una persona su cinque nel mondo è cinese.

In Cina ogni anno è rappresentato da uno dei 12 animali dello zodiaco.


100 milioni di persone in Cina vivono con meno di 1$ al giorno.


La lingua cinese consiste di 40,000 caratteri, e i bambini quando raggiungono la quarta elementare devono conoscerne almeno 2000.


Le oche sono usate dalla polizia al posto dei cani.


Se respiri l'aria di Pechino per un giorno, senza indossare una mascherina, equivale a fumare 21 sigarette.


Il calcio è stato inventato in Cina.

Il più grande ingorgo stradale della storia, di oltre 62 miglia e durato 12 giorni è avvenuto a Shanghai.


Nel 2011 la Cina ha consumato 42.5 miliardi di pacchetti di noodles istantanei.


Sono state create delle aree pedonali apposite per coloro che usano sempre il cellulare, così da impedire scontri con altri pedoni.



domenica 18 ottobre 2020

Differenze tra un'armatura Samurai e un'armatura da cavaliere medievale

 



…Samurai



cavaliere medioevale europeo.

Ho semplificato di molto, anche i periodi delle due armature non sono coevi, ma penso siano esplicative della differenza.

Ferro/acciaio per gli europei (prediligevano la protezione totale, a scapito della mobilità)

Ferro, cuoio, seta, osso, per i Samurai (prediligevano l'agilità e la leggerezza dei movimenti).

La guerra europea era fatta da formazioni compatte che si scontravano.

La guerra nipponica era scontro tra combattenti, che pur considerando la manovra di masse militari, prediligeva lo scontro di bravura tra combattenti.


sabato 17 ottobre 2020

La cultura cinese è più rispettosa delle altre culture?

Mi ci sono voluti anni per capire che la mia concezione del rispetto è un po' diversa dal concetto di rispetto nella cultura cinese.

Secondo la mia concezione, i cinesi la maggior parte delle volte sentono spontaneamente la necessità di soddisfare i desideri degli anziani, professori e superiori come segno di rispetto.

Ad esempio, un figlio/figlia cinese non esiterà a lavare i piedi dei suoi genitori/nonni come un gesto di rispetto da parte dei giovani verso gli anziani, che è anche in pieno allineamento con il concetto cinese di pietà filiale / xiào /. Al contrario, è più probabile che un giovane occidentale si rifiuti di farlo.



Allo stesso modo, i manager occidentali spesso rimangono perplessi dagli atteggiamenti del "sempre sì" dei loro dipendenti cinesi. Sebbene siano eccellenti nell'esecuzione dei compiti, i cinesi sono riluttanti ad esprimersi anche se non sono d'accordo. Questo comportamento è strettamente legato al confucianesimo che ha dominato la cultura cinese per oltre 2500 anni. Il rispetto è fondamentale per le dottrine confuciane e ha chiaramente incoraggiato la creazione della società gerarchica e paternalistica cinese.

La cultura orientale in genere dà grande importanza alla dignità, all'autorità e all'anzianità, che vengono rispettate molto più profondamente di quanto si veda in occidente.

Non si tratta soltanto di "pietà filiale" - dove pietà va compresa non come compassione verso gli inferiori più disgraziati, ma nel senso romano di pietas e cioè 1. Devozione verso gli dèi; 2. Amore per i figli, i genitori, la patria; 3. Senso del dovere; 4. Giustizia (degli dèi); 5. Benevolenza

Più indietro si va nel tempo storico, più vediamo che questo civilissimo concetto di pietas si applica ai superiori in generale in quanto padre e madre del regno, del popolo, della tribù, in ricordo dei tempi (l'età dell'oro) in cui la società umana era molto più evoluta poiché l'autorità era davvero benevola e qualificata - a differenza del modello attuale, che si è sviluppato in tempi piuttosto recenti, cioè nel corso degli ultimi 4000 anni circa, e in modo sempre più disastroso.

La cultura cinese è ancora molto tradizionalista (nonostante la degradazione più recente) e quindi contiene ancora una buona misura di questi valori.


venerdì 16 ottobre 2020

Chi vincerebbe in un combattimento tra Bruce Lee e Jackie Chan?

