domenica 17 gennaio 2021

A livello culturale, da cosa le arti marziali giapponesi si differenziano da quelle cinesi?

 


Le arti marziali giapponesi (karate, jujitsu, aikido) si sono sviluppate sopratutto attorno al contesto feudale.

Partono più che altro dal presupposto sia chi esegue che chi risponde indossi l'armatura da samurai.

Se si nota le movenze di un karateka, con posizioni basse, possenti, stabili ma lente sono tipiche di un guerriero appesantito da una armatura che si difende altresì da avversari con armatura.

Il jujitsu fa dei suoi capisaldi leve articolari, proiezioni e strangolamenti in quanto erano le tecniche che più risultavano efficaci contro un avversario bardato appunto di armatura.

Nelle arti marziali cinesi invece lo scopo era difendersi non in un campo di battaglia con tanto di corazza, ma difendersi da briganti e malintenzionati nelle viuzze delle città o delle campagne.

Magari anche con armi di matrice contadina.(bastoni, coltelli, nunchaku)

Ecco allora che le posture degli stili cinesi differiscono da quelle degli stili giapponesi in quanto auspicano maggiore mobilità, scioltezza e agilità.

Si narra che durante l'occupazione della Cina da parte del Giappone prima dell'avvento del regime di Mao Tse Tung, avvenissero molti scontri tra combattenti cinesi contro giapponesi, quasi sempre a favore dei primi.

Che questa sia completamente verità o che sia soltanto leggenda per tessere le lodi di arti marziali cinesi, non è dato a sapersi.

sabato 16 gennaio 2021

Quali sono le caratteristiche dell'arte marziale kali filippino?




 

Il kali non è un'arte marziale, ma tutto un gruppo di tecniche, come il kung fu. Tutte le arti marziali filippine una volta formavano il gruppo del kali arnis, che poi è diventato con la dominazione spagnola kali eskrima, che ha forti influenze degli stili di combattimento delle scuole italiane e ispaniche del tempo (pare che addirittura il balisong derivi dal coltello genovese, ma non ho ancora notizie certe al riguardo). In più, le scuole tradizionali e le scuole moderne sono assai diverse tra loro, e spesso non si amano. Dan Inosanto, amico ed ex allievo di Bruce Lee e che gli ha insegnato la lotta coi bastoni, e che ha tra virgolette portato l'eskrima nel mondo, è ancora una figura controversa nonostante i suoi infiniti meriti sul campo.

Come sistema, è di base molto simile al Penkat Silat indonesiano, ne usa anche il karambit, che è originario se non sbaglio del Borneo. Le armi principali del kali rimangono comunque il rattan (bastone di bambù corto) ed il bolu (lame piccole, tra cui appunto il karambit). C'è chi usa anche i sarong, ma non è così diffuso come nel Silat.

Le tre caratteristiche principali che le distinguono dalla maggior parte delle arti marziali più famose sono le seguenti (considera che però non essendo un'arte non codificata è indicativo):

  1. si comincia ad usare le armi e dopo si passa alle mani nude. questo perchè si parte sempre dal principio che è meglio partire con un bastone in mano, facile da trovare, piuttosto che andare di mano nuda (a meno che tu non sia bravo nel kino mutay, che però è giusto un poco vietato).

  2. Le gambe non vengono usate per tirare calci in generale, ma spesso e volentieri usate per rompere la guardia, avvolgere l'avversario, schiacciare, e si usa molto di più bloccare i piedi dell'avversario ed evadere lateralmente.

  3. Al contrario di molte altre arti, nel kali più t'avvicini all'avversario meglio è, cominci con i colpi lunghi, ma poco alla volta devi arrivare abbastanza vicino da potere andare in leva, e dalla leva continuare a colpire senza fermarti, fino a che l'altro non è finito (nel kali è permesso anche mordere e strappare, quindi se blocchi uno lo puoi distruggere, ovviamente in un combattimento vero). Le parate attive sono anche molto usate.

venerdì 15 gennaio 2021

È una buona idea imparare il Muay Thai e il Jiu Jitsu allo stesso tempo?



Il Muay Thai ed il Jiu Jitsu sono due arti marziali completamente diverse, una si concentra su prese, lavoro a terra e fluidità dei movimenti e l’altra su un lavoro di forza esplosiva in piedi.

Si completano a vicenda quindi studiarle entrambe sarebbe assolutamente di beneficio. Anzi è una combinazione scelta da molti professionisti dell’MMA. Le arti marziali si acquisiscono tramite abitudine e per creare un'abitudine istintiva bisogna ripeterla svariate volte. Comunque se si sovraccarica il cervello di troppe informazioni impiegherà più tempo per “digerirle”. Quindi se si frequenta una scuola di Muay Thai e una di Jiu Jitsu insieme il processo di apprendimento istintivo potrebbe essere più lento ma comunque alla lunga più completo. Dipende da che obbiettivo si ha, se si vuole competere o se si vuole invece adottare le arti marziali come stile di vita ed incrementare l’intelligenza motoria. Se si vuole competere consiglio di frequentare una scuola di MMA (Mixed Martial Arts), il Jiu Jitsu è una delle basi di questa disciplina e molti decidono appunto di integrare con il Muai thai. Molti insegnanti potrebbero trasmetterti direttamente una sintesi delle due in modo da ottenere relativamente velocemente una base istintiva ed efficace per il vostro obbiettivo ma sono comunque sintesi create molto recentemente e quindi difficilmente saranno complete. Quindi consiglio comunque di affinare le tecniche frequentando scuole specializzate e con una certa storia dietro per le discipline che interessano. Se invece non si ha fretta ed è più uno stile di vita consiglio di prendertela con calma e studiare queste due arti direttamente in due scuole specializzate per apprezzare la completezza della filosofia e della logica applicata al movimento del corpo di ognuna. Il percorso è molto più lungo per l’autodifesa… ma l’interiorizzazione è molto maggiore. Cioè, più sei paziente e costante più le arti marziali mettono radici profonde nella tua mente, diventano come un “guanto” al punto da accorgerti che inizierai ad applicare certe logiche motorie a semplici azioni quotidiane.



giovedì 14 gennaio 2021

Perché Bruce Lee è considerato un campione delle arti marziali nonostante non abbia ottenuto alcun record nello sport professionistico?

 



Bruce Lee era davvero un combattente:

Fu sfidato sul set di Enter the Dragon da una comparsa. Ci furono numerosi testimoni di quesa cosa, tra cui l'attore americano John Saxon, il cameraman Dave Friedman, il produttore Henry Morgan e Bob Wall. Immaginatevi il livello di maestria nell'essere coinvolto in un combattimento senza essersi preparati prima contro un avversario più giovane, valutarlo, occuparsene con la giusta quantità di forza, sconfiggerlo e poi tornare al lavoro.

Ha anche messo ko un karateka in 11 secondi (cronometrato da Ed Hart):

Come un pistolero del Vecchio West, Lee è stato spesso sfidato da giovani promesse per vedere se avesse davvero le mani e i piedi più veloci dell'Oriente. Di solito ignorava le sfide, rendendosi intelligentemente conto con intelligenza che non ne avrebbe ricavato nulla di buono. Se avesse perso sarebbe diventata una notizia da prima pagina. Se avesse vinto, sarebbe finito in prima pagina come quello che se l'era presa con una povera comparsa. Durante le riprese della scena dello scontro finale sull'Isola di Han, con le sue file di muri di pietra, Lee si stancò di alcune comparse, che erano state reclutate da delle street gang locali, che lo bollavano come un falso, un artista delle arti marziali del cinema. “Questi ragazzi erano seduti sul muro, annoiati a morte, in attesa che arrivasse il loro turno. Erano tipo, "Questo Lee del ca**o ha bisogno di 15 ciak per fare un calcio circolare?" Racconta Morgan. “C'era molto testosterone nell'aria e Bruce non aveva paura delle persone quando si trattava delle sue abilità nelle arti marziali. Era il numero uno. I ragazzi gli stavano sparlando alle spalle, senza rendersi conto che Bruce aveva un buon udito. Bruce disse: "Oh, pensi di essere così bravo? Vieni giù.'"

