Ecco perché spero che il darwinismo
faccia presto il suo corso portando all’estinzione i maestri
disonesti e i testimoni di Geova delle arti marziali.
È domenica mattina, stai dormendo e
non hai nessuna intenzione di alzarti per almeno un’altra ora.
Senti squillare il campanello, con
insistenza.
Ti metti un
cuscino in testa, cerchi di fare finta di nulla ma il campanello
continua a suonare.
In preda alla disperazione ti alzi,
apri la porta e in men che non si dica ti trovi a cercare di
convincere un Testimone di Geova che della salvezza eterna non te ne
frega nulla.
Cosa c’entrano i testimoni di Geova
con le arti marziali?
Drammaticamente molto.
Il settore delle arti marziali in
Italia è molto compromesso se non addirittura sputtanato, e la colpa
di tutto ciò è dovuta soprattutto a due categorie di persone: i
maestri disonesti e gli allievi di questi ultimi.
Sono loro i testimoni di Geova delle
arti marziali.
Negli ultimi dieci anni abbiamo
assistito a un terribile impoverimento nelle arti marziali, dovuto a
troppe persone che (in modo tipicamente “italiano”) hanno pensato
di poter fare soldi fregando il prossimo e sono riuscite a creare una
falsa cultura, discreditando il lavoro di chi si impegna a diffondere
la propria arte (di bravi insegnanti e maestri per fortuna ce ne sono
ancora parecchi).
Spero che sempre più persone diventino
consapevoli e che questa categoria di maestri si possa estinguere in
fretta.
Le arti marziali sono un’attività motoria
estremamente complessa.
Questo è forse il cardine della
faccenda.
Non ci si può improvvisare maestri!
La formazione non è qualcosa su cui
scherzare, in particolar modo quando coinvolge la trasmissione di un
sapere molto articolato come le arti marziali.
Ti fideresti a farti mettere dei punti
di sutura da qualcuno che dice di essere diventato medico grazie a un
corso fatto in un fine settimana?
Ovviamente la risposta è NO.
Tuttavia, dal momento che le arti
marziali non sono un’attività che le persone sono costrette a fare
per vivere, si tende ad essere molto più rilassati e indulgenti nei
confronti di qualcuno che cerca di venderci del fumo.
Mi spiego meglio: un insegnante che si
improvvisa, che non ha una formazione solida e alle spalle
l’esperienza sufficiente per insegnare a qualcuno, ha così poco da
trasmettere che si trova costretto a mettere in atto dei veri e
propri plagi per continuare ad avere allievi ai quali spillare
quattrini.
Questi improvvisati delle arti marziali
raccontano balle, convincono la gente di essere gli unici detentori
della verità, traumatizzando le persone.
È molto semplice: se qualcuno là
fuori ne sa più di te e ha una professionalità maggiore della tua,
sei costretto a imbrogliare per tenerti stretti gli allievi, perché
sai già che nel momento in cui un allievo entrerà in un’altra
palestra tu avrai perso un cliente.
I maestri che si spacciano per profeti
sono la rovina di questo settore.
Un bravo maestro di arti marziali
dovrebbe lavorare con serietà, specializzandosi in uno specifico
settore in modo da mettere la sua esperienza al servizio degli
allievi.
Non ci sono scorciatoie, corsi di pochi
giorni, segreti rivelati o pillole magiche che ti possano trasformare
in maestro in brevissimo tempo – chi sostiene una cosa simile è
solo un truffatore.
La cintura del maestro vale meno di quella
dell’allievo.
È un dato di fatto: se un insegnante o
maestro si rende conto di non avere strumenti per reggere una
concorrenza più preparata e strutturata può fare due cose:
a) Farsi un esame di coscienza,
rivedere la struttura dei suoi programmi, mettersi in discussione e
migliorare
b) Barricarsi dietro a ogni sorta di
titoli astrusi, titoli e riconoscimenti sconosciuti, convincendo i
suoi allievi di essere il detentore dell’unica verità
Eccoci al secondo punto fondamentale:
un maestro insicuro (nel migliore dei casi) o disonesto ha paura che
i propri allievi facciano esperienze in altre palestre o contesti.
La soluzione?
Trasformare la propria scuola in una
specie di setta.
Io non so davvero come questo riesca ad accadere, ma gli allievi
sfornati da tali maestri si riconoscono subito: sono degli invasati
(e parlo di fanatismo, non di entusiasmo) che non fanno che rompere
le scatole a tutti gli amici per convincerli ad andare in palestra
con loro.
Sono il corrispettivo dei testimoni di Geova applicati
alle arti marziali.
Vi propongo un esperimento.
Provate a chiedere tra i vostri
conoscenti in quanti hanno provato a fare una qualche arte marziale.
Scoprirete che sono tanti, e che la
maggior parte di loro è rimasta delusa dall’esperienza.
Troverete sicuramente alcuni praticanti
seri e appassionati. E troverete anche loro, gli apostoli delle arti
marziali.
Premetto che di solito al di fuori
della palestra io non parlo quasi mai di arti marziali e ho una vita
sociale indipendente dal mio lavoro: dal momento che il mio settore è
molto sputtanato preferisco parlarne il meno possibile con chi non mi
chiede espressamente informazioni in merito.
Tuttavia, parlando con persone appena
conosciute, a volte capita che casualmente scoprano che lavoro
faccio.
Ciò che succede poi è talmente
prevedibile che se ci si potessero fare dei soldi scommettendo, ora
sarei ricco.