 


Nella sua biografia dal titolo I am Jackie Chan: my life in action, Jackie Chan parla a proposito di Bruce Lee e di un eventuale loro confronto marziale. Un combattimento, questo, che ha sfiorato le fantasie di moltissimi di noi, amanti e praticanti di arti marziali: chi vincerebbe in un incontro tra i due mostri sacri del cinema delle arti marziali? Jackie risponde abbastanza nettamente e con una sinceritá disarmante: <<Non credo che lo avrei mai potuto battere in combattimento, ma nemmeno sarei stato cosí stupido da provarci>>.


giovedì 15 ottobre 2020

Com'è l'inferno buddhista?

Naraka è il nome attribuito nel buddismo ai mondi sotterranei in cui gli esseri senzienti sono condannati, dalle loro azioni volontarie negative precedenti, alla sofferenza.

Spesso tradotti, utilizzando una terminologia tratta da altre religioni, come "inferno buddhista" o "purgatorio", i Naraka si differenziano sotto vari aspetti: i condannati non sono giudicati da una entità esterna e superiore, ma vi si trovano per la legge del karma, vista come un principio di causa-effetto dall'inesorabilità quasi meccanica; i Naraka non sono eterni come l'inferno cristiano, ma condizionati e la pena stessa è, per ferocia e durata, sempre limitata (per quanto temporalmente enorme) e commisurata all'azione compiuta. I Naraka, inoltre, possono essere considerati sia come luoghi fisici che come stati mentali.

Nelle varie tradizioni buddhiste fisicamente i Naraka sono pensati come una serie di strati cavernosi che si estendono al di sotto di Jambu-dvipa (il mondo umano). Esistono varie categorizzazioni dei Naraka, con la descrizione dei loro tormenti. Alcune fonti elencano cinquecento o addirittura centinaia di migliaia di differenti Naraka. La più comune è quella dell'Abhidharma-kosa ("Il Tesoro dell'Abhidharma"), che prevede invece otto Naraka Freddi e otto Naraka Caldi.

Al confine di questi vi sono altri inferni isolati, chiamati Pratyeka Naraka e Lokantarikas.



Naraka freddi

Ciascun inferno ha una durata venti volte più lunga del precedente.


  • Arbuda (頞部陀地獄), il Naraka delle Vesciche. Questo mondo è una buia pianura ghiacciata su cui spirano tormente di neve. Gli esseri nascono e vivono nudi e soli, coperti di vesciche da freddo. La durata di questo Naraka corrisponde al tempo necessario a svuotare un barile di semi di sesamo che ne perda uno ogni cento anni. La vita in questo Naraka è lunga 2x1010 anni.

  • Nirarbuda (尼刺部陀地獄), il Naraka delle Vesciche Scoppiate. Simile ma più freddo del precedente, le vesciche degli esseri scoppiano, lasciandoli coperti di sangue e pus congelato. La vita in questo Naraka è lunga 4x1010 anni.

  • Aṭaṭa (頞听陀地獄), il Naraka del Tremito. Gli esseri qui tremano dal freddo, perdono l'uso della parola e sono solo in grado di pronunciare il suono "aṭ-aṭ-aṭ". La vita in questo Naraka è lunga 8x1010 anni.

  • Hahava (臛臛婆地獄), il Naraka del Lamento. Gli esseri sono qui in grado solo di dire "ha" in lamento. La vita in questo Naraka è lunga 16x1010 anni.

  • Huhuva (虎虎婆地獄), il Naraka dei Denti che Battono. Gli esseri sono qui in grado solo di battere i denti. La vita in questo Naraka è lunga 32x1010 anni.

  • Utpala (嗢鉢羅地獄), il Naraka del Loto Blu. Il freddo dà alla pelle degli esseri il colore della utpala. La vita in questo Naraka è lunga 64x1010 anni.

  • Padma (鉢特摩地獄), il Naraka del Loto. La carne è fessurata dal freddo e ne esce sangue. La vita in questo Naraka è lunga 128x1010 anni.

  • Mahāpadma (摩訶鉢特摩地獄), il Naraka del Grande Loto. Il gelo riduce il corpo in pezzi, e anche gli organi interni sono fessurati dal freddo. La vita in questo Naraka è lunga 256x1010 anni.

Naraka caldi

Ciascun inferno ha una durata otto volte più lunga del precedente.