Come hanno ricordato i testimoni in seguito, il ragazzo andò incontro a Lee velocemente, con l'intenzione di fargli male sul serio. Ma Lee, il maestro, lo ha metodicamente fatto a pezzi. Lee trasformò quel duello in una lezione privata, a un certo punto correggendo la posizione del ragazzo. Successivamente, il ragazzo si inchinò a Lee e disse: "Sei davvero un maestro delle arti marziali."

Vi suggerisco di leggere la biografia di Bruce Lee di Matthey Polly, vedrete quanti combattimenti (molti) ha avuto. Era il migliore. Le persone semplificano eccessivamente dicendo "era un attore", questo non significa che fosse solo un quello, questo sarà trattato nella sezione successiva.


Bruce Lee non era "solo un attore":

È vero che i combattimenti sono coreografati (non stava usando le stesse tecniche nei combattimenti reali) ma è lo stesso vero il potenziale di velocità / forza che Bruce Lee possiede anche dietro la telecamera.

É un tema comune su Internet, il fatto è, ad esempio, che Dustin Hoffman è solo un attore perché, a differenza di Bruce Lee, a lui non è richiesto di eseguire un v-sit per lunghi periodi di tempo, fare delle flessioni con una mano appoggiandosi con due dita, dare 5 calci consecutivi in meno di un secondo e rimanere ad una percentuale del 5% di grasso corporeo come risultato di un intenso allenamento per tutto l'anno. Non c'è CGI, nessuna corda e nessun trucco della cinepresa nelle scene di Bruce Lee (tranne che nei primi 2 diretti da Lo Wei), potete vederlo se guardate le scene eliminate e il dietro le quinte di ETD e GOD. Sebbene coreografato, richiede grandi capacità fare ciò che riusciva a fare lui, i moderni combattenti di MMA hanno cercato di apparire nei film d'azione, ma non riescono ad essere veloci come lui. Jet Li e altri attori cinesi devono usare le corde, ecc


Le persone che sanno davvero di cosa stanno parlando riconoscono le abilità di Bruce Lee:

Sugar Ray Leonard è nella International Boxing Hall of Fame e sostiene che Bruce Lee sia uno dei migliori della sua epoca, ha dichiarato: "Bruce Lee aveva una velocità e una forza straordinari perché aveva compreso le meccaniche del corpo". Il kickboxer peso mediomassimo Joe Lewis, 16–4–0, che ha vinto 14 volte per KO e fu allenato personalmente da Bruce Lee per un po 'di tempo ha detto: “Non sapevi mai quando ti avrebbe colpito, sapeva sempre quando non eri pronto. Aveva una velocità incredibile. Lo so perché si è messo di fronte a me e mi ha colpito più volte. Ho sempre detto alla gente che so quanto duramente possa colpire Bruce Lee”.

Louis Delgado fu l'ultimo point-fighter a sconfiggere Chuck Norris, nel 1974, e disse a Fighting Stars Magazine che Lee fu l'avversario più duro che avesse mai affrontato e che combattere con lui fu un'esperienza umiliante.

Bruce Lee reclutò combattenti di strada e artisti marziali di livello mondiale come suoi studenti:

Quando arrivò per la prima volta negli Stati Uniti, voleva diventare un istruttore di kung fu, Bruce Lee e reclutò i suoi studenti tra rissaioli e pugili (esempio: Jesse Glover) dicendo "colpiscimi più forte che puoi". E riusciva ad affrontarli, quindi volevano imparare da lui. Tutti nel corso della sua vita avevano dubbi sulle sue capacità a causa delle sue dimensioni salvo poi ravvedersi in fretta dopo averlo messo alla prova. Dei veri pugili e rissaioli non avrebbero seguito Bruce Lee se non fosse stato in grado di gestire un combattimento.


Il combattimento pro è sport:

2 persone si preparano a scambiarsi colpi simili o uguali contro un dato avversario grazie all'aiuto di allenatori, nutrizionisti, attrezzature moderne per l'allenamento, mesi di preparativi ecc.

L'atteggiamento mentale non è lo stesso che c'è nel caso di un lotta di strada. Un combattimento in gabbia non è un combattimento di strada. Non è preparato, non sai con chi ti trovi contro, non sai cosa ti faranno quando sei a terra, ecc.


La storia è stata scritta da combattenti che non erano professionisti.

Dipende tutto da quello che consideriamo un combattente: qualcuno che ha un record in Sherdog? Un pugile? Uno zingaro che combatte con le nocche nude? Un underground fighter?


Bruce Lee è un personaggio estremamente affascinanate.
Con il dilagare delle arti, ogni maestro ci mette del suo e spesso le forme diventano balletti assolutamente inapplicabili in un combattimento reale.
Anche oggi, se guardiamo i campionati di karate, i campioni di kata, difficilmente sono anche campioni di kumite, combattimento.
In una forma di kung fu, possono esserci 150 - 200 movimenti, ma poi sono 4 o 5 quelli che effettivamente puoi usare in un combattimento, tutto il resto è coreografia.

Bruce Lee arriva dal Wing Chun, che cerca di eliminare ciò che è di troppo (non inutile, ma di troppo), troviamo concetti come il gomito fisso, economia dei movimenti… che non li ha inventati il Wing Chun, ma erano già presenti nel PaKwa.
Il gomito fisso è una delle basi del PaKwa, molto più antico del Wing Chun.
Studiare come è fatto il corpo per vedere dove colpire, al fine di ottenere il miglior effetto.
Bruce parte da queste basi e apre la sua mente a tutte le altre arti.
Il suo stile ha un fine: la difesa personale, la rissa da strada.
E' lontano dai concetti del kung fu di non violenza, di controllo dell' avversario, Bruce parla di demolire l' avversario.
Lontanissimo dai combattimenti sportivi, Bruce invita addirittura a mordere, per sfuggire alle prese al collo (Tyson poi è riuscito a farlo anche nella boxe).
Usa l' energia per aumentare la potenza del colpo.
"Essere colpiti da un calcio di Bruce, è come essere investiti da un camion", lo disse Bob Wall, uno che di ring che se ne intendeva parecchio.
Questa mentalità, può scatenare grande violenza dentro di te, come spesso accade nei pugili.
Bruce prepara la mente, si laurea in filosofia, studia tantissimi filosofi e lavora su se stesso per migliorarsi sempre.






mercoledì 13 gennaio 2021

Quale aspetto pensiamo sia sottovalutato nelle arti marziali e/o nella difesa personale in generale (Es. forza fisica, agilità, precisione, astuzia/strategia)



Parliamo della sola difesa personale, in quanto le arti marziali non hanno pro e contro, semplicemente sono così.

Nell'ambito della difesa personale (che noi come detto più volte riteniamo inutile se non dannosa), sopratutto nei corsi per principianti, non viene minimamente considerato l'adattamento alle situazioni.

Ci spieghiamo meglio: nei corsi di autodifesa vengono insegnate le solite tecniche da fare quando l'avversario si comporta in un certo modo. L'unico problema è che se quello non si mette ESATTAMENTE nella condizione di farci fare la nostra tecnica, tutto quello che sappiamo si scioglie come neve al sole.

Potremmo insegnare a chiunque in pochissimi minuti come fare uno strangolamento dalla schiena, una kimura, 10 ribaltamenti diversi, un arm bar, un triangolo e chi più ne ha più ne metta. La difficoltà non è imparare tutte queste cose ma conoscere una tecnica adatta alla situazione in cui ci troviamo, non cercare in tutti i modi di portare l'avversario a porsi nella condizione che noi riteniamo comoda. Questo, molto semplicemente, perché sarebbe impossibile.