Quasi tutti mi dicono: “anch’io ho
fatto arti marziali. Ho fatto un paio di mesi o ho preso la cintura
gialla nell’arte X ma non mi sono trovato bene.”
I pochi che ancora praticano nella
migliore delle ipotesi hanno avuto un’esperienza secondo loro
positiva o, molto più probabile, mi tirano una pippa di mezz’ora
su come l’arte che fanno loro è la migliore nell’universo e il
loro sensei, sifu, guro, arjan, gran maestro sia l’ultimo
depositario del vero 3° segreto di Fatima.
Partono in quinta senza prendersi la
briga di capire quanto davvero io ne sappia, e comincia di solito la
loro opera di evangelizzazione in cui cercano di convincermi a
mollare tutto per seguire il loro maestro.
Quando sono più
fortunato si limitano a guardarmi con disprezzo come se
improvvisamente fossi diventato un eretico dato che non pratico la
loro religione-marziale.
Questi sono i testimoni di Geova delle
arti marziali. Rompono i coglioni al prossimo per tirarli dentro alla
loro setta.
- Se fai arti marziali e ti piace, pratica e non evangelizzare
il prossimo.
E’ un po’ come i vegani: non ho
nulla contro di loro, ma di solito chi fa questa dieta rompe le
scatole agli altri per cercare di convincerli a diventare come loro.
La differenza sta nella proposta
dell’informazione: se sono io a chiederti informazioni sul perché
non dovrei mangiare il pesce, fai benissimo a spiegarmelo utilizzando
tutte le tue conoscenze.
Se sto mangiando del salmone e non ti
ho chiesto niente però, fammi il favore di lasciarmi mangiare in
pace e non rovinarmi la cena.
Credo che il cambiamento vero possa avvenire solo tramite la buona
volontà e il buon esempio, facendo il proprio lavoro al meglio.
Mistificare, fare false promesse,
stressare il prossimo per convincerlo forzosamente delle tue idee non
è cambiamento, è truffa.
Prendi questo blog: non costringo
nessuno a leggerlo. Se mi incontri per strada non cerco certo di
convincerti a leggerlo o te ne recito delle parti a memoria.
Se lo stai leggendo è perché
probabilmente ti interessa, altrimenti avresti abbandonato al massimo
due righe sotto al titolo.
Il concetto è molto semplice, e si
basa sulla professionalità, quella vera e che dovrebbe essere
presente in ogni lavoro, dal più semplice al più complesso: un
bravo insegnante non si dovrebbe mai spacciare per profeta.
Non si riempie la bocca di titoli e non
mette i propri allievi in condizione di fare proselitismo.
In palestra i miei allievi sanno
perfettamente il mio valore indipendentemente da qualsiasi titolo.
Tollero a malapena di essere chiamato
maestro durante le lezioni, ma di sicuro non accetto che in
spogliatoio o fuori dalla palestra mi chiamino con qualche titolo.
È una questione di rispetto nei
confronti del prossimo: i miei allievi sono disciplinati e
raggiungono gli obiettivi senza bisogno di umiliarsi rivolgendosi a
me come se fossi superiore a loro.
- Chi possiede autorevolezza non ha bisogno di imporre la
propria autorità.
Non solo: penso sia dovere di ogni
insegnante promuovere l’intera categoria, e incoraggiare i propri
allievi a raccogliere nuove esperienze formative.
Quando ho conosciuto maestri molto
qualificati, li ho invitati a insegnare nella mia palestra.
- Sono sempre felice di conoscere e accogliere grandi esperti
di arti marziali.
Per concludere, chi insegna male o
truffa le persone può avere anche un piccolo guadagno personale, ma
di fatto crea un grave danno all’intera categoria di marzialisti e
maestri che si sono sempre impegnati per diffondere le loro arti.
Se tutti coloro che si iscrivono a un
corso riuscissero a fare un’esperienza costruttiva e venisse
insegnata la qualità della formazione di valore, non ci sarebbero
più scuole sette, rivalità né difficoltà a diffondere la
conoscenza e le esperienze valide.
Il concetto è molto semplice: chi
riceve una corretta formazione sarà in grado di dare lustro
all’intera categoria.
Chi compra abitualmente formazione di
qualità e non viene traumatizzato da cattive esperienze continuerà
a comprare e fornirà una buona immagine del settore a chi si
rivolgerà a lui per avere informazioni.
Al contrario chiunque venga truffato (esplicitamente o meno) e si
trova di fronte ad esperienze negative, poco formative o prive di
risultati concreti sicuramente smetterà di praticare arti marziali e
diffonderà una cattiva immagine del settore.
Perché tutto questo discorso?
Perché la professionalità e la
formazione sono aspetti importanti, imprescindibili per chi desidera
diffondere la conoscenza.
Si può essere dei grandi marzialisti,
ma non avere la minima idea di come si imposta una didattica o di
come si trasmette il sapere.
L’insegnamento è una disciplina a sé
stante, complessa ed entusiasmante, che fa la differenza tra un
allievo insoddisfatto e uno realizzato.
Per questo sto portando avanti un
progetto che punti a realizzare un corso professionale di formazione
per insegnanti, che dia la possibilità di certificare l’onestà e
la solidità della didattica in primis.
Per portare a compimento il progetto occorreranno anni ma vorrei
che questo fosse il mio contributo per aiutare il settore a crescere
a livello professionale e qualitativo, per estinguere situazioni
incresciose di incompetenza e truffa ai danni del pubblico e di chi
si rivolge al mondo delle arti marziali.
“oggi sii umile, sorridi e allenati perché presto sarà già
domani”