  • Sañjīva (等活地獄), il Naraka dei Riviventi. Su una superficie di ferro scaldato da un immenso fuoco, gli esseri vivono nella miseria e nella paura, che li spinge ad attaccarsi l'un l'altro con mazze e artigli di ferro. Una volta uccisi rinascono già adulti e ricominciano. Altri tipi di torture di questo Naraka includono: l'avere il corpo bruciato da metallo fuso, essere tagliati a pezzi e soffrire il calore del terreno di ferro. La vita in questo Naraka dura 162×1010 anni. Si dice che questo Naraka stia 1000 yosjana sotto Jambu-dvīpa e sia ampio 10.000 yojana (un yojana corrisponde a 11 chilometri).

  • Kālasūtra (黒繩地獄), il Naraka della Corda Nera. Come il precedente, ma gli esseri hanno linee nere disegnate sul corpo, che i servi di Yama usano come guida per tagliarli e segarli vivi con asce e seghe incandescenti. La vita dura 1 296×1010 anni.

  • Saṃghāta (衆合地獄), il Naraka Cozzante. Gli esseri cono circondati da enormi massi che schiacciano chi si trova in mezzo. Quando le rocce si allontanano, gli esseri ritornano in vita e il processo ricomincia. La vita dura 10 368×1010 anni.

  • Raurava (號叫地獄), il Naraka dei Gementi. Gli esseri corrono sul terreno caldo fino a che non trovano delle grotte per rifugio. Una volta entrati si trovano bloccati e colpiti da enormi fiamme, per il dolore delle quali gemono. La vita dura 82 944x1010 anni.

  • Mahāraurava (大叫地獄), il Naraka degli Urlanti. Animali detti kravyāda mangiano gli esseri vivi a pezzi. È il luogo di pena per coloro che usano il proprio corpo per ferire gli altri. La vita dura 663 552×1010 anni.

  • Tapāna (炎熱地獄), il Naraka del Calore. I servi di Yama impalano gli esseri con una lancia infuocata fino a quando le fiamme non escono dal naso e dalla bocca. La vita dura 5 308 416×1010 anni.

  • Pratāpana (大炎熱), il Naraka dell'Immenso Calore. Come il precedente, ma l'impalamento avviene per mezzo di un tridente. La vita dura 42 467 328×1010 anni. Si dice che la lunghezza di questo Naraka è tale che possa durare anche per quasi un mezzo antarakalpa.

  • Avīci (無間地獄), il Naraka Senza Interruzioni. Gli esseri sono arrostiti vivi in un enorme forno per 339 738 624×1010 anni. Si dice che la lunghezza di questo Naraka è tale che possa durare anche per un intero antarakalpa. È il luogo di pena per chi compie una delle cinque azioni a retribuzione immediata.




 

mercoledì 14 ottobre 2020

In una street fight il gomito è un’arma migliore del pugno visto che non si rompe così facilmente?

Solo in teoria.

Sì. È meglio il gomito. Una mano rotta non è una bella cosa.

Ma esaminiamo un po' la questione.

  1. I pugni si rompono più facilmente dei gomiti. Ma queste non sono le uniche due armi disponibili in un combattimento. Quali sono le altre tecniche efficaci?

  2. Che tipo di street fight? È una rissa o una rapina? Un attacco uno contro uno o multiplo?

  3. Chi c'è nello scontro: un principiante, uno street fighter o un trained fighter?

L'uso del pugno in uno scontro è pericoloso e può provocare lesioni. Ecco un paio di esempi di una "frattura del pugile", o una frattura del quinto osso carpale, una lesione molto comune negli scontri anche per i combattenti esperti:



altrettanto comune slogarsi o rompersi un polso, in particolare tra i combattenti inesperti. Ecco un polso rotto:



È molto difficile continuare a combattere con una mano o un polso rotti.

Molti hanno sottolineato che i gomiti funzionano solo a distanza ravvicinata, e questo è vero. Non si riesce a rincorrere e fermare qualcuno con un gomito.

Lo scontro però avviene a distanza ravvicinata. Non si sta combattendo sul serio se non si è abbastanza vicini da permettere all'avversario di metterti le mani addosso.

Se non si è a portata di un pugno, non è uno scontro, è un litigio. Un litigio non deve tramutarsi in combattimento.