In ogni arte marziale, il principiante impara una tecnica che gli piace e prova in ogni modo a farla all'avversario. L'allievo più evoluto capisce invece che quella tecnica si fa solo quando se ne ha la possibilità, diversamente dovrà optare per un'altra.
Questo implica che ne conosca varie, e con abbastanza dimestichezza da poterle eseguire in maniera efficace.
Ancora, questo implica tanto allenamento, prove e tentativi. Tutte cose che in un corso di autodifesa non si ha modo di fare.

Ecco qual è la grande pecca di questi corsi, che ti forniscono lezioni sparse e nessuna informazione su come metterle insieme.

E' come se un allenatore di calcio ti insegnasse a tirare i rigori, a tirare dall'angolo e le rimesse laterali, ma non ti facesse mai fare delle partitelle per mettere insieme tutti i pezzi.


martedì 12 gennaio 2021

Gli americani considerano reale il wrestling?

 



No. Ormai è cosa risaputa che quei combattimenti che la WWE mostra siano progettati, soprattutto dopo che il 10 febbraio del 1989 Vince McMahon ammise ciò di fronte il Senato dello Stato del New Jersey.

Però c’è un termine nel mondo del wrestling che spiega per bene il rapporto tra i fan e questo spettacolo: mark. Parlando in modo generico, i marks sono i fan che ignorano la natura fittizia o perché non sanno che è organizzato (tipo i bambini) o perché decidono di sospendere la propria incredulità e godersi lo spettacolo.

Esistono anche una sotto-categoria di marks detti smarks che sono fan che osservano oggettivamente gli incontri che guardano senza considerare tutte le stoyline che precedono e si godono il lato atletico dello spettacolo.

Quindi no, gli americani non considerano reale il wrestling ma se lo godono comunque.


lunedì 11 gennaio 2021

Cos’è il bareknuckle boxing?

 



La bareknuckle boxing è uno sport da combattimento.

Consiste in incontri di pugilato svolti senza l'utilizzo di guantoni, quindi a mani nude, da questo il nome. Possiamo dire che è la madre della moderna boxe e che nonostante sia stata oscurata da essa è rinata negli ultimi anni con un circuito professionistico in Inghilterra chiamato "Bare Knucle Boxing" e un campionato statunitense dal nome "Bare Knucle Fighting Championship". Le regole sono simili rispetto alla boxe moderna ma a parte l'assenza dell'uso di guantoni ci sono differenze rispetto al sistema di punteggi e k.o (conteggi di 18 secondi e non 10) oltre che un diverso numero di round e durata degli stessi, pari a 2 minuti e non 3.



domenica 10 gennaio 2021

Consiglieremmo un corso di krav maga ? Se si, perché?

Se hai deciso di praticare un'arte marziale, devi scegliere in base all'obiettivo che vuoi raggiungere. Se il tuo obiettivo principale è l'autodifesa, allora il Krav Maga è la scelta ideale.

Le tecniche di Krav Maga si basano su movimenti molto naturali e istintivi… di conseguenza, i tempi di apprendimento sono estremamente rapidi.

Sempre presupponendo che il tuo obiettivo fondamentale sia la difesa personale, mi pare utile mettere a confronto il Krav Maga con le arti marziali tradizionali orientali e con gli sport da combattimento.


Il Krav Maga e le arti marziali tradizionali a confronto

L'eccessivo formalismo e l'esasperata ricerca della perfezione, che caratterizzano le arti marziali tradizionali (come ad esempio, il Karate), possono rappresentare un serio ostacolo quando occorre reagire con rapidità e prontezza di fronte alle imprevedibili dinamiche che caratterizzano uno scontro reale.

Senza alcun dubbio, chi diventa veramente esperto in un'arte marziale tradizionale, sa difendersi efficacemente... ma quanto tempo è necessario per diventare esperti in queste discipline?

Nelle arti marziali tradizionali, i movimenti sono complessi e, in buona misura, "artificiosi". Inoltre, per l'esecuzione di parecchie tecniche è richiesta una vera e propria trasformazione del corpo: basti pensare agli esercizi di divaricazione indispensabili per poter sferrare i calci alti del Karate o del Taekwondo.



È ovvio, quindi, che per raggiungere il livello di efficacia in un'arte marziale tradizionale sono necessari parecchi anni di studio, di allenamento e di condizionamento fisico.

Il Krav Maga, invece, si basa su movimenti naturali e su reazioni istintive. Per questo motivo, i tempi di apprendimento sono infinitamente più rapidi.

Il Krav Maga non è considerato un'arte marziale in senso stretto, proprio perché non è un'arte. I Kata del Karate e delle arti marziali tradizionali sono molto belli come espressione artistica, come forma di educazione e autodisciplina ma, quando si tratta di prepararsi ad uno scontro reale, occorre allenarsi in un altro modo.

Nel Krav Maga, lo studio e l'allenamento sono interamente dedicati alle tecniche e alle strategie più idonee per affrontare situazioni di pericolo reale. Per questo motivo, il praticante è in grado di raggiungere molto rapidamente quello che possiamo definire il livello di efficacia pratica.



Non dimentichiamoci che il Krav Maga è stato sviluppato per l'addestramento dei soldati dell'esercito israeliano al combattimento corpo a corpo. Ed è ovvio che un esercito non può permettersi di aspettare troppo tempo per l'addestramento dei suoi soldati.


Il Krav Maga e gli sport da combattimento a confronto

Gli sport da combattimento come la Kickboxing, il Pugilato, il Karate Sportivo, le Arti Marziali Miste (MMA), ecc. sono perfetti per la loro finalità, ovvero, quella di fare sport.

Il problema principale è che la difesa personale non è uno sport!

A differenza di quanto avviene nel krav maga, il tempo che i praticanti di sport da combattimento dedicano allo studio di tecniche di autodifesa reale è molto scarso, se non addirittura nullo. Queste persone sono solite investire tutto il loro tempo e le loro energie nell'allenamento di tecniche adatte a vincere incontri e a portare a casa medaglie.



Infatti, non sono pochi i campioni di sport da combattimento che se la sono vista veramente brutta durante risse e scontri reali, nell'ambito dei quali non esistono le regole alle quali sono abituati sul ring.

Questo è successo, ad esempio, a Maiquel Falcão, fighter professionista di MMA.

Ad esempio, negli sport da combattimento non è consentito colpire i punti vitali del corpo umano poiché si produrrebbero gravi incidenti. Di conseguenza, i combattenti sportivi non allenano tali tecniche.

Tuttavia, in una situazione reale nella quale la vita è in pericolo e non è possibile fuggire (come quando si rischia di ricevere una coltellata)... è necessario difendersi con le tecniche più efficaci per neutralizzare l'aggressore. Ecco quindi che i punti vitali del suo corpo diventano i primi bersagli da colpire.

Questo non significa che un esperto di Kick Boxing (ad esempio) non sia efficace durante un duello…

Se un esperto di Kick Boxing viene provocato all'interno di un bar e accoglie la provocazione… è possibile che i 2 decidano di fare a pugni. Il risultato è un duello che viene condotto seguendo un codice d'onore implicito e molto probabilmente l'esperto di Kick Boxing vincerà.

Ma la difesa personale non funziona come un duello:

Non si tratta di vincere. Si tratta di…

  • Evitare i luoghi pericolosi…

  • Non accogliere le provocazioni…

  • Fuggire di fronte al pericolo, senza preoccuparsi dell'orgoglio…

  • Consegnare il portafoglio di fronte a un coltello…

  • Proteggere i propri cari

  • Combattere solo se è indispensabile… e se si è obbligati a combattere, prepararsi ad affrontare colpi molto diversi da quelli che avvengono sul ring, come una sedia scagliata dall'alto verso il basso.

