Il samurai faceva parte della
nobiltà guerriera ("buke", casati militari ) e significava
letteralmente "servo", dal verbo "saburau",
ovvero "servire, mettersi a lato". Prima noti come
"saburapi", "saburai" e infine come "samurai",
ma quest'ultimo termine venne coniato solo nell' era moderna (fine
Periodo Azuchi-Momoyama, 1573–1603 inizio del periodo Edo).
Noti anche come "bushi",
guerrieri,
termine che li indicava più come
professionisti militari che non come casta, anche se dal 12 secolo, i
due termini iniziarono ad essere usati intercambiabilmente. Per
esempio il famoso Musashi era un bushi; era un ronin, ma non un
samurai, in quanto non si legó mai ad un signore (daimyo) per
seguirlo fedelmente.
I samurai seguivano il bushido,
letteralmente "la via del guerriero", una serie di princìpi
cardine che formavano il loro codice di condotta.
Ma anche molti ronin lo adottavano,
compreso Musashi, anche se il
bushido dell'eccezionale spadaccino era diverso da quello descritto
nell'"Hagakure", in quanto fondato su basi indipendenti.
I samurai erano una classe colta,
che praticava anche l'arte della scrittura e del tè, oltre alle arti
della guerra. Va da sé che i samurai, in tempo di pace, si
occupavano delle loro rendite terriere, concessegli dai loro daimyo,
e , diversamente dai ronin, avevano l'appoggio e la protezione del
loro clan. Come casta, potevano circolare armati di spada ed uccidere
coloro che li oltraggiavano.
Se un samurai uccideva un ronin, non
doveva aspettarsi ripercussioni di alcun tipo, dato che i ronin non
dipendevano da qualcuno e non erano quindi vincolati.
I samurai finirono nel 1877, con la
sconfitta della ribellione di Satsuma, anche se lo shogunato Tokugawa
cadde il 3 Gennaio 1868, con l'inizio della Restaurazione Meiji.
Letteralmente "uomo onda", il termine "ronin"indicava
colui che va da una parte all'altra,
come un'onda, appunto. Alcuni lo
interpretano anche come "uomo alla deriva", anche se penso
(opinione personale) che non tutti i ronin non si ritenessero alla
deriva in senso metaforico, quanto in senso letterale. Dei cani
sciolti, insomma. Quando molti feudi si dissolsero o si
indebolirono sotto i Tokugawa, molti samurai(circa 400.000 secondo
alcuni studiosi) si distaccarono dal loro "affiliamento",
per loro stessa volontà, per "disaccordi momentanei"(quindi
facevano ammenda e volevano ritornare al loro rango) o semplicemente
vennero allontanati "per errori personali o per avidità".
Ma un ronin poteva diventare tale
anche per altre ragioni: essere figlio di un ronin che non aveva mai
rinunciato al rango di guerriero, significava comunque essere ronin.
Poi, si poteva essere congedati dal padrone, sia unilateralmente da
parte del signore, sia da parte del subordinato, che magari intendeva
fare atti che avrebbero screditato tutto il suo clan. Oppure, molto
semplicemente e comunemente, si diventava ronin una volta morto il
padrone.
Come detto prima, il ridimensionamento
o lo scioglimento di feudi e clan generava dunque dei ronin.
Esistevano dei
casi in cui dei samurai
diventavano ronin per essere diventati commercianti ed essere entrati
in una corporazione (za). Poi, esistevano altri casi che implicavano
l'abbandono della posizione di samurai per evitare situazioni tese
nel clan, per poi ritornare una volta placate le acque.
Comunque, i ronin rimasero una spina
nel fianco dei Tokugawa fino alla fine dello shogunato. Questi
guerrieri erranti si sostentavano insegnando il bujutsu,
l'insieme di tecniche militari
dell'epoca.
Oppure
facevano da guardie del corpo,
dette "yojimbo" per i ricchi heimin, commercianti e
artigiani. Infine, potevano diventare parte della malavita o darsi al
banditismo. Molti cercavano di ritornare al loro status di samurai.
Ma per il signore di turno il solo
fatto di accettare dei ronin poteva creare dei precedenti
disapprovati da molti altri potenziali padroni. Comunque, c'è da
dire che questi "randagi" (non in senso spregiativo, prego)
creavano non pochi problemi, essendo praticamente pari nei bushi
nella loro abilità guerriera. A volte, si ergevano a protettori
paramilitari di villaggi e/o proprietà, così efficacemente che i
signori locali li invitavano a rientrare nella classe da cui se
n'erano andati. Classica é comunque l'immagine del ronin solitario
che getta o accetta sfide nelle strade. Per dare un esempio della
loro efficacia, durante la ribellione di Shimabara, gruppi di ronin
si aggregarono ai rivoltosi contro il bakufu. Quest'ultimo si dovette
sudare quattro camicie per mesi e sostenere un assedio con 50.000
guerrieri e il sostegno di navi olandesi, prima di vincere.
Lo status di ronin non era
affatto invidiabile, perché, se da un lato si faceva ancora parte
dei bushi, dall'altro non si aveva una terra e neanche un salario.
Inoltre, il fatto di essere senza padrone, macchiava la reputazione e
l'onore dell'individuo, quindi soggetto di scherni ed umiliazioni. I
ronin moderni sono i salaryman (sarariman) senza lavoro, gli studenti
che non riescono a passare all'università (il termine formale
sarebbe "kanendosei"), i piloti senza una scuderia.
Lord Redesdale, (presumibilmente
intorno al 1866), annotò che un ronin si suicidò davanti alla tomba
dei 47, per non essere riuscito ad entrare al servizio del signore di
Chōshū.
Il ronin comunque, da guerriero,
di solito non faceva comunella con le altre classi sociali
"inferiori". Anzi, le teneva a distanza, non essendo
neanche vincolato dalle norme e leggi dei clan. Questi" uomini
onda" erano fieri di essere comunque dei militari.
Ovviamente, i ronin più famosi sono
47. Essi si vendicarono negli anni di un'offesa perpetrata nei
confronti del loro ex padrone Asano Naganori, che nel 1701 dovette
suicidarsi per aver ferito il dignitario Kira Yoshinaka (o Yoshihisa)
che lo aveva insultato. La casata di Asano venne smantellata e questi
47 samurai divennero ronin. Per farla breve, i 47 non diedero segno
di volersi vendicare, ma covavano dei piani di vendetta terribili,
che si concretizzarono circa 2 anni dopo, con la decapitazione di
Kira e l'uccisione di molte delle sue guardie. Poi resero onore alla
tomba del loro ex padrone si consegnarono alle autorità. Gli furono
concessi i seppuku, con la grazia per uno di loro, affinché il fatto
venisse ricordato. Ancora oggi, a Tokyo nel tempio di Sengakuji, ci
sono le tombe dei 47.
I 47 ronin hanno ispirato numerosi film
, tra cui una rivisitazione fantasy dei 47 ronin con Keanu Reeves (a
mio parere discutibile) e il film di spionaggio "Ronin" di
Frankenheimer, con De Niro e Jean Reno. Bellissimo film, c'è anche
Sean Bean, che per una volta non muore. Esistono numerose
rappresentazioni teatrali delle vicende dei 47, con l'opera
"Chūshingura".