Ora parliamo del tipo di scontro. È una rissa da strada o una rissa da bar? Ecco il miglior consiglio: non bisogna invischiarsi in nessuna delle due. Bisogna tenere a bada l'orgoglio. Scusati. Offri una birra. Scappa. Chiama il buttafuori. Non c'è mai un vero motivo per partecipare a una rissa. Se uno ci finisce, ci sono buone probabilità che sia uno st****o.

Ecco un buon credo: non essere uno st****o.

È una rapina? Di nuovo, non è una lotta a meno che non riescano a mettervi le mani addosso. Dategli i soldi. Se potete scappate.

Ma ci sono volte che non si può scappare. Dovete proteggere il vostro partner, un genitore o un figlio? Qualcuno vuole comandarti e farti spostare? In queste situazioni non c'è altra scelta che farti valere e combattere.

Lo ripeto, sarà uno scontro a distanza ravvicinata. Non c’è da inseguirlo e buttarlo a terra. Bisogna avvicinarsi e utilizzare tecniche a corto raggio.


Quali sono le tecniche efficaci a corto raggio?

Gomito: come detto prima, i colpi col gomito sono estremamente efficaci. Se sferrati correttamente, causano dolore (se non lesioni) indipendentemente dal punto che si colpisce. Un colpo col gomito al braccio provoca un livido doloroso, alla mascella provoca una frattura, alla gola stordisce o mette ko, alle costole una frattura o un livido molto doloroso. Il gomito è molto efficace contro uno che riuscisse ad afferrarvi: potreste rompergli il braccio.

Parte inferiore esterna del palmo della mano: si sferra come un pugno, ma a mano aperta invece che chiusa. É molto più sicuro di un pugno e il palmo è molto molto duro. Ha un raggio "più corto" di un pugno di circa 7/8 cm, ma da vicino non dovrebbe fare differenza. Molto efficace per gola, testa o costole.

Ginocchiata: anche questo è un colpo che provoca dolore ovunque si colpisca. Una ginocchiata alla coscia provoca un crampo, rendendo molto difficile per l'avversario muoversi. Al plesso celiaco può far mancare il respiro, alle costole una frattura.

Testata: una tecnica da street fighter molto efficace. Una testata al naso, agli occhi o alla mascella è molto dolorosa, può causare fratture nell'area interessata e pone fine ai giochi abbastanza in fretta.

Queste sono tecniche che anche un principiante può imparare in fretta, ma sono anche usate dai fighter con esperienza.

Altre tecniche da principiante sono graffiare, mordere e usare oggetti personali come armi ( es: chiavi o un pettine).

E, soprattutto, usate la voce - urlate a testa bassa come dei matti. Attirate l'attenzione. Chiamate qualcuno ad aiutarvi o chiamate la polizia. Perché lo scopo è sopravvivere. Se non state combattendo per la sopravvivenza, non invischatevi! Scappate.

Per qualcuno che abbia un minimo di allenamento alle spalle, sono efficaci i punti di pressione, i colpi alle articolazioni e le sottomissioni.

Si noti che non ho menzionato i calci. Il calcio può funzionare, ma vi consiglio di calciare dal ginocchio in giù. I calci alti possono essere presi ed è molto pericoloso. Calci allo stinco, al collo del piede, alla caviglia o al ginocchio sono estremamente efficaci nel rallentare o fermare un avversario. A molti piace calciare alla testa. Prima però aspettate di mettere a terra l’avversario.


Che dire di un attacco multiplo?

Se si è attaccati da più di una persona, la strategia deve essere diversa. C'è da tenere una certa distanza e usare tecniche più lunghe, come pugni e calci, aiutano a mantenerle. A meno che non siate fighter molto abili, è improbabile che se ne esca bene, e anche per quelli davvero bravi ci sono poche chance.

L'obiettivo è semplicemente sopravvivere. Più importante, ancora, usare la voce. Attirare l'attenzione. Scappare se si può. Se non riuscite, state fuori dalla mischia per provare ad affrontarne uno alla volta. Colpisci e muoviti. E continuate ad urlare per tutto il tempo. Non andare a terra, anche se si è esperti, quando si ha contro più di un avversario

Il migliore attacco è la difesa. E la miglior difesa è essere consapevoli di ciò che ti circonda ed evitare situazioni pericolose in modo da non doverti proteggere!


martedì 13 ottobre 2020

Come la conoscenza diventa saggezza?