Era solo un piccolo esempio, ma del tutto sufficiente per capire che, mentre gli sport da combattimento si focalizzano fondamentalmente sull'incontro sportivo, il Krav Maga si focalizza sulla sopravvivenza.


sabato 9 gennaio 2021

Come applicare le parate del karate shotokan (age, uchi, soto , gedan, shuto uke ec.c) nel combattimento libero?

 




Ti sorprenderà saperlo ma…non è possibile!

Le reazioni umane hanno dei tempi di organizzazione e risposta che non collimano con il concetto di “parata"

Mi spiego meglio. Secondo le teorie di molti stili che professano le parate io prima di una aggressione dovrei capire: che il mio avversario attacca; poi su quale altezza lo fa; poi in quale direzione (linearmente o direttamente) ed infine con quale velocità. Se sbaglio solo una di queste variabili il colpo và a segno.

Come si può facilmente comprendere è impossibile che io faccia tutta questa serie di cose quando il mio avversario sta già sferrando il suo attacco, ragion per cui le parate sono solo una teoria da palestra (dove il mio avversario attacca con movimenti e tempi prestabiliti). Per rendersi conto meglio di quanto detto basta guardare un incontro sportivo di Karate o ancora meglio di boxe…

NESSUNO PARA NIENTE!!!

venerdì 8 gennaio 2021

Quali sono le figure femminili più famose per aver combattuto in guerra?

Ci sono svariate figure femminili che sono identificate oggigiorno come valorose guerriere…

Artemisia di Alicarnasso:

Artemisia I di Caria, in seguito alla morte del marito, divenne Regina di Alicarnasso.

Per via del suo coraggio e della sua onestà, Serse (Re persiano) la tenne sempre in considerazione. Anche quando egli decise di combattere per mare a Salamina, Artemisia non esitò a seguirlo; addirittura gli ateniesi decisero di offrire 10.000 dracme a chiunque fosse riuscito a catturarla.

A Salamina però, l'esercito greco ebbe la meglio su quello persiano, e Serse insieme ad Artemisia furono costretti al ritiro.



Boudica:

Regina celtica (tribù degli Iceni, Inghilterra Orientale) che si scatenò contro i romani durante i loro tentativi di conquista della Britannia nel 40–80 d.C. circa.

Dopo l'invasione romana, la regina chiamò il suo popolo e lo condusse alla rivolta; riuscì insieme ad altre tribù a combattere diverse battaglie. Ma l'ultima, ricordata come Watling Street, segnò la sconfitta del suo popolo e la vittoria dei romani.

Vennero massacrati 80.000 Britanni, e per non fare la stessa fine si narra che Boudicca con le sue figlie, decise di togliersi la vita avvelenandosi.



Nakano Takeko:

Fu un'Onna Bugeisha, ovvero una guerriera giapponese della nobiltà nata nel 1847. Ricevette una rigida formazione delle arti marziali. Divenne anche capo di un gruppo di guerriere esclusivamente donne. La sua arma era la "naginata", utilizzata nelle arti marziali: essa è costituita da una lunga lama ricurva.

Combatté la guerra civile giapponese "Boshin", durante la battaglia di Aizu ma venne ferita da un soldato nel 1868 portandola alla morte.




giovedì 7 gennaio 2021

Il kyusho jitsu è efficace, oppure è una trovata pubblicitaria?

 



Né l'uno né l'altro.

Il kyusho jitsu basa la sua disciplina sui punti di pressione del corpo umano della medicina tradizionale cinese. Premendo su quei determinati punti il corpo umano può avere delle reazioni particolari e possono essere molto più dolorosi del resto del corpo. Per chi non lo avesse ancora capito, è praticamente la versione reale dell'arte marziale di Ken il Guerriero.

Quindi immaginerete che sia una trovata pubblicitaria. No, non lo è. I punti di pressione della medicina tradizionale cinese corrispondono effettivamente a dei punti deboli del corpo riconosciuti anche dalla medicina moderna. Quindi si, effettivamente colpire quei punti causa danni maggiori al corpo umano. Comunque tutte le altre arti marziali puntano a colpire le zone più deboli, come il fegato, ma nel kyusho jitsu si punta proprio a fare pressione con le dita in determinati punti, come l'avambraccio, l'ascella, l'interno coscia.

Quindi funziona? Nemmeno. Il fatto è questo: quei punti effettivamente esistono, ed effettivamente, colpirli hanno delle conseguenze, ma in un combattimento, con l'avversario che si muove, è praticamente impossibile colpirli con precisione, quindi non sono facilmente applicabili.


mercoledì 6 gennaio 2021

Come si possono descrivere al meglio l'arte e la cultura giapponese?

Se dovessi concentrare l’arte giapponese in un solo principio, sarebbe quello dell’opposizione a qualsiasi forma di simmetria. Nell’arte giapponese la mancanza di simmetria è una costante.



Questo principio può venire esteso all’irregolarità e all’incompletezza. Tutti e tre questi concetti, secondo i giapponesi, generano movimento ed instabilità, quindi sono gravidi di possibilità.

Se dovessi scegliere un secondo principio, sarebbe quello del minimalismo. Se in dubbio, non mettere, ma togli. Solo il minimalismo può permettere alle caratteristiche individuali degli oggetti di esprimersi. Vedi le pietre qui sopra.

Un terzo principio è il tempo. Il passare del tempo abbellisce e rende meno evidente la mano dell'essere umano. Vedi il muschio.

Un quarto principio è quello della naturalezza. Una naturalezza di solito del tutto artificiale. Nei giardini giapponesi l'artificiale sembra naturale e viceversa. MI ricordo una volta a Ninnaji, Kyoto, per un attimo mi domandai se una cicala morta in un giardino fosse stata messa di proposito nella posizione perfetta in cui si trovava. Mi resi subito conto che questo non era possibile, ma è significativo sia successo.

Un quinto principio è quello dello Yūgen, eleganza, che, forse appropriatamente, non ho mai capito. Si tratta comunque di un’eleganza che va intuita più che compresa.

Il bello deve provocare un distaccamento dal mondo.

il bello infine deve includere in sé il silenzio.

Notare come tutti e sette questi principi siano evidenti.

Questi sono i sette principi dell'estetica zen che, privati del loro sfondo religioso, sono ora divenuti l'ossatura dell'estetica giapponese.



martedì 5 gennaio 2021

Quale, tra le tecniche di combattimento, è considerata la più efficace oggi?

 




Non esiste "la tecnica più efficace oggi".

L'Aikido comprende l'uso delle armi, la MMA no. La boxe (occidentale, thai ecc.) prevede un ring e il combattimento uno a uno, ed è adatta per quello. E così via.

Ogni tecnica è adatta allo scenario per cui è stata prevista. Ti sei mai chiesto perché si chiamano "arti marziali" e non "tecniche marziali"? Nascono come tecniche di combattimento, è vero, ma non bastano. Niente basta, da solo.

Conoscere perfettamente una tecnica non significa saper combattere, così come avere tanti attrezzi non significa essere un bravo meccanico. Essere un bravo meccanico, come essere un bravo combattente, è di più: è comprensione profonda, è capacità di analisi e di sintesi. E' intelligenza (dal latino: inter legere): saper leggere dentro una macchina, saper leggere dentro una situazione. Il combattimento è un confronto di volontà, come diceva Clausewitz, ma è pure una forma di comunicazione. Un buon combattente lo sa bene.

Preso atto di questo, l'unica scelta possibile per chi vuole insegnare a combattere senza essere un cialtrone è sì insegnare tecniche (non si può prescindere) ma anche dire, fin dal principio, che… non basta, e non basterà: e lo fa proprio dicendo "Io insegno un'arte, non una tecnica".


lunedì 4 gennaio 2021

Perché i pugili usano i guanti mentre combattono?

 



I pugili utilizzano i guantoni per limitare i danni all' avversario, ma anche per la propria incolumità.

Il guanto da boxe viene utilizzato per proteggere le mani dei pugili dalle frequenti fratture a cui vanno incontro in particolar modo colpendo la fronte dell'avversario a mano nuda o semplicemente fasciata e per evitare danni ingenti al volto e al corpo.

Il pugno infatti a dispetto di quello che molti credono non è così forte come si pensa. È passibile di slogamento del polso ed anche di fratture alle falangi (specialmente quella del mignolo) in caso di impatto contro un bersaglio duro. Gli antichi combattenti infatti lo usavano molto poco e prediligevano la mano aperta od una tecnica diversa dagli attuali pugili.


domenica 3 gennaio 2021

Esistono tecniche o arti marziali che possiedono dei colpi concepiti specificatamente per creare lesioni agli organi interni?


 

Se parliamo di arti marziali tradizionali orientali, sappiamo che la stragrande maggioranza di esse nascono con intenti filosofici e salutisti. Dalla "forma" (kata) si estrapolano poi le tecniche di combattimento. Ovviamente nessuno dei movimenti era stato concepito con l'intento di ferire o annientare il nemico, semmai una volta adattati al combattimento (sportivo) può essere fatto uno studio su come quella specifica tecnica possa provocare più o meno danni. Bisogna anche specificare che esistono centinaia di arti marziali di questo tipo, il kung fu da solo possiede un'infinità di sotto varianti, e che per questo la conoscenza di noi occidentali è limitata soltanto alle più famose. Potrebbe assolutamente essere possibile che alcuni di questi stili vengano concepiti con intenti più bellicosi.

Prendiamo ad esempio la Lethwei (pugilato marziale birmano). È molto poco conosciuta nel mondo, eppure è un'arte marziale molto cruenta e poco comparabile con le altre. In origine non c'erano regole e la violenza era massima. Nel tempo si è adattata allo sport, pur rimanendo molto violenta. In questa disciplina gli arti e la testa vengono considerati vere e proprie armi. Una delle strategie tipiche della Lethwei è annientare le armi del nemico per renderlo inoffensivo. Ecco che molte delle tecniche (gomitate, pugni e ginocchiate su tutti) servono specificatamente per lesionare le armi avversarie, ovvero braccia (bicipiti, tricipiti, frattura dell'omero…), gambe (lesione al quadricipite, frattura tibia…) e anche la testa (con gomitate e testate).


sabato 2 gennaio 2021

A cosa servono le posizioni del kung fu, e come si applicano in combattimento?



Dal punto di vista marziale, le posizioni sono innanzitutto utili per educare il praticante sotto l'aspetto della precisione, della coordinazione e dell'esercizio fisico. In un'ipotetica situazione di combattimento, il praticante dovrà aver memoria di quella impostazione del corpo, ma non potrà applicarla parimenti; ciò sarebbe inverosimile e potenzialmente anche controproducente. L'idea è, quindi, che ciò che si è appreso con precisione venga più o meno ridotto e sporcato, ma i principi delle posizioni (così come di tutte le altre tecniche) restino, così da poter essere di qualche utilità pratica ed istintiva.

venerdì 1 gennaio 2021

Arti marziali indiane

 




Secondo alcuni studi, le Arti Marziali si praticavano in India già 5000 anni fa. Il sistema di combattimento - utilizzato perlopiù nei campi di battaglia - era noto come Dhanurveda, in cui spiccava l'utilizzo dell'arco ma che prevedeva lo studio di tutte le armi e anche il combattimento a mani nude. Questa Arte Marziale comprendeva anche un vero e proprio codice guerriero e dei rituali sacri.

La più nota Arte Marziale indiana oggigiorno è probabilmente il Kalaripayattu, sistema molto completo, sia con armi che a mani nude, ancora diffusamente praticato. Una cosa particolare del Kalaripayattu è che si studiano anche i marma - specifici punti del corpo - da colpire con precise tecniche allo scopo di ottenere un effetto letale sull'avversario.

Tra i popoli più notoriamente guerrieri dell'India vi sono sicuramente i Sikh. La loro Arte Marziale è la Gatka, che predilige l'uso delle armi, in particolare della spada, del bastone e del coltello. La Gatka si muove secondo linee circolari, in un continuo flusso di movimento in modo da permettere al guerriero di poter affrontare anche più avversari contemporaneamente, cosa necessaria ai Sikh che spesso erano in minoranza rispetto ai loro nemici musulmani o agli inglesi successivamente.
La Gatka si inserisce pienamente nella spiritualità Sikh e ne esprime in pieno l'animo guerriero. Ai giorni nostri, la Gatka è un ottimo strumento di difesa personale - in quanto favorisce il movimento istintivo e spontaneo - ma anche di meditazione e crescita personale.



giovedì 31 dicembre 2020

Quale sport da combattimento o arti marziali è il piu' efficace in MMA oggi



Allora diciamo che le MMA ‘’moderne’’ sono nate con i primi eventi UFC (non è proprio così ma non è importante) in questi tornei che si svolgevano in una sola notte si premiava lo stile migliore, in pratica era un incontro fra stili; si affrontavano pugili, gente che faceva Karate, brazilian ju Jitsu, insegnanti di Krav maga, esperti di kung fu. È stato mantenuto questo modus operandi per i primi 12 UFC. Questi tornei mostrarono alle persone gli stili che potevano essere efficaci in un incontro reale e quali invece non lo erano; in tutti e 12 gli eventi vinse gente che aveva un background di Brazilian Ju jitsu o lottatorio; i lottatori (chiamiamoli grappler) riuscivano ad atterrare gli avversari ed in seguito a sottometterli tramite prese e strangolamenti, mostrandosi nettamente superiori alle arti di Striking (tecniche che richiedono principalmente colpi come il pugilato, thai, kickboxe…). Quindi all’inizio ci fu un dominio netto dei grappler, successivamente gli striker impararono a non farsi portare a terra e tenere l’incontro in piedi dominando l’avversario, uno dei primi fu Bas Rutten esperto Kickboxer Olandese che iniziò a praticare arti lottatorie per non farsi portare a terra e in tenere l’incontro nella sua area comfort. Quindi dopo non ci fu più un netto dominio dei grappler come nel passato (vedere Bas Rutten, Mirko Cro Cop, Maurice Smith, Wanderlei Silva…). In seguito ci iniziarono a essere i primi atleti completi di MMA fenomenali sia nel grappling che nello striking vedere Fedor Emilianenko che demoliva gli avversari in piedi col suo Sambo e era in grado di proiettare gli avversari grazie al suo Judo. Attualmente in UFC (la miglior promotion di MMA al mondo) i fighter anche i più ‘’scarsi’’ della promotion sono preparatissimi con un'ottima base di striking e grappling. Tornando alla domanda iniziale su quale sia lo stile più efficace di MMA attualmente prendendo solo le MMA maschili su 8 catorie di peso 6 campioni su 8 hanno un background basato sulla lotta olimpica, Henry Cejudo campione Mosca è una medaglia d’oro olimpica di lotta libera a Pechino 2008, Daniel Cormier campione massimi ha participato nella lotta libera a Atene 2004 e Pechino 2008. Quindi penso che lo stile più efficace sia la lotta libera, naturalmente ormai il livello è così alto che se sei forte solo nella lotta libera e nelle altre sei carente non vinci un incontro ad alto livello, hai bisogno di allenarti comunque nelle discipline di striking e nel Brazilian Ju Jitsu; dopotutto lo dice il nome stesso sono arti marziali miste.









mercoledì 30 dicembre 2020

Il Taḥṭīb

Il Taḥṭīb, un'arte marziale che si basa sull'uso del bastone per attaccare e difendersi.



Le tracce più antiche del tahtib sono state trovate su incisioni del sito archeologico di Abusir, nella piramide di Sahura (2500 a. C. circa).



martedì 29 dicembre 2020

Ha mentito per raggiungere la fama

Questo tizio qui…



Non vi dice niente? E qui, invece?