 


Una persona va ad imparare il Karate.

Nei mesi successivi, il suo maestro gli insegna diversi tipi di blocchi, calci, pugni, Kata e tecniche di sparring.

Lo pratica duramente e finalmente riesce a eseguirlo con perfezione e con la giusta dose di forza.

Questa è conoscenza.

Più tardi ricorda quello che il suo maestro gli raccontava durante ogni cerimonia di cintura.

Il karate è solo per la difesa e l'autoprotezione. Non si dovrebbe usarlo in modo improprio per offendere gli altri o attaccarli per i propri guadagni o piaceri egoistici".

Lo segue rigorosamente per il resto della sua vita.

Questo si chiama Saggezza.

La Saggezza è quando si sa distinguere tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato e poi usare la propria straordinaria conoscenza di conseguenza per scopi costruttivi, piuttosto che distruttivi.


lunedì 12 ottobre 2020

Perché gli olandesi, o qualsiasi altra potenza europea, non colonizzarono il Giappone

 


I portoghesi e gli spagnoli ebbero la prima opportunità di colonizzare il Giappone alla fine del 1500, ma entrambe le nazioni hanno ritenuto più opportuno lasciare che i loro sacerdoti cercassero per primi di convertire i giapponesi. Una volta che un capitano della marina spagnola cominciò a vantarsi del fatto che portassero i sacerdoti prima dei soldati, Hideyoshi e i suoi daimyo cominciarono a perseguitare i sacerdoti spagnoli e poi i gesuiti portoghesi durante il periodo Tokugawa fino al 1640.

Gli olandesi si impadronivano della terra o del commercio quando c'era un vantaggio significativo, come nelle Indie orientali, ma in Giappone non trovarono alcun vantaggio commerciale, a eccezione della seta, della porcellana e delle ceramiche. Non c'erano spezie come il pepe o la noce moscata, non c'erano metalli preziosi in quantità significativa, se riuscivano ad accedervi, e i giapponesi non erano docili o poco sviluppati come molte tribù isolane che incontravano nei mari del sud o altrove.

Tutte le nazioni europee cominciarono ad arrivare in Giappone durante l'era Sengoku, quando molti clan combattevano o si armavano per combattere. Affrontare una nazione omogenea durante uno stato di guerra civile dall'altra parte del mondo, su un terreno accidentato e senza nulla di significativo da poter essere sfruttato in seguito, non aveva senso. La terra era troppo difficile per le piantagioni e non costituiva una via commerciale terrestre: il Giappone era isolato. E la gente non era in grado di adattarsi alla condizione di schiavitù degli stranieri. C'erano opportunità più redditizie altrove per gli europei.






domenica 11 ottobre 2020

Quanto è comune nel pugilato che uno degli sfidanti muoia durante un incontro ?

NON è una percentuale bassa!

13 morti sul ring ogni anno, i dati choc sulla boxe: allarme dopo la morte di Patrick Day avvenuta dopo alcuni giorni di agonia.



Dopo la morte di Patrick Day, viene lanciato l’allarme sull’annosa questione dei decessi nella boxe. I dati diffusi in queste ore mettono i brividi: tra il 1890 e il 2011, si stima che 1.604 pugili siano morti a causa delle ferite riportate sul ring. Questo significa una media di 13 morti ogni anno. Insomma, il 27enne pugile americano Patrick Day, morto quattro giorni dopo aver riportato ferite alla testa in una rissa con il suo connazionale, Charles Conwell, è solo l’ultima vittima di questo "Sport". Ma se in un altro sport morti e traumi sono incidenti, che non dovrebbero accadere, la boxe è, come disse Umberto Veronesi “l’unico sport che ha come finalità quello di far male all’avversario”. Botte sul volto, sul cranio, fino al punto da far crollare l’avversario, stordito, per almeno dieci secondi. Semplificato al massimo, il pugilato è uno sport dove si lotta per causare una commozione cerebrale.

sabato 10 ottobre 2020

Cosa sono i "pavimenti usignolo"?

Immaginate quale minaccia possa essere un ninja che di notte si intromette in casa vostra, potente signore giapponese con troppi nemici là fuori… da far venire i brividi e perdere il sonno. La leggenda dice che sia questa l'origine dei pavimenti usignolo.