Ancora niente? Ok, che mi dite di questo?



Ok, allora, questa qui sopra è davvero una foto di Jean Claude Van Damme, nella locandina del film Senza esclusione di colpi. E Senza esclusione di colpi era basato su quella che si credeva essere la storia vera del tizio nelle prime due foto, tale Frank Dux.

Frank Dux è andato in giro nel mondo delle Arti Marziali a raccontare, a chiunque fosse disposto ad ascoltarlo, a riviste come Black Belt Magazine e Soldier of Fortune, tutto sul suo super torneo di Kumite all'ultimo sangue, ospitato in gran segreto dalla "Black Dragon Fighting Society", apparentemente un'organizzazione clandestina che da centinaia di anni terrebbe il più grande torneo super segreto del mondo di combattimento fino alla morte.

Affermava anche, in quel torneo "all'ultimo sangue" a eliminazione diretta, di aver sconfitto uno dopo l'altro ben 60 contendenti! E di aver lavorato sotto copertura in missioni nel Sud Est Asiatico (Vietnam) per la CIA mentre si trovava nei Marines. Precedentemente aveva anche affermato di essersi guadagnato la Medaglia d'Onore. E di aver studiato il vero Ninjitsu nel Sud della California da un vero maestro ninja, che lo aveva adottato come figlio da giovane e lo aveva portato in Giappone a studiare il Ninjitsu.

Ora, la storia di questo tizio, che si è meritata ben tre sequel, a proposito, è tutta falsa. Tutta. Non è mai andato nel Sud Est Asiatico sotto copertura per la CIA (è nato nel 1956, fatevi due conti!), non ha mai proprio nemmeno lavorato per la CIA, in qualsivoglia ruolo, nei Marines è stato giusto una riserva, per poi venire radiato perché soffriva di "Manie di grandezza", mai andato in Giappone negli anni del liceo, mai studiato il Ninjitsu da un maestro ninja che viveva in California e nemmeno mai combattuto e vinto in un torneo super segreto all'ultimo sangue alle… Bahamas. Proprio così, nella sua versione originale, aveva dichiarato che il torneo si fosse svolto alle Bahamas.

Mettiamo un attimo da parte che un torneo a eliminazione diretta di 60 round richiederebbe oltre 1 MILIARDO di persone. O che la popolazione delle Bahamas raggiunga approssimativamente il milione. O che al tempo lui avrebbe avuto solo 19 anni. No, anche volendo ignorare per un attimo tutto questo, così come il fatto che se davvero esistesse un torneo a eliminazione diretta di 60 round il torneo richiederebbe ANNI di continuo combattimento. No, la più palese dimostrazione che si tratta di una balla è questa: l'iscrizione alla super segreta Black Dragon Fighting Society richiede che tu sia un maestro di arti marziali, l'aver fatto giuramento di segretezza… o che tu fossi un ragazzino che leggeva fumetti tra gli anni Sessanta e Settanta… Ammirate!




Per $.25 (che sarebbero 25 CENTESIMI) potevi imparare il Dianxue. E l'uomo che te lo avrebbe insegnato aveva vinto "il Campionato mondiale di combattimento all'ultimo sangue!"

Tutte bugie. Quindi, non solo Frank Dux aveva mentito, ma aveva persino copiato il materiale di un'altra balla!

E davvero non credo che esista un bugiardo più colossale che abbia ottenuto tanta fama. Le altre risposte citano persone comunque dotate di certi talenti. Ma questo tizio non ha nemmeno mai davvero studiato come si deve le Arti Marziali, eppure ha aperto Scuole "Dux Ryu" in tutta la California e ha ottenuto contratti per libri e film!!


lunedì 28 dicembre 2020

Alcune semplici mosse di autodifesa che una donna dovrebbe conoscere

 


Il consiglio generale (per tutti, ma sopratutto per una donna, che generalmente è fisicamente più debole di un uomo) è quello di evitare lo scontro fisico. Intanto perché non si sa mai con chi si ha a che fare ed in più perché non possiamo sapere se è, magari, armato.

Tecniche anche basiche di autodifesa richiedono esperienza, pratica ed esercizio, spiegarle in questa sede è impossibile.

Posso di seguito elencare alcuni consigli di massima, premettendo che il modo migliore per vincere uno scontro è sempre quello di non partecipare:

  • cercare sempre di FUGGIRE, e comunque urlare e chiedere aiuto. Se ci si ritrova in una situazione "poco sicura" cercare sempre di cambiare strada ed andare in mezzo alla gente.

  • Se impossibile il punto sopra, si potrebbe tenere un mazzo di chiavi in mano, con le singole chiavi tra le dita. Colpire qualcuno in questo modo può fare molto male.

  • Se costretti a colpire qualcuno, magari con un oggetto, colpire sempre prima le mani. Se il soggetto dovesse continuare colpire allora il volto. Cercare di evitare di colpire le parti vitali.

  • Se ci ritrova nell'obbligo di colpire, sfruttare ogni momento per scappare, non continuare mai un combattimento.


domenica 27 dicembre 2020

Cosa c'è di unico nell'antica civiltà cinese?

L'inumana spietatezza, superata poi dai giapponesi nel medioevo feudale fino allo stupro di Nanchino. Non a caso, ironicamente, parliamo di tortura cinese, visto che il modo di uccidere facendo soffrire oltre i limiti umani era una loro squisita prerogativa.



Tra le peggiori torture cinesi troviamo quella del raschiamento della pelle. Questa tortura è stata inventata da Zhu Yuanzhang (il primo imperatore della dinastia Ming) e vede come principale elemento dell’acqua bollente. Durante quest’atroce tortura la vittima veniva spogliata e fatta sdraiare su una tavola di metallo, dove gli veniva versata addosso dell’acqua bollente.

Fatto ciò, l’acqua bollente ustionava il corpo della vittima e il boia usava un attrezzo di metallo con dei denti, simile a un pettine, per raschiarne via la pelle e la carne fino all’osso. Data l’atrocità della tortura, di solito la vittima moriva prima della fine della stessa.



Torture e abusi nei confronti dei gruppi perseguitati sono ancora la norma in Cina. Secondo associazioni per i diritti umani, alcuni dei metodi di tortura sembrano usciti direttamente dal Medioevo, mentre altre forme di abuso, come il prelievo forzato di organi, non hanno precedenti nella Storia.



sabato 26 dicembre 2020

I lottatori di sumo sono ottimi combattenti?

 


Sì. Hanno un regime di allenamenti molto intenso oltre ad avere un fisico davvero imponente. Ogni atleta da combattimento professionale va temuto.


venerdì 25 dicembre 2020

In quali situazioni i “nunchaku” sarebbero l'arma ottimale da usare?

 


Così poche da non giustificarne un allenamento prettamente mirato alla difesa personale.

Il nunchaku è considerata un’arma bianca a tutti gli effetti in quanto costruita con il preciso intento di ledere un altro essere umano.

Pertanto il suo porto fuori da casa deve essere legalmente giustificabile (generalmente limitato al trasporto dal negozio alla casa o da casa alla palestra se la si usa durante le proprie attività marziali) e la sua detenzione in casa denunciata (anche se poi non lo si fa giustificandone il possesso come strumento di allenamento)

Le sue possibilità di utilizzo si limitano quindi alle aggressioni che giustifichino nell’ottica di proporzionalità della difesa l’uso di un’arma che avvvengano nei due casi precedenti:

  • tragitto (giustificato) in cui si porta l’arma con se ed in cui non vi sia altra possibilità di offendersi se non usando tale arma.

  • Intrusione in casa di persone armate in tutte le situazioni in cui non vi sia altro modo di difendersi se non usando tale arma.

Dal punto di vista prettamente strumentale, il nunchaku è un’arma che richiede molta pratica reale, il semplice maneggio a vuoto non prepara al suo utilizzo.








giovedì 24 dicembre 2020

Qual è l'arte marziale più forte?

 



Non è possibile dare una risposta univoca e oggettiva a questa domanda, per diverse ragioni. Tanto per cominciare bisognerebbe definire meglio il concetto di “più forte”. Cosa si intende con tale locuzione? Quella che massimizza le probabilità di sopraffare e neutralizzare l'avversario, quella che include le tecniche che provocano i danni più gravi e letali, quella che consente di sottrarsi agli attacchi rischiando il meno possibile? In quale contesto? Lotta per la sopravvivenza o sport regolamentato? Con o senza armi? Insomma, già da queste premesse, relative alla finalità che ci si prefigge e al contesto, è palese la difficoltà di individuare un’arte marziale più forte delle altre in assoluto. Pertanto, ogni tentativo di farlo, inciampa in un problema di definizione. Circoscrivendo meglio gli aspetti da valutare, si potrebbero disegnare uno o più studi scientificamente “sensati”. Ad esempio, sarebbe possibile contare il numero di vittorie e sconfitte dei praticanti provenienti da varie arti marziali, negli incontri di MMA (Mixed Martial Arts), ma anche una ricerca del genere offrirebbe il fianco a innumerevoli critiche (che è meglio non approfondire per necessità di sintesi).

Inoltre, anche se qualcuno riuscisse a individuare un'arte marziale superiore alle altre (da uno o più punti di vista), resterebbe in piedi un'altra questione: ciò che è valido in generale non è necessariamente valido per ciascun caso particolare. Un'arte marziale potrebbe essere particolarmente adatta per un dato soggetto e in un dato contesto (caratteristiche anatomiche, fisiologiche, cognitive, contesto ambientale, tipo di avversari, ecc.) ma totalmente inefficace se praticata da un altro soggetto con caratteristiche diverse o in un diverso contesto, per il quale potrebbe risultare migliore un'altra arte marziale.

Al di là delle convinzioni di maestri e praticanti, dovrebbe essere chiaro a questo punto che non esista una risposta netta e immune da critiche a una simile domanda. Ogni arte marziale presenta punti di forza e criticità di cui bisogna essere consapevoli e che impediscono di esprimere un giudizio assoluto di superiorità di una sulle altre.


mercoledì 23 dicembre 2020

Le arti marziali sono sopravvalutate?

 



Chiunque prima o poi nella vita si ritroverà, volente o nolente in una situazione in cui ci si confronterà con la violenza.

Le arti marziali aiutano a non soccombere all'altrui violenza o a soggiogare un avversario nel minor tempo possibile.

Quello di cui tutte le arti marziali che ho praticato sono carenti è l'insegnamento base: come EVITARE lo scontro.

Un'arte marziale che non insegni come vincere uno scontro senza ricorrere alla violenza è a mio modesto parere sopravvalutata.

In un confronto fisico i possibili esiti sono limitati e salvo casi "accademici", almeno qualcuno si farà male.

In molti casi qualcuno potrebbe andare incontro anche a serie conseguenze penali e, nel caso di due contendenti a mani nude, anche davanti ad un aggressione, l'aggredito praticante arti marziali potrebbe essere giustamente accusato di eccesso di legittima difesa, in ragione delle sue specifiche competenze.

Insomma, quando si arriva alle mani, raramente finisce bene.

Viene da sé che se lo scopo delle arti marziali fosse, come in effetti per molte è, quello della difesa, le lezioni prime e basilari dovrebbero riguardare "valutazione" e "diplomazia", piuttosto che "come provocare l'avversario per spingerlo ad aggredire per potersi legittimamente difendere".

Non potete mai sapere chi avete davanti e chi ci sia dietro chi avete davanti. Potrebbe essere il piccolo bullo di quartiere che ha tanta gente pronta ad intervenire per farle spalla alla minima "accattivante" prospettiva di rissa. Potrebbe nascondere un coltello o un'arma da fuoco. Potrebbe essere più bravo di voi, anche se a vederlo non sembrerebbe. Cosa peggiore, potrebbe andarci di mezzo qualcuno che non c'entra niente, come spesso succede.

È importante, importantissimo che i giovani conoscano bene almeno un'arte marziale (preferibilmente orientale, giusto per allenare anche il loro cervello) e se un domani avrò una figlia l'allenerò fin da quando sarà in grado di reggersi in piedi. E la parte più importante del suo allenamento sarà come non usare le arti marziali.

Bisogna capire la situazione. Interpretare il contesto. Comprendere il nostro potenziale avversario, il setting, le distanze e le persone eventualmente coinvolte.

Qualche settimana fa uscivamo da un locale con tre amici: un chitarrista, un batterista e una modella… insomma non proprio le tartarughe ninja.

Siamo lì che aspettiamo un taxi e ad un tratto la mia amica mi chiede di frappormi fra lei e un gruppetto di tizi che, a suo dire, l'avrebbero riconosciuta e le stessero scattando delle foto.

Qualche secondo dopo mi volto ed effettivamente uno di loro aveva un cellulare con la camera puntata verso di noi. Paparazzata? Avevo una sigaretta elettronica in mano. Noto una busta, presumibilmente della spazzatura, appoggiata ad una colonna in prossimità del gruppo. Cammino verso il gruppo con non chalance deviando la traiettoria con calma all'ultimo momento per buttare il mio heets usato nella busta e tornare indietro.

Perché? Se qualcuno ha degli intenti ostili, come anche semplicemente rubare degli scatti, automaticamente si prepara a reagire ad un'aggressione o ad un chiarimento se la vittima o chi per lei gli viene incontro. L'errore sull'intenzione della parte (nel mio caso il non essere andato incontro ma di essere semplicemente andato a buttare qualcosa nella spazzatura), crea un momento di confusione. Per chi si preparava al confronto verbale e poi fisico (o magari direttamente al secondo) è disorientante. Fino a quel giorno questa "tecnica" mi ha aiutato ad evitare guai maggiori.

Non questa volta. Mentre ritorno verso il gruppo dei miei amici, il tizio più grosso, quello che faceva le foto, mi urla qualcosa in russo e mi viene incontro. I suoi amici gli stanno mezzo passo alle spalle e mi circondano a capannello. Due sono molto grossi, tutti fra i 30 e i 40 anni, puzzano d'alcol e hanno espressioni che ho già visto in passato. Sono persone frustrate che in quel momento pensano che una rissa potrà dare un senso ad una serata che non sta portando da nessuna parte. È gente che si diverte a fare a botte. I miei amici, che cercano si sedare quello che hanno intuito possa trasformarsi in una rissa, sono i partners più improbabili da poter avere in un confronto di strada. Il chitarrista è grosso, ma è un pezzo di pane. Lo avrebbero steso velocemente. Il batterista non credo abbia mai tirato un pugno nella sua vita e la più agguerrita, la modella, pesa 45 kg.

Sorrido, annuisco, spiego di non comprendere quello che dice perché non parlo la sua lingua, ma gli spiego in inglese di non comprendere le ragioni della sua collera. Mi è addosso e spinge con il petto contro il mio. So che posso avere la meglio su di lui facilmente, magari usandolo per fare cadere il suo complice alla mia sinistra, ma qualcun altro mi colpirà. Costringerò i miei amici ad intervenire. Qualcuno di loro si farà sicuramente male. Non so se qualcuno dei miei avversari é armato. Nell'abbracciarne uno con palesi intenti pacificatorigli controllo maniche e busto. Non ha una fondina, ma riguardo a pantoloni e zona cintura non sono in grado di sapere. Non so se qualcuno dei suoi amici è armato. Non so se sono bulli o se magari fanno parte di qualche organizzazione o quanto siano matti i loro amici e parenti. Non so troppe cose.

L'unica cosa che so è che scusandomi e buttandola in caciara, ciascuna di queste incognite resterà tale e probabilmente tutti torneremo a casa sani e salvi.