I pavimenti usignolo, (nightingale flloor (鴬 張 り o 鶯 張 り, uguisubari) sono pavimenti che emettono un suono simile a un cinguettio quando vengono calpestati. Questi pavimenti venivano utilizzati nei corridoi di alcuni templi e palazzi giapponesi, l'esempio più famoso è il castello di Nijō, a Kyoto.



Le assi asciutte scricchiolano naturalmente sotto la pressione del calpestio, ma questi pavimenti hanno qualcosa di più: sono stati costruiti in modo che i chiodi del pavimento sfreghino contro un morsetto, provocando rumori cinguettanti. Non è chiaro se questo disegno fosse intenzionale o meno. Sembra che, almeno inizialmente, l'effetto sia nato per caso. Un cartello informativo nel castello di Nijō afferma che

"Il suono del canto non è in realtà intenzionale, ma derivante piuttosto dal movimento dei chiodi contro i nodi del legno nel pavimento causati dall'usura nel corso degli anni".

La leggenda narra che questi pavimenti cigolanti fossero usati come dispositivo di sicurezza, assicurando che nessuno potesse intrufolarsi nei corridoi senza essere scoperto. E la minaccia più terribile che un signore poteva temere era quella di un incursione notturna da parte di un ninja, colui che si muove nel silenzio per antonomasia.



venerdì 9 ottobre 2020

Perché Bas Rutten consiglia di colpire con il palmo aperto invece che il pugno chiuso?

Assolutamente il contrario. Il pugno solo se tirato con le nocche in linea con l’avambraccio sollecita in modo minore il polso. Inoltre senza guantoni la pelle della mano che tira pugni contro superfici dure si riempie di lacerazioni (e lesioni) rapidamente.

Ci sono tre parti della mano la cui pelle è molto resistente e sopporta urti e sollecitazioni più a lungo del normale: (1) la parte inferiore esterna della mano (da sotto l’articolazione del mignolo fino al polso), utilizzata comunemente in molti colpi di taglio delle arti marziali tradizionali; (2) la pelle dell’incavo tra indice e pollice (micidiale in attacco, ma difficile da padroneggiare) e (3) il palmo della mano.

Veniamo al palmo: appoggia l’avambraccio sul tavolo e solleva la mano. Guarda la linea tra palmo e avambraccio. E’ perfetta. La distanza tra il palmo e l’articolazione è davvero ridottissima, per cui, anche in caso di un colpo tirato non perfettamente in linea, la leva sull'articolazione del polso è meno vantaggiosa di quella che si ha con un pugno, dove la distanza tra il punto d’impatto ideale (nocche) e il polso è tripla.

Fai una prova: contro una parete liscia tira cinque colpi di palmo di potenza moderata. Guardati il palmo.

Ora ti faccio vedere cosa succede se fai lo stesso con il pugno senza guantoni…




Perchè se non sai tirare un pugno rischi di farti veramente male. E la verità è che tirare un pugno ben assestato è relativamente difficile anche per chi lo fa per lavoro




Non so il contesto in cui il leggendario Bas ha fatto questa affermazione ma se si rivolge a persone che non si allenano negli sport di combattimento ha pienamente ragione, dare un pugno non è una cosa facile e immediata come si vede nei film. Serve un allineamento perfetto tra nocche, polso e spalla, anche così dopo qualche colpo la tua mano potrebbe essere ridotta troppo male per colpire nuovamente. C’è gente che si fa male con guantoni e fasce da quattro metri colpendo il sacco o il punto sbagliato del corpo di un avversario, è capitato anche a me. Figurati a mani nude, magari colpendo una persona con un cranio particolarmente spesso o nel punto sbagliato

Cosa può succedere? Frattura alla mano, frattura alle falangi, frattura del polso, versamento nella zona del polso, danni ai legamenti…

Un colpo a palmo aperto difficilmente manda per terra una persona ma molto più difficilmente danneggia la tua mano anche se il colpo non è precisissimo

Poi naturalmente, un esperto in sport di combattimento ha molte meno difficoltà a colpire con un pugno efficace anche senza guantoni e sicuramente non usa un colpo con il palmo ma anche in quel caso ha quella piccola percentuale di rischio di farsi male