Saliti in taxi la mia amica mi fa "se fossi stata un uomo l'avrei preso a pugni". Esattamente quello che volevano loro. Chi cerca le risse è per vincere delle insicurezze, provare qualcosa, sfogare frustrazioni. Ma di solito, fatta eccezione per gli aspiranti suicidi e i matti, chi cerca risse è perché è abbastanza sicuro di uscirne vincitore e di non subire conseguenze. In pieno centro, sulla via principale e ben illuminata, bisognerebbe sentirsi molto protetti. Forse era un bluff, ma avevo troppo da perdere per andare a vedere.

Flashback. Non ci fossero stati i miei amici? Avrei agito nello stesso modo: non credo di poter avere la meglio da solo contro tanti, senza farmi male seriamente. Se capitasse, sarebbe fortuna. E se avessi visto quanto accadeva dall'esterno e il gruppo non stesse aggredendo me ma qualcun altro? In quel caso sarei necessariamente intervenuto per distrarli dalla loro vittima e creare le condizioni per metterla in salvo.

Se dovessi mai intervenire fisicamente probabilmente saprei cosa fare. Ma potrei sbagliare. Con la diplomazia, nel peggiore dei casi guadagni tempo, nel migliore salvi delle vite.


martedì 22 dicembre 2020

Cosa c'è di così speciale nelle spade Samurai (katana)?




Ci sono varie ragioni di carattere tecnico ed estetico, senza dubbio valide, della leggenda che segue le katana, ma che sono a mio avviso insufficienti per spiegare il fascino durevole che hanno.

L’unica ragione plausibile di questa fama sono a mio parere i proprietari di quelle spade e il loro rapporto con la morte. Sull’argomento si potrebbe scrivere un libro, ma mi limiterò a fare alcune considerazioni sulla ragione principale del disprezzo della morte tipico del guerriero giapponese, che si chiama bushi, non samurai. Sono convinto che sapere la verità a più di uno non piacerà.

Per i giapponesi di una volta, ma anche parzialmente per quelli di oggi, la morte è solo la scomparsa del corpo e l’anima continua a vivere. Si tratta di un’anima molto corporea, che mangia, dorme, sogna e defeca.

Soprattutto, vive dove viveva il suo corpo, fa le cose che faceva il corpo E frequenta gli stessi amici, se sono morti a loro volta. È per questo che il suicidio rituale fatto per seguire il padrone nella morte era così comune.

La prospettiva era quella di seguirlo nell’aldilà, e trovare tutti gli amici, il proprio padrone, avere di nuovo un lavoro. Tutto questo diminuiva in modo radicale la paura di morire. Questo tipo di suicidio, detto junshi 殉死, è stato frainteso, L’origine opportunistica di questo suicidio è stata ignorata e per questo è diventato uno dei motivi principali della reputazione dei samurai. Era così comune che i Tokugawa lo proibirono per secoli, con risultato che l’ammiraglio Nogi Maresuke non vide nulla di strano nella sua idea di suicidarsi per seguire l’imperatore Taisho Nella morte, quando questa venne nel 1923. Tre secoli di proibizioni non erano serviti a nulla.

Il guerriero giapponese però era molto più prudente durante una battaglia, vista la possibilità di morire lontano da casa, nel qual caso la sua anima sarebbe stata perduta in territorio nemico, e vista la possibilità di venire decapitato, nel qual caso non avrebbe potuto né rinascere, come diceva il buddhismo, né continuare a vivere senza il corpo, come gli diceva il suo animismo giapponese.

Per tornare alle spade. È verissimo che le spade giapponesi sono molto belle, altrettanto vero che erano buone armi. È vero infine che la loro leggenda è dovuta almeno in parte a idee false.


lunedì 21 dicembre 2020

Come mai l'arco yumi giapponese è asimmetrico?

 


La ragione effettiva è un mistero e ci sono varie teorie in proposito. Ci sono due fatti però:

1 Serve a diminuirne la vibrazione quando viene lasciata andare la freccia. L’impugnatura è nel punto giusto.

2 Inoltre, l’inclinazione dell’impugnatura, simile a quella del calcio di una pistola, è disegnata per scaricare il rinculo verso il basso, rinforzando la presa dell’arciere.

Per la cronaca, quella che si vede sulla destra in basso non c’entra con l’arco. È semplicemente la freccia successiva, pronta all’uso.


sabato 19 dicembre 2020

Qual era la miglior sciabola da cavalleria del XIX secolo?

Ci furono dibattiti continui nel XIX secolo su questo argomento esatto. E anche oggi nessuno è arrivato a una risposta definitiva. Questo è il motivo per cui le sciabole sono cambiate nel corso del XVIII e XIX secolo ed erano diverse in ogni nazione.

Quindi non esiste oggettivamente la migliore sciabola altrimenti tutti ne avrebbero usato un tipo particolare. Vi mostrerò le mie preferite però.


Sciabola da cavalleria austriaca del 1858.


In genere mi piacciono molto le sciabole austriache. Il 1858 ha una bella lama robusta che in realtà non è meno pesante di molte spade medievali. Mentre le spade medievali erano armi leggere e agili, è giusto generalizzare che tendevano ad essere più pesanti, ma è un mito che tutte le spade del 19 ° secolo fossero così.

È sul lato corto per una sciabola da cavalleria ma è un ottimo cutter e un buon propulsore, quindi è molto versatile. Nel complesso penso che questo sia probabilmente il mio preferito


Tipo giapponese 32 Cavalleria Sabe r


Fondamentalmente una lama in stile katana montata su un'elsa a sciabola. È un ottimo cutter e un buon propulsore. Penso di preferire la sciabola austriaca ma mi piace anche questa. Sembra che una sciabola francese abbia incontrato la katana giapponese.


1796 sciabola da cavalleria leggera


Puoi includere il Blucher in quella categoria in quanto sono spade molto simili. Sebbene sia in grado di spingere, è chiaro che si tratta di una lama molto incentrata sul taglio. Si bilancia un po 'più lontano dalla mano rispetto ad alcune sciabole, ma se è ben fatto come le altre sciabole non dovrebbe maneggiare affatto come un piede di porco. Non mi piace tanto quanto gli altri due, ma se hai bisogno di qualcosa che sia indulgente nel taglio e possa tagliare bene questa è un'ottima opzione.

Come Murphy Barrett, anche io sono un fan della sciabola di cavalleria britannica del 1896.



Raggiunge un buon equilibrio tra taglio e spinta e penso che sembri piuttosto elegante.

Infine, includerò il tulwar perché è un tipo di sciabola che veniva usata sia a piedi che a cavallo.



Come il 1796, è un cutter eccezionale. Tuttavia, a differenza di molte sciabole europee, non applichi il gioco del polso al taglio quando lo usi. La piccola impugnatura e il disco ti costringono a disegnare o spingere il taglio. Inoltre, è progettato in modo tale che sia molto difficile rovinare l'allineamento dei bordi. Ovviamente è possibile rovinare la tecnica di taglio, ma se me lo chiedi, è quanto di perdonare.

Sebbene tu abbia una portata significativamente inferiore con i tagli di pareggio in particolare, questa spada è stata molto spesso usata con uno scudo o un piccolo scudo che penso neghi in una certa misura tale svantaggio. Queste spade erano temute per la loro capacità di taglio nota per lanciare arti, fendere teschi e decapitare le persone con facilità. Soprattutto da cavallo questi tagli sono assolutamente terrificanti perché un risultato mortale può essere ottenuto con un rapido taglio a spinta eseguito con un movimento di spinta o un taglio a strappo con il minimo sforzo.

Se vuoi qualcosa di più versatile, un tulwar non è l'ideale, ma è proprio lì con il 1796 in termini di potenziale di taglio.

Ancora una volta questi non sono oggettivamente i migliori che non è quello che sto dicendo, questi sono solo i miei preferiti personali. Sono sicuro che altri potrebbero non essere d'accordo.